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64 Opinioni & Documenti IL GIORNALE DELL'ARTE, N.

281, NOVEMBRE 2008

• C'e un altro modo di guardare l'arte: quello dello scienziato

Critici d' arte tremate ! Arriva



Sono ormai otto anni che mi dedico agli siasi componente legata all' emozio- figura della Vergine serve per innestare un analogo sentimento di
ne, al desiderio, e al valore. sofferenza negli spettatori, preparandoli a comprendere le emozio-
Un altro ambito della storia dell'ar- ni rappresentate attraverso il proprio corpo. Quasi negli stessi anni
studi che vi illustrero, e oltre vent' anni te che mi sembrava importante ma Leon Battista Alberti scriveva: «movera l'istoria l'animo quan-
trascurato, era quello dell'empatia. do li homini ivi dipinti mo/to porgeranno suo movimento d'animo
che mi sono reso conto come fosse Verso la fine dell'Ottocento autori co- (. ..), piagniano con chi piagne, et ridiano con chi ride, et d6liansi
me Robert Vischer e Heinrich Wolf- con chi si duole. Ma questi movimenti d'animo si conoscono dai
flin hanno dedicato una notevole at- movimenti de/ corpo». Ovviamente nel XIV secolo non si sareb-
impossibile studiare le reazioni emotive tenzione al coinvolgimento fisico del- be usata la parola «empatia», ma «compassio», e non solo nel-
l' osservatore, o meglio come stimoli . Ia moderna accezione del termine come condivisione emotiva
all'opera d'arte senza capire i principi dell'allora ancora gio- visivi di opere d'arte (o d'architettura) possano ispirare una sensa- della sofferenza altrui, ma piuttosto nel senso di vero e proprio
vane neuroscienza cognitiva. Nel corso delle mie ricerche ho in- zione di coinvolgimento fisico. Pochi anni dopo Theodor Lips af- coinvolgimento fisico. Di nuovo le evidenze storiche conl'erma-
contrato molte resistenze all'approccio interdisciplinare che pro- fronto ii tema, ancora piu antico, della possibilita di comprendere no un tale incontro tra teoria artistica e religione. Nel 1423, ap-
ponevo; soprattutto da parte dei profess01i di storia, letteratura, e le emozioni attraverso il movirnento corporeo. A lungo queste po- pena qualche anno prima della «Deposizione» di Van der Weyden,
storia dell' arte. Gli scienziati sono stati invece piu aperti e pron ti a sizioni furono viste con scetticismo, sebbene si ritrovassero in lar- si era inaugurata a Colonia la festa della «Compassione della Ver-
collaborare. In Italia le reazioni sono state in genere pin positi- ga parte della riflessione critica sull' arte e venissero sviluppate dai gine» istituzionalizzando cosi secoli di meditazione e preghiere sul
ve che altrove, forse perche, come Salvatore Settis ha giusta- fenomenologi, primo fra tutti Maurice Merleau-Ponty. Per quan- tema della condivisione fisica e mentale della sofferenza di Cristo.
mente scritto in un recente articolo sul «Sole 24 Ore», ii piu bel to avevo scritto in Il potere delle immagini sono stato accusato di I tormenti patiti da Cristo diventano i tormenti della Madre; e gli
libro sull'arte e ii cervello (e forse l'unico serio), estato scritto aver trascurato qualsiasi dirnensione storica o contestuale. Era dif- autori insistono in maniera vivace e quasi visiva sulla necessi-
proprio da due italiani, Lamberto Maffei e Adriana Fiorenti- ficile all'epoca integrare in maniera convincente uno studio fe- ta di utilizzare la risposta corporea della Vergine al dolore del
ni, net 1995. E forse anche perche Giacomo Rizzolatti, Vittorio nomenologico delle emozioni e delle reazioni alle immagini in Figlio, per generare un'analoga risposta da parte dei fedeli. In
Gallese, Leonardo Fogassi, Luciano Fadiga e ii loro gruppo di una disciplina tanto attenta al contesto. questo contesto, il racconto di come san Francesco avesse visto e
Parma con la scoperta dei neuroni visuomotori da loro chia- provato nelle sue stesse mani le piaghe di Cristo s'inserisce facil-
mati neuroni specchio, hanno aperto una strada nuova alla mente nel contesto fin qui delineato. Le popolari Meditazioni sul-
comprensione non solo delle emozioni, ma anche delle inten- Le emozioni vengono rappresentate la Vtta di Cristo sono costruite sul tema dell'identificazione con
zioni altrui. attraverso ii movimento del corpo Cristo, soprattutto del Cristo sofferente sulla Croce (allo stesso mo-
Non e mia intenzione suggerire un maggior prestigio delle scien- do in cui, due secoli dopo, gli Esercizi spirituali di sant'lgnazio
ze a scapito delle materie umanistiche, quanto piuttosto indicare le Le irnmagini che ho scelto esprirnono bene questioni relative al- avrebbero utilizzato gli stessi concetti di «compassio» e «irnita-
nuove prospettive che una fruttuosa collaborazione tra storia del- l'incarnazione (embodiment) , alle emozioni, e all'urgenza fisica tio» ). Le Meditazioni sono intessute di continue esortazioni a tra-
l'arte e scienza possono aprire. Esse riguardano principalmente il dello spettatore di imitare le espressioni e i movirnenti osservati. sformare il «guardare» in un «1i_entire fisico», per meglio com-
ruolo dei sensi nelle risposte emotive, chiariscono come la perce- La prima opera che voglio prendere in considerazione e la com- prendere la sofferenza di Cristo. E proprio questa capacita della
zione del corpo quasi sempre sia percezione del corpo in movi- movente «Deposizione dalla Croce» di Rogier van der Weyden vista di provocare empatia fisica che Van der Weyden comprese
mento. Ritirano in ballo la questione, gia enucleata da William Ja- (oggi al Prado), dipinta negli anni Trenta del Qua!lrocento per la cosi bene. Ment:re altri pittori avevano rappresentato la Vergine da-
mes, della relazione tra movirnento e emozione. chiesa di Nostra Signora fuori le Mura a Lovanio. Euna pala d'al- vanti alla Croce in piedi o inginocchiata, nella sua «Deposizione»
Il problema non consiste soltanto net capire come Ia neuro- tare notevole, sia per la tecnica e lo stato di conservazione, sia per Van der Weyden Ia raffigura nella stessa posizione che il corpo del
scienza possa informare la storia dell'arte, ma anche come la le dirnensioni (2,20x2,62 m). La scena si svolge in uno spazio mol- Figlio assume nel momento in cui viene calato dalla Croce; e ci co-
solida metodologia delle discipline umanistiche, sottilmente at- to stretto, tanto che la corporeita di queste figure, che fa pensare al- munica anche le emozioni causate, in lei, da tale crollo, cosi come
tente ad approcci contestuali, possa contribuire al lavoro dei le contemporanee figure policrome delle pale d'altare scolpite, e gli altri atteggiamenti fisici: occhi sernichiusi, lacrime, e cosi via.
neuroscienziati. In un contesto in cui Semir Zeki (che pure negli spinta in prirno piano. Uaspetto forse piu ammirevole di que- Proviamo adesso a ribaltare la questione: come potremmo guar-
arthi Ottanta ha condotto ricerche fondamentali sulla corteccia vi- e
st'opera la varieta di emozioni espresse attraverso ii linguag- dare questo quadro alla Iuce dei recenti lavori della neuro-
siva), ritiene di aver individuato le aree del cervello dedicate alla gio corporeo. Come se I'autore avesse studiato, o forse solo in- scienza? In quale maniera quest'opera potrebbe contribuire
bellezza e all' amore, e che V.S. Ramachandran crede di aver iden- tuito, come comunicare allo spettatore in maniera piu efficace alla comprensione di come la percezione visiva diventi perce-
tificato una base neurologica per i principi dell' arte, e irnportante le emozioni attraverso i movimenti corporei e i gesti. La «De- zione fisica dei corpi? Come puo una simile prospettiva inte-
non perdere le dirnensioni storiche di sirnili astratti concetti. Ma posizione» di Van der Weyden si inserisce in una ben attestata tra- grarsi con la speculazione fenomenologica e la tradizione sto-
non e necessario «buttar via il bambino con l' acqua sporca», spe- dizione di dipinti devozionali pensati per provocare la risposta emo- rica del coinvolgimento da parte del fruitore con l'immagine?
cialmente ora che si avvicina ii cinquantesirno anniversario della tiva dello spettatore, invitato a immaginare, o meglio a condi- Analizziamo le implicazioni concrete di queste domande cornin-
pubblicazione del libro di C.P. Snow Le due culture. videre, anche fisicamente, la sofferenza dei personaggi. Van der ciando con quello che e probabilmente il piu famoso scrittore di
Nel suo The Parallax Vtew (Mit Press, Cambridge 2006, Ndr) l'i- Weyden si concentra sulle emozioni e su come queste siano espres- neuroscienza, Antonio Damasio. Nonostante i difetti filosofici, il
pertrendy Slavoj Zizek osserva che «lo scopo finale del dibattito se attraverso il corpo. Questo e evidente nelle lacrime rese con per- suo libro L'errore di Cartesio (1994), cosi come i suoi piu recenti
traledisciplineumanisticheelescien- fetta maestria sul volto della Madon- Emozione e coscienza e Alla ricerca di Spinoza (tutti pubblicati in
ze cognitive equello di gettare un pon- ' ' Uno storico dell' arte, David na, 0 di Maria di Cleofa sulla sinistra Italia daAdelphi, Ndr), si basano su un solido lavoro di ricerca neu-
te tra natura e cultura, tra processi e di altre figure altrettanto sofferenti; rologica. Nei suoi lavori Damasio sostiene che le emozioni ban-
biologici automatici ed esperienza Freedberg, e scienziati di Panna o nene sopracciglia aggrottate di san no una base fisica, enfatizzando, come prima di lui William Ja-
consapevole». L'autore continua: «ma Giovanni e nei lineamenti stravolti di mes, i modi in cui le azioni fisiche precedono i sentimenti e l'e-
se questo fosse invece un compito sba- studianO insieme le ragioni neurolO• Nicodemo. E soprattutto e evidente spressione delle emozioni. Nel descrivere l'integrazione fra pro-
gliato? Se ii problema reale non fosse giche di quel Che Ci SUCCede quandO nell' attenzione estrema che il pittore cessi cognitivi e sensazioni fisiche, Damasio sviluppa il concetto
quello di superare ii divario tra di- riserva ai gesti, come nel caso della da Jui definito «il circuito corporeo del come se» (as-if body loop),
verse discipline quanto piuttosto di ri- guardiamo UR' opera d'arte ' ' Maddalena che si torce le mani dalla sottolineando il sostrato neurologico che provoca nello spettatore
concepire tale divario in maniera ap- , disperazione, o di Maria di Cleofa che la sirnulazione somatica intema di cio cbe osserva. Damasio so-
propriata?». In effetti il suo scetticismo none infondato. E evi- si tormenta le vesti. Sembra quasi che Rogier van der Weyden stiene che quando osserviamo il comportarnento fisico ed emotivo
dente che una discussione di questo genere implica, necessaria- sapesse perfettamente come far provare agli spettatori ii pro- degli altri, ii nostro cervello si riorganizza in modo da assumere la
mente, il classico contrasto tra visione naturalista (e materialista) prio dolore, espresso in questi volti; coinvolgerli, appassionan- stessa conformazione che avrebbe assunto se fossimo stati irnpe-
da un lato, e una visione piu attenta al contesto e ai condiziona- doli alla sofferenza di Cristo stesso. Si potrebbe anche dire che gnati nelle azioni osservate o avessirno provato quelle stesse emo-
menti sociali dall'altro. Ma non credo che restare arroccati su que- l'artista coinvolge lo spettatore all'intemo della dirnensione ge- zioni. Di conseguenza l'osservatore risponde alla vista di un'a-
sto dualismo sia utile. Focalizziamoci invece su problerni specifi- stuale del dipinto, di quei gesti che esprirnono emozioni, tanto da zione o di una scena drammatica in cui coinvolto un corpo, o e
ci, e chiediamoci: che risultati si potrebbero ottenere affrontando portarlo a irnitare fisicamente tali gesti. A questo si aggiunga poi addirittura una scena che implica un movimento corppreo, at-
deterrninati problemi se colleghi di diverse discipline collaboras- l' irnportanza de! movimento nella parte centrale della scena: il len- tivando quelle stesse parti della corteccia somatosensoriale e
sero insieme senza idee preconcette? to scivolare de! corpo di Cristo, riecheggiato nell' accasciarsi di quel- motoria che si sarebbero attivate qualora fosse stato veramen-
lo della Madre. Una lettura fenomenologica di questo tipo ha un' e- te coinvolto nella scena. Leggendo il suo libro, mi appariva sem-
vidente dirnensione storica. Gia nel 1953 Otto von Simson pub- pre piu chiaro come Damasio stesse offrendo un modo nuovo per
II rapporto tra corpo, emozioni e risposta blicava un notevole articolo in cui interpretava la «Deposizio- ripensare l'empatia. E cosi ho cominciato a utilizzare l'ipotesi di
alle immagini ne dalla Croce» sulla base della nozione di «compassione» Damasio perinquadrare meglio il problema del coinvolgimento
(«patire con»). Attraverso testi coevi al dipinto, Von Sim- fisico dello spettatore nei confronti delle reazioni fisiche
Esplorando i contesti storici dell'iconoclastia e della censura son segnalava che «ogni singolo attore sul palcoscenico dei protagonisti di una scena; coinvolgimento che si puo
era infatti impossibile sorvolare la dimensione psicologica del- della "Deposizione" allestito da Rogier riecheggia quel esplicitare nell'imitazione esperita dei gesti dei personag-
la violenza contro le immagini. Il mio interesse nei confronti del- sentimento di compassione provato dagli altri perso- gi raffigurati. Tutto cio offriva, secondo me, una nuova chia-
le risposte positive e negative alle irnmagini si e concretizzato nel naggi». Ma, si noti bene, non si tratta solo di un'irnita- ve di lettura delle strategie artistiche usate da Van der Wey-
libro Il potere delle immagini (del 1989; l'edizione italiana, pub- zione dei sentimenti, poiche nell'accasciarsi al suolo, il den, ma ancbe da tanti altri, per provocare unareazione em-
blicata da Einaudi, e del 1993, Ndr), in cui ho discu~so una va- corpo della Vergine assume quasi la stessa po- patica da parte degli spettatori del di pinto. In seguito mi so-
rieta di reazioni psicologiche e comportamentali alle immagini, sizione di quello del Figlio. La Madre no irnbattuto nel lavoro di Giacomo Rizzolati e del suo
ma non il nesso tra l' aspetto delle immagini, come appaiono, e le soffre «non solo nella sua men- gruppo di ricerca a Parma: le loro prime pub-
reazioni che esse provocano. Nello scriverlo mi sono reso conto te, ma con tutto ii suo corpo», blicazioni sui neuroni specchio mi sembra-
di quanto la storia dell' arte abbia trascurato il ruolo delle emo- affermano testi contemporanei vano particolarmente utili per ridefinire
zioni, o meglio, di quanto sistematicamente le abbia discipli- come quello di Denis ii Certo- ii problema della risposta dello spet-
nate, come se, ignorandole, si potesse evitare che esse esplo- sino. In questo modo iconolo- tatore alle immagini. Anche se i
dano. Nel suo ben noto I principi dell'arte, R.G. Collingwood, gia e fenomenologia della vi- neuroni specchio non possono
non a caso, esclude categoricamente che le emozioni costituisca- sione coincidono perfetta- spiegare tutto cio che e stato lo-
no uno dei fattori costitutivi dell'arte: una posizione, la sua, deri- mente. Nella manifestazione ro attribuito negli ultirni me-
vata ovviarnente dalla Critica del Giudizio, in cui Kant bandisce fisica della sua «co-sofferenza» si, penso che propongano
dal giudizio estetico e dalla definizione di «arte» e «bellezza» qual- con Cristo, nel suo collassare, la -..~..,...;..;..;..;;,;.;;~.;.:::..- - ----...._....;_ _,.._ una spiegazione piu chiara

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di quella di Damasio sulla questione dell'imitazione esperita e istin- neurologico responsabile della risposta fisica dell'osservatore me suggerito da Alberti ed esemplificato da Botticelli, per comu-
tiva <lei gesti, o su quella del coinvolgimento corporeo ed emotivo a simili immagini. Si discute soprattutto se possa essere collo- nicare le emozioni interne. Simili movimenti erano vere e pro-
dello spettatore con la scena osservata. cato in specifiche aree somatosensoriali analoghe a quelle gia prie «formule», nel senso che risalivano a statue ea rilievi antichi
ricordate, o se la reazione fisica non debba esser interpretata come quelli raffiguranti le Menadi. II concetto di Pathosformel ven-
Azioni finalizzate e gesti culturali piuttosto come una piu generica reazione affettiva. Nessuno ha ne quindi allargato a comprendere la varieta di formule gestuali che
ancora discusso gli effetti specifici di determinate immagini, e an- sembrano ricorrere nelle storia dell' arte. La domanda, a questo pun-
I primi esperimenti parmigiani hanno evidenziato come in una scim- cor meno la possibilita di trarre delle conclusioni sugli indici este- to, non riguarda solo le ragioni de] loro ricorrere, ma soprattutto gli
mia che ne osservi un' altra impegnata in un'azione finalizzata, ad tici delle irnmagini. Per questo motivo, Gallese e io stiamo ormai effetti che tali formule gestuali hanno sugli spettatori, e ii deside-
esempio afferrare del cibo o una tazza, oppure usare uno strumen- orientando la nostra ricerca anche in direzioni meno ovvie, come rio di imitazione interna che provocano. Prendiamo ii «Seppelli-
to, si attivino gli stessi neuroni che si attivano nel cervello della la dimensione emozionale del colore, oppure, e soprattutto, sul- mento di Cristo» di Caravaggio. Come accade spessissimo per i
scimmia che sta eseguendo l' azione. E questo senza che la scim- l'analisi del rapporto trail riconoscimento delle espressioni emo- suoi dipinti, anche questo dipende molto dalle risposte incarnate
mia osservante si muova. A questo punto mi sono posto tre do- tive facciali e reazioni empatiche alle manifestazioni fisiche del- (embodied responses): sono provocate da diverse strategie pittori-
mande: 1) e possibile che anche gli umani reagiscano con questo 1' emozione. Anche questo campo e limitrofo a un antico ambito che, quali, per esempio, ii modo in cui il gomito di Giuseppe d' A-
tipo di reazioni speculari? 2) Che cosa succede, invece, quando le della tradizionale storiografia dell' arte; ossia quello della fisio- rimatea penetra lo spazio. Ma cio che piu colpisce, eil gesto di di-
azioni osservate non sono finalizzate o sembrano senza senso? 3) gnomica, gia presente nell'opera di Della Porta, Le Brun, Lavater sperazione della Vergine con le braccia alzate. L' impatto di tale ge-
Che cosa succede, in.fine, quando osserviamo non tanto le azioni e altri, e poi sistematizzato da Darwin in L ' espressione delle emo- sto sullo spettatore deriva dal fatto che ricorre cosi spesso nella sto-
di esseri vivi, ma le azioni raffigurate nelle opere d'arte? Con que- zioni negli animali e nell'uomo e nell'opera, alquanto dibattuta, di ria dell' arte, o dal fatto che provoca un irnmediato bisogno di imi-
ste domande in mente, mi sono impegnato in un progetto di col- Paul Ekman sulle espressioni emozionali del volto. Cio che emer- tazione interna? Lo si ritrova in innumerevoli scene di seppelli-
laborazione con due neuroscienziati: Gallese stesso e Fortuna- ge oggi dalla letteratura sul funzionamento <lei neuroni specchio e mento e compianto, ma anche in altre celebri immagini come il «3
to Battaglia. Sebbene sia praticamente impossibile, se non in cir- sull'imitazione delle azioni e un nuovo e promettente campo di ri- maggio 1808» di Goya. L'inverso di questo gesto si trova in uno
costanze del tutto eccezionali, isolare l' attivita di singoli neuroni cerca, in cui si analizzano le basi neurologiche comuni alla vista e <lei celebri «Disastri», ancora di Goya. Qui non c'e dubbio che si
nel cervello umano, gli scienziati di Parma si sono concentrati sui alla percezione di emozioni negative, come il disgusto e la paura. tratti di un gesto di disperazione, proprio come nella fotografia del-
circuiti cosiddetti a Specchio presenti nel cervello umano, proprio Gallese e io ci siarno prefissi di non occuparci solo di irnmagini na- la madre che si dispera sul corpo del figlio morto in Bosnia del
nelle aree equivalenti a quelle in cui si sono trovati i neuroni spec- turalistiche. Dopotutto, le ipotesi fenomenologiche sul coinvolgi- 1997. Val la pena di riflettere sulla profonda capacita di questi ge-
chio nel cervello delle scimmie. A questo punto Gallese ha svilup- mento nei confronti delle immagini non si sono mai limitate al- sti all'apparenza formulaici_e stereotipati di veicolare le emozioni;
pato la sua influente teoria della cosiddetta «simulazione incama- le rappresentazioni verosimili. Merleau-Ponty ha dedicato mol- ma perche questa capacita? E proprio possibile stabilire un rapporto
ta», nella quale si includono tutte le sensazioni imitative provate te pagine alle reazioni provocate dai quadri di Cezanne, e un caso necessario tra gesto ed emozione? In altre parole, fino ache punto
nel corpo dell'osservatore. Nell'importante articolo «A Touching significativo puo consistere nello studiare le reazioni corporee su- si puo pensare che esistano formule gestuali standard per esprime-
Sight» pubblicato de! 2004, con Christiaan Keysers ha trattato il scitate da opere di artisti quali Jackson Pollock o Lucio Fontana. re emozioni standard (come suggerito da Darwin e Ekman), e fino
problema dell' attivazione della corteccia somatosensoria seconda- Rizzolati, Gallese e i loro colleghi sono sempre stati chiari sul ache punto i gesti sono invece culturalmente condizionati? Batta-
ria in un individuo che osservi una raffigurazione de) tatto o di fatto che i loro risultati andassero riferiti alle risposte provo- glia e io abbiamo pensato ad esperimenti pensati proprio per inve-
qualsiasi sperimentazione di contatto. II primo caso analizzato dal cate da azioni finalizzate, e non a ogni tipo di movimento. Sfor- stigare le reazioni alla vista della rappresentazione di determinati
gruppo di Gallese corrisponde a quella sensazione di brivido che tunatamente questa distinzione critica sembra essere stata spesso movimenti, usando inizialmente impulsi Tms (stimolazione ma-
gnetica transcraniale, Ndr) e quindi l'elettroencefalograrnma. Mo-
vimenti come ii sollevamento delle braccia coinvolgono pero un ta-
Siamo empatici: guardiamo i gesti e soffriamo insieme le numero di muscoli diversi che usare la stimolazione magnetica
(entrano in azione i nostri neuroni specchio) per misurare le eventuali reazioni sarebbe troppo complicato. Ab-
biamo quindi iniziato a esarninare il movimento del polso che rea-
gisce, sollevandosi, alla stimolazione elettrica della corrisponden-
1. Rogier van der Weyden 2. Caravaggio, «L'incredulita di san Tommaso», 1600-01 ca, Potsdam, te zona somatotopica nella corteccia motoria. Poi abbiamo mostrato
«La Deposizione dalla Bildergalerie; 3. Caravaggio, «Deposizione nel sepolcro», 1602-04, Citta del ai soggetti immagini di un dipinto raffigurante lo stesso movimen-
Croce», 1435 circa, Vaticano, Pinacoteca Vaticana; 4. Santiago del Cile, 17 giugno 1962, finale del cam- to: per esempio «La cacciata dal Paradiso Terrestre» nella Si-
Madrid, Prado; pionato mondiale di calcio tra Brasile e Cecoslovacchia stina. Con una certa soddisfazione abbiamo osservato che la vista
del dipinto col braccio e polso sollevato di Adamo incrementava ii
potenziale motorio evocato. Abbiarno anche confrontato questi ri-
sultati con quelli ottenuti guardando una fotografia e un film della
stessa azione nella realta. Alcune delle piu stimolanti prospettive
che sembrano delinearsi nel campo della neuroscienza furono in
qualche modo intuite decenni fa da Berenson: si pensi ai «valo-
ri tattili» che garantiscono all' opera d'arte quella qualita che defi-
ni come «esaltazione di vita», ben riconoscibile per esempio nei
lottatori di Pollaiolo. Berenson descrive come l' osservazione di
una simile opera possa provocare nello spettatore un senso di pos-
sibilita muscolare e fisica che e in realta ben oltre le sue possibili-
ta. Tutti noi conosciarno l'eccitazione che irnmagini sportive pos-
. sono provocare, ma come queste possano essere messe in rappor-
.. to con opere d' arte e una questione tutta da affrontare. L' idea di Be-
renson potrebbe sembrare inverosimile; eppure cio che Battaglia e
io abbiamo osservato e proprio che )'opera d'arte puo in alcuni
casi contribuire a un miglioramento del potenziale di quegli
stessi muscoli coinvolti nelle azioni raffigurate.

Pros ettive
Ho presentato qui una serie di questioni che collegano la storia del-
1' arte con i piu recenti sviluppi delle neuroscienze cognitive. Di so-
lito l'approccio che propongo genera, a dir poco, due preoccupa-
e
zioni. Nel campo umanistico ii timore principale quello di per-
dere l'identita disciplinare. Ma la mia collaborazione con i neu-
roscienziati prova ii contrario. Lungi dal privarmi della mia
identita di storico dell'arte, tale collaborazione ha invece ar-
ricchito la mia comprensione del rapporto tra ii campo del-
l'arte e immagini. Questioni che da sempre interessano noi
umanisti si sono rivelate, grazie a questo dialogo interdiscipli-
nare, infinitamente piu complesse e stratificate. L' altra paura e
che questo presunto riduzionismo scientifico possa perdere quegli
aspetti irrazionali e creativi propri di molte forme artistiche, come
la pittura, la musica e la poesia. Ma con questo mio contributo non
intendo suggerire che la neuroscienza possa spiegare, integral-
mente, il piacere estetico o la reazione emotiva a un' irnmagine. [... ].
Cio che voglio fare e, piuttosto, suggerire arnbiti di ricerca che non
riducano la complessita <lei fenomeni, e aprano, invece, nuovi in-
dirizzi di ricerca. II mio scopo e di iniziare a stabilire obiettivi, pro-
getti di ricerca e compiti precisi. Siamo ormai in una posizione mi-
gliore per comprendere meglio, ad esempio, come la modulazione
prefrontale delle risposte provenienti dalla parte inferiore de! cer-
vello, offra un modo piu flessibile per capire ii rapporto tra auto-
maticita ed esperienza. Potremmo quindi iniziare a valutare l' effi-
5. Francisco Goya, «3 maggio 1808», 1814, Madrid, Prado e la prima tavola de cacia di un'opera d'arte in base a quanta l'artista sia capace di vei-
«I disastri della guerra», 1810; 6. Van der Weyden, «La Deposizione dalla Croce», colare (consciamente o inconsciamente) una certa conoscenza del
dettaglio delle mani di Cristo e della Vergine; 7. Michelangelo, «Cacciata dal corpo e quindi arrivare a una migliore comprensione delle caratte-
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Paradiso Terrestre», Citta del Vaticano, Cappella Sistina ristiche estetiche. Studiando la convergenza di campi disciplinari e
ormai possibile vedere in che modo storia, fenomenologia e scien-
si prova davanti a scene come quella nel film «Dr. No», in cui una dimenticata nella piu recente e popolare discussione <lei neuroni za possono «illuminarsi» a vicenda, anziche essere in competizio-
tarantola passeggia sul petto di James Bond. Quindi ha analizzato specchio. Eppure e sicuramente vero che nelle opere d'arte, come ne. Restare nei comodi parametri della propria disciplina significa
casi di reazione empatica al dolore provocati dalla vista di oggetti nella vita reale, si incontrino spesso anche movimenti non finaliz- dar per scontati i parametri tradizionali, rifiutando a priori ogni con-
che tagliano un corpo. A questi casi uno storico dell'arte abbina su- zati. Come possiamo considerare le risposte a tutti quei gesti fronto o apertura metodologica. 0 David Freedberg
bito sensazioni causate da irnmagini quali le ferite nelle mani del che a volte sembrano essere un prodotto squisitamente cultu-
Cristo nella pala di Van der Weyden; il chiodo conficcato nel pal- rale, ma che altre volte si trovano invece in diverse culture an- David Freedberg eprofessore di Storia dell'Arte alla Columbia University di New York,
mo di Cristo nella pala di Isenheim di Grunewald; il dito del santo che distanti tra loro? Penso ad esempio a quella che appare qua- ave dirige !'Italian Academy for Advanced Studies. Sono noti i suoi lavori sulle risposte psi-
nella ferita del costato di Cristo nell' «lncredulita di san Tommaso» si come una classica espressione di sofferenza, o a volte invece di cologiche all'arte, e in particolare su iconoclastia ecensura ( The Power of Images: Studies
di Caravaggio. L' osservatore ha in questo caso la sensazione per- trionfo, in cui le braccia sono levate verso l'alto. Quale sarebbe in the History and Theory of Response, 1989; trad. it. // po/ere de/le immagini, Einaudi
turbante che dentro quella spaventosa ferita ci sia la propria mano. quindi la natura di sirnili gesti, quanta essi dipendono da condi- .1992); i suoi primi studi erano dedicati all'arte olandese efiamminga. Ha poi rivolto la sua
Un'analoga impressione di comprensione empatica del dolore fi- zionarnenti culturali? II loro ripetersi in diversi contesti, quasi fos- attenzione all'arte romana del Seicento ea Nicolas Poussin. Una serie di scoperte sull'uso
dei disegni nella cerchia di Federico Cesi edi Galileo ha poi condotto a The Eye of the Lynx:
sico altrui si prova di fronte ai «Disastri della Guerra» di Goya. sero delle formule fisse, da quali altri fattori dipende? Ancora una Galileo, his Friends, and the Beginnings of Modem Natural History(2002); trad. it. L'occhio
Esistono molti altri fattori che deterrninano la presa, sullo spetta- volta sono do mande che si ricollegano alla storia dell' arte. Uno <lei def/a lince. Galileo, i suoi amici egli inizi de/la modema storia natura/e, Bononia University
tore, di irnmagini sirnili a quelle elencate sinora. Negli ultimi an· concetti chiave del pensiero del grande storico dell' arte Aby War- Press, 2007). Da qualche tempo collabora con neuroscienziati impegnati nei campi della
e
ni si acceso un forte dibattito, animato da studiosi come Tan- burg e quello della Pathosformel, formula del pathos. Ossia come visione, del movimento e delle emozioni. Questo articolo estato anticipato da una con-
ya Singer e Chris Frith, circa I' esatta localizzazione del sostrato i movimenti del corpo venissero usati nelle opere d'arte, cosi co- ferenza all'Universita di Bologna ii 27 settembre 2008 per i dieci anni di Federico Zeri.

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