Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
~ - - - - - - - - • .~r•-r-T•
-----~ ~---· ~ )
IL GIORNALE DELL'ARTE, N. 281, NOVEMBRE 2008 Opinioni & Documenti 65
di quella di Damasio sulla questione dell'imitazione esperita e istin- neurologico responsabile della risposta fisica dell'osservatore me suggerito da Alberti ed esemplificato da Botticelli, per comu-
tiva <lei gesti, o su quella del coinvolgimento corporeo ed emotivo a simili immagini. Si discute soprattutto se possa essere collo- nicare le emozioni interne. Simili movimenti erano vere e pro-
dello spettatore con la scena osservata. cato in specifiche aree somatosensoriali analoghe a quelle gia prie «formule», nel senso che risalivano a statue ea rilievi antichi
ricordate, o se la reazione fisica non debba esser interpretata come quelli raffiguranti le Menadi. II concetto di Pathosformel ven-
Azioni finalizzate e gesti culturali piuttosto come una piu generica reazione affettiva. Nessuno ha ne quindi allargato a comprendere la varieta di formule gestuali che
ancora discusso gli effetti specifici di determinate immagini, e an- sembrano ricorrere nelle storia dell' arte. La domanda, a questo pun-
I primi esperimenti parmigiani hanno evidenziato come in una scim- cor meno la possibilita di trarre delle conclusioni sugli indici este- to, non riguarda solo le ragioni de] loro ricorrere, ma soprattutto gli
mia che ne osservi un' altra impegnata in un'azione finalizzata, ad tici delle irnmagini. Per questo motivo, Gallese e io stiamo ormai effetti che tali formule gestuali hanno sugli spettatori, e ii deside-
esempio afferrare del cibo o una tazza, oppure usare uno strumen- orientando la nostra ricerca anche in direzioni meno ovvie, come rio di imitazione interna che provocano. Prendiamo ii «Seppelli-
to, si attivino gli stessi neuroni che si attivano nel cervello della la dimensione emozionale del colore, oppure, e soprattutto, sul- mento di Cristo» di Caravaggio. Come accade spessissimo per i
scimmia che sta eseguendo l' azione. E questo senza che la scim- l'analisi del rapporto trail riconoscimento delle espressioni emo- suoi dipinti, anche questo dipende molto dalle risposte incarnate
mia osservante si muova. A questo punto mi sono posto tre do- tive facciali e reazioni empatiche alle manifestazioni fisiche del- (embodied responses): sono provocate da diverse strategie pittori-
mande: 1) e possibile che anche gli umani reagiscano con questo 1' emozione. Anche questo campo e limitrofo a un antico ambito che, quali, per esempio, ii modo in cui il gomito di Giuseppe d' A-
tipo di reazioni speculari? 2) Che cosa succede, invece, quando le della tradizionale storiografia dell' arte; ossia quello della fisio- rimatea penetra lo spazio. Ma cio che piu colpisce, eil gesto di di-
azioni osservate non sono finalizzate o sembrano senza senso? 3) gnomica, gia presente nell'opera di Della Porta, Le Brun, Lavater sperazione della Vergine con le braccia alzate. L' impatto di tale ge-
Che cosa succede, in.fine, quando osserviamo non tanto le azioni e altri, e poi sistematizzato da Darwin in L ' espressione delle emo- sto sullo spettatore deriva dal fatto che ricorre cosi spesso nella sto-
di esseri vivi, ma le azioni raffigurate nelle opere d'arte? Con que- zioni negli animali e nell'uomo e nell'opera, alquanto dibattuta, di ria dell' arte, o dal fatto che provoca un irnmediato bisogno di imi-
ste domande in mente, mi sono impegnato in un progetto di col- Paul Ekman sulle espressioni emozionali del volto. Cio che emer- tazione interna? Lo si ritrova in innumerevoli scene di seppelli-
laborazione con due neuroscienziati: Gallese stesso e Fortuna- ge oggi dalla letteratura sul funzionamento <lei neuroni specchio e mento e compianto, ma anche in altre celebri immagini come il «3
to Battaglia. Sebbene sia praticamente impossibile, se non in cir- sull'imitazione delle azioni e un nuovo e promettente campo di ri- maggio 1808» di Goya. L'inverso di questo gesto si trova in uno
costanze del tutto eccezionali, isolare l' attivita di singoli neuroni cerca, in cui si analizzano le basi neurologiche comuni alla vista e <lei celebri «Disastri», ancora di Goya. Qui non c'e dubbio che si
nel cervello umano, gli scienziati di Parma si sono concentrati sui alla percezione di emozioni negative, come il disgusto e la paura. tratti di un gesto di disperazione, proprio come nella fotografia del-
circuiti cosiddetti a Specchio presenti nel cervello umano, proprio Gallese e io ci siarno prefissi di non occuparci solo di irnmagini na- la madre che si dispera sul corpo del figlio morto in Bosnia del
nelle aree equivalenti a quelle in cui si sono trovati i neuroni spec- turalistiche. Dopotutto, le ipotesi fenomenologiche sul coinvolgi- 1997. Val la pena di riflettere sulla profonda capacita di questi ge-
chio nel cervello delle scimmie. A questo punto Gallese ha svilup- mento nei confronti delle immagini non si sono mai limitate al- sti all'apparenza formulaici_e stereotipati di veicolare le emozioni;
pato la sua influente teoria della cosiddetta «simulazione incama- le rappresentazioni verosimili. Merleau-Ponty ha dedicato mol- ma perche questa capacita? E proprio possibile stabilire un rapporto
ta», nella quale si includono tutte le sensazioni imitative provate te pagine alle reazioni provocate dai quadri di Cezanne, e un caso necessario tra gesto ed emozione? In altre parole, fino ache punto
nel corpo dell'osservatore. Nell'importante articolo «A Touching significativo puo consistere nello studiare le reazioni corporee su- si puo pensare che esistano formule gestuali standard per esprime-
Sight» pubblicato de! 2004, con Christiaan Keysers ha trattato il scitate da opere di artisti quali Jackson Pollock o Lucio Fontana. re emozioni standard (come suggerito da Darwin e Ekman), e fino
problema dell' attivazione della corteccia somatosensoria seconda- Rizzolati, Gallese e i loro colleghi sono sempre stati chiari sul ache punto i gesti sono invece culturalmente condizionati? Batta-
ria in un individuo che osservi una raffigurazione de) tatto o di fatto che i loro risultati andassero riferiti alle risposte provo- glia e io abbiamo pensato ad esperimenti pensati proprio per inve-
qualsiasi sperimentazione di contatto. II primo caso analizzato dal cate da azioni finalizzate, e non a ogni tipo di movimento. Sfor- stigare le reazioni alla vista della rappresentazione di determinati
gruppo di Gallese corrisponde a quella sensazione di brivido che tunatamente questa distinzione critica sembra essere stata spesso movimenti, usando inizialmente impulsi Tms (stimolazione ma-
gnetica transcraniale, Ndr) e quindi l'elettroencefalograrnma. Mo-
vimenti come ii sollevamento delle braccia coinvolgono pero un ta-
Siamo empatici: guardiamo i gesti e soffriamo insieme le numero di muscoli diversi che usare la stimolazione magnetica
(entrano in azione i nostri neuroni specchio) per misurare le eventuali reazioni sarebbe troppo complicato. Ab-
biamo quindi iniziato a esarninare il movimento del polso che rea-
gisce, sollevandosi, alla stimolazione elettrica della corrisponden-
1. Rogier van der Weyden 2. Caravaggio, «L'incredulita di san Tommaso», 1600-01 ca, Potsdam, te zona somatotopica nella corteccia motoria. Poi abbiamo mostrato
«La Deposizione dalla Bildergalerie; 3. Caravaggio, «Deposizione nel sepolcro», 1602-04, Citta del ai soggetti immagini di un dipinto raffigurante lo stesso movimen-
Croce», 1435 circa, Vaticano, Pinacoteca Vaticana; 4. Santiago del Cile, 17 giugno 1962, finale del cam- to: per esempio «La cacciata dal Paradiso Terrestre» nella Si-
Madrid, Prado; pionato mondiale di calcio tra Brasile e Cecoslovacchia stina. Con una certa soddisfazione abbiamo osservato che la vista
del dipinto col braccio e polso sollevato di Adamo incrementava ii
potenziale motorio evocato. Abbiarno anche confrontato questi ri-
sultati con quelli ottenuti guardando una fotografia e un film della
stessa azione nella realta. Alcune delle piu stimolanti prospettive
che sembrano delinearsi nel campo della neuroscienza furono in
qualche modo intuite decenni fa da Berenson: si pensi ai «valo-
ri tattili» che garantiscono all' opera d'arte quella qualita che defi-
ni come «esaltazione di vita», ben riconoscibile per esempio nei
lottatori di Pollaiolo. Berenson descrive come l' osservazione di
una simile opera possa provocare nello spettatore un senso di pos-
sibilita muscolare e fisica che e in realta ben oltre le sue possibili-
ta. Tutti noi conosciarno l'eccitazione che irnmagini sportive pos-
. sono provocare, ma come queste possano essere messe in rappor-
.. to con opere d' arte e una questione tutta da affrontare. L' idea di Be-
renson potrebbe sembrare inverosimile; eppure cio che Battaglia e
io abbiamo osservato e proprio che )'opera d'arte puo in alcuni
casi contribuire a un miglioramento del potenziale di quegli
stessi muscoli coinvolti nelle azioni raffigurate.
Pros ettive
Ho presentato qui una serie di questioni che collegano la storia del-
1' arte con i piu recenti sviluppi delle neuroscienze cognitive. Di so-
lito l'approccio che propongo genera, a dir poco, due preoccupa-
e
zioni. Nel campo umanistico ii timore principale quello di per-
dere l'identita disciplinare. Ma la mia collaborazione con i neu-
roscienziati prova ii contrario. Lungi dal privarmi della mia
identita di storico dell'arte, tale collaborazione ha invece ar-
ricchito la mia comprensione del rapporto tra ii campo del-
l'arte e immagini. Questioni che da sempre interessano noi
umanisti si sono rivelate, grazie a questo dialogo interdiscipli-
nare, infinitamente piu complesse e stratificate. L' altra paura e
che questo presunto riduzionismo scientifico possa perdere quegli
aspetti irrazionali e creativi propri di molte forme artistiche, come
la pittura, la musica e la poesia. Ma con questo mio contributo non
intendo suggerire che la neuroscienza possa spiegare, integral-
mente, il piacere estetico o la reazione emotiva a un' irnmagine. [... ].
Cio che voglio fare e, piuttosto, suggerire arnbiti di ricerca che non
riducano la complessita <lei fenomeni, e aprano, invece, nuovi in-
dirizzi di ricerca. II mio scopo e di iniziare a stabilire obiettivi, pro-
getti di ricerca e compiti precisi. Siamo ormai in una posizione mi-
gliore per comprendere meglio, ad esempio, come la modulazione
prefrontale delle risposte provenienti dalla parte inferiore de! cer-
vello, offra un modo piu flessibile per capire ii rapporto tra auto-
maticita ed esperienza. Potremmo quindi iniziare a valutare l' effi-
5. Francisco Goya, «3 maggio 1808», 1814, Madrid, Prado e la prima tavola de cacia di un'opera d'arte in base a quanta l'artista sia capace di vei-
«I disastri della guerra», 1810; 6. Van der Weyden, «La Deposizione dalla Croce», colare (consciamente o inconsciamente) una certa conoscenza del
dettaglio delle mani di Cristo e della Vergine; 7. Michelangelo, «Cacciata dal corpo e quindi arrivare a una migliore comprensione delle caratte-
..........................................................................................................................
Paradiso Terrestre», Citta del Vaticano, Cappella Sistina ristiche estetiche. Studiando la convergenza di campi disciplinari e
ormai possibile vedere in che modo storia, fenomenologia e scien-
si prova davanti a scene come quella nel film «Dr. No», in cui una dimenticata nella piu recente e popolare discussione <lei neuroni za possono «illuminarsi» a vicenda, anziche essere in competizio-
tarantola passeggia sul petto di James Bond. Quindi ha analizzato specchio. Eppure e sicuramente vero che nelle opere d'arte, come ne. Restare nei comodi parametri della propria disciplina significa
casi di reazione empatica al dolore provocati dalla vista di oggetti nella vita reale, si incontrino spesso anche movimenti non finaliz- dar per scontati i parametri tradizionali, rifiutando a priori ogni con-
che tagliano un corpo. A questi casi uno storico dell'arte abbina su- zati. Come possiamo considerare le risposte a tutti quei gesti fronto o apertura metodologica. 0 David Freedberg
bito sensazioni causate da irnmagini quali le ferite nelle mani del che a volte sembrano essere un prodotto squisitamente cultu-
Cristo nella pala di Van der Weyden; il chiodo conficcato nel pal- rale, ma che altre volte si trovano invece in diverse culture an- David Freedberg eprofessore di Storia dell'Arte alla Columbia University di New York,
mo di Cristo nella pala di Isenheim di Grunewald; il dito del santo che distanti tra loro? Penso ad esempio a quella che appare qua- ave dirige !'Italian Academy for Advanced Studies. Sono noti i suoi lavori sulle risposte psi-
nella ferita del costato di Cristo nell' «lncredulita di san Tommaso» si come una classica espressione di sofferenza, o a volte invece di cologiche all'arte, e in particolare su iconoclastia ecensura ( The Power of Images: Studies
di Caravaggio. L' osservatore ha in questo caso la sensazione per- trionfo, in cui le braccia sono levate verso l'alto. Quale sarebbe in the History and Theory of Response, 1989; trad. it. // po/ere de/le immagini, Einaudi
turbante che dentro quella spaventosa ferita ci sia la propria mano. quindi la natura di sirnili gesti, quanta essi dipendono da condi- .1992); i suoi primi studi erano dedicati all'arte olandese efiamminga. Ha poi rivolto la sua
Un'analoga impressione di comprensione empatica del dolore fi- zionarnenti culturali? II loro ripetersi in diversi contesti, quasi fos- attenzione all'arte romana del Seicento ea Nicolas Poussin. Una serie di scoperte sull'uso
dei disegni nella cerchia di Federico Cesi edi Galileo ha poi condotto a The Eye of the Lynx:
sico altrui si prova di fronte ai «Disastri della Guerra» di Goya. sero delle formule fisse, da quali altri fattori dipende? Ancora una Galileo, his Friends, and the Beginnings of Modem Natural History(2002); trad. it. L'occhio
Esistono molti altri fattori che deterrninano la presa, sullo spetta- volta sono do mande che si ricollegano alla storia dell' arte. Uno <lei def/a lince. Galileo, i suoi amici egli inizi de/la modema storia natura/e, Bononia University
tore, di irnmagini sirnili a quelle elencate sinora. Negli ultimi an· concetti chiave del pensiero del grande storico dell' arte Aby War- Press, 2007). Da qualche tempo collabora con neuroscienziati impegnati nei campi della
e
ni si acceso un forte dibattito, animato da studiosi come Tan- burg e quello della Pathosformel, formula del pathos. Ossia come visione, del movimento e delle emozioni. Questo articolo estato anticipato da una con-
ya Singer e Chris Frith, circa I' esatta localizzazione del sostrato i movimenti del corpo venissero usati nelle opere d'arte, cosi co- ferenza all'Universita di Bologna ii 27 settembre 2008 per i dieci anni di Federico Zeri.