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giovedì 28 febbraio 2019 L’OSSERVATORE ROMANO pagina 3
FOCUS / COREE
di FRANCESCO COSENTINO esortava a «guardare continuamen- Un appello alla teologia nera legami di comunione e di fra-
te al Popolo di Dio che ci salva da ternità. In ragione del fatto che
L’ utile non tanto a (slogan) che sono belle frasi ma pertanto, è in se stesso un Dio
definire e circostan- che non riescono a sostenere la vi- “estatico”, che esce fuori di sé per
ziare quanto a indi- ta delle nostre comunità». Poi sug- venire incontro all’uomo nell’even-
care un orizzonte di gellava l’affermazione con una bat- to Cristo, anche l’essere umano è
riflessione, corre sempre un dupli- tuta calzante: «Per esempio, ricor- costituito nella dimensione relazio-
ce rischio; il primo è che essa, nel do ora la famosa frase: “è l’ora dei nale fondata sull’amore. Che la fe-
laici”, ma sembra che l’orologio si zione umana della verità procede a stesso teologo mette in guardia dal tù del legame con la Sua carne ci de cristiana debba contemplare in
linguaggio comune, nel dibattito
pubblico e nell’impiego che se ne sia fermato». Per il credente e per tentoni o, come scriveva Henri de pericolo che l’umanesimo posto in ha stabiliti fratelli e — come affer- sé e benedire il pluralismo, la di-
fa lungo il tempo diventi “usura- la comunità cristiana questo uso Lubac, «brancolando nel buio». essere dalla fede in Cristo — che ma papa Francesco in Evangelii versità e la differenza — dell’altro e
ta”, eccessivamente inflazionata fi- improprio o banale della parola è Senza l’esercizio di un sano include certamente il discorso sulla gaudium — «ci ha invitato alla rivo- del pensiero — non è dunque un
no a diventare un luogo comune rischioso. Nella sua sostanza, si- pensiero teologico, la fede — con fraternità — restando privo di ri- luzione della tenerezza». Ma assu- fatto di politica ecclesiale, ma un
che le fa perdere il suo significato gnifica non attribuire più alle pa- l’insieme delle sue parole e dei flessione teologica «diventi uno mere tale punto di partenza — non dato teologico, in nome del quale
originario e lo spessore iniziale. In role il loro significato prettamente suoi simboli — rischia di restare slogan da esibire in un particolare privo di conseguenze di tipo non ogni nostalgia identitaria e ogni
questo modo, la parola perde tutto teologico, che emerge non solo confinata nell’emozione o, ancor momento del cammino ecclesiale e solo teoretico ma anche pastorale — fissismo dottrinale risultano fuori
il suo potere e il suo senso inter- nella ricerca accademica e speciali- peggio, di scivolare nell’ideologia da archiviare rapidamente, senza significa ammettere che la fraterni- luogo.
no. Si pensi — a mo’ di esempio — stica ma anche quando il credente e nel fondamentalismo di un’ideo- una vera e propria continuità coi tà, in senso teologico, non è un’in- Pensare la pluralità e la differen-
alla semplice parola amico, capace dà nome alle cose e alla realtà an- logia fondamentalista. processi in atto e l’attivazione di dicazione di tipo morale, ma un za, fondando biblicamente e teolo-
di evocare relazioni fondanti e fon- dando oltre il significato immedia- Il compito è più che urgente se autentici percorsi di fede e di luogo “teo-logico”: essa, cioè, è gicamente il tema della prossimità,
damentali della vita reale ma che, to e letterale delle parole che usa e è vero, come ha affermato il teolo- evangelizzazione». un’esperienza di Dio stesso, un della cura dell’altro e della com-
dopo Facebook, può anche signifi- che ascolta, e conferendo ad esse go Giuseppe Lorizio nel suo bril- Anche la parola fraternità, dun- tratto caratteristico del Suo Volto, passione, è un compito non nuovo
care colui/colei che mi ha chiesto un’accezione simbolica, metaforica lante intervento al convegno della que, ha bisogno di essere pensata il segno distintivo di un Dio-Amo- per la teologia e, tuttavia, oggi es-
o concesso “l’amicizia” sui social. e spirituale, generata dalla visione Chiesa italiana a Firenze, che si re- dalla riflessione teologica, magari re che in se stesso è una pluralità sa può ricevere un nuovo impulso
Il secondo rischio, direi, riguar- della fede. Un’operazione del ge- gistra «una sempre più diffusa irri- sullo sfondo della stessa incarna- di Persone distinte ma unite nella e approfondire la questione con
da l’approccio “credente” alle pa- nere è quella che fa Karl Rahner levanza del sapere della fede». Lo zione del Figlio di Dio che, in vir- carità e, perciò, di un Dio che ge- inedita creatività.
nel suo bel testo Cose di ogni gior-
no, in cui evidenzia il significato
spirituale-teologico di parole che,
L’approccio credente alle parole nel quotidiano, indicano semplice-
rischia di essere svuotato mente le “cose” e le azioni della
vita, come mangiare, camminare,
del suo significato più pieno sorridere, e così via. Quell’«essere figli» da cui nasce ogni legame
scivolando nella banalizzazione Ora, c’è da temere che anche la
e nell’utilizzo improprio
parola fraternità venga trascinata
nel luogo asfittico del “non pensie-
ro” e perciò venga svuotata del
Riscoprire la “sororità”
suo significato teologico, riducen-
role. Non è né buono né necessa- dosi a una semplice ricerca di scadimento nella più vuota astrattezza o, ad- Volendo, quindi, evidenziare il significato
umana concordia — il che è ovvia- di GIORGIA SALATIELLO
rio creare una sorta di separazione dirittura, nel ridicolo. Dichiarandomi sorella cristiano di sororità, si aprono numerose, va-
tra una visione laica della vita e mente già molto — e non, invece, on queste righe si vuole avviare di qualcuno, donna od uomo che sia, io in- rie piste di indagine ed ora se ne vogliono
C
all’accettazione piena e radicale una riflessione che non termini
una generata dalla fede, se non al- tendo instaurare una relazione assolutamente sinteticamente percorrere tre che appaiono
dell’amore di Dio Padre che, nella con esse, ma che, si spera, possa
tro perché i confini tra le due, al- paritaria, nella quale nessuno dei due stia in particolarmente rilevanti. In primo luogo, ri-
sua universalità includente, mi ren- continuare, aprendo sempre più
meno nella vita reale, non sono co- de non solo figlio, ma anche fra- posizione subordinata e nella quale, e que- ferendosi al rapporto di una donna con un
sì chiaramente tracciati come spes- spazio alla ricchezza della vita sto è prioritario, gli unici collanti sono uomo, si pensa a quello con il sacerdote,
tello di ogni uomo, fondando così ed alla concretezza dell’umano. Il punto di
so immaginiamo idealmente; tutta- dal di dentro l’esigenza e il dovere l’amore e la dedizione, disinteressata e ri- rapporto spesso segnato dal sospetto e dalla
via, tra le due esiste una naturale partenza è il concetto di fraternità che è in- spettosa della peculiarità dell’altra/o. In tut- diffidenza, ma che, visto come quello di una
dei legami fraterni. Non che il pri-
diversità, da integrare nella dialet- clusivo di uomini e donne poiché indica to ciò non vi è nulla di fondamentalmente sorella con un fratello, può rivelarsi come
mo significato sia da disprezzare o
tica del confronto. Anche l’approc- un’attitudine universalmente umana che diverso da quello che si esprime con frater- una vera e profonda amicizia, caratterizzata
rifiutare, anzi, al contrario; ma è il
cio credente alle parole rischia di chiunque può possedere e vivere, indipen- nità, ma si dà voce alla consapevolezza di da un intensa affinità spirituale e da una
secondo che includerà il primo, lo
essere svuotato del suo significato dentemente dalla personale appartenenza ses- uno specifico femminile che non scava un condivisa operosità apostolica.
illuminerà e lo eleverà. Quando le
più pieno, scivolando nella bana- suale. In questo senso, tale concetto può es- abisso con il maschile, ma consente che en- In seconda istanza, poi, attraverso il cana-
parole, i gesti della preghiera, i
lizzazione, nell’utilizzo improprio sere utilizzato sia in riferimento agli uomini trambi possano reciprocamente arricchirsi in le della sororità passa l’apertura delle donne
simboli della liturgia, le forme e le
che alle donne ed il suo carattere inclusivo ri-
e nel frasario del parlare comune, espressioni del credere non sono relazioni, tra donne e tra donne ed uomini, cristiane verso quelle di tutto il mondo, indi-
sulta ancora più accentuato nel cristianesimo
accettato più per conformismo che sostenute da un rigoroso pensiero nelle quali tutto il valore di quello che è pendentemente dalla collocazione geografica
poiché qui la fraternità si fonda sulla comune
figliolanza degli esseri umani che, nel Figlio,
sono tutti figli di Dio e, quindi, fratelli tra di
loro, al di là di ogni barriera razziale, cultu-
rale e sessuale.
Fraternità, pertanto, non esprime più una
semplice, benevola, disposizione interiore,
ma una realtà che non è posta in essere dai
soggetti e che attende di essere riconosciuta
e ratificata, non potendo, però, essere annul-
lata, così come non può esserlo lo stato crea-
turale.
Oltre a fraternità, tuttavia, c’è anche il
concetto, poco usato, ma esistente, di sorori-
tà, che vuole indicare o la relazione di una
donna con un’altra donna, oppure quella di
una donna con un uomo, considerata, in
questo secondo caso, dal punto di vista della
donna.
Con sororità non si tratta di un doppione
di fraternità o di una “civetteria” femminista,
motivata dall’ansia di declinare tutto anche
al femminile, bensì della volontà di aderire
alla concretezza dell’esistenza, sapendo che Un murale presentato durante il festival «Muchachitas Pintoras» che si è svolto a Santiago del Cile nel 2017
in nulla le donne sono omologabili agli uo-
mini e che la differenza tra loro segna anche
la sfera emotiva e quella spirituale.
Giuliano Vangi, «Scultura della memoria» (2018, particolare) Già da vari anni alcune teologhe stanno universalmente umano sia declinato secondo e dall’appartenenza culturale e religiosa, de-
riflettendo su sororità, con l’intenzione di la peculiarità di ciascun sesso. lineando la possibilità di uno sguardo fem-
cogliere in profondità in che cosa, precisa- Tutte le riflessioni che si sono fino a qui minile sul mondo, volto al progetto di una
mente, “essere sorella di” differisca da “esse- svolte su sororità, nella sua accezione più sua sempre più piena umanizzazione. Infine,
per convinzione. Gli esempi qui teologico che ne individui e ne re fratello di”, senza, però, cadere in alcuna ampia ed universalmente umana, analoga- nell’ambito della comunità ecclesiale non si
potrebbero moltiplicarsi, anche per faccia brillare il loro significato a “mistica della femminilità” che voglia pro- mente a quanto si è accennato per fraternità, può non pensare a quelle donne che sono
quel difetto che talvolta sembra partire da Dio, allora si rischia la porre un’immagine stereotipata della donna, acquistano uno spessore del tutto particolare sempre state indicate come sorelle, ovvero le
contagiare l’universo ecclesiale e la confusione e la banalizzazione. che conduca ad un’omologazione non meno se sono lette nel contesto della fede cristiana consacrate. Esse, infatti, pur nella peculiari-
sua comunicazione: le parole di- È la teologia che può garantire pericolosa di quella che appiattisce sul ma- in un Dio del quale tutti, uomini e donne, tà del loro stato di vita e con la consapevo-
ventano slogan ripetuti per un cer- questo “altrove”, aiutando il cre- schile, cioè quella di introdurre un modello sono figli. lezza dei molti problemi che le riguardano,
to tempo fino a diventare “il mot- dente a superare la strettoia dei si- unico di donna, irrispettoso delle diversità Questa considerazione appare oggi assolu- costituiscono un segno potente che addita a
to del momento”. Salvo intuire, gnificati letterali e la tentazione di individuali. tamente ovvia e, del resto, è pienamente fon- tutte le cristiane la possibilità di rapporti
poi, che non ne abbiamo compre- fermarsi alla prima impressione, e Chiedersi che cosa sia la sororità è, dun- data nei testi biblici che, con l’Antico Testa- tra donne all’insegna dello spirito del Van-
so appieno il contenuto, non c’è invitandolo, così, a scoprire l’Al- que, una domanda enorme, proprio come lo mento, ci parlano di splendide figure femmi- gelo, capaci di allargarsi, come cerchi con-
un’idea che lo sorregge e, soprat- trove e le tracce dell’altro nascoste è chiedersi chi sia una donna e si può tenta- nili, e che, con il Nuovo Testamento, ci de- centrici, fino a coinvolgere altre credenti,
tutto, non abbiamo elaborato le nella realtà delle cose e della vita. re di abbozzare solo una risposta che, però, scrivono il rapporto di donne con Gesù che profondamente solidali fra di loro, nel ri-
sue conseguenze spirituali e pasto- Più che essere intenta a definire — rimane aperta ed incompiuta, attendendo esse seguono con l’amore e la dedizione che spetto e nel riconoscimento delle loro diver-
rali. Lo slogan — in cui spesso ri- rischiando di diventare un pensie- che ogni donna aggiunga la sua personale sono propri delle sorelle verso il fratello e sità innestate, però, nell’unica fede professa-
cadono purtroppo anche le parole ro fisso e immobile — la teologia è sfumatura, frutto della vita e dell’esperienza maestro amato. Tuttavia, lungo i duemila ta al femminile. Come si è accennato ini-
della fede — ha un effetto imme- pensiero escatologico: procede per che è sempre irripetibile. anni di storia del cristianesimo non è sempre zialmente, queste righe intendono essere so-
diato, costruito però sul vuoto. approssimazioni graduali e succes- L’esigenza di concretezza a cui risponde il stato così ed il rapporto delle donne con gli lo un primo, piccolo passo nella direzione
A tal proposito, in una lettera sive, nella consapevolezza che la concetto di sororità è subito evidente se si uomini è stato sovente visto soltanto come della ricerca di nuove modalità per vivere
indirizzata al presidente della Pon- verità tutta intera si manifesta solo considera che io posso dire ad un’altra don- fonte di pericolo per questi ultimi, mentre concreti rapporti nei quali le donne, con la
tificia Commissione dell’America escatologicamente, al termine del na o ad uomo “sono tua sorella”, ma non quello delle donne tra loro come un insieme loro soggettualità, possano essere protagoni-
Latina, nel 2016, papa Francesco cammino. Fino ad allora, l’acquisi- potrò mai dire “sono tuo fratello”, pena lo di pettegolezzi e chiacchiere insulse. ste consapevoli e responsabili.
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La basilica vaticana
durante una seduta conciliare
Politica concordataria
tra autonomia e libertà
Per una lettura non ideologica dell’eredità del Vaticano II
di ENRICO GALAVOTTI vestire più direttamente quegli istituti ro l’orientamento di fondo espresso dal
che erano precisamente identificati co- Concilio, si deve pur constatare come
a celebrazione del concilio me gli elementi su cui si strutturava tanto durante il Vaticano II, quanto nei
L Vaticano II ha dato luogo, quella particolare idea di Chiesa, vale a decenni successivi la Santa Sede venne
nel mezzo secolo che ha se- dire la diplomazia pontificia, le rappre- impegnata in una intensissima attività
guito la sua conclusione, a sentanze annesse e il sistema dei con- concordataria, a riprova di come, su
cordati. Non si trattava di impulsi che questo particolare aspetto, la questione
un ampio dibattito intorno al
scaturivano in settori conciliari connota- della ricezione di ciò che il Concilio
recepimento delle sue decisioni, deter- ti da esuberanza giovanile o imprepara- aveva affermato — e per inciso va detto
minato in molti suoi risvolti anche dal zione culturale e teologica, ma che tro- che si tratta di un tema che, a dispetto
tipo di decisioni che il Vaticano II vavano il loro fondamento in alcuni della sua rilevanza, impegnò in misura
espresse attraverso i suoi decreti. L’ac- passaggi del corpus conciliare che ap- esigua l’agenda conciliare — era oggetto
punto prefiguravano l’abbandono di valutazioni estremamente differenzia-
dell’inseguimento del mito della societas te, anzitutto da parte della Santa Sede.
perfecta e della stagione in cui la Chiesa Si tratta di una congiuntura che si
rivendicava un primato assoluto sulla può comprendere solo ripercorrendo
società civile. Qualcuno aveva attribuito passo passo la lunghissima politica con-
Alla Gregoriana allo stesso Giovanni XXIII l’affermazione cordataria intrapresa dai vescovi di Ro-
secondo cui era giunto il tempo di ma, soprattutto per capire di che cosa si
«scuotere la polvere imperiale che dal parlava quando si menzionavano i con-
«Gli accordi della Santa Sede con gli tempo di Costantino si è depositata sul cordati. Perché essendo infatti la storia
Stati (XIX-XXI secolo). Modelli e trono di Pietro». dell’istituto concordatario indiscutibil-
mutazioni: dallo Stato confessionale alla I primi segnali di questo riorienta- mente veneranda, così com’era accaduto
libertà religiosa» è il tema del congresso mento si erano peraltro già avuti quan- a tanti altri aspetti della vita cristiana al
fasi anche molto intense, per andare in- gione fosse caduto il concordato e «il
internazionale che si svolgerà, alla do nel corso del primo periodo di lavori medesimo nome utilizzato per secoli contro, nella seconda metà dell’O tto- regime particolare fatto al cattolicesimo
Pontificia università Gregoriana, il 28 del Concilio (ottobre-dicembre 1962) era corrispondevano di fatto realtà e prassi cento, a un consistente restringimento, in Italia, inevitabilmente si riapre la
febbraio e il primo marzo. Il lavori del diventato sempre più evidente che il estremamente differenziate. Al momento determinato da una crescente diffidenza questione romana, si riapre, in un certo
congresso saranno aperti dalla prolusione materiale preparatorio, ispirato appunto della convocazione del Vaticano II l’uso — non solo ecclesiastica — nell’efficacia senso, il problema della condizione giu-
del cardinale Pietro Parolin, segretario di ad una ecclesiologia rivolta a blindare di addivenire a concordati rimontava or- di questo strumento. Ma all’indomani ridica del Papa».
Stato. In questa pagina anticipiamo gli orientamenti della teologia romana mai a nove secoli prima, dal momento della fine della prima guerra mondiale, Per comprendere ciò che è accaduto
l’intervento di uno dei relatori. dell’ultimo mezzo secolo, non incontra- che per una convenzione condivisa si in una congiuntura segnata da un lato al Concilio Vaticano II e dopo di esso è
va il favore della maggioranza dei padri. indicava nel celebre concordato di dalla scomparsa di interlocutori storici e quindi essenziale prendere atto di que-
E più tardi la faticosa affermazione del dall’altro dall’affacciarsi sta articolata storia concordataria, per-
principio della libertà religiosa, fissato di nuovi protagonisti sta- ché essa ci rende edotti di come una let-
in quello che è probabilmente il docu- tuali sulla scena interna- tura semplificante e talora ideologica
mento più importante del Vaticano II — Mai come oggi le Conferenze episcopali zionale, fu Pio XI a dare della stessa abbia ingenerato una serie
cento posto sulla dimensione pastorale
ha indotto a leggere nelle decisioni con-
ancorché redatto nella più umile forma sono coinvolte nella redazione il via ad una nuova inten- di equivoci importanti intorno a ciò che
della dichiarazione — sortirà anche l’ef- sa fase concordataria, che il Concilio ha effettivamente detto o in-
ciliari la presa d’atto dei padri del Vati-
fetto di rendere automaticamente ana- di nuovi accordi avrebbe condotto di qui a teso rispetto allo strumento concordata-
cano II che la congiuntura in cui era ca-
duta questa assise, ben riassunta da
cronistiche tutte quelle situazioni in cui Questo lo si deve al Concilio poco a definire il Nove- rio. Non c’è dubbio che il Concilio, che
la Chiesa godeva il rango, peraltro stre- cento come l’«età dei pure ha parlato poco o nulla dei con-
Yves Congar nell’immagine di un mon- nuamente ricercato e difeso nei decenni
e a ciò che ha stabilito sulla collegialità concordati». Fu proprio cordati, ha di fatto sortito degli effetti
do in cui «un uomo su quattro è cinese; precedenti, di religione di Stato. La Di- con papa Ratti che si fondamentali su di essi. Li ha sortiti ri-
uno su tre vive in un regime comunista; gnitatis humanae, in questo senso, aveva giunse alla sottoscrizione spetto all’abbandono definitivo della ri-
un cristiano su due non è cattolico», anche il significato implicito di un mea Worms del 1122 il primo caso storico di dei Patti lateranensi che, come ricorderà cerca di quelle posizioni di privilegio
esigeva l’adozione di un linguaggio dif- culpa e di un atto di accusa rispetto a concordato. Questo remoto precedente Dossetti alla vigilia dell’apertura del Va- che avevano caratterizzato i decenni
ferente, capace di trasmettere l’idea che tutte quelle situazioni in cui la ricerca di era utile a comprendere quella che sa- ticano II, costituivano un caso davvero precedenti; ma li ha sortiti anche rispet-
su molte questioni il Concilio prendeva una condizione di egemonia del cattoli- rebbe stata la funzione dei concordati particolare e non omologabile ad altri, to al fatto che mai come oggi le Confe-
atto della improponibilità di prassi pre- cesimo si era accompagnata alla legitti- nei secoli a venire: definire gli spazi di giacché Trattato e Concordato presenta- renze episcopali sono coinvolte nella re-
cedenti. mazione di regimi politici orientati a autonomia e libertà della Chiesa in un vano una connessione essenziale: il dazione dei nuovi accordi: e questo lo si
L’idea che si fece rapida strada all’in- conculcare i diritti fondamentali delle contesto che andava conoscendo una Concordato tra Santa Sede ed Italia — deve precisamente al Vaticano II e a ciò
terno e all’esterno del Concilio che con persone, colpendo così anche ogni progressiva contestazione dell’assolutez- affermava Dossetti — era stato concepito che esso ha stabilito — e anche qui fati-
il Vaticano II giungesse ad esaurimento espressione o manifestazione religiosa za del potere ecclesiastico. La politica come un surrogato dello Stato pontifi- cosamente — sul tema della collegialità
l’età costantiniana ha finito così per in- che non fosse cattolica. Ma se era chia- concordataria aveva conosciuto quindi cio eliminato, quindi se per qualche ra- episcopale.
R non sono sinonimi ma sono pur sé, potrà essere una risorsa anche per loro,
sempre due concetti difficil- ma se si pretende che esso vada a «copiare i
mente scindibili. Su questi te- gesti e i sentimenti degli umani», la dignità
mi, la Pontificia Accademia per tà», sarebbe un «mostro orribile», ha prose- sofisticati ed evoluti, uno dei quali, ribattez- prendere noi stessi», sostiene lo studioso degli stessi anziani ne uscirà lesa.
la vita ha raccolto la sfida e lanciato il di- guito l’arcivescovo Paglia. Si rende dunque zato Geminoid, riproduce con estrema preci- giapponese. Su un punto, il teologo maltese esprime
battito. Il workshop “Roboetica: persone, necessaria un’alleanza tra «tecnica» e «uma- sione le fattezze dello studioso nipponico. La convinzione di Ishiguro è che tra «de- «completo dissenso» dalla posizione di Hi-
macchine e salute” (aula del Sinodo, 25-26 nesimo» ma sulle modalità di questo connu- «Vorrei creare una società simbiotica umano- cine di migliaia di anni» si arriverà a forme roshi Ishiguro: «I robot non possono diven-
febbraio 2019) ha avuto il pregio di mettere bio, le scuole di pensiero sono tutt’altro che robot» ha detto, senza mezzi termini, Ishi- di vita «intelligente ma inorganica». tare più intelligenti degli uomini», né diven-
insieme sensibilità cattoliche e laiche, con unanimi. Il punto di vista culturale orienta- guro. Gli androidi, dunque, nella sua visio- Si potrebbe così individuare un’approssi- tare soggetti titolari di una «dignità» pari a
relatori e uditori da ogni continente. Visioni le, ad esempio, mostra una fiducia nella tec- ne, rivestiranno un’importanza sempre più mativa linea di demarcazione tra un approc- quella umana, nonostante l’Unione europea
nologia che ha qualcosa di «estremo». Gran- decisiva, non solo assumendo funzionalità ti- cio «orientale», che enfatizza la scienza, e abbia preso in considerazione l’ipotesi di da-
anche molto diverse si sono confrontate per
de stupore ha destato nei congressisti l’ap- picamente umane — una su tutte, l’accudi- uno occidentale, più problematico, dove la re uno status giuridico ai replicanti. A fronte
una giornata e mezza, con una consapevo-
proccio di Hiroshi Ishiguro, direttore del mento degli anziani — ma, addirittura, inte- filosofia pone al vaglio varie questioni vitali. di tutto ciò, ha affermato Agius, «filosofi e
lezza comune: la robotica sarà sempre più
Laboratorio di robotica intelligente dell’Uni- grando l’intelligenza artificiale con compo- Il cristianesimo, in particolare, mette in cam- teologi sono parti in causa e hanno diritto di
presente nelle nostre vite e i benefici poten-
versità di Osaka. Da molti anni, il professor nenti affettive: il desiderio, la coscienza, i po la sua teologia che, fino a po-
ziali sono incalcolabili. È in gioco però la
Ishiguro lavora su androidi estremamente rapporti sociali. I robot ci aiutano a «com- chi anni fa, era rimasta sostan-
responsabilità dell’essere umano, in questo
zialmente estranea al concetto di
primo scorcio di XXI secolo, posto davanti a Il convegno della Pontificia Accademia
roboetica. Negli ultimi anni, al
un bivio: la strada della responsabilità e
dell’ecologia umana o, in alternativa, la tec-
contrario, la letteratura “teologi- per la vita ha messo bene in evidenza
ca” sull’argomento è diventata
nocrazia senza limiti, che rischia di porre
cospicua: ne ha presentato una che si è di fronte a un bivio fondamentale
l’uomo al servizio delle macchine e non vi-
ceversa.
sintesi il professor Emmanuel Da un lato la strada della responsabilità
Agius, decano della facoltà di
Il workshop è stato animato da studiosi
Teologia all’Università di Malta, e dell’ecologia umana e dall’altro la tecnologia
come Paolo Benanti, Roberto Cingolani, Lu-
ciano Floridi, Aude Billard, Paul J. Opo,
che individua l’architrave dell’ap- senza limiti che rischia di asservire
proccio cattolico nella Laudato si’
Marita Carballo. «Interagire mediante di- di Papa Francesco: «Ecologia in-
l’uomo alle macchine e non viceversa
spositivi artificiali che influenzano l’organiz- tegrale — ha spiegato Agius
zazione e le relazioni sociali, come anche all’«Osservatore Romano» — si-
prendere decisioni in base alla elaborazione gnifica vedere le cose come interconnesse, entrare nella discussione perché la scienza
automatica di correlazioni e di previsioni sui quindi significa anche vedere la robotica in da sola non può chiarire la complessità del
fatti, è già parte del nostro stile di vita pre- una prospettiva più ampia, guardare al di là problema» Alla luce di questo, i “designer” e
sente», ha sottolineato l’arcivescovo Vincen- della sola efficienza e produttività e analiz- i “produttori” sono investiti della responsa-
zo Paglia, presidente della Pontificia Acca- zare l’impatto che questa disciplina ha sulla bilità di creare androidi che siano «a servizio
demia per la vita, nella prolusione iniziale. società e sulle persone individuali, sulla so- dell’umanità. Quanto, infine, all’“intelligen-
La vera novità, ha osservato il presule, sta cietà, sulla famiglia e sull’ambiente». Con- za artificiale”, essa è «un concetto più ampio
nella messa punto di strumentazioni dotate cetto centrale dell’ecologia integrale è la «di-
di una «precisione» e di una «affidabilità» della robotica ma l’intelligenza artificiale è
gnità umana» e, in tal senso, la teologia può
tali che «superano i limiti della percezione, anche una componente fondamentale dei ro-
aiutare a discernere su cosa possa incentivar-
della sensibilità, della coscienza e del ragio- la o, al contrario, minacciarla. bot, pertanto ritengo che la distinzione tra i
namento propriamente umani». Di fronte a La robotica, allora, potrà aiutare la digni- due concetti non sia così netta», ha puntua-
tali potenzialità «ci si trova sostanzialmente tà dell’uomo, se lo solleva da «lavori duri o lizzato il teologo maltese. Ed è proprio l’in-
impreparati»: va scongiurato un «esito fau- ripetitivi» ma «non potrà mai rimpiazzare le telligenza artificiale il tema al centro del
stiano», perché «quel corpo, senza la nostra persone, perché le persone hanno il diritto a prossimo workshop della Pontificia Accade-
anima, per quanto bello ed efficiente», an- un lavoro dignitoso». In ogni caso, «la ro- mia della vita, in programma nei primi mesi
che se riuscisse a conquistare l’«immortali- botica e l’intelligenza artificiale sono desti- del 2020.
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Il cardinale Stella spiega le linee guida applicate nei casi dei preti di rito latino che hanno prole
All’udienza generale il Pontefice prosegue le riflessioni sul Padre Nostro Questo fa anche male; questo
scandalizza e non aiuta.