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Saverio di Jorio

Il mio ricordo di Lucio Miranda


di Saverio di Jorio

Ripenso con un velo di malinconia ai tempi andati, al suo sguardo profondo


e mite, al suo sorriso, alla sua sensibile preoccupazione e apprensione per le sorti
della democrazia italiana e per la caduta dell’utopia, attento alla migliore tradizione
d’impegno etico-civile.
Una intensa attività giovanile, avviata alla fine degli anni sessanta, nel circolo
culturale ‘Aldo Mautino’ a Foggia e nella Gioventù liberale italiana..
Organizzò la Gioventù liberale a Foggia ed in Capitanata con numerose
sezioni e tanti giovani vi aderirono. Lucio creava entusiasmo, aveva spiccate doti
di leader con iniziative continue e nuove.
Ricordo quando come Gioventù liberale raccogliemmo, in pochi giorni, da-
vanti al pronao della villa comunale, in piazza Cavour, tremila firma per l’Univer-
sità a Foggia, e insieme le portammo all’allora Rettore dell’Università di Bari, prof.
Ernesto Quagliariello che ci accolse con parole di apprezzamento e simpatia.
Al congresso nazionale di Taranto, svoltosi il 28-29-30 gennaio 1972, Lucio
venne eletto Vicesegretario nazionale della Gioventù liberale italiana con la lista
«‘Rivoluzione liberale’ e leggo il compito essenziale del liberalismo è quello di
poter assicurare a ciascun cittadino le condizioni per una esistenza dignitosa, al
riparo dalla paura e dal bisogno, affrancandolo dalle servitù e garantendolo contro
ogni arbitrio per affermare la propria dignità umana attraverso il culto della
responsabilità che è, nel contempo, individuale e sociale».
Tanti incontri, convegni, congressi: Sarnano, Vinadio, Taranto, Rapallo,
Roseto degli Abruzzi, Bologna, Siponto, Rimini. Tante tappe di un cammino
giovanile d’impegno, di studio, di passioni, di sogni. Erano gli anni della
contestazione e del terrorismo che videro l’Italia entrare in un tunnel oscuro, dagli
aspetti, ora riconosciuti, inquietanti.
Alla ricerca di un mondo migliore, fra idee ed ideali.
Ricordo quando Giovanni Malagodi invitò i giovani liberali presso la sua
azienda agricola ‘l’Aiola’ in Toscana e Lucio, di ritorno, mi volle fare un resoconto
dettagliato dell’incontro con le sue impressioni e valutazioni.
Costituì e organizzò a Foggia il Circolo di cultura ‘Luigi Einaudi’ - che
venne collocato in via Trieste - e ricordando ‘Lo scrittoio del Presidente’ e ‘Prediche
inutili, alla manifestazione inaugurale, Lucio disse «... ai giovani professionisti,

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Il mio ricordo di Lucio

agli studenti ed ai lavoratori d’Italia noi riproponiamo questo esempio perché


siano abbandonate le false strade della faciloneria e del disordine e siano riprese
quelle dello studio serio, dell’impegno civile appassionato, responsabile, della
partecipazione alla vita pubblica...».
In quegli anni, fra sogni ed utopie, eravamo legati da forti sentimenti di amicizia
e di condivisione a Manlio Livio Cassandro, il deputato liberale barlettano eletto
nella circoscrizione Bari-Foggia che Malagodi volle Vicesegretario nazionale a Roma
e che morì, a causa di un banale incidente stradale, nel dicembre 1973. Soffrimmo
insieme la perdita di un amico, di un liberale, di un punto di riferimento.
L’altro periodo intenso di comune impegno, frequentazione e collaborazione
con Lucio lo ebbi, (non più giovani universitari ma giovani professionisti con
famiglia) nel primo quinquennio degli anni ottanta con il rinnovamento alla
guida del partito liberale in Capitanata, Lui segretario provinciale e lo scrivente
segretario cittadino. Così nel giugno 1983 -- grazie ad un impegno corale ed a
fattori favorevoli -- riuscimmo a centrare l’obiettivo ed ottenere la soddisfazione
di vedere eletto un deputato liberale della nostra provincia con Savino Melillo che
venne nominato Sottosegretario di Stato al Ministero dei Trasporti.
Nel 1985 il partito liberale ottenne il seggio alla Provincia e Lucio venne
eletto Consigliere e divenne Assessore all’Ambiente. Profuse molto impegno negli
incarichi assunti ma il suo rigore e il suo scrupolo lo indussero, dopo due anni, a
lasciare per dedicarsi, con rinnovata passione, alla sua professione forense in cui
credeva fortemente.
Non lasciò mai l’impegno politico attivo ed anche in anni non facili perseguì
con tenacia la sua vocazione liberale ritornando alla guida del partito liberale
di Capitanata. Più volte Consigliere nazionale del partito liberale venne eletto
Componente della Direzione centrale.
Ci siamo ritrovati nel Rotary Club Foggia nei primi anni novanta e lo
ricordo Presidente nell’anno rotariano 1999-2000. Dedicò molte energie al forum
sul turismo che volle organizzare, convinto della sua rilevanza nell’ambito dello
sviluppo socio-economico provinciale, alla Università di Foggia, da poco diventata
autonoma, con l’allora Rettore dell’Università di Bari, Giovanni Girone, grazie
ad un impegno condiviso che vide il Consorzio per l’Università, presieduto da
Costanzo Natale, con gli apporti del Comune capoluogo e della Provincia, svolgere
un importante ruolo di cerniera e di impulso, al teatro napoletano del grande
Edoardo de Filippo con la guida discreta ed efficace del suo amico e compianto
Stefano Capone.
Ricordo la bella manifestazione organizzata nel novembre 2002, come
presidente dell’Associazione Agorà, nel salone di Palazzo Dogana, con la prolusione
di Valerio Zanone, per commemorare a cinquant’anni dalla sua scomparsa,
Benedetto Croce, con la partecipazione della figlia Silvia. Uno spaccato di cultura-
politica-storia-filosofia-etica-letteratura ad un folto ed attento uditorio.

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Saverio di Jorio

Il nostro ultimo incontro risale al dicembre 2008. Chiesi di parlargli nella


sua veste di Presidente dell’Ordine degli avvocati. Parlammo e ci ritrovammo su
principii e linee comuni: quelle della serietà, della professionalità, del rigore etico,
di una avvocatura protesa a svolgere una funzione costituzionale, irrinunciabile ed
insopprimibile, non di mera difesa. Non sapevo che il male incombeva . . . lo trovai,
come sempre, determinato e non avrei mai potuto immaginare . . .
Un libro con la copertina ingiallita dal tempo Teoria e pratica da procuratore
(allora si diventava procuratori legali e dopo un congruo numero di anni avvocati)
di Luigi Sanguinetti jr. con la sua affettuosa dedica, del gennaio 1977, testimonia
una condivisione dipanata negli anni.
Lucio ha lasciato prematuramente la sua famiglia e la sua comunità ma
con tracce ed orme di un cammino di vita iniziato giovanissimo, sviluppato e
corroborato da fede, scienza ed etica.
Luigi, figlio ed erede spirituale, ha già raccolto il testimone nella professione
forense e nella vita socio-politica e il suo papà lo guarderà compiaciuto da lassù. . .
camminare lungo le vie della libertà, della responsabilità e della solidarietà.

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