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Arte e restauro
TRA gli opifici più
IL RETTORE VILBERTO STOCCHI interessanti e attivi, ci
FA IL BILANCIO SULL’EREDITA’ sono i laboratori di
restauro. Alcune opere
DELLA PIU’ PRESTIGIOSA della mostra su Giovanni
Santi sono state curate da
ISTITUZIONE CITTADINA docenti e studenti
dell’Ateneo
di DANIELE SACCO ni di questi luoghi sono presenti studentesca (di pari numero), che
– URBINO – notevoli beni mobili, opere d’arte quei palazzi storici li vivono gior-
di proprietà dell’Ateneo. Tra le nalmente nei loro più intimi re-
«UNA CITTÀ in forma di cam- maggiori ricordiamo gli affreschi cessi. Ma abbiamo anche cercato
pus»: l’essenza di Urbino. Una cit- del Maestro Girolamo (prima me- – aggiunge Stocchi – di far arriva-
tà in cui non è possibile distingue- tà XV secolo) con san Giacomo re un messaggio alle migliaia di
re, scindere l’Università dal tessu- Maggiore, un san Girolamo di turisti che provengono da ogni
to urbano, dalle grandi architettu- Giuseppe Diamantini, un “Ritrat- parte del mondo, affinché venga
re. Una osmosi umanistica nata to di Federico Barocci” di Miche- connotata la vitalità di Urbino
nel 1506 per volere del duca Gui- langelo Dolci, le due tele di scuo- quale Città Campus e non soltan-
dubaldo di Montefeltro, il fonda- la baroccesca raffiguranti san Fi- to quale Polo Museale».
tore dell’Ateneo, il deus ex machi- lippo Neri di Alfonso Patanazzi e Quali immobili di proprietà
una “Comunione di san Girola- dell’Ateneo ritiene siano i più
UN CASO UNICO mo” di Luigi Vanvitelli. Un Ate- significativi?
neo che promuove il sapere, che «È una scelta difficile. Ogni Palaz-
Per il magnifico rettore coltiva il rapporto con il suo terri- zo ha una sua peculiarità e custo-
un legame ideale e reale torio (ma aperto all’internaziona- disce testimonianze artistiche no-
unisce Ateneo e territorio lizzazione) e che si adopera per la tevoli, ma c’è un simbolo che più
conservazione di beni mobili e im- di ogni altro è significativo, ed è
mobili. contenuto all’interno di Palazzo
na, praticamente colui che posò la
prima pietra di “Urbino patrimo- Passionei. Nel salone che ospita
ABBIAMO chiesto a Vilberto la Fondazione Bo, una scritta in
nio Unesco”.
Stocchi, Magnifico Rettore, di il- latino recita: “Resti questa dimo-
L’ENTE universitario è proprie- lustrarci il segreto della fortuna ra, finché la formica continuerà a
tario di numerosi immobili: resi- che lega l’Ateneo alla città ducale. dissetarsi e la tartaruga a percor-
denze storiche e nuove realizza- Rettore, un segno tangibile PALAZZO BONAVENTURA La sede centrale dei Montefeltro rer terre”. Una frase importante
zioni (tra queste ultime ricordia- del legame tra la città ducale che si può leggere come un augu-
mo i collegi di Giancarlo De Car- e l’Università?
«È singolare come la Sede Centra- È ancora attuale il retaggio di cosiddetto Umanesimo letterario
lo: Il Colle, La Vela, Il Tridente, una lunga tradizione umani- e artistico, che ha messo in luce la UN TESORO DI EDIFICI
L’Aquilone, Le Serpentine, o, di epo- le dell’Ateneo, in cima al Poggio,
sia accolta a Palazzo Bonaventu- stica, nell’Ateneo? direzione scientifica impressa già I luoghi simbolo sono tanti,
ca fascista, La Casa dello Studente, «La nostra Istituzione è stretta- dal Cinquecento, considerando
oggi Collegio Internazionale, molti ra, secondo la tradizione antica ca- che Urbino è stata anche al centro ma Palazzo Passionei
sa dei Montefeltro, di cui conser- mente legata alla storia del Duca-
di questi sono di proprietà della to dei Montefeltro – dichiara il di interessi matematici e astrofisi- conserva l’eredità di Bo
Regione Marche). Nell’elenco del- va sopra il portale gli stemmi no- ci, come dimostra la costruzione
biliari. Questo è solo il primo se- Rettore – come si evince dal decre-
le strutture antiche vi sono palaz- del primo Cannocchiale di Gali- rio di lunga vita alla nostra Uni-
zi notevoli; il più rappresentati- gno di un legame tra la nostra Isti- to di Guidubaldo del 26 aprile
1506 che segna la nascita del Col- leo». versità e alla cultura in genere».
vo? Forse Palazzo Passionei - Pa- tuzione e la città che la ospita – di-
legio dei Dottori, di impronta giu- Sventolano nuovi stendardi Andando oltre la città, qual è
ciotti (XV secolo). Quello affetti- chiara ancora Stocchi – un lega- sulle facciate dei palazzi
vamente più caro? Palazzo Bona- me che è ideale e che coinvolge Pa- ridica. Ma non si studiava solo il dell’Università: una «Città il rapporto dell’Ateneo con il
ventura, residenza dei Montefel- lazzi e moderne residenze come i diritto, come amava affermare Campus in forma di museo»? suo territorio?
tro almeno dal XIV secolo, dove Collegi, che disegnano un paesag- Carlo Bo, secondo cui cinque seco- «Abbiamo voluto dare un segno «L’Ateneo è profondamente inte-
si conservano affreschi in bibliote- gio che le mani felici di architetti li or sono la prima cattedra della nostra presenza in ogni an- ressato a valorizzare le testimo-
ca e nel corridoio del Rettorato. E (pensiamo a De Carlo) non hanno all’Università di Urbino è stata golo di Urbino, in modo che si nianze storiche del territorio, che
poi c’è Palazzo Albani (anch’esso minimamente alterato, conservan- una cattedra di Poesia. Una storia possano apprezzare due città: contribuiscono a mantenere viva
affrescato) residenza della fami- do i crismi della Bellezza unica di lunga dunque, quella che ha gui- quella dei cittadini e dei loro luo- la nostra identità e a promuovere
glia di papa Clemente XI. In alcu- questo luogo della memoria». dato le scelte successive verso il ghi più rappresentativi, e quella nuovi percorsi culturali che possa-
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VENERDÌ 15 FEBBRAIO 2019 URBINO E PROVINCIA 21 ••