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Sassoferrato

mia
Pubblicazione a cura dell’Associazione
“Sassoferratesi nel mondo”
N°2 - Luglio 2008
Direttore: Raniero Massoli-Novelli Sopra: Francesco Garofoli - Paesaggio sotto la neve - 1986 - Acquaforte
Vice direttore: Perseo Trojani Foto di copertina: Raniero Massoli-Novelli
Redazione: Timoteo Benedetti
Alberto Albertini Grafica e stampa: Tipografia Garofoli Sassoferrato
Valentina Artegiani tipografia@garofoli.net
Massimo Bardelli
Umberto Comodi Ballanti N°2 - Luglio 2008
Antonio Maria Luzi
Giovanni Pesciarelli
Vittorio Toni
Associazione “Sassoferratesi nel mondo”
Palazzo Baldini
Corso Don Minzoni, 40
60041 Sassoferrato (An)

Segreteria : Tel. 0732 959345


Fax 0732 956234
info@sassoferratomia.it
www.sassoferratomia.it
Sassoferrato
mia
La parola al Presidente
La nostra Associazione è nata e si è con- cetto di “sassoferratesità”. Importante ri-
cretizzata con poche e semplici conside- teniamo sia non dimenticare anche coloro
razioni. Essere sassoferratesi è come che in passato si sono impegnati in tal
essere nati in qualsiasi altro paese. I na- senso. Un ringraziamento particolare ai
poletani direbbero “ogni scarrafone è nostri soci (oltre 70, finora, da diverse
bell’ a mamma soja”. Noi siamo consa- parti del mondo) che ci sostengono in
pevoli di appartenere ad un territorio la parte con i contributi indispensabili per il
cui storia viene da lontano, la sua cultura, prosieguo della vita dell’Associazione.
bellezza, arte, tradizioni, tutti ingredienti Grazie inoltre a coloro che collaborano
interessanti per riflettere, compiacersi, con pubblicazioni e servizi vari. Ringra-
meditare ed elaborare. Miscela preziosa ziamenti al Comune di Sassoferrato, alla
per accendere un futuro che sappia por- Fondazione Cassa di Risparmio di Fa-
tare a traguardi dignitosi, ambiziosi ad briano e Cupramontana, alla Farroteca di
esclusivo beneficio della collettività. Monterosso di Lea Luzi, alle fiorerie La
I due anni velocemente trascorsi ci hanno Primavera e Clorofilla di Sassoferrato.
appena introdotto nell’ingranaggio della Ringraziamenti infine ai componenti il
valorizzazione del nostro territorio, di per- Consiglio Direttivo per il volontario impe-
sonaggi che con la capacità, l’impegno, la gno supportato da una notevole passione
serietà hanno raggiunto posizioni di ri- per la loro terra.
lievo contribuendo a portare alto il con- Timoteo Benedetti

Visita periodicamente il nostro sito www.sassoferratomia.it


e troverai tutte le informazioni utili sull’Associazione.
Segnalazioni, suggerimenti e iniziative da parte dei soci possono essere inviate a:
info@sassoferratomia.it
Premio Monte Strega
Edizione 2007

Su il sipario...
Sabato 11 agosto 2007, presso la Sala del Consiglio Comunale di Sas-
soferrato, alla presenza di un numerosissimo pubblico, del Sindaco Ri-
naldi, dell’Assessore alla Cultura Censi, del Presidente Onorario
dell’Associazione Padre Stefano Troiani e di tutto il Consiglio Direttivo
dell’Associazione si è svolta la seconda premiazione del Premio Monte
Strega. Un breve saluto del Primo Cittadino evidenzia le finalità della
Associazione e riconosce i lodevoli meriti dei nostri premiati concitta-
dini che hanno saputo, nelle loro specifiche attività, dare lustro al no-
stro paese, contribuendo a migliorare l’immagine della nostra
Sassoferrato.
Premiazione presso la Sala Consiliare La parola passa poi al nostro Presidente Timoteo Benedetti per un sim-
patico saluto ai premiati, ai loro familiari e a tutti gli intervenuti. La
molla che spinge i collaboratori e gli associati altro non è che l’amore
per la nostra terra, la nostra cultura, le nostre tradizioni particolar-
mente sentite soprattutto da coloro che vivono lontano dal proprio
Paese.
I personaggi contemporanei prescelti sono stati il Dott. Franco Fra-
sconi, il Prof. Raniero Massoli-Novelli e Padre Armando Pierucci, men-
tre quelli premiati “alla Memoria”: Padre Antonio Lisandrini, Don
Alberico Pagnani e Prof. Guido Vitaletti.
Il loro profilo professionale viene di seguito evidenziato nelle loro spe-
cifiche peculiarità.
Molto simpatici ed interessanti gli interventi dei premiati nonche quelli
dei familiari dei premi alla memoria, in particolare quello del giovane
Giacomo Pagnani che con bravura e spigliatezza ha ricordato la bella
Padre A. Pierucci, Raniero Massoli-Novelli e Franco Frasconi figura di Don A. Pagnani.
La cerimonia si è svolta con la consegna dei premi (ceramica raffigu-
rante il paesaggio del Monte Strega eseguita dagli alunni della scuola
media Bartolo da Sassoferrato diretta dal Prof. Calagreti) e relativa
pergamena) intercalata da piacevoli brani musicali di Alissa Bruschi e
Francesco Fioranelli.
Ringraziamenti al Comune di Sassoferrato, alla Fondazione Cassa di
Risparmio di Fabriano e Cupramontana, al presentatore della manife-
stazione Vittorio Toni (in assenza giustificata dell’ormai titolare Biagio
Marini), alla Ditta “Farroteca Monterosso” di Lea Luzi, dispensatrice di
un succulento buffet, alle Ditte Fiori e Piante Primavera e Clorofilla ed
infine a Massimo Bardelli, delegato Regionale della FIAF, per il servi-
zio fotografico.

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Timoteo Benedetti, Luigi Rinaldi e Franco Frasconi Gianni Pesciarelli, Franco Brescini e Padre Armando Pierucci

Padre Stefano Troiani, Vittorio Toni e Franco Frasconi Raniero Massoli-Novelli e Bassimo Bardelli

I premiati
Dott. FRANCO FRASCONI dove, con il gruppo del Prof. Zichichi ha lavo- dell’interferometro VIRGO dei sistemi di iso-
E’ nato a Sassoferrato, dove ha frequentato rato all’esperimento L3 nell’ambito della fi- lamento sismico degli specchi realizzati dal
gli studi fino al Liceo Scientifico, si è poi lau- sica subnucleare.Successivamente, nel 1991, gruppo I.N.F.N. di Pisa, dove dal 2003 ottiene
reato in Fisica Nucleare presso l’Università di si è trasferito in Germania dedicandosi alla l’avanzamento a “Primo Ricercatore” presso
Bologna. realizzazione di un rivelatoreVXD nel contesto la stessa Sezione dell’Istituto Nazionale di Fi-
dell’esperimento ZEUS di Amburgo, dive- sica Nucleare da cui dipende. E’ stato inoltre
nendo coordinatore e responsabile del cor- responsabile scientifico per 4 anni (2002-
retto funzionamento dello stesso. Ritornato al 2006) del dipartimento all’interno del Labora-
CERN di Ginevra ha collaborato con il Prof. T. torio E.G.O. legato al suddetto progetto
Ypsilantis allo studio di un rivelatore di neu- VIRGO. L’esperienza acquisita è comprovata
trini solari da installare presso i laboratori del da oltre 100 pubblicazioni su riviste specializ-
Gran Sasso.Nel 1955 si è trasferito alla Syra- zate elencateci e agli atti di questa Associa-
cuse University (U.S.A.) con l’incarico di Re- zione “ Sassoferratesi nel Mondo.”
search Associate Professor unendosi al
gruppo coinvolto nello studio e realizzazione Prof. RANIERO MASSOLI NOVELLI
di un rivelatore di luce Cherenkov per l’espe- Professore universitario di geologia, con la
rimento CLEO III. Sempre presso la Syracuse passione per i viaggi, l’ambiente naturale e
University ha tenuto corsi sulle tecniche di ri- la fotografia, vive e lavora a Roma.
velazione della radiazione nucleare e subnu- Ha insegnato nelle Università di Cagliari, Mo-
cleare. Nel 1997 è rientrato in Italia gadiscio, Addis Abeba, l’Aquila e Roma Tre.
Con una borsa di studio ha prima lavorato assumendo l’incarico di ricercatore presso la E’ stato vicepresidente della SIGEA (Società
come ricercatore al Politecnico di Milano oc- Sezione di Pisa dell’Istituto Nazionale di Fi- Italiana di Geologia Ambientale) ed è mem-
cupandosi di materiali compositi per applica- sica Nucleare.Nell’ambito di una collabora- bro di numerose associazioni scientifiche ed
zioni tecnologicamente avanzate. zione Italo-Francese ha preso parte come ambientali italiane e straniere.
Nel 1988 si è trasferito al CERN di Ginevra coordinatore al progetto per la realizzazione E’ autore di oltre 160 pubblicazioni scientifi-

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che, e di cinque volumi divulgativi su temati- PADRE ARMANDO PIERUCCI PADRE ANTONIO LISANDRINI
che ambientali: Lo stagno di Molentargius
(1976), East Africa (1985), Ecologia in Sarde-
gna (1986), Le zone umide della Sardegna
(1989), Monumenti geologici: conservare il
patrimonio della Terra (1998); ”I miei viaggi”
(2007). E’ autore di un CD fotografico, bilin-
gue, Geositi: conservare il patrimonio geolo-
gico (2001), il primo ad essere pubblicato in
Italia in tale settore, dove vi è un capitolo de-
dicato alla geologia di Sassoferrato e din-
torni. Nel lontano biennio1959-1960 è stato
autore di una importante tesi di laurea dal ti-
tolo “Aspetti geologici e idrogeologici del ter-
ritorio tra Sassoferrato ed il Monte Cucco”,
ricca di spunti ancora oggi attuali.
Successivamente come geologo professioni-
Marchigiano di Sassoferrato per la sua lunga Sono molti i meriti e le motivazioni che pos-
attività svolta nella nostra cittadina, è nato nel sono accompagnare l’assegnazione del Premio
1935 a Maiolati Spontini. Diplomato in canto Monte Strega a Padre Antonio Lisandrini, la cui
gregoriano, pianoforte, musica corale e dire- grandezza s’è manifestata in modo preminente
zione di coro, organo e composizione organi- nell’oratoria sacra, tanto da essere chiamato il
stica, risiede a Gerusalemme. Dal 1988 è “Demostene del XX secolo”.
organista del Santo Sepolcro e Presidente del Laureato all’Università Cattolica di Milano con
Conservatorio di Musica “ Magnificat “ che una tesi su Spinosa, insegnò Filosofia nell’Uni-
fece “nascere”, 10 anni fa, per superare le bar- versità di Urbino, di poi sociologia ed eloquenza
riere fra ebrei e palestinesi, per far incontrare sacra, rispettivamente nel Pontificio Ateneo
persone di diversa etnia, religione e naziona- Antoniano e nell’Università Luterana di Roma.
lità. Il corpo insegnante di questa singolare Fu consultatore nel Sinodo Romano e membro
scuola è infatti formato da Israeliani, Palesti- di una commissione preparatoria del Concilio
nesi, Armeni, Europei, Arabi, Americani: cri- Ecumenico; nell’ordine a cui apparteneva rive-
stiani di tutte le confessioni, israeliti e stì vari incarichi che assolse con impegno e
musulmani. Padre Armando Pierucci, dopo il di- competenza. Fu locatore assiduo alla Radio Va-
sta, ha collaborato a fondamentali ricerche ploma, ha insegnato organo e composizione ticana e alla Rai. Le sue più grandi trasmissioni
di acqua per il Comune di Sassoferrato. d’organo per molti anni al Conservatorio di Pe- sono state le radiocronache dei funerali di Pio
Negli anni ’70 ha scritto ed operato per saro, ha tenuto numerosissimi concerti in Italia XII e dell’incoronazione di Giovanni XXIII.
l’apertura al pubblico delle Grotte di Frasassi, e all’estero come direttore di coro e organista, Alla televisione curò documentari di grande in-
in polemica con associazioni che vi si oppo- scrivendo musiche per organo, arpa, ottoni. In teresse religioso e culturale, come gli “Atti
nevano. Terra Santa compone molte messe in latino ed degli Apostoli” e “Attraverso la Bibbia”; fu at-
Recentemente con il giovane collega France- in arabo e musiche. Padre Armando Pierucci è
sco Lunardi, ha progettato un importante iti- considerato in Europa il “più grande composi-
nerario geoturistico che parte dalle Grotte di tore e organista”. Il suo grande desiderio di im-
Frasassi, passa per Sassoferrato e dintorni parare a suonare è vivo fin da bambino e, solo
ed arriva al Monte Catria. grazie a questa forte motivazione e alla provvi-
Ha poi contribuito alla crerazione del Museo denza, imparò a suonare: era allora proibito per
della Miniera di Zolfo di Cabernardi e fa parte un fratino andare a suonare l’armonium in cap-
del Comitato per la difesa del Monte Ro- pella. La sua passione per la musica, dopo una
tondo. vita dedicata all’insegnamento lo ha guidato su
E’ da molti anni giornalista pubblicista, ed ha sentieri inimmaginabili, fondando, contro ogni
viaggiato e fotografato in oltre 50 Paesi. Con avversità, l’Istituto Musicale il Magnificat in
L’assessore Censi consegna la pergamena al fa-
articoli e foto ha collaborato a quotidiani Terra Santa. Così Padre Pierucci narra di sé: “La
miliare di P. A. Lisandrini
come l’Unione Sarda e il Giornale, ed ha pe- musica è stata tutta la mia vita..., mi ha per-
riodici come Geologia dell’Ambiente, Diana, messo di incontrare persone di grande levatura tivo parlatore anche presso diversi centri tele-
Ambiente, Habitat, Airone; con scritti, foto ed culturale e spirituale..., di entrare nell’inse- visivi degli Stati Uniti. L’oratoria fu la sua
interviste ha spesso portato il territorio di gnamento in conservatorio e di essere arrivato grande vocazione, raggiungendo le più alte
Sassoferrato, con le sue importanti valenze in Terra Santa e, poiché non ci può essere mu- vette della comunicazione di massa e rinno-
ambientali, all’attenzione della stampa na- sica senza insegnamento, di poter aprire una vando i modi di pensare e la trattazione di dot-
zionale. scuola innovatrice!”. trine religiose e sociali.

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Attraverso la predicazione si affermò come uno carico di Addetto Culturale presso l’Amba-
dei più affascinanti protagonisti della storia sciata d’Italia, incarico conferitogli dal Governo
cattolica del XX secolo in Italia, qualificandosi Italiano che poi riceverà successivamente
come una delle punte di diamante del rinnova- anche per l’Ambasciata d’Italia a Londra. Nel
mento politico-religioso della società italiana, frattempo decide di voler trascorre il suo tempo
in cerca, dopo la funesta parentesi della se- libero nelle Marche ed acquista a Sassoferrato,
conda guerra mondiale, di una nuova immagine in Castello, una parte dell’allora dirupo Palazzo
e di un nuovo assetto. Bentivoglio, che verrà completamente ristrut-
Con una predicazione del messaggio evange- turato. Nel 1930 parte per il Brasile, dove è
lico forte e convinta, con una straordinaria sim- stato invitato a tenere un ciclo di conferenze su
patia umana e religiosa, raggiunse il cuore e Ritirano il premio i giovani nipoti Giacomo Pagnani Vasco de Gama, Camoes e i suoi legami storici
l’intelligenza delle masse aprendole alla pro- e Riccardo Troncanetti. tra Portogallo e Brasile; anche qui collabora con
posta di rinnovamento del pensiero politico e cerca delle opere edite riguardanti le nostre l’Ambasciata d’Italia a Rio de Janeiro. Dopo tre
della pratica religiosa e sociale della Chiesa. terre, le nostre genti, le loro civiltà, gli avveni- anni rientra in Europa, a Nizza, con l’incarico di
Per la notorietà delle sue doti oratorie fu chia- menti accaduti dall’antichità fino agli anni cin- fondare la Libreria Italiana. Nel 1935 si reca a
mato ha svolgere il ministero in tutta Italia, in quanta del Novecento. Cultore esemplare della Copenhagen dove fonda la Società di Studi
Germania, Inghilterra, Egitto, Argentina e in agiografia monastica e sacerdotale, con i suoi Danteschi; nel 1936 viene incaricato di fondare
molti stati del Nord e Sud America; a Buenos scritti ha saputo tracciare ritratti di grande ri- e dirigere la Scuola Italiana, destinata ai figli
Aires, in una circostanza ebbe un milione di lievo, contribuendo all’ampliamento di quella
uditori; negli ultimi anni predicò in India, in specifica letteratura che ha, appunto, per og-
Giappone, a Formosa; parlò più volte nei più getto la vita dei santi, narrandone con acutezza
grandi teatri d’Italia e di altri paesi, in sedi uni- interpretativa e fine stile letterario le vicende
versitarie. Sentì profondamente gli ideali della umane ed evidenziandone i grandi meriti pa-
libertà e della giustizia sociale, combattè ogni storali. I suoi scritti, che costituiscono un im-
forma di violenza, mettendosi anche a fianco portante e corposo lascito, oggi sono
delle formazioni partigiane delle nostre mon- certamente di grande aiuto nella conoscenza
tagne. Amò profondamente la sua e nostra delle vicende storiche e della realtà di questi
città di Sassoferrato; per esprimere questo sen- luoghi, a cui si dedicò con profondo amore e
timento coniò una parola di grande forza e vita: grande rispetto, sapendoli descrivere e rappre-
la “Sassoferratesità”. Gianni Pesciarelli consegna il premio ad Anna
sentandoli, tra l’altro, con affetto ma al con- Vitaletti.
tempo con rigorosa misura.
DON ALBERICO PAGNANI degli italiani residenti in Inghilterra; sempre nel
Spirito profondamente religioso e nobile figura PROF. GUIDO VITALETTI 1936 decide di fare un breve viaggio in Italia
di intellettuale, i suoi studi hanno spaziato in Nasce a Roma da famiglia originaria di Val- per motivi di salute, convinto che il clima delle
Alpi gli avrebbe giovato. Muore improvvisa-
mente a Torino. Nel suo testamento morale
chiede di essere sepolto nelle sue amate Mar-
che, alle falde del Monte Strega; le sue ceneri
riposano nella cappella di famiglia del cimitero
di Camporè. Guido Vialetti ha amato profonda-
mente la propria cittadina e la sua terra mar-
chigiana (vedi gli studi”Dolce Terra di Marca”);
è stato valido consigliere delle nostre Istitu-
zioni. Ha effettuato studi su Sentinum e rifon-
dato il locale Museo Archeologico; ha
pubblicato testi e stampe sulla vita e le opere
di importanti personaggi sassoferratesi; ha
pubblicato testi e laudi spirituali, testi di sto-
ria, letteratura, su artisti come Michelangelo
varie discipline, con particolare riferimento a dolmo, trascorre l’infanzia e la gioventù tra Buonarroti, Dante Alighieri, Torquato Tasso e
quelle storiche, nelle quali ha approfondito con Roma e le Marche, cui sempre rimane attac- altri. Ha messo in risalto la Corte di Urbino. Ha
serietà e passione i momenti più salienti e gli cato. Laureatosi in lettere all’Università di raccontato l’opera del Salvi pittore eseguita a
avvenimenti più incisivi della vita nelle nostre Roma, si dedica all’insegnamento come ordi- Perugia e Venezia. Moltissime sono state le
terre, affidandoli per sempre alla civica memo- nario presso vari Licei ed Università, tra cui la sue pubblicazioni, di cui 46 monografie che
ria. I due suoi volumi: “La Storia di Sentinum” Scuola Normale di Pisa e l’Università di Lucca, sono reperibili presso gli archivi informatici
e “Storia di Sassoferrato” costituiscono ancora, nonché quella di Lisbona. Dirige il Giornale delle regioni italiane. I sassoferratesi sono or-
a parecchi decenni dalla loro pubblicazione, le Dantesco dal 1922 al 1927. A Lisbona arriva nel gogliosi di annoverare tra i propri concittadini
scritture di riferimento di ogni successiva ri- 1926, vi rimane quattro anni, assumendo l’in- un personaggio come il Prof. Guido Vialetti.

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Premio Monte Strega
2008

Il 23 agosto la terza edizione


La premiazione del Prossimo premio Monte I premiati “alla memoria” saranno: DOMENICA 24 AGOSTO p.v. la manifesta-
Strega 2008, si terrà SABATO 23 AGOSTO, zione si concluderà con la visita guidata, dei
Pietro Camilli, Sindaco di Sassoferrato nella
alle ore 16,00 presso la Sala Consiliare del soci dell’Associazione e di coloro che vor-
prima legislatura post bellica;
Comune di Sassoferrato. ranno partecipare, ai tre Musei cittadini con
I premiati saranno: Albertino Castellucci, Onorevole e Sindaco il seguente programma:
Renzo Ruzziconi, Docente e Ricercatore Re- di Sassoferrato; ore 9,00 visita al Museo Miniera di Zolfo di
sponsabile Università Facoltà di Chimica di Cabernardi
Robert Mondavi, è stato, tra i figli del con-
Perugia e Basilicata; ore 10,30 visita al Museo Tradizioni Popolari
cittadino Cesare Mondavi, colui che, con il
ore 11,00 visita al Museo Archeologico
Giuseppe Vitaletti, Docente e Ricercatore fratello Pietro, ha reso grande l’azienda vini-
ore 13,00 pranzo sociale presso Ristorante La
Responsabile di Economia e Finanze Univer- cola “ Mondavi Winary”, considerata tra le
Rocca. L’invito alla partecipazione è aperto ai
sità di Roma e Viterbo (Tuscia). Esperto con- più prestigiose degli USA;
Soci e coloro che vorranno prenderne parte.
sulente Ministero di Economia e Finanze in Domenico Morbidelli, sassoferratese, con È obbligatoria la prenotazione entro il
materia di Federalismo Fiscale. i suoi figli e nipoti, ha dato grande prestigio 20/08/08- Tel.073295444
La serata sarà allietata dalla bella voce di Ro- alla città di Extrema, Brasile.
sita Tassi.

Diretta web del


Premio Monte Strega 2008
Pagina precedente:
Sarà possibile assistere alla diretta della serata di premiazione del 23 agosto 2008
1. In prima fila la fam. Vitaletti collegandosi dalle ore 16,00 al sito www.sassoferrato.tv.
2. La cantante Alissa Bruschi
3. Giacomo Pagnani e Riccardo Troncanetti
4. Vittorio Toni e Padre Armando Pierucci

www.sassoferrato.tv
5. Padre Armando Pierucci e Anna Porfiri
6. Franco Frasconi
7. Padre A. Pierucci e Raniero Massoli-Novelli
8. Giovanni Pesciarelli
9. Mario Toni e Padre Armando Pierucci

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Energia: quale futuro?
di Franco Frasconi
Come ormai da tempo i mezzi di informazione mente il 2040 come aggiornamento delle pre- vitore in cui scorre un fluido termovettore o
ci stanno ricordando, la disponibilità di com- visioni tenendo conto della continua crescita una serie di specchi piani che concentrano i
bustibili fossili (petrolio e suoi derivati, car- di domanda energetica, rendono le prospet- raggi all’estremità di una torre in cui è posta
bone e gas naturali) che sono alla basedella tive molto piu’ preoccupanti. Nel frattempo una caldaia riempita di sali che per il calore
domanda energetica della nostra società, sta ci si è affrettati a dire, che un’ottima alter- fondono. In entrambi i casi “l’apparato rice-
per arrivare ad un livello di guardia preoccu- nativa ai combustibili fossili e’ rappresentata vente” si riscalda a temperature molto ele-
pante a causa dell’esaurimento dei giaci- dallo sfruttamento dell’energia solare. vate (400°C ~ 600°C); - il Pannello
menti noti e delle sempre più elevate Anche se questa alternativa può essere con- Fotovoltaico che sfrutta le proprietà dei se-
difficoltà di individuarne dei nuovi. In ag- siderata valida, la cosa merita un’analisi tec- miconduttori (principalmente silicio) di cui e’
giunta, alcune nazioni in forte espansione nologica più dettagliata che cerchi di mettere costituito, per produrre energia elettrica
economica, Cina ed India in testa, stanno au- in risalto sia gli aspetti positivi sia quelli ne- quando sollecitati dalla luce. Le celle foto-
mentando oltre le previsioni, la domanda di gativi. Il Sole irraggia in nostro pianeta con voltaiche convertono la luce solare diretta-
combustibili per soddisfare le richieste ener- una quantità enorme di energia solare (circa mente in energia elettrica ma hanno una
getiche che tale crescita impone per restare 10000 volte superiore a tutta l’energia usata efficienza media del 15%. Gli altri tipi di pan-
al passo con gli obiettivi economici. Un altro dall’uomo) ma poco concentrata e piuttosto nelli solari si attestano su livelli poco supe-
aspetto del problema energetico è rappre- difficile da convertire in energia facilmente riori portando il computo complessivo
sentato dall’inquinamento del pianeta deri- sfruttabile (principalmente elettricità) con ef- dell’efficienza intorno al 20% (circa 200 W
vante dalla emissione di gas serra prodotti ficienze accettabili. L’intensità della radia- per metro quadrato di superficie). A questa
durante l’uso dei combustibili fossili. Accer-
tato che il primo problema ha creato scompi-
glio nel calcolo delle previsioni sull’utilizzo
delle riserve energetiche, il secondo ha
aperto orizzonti inquietanti su problemi per
troppo tempo sottovalutati o dimenticati che
meritano risposte immediate. Il futuro ener-
getico, pertanto, sembra il nodo cruciale
della nostra organizzazione societaria e il
problema principale per le generazioni attuali
e future. Trovare una soluzione duratura a
questi due problemi solo apparentemente di-
sgiunti, rappresenta un obiettivo sul quale un
qualsiasi paese moderno e civile deve con-
centrarsi con il preciso scopo di fornire alter-
native all’utilizzo dei combustibili fossili che
siano durature, sicure e che limitino il loro
impatto ambientale sul pianeta. Nel nostro
paese, che non ha a disposizione giacimenti
di combustibili fossili rilevanti per poter sod-
disfare il fabbisogno energetico nazionale, il
problema della mancanza di fonti di energia
sta creando un ostacolo in più ad una econo- zione solare che in media arriva sulla terra e’ bassa efficienza va aggiunta l’intermittenza
mia in piena recessione. La soluzione del pro- pari a circa 1000 W per metro quadrato di su- dell’energia prodotta. Mentre i pannelli so-
blema energetico potrebbe influenzare perficie. La tecnologia fin qui sviluppata per lari vengono utilizzati per fornire acqua calda
significativamente anche quella di altri ad lo sfruttamento di questa fonte rinnovabile di e riscaldamento ad abitazioni, i pannelli fo-
esso connessi. energia si basa su tre tipi di pannelli: - il tovoltaici vengono utilizzati prevalentemente
Pannello Solare che sfrutta i raggi solari per alimentare dispositivi distanti dalle reti
Le alternative La sostituzione delle attuali per riscaldare un liquido con speciali carat- elettriche. In entrambi i casi si ha un rendi-
fonti di energia è sicuramente un’impresa teristiche contenuto nel suo interno. Il liquido mento variabile legato alle condizioni mete-
non semplice. Per troppo tempo abbiamo cede a sua volta calore, tramite uno scam- reologiche e al ciclo giorno-notte.
visto a grande distanza temporale il giorno biatore di calore, all’acqua contenuta in un
del loro esaurimento. Solo recentemente ci serbatoio di accumulo (produzione di energia Un’altra buona alternativa allo sfruttamento
stiamo accorgendo che il 2050, prima data termica); - il Pannello Solare a Concen- dell’energia solare e’ rappresentata dal-
fissata come limite ultimo per l’utilizzo degli trazione che sfrutta degli specchi parabolici l’energia eolica. Questa fonte rinnovabile
attuali combustibili, e ancora piu’ recente- per concentrare i raggi solari su un tubo rice- di energia si basa sulla conversione del-

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l’energia cinetica posseduta dal vento che in- per la trasformazione dell’energia cinetica ratorio naturale per il monitoraggio dell’atti-
veste le pale di un generatore eolico, in ener- dell’acqua in energia elettrica possono es- vità vulcanica locale. Oltre a migliorare la ge-
gia elettrica. Il suo sfruttamento può essere sere affiancate da sofisticate turbine per lo stione di una delle aree a piu’ alto rischio
pensato tenendo presente sia una produzione sfruttamento dei moti di marea e delle sismico del pianeta, attraverso questo pro-
centralizzata in impianti da porre in luoghi alti onde. Il movimento del mare è, infatti, getto si spera di riuscire a rilanciare l’uso del-
e ventilati, sia un eventuale decentramento un’enorme fonte di energia quasi inutilizzata l’energia geotermica in Italia ed in particolare
energetico con impianti di piccola taglia, e cercare di trarre vantaggi dal suo utilizzo si- nel Meridione. La geotermia, infatti, e’ una
composti da un numero esiguo di pale (1-3 gnificherebbe mettere a disposizione degli fonte rinnovabile a basso impatto ambien-
pale da 3-4 MW – milioni di Watt) con le utenti un’altra fonte energetica a costi con- tale. Le emissioni di anidride carbonica delle
quali si genera in loco l’energia consumata. tenuti. centrali geotermiche sono, a parità di po-
tenza energetica fornita, nel peggiore dei
casi 20 volte inferiori rispetto a centrali ali-
mentate con combustibili fossili.

La prospettiva idrogeno e il nucleare


Attenzione particolare meritano l’idrogeno e
il nucleare come alternative all’utilizzo dei
combustibili fossili. L’idrogeno e’ salito alla
ribalta fra i possibili sostituti del petrolio, so-
prattutto come combustibile per i mezzi di
trasporto, nascondendo però tutti i suoi limiti.
E’ vero che il suo utilizzo abbatterebbe note-
volmente le emissioni di gas serra in atmo-
sfera, ma allo stato gassoso esiste in natura
solo in piccole percentuali. Deve perciò es-
sere prodotto artificialmente attraverso pro-
cessi che necessitano di un sostanziale
apporto energetico esterno che non sempre
risulta vantaggioso dal punto di vista del bi-
lancio finale (per produrre idrogeno ad esem-
pio per via elettrolitica, serve una volta e
La tecnologia disponibile per questo tipo di Fra le fonti di energia alternativa a basso o mezza l’energia che si può ricavare dalla sua
sfruttamento utilizza macchine eoliche (ge- bassissimo impatto ambientale, non va di- combustione). In aggiunta se ricavato per via
neratori eolici) di due diversi tipi: menticato anche il potenziale sfruttamento termica dal metano, il processo ha lo svan-
i Generatori Eolici ad asse verticale con dell’energia geotermica. In questo caso si taggio di produrre anche anidride carbonica.
ridotte quantità di parti mobili, alta resistenza tratta di riuscire ad estrarre e canalizzare L’idrogeno, pertanto, può essere considerato
alle forti raffiche di vento, possibilità di sfrut- l’energia termica accumulata nel sottosuolo un vettore energetico solo se si riesce a pro-
tare qualsiasi direzione del vento senza do- che si manifesta in superficie mediante eru- durlo a basso costo, senza emissione di gas
versi riorientare continuamente; zioni quasi sempre non controllabili. I pro- serra e a veicolarlo risolvendo i problemi di
i Generatori Eolici ad asse orizzontale blemi legati a questo tipo di giacimenti sono sicurezza che pone.
formati da una torre in acciaio (altezza varia- rappresentati dall’elevato costo delle perfo- L’incidente alla centrale nucleare di Cher-
bile fra 60 e i 100 m) sulla cui sommità si razioni di elevata profondità e della canaliz- nobyl del 1986, invece, ha definitivamente
trova un involucro (gondola) che contiene un zazione necessaria per l’utilizzo finale. messo la parola fine alla diffusione delle cen-
generatore elettrico azionato da un rotore a Limitandosi, però, a sfruttamenti locali si può trali nucleari, almeno in Italia, e all’utilizzo di
pale lunghe circa 20 m (solitamente 2 o 3) creare rete fornendo direttamente all’utente energia da esse prodotto. Nel 1987, infatti, il
che genera una potenza molto variabile (tipi- energia termica. Questo e’ un po’ quello che popolo italiano fu chiamato alle urne per
camente 600.000 Watt che equivale al fab- accade in Toscana dove esistono due giaci- esprimere un parere sulla opportunità o
bisogno elettrico giornaliero di circa 500 menti geotermici a dominante vapore (Larde- meno, di continuare a sviluppare la tecnolo-
famiglie). Di particolare interesse per un rello 400 milioni di Watt e Monte Amiata 22 gia per il nucleare e quindi poter usufruire dei
paese circondato dall’acqua come l’Italia e’ milioni di Watt) utilizzati per il fabbisogno suoi benefici attraverso l’installazione di cen-
anche la possibilità di sfruttare a pieno re- energetico locale. Proprio su questo argo- trali per la produzione energetica. Tutti sap-
gime l’energia idraulica basata sullo spo- mento sta partendo un programma di ricerca piamo quali furono gli sviluppi che ne
stamento di grandi masse d’acqua per rivolto al monitoraggio e al possibile sfrutta- derivarono sulla scia emotiva dei ricordi della
produrre energia elettrica. Questo tipo di mento di energia geotermica nell’area dei catastrofe, ma alcune osservazioni meritano
sfruttamento ha il grande vantaggio di essere Campi Flegrei (Campania). Il progetto CFDDP di essere fatte. A distanza di piu’ di venti anni
rinnovabile e la tecnologia per fare ciò e’ (Campi Flegrei Deep Drilling Project – Pro- e con un maggior distacco sugli eventi, si e’
nota da tempo anche se ultimamente si sono getto di Perforazioni in Profondità dei Campi capito che l’incidente era legato principal-
fatti dei progressi interessanti. Le normali Flegrei), questo e’ il nome che gli e’ stato mente alla tecnologia obsoleta che veniva
turbine utilizzate nelle centrali idroelettriche dato, mira a fare dei Campi Flegrei un labo- impiegata in quella centrale oltre al fatto che

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cesso di reazione a catena si estingue auto-
maticamente in caso di incidente e il nocciolo
sprofonda in un assorbitore di neutroni). .
Resta comunque da affrontare il problema
dello smaltimento delle scorie radioattive,
ma gia’ con l’utilizzo del ciclo chiuso del com-
bustibile si apre uno spiraglio su quello che
sembra essere il limite maggiore di questa
tecnologia.

Considerazioni conclusive Le ridotte di-


sponibilità di combustibili fossili unite alle
emissioni di sostanze altamente inquinanti e
a gas serra che derivano dalla loro combu-
stione, impongono la diversificazione della
produzione energetica. Le fonti rinnovabili
(solare, eolico, idrico e geotermico) unite alle
tecnologie fino ad oggi acquisite per il nu-
cleare e l’idrogeno, rappresentano un pac-
chetto di soluzioni che si complementano a
vicenda. Sulla base delle conoscenze sin qui
acquisite, sarà importante farci guidare nella
scelta di quale alternativa utilizzare dal terri-
torio stesso su cui dovranno essere installate
le diverse centrali (solari, eoliche, ecc.).
L’idea che sta prendendo forma e’ quella di
sfruttare la possibilità di decentrare la pro-
duzione energetica (piccole centrali dissemi-
nate sul territorio in funzione delle
caratteristiche geologiche ed ambientali) ri-
ducendo le perdite (bassa efficienza) e i ri-
schi del trasporto. Il futuro energetico sarà
pertanto segnato dalla nascita di una rete di
piccoli produttori di energia (che sfruttano
tecnologie diverse), un po’ come e’ la condi-
visione delle banche dati per gli utenti di in-
ternet attraverso la rete informatica.

Nota del Direttore


L’articolo di Franco Frasconi sulle fonti ener-
forse l’incidente poteva essere evitato o al- sonalmente sono convinto che il referendum getiche di oggi e di domani mi sembra di no-
meno avrebbe potuto avere un impatto meno stesso ha creato un altro problema, perché tevole qualità e chiarezza. Appare evidente
devastante su tutta Europa se, chi lo aveva oltre a rinunciare allo sviluppo della tecnolo- che ogni produzione energetica produce un
provocato, si fosse comportato in maniera più gia per la costruzione delle centrali nucleari, impatto, piccolo o grande a seconda dei casi,
responsabile. La seconda osservazione e’ che abbiamo, più o meno inconsapevolmente, sull’ambiente e sulla nostra qualità della vita.
in questi casi i confini nazionali perdono di dato mandato ai nostri governanti di cessare Forse per questo, per completare il quadro, oc-
significato: non avere centrali nucleari sul no- ogni forma di finanziamento per la ricerca sul correrà accennare anche alla necessità ed ai
stro territorio non significa evitare problemi nucleare e campi affini. Ad oggi questa sem- benefici del risparmio energetico e della ridu-
simili a quelli di allora. Il fatto che a causa di bra la conseguenza piu’ grave, dal momento zione dei consumi di energia, luce ed acqua:
un incidente del genere tutta l’Europa sia che abbiamo perso piu’ di venti anni di tempo tutti ne parliamo, ma in pochi ci sforziamo di
stata contaminata dalle polveri radioattive, che, probabilmente, sarà impossibile recupe- farlo.
dovrebbe far riflettere, dal momento che, uno rare. I paesi che anno investito nello sviluppo Quanto al nucleare, in tanti non riusciamo a
dei nostri confinanti, la Francia, risponde al del nucleare, oggi sono in grado di mettere dimenticare i visi deformi di migliaia di bam-
fabbisogno energetico nazionale producendo in funzione centrali di terza generazione a bini ucraini che ancora oggi, a distanza di 22
energia per mezzo di centrali nucleari. Anzi, ciclo chiuso (i prodotti radioattivi della prima anni dall’incidente di Chernobyl, seguitano in-
la loro produzione energetica in eccesso ci combustione vengono riprocessati riducendo credibilmente a nascere straziati nel corpo, e
viene venduta a caro prezzo con immissione il tempo di decadimento delle scorie radioat- che ogni tanto, la TV ci fa vedere.
diretta nella nostra rete di distribuzione. Per- tive) con reattori a sicurezza intrinseca (il pro- R.M.N.

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Montelago: dov’è il lago?
Raniero Massoli-Novelli
La frazione di Montelago è quella situata alla proporre ipotesi sulla sua scomparsa. Il corpo di questa paleofrana, come la chia-
maggiore altitudine tra le quarantotto frazioni Come già affermai nella mia tesi di laurea del mano i geologi, venuta giù da un versante
di Sassoferrato, essendo l’abitato posto a m 1960 “Aspetti geologici ed idrogeologici del molto ripido, oggi quasi verticale, del Monte
726 di quota, alle falde del Monte Strega (m. territorio tra Sassoferrato ed il Monte Strega” Foria, risulta tuttora ben visibile dall’alto,
1276), una delle più belle cime della dorsale le prove geologiche dell’esistenza nei tempi come si può osservare dalla cartina topogra-
appenninica umbro-marchigiana. passati di un piccolo lago naturale adiacente fica dell’area d’interesse e soprattutto dalle
Molte persone, i turisti che arrivano nel- all’abitato di Montelago sono almeno tre e foto panoramiche. Per essere più chiari, l’area

Panorama della frana che originò il piccolo lago di Montelago: la frana scesa dal Monte Foria è a sinistra, i campi coltivati a destra sono l’antico fondo del
lago. (Foto R.Massoli - Novelli)

l’amena località ma anche i cittadini sasso- tutte molto evidenti. di distacco della frana, coperta oggi da fitta
ferratesi, si chiedono: “Montelago va bene, Innanzitutto la frana di detrito di falda, ossia vegetazione, è ubicata sul versante opposto
ma quale lago?”, poiché di laghi, anche pic- di materiale quasi incoerente, che ostruì il pic- a quello dove sorge l’abitato, un poco più a
coli, in questo territorio non se ne vedono. colo corso d’acqua sottostante a Montelago: monte.
Eppure il lago è certamente esistito, come pe- un fosso breve ma ricco di acqua per la pre- Ancora, a monte del corpo della frana che
raltro già affermato da altri studiosi del terri- senza di sorgenti che nel passato avevano ostruì il corso d’acqua, vi è una piccola pia-
torio di Sassoferrato, come il Pagnani (“Storia molto probabilmente portate superiori a nura, da molti secoli coltivata, pianura che
di Sassoferrato”, 1959, p. 274) che giusta- quelle attuali. Le due sorgenti vengono local- rappresenta il fondo dell’antico lago. Inoltre
mente afferma come il nome del paese derivi mente denominate “del Lago” e sono ambe- lateralmente, lungo il fosso ove scorre il pic-
da un lago prosciugato. Con queste note si in- due captate per l’acquedotto di Sassoferrato, colo torrente, con Mario Maracchini, profondo
tende portare prove certe, di tipo geologico, assieme ad altre sorgenti ubicate a valle della conoscitore di Montelago e dintorni, guida ed
circa l’origine e l’esistenza del piccolo lago e antica frana. amico fin dalle mie prime ricerche negli anni

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50, recentemente scomparso e che qui ricordo tritici ed incoerenti, come quello di Monte- esisteva da prima. D’altra parte la presenza
con commozione ed affetto, rinvenimmo al- lago, scompaiono nel tempo con una certa fa- di sottili strati torbosi sul fondo dell’antica
cuni depositi scuri, torbosi, sottilmente strati- cilità. Infatti lo sbarramento viene man mano area occupata dallo specchio d’acqua dice
ficati, dell’antico lago. Due campioni di tali eroso dalle acque che vi premono contro e che che il periodo di vita del lago è stato piuttosto
depositi, prelevati con cura e posti in due sac- cercano l’antico flusso verso valle, il materiale lungo, poiché per creare depositi organici
chetti impermeabili e sigillati, vennero ana- argilloso che inizialmente ha fatto da cemento stratificati, seppure pochi e sottili, necessi-
lizzati nel laboratorio di micropaleontologia tra i granuli viene fluidificato, a poco a poco, tano secoli e secoli, anche millenni.
dell’Istituto di Geologia dell’Università di con tempi ovviamente diversi da caso a caso Quanto alla scomparsa del lago non vi sono
Roma, dove vennero definiti di origine limnica e difficilmente quantificabili, fino a quando un dati certi ma esistono voci di popolo della pre-

prattutto i più piccoli.


Il paesaggio di Montelago Sotto il profilo della vegetazione, il paesaggio di Montelago è ve-
Montelago è un paesino ameno, da parecchi anni meta di un buon ramente “verde”, vi sono boschi misti da ogni parte. Nella parte
turismo escursionistico, soprattutto estivo. Le mete per i visitatori bassa della montagna si osservano l’orniello e il carpino nero con
risultano numerose, ad iniziare dalle passeggiate in quota con aria piccoli boschi di roverella, dove sono presenti anche l’acero mon-
buona, dai boschi di faggio, dai grandi prati fioriti anche in estate, tano, il corniolo, il biancospino, il prugnolo. Caratteristica è la
dagli stupendi paesaggi che si godono da ogni parte, dalla possi- presenza diffusa del ginepro e della ginestra laddove si aprono ra-
bilità di raccogliere more, fragoline, funghi, qualche tartufo. dure, come ad esempio quella grande e bellissima di Pian Cer-
Dallo Strega si vedono lì sotto Pergola, Monterosso e Sassofer- reto sul versante sud-occidentale del Monte Foria. Nella parte
rato, lo sguardo spazia poi fino all’Adriatico ed al promontorio del sommitale dei boschi, sono presenti alcuni esemplari di faggio e
Conero; girandosi, ecco dall’altra parte tutta la dorsale dei monti cerro poiché si sta passando verso gli splendidi boschi di faggio
umbro-marchigiani, dal cono del Cucco a sinistra fino al bian- presenti e godibili alle quote superiori. La fauna selvatica ha in-
cheggiare della rupe di S. Marino e dei monti di Carpegna con il vece avuto una evoluzione negativa: una volta vi erano specie pre-
Sasso Simone e Simoncello, in lontananza sulla destra e verso ziose, oggi praticamente scomparse malgrado l’istituzione da molti
nord. decenni della grande oasi, come la bellissima coturnice e la starna
Dal Foria si osserva un panorama ancora più impressionante, do- autoctona; invece sono enormemente aumentate, e si osservano
minato dall’imponente scenario del Monte Catria, con il suo enorme dappertutto, le pericolose cornacchie grigie, che in branchi anche
paretone di calcare bianco, di età Mesozoica, che incombe su Isola numerosi fanno strage di uova, di nidiacei degli altri uccelli e per-
Fossara e sul Sentino, che piccolo piccolo scorre nel fondovalle, sino di piccoli mammiferi. Per fortuna si osservano numerosi ra-
mentre a destra ecco apparire tra la vegetazione il bel monastero paci, dal piccolo e diffuso gheppio alla grande e scura poiana, e
di Fonte Avellana, insomma un paesaggio da meditazione. talvolta anche i più rari falchi pellegrino e sparviero. Come in tutto
Altre attrazioni per i visitatori dei monti sopra Montelago sono da l’Appennino anche qui sono molto aumentati i cinghiali, origina-
molti decenni il Rifugio, che è stato per un certo periodo sede di un riamente provenienti dall’adiacente area protetta del Catria, oggi
CEA (Centro di Educazione Ambientale) del WWF e l’antistante re- presenti in gruppi fin troppo numerosi e che con le loro scorribande
cinto con i daini, recinto che, assieme ad un’oasi di protezione della notturne danneggiano le poche, preziose coltivazioni qui tradizio-
fauna di circa 1000 ha, viene gestito dall’Amministrazione Provin- nali, in particolare quella della famosa patata di Montelago.
ciale di Ancona e che da sempre attrae numerosi visitatori, so- R.M.N.

(ossia deposito lacuale) per la presenza di una poco d’acqua riesce a filtrare, poi sempre di senza del lago ancora a metà dell’800. Non
microfauna tipica di tale ambiente. più, infine il materiale che aveva creato lo rappresentano certezze ma vale la pena di ri-
Montelago nel passato ha quindi avuto con sbarramento viene portato via e la valle ri- portare tali voci. Nora Antonelli, nata a Mon-
certezza, a breve distanza dall’abitato, un pic- prende il suo antico ritmo ed il suo aspetto telago nel 1930 ed ivi sempre vissuta, ricorda,
colo lago naturale originato da una frana, una originale. e mi ha personalmente riferito, che il nonno
origine abbastanza rara. Infatti i laghi di si- A mia conoscenza non vi sono dati per ipotiz- Daniele Antonelli, nato a Montelago nel 1852
mile origine ed ancora oggi esistenti sono po- zare quando sia avvenuta la paleofrana dal ed ivi spentosi nel 1951 (tira aria buona da
chissimi: cito i due maggiori, quello di Alleghe Foria e la conseguente formazione del piccolo queste parti!), affermava che da bambino si
nelle Alpi orientali e quello di Scanno adia- lago naturale di Montelago, mentre qualche bagnava nelle acque del lago. Ancora altre
cente al parco nazionale d’Abruzzo. Ambedue ipotesi si può fare per la scomparsa dello voci di anziani residenti affermano che i loro
sono stati originati da grandi paleofrane di stesso. genitori avevano indicato un grande masso di
materiali rocciosi e compatti come i calcari, Circa la formazione del lago il Pagnani rac- calcare bianco, oggi esistente e visibile a
che hanno creato una specie di sbarramento conta che il nome Montelago compare in do- mezza costa lungo un sentiero, con attaccato
ben stabile e duraturo. cumenti del 1200: si può arguire che il lago, un anello in ferro, come luogo di ormeggio per
Al contrario i laghi per frana di materiali de- che certamente ha dato origine al toponimo, una piccola barca con cui qualcuno pescava.

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Vento di poesia
di P. Stefano Troiani

Tratto dalla prefazione del volume In fra lo sasso e il ferro - Versi raccolti a Sassoferrato, a cura di Graziano Ligi, ed. Centro Culturale “Baldas-
sare Olimpo degli Alessandri” - Sassoferrato, 2008. Nelle edicole e nelle librerie.

Il vento della poesia, con l’ispirazione forte e Nacque allora, in quei tempi lontani, il canto
spontanea, da sempre soffia nell’anima delle nuovo della gente sassoferratese che si è nel Il poeta dello Strega
genti sassoferratesi. tempo ampliato come memoria d’una lunga
Testimonianze antiche, riscoperte dai cumuli storia e come espressione di vita, di individui Contro gli avvocati “radice d’ogni in-
di rovine dell’Agro Sentinate, come le epigrafi e di popolo, capaci di comunicare i sentimenti ganno e tradimento”.
che si leggono nelle lapidi sepolcrali e civili, più profondi e più vari della vita, nei modi let- (P. Stefano Troiani)
hanno spesso scritture dove l’anima di quelle terari più estrosi.
genti che li abitavano – pur dedicandosi ai la- Nelle campagne e nelle aie, fino a non molti Come non sentirò tal lima al core.
vori più vari: quello dei campi, dell’artigianato, decenni fa, durante i lavori di raccolta del Al vedermi in tal modo assassinato
della pastorizia, del commercio, dell’arte, del grano e degli altri frutti della terra si ascolta- Da chi chiamossi mio gran protettore
ferro e del vetro, delle lettere nei pubblici uf- vano i canti tradizionali di continuo rinnovati E fu di paghe e onori cumulato!
fici e negli impieghi di altre varie esperienze e accresciuti che esprimevano gioia e fiducia, Lungi dagli avvocati, o mio lettore,
di vita – era sollevata ai pensieri più alti, ai sentimenti di amicizia e di socievolezza; nelle Se di beni non vuoi renderti orbato;
sentimenti più nobili della religiosità: allora sere ancora oggi sembra espandersi per le vie Son essi i traditor della giustizia
la parola detta o scritta si rivestiva di quelle e viuzze i canti d’amore e di passione della Flagello al mondo, pessima nequizia.
forme che assomigliavano ai grandi carmi gioventù sassoferratese.
della cultura e della civiltà più alta. Le compagnie degli improvvisatori, ed erano
Adoprano l’ingegno e la perizia
Lo stesso spirito che animava la comunica- tanti; ne citeremo alcuni: Terzoni, Zucca, Pas-
Sol per salvare infami e scellerati.
zione più elevata della parola, suggeriva e sti- seri, Rossi, Carlo Alessandrelli, Fiore e Vin-
Traggono dalle galere l’immondizia
molava l’invenzione e il fare degli artisti, cenzo Troiani, i Vitaletti, i Roani e tanti altri,
pittori, scultori, muratori e architetti che riu- nelle osterie della città e dei paesi, fino agli Perché sieno in società grandi reati,
scirono a impiantare nell’Agro Sentinate una anni ’50, hanno raccolto e tramandato un Non paventano mai dell’ingiustizia
città splendida per i suoi monumenti, per gli aspetto pieno di fascino e di cultura popolare Sol di trovarsi in borsa esonerati.
intrecci viari, per i complessi termali e le case della civiltà sassoferratese. E usando a scopo loro la sevizia,
e le ville ornate di raffigurazioni murarie e pit- La poesia popolare ha avuto un cultore di stra- Corrompono per fin chi in alto uffizia.
toriche di grande perizia e di valori d’ispira- ordinaria forza di lingua e di fantasia tra Otto-
zione. Novecento nel “Poeta dello Strega”, Pietro Nel giuntar sempre trovano letizia
Quando verso il Mille, sulle alture come a Pietrucci. Maestri d’ipocrisia cupi e fecondi
guardia della città sentinate della pianura All’inizio dell’umanesimo sarà Nicolò Perotti a (E raro quell’Ivon che non invizia)
ormai disfatta, l’ispirazione poetica non ab- resuscitare nella lingua latina la perfezione Crudeli e di pecunia sitibondi.
bandonò la nuova gente che seppe inventare letteraria della poesia classica. Dolce con lor la pratica s’inizia
un nome aspro ma solenne per la nuova città, Nella lingua nuova s’impenna il genio di Bal- Ma se tu di prudenza non abbondi
deducendolo dagli elementi grezzi del monte: dassarre Olimpo a spandere per tutt’Italia il Fra le maledizion dirai lor vale,
il sasso e il ferro. canto d’amore che allieta le festi delle corti e Piangerai senza bene il fatto male.
E il logo che l’accompagna risale da una co- del popolo. Accanto all’Olimpo, il poeta ano-
noscenza dei simboli profonda e capace di nimo sassoferratese racconterà in versi deli- Ma presto gusteran quel serviziale
comprendere tutto insieme, nella poca am- ziosi i fatti, le persone, le glorie vere e Che Cerbero farà sui lor gropponi,
piezza del testo poetico, l’essere del contesto leggendarie dell’antica Sentinum, e i fatti di
Cogli unghioni affilati meno male
urbano e i valori morali e civili della gente che Sassoferrato del suo tempo.
Da lor pelle trarrà gran maccheroni
l’abita: Saxum ferro jugor, cordis constantia Poche decine di anni dopo l’ammirabile can-
La giustizia del cielo cui non vale
firmor. tata poetica della “Divina Commedia” del-
Il percorso urbanistico si snoda via via nei se- l’Alighieri, a Sassoferrato, nello scripturium Lor frode abbindolar né paroloni.
coli come un nastro risalente dalle bassure di qualche convento si copiava il grande Volendo che sia resa la pariglia
del piano compiaciuto del movimento e dei poema: questo fatto era, ed è, la testimo- Mi sembra già che dica; piglia, piglia !
colori che case e palazzi, monumenti e mona- nianza e la conferma dell’interesse e del- Amen
steri, dispiegano tra il verde, tra il cielo e la l’amore della civiltà della gente
terra dell’ampio paesaggio. sassoferratese per la poesia. Pietro Petrucci, il poeta dello Strega.

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Due o tre cose che penso di sapere
su Padre Stefano Troiani
Bruno d’Arcevia - (tratto dal libro “Scritti e opere in onore di Padre Stefano Troiani”)

Quando conobbi Padre Stefano, rimpiansi subito di non averlo incon- Sono personalmente testimone di aver visto molte volte un’acquaforte
trato prima. donata da un artista amico, trasformarsi in un “sediciesimo” di cono-
Un rapporto speciale quello subito instaurato tra me che amo galleg- scenza.
giare appeso all’immaginazione, qualche palmo sopra la quotidianità, Una profonda attenzione al bello, coltivata attraverso una rara cono-
e Stefano dolcemente avvezzo a traslare la temporaneità nella tem- scenza estetica, fin dalla tesi di laurea con Italo Mancini, accompa-
poralità: una sorta di deriva parallela dalla cui levità è possibile affer- gnata dalla perseverante convinzione che al bello si coniughi il bene,
ha fatto sì che spesso nelle selezioni espositive Padre Stefano abbia
messo a fianco artisti di grande valore con artisti solo volenterosi: la
storia del bello vissuta attraverso l’attualità dell’apostolato.
Non sempre la gente delle nostre contrade ha capito e spesso avrà
scosso la testa dubbiosa di fronte a quelle che sembravano stranezze
inutili, o velleitarie per chi è da sempre attento alle contingenze più
crude.
Ora non più, ma un tempo c’era sempre, tra le labbra sottilmente ar-
gute di questo amico francescano, una sigaretta fumata fino al filtro
senza che mai le mani intente a sfogliare carteggi di ogni sorta la al-
lontanassero dalla bocca: la sigaretta penzolava bianca al ritmo delle
parole fino quasi a sfiorare il mento ed era cenere sulla tonaca, sulla
scrivania e sulla carta; la sola polvere di mondanità che Stefano con-
cedeva al suo pacato rigore.
Una parola di tanto in tanto proferita ad interrompere la sua innata
propensione all’ascolto conferiva agli incontri l’aura dell’incanto ed in-
fondo la sensazione di un amichevole confessione.
Nel momento del commiato, risolto in un abbraccio affettuoso, ho sem-
rare, quasi per miracolo, la complessità fremente del mondo sino a pre sentito quel particolare sollievo, come da una tacita assoluzione.
dedurne sintesi di pace. Una dimensione claustrale in grado di proiet- So di un amico artista il quale, pur coniugato, era stato colto da amore
tare il chiostro nella piazza e la piazza nel cielo. per una giovane fanciulla; ho sentito Padre Stefano replicare a quella
L’umiltà francescana di cui Stefano è esemplare rappresentazione na- confidenza che, comunque fosse, l’amore è pur sempre un dono di Dio.
sconde da sempre una vivissima attività al fianco di innumerevoli ar- Tanta serenità profusa quotidianamente a tutti coloro che hanno la
tisti ed intellettuali, tutti inevitabilmente divenuti amici ed in fondo ventura di incontrarlo scaturisce da uno spirito insospettabilmente in-
debitori di tanta delicata attenzione. quieto, da notti segnate da insonnia e da una macerazione dell’anima
Le personalità multiformi e complesse di questi uomini d’ingegno della quale solo pochi amici cari e confidenti sono a conoscenza.
hanno trovato proprio in questa mistica attenzione il conforto di quella Una disciplina tenacemente perseguita dentro la Regola del Santo di
serenità che non sarebbe stata loro concessa senza l’intercessione pa- Assisi e forse indisciplinatamente vissuta agli occhi dell’Ordine.
cificatrice di questo uomo di fede e, d’altro canto, immagino che Ste- La sospensione di ogni giudizio razionale di fronte all’ineffabilità dei
fano abbia saggiamente approfittato della imprevedibilità concettuale Santi, la ragione disposta ad astenersi davanti all’evento che allude al
di questi strani interlocutori per arricchire la sua capacità umana non- miracolo, dispongono la mente di questo francescano ad accettare
ché pastorale. anche ciò che non è dato di capire: è questa apertura di senso l’eredità
Ciò che scaturisce da queste particolari esperienze è la portentosa ca- che ognuno ha contratto avendo avuto la fortuna di colloquiare con
pacità di saper cogliere una ragione anche laddove tutto sembrerebbe Stefano.
follia e nello stesso momento saper protrarre quella ragione fin den- Una sola volta ho visto il suo sguardo benevolente e curioso accigliarsi
tro alla miracolosa follia della fede. in un severo rimprovero e fu quando ingenuamente mi permisi di scher-
Tante parole ascoltate e poche dette solo quando si rendevano ne- zare sulla confessione: “questa – mi disse- è una cosa su cui non si
cessarie; tante cose fatte anche quando ai più sembravano inessen- deve scherzare, sapessi quale sofferenza mi provoca questo Sacra-
ziali: il”Premio Sassoferrato” voluto e curato amorevolmente fin dagli mento”.
anni ’50, un “Museo delle tradizioni popolari”, quando solo un’alta in- Io non so se quella rara beatitudine che provo quando sono con Stefano
tuizione poteva concepire questo genere di ricerca antropologica, tante e quella sospensione sul tempo saranno mai riconosciute come il dono
pubblicazioni per codificare studi e pensieri di ricercatori ed umanisti di un Santo, ma di certo ad ogni incontro con questo dolcissimo amico
giovani e non più giovani, continui sforzi personali anche economici. si rinnova il miracolo della serenità.

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La battaglia di Sentinum
di Tiziana Gubbiotti

Sassoferrato è oggi una cittadina compresa situazioni estreme, decideva in pratica di ri-
nel territorio marchigiano, disposta su più li- nunciare alla propria vita pur di salvare l’eser-
velli e circondata da una corona di monti, cito e la patria e distruggere i nemici. La
tranquilla e a volte quasi sonnolenta, ma in devotio prevedeva un rituale ben preciso, di
un passato molto remoto proprio qui, in una cui ancora oggi non si comprendono del tutto
urbs che dal VI secolo a.C. si chiamava Senti- i significati: indossata la toga praetexta, di cui
num e apparteneva agli Umbri, si svolse uno un lembo doveva coprire il capo (capite ve-
degli eventi bellici più cruenti e famosi che la lato), con i piedi su un giavellotto e tenendosi
storia ricordi. il mento con una mano, il devotus pronun-
Sulla battaglia di Sentinum, detta anche “bat- ciava una formula che Tito Livio (VIII, 9, 4) ci
taglia delle Nazioni”, che decise le sorti della ha tramandato:
penisola che oggi chiamiamo Italia affer- Iane, Iuppiter, Mars pater, Quirine, Bellona, 340 a.C., a Veseri in Campania, e che un figlio
mando la supremazia di Roma, sono stati Lares, Divi Novensiles, Di Indigetes, Divi, quo- dallo stesso nome abbia voluto seguire le
scritti fiumi di parole, a partire dall’opera dello rum est potestam nostrorum hostiumque, orme del padre e del nonno nella battaglia di
storico Tito Livio che ne ha descritto le varie Dique Manes, vos precor veneror, veniam Ausculum, oggi Ascoli Satriano, nel 279 a.C.
fasi con puntuale chiarezza nella sua monu- peto feroque, uti populo Romano Quiritium (Cic., Tusc. Disp. I, 37, 89) contro le milizie di
vim victoriam prosperetis hostesque populi una coalizione guidata da Pirro, re dell’Epiro.
Romani Quiritium terrore formidine morteque L’azione di Decio Mure nella battaglia di Sen-
adficiatis. Sicut verbis nuncupavi, ita pro re tinum fu celebrata con una fabula praetexta
publica populi Romani Quiritium, exercitu, le- dal tragediografo pesarese Lucio Accio, De-
gionibus, auxiliis populi Romani Quiritium, le- cius seu Aeneadae, ma già nel mondo greco
giones auxiliaque hostium mecum Deis aveva avuto larga eco in Duride di Samo, sto-
Manibus Tellurique devoveo. rico di corrente aristotelica. Gli storici, so-
“Giano, Giove, padre Marte, Quirino, Bellona, prattutto in epoche recenti, hanno tuttavia
Lari, Dèi Novensili, Dèi Indigeti, dèi che avete attribuito il giusto merito della vittoria anche
potere su noi e sui nemici, Dèi Mani, vi prego, all’altro grande console della battaglia di Sen-
vi venero, vi chiedo e da voi avrò la grazia che tinum, Fabio Massimo Rulliano, veterano
voi accordiate al popolo romano dei Quiriti po- delle guerre contro i Sanniti, la cui strategia
tenza e vittoria, e rechiate terrore, spavento bellica si rivelò vincente sulla compagine gui-
e morte ai nemici del popolo romano dei Qui- data dal sannita Gellio Egnazio. L’importanza,
riti. E come ho dichiarato a parole, così io con- l’eco e le ripercussioni che la battaglia di Sen-
sacro insieme con me agli dèi Mani e alla tinum ebbero in quel tempo furono enormi. Lo
Terra le legioni e le milizie ausiliarie dei ne- stesso Livio così si espresse (Liv., X, 30):
mici, per la gloria della repubblica del popolo magna eius diei quo in Sentinati agro bella-
mentale opera Ab Urbe condita libri CXLII. romano dei Quiriti, per l’eser-
Nell’ambito della narrazione di quell’evento cito, per le legioni, per le mi-
bellico, Livio riferisce un episodio che illustra lizie ausiliarie del popolo
quella che i Greci definivano areté, e dopo di romano dei Quiriti”. Dopo
loro i Romani chiamarono virtus, cioè il valore aver pronunciato la formula,
del vir, del guerriero, una qualità che com- con la toga stretta all’uso dei
prendeva tutta una serie di implicazioni, il Gabii (cinctus Gabinus), il co-
senso del dovere verso la patria, il rispetto mandante, salito a cavallo, si
della memoria degli antenati, il coraggio in gettava tra le fila nemiche
battaglia. L’episodio a cui si sta facendo rife- trovando la morte. Il gesto,
rimento è il rito di devotio posto in essere dal generoso e temerario al
console Publio Decio Mure nel 295 a.C. (Liv., tempo stesso, rese immortale
X, 28), nel corso della battaglia decisiva della la fama di Decio Mure il
terza guerra sannitica. La devotio, sostantivo quale, tuttavia, sembra che
derivato dal verbo devov re, consisteva nel sa- non sia stato il solo fra i Decii a compiere il tum, fama est, “grande è la fama di quel
crificare se stessi agli dèi inferi per ottenerne rito di devotio: si narra infatti (Liv., VIII, 9-10) giorno in cui si combattè nell’agro sentinate”;
in cambio la vittoria per il proprio esercito: che anche il padre si sia immolato per la pa- un giorno, aggiungiamo, che determinò l’inar-
unus pro omnibus. Il comandante romano, in tria nel corso della guerra contro i Latini nel restabile ascesa di Roma che divenne in breve

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caput mundi. (Nella miniatura in alto, la bat- conservato alla Bibliothèque Nationale de che sono state oggetto di pianto, di rispetto,
taglia di Sentinum raffigurata nel manoscritto France a Parigi). di orgoglio, di vanto presso le rispettive fami-
0777, fol. 164v, contenente la traduzione fran- Grazie a Tito Livio, conosciamo questa impor- glie. Di Sentinum ci restano le poche vestigia
cese dell’opera storica di Livio, risalente al tante pagina di storia vissuta dai nostri avi- che con grande interesse solo oggi tentiamo
1370 circa e conservato nella Bibliothèque proprio qui, nella nostra terra, “agro di conservare per noi e per i nostri posteri,
Sainte-Geneviève di Parigi; in basso una mi- sentinate” nei dintorni di Sentinum, forse pro- come abbiamo conservato i loro nomi (Decio,
niatura raffigurante Rulliano, in un codice del- prio lì verso il Monte Strega (Camporè) dove Giulia, Fabio, Lidia, Massimo, Lavinia, Clau-
l’opera di Valerio Massimo, Facta et dicta la terra, ancora oggi, contiene le ceneri di mi- dio), le loro Leggi e il loro Diritto.
memorabilia, ms. Français 289, fol. 278v, gliaia di soldati dell’una e dell’altra fazione

Sguardi e ricordi
fra tanti volti noti
di Rita Ferri
Il premio “Monte Strega”, alla sua seconda diversi da quelli attuali. Rivedo i loro volti di
edizione, si è svolto quest’anno nella sala allora e risento la loro voce: convinta, chiara,
consiliare del Comune di Sassoferrato. La sala motivata e motivante, la loro presenza com-
è particolarmente affollata e gli sguardi di petente, professionale e discreta, desiderosa
tanti volti noti, anche se gli anni sono passati, di stare con noi, di “essere” lì. Di svolgere con
si incrociano, mentre con tangibile interesse e passione e con piacere un compito impor-
stupore si ascolta la presentazione del curri- tante. Si perché la scuola “vale” ed è impor-
culum dei premiati da parte di alcuni di noi e tante, ieri come oggi! Quante volte nei
il “racconto” della propria vita dalla loro viva momenti particolarmente significativi e impe-
voce o da quella dei parenti. Una particolare gnativi della mia professione o al termine di anche maestre, professoresse, medici, assi-
commozione si avverte mentre parla Padre un incontro importante, quando più di una per- stenti sociali, direttrice didattica (la sotto-
Pierucci che ripercorre la sua vita a partire sona veniva a ringraziarmi, ho ripensato a scritta). Una lunga esperienza di scuola mi fa
dalla fanciullezza, usando un linguaggio sem- quegli anni lontani, a quei volti, che, insieme dire infatti che è stata una grande e signifi-
plice, ma denso di significato e di ricordi di un a tanti altri, hanno contribuito, ognuno per la cativa esperienza che ci ha trasmesso l’amore
passato ormai lontano e così diverso dal sua parte, a mettere le basi e a farmi scoprire al sapere e alla vita. Chi ha frequentato quella
tempo attuale, ma “presente” nel vissuto e il progetto di vita attraverso il quale avrei im- scuola, e alcuni sono presenti in sala, ricor-
nella memoria della maggior parte dei pre- pegnato la mia esistenza. Non è profonda- dano sicuramente che accanto alla scuola
senti. Mentre ascolto e rivivo episodi della mente vero infatti che tutti noi ci portiamo c’era una bella fontana: tre ampie vasche,
mia fanciullezza e della mia adolescenza due nella mente e nel cuore le persone: genitori, riempite continuamente da tre grandi zampilli
volti in particolare mi colpiscono e mi ripor- fratelli, amici, insegnanti, altri, con cui ab- di acqua che scendevano dall’alto e un abbe-
tano piacevolmente indietro nel tempo: la biamo un dialogo interiore? Queste figure veratoio con un rubinetto “dorato”. Durante
“mia” maestra, signora Concetta Agostini vengono alla ribalta e ne siamo consapevoli la ricreazione andavamo lì a dissetarci e a gio-
Diotallevi e la “mia” professoressa di lettere soprattutto nei momenti importanti e il loro care. Com’era bello vedere quell’acqua limpi-
della scuola media, signora Diana Boldrini Vi- apporto positivo o meno dipende dal ricordo dissima! Il suo continuo mormorio sembrava
taletti, presenti in sala. Non avrei mai imma- dell’esperienza vissuta insieme, che comun- purificare e rigenerare i nostri animi. Non per
ginato di incontrare, proprio per questa que ha lasciato “il segno” nel personale pro- niente infatti “l’acqua è un elemento origina-
circostanza, oggi, due persone così significa- cesso di crescita! rio della vita e perciò anche uno dei simboli
tive nella mia vita! Sembra ieri, eppure è pas- Guardando il volto della signora Concetta originari dell’umanità”! Se il vecchio muro
sato più di mezzo secolo! Quanta storia Agostini non posso non rivedere la scuola ele- della fontana, l’unico che è rimasto, perché
vissuta “si legge” sui nostri volti! Ed io inevi- mentare di Cacciamponi. Ospitava allora, tutto il resto è stato inspiegabilmente abbat-
tabilmente penso al percorso della mia esi- negli anni cinquanta, una trentina di alunni di tuto, potesse parlare, “narrerebbe” tante sto-
stenza, a dire il vero abbastanza tutte le classi. L’insegnante era solo lei, una rie vere, belle e meno belle, lieti e tristi, di
movimentato, e sento che la passione educa- sola maestra! Oggi sarebbe semplicemente lavoro, di grandi fatiche e di festa, ma tutte
tiva e l’amore allo studio, che ha caratteriz- impensabile! Fu tuttavia un’esperienza unica ricche di vita, di sentimenti, di emozioni, di
zato tutta la mia vita, affonda le sue radici in ed eccezionale! Da quella scuola sono pensieri e di riflessioni! Come i racconti d’in-
quegli anni lontani, in quei contesti di vita così “usciti” non solo operai e casalinghe, ma fanzia di P. Pierucci farebbero rivivere grandi

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scambi relazionali arricchenti per ciascuno:
per il giovane, per l’adulto, per l’anziano. At-
tivano processi di maturazione, di accetta-
zione di sé, di riscoperta di un nuovo
equilibrio, con se stessi, con gli altri, con il
mondo. Aiutano e permettono di continuare a
sentire la pienezza della dignità di ogni vita
nella sua fatica e nella sua bellezza in ogni
età della vita e a scegliere le”cose” più alte.
La trasmissione di valori culturali, morali, ci-
vili e spirituali, che hanno attraversato i rac-
conti delle esperienze di vita dei premiati, ha
sicuramente lasciato un segno in ciascuno di
noi aiutando a riscoprire che ciò che vale è
“essere” così importante, oggi, in una società
immersa in un eccesso di “avere”. Ed inoltre
hanno trasmesso concretamente, attraverso
esperienze vissute, senso di appartenenza, di
identità, passione per la vita e per la propria
professione. E’ stato scritto che oggi avanza
una generazione “senza racconto”. Mentre
emozioni e ricordi, che in parte hanno contri- che oggi si stenta a credere, andare a scuola sappiamo bene che è sempre una storia che ci
buito a strutturare la nostrta personalità. a piedi per sette chilometri con la neve! Era salva come uomini. Il racconto infatti delle
La Professoressa Diana Boldrini è commossa l’anno 1956: l’anno della grande nevicata. Fu storie di uomini e di donne assume sempre un
e contenta nel vedere tanti suoi ex-alunni, un inverno freddo e bianchissimo. Ho ancora particolare valore, perché ci pone di fronte a
oggi uomini e donne con i capelli bianchi, con davanti agli occhi la lunga e bianchissima un quadro di persone reali, nella lotta con pro-
una famiglia, una professione, ciascuno con strada che da Filipponi porta a Sassoferrato: blemi reali (ben diversi dai reality show che
una sua storia personale. Lei stessa, a con- la neve ammucchiata ai lati della strada alta finiscono per imporre dei modelli effimeri e
clusione dell’incontro, mentre ci salutiamo ri- quasi due metri. Si camminava a piedi, la cor- vuoti!). Oggi la mentalità dominante porta
corda quegli anni lontani ed episodi personali riera era bloccata dalla neve e dal ghiaccio. purtroppo a considerare comportamenti e
relativi ad alcune di noi, al nostro impegno, al Gli uomini salivano sui tetti per rimuovere la azioni scorrette e violente non poi tanto gravi,
nostro “successo scolastico”, alle soddisfa- neve accumulata per prevenire i crolli. Ogni addirittura sa trasformarle in vincenti e così
zioni provate nella sua professione. Un piace- famiglia al mattino spalava la neve davanti finiscono per avvelenare la convivenza civile.
vole ricordo, durante l’ora di latino, mi alla propria abitazione sia a Cacciamponi sia Tutto ciò che non viene più “coltivato” diventa
riguarda personalmente e ascolto con com- in Castello, dove allora era situata la scuola. infatti barbarie: non comprendere, anzi ne-
mozione e gioia! Vedo ancora vivo nei suoi La neve rimase per molto tempo sulle strade. gare, la bellezza di ciò che è elevato porta al-
occhi quel desiderio di farci conoscere e ap- Ma io ricordo di non aver “perso” un giorno l’ignoranza e nello stesso tempo alla pretesa.
prezzare la bellezza del latino, della lingua ita- di scuola! E la professoressa Diana Boldrini E’ significativo perciò ricordare e scoprire uo-
liana e del cammino fatto dall’umanità. era in classe ad aspettarci! Ricordare i punti mini e donne, anche del nostro territorio, che
Ripensando a tutto questo non posso, oggi, di riferimento che ci hanno aiutato a crescere hanno saputo impegnare la vita e continuano
non constatare quanto sia vero che è bello ap- fa bene all’animo umano, dà forza e sostegno a farlo per ragioni nobili ed esemplari. I rac-
prendere e che dà un’intima soddisfazione, e ci stimola a riflettere, a ripensare e rivedere conti autobiografici possono accomunare tutti
anche se esige sudore, impegno, fatica, eser- il nostro modo di educare e a sentire quanto e attivare altro pensiero emozionale: tutti in-
cizio, aspetti tutti importanti per crescere! Ma sia importante il legame tra generazioni. fatti sono capaci di raccontare la propria sto-
altrettanto significativo e determinante è Offrire, oggi, opportunità di dialogo reciproco ria di vita a qualcun altro che sappia
“chi” guida nell’apprendimento. Si apprende e collegare tra loro le generazioni è infatti accoglierla. E nel raccontare la sua vita ogni
infatti in modo significativo solo se si riesce a un’istanza molto sentita. Per l’adulto-anziano persona descrive fatti e avvenimenti accaduti
rendere, ciò che si vuole trasmettere agli altri, rivisitare la propria avventura esistenziale è nel tempo, ma anche i propri comportamenti,
una nostra verità esistenziale, qualcosa di tal- un’esperienza che lo pone non solo nella con- le proprie reazioni e così può meglio com-
mente significativo per noi da dare “sapore” dizione di apprendere da se stesso, ma di far prendere che la risposta ai fatti che accadono
alla nostra vita. Si trasmette allora attraverso dono alle giovani generazioni della saggezza dipende dalle sue azioni e dalla sua respon-
tutta la propria persona l’amore al conoscere, che viene da una lunga esperienza. E l’inizia- sabilità. E’ infatti la risposta dell’uomo a sce-
al sapere, alla ricerca continua di un appren- tiva “Premio Monte Strega” ha anche questo gliere e determinare il senso della propria
dimento che ci rende migliori. Non mi stupisce obiettivo: vivere insieme esperienze, come esistenza! Ecco perché alcune storie di vita
affatto allora, ricordare che il mio piacere di quella odierna, tra età diverse della vita. Sono possono illuminare, orientare, aiutare a cre-
andare a scuola sapeva superare difficoltà occasioni che creano legami, sintonie e scere e a fare scelte libere e responsabili.

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Lo stile di Carlo Antognini
di Giancarlo Galeazzi
A settant’anni dalla nascita e a trenta dalla pre- tesa”. Si tratta di una mano tesa in una triplice
matura scomparsa, la figura di Carlo Antognini direzione: “al lettore, perché accresca la qualità
conserva intatta la sua grandezza di uomo vo- delle conoscenze; all’autore, per aiutarlo a co-
tato alla cultura della sua regione. Nato ad An- noscersi; alla società letteraria, perché valuti
cona nel 1937 e qui morto nel 1977, Antognini è nella giusta misura valori e disvalori che s’in-
stato critico letterario e critico d’arte, operatore trecciano in essa”. Questa immagine ben si
culturale e editore, che nel giro di poco più di un adatta non solo ad Antognini critico (cui faceva
decennio si è imposto come intellettuale di razza riferimento Pampaloni), ma anche ad Antognini
a livello nazionale. Impegnato in particolare sulla editore: in entrambi i casi, infatti, Antognini eser-
questione della identità regionale delle Marche, citava il suo diritto-dovere di “recensore”, valu-
Antognini ne ha valorizzato le personalità lette- tando nel primo caso libri pubblicati da altri, e
rarie e artistiche, riflettendo sulla cosiddetta nel secondo caso libri che lui stesso ipotizzava di stituirne la specificità. Certo, occorre che il plu-
“marchigianità” senza cadere nelle secche di pubblicare. Ecco, queste immagini -del capitano- ralismo non sia dispersivo, ma capace di incre-
certo provincialismo, bensì mostrando la ric- armatore, e del critico dalla mano tesa- ci sem- mentare, nel rispetto delle differenze locali, il
chezza interpretativa della categoria di regiona- bra che permettano di avvicinarci correttamente senso di una comune appartenenza regionale.
lità, grazie alla quale ha disegnato una identità ad Antognini: le parole di Bo aiutano a cogliere Ecco perché , si rende necessario offrire, per così
marchigiana in cui la fierezza regionale si co- il senso della sua impresa, e quelle di Pampa- dire, una “casa comune” alle diverse esperienze
niuga con l’orgoglio delle “cento città”, vale a loni aiutano a definire il suo modo di operare. Da e valenze presenti nella regione. Proprio questo
dire: identità unitaria e, insieme, pluralistica. parte nostra, con i volumi antogniniani che ab- ha fatto Carlo Antognini: infatti, l’antologia degli
Torna dunque utile e doveroso ricordare questo biamo curato e con gli articoli che gli abbiamo Scrittori marchigiani del Novecento (pubblicata
personaggio straordinario, un autodidatta che dedicato, abbiamo cercato di mostrarne la sta- dall’editore Bagaloni di Ancona), la mostra d’arte
raggiunse, grazie alla sua intelligenza e sensibi- tura culturale e morale, evidenziandone l’indi- di cinque eccellenze marchigiane (organizzata a
lità, alla sua preparazione e al suo impegno, un pendenza e la responsabilità di giudizio, la Jesi dalla Provincia di Ancona) e la casa editrice
alto livello culturale, per cui si fa apprezzare a libertà e la coerenza delle operazioni, la com- (operante nella sua casa ad Ancona con la col-
tutt’oggi per la originalità e la consistenza dei pattezza e l’acutezza delle proposte. Sono, que- laborazione della sorella Fiorisa: cf. il catalogo
suoi interventi e delle sue iniziative, che costi- ste, tutte caratteristiche che rendono legittimo delle edizioni de L’Astrogallo e il volume di Mar-
tuiscono ancora un punto di riferimento ineludi- parlare di un vero e proprio “stile”, che ha reso cello Venturoli, Lettera alla “postina”, entrambi
bile per chiunque affronti la questione della inconfondibili i molteplici interventi di Antognini: pubblicati da L’Astrogallo, rispettivamente nel
cultura marchigiana. Per tracciarne un essenziale sia come critico letterario e d’arte, sia come edi- 1997 e nel 2002) costituiscono contributi essen-
ritratto, si potrebbero utilizzare le annotazioni, tore; senza soluzione di continuità appare il suo ziali alla costruzione della casa comune marchi-
con cui due noti critici letterari hanno contras- impegno in questi ambiti, espressioni diverse di giana, in cui Carlo Antognini ha saputo far
segnato l’opera di Carlo Antognini: ci sembra, una originale presenza, che è stata assoluta- convivere le molteplici espressioni del multi-
infatti, che forniscano le coordinate per indivi- mente omogenea e influente. I suoi contributi, forme ingegno dei marchigiani. E’, questo, il
duare il significato della sua presenza nel pano- in certi casi veri e propri eventi, si sono imposti novum che Antognini ha portato alla storia cul-
rama regionale e nazionale. La prima all’attenzione non solo regionale ma anche na- turale delle Marche. E che ha interessato diret-
annotazione è di Carlo Bo, e si trova nella Pre- zionale; pensiamo in particolare alla ideazione tamente anche Sassoferrato. Infatti per le
sentazione al mio volume Come un volo di ron- della mostra “Marche Arte ’74: consuntivi e pro- edizioni de L’Astrogallo apparve nel 1974 nella
dini (L’Astrogallo, Ancona 1980, pp. 10-11); si poste” (cf. il relativo Catalogo), e alla fondazione collana “La giustezza” il volume intitolato Ma-
tratta di una duplice immagine marinaresca: della casa editrice “L’Astrogallo” (cf. il relativo drigali d’amore e altre poesie d’amore di Olimpo
quella del capitano e quella dell’armatore; in- Catalogo). Queste e altre iniziative hanno se- da Sassoferrato. Grazie alla cura di Franco Sca-
fatti, con riferimento alla attività di scrittore e di gnato una fondamentale stagione nello sviluppo taglini, fu così riproposta la figura di Baldassarre
critico di Antognini, Bo lo paragonava ad “un ca- culturale delle Marche, tanto che è legittimo af- Olimpo degli Alessandri, nato a Sassoferrato nel
pitano che si trovi a guidare la sua nave da solo, fermare che è a partire da Antognini che si è ri- 1486 e morto a Perugia nel 1540. La poesia amo-
solo di fronte a un mare sconfinato”, e parlando proposto in termini niente affatto provinciali il rosa di questo frate minorita -come annotava
poi di Antognini editore, scriveva che il fonda- “caso Marche”, e la questione della “marchi- Scataglini nella introduzione al volume- “si pro-
tore de L’Astrogallo non si era limitato a “stabi- gianità” ha assunto i toni alti di una ricerca let- pone nella sua modernità, scrittura che svolge
lire l’ora e il punto d’arrivo delle navi”, ma si era teraria e artistica che approdava ad una identità linguisticamente al futuro il dono di una virile in-
fatto “armatore” e aveva varato libri, “mandan- regionale, caratterizzata da una peculiarità: quietudine”. Ma, per lungo tempo, l’opera di
doli in giro per il mondo”. L’altro critico lettera- quella d’essere, per così, dire, un “plurale sin- Olimpo non fu compresa: parve “arida tecnica
rio che ha saputo offrire una efficace immagine golare”. Un “plurale” fin nel nome sono le Mar- versificatoria quel che era poesia altamente ispi-
dell’opera di Antognini è Geno Pampaloni, il che, ma un plurale “singolare” in quanto la rata e perfettamente eseguita”. Ebbene, la ri-
quale, nella sua Introduzione al volume di scritti multipolarità che le contraddistingue non ne an- proposta editoriale di Antognini ha fatto giustizia
antogniniani, da me curato col titolo La critica nulla l’unità, tant’è vero che dai marchigiani di questa incomprensione. Da aggiungere che la
come fatto morale (L’Astrogallo, Ancona 1986, viene in genere espressa una duplice apparte- cosa si è ripetuta per altri autori che Antognini
p. 11), riassume “in un’immagine la definizione nenza: quella alla propria città e, insieme, quella ha “riscoperto”: e ogni volta –da Olimpo da Sas-
di un esercizio critico di così schietto e tenace alla propria regione; dunque, un’identità com- soferrato a Grimaldi di Fano, da Morselli di Pe-
impegno” come quello di Antognini, dicendo che plessa, quella marchigiana, che mostra come la saro a Matacotta di Fermo- il risultato è andato
“la critica di Antognini è la critica della mano diversità possa non ostacolare l’identità, ma co- ben al di là dei confini regionali.

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Ricordi sassoferratesi
di Padre Armando Pierucci
Non vi nascondo che sono molto sorpreso per l'attenzione con cui mi ono- che deve fare un uomo, come dev'essere un frate, l'ho imparato allora: l'ho
rate. Sorpreso, perché io non sono nato a Sassoferrato; ci sono venuto imparato qui, a Sassoferrato. Un uomo deve lavorare, non importa in quale
con la mia Mamma, con mio fratello Tranquillo e mia sorella Cesira, per- campo; ma deve dare il massimo di sé; un frate deve anche avere il cuore
ché mio padre era morto e mia Madre aveva trovato lavoro presso il pa- aperto, capace di dare quanto riceve, perché la gente è buona. Quando,
stificio Giacani. Era la primavera del 1939; io non avevo ancora 4 anni. 19 anni fa, sono andato in Terra Santa, non mi sono proposto di fare qual-
Santina dell'albergo Ciccarelli ricorda quel bambino spaurito che sgra- cosa; ho fatto quello che ogni Sassoferratese avrebbe fatto. Ero andato
nava gli occhi su tutto un mondo che gli si apriva dinnanzi. Io ricordo, è il a Gerusalemme come organista del Santo Sepolcro. A 53 anni capivo che
mio primo ricordo, il cavallo, il carro, le masserizie; un bambino sopra tutto non avrei potuto continuare quel servizio, che è uno dei tipici della Cu-
questo. I saluti. Partimmo dalle Moie al mattino; arrivammo alla sera. Al stodia Francescana dei Luoghi Santi, per più di una ventina d'anni. Mi
cavallo gli dispiaceva portarci lontano. I bambini fanno presto ad am- preoccupai allora di insegnar musica a qualche giovane, frate o laico. Per
bientarsi. La piazzetta delle Logge divenne la nostra palestra. Si giocava 7 anni insistei, senza riuscire a cavare un ragno dal buco. Tutti mi dice-
a salta murello, a bazzica (e ogni tanto qualche vetro andava in frantumi); vano: "Con la musica qui non si vive". Un ragazzo di 14 anni, dopo aver stu-
diato 4 anni con me, viene a dirmi: "Ora sono grande; devo pensare al mio
futuro", e si congeda. C'era una volta un frate che andava con un asino.
Questi s'impunta, com'è solito. Allora il frate gli dice: "Senti: per scienza
mi vinci, ma per tigna no, eh!". Gli diede un morso sull'orecchio e l'asino
partì al galoppo. Allora 12 anni fa ho proposto al Capitolo dei frati di aprire
una scuola di musica, così avrei dimostrato che con la musica si può vi-
vere anche in Medio Oriente. Erano 65 frati e 65 mani approvarono l'isti-
tuzione di una Scuola di Musica. Ho lavorato a tutto campo; ho insegnato
tanto che il Ministro Generale mi ha nominato "professore emerito". un
onore che raramente si dà ai musicisti. Ho suonato notte e giorno per i ser-
vizi liturgici; ho armonizzato centinaia e centinaia di canti per la chiesa, per
la scuola; ho composto 18 messe per vari complessi, affinché non scom-
parissero i cori di chiesa; ho composto 4 cantate, incise tutte, eccetto an-
cora l'ultima, la Terra dei Fioretti, su CD. Posso dire di aver sollevato un
quintale con una mano. Non era un sacco di farina; sembrava un sacco di
sabbia del deserto; invece era terra buona. Adesso la nostra scuola di
musica, l'Istituto "Magnificat", ha 180 allievi e 20 tra professori e perso-
nale ausiliario. Insegniamo: Piano, Organo, Violino, Flauto, Canto, Com-
nei pomeriggi d'estate s'affacciava qualche signore con un catino d'aqua posizione, Violoncello e Percussione. Abbiamo una convenzione con il
in mano: "Non fate baccano!", e lanciava l'acqua su noi che eravamo già Conservatorio "A. Pedrollo" di Vicenza. I nostri allievi possono andare a Vi-
fuori tiro (ce ne aveva dato il tempo). Qui ho preso l'accento che tuttora cenza per gli esami finali e per ricevere il master. Abbiamo ormai 6 di-
mi porto addosso, anche se parlo inglese. "Di dove è Lei?", mi chiedono. plomati; uno dei nostri allievi sta trascorrendo 2 anni a Vicenza per
Non sanno se sono marchigiano o umbro. "Sono di Sassoferrato: sul con- ottenere il master.
fine", rispondo. Spesso scendevo al pastificio dove lavorava mia Madre. Ogni anno organizziamo un concorso pianistico al quale partecipano una
Io stavo con Gianfranco, il figlio dei Giacami. Era anche lui del '35 e dello 70.ina di giovani palestinesi e israeliani. Abbiamo due cori: uno di adulti
stesso Comune di Maiolati Spontini. Andavamo nei vari reparti. La gente per il servizio liturgico; uno di ragazzi: il "Yasmine Choir". Nell'aprile scorso
lavorava sodo. Al mulino c'era un uomo che con una mano alzava su un siamo stati a Roma, dove ci ha accolto e ascoltato il Sindaco W. Veltroni;
sacco di farina che pesava un quintale. La Signora Albina, la mamma di e a Vicenza, dove abbiamo inciso un CD di canti arabi. Abbiamo stam-
Franco, era nota per la sua carità. Ormai la guerra era cominciata e tutti pato in tre volumi la Storia della Musica in lingua araba. Ma non voglio
avevano bisogno di carità. Chi lavorava al pastificio non moriva di fame. tediarvi con l'elenco delle iniziative realizzate in 13 anni. Dico soltanto
Ma non si vive solo di pane. I miei compagni più grandi s'ingegnavano a che la volontà di non chiudere la porta davanti a nessun ragazzo/a che ci
fare delle sigarette con i pampini secchi o con i filamenti che stanno sul chiedesse di studiar musica; e la necessità di avere buoni insegnanti ci
tronco delle viti. La nostra casa stava sopra un androne e un chiassuolo hanno condotto ad avere tra noi Cristiani di tutte le confessioni: cattolici,
in cui si davano convegno i gatti in amore. Un signore propose a mia ortodossi, protestanti; e poi musulmani, ebrei, palestinesi, armeni, euro-
madre di prendergli qualche gatto. Per ogni gatto le avrebbe dato un chilo pei. Ricordo Muna, May, e Muhammad, tre fratelli palestinesi di religione
di lardo. Ma lei preferiva friggere con l'olio di seconda mano che qualcuno islamica. Anno scorso i loro genitori decisero di non mandarli più al "Ma-
le dava. Anche quando sono entrato nel seminario francescano del Con- gnificat", per non doverli trasportare con l'auto altre volte ancora. "Basta
vento della Pace, lo scenario Sassoferratese era lo stesso. Si stava co- quello che sapete". Ma i tre ragazzi, due studenti di piano e uno di violino,
struendo il nuovo collegio e noi aiutavamo, rubando una mezz'ora alla hanno piantato il muso. "Al volere del re e al pianto dei figli non si resi-
ricreazione: portavamo le pietre; eravamo 80 fraticelli e si faceva presto ste". Così, dopo tre settimane i tre ragazzi sono tornati da noi. Muna, la
ad ammucchiarne tante. Ogni mese piegavamo il foglietto da spedire ai più grande, ha incontrato la sua professoressa, un'ebrea, nel corridoio.
benefattori; era intitolato "I Piccoli Missionari di S. Antonio". Poi c'erano Sembravano due innamorate. L'Israeliana ha abbracciato la Palestinese.
i frati grandi: P. Fazzini che lavorava per 2 muratori e un mulo; P. Angelo Concludo: se qualcosa di buono c'è stato, l'ho imparato a Sassoferrato. Se
Mazzini che animava tutti con il suo entusiasmo; P. Pasquale Meo, il pre- un miracolo c'è stato, questo è un miracolo della musica, del lavoro, del-
dicatore che ci raccontava la generosità dei Benefattori. In breve: quello l'amore.

19
Un triste ricordo dell’infanzia
di Francesca Luzi
dolo con le lacrime agli occhi – io ancora quasi bambina – mi chie-
devo con meraviglia:”Ma anche i grandi piangono…? Di tutto questo
non dissi mai niente a nessuno. Lo zio Riccardo più volte mi aveva
detto:”Ti raccomando di non parlare di queste cose che ti dico e nem-
meno di avermi visto così triste, ti raccomando non parlare con nes-
suno. Te lo proibisco” Io come mi aveva detto con tanta afflizione e
autorità, non parlai mai con nessuno. Avevo quasi paura di riferire qual-
cosa. Come seppi che non era tornato a casa, con tutti i parenti e amici
mi sono messa a cercarlo con tanto amore e voglia di trovarlo. Attra-
versavo le maggesi e i filari di viti, quasi con la certezza di trovarlo e
di poterlo accompagnare a casa. Mentre correvo tra i filari, sudata e
assetata, di tanto in tanto allungavo una mano sui grappoli d’uva, per
strappare qualche chicco, che mi sembrava un po’ più maturo o meno
acerbo. Velocemente me lo mettevo in bocca, ma per il sapore acerbo
mi sembrava di succhiare un limone. Correvo e via via alzavo la
voce:”Riccardo! Riccardo! Riccar..” Ma nessun segno di risposta. Di-
cevo tra me:”potessi sentire la sua voce, potessi intravederlo” e in-
tanto mi avvicinavo a una casa dei miei parenti. Correvo veloce, la terra
lavorata di fresco, morbida, tratteneva i miei piedi e intanto i filari delle
viti, gli oppi che le sorreggevano, le piante di frutta me li vedevo quasi
un’immagine unica, come quando si intravedevano da un treno o da
una macchina in corsa. “Riccardo! Riccardo!” Continuavo a chiamare
con la voce sempre più affaticata per la corsa e per il troppo gridare.
Era l’agosto del 1954, cantava la cicala tra fronde arse di sete d’acqua
A tratti, nella corsa e nel gridare, mi passava per la testa il pensiero
che tardava a venire da un cielo tutto azzurro e senza tracce di nubi.
che Riccardo fosse morto e, intanto sentivo la stanchezza del troppo
Avevo nove anni, ma ricordo, nei particolari, quel che avvenne nella
correre e chiamare. Decisi di tornare indietro, entrata in casa dissi ai
mia casa, quel pomeriggio tanto afoso dell’estate sassoferratese.
miei parenti, che forse lo zio Riccardo era morto. I miei parenti non ce-
Mia madre era seduta accanto al tavolo della cucina, tutta sofferente
dettero, anzi presero le mie parole come quelle di una bambina che
per la calura appena mitigata da un soffio di venticello, che entrava da
non sa quello che dice. Dentro di me, l’idea che zio si fosse suicidato,
una finestra socchiusa. Mio padre era là, anche lui, in cerca di un po’
cominciava ad essere una certezza. Ero bambina si, ma riuscivo a ri-
di sollievo, in quella siesta tanto bruciante di sole e di luce. Rigagnoli
collegare questa fuga dello zio con quanto mi aveva detto con dispe-
di sudore gli segnavano la fronte scendendo sul viso e disperdendosi
razione nei nostri incontri, diciamo quasi segreti. Uscita di casa vidi
tra i peli della barba, non rasata da una buona settimana. Un rumore
molta gente che si era radunata davanti la porta della cantina; il si-
improvviso di passi frettolosi scosse la sonnolenza di mio padre e mia
lenzio era rotto da un bisbiglio. Tutti si aspettavano qualcosa di grave
madre. Poi due potenti bussi alla porta di casa. Corsi ad aprire chie-
accaduto a Riccardo. Non si sbagliavano. Infatti un amico di Riccardo,
dendo:”Chi è?” Una voce di donna risponde:”Sono io, zia Siria.” Tutta
forte, robusto, appena diede una spallata alla porta malandata della
presa da ansia continuava:”Riccardo, mio marito, è quii? Sono ore e ore
cantina, una scena tragica si presentò agli occhi della gente accorsa.
che lo cerco. Da una mattinata manca da casa!!!” Con tremore e pre-
Era là, Riccardo, sdraiato sul terriccio della cantina; tutto sanguinante
occupazione risposi:”No, qui non c’è. Qui non s’è visto!” Mentre ac-
e ormai privo di vita. Io, bambina, non avevo mai visto una scena così
cogliendo zia Siria le dicevo queste parole, non certo rassicuranti per
drammatica e triste. Non saprei dire se ero più presa dal terrore o dalla
lei, con la mente venivo ripensando, senza capirne il legame, ad un
curiosità di assistere a uno spettacolo tanto allucinante. Vedevo che il
certo discorso che lo zio Riccardo, mi disse in una giornata, che per lui
sangue rosso vermiglio gli usciva da una tempia e formava come un ri-
non doveva essere proprio tranquilla:”La vita è brutta. Vorrei proprio
gagnolo che sul terriccio scuro si andava allargando e formando come
morire. Il peso del lavoro mi schiaccia, non c’è più nessuna sicurezza.
una pozzanghera di sangue. Riccardo era là, steso sulla fredda terra;
Questi campi, che mi vedono e sentono tutto il giorno, a lavorare non
sembrava dormisse tranquillo e sereno, come abbandonato in un
danno frutti a sufficienza. Quel poco di pane che si guadagna bisogna
sogno. Forse non ha avuto paura della morte; forse la pensava come
dividerlo con il padrone. A che serve la vita, se non a piangere tutto il
un interminabile riposo, cullato dalle mani leggere e amorose di una
giorno?” Poi lo zio continuava a lamentarsi che i suoi figli non capi-
mamma. Tutti i familiari, i vicini accorsi osservavano il cadavere, si-
vano la situazione; mentre tutto andava così, loro cercavano, anzi pre-
lenziosi e sconcertati da quella scelta di morte che Riccardo aveva
tendevano avere una bella moto, vestiti di gran marca e tante altre
fatto, sicuro in un momento di smarrimento della ragione e del senti-
cose lussuose e quindi costose. “Non fanno che chiedere di divertirsi!
mento. Anche la zia Siria era accorsa; piangeva e baciava la fronte
Sempre più divertimenti! Vedi, non si accontentano mai!” Zio Riccardo
fredda di Riccardo. Risalita in casa prese un rosario; ritornò e compose
aveva una grande fiducia nei miei confronti. A volte lo vedevo pian-
le mani del povero defunto sul petto, con la corona tra le dita. I passi
gere! Vederlo così mi faceva veramente pena e compassione, veden-
della zia Siria lasciavano tracce di sangue sull’erba dell’aia antistante

20
la cantina e i suoi lamenti rompevano il silenzio; a volte il brusio della ma non riusciva a rendersi conto del motivo di tanta agitazione intorno
gente che addolorata commentava l’accaduto, rattristava ancora di più la casa.
la scena già tanto grigia e dolorosa e assurda. Al lato del corpo di Ric- Allora gridava, chiamava e nessuno rispondeva e si dava pensiero per
cardo steso sul terriccio, si vedeva la pistola usata per la triste opera- esaudire il suo desiderio di sapere, di rendersi conto di quanto era ac-
zione. Io ero là e osservavo la gente che in vario modo partecipava alla caduto, che certo doveva essere importante per muovere tanta gente,
scena. Con chi piangeva e commiserava la fine di Riccardo c’erano anzi forse doveva essere qualcosa di tragico e doveva riguardare la
anche i curiosi che si limitavano a dare un occhiata fredda e distaccata sua famiglia. Io vedevo e ascoltavo il povero vecchio e mi rendevo
al cadavere e allo stesso modo ai parenti. Io venivo pensando, mentre conto di quello che pensava e desiderava giustamente sapere. Non
guardavo il morto, ai discorsi fatti con me e in particolare venivo ri- avevo il coraggio di andargli a raccontare l’accaduto. Seppure con una
portando alla mente le tante volte che Riccardo mi aveva confidato di forte pena, non mi sono presa la responsabilità di esaudire il nonno
essere stanco della vita. I giovani figli di Riccardo erano pure là e tra tanto agitato. Il vecchio non ha saputo mai cosa era veramente acca-
i pianti accarezzavano il volto del padre pallido e smorto, quasi incre- duto al povero Riccardo, che pure era suo figlio e ne aveva diritto di co-
duli per l’accaduto. Guardandoli si poteva capire che nel segreto del noscere la triste fine. l nonno aveva avuto anche un figlio che morì
cuore si sforzassero di trovare i motivi di quella scelta del padre e se giovane lasciando tre figlie in tenera età, ma al tempo dell’accaduto
con la loro condotta, non sempre approvata dal padre, non fossero in ben mature di anni e di esperienza di vita. Questo fatto lo porto con me
qualche modo corresponsabili di tale fine. Erano presenti anche i ca- da tanti anni e ha costituito per me, allora bambina, un momento di ri-
rabinieri che si davano da fare con le parole, con gesti e operazioni flessione sul senso del vivere e del morire, insieme a un colpo al cuore
per stabilire le cause, le modalità della morte di Riccardo. Sopra il che l’ha reso capace di dominare il sentimento e di saper piangere di-
vocio della gente raccolta nella cantina e nell’aia, sentii una voce più nanzi a qualunque forma di dolore solo nell’anima. Come può avvenire
forte, era il nonno Fedele che, dall’alto del terrazzo, dov’era seduto col che un uomo si tolga la vita? Una oscurità misteriosa avvolge il gesto
mento appoggiato sulle mani raccolte sul bastone che lo sorreggeva in del suicida. Il suicida non è un superuomo, ma un uomo che ha perduto
equilibrio. Vedendo tanta gente presentiva qualcosa di straordinario, il senso della vita.

Soggiornare a Sassoferrato in B&B

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Gli scherzi di nonno Amedeo
di Vittorio e Mario Toni
attacca subito “bottone” con l’aspirante im- di oggi, non ci dimentichiamo che a Sasso-
bianchino:”... che bella giornata! Come mai ferrato esistevano 29 osterie, è come se oggi
da queste parti? Dove lavorate? Che nova ci fossero 29 bar, 29 pub, 29 stazioni radio,
c’è?” Lui, più sbrigativo, gli racconta con due 29 siti internet. Allora, gli avventori, tra una
parole il motivo della venuta e dopo aver or- bicchierata e l’altra, facevano conversazioni
dinato e mangiato del pane con due sardelle raccontandosi di tutto e di più. Insomma, ci
e soprattutto bevuto mezzo litro di vino, va si divertiva anche così.
per pagare, ma dalla tasca gli cade inavver- Alla prossima! Ma aspettatevi pure il con-
titamente la nota dei colori. Quando poi, è lì trario, cioè sarà Amedeo che subirà scherzi,
all’emporio, non trovandosi la nota Righetta perché… chi la fa l’aspetti. Inoltre, sempre
lo rimanda da Amedeo, sicura che solo lì po- per ravvivare la monotonia dei tempi acca-
teva averla persa. Infatti, poco dopo, “guarda deva che tra l’oste Amedeo e il farmacista
caso” la ritrova. Nel frattempo, però, Ame- Dott. Mario Poeti ci fosse una complicità re-
deo, approfittando del fatto che Checco non ciproca : capitava che un contadino, recan-
sapeva leggere, aveva provveduto a modifi- dosi in farmacia - luogo dove si entrava
carla, aggiungendo ai quantitativi stabiliti sempre in punta di piedi e col cappello in
uno zero, cosicché, anziché prendere un chilo mano -, chiedesse una medicina che il “Sor
di polvere di colore celeste, per sfumare il Mario” non poteva preparare, allora (con aria
Erano giorni d’estate degli anni ’30 quando cielo della canonica, ne prese dieci, anziché seriosa che solo lui sapeva fare) lo mandava
“Gioannino de Cavaliero” manda il suo aiu- prendere un un chilo di giallo, per marcare la da Amedeo lì, in cima alla salita, il quale
tante “Checco del Canterino” a prendere i co- tonalità delle cappelle, ne prese dieci e così Amedeo, con rammarico gli comunicava con
lori per dipingere la canonica di San via. Praticamente svuotò il negozio di tutti i altrettanta faccia scansonata di averla ter-
Giovanni. L’aiutante, aspirante/imbianchino, colori tanto che fu necessario fare ritorno a minata poco prima (mi dispiace buon uomo
con la nota della spesa, parte a piedi per il San Gianni con la cariola. Potete immaginare ma i sulfamidici l’ho finiti 5 minuti fa). Poi
Castello a Sassoferrato. Arrivato a destina- come questo poveraccio arrivò a destina- Amedeo, per non essere da meno, a sua
zione, era normale che prima di passare al- zione, sotto il sole di luglio, fradicio di sudore volta indirizzava all’amico farmacista qualche
l’emporio di Righetta (supermercato o, se per di più assalito da tutti gli improperi di sprovveduto avventore che magari ordinava
vogliamo, centro commerciale di allora), si fa- Gioannino che, dopo un breve interrogatorio, una porzione di “ceci cottori” piatto che in
cesse una colazione all’Osteria del Gallo, ti- capì che solo l’amico Amedeo poteva avergli quel giorno non veniva cucinato. Insomma si
pica locanda con mescita di vino, generi tirato questo “pesante”scherzo. Come si trovavano su “scherzi a parte”? Su “Amici
alimentari e cucina, di Amedeo. Amedeo, a aveva poi notizia di questi scherzi? Anche se miei”? Decidete voi. Si stava peggio, ma si
cui più che vendere piaceva chiacchierare, allora non c’erano i mezzi di comunicazione viveva meglio.

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Fotogiornalismo e Arte
Massimo Bardelli - BFI - Delegato FIAF Regione Marche
Un grande fotografo contemporaneo, quello
che si può definire uno dei grandi fotoreporter
viventi, Gianni Berengo Gardin, ama dire che
le fotografie non sono opere, ma testimo-
nianze: “le mie foto sono racconti delle cose
che ho visto”. Il mito per eccellenza Henri Car-
tier-Bresson ha scritto: “La macchina foto-
grafica è per me un blocco di schizzi, lo
strumento dell’intuito e della spontaneità, il
detentore dell’attimo…” Questa breve intro-
duzione, per rafforzare la tesi dell’importanza
della fotografia come documentazione sto-
rica.
Documentare un momento, un’espressione,
un’azione che a distanza di tempo ricondur-
ranno il pensiero, immediatamente, ad un
dato periodo, ad un avvenimento, ad un pre-
ciso istante che, magari, ha segnato il mondo, del proprio tempo; forse non raggiungeranno Henri Cartier –Bresson: “Fotografare è tratte-
questo è lo scopo principale di un bravo foto- le vette dei loro miti, le loro immagini non nere il respiro quando tutte le nostre facoltà
reporter. Raccontare con immagini quello che avranno la forza di quelle dei maestri del fo- convergono per captare la realtà fugace; a
si vede. “Il miliziano che cade” del grande fo- togiornalismo, però saranno, certamente, una questo punto l’immagine catturata diviene
tografo Robert Capa è la testimonianza di un traccia, una documentazione ugualmente im- una grande gioia fisica e intellettuale.”
momento storico, è diventato un simbolo per- portante. Una ricchezza per il paese che della
ché aveva una grande potenza espressiva. Per Foto sotto: da sin.: Bertini, Benedetti, Rosa, Maio-
propria storia e cultura vuole fare tesoro. latesi, Riccardi, Renzaglia, Rossi, Lunardi. Una de-
il fotoreporter le fotografie hanno come de- A loro, e a tutti quelli che premono il pulsante scrizione completa della fotografia è consultabile
stinazione naturale le pagine di un giornale, di scatto di una macchina fotografica, auguro presso la pag.:
di un settimanale, o di un libro, ora sempre di di poter provare le sensazioni descritte da http://www.sassoferrato.tv/page43/page43.html
più le pagine di internet.
Sono testimonianze, raccon-
tano quello che il fotografo
vede. Secondo alcuni una fo-
tografia di reportage potrà
essere giudicata come
un’opera d’arte solo a poste-
riori, solo passata l’emozione
del momento si potrà dare un
giudizio estetico. Immagini
che rimangono testimo-
nianza, il che non vieta, co-
munque, a grandi musei,
come il MoMa di New York
o il Getty Museum, di inte-
ressarsi a fotografie di re-
porter. Sono tanti gli
appassionati che, affascinati
dai lavori dei maestri, cer-
cano di creare un proprio lin-
guaggio fotografico e di
raccontare per immagini la
loro realtà, o meglio quello
che loro vedono. Diventano
così, a loro volta, testimoni
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Tornando a casa
L. Pierce Carson
Il giornalista americano L. Pierce Carson ha dell’Adriatico. Siamo scesi a Fabriano dove ab-
scritto per il sito internet americano “The Napa biamo successivamente incontrato alcuni cugini
Valley REGISTER.com” e per la nostra Rivista il di Julie.
seguente articolo dove racconta la storia di Julie Durante le 2 ore e mezzo di viaggio ho appreso
Santi Prince, nata a Casacaggioni (Sassoferrato) che questa piccola energica bionda che avevo
e poi emigrata in California, divenendo la Per- conosciuto al Mondavi Winery era Giuliana
Giuliana Santi Prince
sonal Assistant della prestigiosa famiglia di Ro- Santi, nata a Casacaggioni, una piccola frazione
bert Mondavi, anch’esso di origini in collina alla periferia di Sassoferrato. Sembra davi a Charles Krug (California) è così che mia
sassoferratesi in quanto figlio di Cesare Mon- ironico che lei si sia trovata a lavorare presso madre fu invitata a venire a Napa Valley con la
davi, nostro compaesano emigrato negli USA l’Azienda di Robert Mondavi anch’esso figlio di promessa di lavoro”. Questa dell’estate 2007 è
oltre cento anni fa. genitori nati a Sassoferrato”. Julie racconta di stata la quarta volta che Julie ha fatto visita a
Cesare e i suoi figli (Robert e Peter) crearono a provenire da una famiglia di contadini, suo padre Sassoferrato. Abbiamo avuto non solo i suoi pa-
Napa Valley (California) l’azienda vinicola Alfredo lavorò poi nella miniera di zolfo di Ca- renti a guidarci in un giro turistico per la regione
“Mondavi Winery”, oggi tra le più importanti e bernardi. Incontrò la sua futura moglie quando ma anche Rita ed Umberto Ballanti, molto di-
famose di tutta l’America. (R.M.N.) aveva ancora sei anni che viveva nella porta ac- sponibili e ottimi conoscitori di Sassoferrato e
canto lì a Casacaggioni; dintorni. I luoghi visitati sono stati numerosi ma,
frequentava anche la poiché mi occupo professionalmente di cibo e di
stessa scuola, formata vino, desidero ricordarne qui uno, la Farroteca di
da più classi, tutti in- Lea Luzi a S.Lorenzo vicino Pergola, un posto
sieme in un’unica semplice dove abbiamo assaggiato ottimi piatti
stanza. A causa di av- tutti a base di farro, e bevuto in maniera deli-
venimenti verificatesi ziosa.
prima e durante la II La cittadina di Sassoferrato conta attualmente
Guerra Mondiale, la circa 8000 abitanti, la metà di quella che era
vita quotidiana, anche prima della migrazione di massa verso altri paesi
per i contadini, venne europei e verso il nuovo mondo negli anni ‘50.
sconvolta e così anche i Sassoferrato è a circa 50 km dall’Adriatico sulle
loro progetti di matrimo- dolci colline a ridosso dell’Appennino, nei pressi
nio, perché poi, Alfredo dell’antica città Romana Sentinum e vicino al
Santi, venne mandato in confine con l’Umbria. Un castello (La Rocca) re-
L. P. Carson con R. Ballanti, P. Stefano. L. Luzi, e i coniugi Massoli-Novelli Etiopia per i noti piani di staurato fu eretto nel 14t° secolo. I suoi prodotti
Mussolini. Al suo ri- agricoli principali sono i cereali, fra cui l’antico
Thomas Wolfe scrisse che non si deve ritornare torno in Italia nel 1937 i suoi genitori si sposa- farro, carne bovina e ovina, miele e dai vigneti
sul luogo di nascita se non da anziani: invece rono avendo ricevuto dal nonno, come dote, la non lontani si produce vino pregiato, Verdicchio
Julie è già ritornata più volte nel suo originario casa di campagna. La famiglia Santi ha avuto 4 dei colli di Jesi e Lacrima di Morro d’Alba.
territorio di Sassoferrato, pittoresco paese delle figli ma un maschio morì quando Julie aveva I paesani sono orgogliosi della loro eredità e il
colline marchigiane. solo un anno. Julie ricorda lunghe e quotidiane Sindaco Luigi Rinaldi (eletto per la terza volta), ex
Nel suo precedente viaggio, Julie si fece ac- camminate di 3 km su e giù dalla collina alla val- membro del Parlamento Italiano, sottolinea che
compagnare da sua figlia e suo nipote per far lata per andare alla vecchia scuola. Ricorda inol- la cosiddetta “Battaglia delle Nazioni” ebbe
loro conoscere le proprie origini, in una regione tre che tutti i sabato sera, anche con la neve tutti luogo a Sentinum nel 295 a.c. dove i romani
che era una volta abitata da soli contadini e mi- i paesani attraversavano la valle e un piccolo sconfissero una coalizione di Sanniti, Etruschi,
natori. Infatti i genitori di Julie emigrarono in fiume per incontrare amici e vicini alla sala da Umbri e Galli. Roma così proseguì l’unificazione
USA nella metà degli anni ‘50, dopo la chiusura ballo presso la Fornace vicino casa. Il trasferi- dell’Impero nell’Italia Centrale e l’area divenne
della miniera di zolfo di Cabernardi, miniera che mento avveniva sempre in gruppo e gli uomini crocevia e importante centro di commercio. Que-
dava loro il necessario per vivere. Entrambi i ge- lo precedevano e lo chiudevano illuminando il ste notizie ci sono state fornite durante la visita
nitori trovarono lavoro presso l’industria del vino percorso con lanterne a carburo in modo da non al locale nuovo Museo Archeologico, nonché al-
nel Napa Walley (California ), una strada seguita perdersi. I problemi del dopoguerra vennero al l’altrettanto nuovo Museo Rurale delle Tradizioni
anche da Julie divenuta Personal Assistant di pettine negli anni ’50. Sarà la chiusura della mi- Popolari. È stato in quest’ultimo che abbiamo
Margrit Biever e Robert Mondavi nella loro im- niera ad indurre la famiglia ad abbandonare la esaminato dalle vecchie cucine (i cui fornelli si-
portante azienda vinicola. In agosto dello scorso loro difficile vita per andare verso la promessa tuati nel sottofinestra) ai più rudimentali stru-
anno ho incontrato Julie a Roma, prima di pren- del nuovo mondo. “ Mio padre aveva un cugino, menti agricoli, per circa 8000 oggetti che
dere il treno per Ancona, una città industriale certo Amerigo Mondavi, nipote di Cesare Mon- raccontano la storia di Sassoferrato.

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Julie Prince ha detto che ognuno dei suoi viaggi
a casa ha fornito sempre delle prospettive di- A Sassoferrato Sassoferrato
verse. “ Sono così orgogliosa che le persone di Passano per la mente i pensieri, Sassoferrato lo ricordo sempre!
Sassoferrato abbiano compiuto così tanto, spe- testimoni di bisogni ed esperienze, Terra degli avi miei, dolce mia patria,
cialmente nei campi dell’arte e della cultura. che dei suoi monti ha le robuste tempre,
mentre percorro queste strade.
Esse hanno fatto molta strada quando sono par- dal Cucco, al Corno, allo Strega ed al Catria:
tita: eppure non sono viziate dal successo e con- Le valli e i boschi cedui,
mentre da quelli scendono i suoi fiumi,
ducono ancora una vita semplice”. Insieme ai di stagione in stagione,
il Sanguirone, triste, ed il Sentino,
suoi parenti Prince ha fatto visita alla miniera si rivestono di colori.
dove il padre lavorò duramente per molti anni. tra scogli e boschi e campi verdi e dumi,
Metamorfosi delle stagioni
Era la prima volta che visitava la dismessa mi- e la Marena, all’incrocio vicino.
Passate sui boschi In basso, il Borgo cresce; ma il Castello
niera di zolfo di Cabernardi ed il piccolo museo
allestito in una ex scuola statale. Abbiamo esa- e sulle nostre vite, domina in alto con l’austera Rocca,
minato attrezzi di lavoro rudimentali e fotografie sul carpino nero, sull’acero, sul- mentre su Chiese rendono più bello
di coloro che hanno lavorato nel profondo della l’orno il panorama, e da ogni torre scocca
terra ed improvviso Julie trovò una foto di un e sui querceti delle colline alte. l’onda sonora di robusta voce:
gruppo di lavoratori tra cui suo padre, Alfredo; San Pietro, San Francesco e poi la Pace,
L’anima mia curiosa e inquieta,
allora ci siamo raccolti commossi intorno a que-
di questi spazi Santa Maria del Piano e Santa Croce,
sto ritrovamento per ricordare ognuno l’impor-
tanza delle radici della propria vita. conosce, ormai, cantano insieme: echeggia la vivace
Giuliana Santi Prince al termine di queste emo- ogni palpitare multipla schiera d’altri bronzi sagri,
zionanti visite, sorridendo e rivolgendosi a sua San Facondino il nuovo campanile,
e il susseguirsi delle forme.
nipote disse : “credo, si sia trattata per me, di col tempio nuovo, attende:
un’altra vita”. - Non sian magri
M’intrica sempre e
i contributi tuoi, popol gentile ! –
m’aggroviglia l’agro sentinate, Da nord a sud, da occidente ad oriente,
Sera
la storia e la cultura di questa terra per valli e poggi s’apre sua campagna,
Scendono a sera le nebbie
dove sembra, ancor oggi, feconda, od assai grama, alla semente,
su questi miei tetti,
su queste case, tutto immutato. da Casalvento al Cerro a la Castagna.
su queste chiese trecentesche Passata l’onda barbarica, Rivedo i bei paesi lungo il monte,
di cui nessuno ricorda il nome innocente del tuo declino, Baruccio, Castiglione, Venatura,
ed un senso e ancora avanti dicono di alla mia vecchia casa alti di fronte,
di lieve malinconia insediamenti, di uomini, e, dietro, Monterosso e ogni altra Cura.
invade i vicoli semibui i primi su queste terre, Ripenso soprattutto al nido amico,
dove il tempo con la Chiesina che il nonno vi fè,
e l’età di Roma, finita con te,
ne ha lambito le pietre là dove nacqui e crebbi, Canderico,
con lingue di fuoco. umbra Sentinum,
e alla casa dei morti a Camporè.
Passano a due a due risorta sui monti dove
Ma la gloria più bella e sempre viva
i ragazzi… ripensando al tempo passato è quella dei suoi Santi, e dei migliori
parlando forte ripararon le genti, altri suoi figli: il Cardinale Oliva,
ed i loro visi s’illuminano castro Saxiferrati, Ugo patrono, e i fulgidi splendori
alla fioca luce terra di Bernardino conte dei Francescani Martiri in Marocco,
dei lampioni
che sul discreto Sentino a Bartolo giurista, e il Collenuccio,
di questo mio borgo remoto
in alto alzò il Castello. e gli Agabiti e il Salvi….
color del tempo.
In un sol blocco
La sera qui
Anche dei tuoi uomini illustri essi e tant’altri chiudere, mi cruccio:
è una cantilena opprimente
che non sa, né vede, le vicende m’hanno preso, ma ridirli non posso ad uno ad uno,
né immagina, né cerca, perché molti. Pei cari Sentinati
che ora, nomade, mi portano
né ricorda, né piange, d’oggi e domani i voti miei raduno:
a scorrere queste colline
né chiama… Imitino i lor Grandi, e sian beati !
dalla mia Urbino.
né mi capisce.
Giuseppe Franciolini
Antonio Cerquarelli Vitaliano Angelini Vescovo di Cortona

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Le lettere dei nostri soci
Dal Massachusetts Sono nata a Sassoferrato (il 14-04-1928), tre- nipoti e le loro famiglie. Purtroppo non ci sono
Vengo da una famiglia vissuta per generazioni dicesima figlia di Rinaldo Pesciarelli e di Er- più quelli che conoscevo e che mi hanno visto
a Coldellanoce, dove io sono nato nel 1944. mentina Sergiacomi. I miei primi vent’anni sono crescere, ma ritrovo la mia maestra, Lina Luzi,
A tredici anni, con mia madre Santa abbiamo trascorsi a Sassoferrato tra il Borgo e il Ca- che alla bella età di 90 anni, è ancora attiva e
raggiunto mio padre Nazzareno, già emigrato stello, il 25 dicembre del 1952 mi sono sposata conserva una lucida memoria. Tanti bei ricordi
nella Cattedrale di San Pietro - Parroco Don Do- conservo di Sassoferrato dove sono stata im-
menico Becchetti – con Enrico Acerbi di San- pegnata per 15 anni nel mio lavoro di inse-
severino Marche la cui famiglia era già dal gnante. Ho davanti i volti di tutti i miei alunni,
1925 in Valle d’Aosta. Mi sono trasferita ad ho in mente tutti i loro nomi. Ciascuno di noi ha
Aosta in seguito al matrimonio, ho avuto due un sogno. Il mio è quello di poter trascorrere
figli, Antonella e Paolo, purtroppo sono rima- ancora per lunghi anni alcuni mesi nel mio
sta vedova nel ’71 ma ce l’ho fatta ugualmente paese.
ed ora entrambi sono da molti anni laureati e Cordiali saluti.
sistemati. Dal 2001 mi sono trasferita a Pe- Giuseppina Arani
schiera Borromeo per avvicinarmi a mia figlia
(perché, se avrete fatto un rapido calcolo, ca- Da Arezzo
negli Stati Uniti. Prestato il servizio militare nel- pirete che tra 2 mesi compirò 80 anni! Se Dio Sono figlia del dr. Ubaldo Fanucci, stimato me-
l’esercito degli Stati Uniti, mi sono specializ- lo vorrà). Ho due belle nipoti che assomigliano dico condotto di Sassoferrato... ho magnifici ri-
zato in design per la finitura di interni della tutto alla nonna. Vi ringrazio per la documen- cordi di Sassoferrato, come Mara, Celestina,
casa, ed ho creato una azienda per la produ- tazione ed il DVD inviatomi che ho trovato stu- Patrizia, Maura del Castello; Leonella, Fiorella,
zione di cucine personalizzate di alta qualità e pendo. Un abbraccio a tutti i Sassoferratesi soci Rosalba, Bernadetta, Enrica, Sergio, Maurizio,
lo studio di ambientazioni per interni; ora ge- e non. Fabrizio e tanti altri fino alla mitica Tiziana giù
stisco questa attività insieme con mio fratello Contraccambio un Buon Anno al Borgo. Scuole medie a Sasso, poi il Liceo a
Franckie, nato qui in America. La nostra Giuseppina Pesciarelli Acerbi Fabriano, l’Università a Perugia. Primo lavoro a
azienda è certificata e la nostra produzione è Sasso presso la farmacia Vianelli con l’indi-
stata premiata più volte in mostre specializ- menticabile Dora. Poi Arezzo... Aderisco con
zate. Ricevere la vostra meravigliosa rivista Da Soleuvre (Luxembourg) piacere all’Associazione e ringrazio per avermi
“Sassoferrato mia” mi ha riportato indietro Cara Associazione, contattato. Resto in attesa di ulteriori notizie.
negli anni e l’ho letta con commozione, ricor- devo congratularmi per la bella iniziativa di Mariella Fanucci
dando il paese dovo sono nato, i miei parenti e aver pensato ai sassoferratesi “sparsi” nel
gli amici della mia fanciullezza. mondo. Leggo con piacere la rivista che mi fa ri- Da Impruneta (Firenze)
Ho rivisto alcune volte il mio paese natale e vivere luoghi e usi della nostra terra lontana e Caro Benedetti, ho aderito con entusiasmo alla
l’ho fatto conoscere anche a mio fratello e ai ricordare persone conosciute. Io, nel 1962 sono vostra iniziativa”……… segue un interes-
nostri figli, purtroppo sono passati parecchi andata a vivere in Lussemburgo dove i miei ge- sante curriculum della sua vita professionale
anni dall’ultima visita e non so quando potrò ri- nitori e mio fratello erano emigrati alcuni anni come medico condotto prestata fuori della no-
tornare ancora. Vi invio alcune foto di me e mio prima. Vivevamo a Differdange e lì ho inse- stra terra, dopo aver trascorso a Sassoferrato il
fratello, e della nostra ditta. Non dimenticate di gnato per otto anni l’italiano ai figli dei nostri periodo che lui definisce il più bello, quello
mandarmi il prossimo numero di “Sassoferrato emigrati. E’ stata un’esperienza unica: tantis- della giovinezza. Ci rivolge due richieste, la
mia”. simi piccoli italiani con un grande desiderio di prima di non dimenticare fra i sassoferratesi il-
P.S. Chissà se vi sarà possibile pubblicare sulla apprendere la nostra bella lingua, di conoscere lustri che non ci sono più l’on.le Albertino Ca-
vostra rivista una foto di Coldellanoce, mi pia- la nostra cultura e la regione di provenienza dei stellucci e il generale Ugo Salvioni; consigli che
cerebbe tanto esporla e far conoscere a tutti i loro genitori. questa Associazione prenderà in dovuta consi-
miei clienti e conoscenti il paese dove sono le Sono rientrata in Italia nel 1970, poi nel 1996 derazione.
mie radici! sono tornata in Lussemburgo ed ora abito a So- La seconda consiste nell inviare un affettuo-
Curio Nataloni leuvre. Gli italiani hanno dato tanto al paese sissimo saluto al nostro vice presidente prof.
che li ospita, hanno diffuso la loro cultura:cu- Raniero Massoli – Novelli, ricordandolo come
Da Peschiera Borromeo (Milano) cina, arte, musica e hanno cercato di integrarsi “il piccolo Rani che sgambettava sul prato della
Carissimi, nella società lussemburghese, ma integrazione Rocca”, negli anni della seconda Guerra mon-
che piacere rivedere i luoghi della mia gio- non vuol dire dimenticare le proprie radici. An- diale . Conclude auspicando di essere a Sasso
ventù, aderisco molto volentieri all’Associa- ch’io sono molto legata al mio paese: Monte- quanto prima e confida in un incontro perso-
zione che mi è stata presentata da Mario e rosso. E’ lì che sono nata, cresciuta, ho nale con il nostro presidente dott. Timoteo Be-
Vittorio Toni, amici da moltissimi anni. trascorso la fanciullezza, ho coltivato le mie nedetti.
Vi invio alcune notizie sulla mia vita. amicizie e ogni anno vi torno con mio fratello, Manrico Gabriele

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Posta aerea Dal Wisconsin
Ci perviene una simpatica riflessione del nostro Egr. direttore della Rivista “Sassoferratesi nel Mondo”, grazie per avermi inviato questa bella foto
Biagio Marini, noto ed apprezzato presentatore
del Premio Monte Strega: “ porto sempre nella Foto R. Massoli-Novelli
mia borsa “qualcosa” che mi tenga stretta-
mente legato a questa nostra strana, com-
plessa, dispersa e sperduta, lenta...
Sassoferrato “. Biagio ci ricorda così a lunga di-
stanza da casa, nei suoi frequenti viaggi di la-

di Sassoferrato con il ponte della ferrovia.


voro in giro per il mondo. “In questo viaggio,
Mio padre è nato là oltre il ponte dei Felcioni e lavorava presso la Fornace di mattoni di fami-
quel “qualcosa”, è la rivista Sassoferrato mia,
glia, situata proprio sotto le prime arcate di quel ponte della ferrovia.
che leggo e di cui centellino la lettura per farne
Lui, Sebastiano (Charly ) partì per l’America i primi anni del ‘900; era il più grande di otto figli
economia affinché mi accompagni il più possi-
bile durante le trasferte. Qualche volta cerco di (Sebastiano, Pietro, Dante, Adalgisa, Rina, Guido, Aminto e Nina), tre dei quali emigrati negli USA
coinvolgere colleghi o sconosciuti viaggiatori (Sebastiano, zio Guido e zia Rina) nei primi anni del secolo scorso. I primi anni per lui furono dif-
per farli entrare in questa speciale atmosfera ficili per diversi motivi ma poi riuscì ad inserirsi nel difficile tessuto della società americana,
che a tanta distanza da casa fa apparire il mio prima, lavorando nel commercio quando aprì un negozio di tessuti, poi, trovando occupazione
paese un gigante...
Dall’interno delle sue mura siamo tutti molto
critici e io sono tra questi, ma fuori delle mura,
dell’Arco de Minne, la prospettiva è diversa. Lo
si apprezza di più, anzi manca...
Ne ho avuto la conferma quando ho letto nel-
l’ultima rivista la lettera di Edmund Paoloni,
nato negli USA ma figlio di nostri. emigranti,
che con poche righe ha sintetizzato quanto sia
forte l’attrazione verso le proprie origini. Come
pure l’altro articolo, sulla famiglia Morbidelli
emigrata in Brasile all’inizio del Novecento e
che con istintiva passione è venuta a cercare le
proprie radici tra i casolari sparsi ma sempre ac-
coglienti delle nostre colline marchigiane. Gra-
zie a voi e alla redazione per la capacità di
trasmettere anche a noi residenti queste stra-
ordinarie emozioni dalle pagine di Sassoferrato
mia che ha riaperto il dialogo e valorizza i Sas-
soferratesi nel Mondo. Conclude Biagio Marini
“l’augurio, che personalmente penso sia una come dipendente e poi direttore di un Ufficio Postale.
certezza, è che la sua diffusione raggiunga i più Non tornò più a Sassoferrato solo perché i trasferimenti di allora non erano quelli di oggi. La sua
remoti angoli del pianeta, dove in tempi lontani storia, i suoi ricordi, le sue origini sono state trasmesse a noi figli, come è stata trasmessa la lin-
e recenti si sono stabiliti tanti nostri conterranei, gua italiana che io amo parlare. Io sono nato in America ma le mie origini sono queste, anche
portando nel cuore le proprie origini, nella spe- mia madre proviene dall’Italia, da Fossato di Vico a pochi chilometri da Sassoferrato.
ranza almeno di un loro riflusso attraverso le te- Durante la mia vita mi sono occupato di marketing presso un’industria casearia italiana Sartori
stimonianze di esperienze e di ricordi. Foods. Sono venuto a Sassoferrato diverse volte e sempre con grande entusiasmo; non so se
Lunga vita all’Associazione SASSOFERRATESI hanno influito le mie origini, ma quei viaggi li porto sempre con me e li considero i ricordi più belli.
nel MONDO”. Complimenti, la Sua Rivista, le immagini, le storie dei Sassoferratesi nel Mondo mi emozionano.
Biagio Marini Dante Camilli

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In ricordo dei nostri soci...
Sauro Ippoliti poesia nell'antologia "In fra lo guerra, quando lo scultore Car- Robert Mondavi
(Sassoferrato 1921 - Cupramon- sasso e il ferro" edito dal centro lino Canestrari lo scelse per al- Robert Mondavi si è spento il 16
tana 2008) Baldassarre Olimpo degli Ales- cuni lavori come suo modello, per maggio 2008 all’età di 94 anni
sandri celebrandolo anche come i lineamenti del viso. Gli studi più nella sua casa in California. La no-
socio dell'associazione "Sasso- impegnativi a Fabriano dove i più
ferratesi nel mondo" fortunati andavano felicemente
Saluti Gianni in littorina. Arriva il momento di
lasciare Sassoferrato come tanti,
e lui si trasferisce al nord. Era
Addio dolce paese soddisfatto di lavorare a Brescia
di Sauro Ippoliti dove si sposa e crea una bella fa-
miglia. Lavora come Ispettore al-
Addio dolce paese
l’ENPI per tanti anni, impegno
mia terra
condotto seriamente com’era nel
chiara di voci
suo DNA e di tanti marchigiani
mattutine di torrenti
come lui formatisi in quel conte- stra Associazione aveva già deli-
di limpidi orizzonti
sto con genitori buoni ma severi, berato l’assegnazione a Robert del
che s’incendiano al fuoco
come severi erano i tempi. Tutti Premio Monte Strega 2008, che
Da sinistra: Franco Ragni, Armando
di levante.
gli amici lasciati alla fine degli ora verrà conferito alla memoria. Il
Faggioni e Sauro Ippoliti. Addio piazza del Borgo
anni ’50 li ritroverà immancabil- nostro Presidente, Timoteo Bene-
antica di memorie
A Sassoferrato ha trascorso con mente a Sassoferrato ogni anno detti, ha dato comunicazione di ciò
e tu
la sua famiglia l'infanzia e la gio- quando in estate ritornerà, con nella lettera di condoglianze in-
candido cimitero
ventù, imparando ad amare pro- entusiasmo, a trascorrere le viata alla famiglia, invitando la si-
sopra il colle
fondamente il suo paese ferie. Lui, amico di tutti, amante gnora Margrit Mondavi ed altri
che consoli di attesa
d'origine e creando una imma- della compagnia, dei ritrovi, familiari ad intervenire alla ceri-
l’ignudo esilio.
gine di sé gioiosa e comunica- pochi stravizi, qualche partita a monia di conferimento del Premio
Sempre mi torni
tiva. Temperamento solare, il suo biliardo o a carte presso l’incor- il 23 agosto prossimo. Ha assicu-
che mia madre aspetta
sorriso e la sua proverbiale di- ruttibile bar del Gringo. Molte rato la sua presenza alla cerimonia
di rimboccarmi
sponibilità lo hanno poi caratte- serate ad ascoltare la musica e il giornalista Pierce Carson del
prodigo giaciglio
rizzato nell'esercizio della cantare qualche romantica can- Napa Valley Register, amico da
ove da tanto tempo
professione Medica cui ha dedi- zone con Marcello, Grazia e Ser- sempre della famiglia Mondavi e
cato la sua vita con vera pas-
non riposo.
gio, Graziella, Gigetto e Maria, di Robert, del quale ha sempre do-
sione, prima a Maiolati Spontini Franco e Teresa, Lolita e Vera, cumentato nei suoi articoli e scritti
successivamente a Cupramon- Rani e Marisella, Marina e Mas- i momenti salienti dell’attività
tana. Ha mantenuto un profondo Enrico Benedetti
simo, Giuliana, Antonello e Ste- pubblica e privata ed esaltato
attaccamento al paese natio, fania, Emilio, Claudia e tanti eventi particolarmente significa-
dove tornava volentieri anche per altri. Il terremoto del ’97 gli farà tivi della sua vita, come il conferi-
far visita all'amata sorella. Col- perdere temporaneamente la mento della “Legione d’onore” da
pito da una tragedia familiare che casa delle vacanze a Sasso ma parte della Repubblica Francese.
segnerà dolorosamente la sua non l’attaccamento alla sua Questo ritorno di Pierce Carson fa
vita, ha cercato di alleviare il suo gente e al suo tanto amato
animo nella passione per lo sport seguito al suo breve soggiorno a
paese. Era molto orgoglioso di Sassoferrato nell’estate 2007 in
e per la poesia. Ha amato e se- appartenere alla nostra Associa-
guito come dirigente sportivo, ma compagnia di un’altra nostra con-
zione e condivideva tutte le no- cittadina emigrata in California,
certamente la poesia ha consen- stre iniziative. Se ne è andato un
tito di esprimere più efficace- Giuliana Santi Prince, che ritornava
buon amico, a Brescia il 2 feb- a rivedere i parenti ed i luoghi della
mente i suoi sentimenti braio di quest’anno, ma non il suo
aiutandolo a liberare il suo animo Era un “ragazzo” del ’36. Molti sua infanzia. Di questo suo breve
indimenticabile ricordo. Ciao Ri- soggiorno a Sassoferrato Pierce
ricco e sensibile. Sassoferrato ri- erano gli amici, quasi tutti della
ghetto a nome di tutti noi. ha poi pubblicato un simpatico, gu-
corda con grande affetto e rico- stessa età, che formavano il
noscenza questo suo illustre gruppo del “Castello”. Era poco Vittorio Toni stoso e ricco reportage sul Napa
concittadino accogliendo una sua più che bambino negli anni della Valley Register.

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Correva l’anno...

Maiolatesi, Gioacchini, Porfiri,Rossi, Cipriani (arch. Porfiri) Pesciarelli, Caldarigi, Boldrini

Gioacchini, Cantimori, ? ,Amori, Toni, Porfiri (arch. Porfiri) Gita parrocchiale a La Verna (arch. Porfiri)

Al Bar Cesauri di Sassoferrato Agostini- Ferretti, Amori, Lunardi, Artegiani

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Raimondo Rossi
Raimondo Rossi è il ceramista che ha creato trarrà ispirazione per la sua minirivista Prima
per l’Associazione la scultura rappresentativa del Vischio (1981-2007), 22 plaquet-
del Premio Monte Strega (maiolica policroma tes, Stamperia GF di Urbino. Collabora con
cm. 30 x 18). E’ nato a Urbania (1939) dove l’editore d’arte Fabrizio Mugnaini di Scan-
vive ed opera. Nella vita ha insegnato lettere, dicci.
dopo essersi laureato con il magnifico rettore Ha partecipato con una ceramica policroma,
dell’Università di Urbino, Carlo Bo, sul Jour- Angelo, alla Mostra d’arte sacra “Chi cer-
nal de voyage di Montaigne. cate?” di Senigallia, 1989. Sue opere sono
Non poco influirà su di lui il clima artistico ur- state donate alla Calcografia Nacional Real
binate e il fermento culturale della prestigiosa Academia di San Fernandez di Spagna e alla
Scuola del Libro. In Urbania diventa allievo Fondazione il Pellicano di Trasanni di Urbino.
dell’artista ceramista Federico Melis che
dirige la fabbrica Metauro. Le sue prime
ceramiche sono del 1958. Espone
nel 1967 nella Galleria Montefel-
tro di Urbania. Studia musica,
pratica pianoforte e organo,
pubblica numerose ricerche
sugli organi antichi della
valle del Metauro. Con l’edi-
tore Brenno Bucciarelli
espone i disegni sull’Inaugura-
zione del pontificato di Giovanni
Paolo II, in Roma, nella Saletta della
Libreria Editrice Vaticana, in Piazza San Pie-
tro, e nel 1984 presso i testi biblici per il Mes- Bozzetto di R. Rossi per la ceramica del Premio
salino domenicale, edito dalla Libreria Editrice Monte Strega
Vaticana. Arrigo Bugiani di Pisa lo chiama a Ha tenuto mostre a Wolfsburg (1982), Kla-
collaborare nei libretti di Mal’Aria, da cui genfurt (1995 e 1997), Digione (1998). E’
amico di poeti e scrittori con i quali ha colla-
borato in molte edizioni d’arte. Nel luglio del
2004 ha tenuto una mostra di ceramica, An-
geli in Rassegna (2000-2004), nel lambito
della XXIV Mostra Mercato Nazionale d’Anti-
quariato di Pennabilli, a cura di Gastone
Mosci e Gianfranco Giannini; nell’agosto del
2004, Interpretazioni di Rembrandt, trenta ce-
ramiche a cura di Raffaele Mazzoli, nell’am-
bito delle Conversazioni di Palazzo
Petrangolini di Urbino; nel novembre 2005,
una impegnativa mostra personale, Dal dise-
gno della Pittura, presso il Centro Svizzero di
Milano, a cura di Gaetano e Zoe Fermani. I
grandi piatti decorati del Premio Nazionale di
Cultura Frontino Montefeltro: 1997 a Vittorio
Livi, 1998 a Glauco Mauri, 1999 a Gastone
Bertozzini, 2000 a Gianfranco Mariotti, 2001 a
Carlo Bo per i 90 anni e a Teresa Federici,
2002 a Umberto Paolucci, 2003 a Eliseo Mat-
tiacci, 2004 ai f.lli Elvino e Walter Scavolini,
2005 a Oscar Piattella, 2006 a Teresa Petran-
golini, 2007° Riz Ortolani.

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Il presepe diffuso
La nona edizione di questa manifestazione ha richiamato molti visita- Sport e Spettacolo - Sig. Corrado Panetti) per la collaborazione e na-
tori nel periodo natalizio, lungo le vie del Centro Storico del Castello. turalmente a tutti coloro che con passione, dedizione, impegno hanno
Evitiamo ogni commento e lasciamoci trasportare dalle immagini che prestato la loro opera dimostrando attaccamento ai valori della nostra
riproducono, in una veste diversa, l’Arte Sacra della Natività, mante- città. L’Organizzazione attende volontari che apportino idee, forze la-
nendo però sempre uguale il suo profondo significato. I ringraziamenti voro e quant’altro possa contribuire a migliorare l’iniziativa.
sono particolarmente rivolti al Comune di Sassoferrato (Assessore allo Sotto: alcuni scorci del presepe ideato da Vittorio Toni.

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Manifestazioni culturali a Sassoferrato
Manifestazioni culturali a Sassoferrato
Centro Culturale “Baldassarre Olimpo degli Alessandri”
Palazzo Baldini, corso Don Minzoni, 40 - 60041 Sassoferrato (AN)
www.ccboa.it premio.olimpo@gmail.com

PATROCINIO COMUNE DI SASSOFERRATO

PREMIO DI POESIA E DEL RACCONTO BREVE


“Baldassarre Olimpo degli Alessandri” – XIII Edizione 2008

REGOLAMENTO
- Il Premio si propone di valorizzare l'impegno letterario, la creatività e le qualità espressive di nuovi poeti e scrittori. Il Premio ha cadenza
annuale e si rivolge a poeti e scrittori nati o residenti nelle Marche e nell’Umbria. Il Premio è esteso a tutti i marchigiani e gli umbri re-
sidenti in altre regioni d’Italia e all’estero.
- Il Premio è suddiviso in tre sezioni:
1 - Poesia in lingua italiana; 2 - Poesia in dialetto marchigiano; 3 - Racconto breve e poemetto in prosa.
- Si partecipa con tre liriche, edite o inedite, e/o fino a tre racconti o poemetti in prosa di max 6 cartelle. Alle opere in dialetto si dovrà
aggiungere la traduzione in lingua italiana, specificando il luogo a cui il dialetto si riferisce.
- Le opere devono essere inviate in cinque copie dattiloscritte, anonime. Alle suddette copie si deve allegare una busta chiusa firmata,
all’interno della quale vengono specificati: nome, cognome, titoli (o incipit) delle opere presentate, indirizzo, eventuale e-mail e reca-
pito telefonico. Va, altresì, specificata la sezione a cui si desidera partecipare.
- I componimenti devono essere inviati a: Segreteria del Premio “Baldassarre Olimpo degli Alessandri”, Palazzo Baldini, Corso Don Min-
zoni, 40 - 60041 Sassoferrato (AN).
- Si può partecipare a più sezioni. La partecipazione prevede un’iscrizione di 10 euro (per ciascuna sezione) da versare sul C.C. postale
47399449 intestato a Centro Culturale Baldassarre Olimpo degli Alessandri, Corso Don Minzoni, 40 - 60041 Sassoferrato (AN). Alla
busta dovrà essere allegato il bollettino di pagamento.
- Non c’è limite d’età. Il tema è libero.
- Il termine per la presentazione dei componimenti è fissato per il 6 settembre 2008 (fa fede il timbro postale).
- Saranno premiati tre partecipanti per ogni sezione. Le poesie vincitrici saranno pubblicate negli “Atti del Premio di Poesia e del Racconto
Breve - Baldassarre Olimpo degli Alessandri” e nel sito web www.ccboa.it
- La Giuria si riserva di segnalare opere meritevoli e di istituire premi speciali e menzioni di merito.
- Ai soli premiati e segnalati sarà inviata comunicazione telegrafica.
- I premi devono essere ritirati personalmente o da persona munita di delega. Non è previsto nessun rimborso spese per i premiati.
- Le decisioni della Giuria sono insindacabili.
- Gli elaborati non verranno restituiti.
- La cerimonia finale di premiazione si terrà a Sassoferrato, domenica 12 ottobre 2008 alle ore 17.00, presso la Sala Consiliare del Co-
mune di Sassoferrato - Piazza Matteotti, 1.
- Ai sensi dell’art. 10 della Legge 675/96 i dati dei concorrenti saranno utilizzati unicamente all’interno del contesto del Premio. Ai sensi
dell’art. 11, con l’invio dei componimenti, il concorrente acconsente al trattamento dei dati personali per i motivi sopraccitati.
- La partecipazione al premio comporta la completa accettazione di tutte le norme del presente bando.
- Il Premio prevede il conferimento di un riconoscimento alla carriera ad un autore marchigiano che si è distinto nel campo artistico-let-
terario.
Ulteriori informazioni al tel. +39 0732.959345 (ore 10.00/12.00) o +39 349.7390436.

Sassoferratesi in Africa
È il titolo della pubblicazione di Augusto Cantarelli, terza edizione, presentata nella Sala consiliare del Comune di Sassoferrato il 3 mag-
gio u.s. Il sindaco, on.le Luigi Rinaldi, ha illustrato il tema dell'incontro. È successivamente intervenuto l'autore Cantarelli che ha ringra-
ziato il sindaco per l'ospitalità, padre Stefano Troiani per il qualificante patrocinio alla iniziativa editoriale ed il pubblico presente; ha citato
i nomi di alcuni reduci d'Africa che hanno inviato i loro saluti, uno per tutti Guerrino Gioacchini.
Ha poi spiegato le motivazioni della terza edizione che risalgono al ritrovamento di altri nominativi di combattenti in terra d'Africa durante
le ricerche sui Caduti del secondo conflitto mondiale, militari e civili. Questa pubblicazione consta di circa 200 pagine, una ricca docu-
mentazione cartacea e fotografica nonché delle testimonianze di reduci ancora in vita. L'intervento successivo del dr. Ciammitti, il cui padre
prese parte alla ultima difesa di Gondar, particolarmente interessante e molto apprezzata in quanto ricca di cifre e riferimenti precisi di eventi
dell'epoca. Assai pregevole il successivo intervento del prof.Massoli, profondo conoscitore di alcune regioni africane, territori, usi e costumi,
anche per la sua professione di docente universitario ad Addis Abeba e Mogadiscio. L'ultimo intervento è stato del dr. Mario Severini, ori-
ginario di Sassoferrato molto legato da profonda amicizia con tutta la famiglia Cantarelli, sopratutto rievocando la figura dello "zio Dot-
tore" come medico condotto. A conclusione apprezzamenti per i relatori, per i temi trattati e soprattutto per il richiamo affettuoso verso quanti
parteciparono a quegli eventi con umiltà, senso del dovere compiuto da militari e civili.

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Italia, Italia, Italia mia
di Carlo Bianchi
La cucina non rappresenta solo prosaica- polare in tutto il mondo. altri settori, rivendica sempre una certa ege-
mente un modo per nutrirsi: espressione arti- La cucina italiana, infatti, mette in risalto i monia che oggi è rimessa in discussione. Non
stica che affonda le sue radici in una prodotti. Li lascia parlare. Si tratta di una cu- si può più affermare che la gastronomia fran-
tradizione culturale, è fonte regolare di pia- cina semplice e poco lavorata, ma estrema- cese è la migliore del mondo. Oggi in Europa
ceri sempre nuovi. Tra i Paesi in cui la cucina mente gustosa perché gli ingredienti sono sono emerse nuove tendenze. Ciò non toglie
raggiunge un livello di eccellenza quasi mi- saporiti. che dobbiamo tutti essere riconoscenti alla
Si prendano ad esempio gli spaghetti al po- Francia, a cui spetta il grande merito di aver
modoro. Un pomodoro, un olio d'oliva e un regalato al mondo le regole dell'alta cucina.
parmigiano di qualità sono sufficienti per ot- La gastronomia francese resta un riferimento
tenere un piatto facile e delizioso! culturale fondamentale ed inevitabile. La cu-
Basta solo imparare a cuocere la pasta come cina francese è nata in ambiente aristocratico
in Italia. e il suo modello è nazionale. La cucina ita-
La cucina è un elemento importante nel modo liana è popolare e regionale, ma regge il con-
di vivere degli italiani, in cui si rispecchia la fronto con quella francese. Il suo vantaggio
cultura rurale, ma ancor più quella familiare, risiede nel fatto che è meno lussuosa e più
materna. Le sue ricette rappresentano un ele- facilmente accessibile. I ristoranti italiani non
mento importante dello stile di vita e ciò si ri- sono più soltanto pizzerie e trattorie. Si attri-
flette nelle diverse culture esistenti e nella buisce maggiore importanza alle materie
storia del Paese. Gli italiani hanno una visione prime, alla qualità del servizio, alla cottura ra-
intima, concreta, rassicurante della cucina. pida, all'uso parsimonioso delle materie
L'accento è messo meno sulla complessità e grasse. La cucina popolare è stata rivalutata.
la virtuosità di un'alta cucina di lusso che Vi è stato un mutamento culturale: l'Italia si è
sulla qualità dei prodotti e sul rigore quoti- resa conto delle ampie possibilità offerte
diano. Un piatto deve essere preparato come dalla ricchezza della sua cucina e il mondo ga-
si deve, con serietà, rispettando le tradizioni, stronomico ne ha preso atto. Non solo è stata
Carlo Bianchi, proprietario del ristorante San per ritrovare i sapori che sapeva dargli la larga fonte d'ispirazione del “world food”, ma
Francisco a Parigi. mamma. anche la maggior parte dei cuochi nei risto-
Grazie ai suoi prodotti, rappresenta inoltre il ranti di tutto il mondo utilizzano nelle loro ri-
stico, l'Italia occupa una posizione di spicco. miglior esempio della cucina nota come "dieta cette prodotti e preparati di origine italiana
Culla del Rinascimento, punto di confluenza mediterranea", considerata come una delle (ricotta, aceto balsamico, tartufi bianchi, in-
di elementi provenienti da ogni angolo del più tradizionali e ricche del mondo. Secondo chiostro di seppia, parmigiano, risotto, car-
Mediterraneo, racchiude tesori che non sem- ricerche recenti, attenendosi a questa dieta paccio, ecc.).
pre sono conosciuti come meritano. alimentare si riducono notevolmente i rischi Per i francesi che scoprono questa ricchezza e
La cucina italiana è la più esportata delle cu- di malattie cardiache. Ma la cucina italiana varietà, la cucina italiana non è più una cari-
cine del mondo occidentale. La sua diffusione non è solo una cucina mediterranea (basata catura dei piatti napoletani: pasta e pizza (che
ebbe inizio quando Caterina de' Medici sposò sulla trilogia pane-olio-pomodoro), ha inte- è comunque diventata uno dei piatti più dif-
il re di Francia Enrico II e fu accompagnata, grato anche influenze lombarde (riso, burro), fusi a livello mondiale). Apprezzano sempre
alla partenza dall'Italia, da diversi cuochi della alpine (polenta, panna, formaggio) e perfino più la qualità delle sue ricette, caratterizzate
sua corte fiorentina. Questo apporto fece austriache (bresaola, strudel, birra, cannella) dalla leggerezza. E la scelta dei prodotti uti-
uscire la cucina francese dal Medioevo (uso ed arabe (cuscus e dolci in Sicilia). Come la lizzati in questa "nouvelle cuisine" ha contri-
della forchetta, invenzione italiana!) e fu al- Francia, l'Italia è un Paese con straordinarie buito ampiamente alla sua evoluzione, grazie
l'origine della cucina francese moderna; a par- ricchezze regionali. E se per un italiano il alla virtuosità dei cuochi italiani, ma anche e
tire dal 16o secolo, la corte di Francia gradiva cuore della gastronomia italiana si situa tra soprattutto alla varietà dei prodotti artigianali
in modo particolare verdure come i carciofi, la Toscana (forse la più prestigiosa) e l'Emilia che la produzione regionale italiana mette a
gli asparagi o i piselli, che venivano dall'Italia! Romagna (la più saporita e la più ricca), l'in- loro disposizione. I francesi manifestano un
Grazie a Marco Polo, che riporta in patria la tera Penisola offre una grande varietà di pro- rinnovato interesse per questa cucina. Al
pasta e il riso dalla Cina, e a Cristoforo Co- dotti (tartufo bianco, parmigiano, prosciutto punto che, invitati a pronunciarsi sulla mi-
lombo con il pomodoro, nella fattispecie dal- San Daniele, tonno, riso, grappa, vini del Pie- gliore cucina del mondo (ad eccezione di
l'America, la cucina italiana ha saputo fare monte e della Toscana...). quella francese) i francesi citano la cucina ita-
propri prodotti esotici che l'hanno poi resa po- La Francia, in materia di gastronomia come in liana al primo posto (38%) con un netto van-

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taggio su quella cinese (21%), spagnola (11%) o del Maghreb (9%). dei nostri padri. Si produce il grano, il mais, l’olio di oliva, il vino, frutta
Adesso parliamo della nostra bella Italia . e verdure...
Lasciando la Francia,attraverso il tunnel del Monte Bianco,si può am- Si allevano pecore, mucche, galline, oche, conigli, piccioni... Da qui
mirare questa bella terra partendo dalle splendide montagne del Pie- nasce la cucina marchigiana dove si naconde un fascino discreto per
monte fino ad arrivare in Trentino si scoprono lunghe catene farci apprezzare i sapori, i profumi e scoprire le ricette di un tempo e
montuose,le stazioni invernali, i magnifici paesaggi,i suggestivi pae- le mille varianti che a volte sono sconosciute o scomparse.
sini incollati sui monti e i rigogliosi parchi che tutti ci invidiano. Prendiamo per esempio il farro che oggi è un alimento rivalutato gra-
zie anche al lavoro della signora Lea Luzi che con la sua pazienza ci per-
Le belle città mette di scoprire le sue ricette di paste e di dolci.
Oltrepassata Torino possiamo godere del paesaggio di diversi laghi : il Come non fermarsi ,dopo questa bella passeggiata alle grotte di Fra-
lago di Como, il lago Maggiore e il lago di Garda.Milano, chiamata la sassi, una delle più belle di Europa, che meraviglia !!
capitale del Nord. Un po’ più lontano arriviamo a Sassoferrato,paesino formato da due
Verona con l’Arena che ci fa scoprire le nostre opere. Venezia, con i rioni. “Tra il Borgo e il Castello Sassoferrato dov’ello”
suoi palazzi che dominano i grandi canali ; piazza San Marco, le chiese, Scopriamo i monumenti, la Rocca, le chiese, i nostri personaggi più
i musei, le gondole che ci fanno scoprire la città attraverso le piccole importanti tra cui Giambattista Salvi. Troviamo i suoi quadri a Londra,
calle. Parigi, New York....
L’architettura di questa città è unica al mondo e ci rende orgogliosi di Gli abitanti di Sassoferrato sono timidi e riservati consapevoli del loro
essere italiani. mestiere, delle sudate fatte per lavorare la terra e saper
Scendendo verso l’Italia centrale troviamo la trasmettere la nostra cultura ; i nostri piatti ti-
bella Emilia Romagna, laToscana,fino pici, il pane, la pasta fatta in casa con il
ad arrivare in Umbria,Lazio e,dal- mattarello, le minestre di una volta
l’altra parte, la regione Mar- (con le fave...) quadrucci con i
che. Quando un francese ceci e brodo di gallina, fa-
mi domanda di dove gioli con le cotiche, pollo
sono, rispondo «le e agnello al forno con
Marche». le patatine, coniglio
La prima risposta è: in porchetta, zam-
« Ma dove sono le pone e cotechino
Marche ? »Allora con lenticchie di
spiegando, si rav- Castelluccio, pic-
viva la loro mente cione ripieno, la cre-
e rispondo : « Ah, la scia con le cipolle e
costa Adriatica ; Ri- rosmarino. E non di-
mini, Riccione etc... » mentichiamo il maiale,
Perche per i francesi l’unico animale dove si
l’Italia che conoscono è Il utilizza tutto ; prosciutto,
Piemonte, la Toscana, Napoli lonza, pancetta , spalletta, sa-
e le nostre belle isole. Loro non lame, salsicce e le cotiche che i no-
sanno che la nostra regione è bellis- stri nonni guardavano con cura perche
sima, basta guardare la posizione su una carta serviva durante l’inverno per ungere i vecchi
geografica e scoprirla. Il mare Adriatico con le sue inse- scarponi di cuoio. Troviamo anche qualche dolce tipico : la
nature e le belle spiagge,montagne e bellissime colline. Il verde di crescia fogliata, la zuppa inglese, le castagnole, le crescie di Pasqua....
questa campagna con i suoi profumi e colori, il sole e le belle notti Un infinito grazie alle nostre nonne e mamme che hanno saputo tra-
stellate. Il capoluogo di provincia è Ancona famosa per il suo porto, smetterci tutto il loro saper fare e hanno permesso di farci apprezzare
Urbino,la pittoresca Portonovo con il suo mare che sembra la Sardegna, questa cucina piena di sapori e gusti. Da qui è nato un libro intitolato
Macerata con il suo magnifico Sferisterio, Ascoli Piceno, Fabriano la « Mamma Mia » che ho scritto e dedicato alla mia famiglia, con qual-
città della carta, Pesaro con il teatro Piccolo Rossini, San Leo.... Non che ricetta tipica del mio ricordo di bambino. Ora diamo un grande sa-
dimentichiamo le abbazie e cattedrali, i monumenti storici : l’Eremo luto a questa stupenda regione,discreta, forse un po timida,ma dal
di Fonte Avellana, i pittori, scultori, fotografi, scrittori, giornalisti spor- grande fascino. Siamo consapevoli e orgogliosi della sua richezza.
tivi, i lavori artigianali i quali rappresentano la ricchezza che i nostri
Sopra: l’ingresso del ristorante in una elaborazione grafica.
antenati hanno saputo transmetterci attraverso le generazioni. E poi
ancora i monti Sibillini, la catena degli Appennini con il Catria, Il Cucco RESTAURANT SAN FRANCISCO
, il monte Strega che dominano un panorama che sembra pittura o fo- 1, rue mirabeau - 75016 PARIS
tografia. Tel. 01.46.47.84.89 – Fax 01.46.47.75.44
Questa è una regione dove il lavoro quotidiano è il frutto e l’orgoglio Web: www.sanfrancisco.fr

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Ricette della tradizione sassoferratese
a cura di Sebastiana Locci
Queste ricette sono tratte dal libro “Antologia della cucina popolare”
a cura di Piergiorgio Angelini, Aurelio C., Balilla Beltrame, Nora Lip-
paroni, Graziella Picchi, Antonio Trecciola, pubblicato dalla Comunità
Montana della Alta Valle dell’Esino (Fabriano, 1986) con la collabora-
zione degli studenti delle scuole Elementari e Medie del Distretto Sco-
lastico di Fabriano.

Frittata con le vitalbe


Ingredienti:
gr. 300 di cime di vitalbe (tenere, raccolte in primavera )
6uova, sale e pepe di mulinello 2 cucchiai di olio di oliva
dopo aver lavato le cime delle vitalbe, lessatele in abbondante acqua
salata; scolatele, asciugatele e tritatele.
Ora, nella padella dove sfrigola l’olio, rosolate il trito.
A parte sbattete le uova. condendo con sale e pepe; unite la vitalba. poi
versate il tutto nella padella e cuocete la frittata da ambo i lati, rigiran-
dola aiutati da un coperchio piano più grande della bocca della padella.
Una volta dorata, asciugatela sopra fogli di carta paglia e servitela
calda, tagliata a spicchi.

Spaghetti alla carbonara


ed il brodo poco per volta, lasciandolo sfumare.
Ingredienti:
A fine cottura servite questa vivanda calda, spolverizzandola di peco-
1dl. di olio di oliva
rino e pepe.
gr, 120 di pancetta a dadini
1 spicchio di aglio schiacciato (da buttare una volta rosolato)
5 uova sbattute Frittelle di mele
2 cucchiai di prezzemolo tritato Ingredienti:
gr. 80 di formaggio pecorino grattugiato mele, pelate, liberate dei torsoli ed affettate
sale e pepe di mulinello Per la pastella: 1/4 di latte
In una padellina soffriggere nell’olio la pancetta, profumandolo con lo 2 uova sbattute
spicchio di aglio (da buttare prima di condire la pasta) gr. 40 di zucchero
Intanto, in una ciotola sbattere le uova insieme al prezzemolo ed al mezza bustina di vaniglia
formaggio; regolate di sale e pepe. Trascorsi pochi minuti il condimento una punta di bicarbonato, mistrà
è pronto per essere versato sulla pasta. mescolate più volte gr. 40 di farina
strutto e burro, per friggere
Farro con fiori di zucchine cannella grattugiata
zucchero a velo, per spolvero finale
Ingredienti per 6 persone:
Le fette di mela affogatele nel Mistrà e lasciatele riposare coperte. in
1 dl. Di olio di oliva
una ciotola ampia mescolate il latte con le uova, lo zucchero, la vani-
2 spicchi di aglio tritati
glia, il bicarbonato e la farina, lavorando di continuo con la frusta me-
½ cipolla tritata
tallica: la pastella deve risultare morbida ma densa.
3 zucchine, affettate, sottilmente
Ora, immergete le fette di mela nella pastella, poi subito tuffatele nello
12 fiori di zucchine, nettati e tagliati a striscioline
strutto bollente per friggerle.
un bicchiere di vino bianco secco
Quando dorano, allora scolatele, asciugatele sui fogli di carta paglia,
gr. 400 di farro Monterosso
ricopritele di cannella e di zucchero a velo, quindi servitele.
l. 1 di brodo di carne
gr. 60 di formaggio pecorino grattugiato
pepe di mulinello
Mettere a bagno per due ore i chicchi di farro.
In una padella ampia soffriggere nell’olio il trito di aglio e cipolla, poi
aggiungere le zucchine ed i fiori, versate il vino bianco, quindi il farro

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Storia della Banca Popolare
di Sassoferrato (1887-1945)
di Renzo Franciolini

Costituzione della banca: le origini e Giovanni Strampelli. Facevano parte del Collegio sindacale Sabatino
Nel mese di ottobre del 1879 il Consiglio comunale di Sassoferrato, Belardinelli, Settimio Luzi, Alessandro Ragnini e Pacifico Simonetti.
su proposta del consigliere Gustavo Garofoli, approva un ordine del Per il secondo esercizio, riferito all’anno 1889, abbiamo a disposizione
giorno in cui si ribadisce l’opportunità di addivenire alla costituzione le due relazioni, degli amministratori e dei sindaci, e un interessante
di una banca con le seguenti precisazioni: la Cassa di prestiti, di ri- prospetto comparativo. Da tali documenti si rileva un consistente svi-
sparmi e depositi è a favore di agricoltori, artigiani e industriali poveri; luppo dell’attività con riferimento ai principali indicatori finanziari.
il 4% dovrà essere devoluto allo Spedale; sarà redatto uno statuto
organico da approvarsi dal Consiglio comunale e dalla Deputazione Nuova sede della Banca
provinciale. Ulteriori e non meglio conosciuti ostacoli, tuttavia, impe- Allo scopo di dare una sede più adeguata alla Banca, nell'assemblea
discono alla Banca di nascere. La Cassa Pensioni, che pure poteva ef- dei soci del 16 aprile 1899 il presidente comunica di aver dato disdetta
fettuare piccoli prestiti, assieme al Monte di Pietà, non potevano dei locali tenuti in affitto dalla Banca e che il Consiglio di amministra-
soddisfare tale richiesta. Quest’ultimo poi versava in grave difficoltà zione aveva deliberato (il 28 febbraio 1899, dopo un’animata discus-
e, per varie ragioni, da tempo era caduto in discredito. Non restava sione e con sei voti contrari, su 115 ), di acquistare, per conto della
che ricorrere agli usurai locali che coi loro tassi proibitivi gravavano Banca, uno stabile in piazza Bartolo, e precisamente l’intero secondo
soprattutto sui contadini. piano della casa Porfiri con la spesa complessiva di lire 4.164,05.
La banca popolare cooperativa di Sassoferrato si costituisce con atto Nella relazione dei Sindaci del 1901 si dà atto che per l'acquisto del lo-
del 29 maggio 1887 del notaio Ranieri Cecchetelli di Sassoferrato. As- cale della Banca e per i lavori eseguiti si è speso più del previsto per-
sume la forma di Società Anonima Cooperativa di credito con capitale ché si è ritenuto di fare altri lavori, non contemplati in perizia, per
di lire 25 ad Azione sottoscritto da 99 soci per un totale di Lit. 4.168 di- migliorare la funzionalità della sede.
viso in 162 azioni. La somma suddetta fu depositata presso la Cassa
di Risparmio di Jesi sul libretto n. 44116 nel maggio del stesso anno. Festa della Banca (XXXV anniversario)
Il 24 luglio 1921 la Banca Popolare celebra solennemente il suo XXXV an-
Soci fondatori (per ordine di comparizione nell'Atto costitutivo) niversario della fondazione. Fa stampare un numero unico di 4 pagine
1 STELLA Pietro Sindaco Sassoferrato sul quale sono illustrate le vicende passate ed attuali dell'Istituto di cre-
2 JERETZ Ferdinando Ingegnere “ dito. Un paragrafo dell'articolo di fondo è dedicato ai presidenti. Una
3 CASTELLUCCI Angelo Possidente " storia nella storia dei trent'anni, così efficacemente sintetizzata: "nella
4 TASSI Don Francesco Possidente " sala del Consiglio di Amministrazione dell'Istituto pendono dalle pareti
5 STRAMPELLI Giovanni Perito agronomo " due magnifici quadri ad olio che l'arte raffinata del prof. Rodolfo Rossi
6 FERRETTI Ubaldo Perito agronomo " seppe ritrarre da due vecchie fotografie. Sono le immagini dei due primi
7 PANTALISI don Biagio Parroco " presidenti. Pietro Stella, il primo, che ha ricoperto la carica per undici
8 BELARDINELLI Sabatino Maestro elementare " anni portando contributo morale e materiale, quando ancora l'Istituto
9 ANDREOLI-SCIPIONI Emidio Possidente " non era poggiato su solide basi e l'atmosfera politica d'Italia generava
10 COLLINI Giovanni Avvocato " nel pubblico serie apprensioni. Giovanni Strampelli, il secondo, che come
11 RAZZI Stefano Possidente " l'altro, dette le sue energie, depositò tutti i suoi averi a garanzia della se-
12 GAROFOLI Gustavo Avvocato " rietà e solidità della Banca. Per queste due figure scomparse tutti i cit-
13 AMORI Eprefe Possidente " tadini conservano ricordo affettuoso e gratitudine. Fu poi presidente il
14 PERELLI Alfonso Possidente " Dott. Domenico Razzi e quindi il Dott. Domenico Melchiorri, che ricopre
15 RAGNINI Alessandro Segretario comunale “ tuttora la carica e che fu uno dei fondatori, ed ha oggi la soddisfazione
Fonte: Atto costitutivo Banca Popolare di Sassoferrato - 29/5/1887 di vedere quale superba ascensione abbia compiuto l'Istituto".

I primi anni La crisi economica del dopoguerra


Con il resoconto dei primi dieci mesi di gestione, presentato all’as- Dopo un iniziale buon andamento di gestione, riscontrabile ad esem-
semblea del 31 marzo 1889, si hanno le prime risultanze. Nell’ampia pio nelle lusinghiere espressioni riferite al bilancio del 1918 e ai pre-
relazione del Consiglio di Amministrazione sono evidenziati vari punti ri- cedenti, i primi anni del dopoguerra sono caratterizzati da incertezza sul
guardanti la situazione patrimoniale, i depositi a risparmio, i prestiti e piano politico e da precarietà del quadro economico. l'avv. Stelluto
gli sconti , i corrispondenti, il movimento di cassa. Il primo consiglio di Stelluti Scala riconosce giustissime le preoccupazioni esposte dal
amministrazione che firma il bilancio era composto oltre che dai nomi- comm. Stella, ma dice che bisogna anche preoccuparsi della disoccu-
nati Stella e Tassi, rispettivamente presidente e vicepresidente, da Giu- pazione in cui si trovano moltissimi operai. Dice inoltre che la crisi fi-
seppe Carletti, Angelo Castellucci, Domenico Melchiorri, Stefano Razzi nanziaria colpisce i grandi Istituti e non i piccoli e conclude insistendo

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che, data la mancanza assoluta dei lavori e le difficoltà degli alloggi, sconvolgono il sistema bancario. Per coglierne meglio i vari aspetti
sia bene che la Banca incominci subito i lavori. sono necessarie alcune digressioni. Nel 1913 era sorto l'Istituto di cre-
Il comm. avv. Ermogaste Stella, non crede che la disoccupazione, possa dito per la cooperazione, ideato da Luzzati nel 1910, con l'espressa fi-
essere risolta con l'impiego per qualche mese di un numero molto re- nalità di agevolare il credito agli istituti cooperativi. Nel 1927 era grave
lativo di operai, quanti cioè ne occorrerebbero per eseguire i lavori la situazione dell'Istituto che venne trasformato prima in Banca Na-
della nuova sede sociale. Riguardo alla difficoltà di trovare alloggi dice zionale del Lavoro e della Cooperazione, quindi in quello definitivo di
che questa penuria non può essere risolta col nuovo edificio della BNL. Questa banca, è legata alla vita di alcune banche marchigiane
Banca, in quanto in esso non potrebbero esservi che abitazioni per il dell'epoca. Difatti il fallimento della Società bancaria marchigiana, av-
bidello e per un'altra famiglia o due al massimo. Cosa molto relativa venuto nel 1928, portò alla creazione della Banca delle Marche e degli
questa, in confronto alla grande necessità che si sente nel paese. Abruzzi, che subentrò, l'anno dopo, nell'attività creditizia di tutte le fi-
Il rag. Assuero Cesaretti, a proposito della disoccupazione, dice che liali della Società Marchigiana, salvando o sanando difficili o dolorose
più di tutti se ne devono preoccupare il Governo ed il Comune, co- situazioni. Il 1929 è un anno di svolta. Nonostante il buon andamento
della gestione, per ragioni prima internazionali - crollo della Borsa degli
La Banca Popolare Cooperativa di Sassoferrato Stati Uniti -, si intravedono le prime difficoltà che appaiono chiara-
munque in proporzioni maggiori di quanto non lo debba la Banca, la mente nell’assemblea degli azionisti del 14 aprile 1929. che ha creato
quale è un Istituto privato. Dice quindi che la Banca stessa potrebbe non pochi disagi di vario genere - ricorre più volte, anche se costante-
invece finanziare il Comune o quella Cooperativa che prendesse l'ini- mente esorcizzato, lo spettro del grave dissesto di un grosso istituto,
ziativa per la fabbricazione di case popolari. Rinaldo, Melchiade e Te- la Società Bancaria Marchigiana, che aveva una filiale a Sassoferrato,
mistocle Cianca ed altri sono del parere che il momento attuale sia il nella stessa piazza Bartolo. L'assemblea termina dopo la rielezione per
più favorevole per l'inizio dei lavori, data la diminuzione del prezzo del acclamazione dei consiglieri Castellucci Tito, Melchiorri Zeffirino, Se-
ferro, del legname. Al termine della discussione, l’assemblea, “costa- verini Luigi e Stella Daniele. L'approssimarsi della crisi fatale si può
tato che la crisi industriale ed agricola minaccia di turbare sempre più percepire, anche dagli indicatori di bilancio che seguono:
la vita nazionale e che quindi gli istituti di credito previdenti debbono Anno Patrimonio Depositi (Soff.) Impieghi Utile/perdita Div.do
astenersi dall’ immobilizzazione dei capitali per avere maggiore agi- 1928 514.688 10.983.899 5.325.152 86.024,90 10.00
lità sul continuo giro delle operazioni di credito”, approva il rinvio ed 1929 572.770 10.383.557 6.113.069 65.776,41 ====
esprime il proprio compiacimento al progettista Boldrini. 1930 612.629 8.339.471 2.460.554 9.403,17 ====
1931 622.032 4.323.574 620.071 188.322 (-) ====
1932 ........... ........... ........... ...........
La grande crisi e le prime difficoltà 1933 ........... ........... ........... ...........
A cominciare dal 1929, avvenimenti internazionali, interni e locali

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L’ultimo tentativo di bloccare la crisi quidazione dell'ex direttore Cesaretti fu autorizzata dall'assemblea del
Assemblea affollatissima con 132 partecipanti il 26 aprile 1931. C'è 16 ottobre 1939; l’insussistenza attiva (lire 3.999,57) rappresenta l'im-
grande preoccupazione ma anche la volontà di resistere alla crisi. Al- porto dei mandati rimborsati all'Esattoria comunale onde ottenere lo
cuni ringraziamenti sono rivolti dal presidente "in questo duro cimento" svincolo del deposito effettuato a suo tempo presso la Cassa di ri-
al Prefetto grand' ufficiale Giuseppe Mormino, “ che ci ha assistito e sparmio e la sopravvenienza passiva (L. 568,23) è costituita dall'im-
ci assiste con affetto che uguaglia quello di un concittadino” e al di- porto dell'addebito per deficienze del servizio esattoriale della
rettore della Banca d'Italia di Ancona Cav. Mario Mioni. Congregazione di Carità". Aggiungono che "nessun conto può farsi più
Altra assoluta novità, che purtroppo conferma la gravità della crisi della sulle attività ancora portate a bilancio sotto le voci "Portafoglio" e "Sof-
banca e della sua dirigenza, è la mancata presentazione da parte del ferenze" e che ritengono opportuno "autorizzare il liquidatore a de-
Consiglio di amministrazione di candidati propri e, ancor di più, l'ac- pennare gli importi rappresentati da cambiali inesigibili e sofferenze
cettazione senza riserve, da parte dello stesso organo, dei "due av- irrealizzabili".
versari di ieri" Piersante Strampelli e Celso Sadori, da cooptare come
consiglieri. La anomalia è spiegata nella assemblea straordinaria dei La Cassa di risparmio a Sassoferrato: unica superstite
soci del 29 maggio 1932, dove è riportato che "i Sindaci, ad eccezione La Cassa di risparmio trae indubbio vantaggio dalla crisi della Banca
del Rev.do Don Enrico Andreini, non hanno ancora esaminato il Bilan- Popolare prima e della Banca delle Marche e degli Abruzzi poi. Anche
cio e quindi non firmata la relazione, mentre il Sindaco Fata David si è i notabili locali, ormai rassegnati alla crisi irreversibile della “loro”
rifiutato sia di esaminare il Bilancio, sia di firmare la relazione". Nella Banca, si associano: troviamo infatti come soci della Cassa di ri-
stessa assemblea emergono le gravi difficoltà anche nei rapporti so- sparmio di Fabriano negli anni 35/36/37/38, i signori Castellucci
ciali. L'assemblea si conclude con la discussione riguardante i prov- geom. Tito, Pierelli dott. Gustavo, Razzi dott. Dario, Rossi prof. Ro-
vedimenti per la sistemazione della Banca. A tale riguardo il presidente dolfo, Stella avv. Ermogaste e, per il Recapito di Cabernardi, il geom.
informa che sarà convocata una nuova assemblea". Il riferimento è alla Pietro Ferroni.
richiesta di Concordato preventivo presentata al Tribunale qualche
giorno prima (22 maggio) da parte del Consiglio di Amministrazione ed Gli ultimi anni di guerra
accolta con Decreto del 28 maggio 1932. Il Concordato preventivo dopo In questi ultimi anni ormai la vicenda della Popolare é una pratica da
i vari adempimenti, è stato definitivamente omologato dal Tribunale chiudere, essendo prevalenti altre ben più gravi preoccupazioni.
con sentenza del 24 marzo 1933. Negli anni 1943 e 1944 non si è compiuta alcuna operazione talché il
bilancio di chiusura proviene dall'ultima operazione compiuta nel 1942.
La convenzione con la Cassa di risparmio di Fabriano ll rendiconto dell'anno 1942 in definitiva racchiude in sé il bilancio di
Per ottemperare regolarmente agli oneri del concordato, il Consiglio liquidazione che risulta essere il seguente:
di amministrazione della Banca ha definito un'intesa con la Cassa di ri- ATTIVO: Dep.to c/o la Cassa di R.- Fil. di Sassoferrato: L. 1.299,49
sparmio di Fabriano, secondo la quale quest’ultima si assume l'onere PASSIVO: Spese presunte chiusura della liquidazione: L. 1.299,49
di provvedere alle esigenze dei depositanti, a fronte di un impegno Il liquidatore Giovanni Rossi nella sua relazione finale dichiara: "do-
della Banca sassoferratese a sciogliersi e mettersi in liquidazione se- dici anni non sono davvero pochi per liquidare una gestione di mode-
condo modalità prestabilite. Ciò appare la naturale conseguenza della sta mole, ma le sue ultime formalità sono state assai fastidiose".
perdita totale del capitale sociale, costatata nell'assemblea degli azio- "Andata deserta l'Assemblea del 20 aprile 1942 - riferiscono i Sindaci
nisti del 26 giugno 1932. Le sopraggiunte difficoltà di vario tipo ren- nella loro relazione - si differì di mese in mese l'approvazione dei ren-
dono estremamente lento il rimborso dei libretti di deposito che pure diconti dell'esercizio 1941, dato che nei primi mesi del 1942 furono ef-
era stato pianificato con ogni prudenza. Dopo il consistente numero di fettuate le ultime operazioni rimaste in essere per permettere di
rimborsi effettuato nel corso del 1937 e nei primi mesi del 1938 - dai deliberare la chiusura della liquidazione: per un atto che rimase da sti-
3.118 libretti per lire 3.980.556 si è passati a 997 ammontanti a lire pulare, si giunse sino all'estate 1943 e le successive terribili vicende
34.010 ancora da rimborsare, l’assemblea generale dei soci del 16 ot- attraversate giustificarono il ritardo della convocazione dell'Assem-
tobre 1939 è costretta a stipulare un nuovo accordo con la Cassa di ri- blea finale".
sparmio per il pagamento dei libretti tuttora insoluti. Cinque anni di storia della Banca e dell'intero paese - i più drammatici
- traspaiono da queste poche cifre e dai forzati rinvii e sono sintetizzati
La gestione della liquidazione durante la seconda guerra mondiale nell'ultima assemblea dei Soci del 28 luglio 1945, svoltasi nei locali
In queste ultime fasi di vita della Banca, lo spirito associativo si af- dell'Esattoria Comunale di Sassoferrato, in piazza Bartolo, alla quale
fievolisce sia per la crisi finanziaria, sia perché la guerra è ormai vi- hanno partecipato sette soci, i cui nomi è doveroso ricordare: Ermo-
cina. L'assemblea dei soci, riunita l'otto aprile 1940, registra la gaste Stella, Luigi Severini, Giuseppe Paris, Antonio Salvioni, Mario
partecipazione soltanto di otto soci. Il liquidatore Rossi nel leggere Poeti fu Ismaele, Daniele Mancinelli e il sindaco revisore Avv. France-
la sua relazione afferma che è "veramente mortificante dover costa- sco Stelluti. L'assemblea, approva tutti i documenti contabili presen-
tare che non si sia ancora alla chiusura della liquidazione, ma i resi- tati, all' unanimità, e chiude la liquidazione. E con l’ultima delibera
dui sono duri a regolarizzare". Si dilunga sulle singole partite ancora termina di scrivere un’ importante pagina di storia economica e civile
aperte e così prosegue: "...Il 24 febbraio di quest'anno abbiamo prov- di Sassoferrato.
veduto a fornire alla Cassa di Risparmio di Fabriano i mezzi necessari
per il pagamento di tutti i depositi ancora da rimborsare che la Cassa Sintesi dal volume “La Banca popolare cooperativa di Sassoferrato
stessa si è obbligata ad estinguere. (1887-1945)”, edito dal Centro regionale dei movimenti sociali catto-
I Sindaci nella loro relazione del 13 marzo 1940, riferiscono che "la li- lici e la resistenza nelle Marche - Sassoferrato - 1997

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La pittura di Mario Toni
Olio su tela mt 2,20 x 1,50: trattasi di
copia del famoso quadro dal Caravaggio
“La Cena in Emmaus” (il cui originale tro-
vasi a Milano presso il Museo di Brera). Il
dipinto, olio su tela, è stato eseguito dal
nostro concittadino e Consigliere della
Associazione Mario Toni e donato nel
2004 al Parroco della Cattedrale di Assisi
Mons. Giuseppe Rossetto in occasione
del 50.mo di sacerdozio. L’opera ha avuto
il benestare della Commissione Arti Sacre
e della Soprintendenza Belle Arti di Peru-
gia per la collocazione nella suddetta Cat-
tedrale (San Ruffino), nell’abside in alto
a sinistra sopra l’altare maggiore. Ricor-
diamo che Don Giuseppe Rossetto ha
svolto per anni il ministero pastorale nelle
parrocchie di S.Pietro di Sassoferrato e
S.Maria di Catobagli negli anni ‘50/60. Foto Studio Cico - Fabriano

SASSOFERRATO: DA VISITARE MUSEO DELLE TRADIZIONI POPOLARI una sezione, la vita del paese e di quello che fu il più
(Palazzo Montanari) grande ed esteso centro minerario solfifero d’Europa.
AREA ARCHEOLOGICA DI SENTINUM Orario visite: dal martedì al venerdì: ore 10.30-12.30.
(Loc. S. Lucia, a 2 km dal centro abitato) Sabato: ore 16.30-19.30. CHIESA DI SAN FRANCESCO
Orario visite: dal lunedì al sabato e la seconda e Agosto: ore 17.00-20.00, 21.15-23.15. Visite e prenotazioni: tel. 0732.9375 - 338.4033204
quarta domenica del mese: ore 8.00-14.00. Festivi: ore 10.30-12.30, 16.30-19.30. Costruzione del 1245 di stile tardo romano o romano-go-
Primo e terzo venerdì del mese: ore 14.00-19.00 Partenza gruppi (da uff. turistico comunale): tico. Conserva dipinti del Ramazzani e del Guerrieri. No-
Agosto: tutti i giorni, ore 16.30-19.30. da martedì a venerdì: ore 11.00. tevole un Crocifisso del 1300 di scuola riminese e cicli di
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Sono visibili le strade (cardo e decumano), ruderi delle ore 11.00, 17.00, 18.00
mura, pavimenti a mosaico, colonne di granito. Re- Tel. 0732.956218/9561 - 338.4033204. MONASTERO E CHIESA DI S. CHIARA
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hanno permesso di ricavare utilissime indicazioni sulla lestito secondo moderni criteri scientifici. Gli ambienti, Costruito nel XIII sec., all’interno ospita opere d’arte di
conformazione dell’impianto urbanistico di Sentinum “ricostruiti” secondo tipici modelli abitativi del mondo ru- notevole pregio: una Natività attribuita ad Antonio da Pe-
e portare alla luce strade, fondamenta, tracce di pa- rale marchigiano, descrivono, attraverso gli oggetti e gli saro, un affresco di Scuola Umbra e due tra le più belle
vimenti e fognature di alcuni edifici del centro urbano arredi una realtà fatta di cose semplici, pratiche, essen- Madonne del Salvi; inoltre, una Annunciazione del Salvi.
dell’antica città romana. ziali, ma certamente autentiche, come il duro lavoro e la
quotidiana fatica di un’epoca ormai lontana. Il Museo è ROCCA DI ALBORNOZ
MUSEO ARCHEOLOGICO articolato in 6 sezioni. Al piano terra sono ubicate le Massiccia costruzione militare risalente al XIV sec. Co-
(Palazzo dei Priori - piazza Matteotti) prime 4 sezioni: 1) Lavorazione della terra (aratura e se- struita per ordine del Cardinale Egidio Albornoz nel 1365,
Orario visite: dal martedì al venerdì: ore 10.30-12.30. mina); 2) Lavorazione dei prodotti (mietitura e trebbia- fu un efficiente presidio difensivo.
Sabato: ore 16.30-19.30. tura); 3) Lavorazioni domestiche (filatura, tessitura); 4)
Agosto: ore 17.00-20.00, 21.15-23.15. Mezzi di trasporto (birocci, carri). Nel piano seminterrato CHIESA DI SAN PIETRO
Festivi: ore 10.30-12.30, 16.30-19.30. sono ubicate le due sezioni che ricostruiscono, tramite Visite e prenotazioni: tel. 0732.9375 - 338.4033204
Tel. 0732.956218/9561 - 338.4033204. gli arredi e gli oggetti dell’epoca, l’atmosfera che si re- Chiesa sorta con il primitivo castello feudale intorno al 1200.
Ristrutturato di recente ed inaugurato il mese di marzo spirava sia nella casa contadina che nelle botteghe degli Acquistò grande importanza a partire dal 1580 quando il
u.s., vi figurano numerose sculture ed altri reperti che artigiani; 5) Ambienti domestici (forno, cantina, dispensa, Vescovo di Nocera diede alla Parrocchia di San Pietro il ti-
documentano gli aspetti più importanti della vita degli camere, cucina); 6) Lavorazioni artigiane (tornitore, fale- tolo di Collegiata. Rovinò nel 1688, ma nel 1717 fu rico-
antichi abitanti di Sentinum: l’organizzazione della vita gname, arrotino, boscaiolo, ciabattino, bottaio, fabbro, struita e notevolmente ampliata così come si conserva
politica e sociale, la religione, gli strumenti necessari maniscalco, muratore, cocciaro, cordaro, apicoltore). tutt’ora. Vi sono conservati anche altri interessanti dipinti.
per una civile convivenza, anfore, lucerne, oggetti de-
corativi, monete, ecc. Sul pavimento di due sale sono MUSEO DELLA MINIERA DI ZOLFO RIONE BORGO E DINTORNI:
collocati mosaici rinvenuti a Sentinum. Al piano infe- (Loc. Cabernardi, a km.10 da Sassoferrato) Abbazia di S. Croce (Sec. XII)
riore del Museo è possibile visitare il grande plastico Orario visite: Sabato e domenica: 15-19. Prenotazioni tel. S. Maria del Ponte del Piano (Sec.XIV)
raffigurante la “Battaglia delle Nazioni” (avvenuta nei 0732-975241 - 975013 - 956231. S.Teresa d’Avila (1600) in stile neoclassico
pressi di Sentinum nel 295 a.c.) e la Sala Perottiana in Il Museo raccoglie in 5 ampie sale e in un lungo corri- Santuario della Madonna del Cerro (circa 10 Km. dal ca-
cui è custodita una preziosa raccolta di reliquari bi- doio, documenti, fotografie, attrezzi da lavoro dell’ex Mi- poluogo)
zantini e fiamminghi, tra cui l’icona di San Demetrio di niera di Zolfo di Cabernardi. Ottanta anni di attività Chiesa di San Lorenzo Martire a Coldellanoce (a 5 km dal
altissimo valore storico-artistico. Il museo comprende industriale a cavallo tra gli ultimi anni dell’800 e la metà capoluogo). Conserva lo stupendo Trittico di Matteo da
inoltre una sezione dedicata alla preistoria. del secolo scorso. La ricca documentazione presenta, in Gualdo del XV secolo.

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Direttore: Raniero Massoli-Novelli Sopra: Francesco Garofoli - Paesaggio sotto la neve - 1986 - Acquaforte
Vice direttore: Perseo Trojani Foto di copertina: Raniero Massoli-Novelli
Redazione: Timoteo Benedetti
Alberto Albertini Grafica e stampa: Tipografia Garofoli Sassoferrato
Valentina Artegiani tipografia@garofoli.net
Massimo Bardelli
Umberto Comodi Ballanti N°2 - Luglio 2008
Antonio Maria Luzi
Giovanni Pesciarelli
Vittorio Toni
Associazione “Sassoferratesi nel mondo”
Palazzo Baldini
Corso Don Minzoni, 40
60041 Sassoferrato (An)

Segreteria : Tel. 0732 959345


Fax 0732 956234
info@sassoferratomia.it
www.sassoferratomia.it
Sassoferrato
mia
Pubblicazione a cura dell’Associazione
“Sassoferratesi nel mondo”
N°2 - Luglio 2008

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