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testo e screenshot di MARCO SENALDI

N
o, non mi sono sbagliato. La foto da un filosofia antica, dello scorrere delle acque di un fiume.
account Instagram che vedete sopra è stata Quando, abbastanza ingenuamente, si dice che i new
THE INSTAGRAM AESTHETICS

pubblicata così semplicemente per farla media hanno “mutato il nostro orizzonte” – si afferma
entrare… Dove? Nella griglia delle immagini che di qualcosa di vero, poiché essi hanno letteralmente mutato
solito commentano questo articolo. Ma, dato che in la disposizione verso il mondo che ci ha caratterizzato
verticale non ci stava, l’ho girata in orizzontale. da sempre. Allo “scorrere” lineare, lungo il filo di un
Qualcosa però non funziona: siamo sì abituati a orizzonte che è pur sempre “più largo” dell’altezza a cui
osservare fotografie, quadri, dipinti, immagini, video, normalmente limitiamo lo sguardo, hanno sostituito il
film che hanno una scala rettangolare a dominante “cadere”, lo spiovere di qualcosa che va da un alto (che non
orizzontale (di solito con un rapporto di 16:9 o 4:3), vediamo) verso un fondo (che anche ignoriamo). Si tratta
ma quando si tratta di smartphone, inspiegabilmente di un’inversione particolarmente evidente in Instagram
passiamo tutti a un rapporto che, se pur resta sempre (ma tipica anche di altri social), in cui il susseguirsi dei
rettangolare, ha una dominanza verticale. post ha l’andamento spaziale di un cascare continuo
Non ci si fa caso fino a quando non la si trasgredisce, ma – di una “cascata informativa”, che dà un senso ben
tutti i new media sono governati da questa dominanza, più cogente alla definizione di informational cascade
che è in aperta violazione con i canoni delle forme visive (proposta da Andrew Dotey, Hassan Rom e Carmen Vaca,
da sempre accettate, o almeno invalse in uso dall’epoca Information Diffusion in Social Media, Stanford University
dell’invenzione del quadro (su cui dice tutto Victor Press, 2011). In questo processo inarrestabile, il nuovo
Stoichita, L’invenzione del quadro, Il Saggiatore, 2004) si aggiunge imperterrito al vecchio, proprio come in una
fino all’attuale fruizione delle immagini su schermo. cascata dove sempre nuova acqua sopraggiunge, pur
Difficilmente troverete, anche a cercarlo, dando l’idea di una forma continua e quasi immobile.
un monitor per computer o per televisore Proprio un artista come Bill Viola, che ha fatto della
verticale, e persino nelle videoistallazioni “cascata” liquida quasi il suo marchio autoriale, è infatti
più sperimentali, da Eija-Liisa Ahtila a anche uno dei pochi autori di video ad aver impiegato
Doug Aitken, quasi sempre la ratio degli schermi verticali, come presagendo una condizione
schermi (anche se sovente sono più di mediale che oggi ormai conosciamo e frequentiamo tutti.
uno) o delle proiezioni resta orizzontale. Il tempo così si spazializza: nello scorrere orizzontale,
Ho chiesto conferma a dei veri esperti, cioè i miei figli fluviale, paesaggistico, il prima e il dopo seguono un
adolescenti, che mi hanno puntualmente confermato certo ritmo, una sequenza in movimento che resta
la cosa, e mi hanno chiarito anche un altro dettaglio: riconoscibile; ma nel cascare ogni nuovo si sovrappone al
lo schermo del telefono viene messo in orizzontale vecchio, in un imperterrito, fragoroso accumularsi senza
solo qualora si intenda vedere un video più lungo fine. Seriamente – quale “spazio” occupa Instagram?
o addirittura l’episodio di una serie tv, ma mai per O anche, dove sono le pagine virtuali del documento
consultare i social o scambiarsi messaggi. Word che sto scrivendo? Una sovrapposizione
Questa violazione, dunque, ha innanzitutto un valore interminabile diviene la regola anche
estetico. Qualcosa di nuovo è accaduto nel nostro visiva di un universo informativo in cui
regime scopico (per usare l’efficace espressione di Pierre non ci si sposta veramente, dove nulla
Sorlin) e, anche se sembra un dettaglio trascurabile, accade nel tempo, ma tutto sembra
è come se, a quello che siamo abituati giustamente com-presenziare continuamente
a chiamare “il paesaggio mediale” – e un paesaggio riassorbendosi nello spazio di se stesso.
per definizione è più largo che alto – si fosse aggiunta Se – da Platone a Kant – è la dimensione temporale a
una dimensione nuova, che “risolleva” le proporzioni, prevalere su quella spaziale e a sollevare l’interrogativo
come nei ritratti dei gentiluomini messi in posa decisivo (il movimento e la stasi, il passato e il futuro,
all’impiedi, insomma un “ritratto mediale” (spesso i la vita e la morte), viceversa la nostra ipermodernità
ritratti hanno una ratio inversa rispetto ai paesaggi). vive un tempo “eternato”, congelato, grazie al
Ma, forse, non si tratta solo di estetica: questo per sempre della riproducibilità, che si estende
ribaltamento annuncia istanze più profonde, che paiono in uno spazio divenuto invece contraddittorio,
spingere verso un’inversione dimensionale generale. luogo del qui e simultaneamente dell’altrove.
La verticalità dei dispositivi neomediali, infatti, sembra Per parafrasare Agostino all'epoca dei new
sostituire una metafora antichissima del tempo, dettata media, se nessuno mi chiede che cos'è lo spazio,
invece dall’orizzontalità: quella, risalente agli esordi della lo so; se me lo chiede, non lo so più.

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