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COME SI ASCOLTA UN’ORCHESTRA

L’orchestra ha origine seicentesche. In greco il termine orchestra è usato per chiamare lo spazio tra il palco
e le gradinate: spazio normalmente occupato dal coro, e successivamente i musicisti all’inizio del ‘600. Da
tale etimologia notiamo una valenza scenica dell’orchestra: un brano orchestrale è uno spettacolo, lo
spettatore deve osservare la distribuzione degli strumenti e dei temi musicali che passano da uno strumento
all’altro. Inoltre c’è un aspetto pubblico: grandi spazi in cui sono previsti degli spettatori.
La teoria dell’orchestrazione si studia a partire dai classici viennesi: Haydn, Mozart e soprattutto Beethoven
con il quale nasce la figura del direttore d’orchestra. L’orchestra che i classici viennesi definiscono è formata
da vari gruppi di strumenti. La famiglia centrale che organizza tutto il discorso musicale per Haydn, Mozart
e Beethoven è la famiglia degli archi: Violini (primi e secondi), Viole che sono la voce interna degli archi e
creano coesione, Bassi divisi in Violoncelli e Contrabassi. Il gruppo degli archi è così fondamentale, è il
cuore dell’orchestra classica perché ha una grande omogeneità di suono (grande omogeneità timbrica da cui
“il coro degli archi”) un suono acuto del violino e un suono grave di un contrabasso sono facilmente
identificabili come simili, grande dinamicità del suono: dal forte al piano, vibrato, pizzicato, suonare a corde
doppie.
ES: Sinfonia 5 Beethoven imitativo degli archi partono i contrabbassi e si arriva fino ai violini con una
grande omogeneità di timbro.
Le altre sezioni sono la grande sezione dei fiati, divisa a sua volta in due grandi famiglie: i legni e gli ottoni. I
legni sono strumenti come il flauto, l’oboe, il clarinetto quando i classici lo usano (Haydn e Mozart lo usano
solo in composizioni tarde mentre Beethoven fin da subito) e i fagotti. Anche in questo caso andiamo dal
grave all’acuto ma con differenze di emissione: i clarinetti sono strumenti ad ancia semplice, oboi e fagotti
ad ancia doppia e i flauti non ne hanno da cui derivano delle differenze timbriche all’interno del coro dei
legni. Proprio questa differenza timbrica è quella che i compositori tendono ad utilizzare. Il ruolo degli archi
è quindi quello di fornire l’ossatura del brano mentre quello dei legni è quello di colorare, di aumentare la
paletta timbrica dell’orchestra.
ES: Sinfonia 91 Mi bemolle– Finale - Haydn interazione tra legni(con i corni) ed archi. Ingresso del tema
negli archi (solo violini e viole) piccolissima risposta dei legni (con i corni) in cui si vede l’interazione tra
archi e fiati. Riprendono il tema gli archi (con i bassi) e poi si arriva al tutti con archi e legni insieme in cui
gli archi articolano il crescendo mentre i fiati suonano note tenute sostenendo l’armonia per poi
punteggiare ritmicamente il tema.
Si notano quindi tre funzioni dei legni: risposta agli archi, il sostegno dell’armonia, la punteggiatura ritmica
data dalla possibilità di attacco più netto dei legni. Tutto questo permette ai legni di colorare ed arricchire il
tessuto di base dato dagli archi.
Questo è il concetto base dell’orchestra classica nella quale se suona bene il quartetto d’archi l’orchestra
funziona ed il resto è considerato come una sorta di aggiunta. Infatti osservando le partiture di Mozart e
Haydn normalmente scrivono in alto, come prima linea orchestrale quella dei violini ed in basso quella dei
violoncelli e contrabassi. In tal senso i compositori pensano il brano per gli archi e poi i legni vengono usati,
anche per piccoli interventi, per colorare e variare il tema.
Cosa succede se a questi si aggiungono gli ottoni ed i timpani? Ovvero i Corni, le Trombe e i timpani
(percussioni).
Gli ottoni sono quelli più potenti con un corpo più risonante (in quanto fatto di ottone e non di legno).
L’ottone più usato è il corno con funzione legante ma che avrà un ruolo fondamentale nel periodo
romantico (metà ‘800). Altro ottone utilizzato, mai negli adagi e nelle sezioni più liriche, è la tromba:
strumento squillante che serve per punteggiare i momenti più importanti della composizione. Un altro
strumento d’ottone, che verrà utilizzato (nelle sinfonie) solo dalla V sinfonia di Beethoven è il trombone.
Strumento di grande valore simbolico: è lo strumento dell’aldilà, della morte (Mozart lo usa per il Tuba
Mirum nel Requiem). Un’altra famiglia è quella delle percussioni, inizialmente formata dai soli timpani.
Haydn e Mozart tendono ad usare gli Ottoni e i Timpani (gli strumenti più sonori) a macchie, solo in certi
punti: la definizione del tutti-orchestrale viene sempre usata con molta parsimonia, solo nei momenti più
importanti (fatto molto importante per l’ascolto di una sinfonia. Quando suonano trombe e timpani o, dalla
V di Beethoven quando suonano i tromboni, lì c’è sicuramente una grande colonna di suono). Il problema è
che tali strumenti, all’epoca di Haydn e Mozart, non possono suonare tutte le note. Quindi se il compositore
cambia tonalità questi strumenti non possono suonare, per questo suonano solo nelle sezioni più stabili, le
colonne della sinfonia. Il timpano ha delle limitazioni ancora più forti: in genere fa solo due note. I
compositori riescono quindi a utilizzare questi “svantaggi” come dei pregi (Beethoven nelle sinfonie 8 e 9 fa
suonare al timpano addirittura una sola nota).
ES: Sinfonia 101 (dell’orologio) – inizio dell’Allegro Primo Movimento – Haydn. Il tutti, il passaggio dal
piano al forte, dal tema piano alla ripetizione del tema in forte fatto da tutta l’orchestra è sottolineato
dall’entrata dei legni, dagli ottoni e dei timpani. Il tema è affidato agli archi (in maniera simile al precedente
esempio) e poi il tutti, l’intera orchestra che entra arricchita da trombe e timpani. Entrano gli archi con il
tema, poi entrano i legni che colorano il tema raddoppiando gli archi, gli ottoni e i timpani sono come delle
colonne che marcano i tempi forti delle battute. Poiché non hanno una grande capacità di articolazione
vengono usati per sottolineare i momenti più monumentali del brano operando a volte come una fanfara
(infatti già dal medioevo c’era la corporazione dei trombettisti e timpanisti, il timpano è storicamente usato
come il basso delle trombe).
È molto strano che trombe e timpani si stacchino dall’orchestra nel periodo classico. Un raro caso è nella
quarta sinfonia di Beethoven in cui il timpani è solista con un rullo da un pianissimo che da un colore
straordinario e nuovo all’orchestra. Addirittura Beethoven arriva ad usare il timpano come strumento
melodico all’inizio dell’ scherzo della nona sinfona. Successivamente dal 1830 circa ottoni e timpani
iniziano ad avere ruoli completamente diversi anche perché tali strumenti si evolvono tecnicamente
(invenzione delle valvole e dei pistoni)

Con il romanticismo la concezione dell’orchestra cambia totalmente. Essenzialmente cambia un aspetto:


come avete sentito nell’orchestra classica, il timbro e il colore strumentale sono fondamentali ma hanno
una funzione precisa: voler sottolineare le caratteristiche della musica. Con i compositori romantici il
timbro può essere usato come valore a se stante, magico, evocativo. Non a caso le prime composizioni
romantiche, come il Freischütz di Weber, affrontano i temi della magia, della natura. Il timbro
fondamentale del Freischütz, Franco cacciatore, è il timbro del corno (strumento con funzione
strutturalmente importante ma limitata nel periodo classico).
ES: Freischütz (1821) – Inizio Overture – Weber. All’inizio di questo brano è proprio il corno che diventa
protagonista. Dopo un’introduzione che potrebbe essere classica, gli archi passano all’accompagnamento e
la melodia è affidata a due coppie di corni che poi suonano all’unisono: un respiro completamente nuovo
dato dal timbro strumentale. Finito il tema dei corni c’è un momento di sospensione, di mistero ottenuto
grazie al timbro dei clarinetti.
(ES: Sinfonia La Grande – Schubert. Inizia con un tema affidato ai soli corni.)
Questo è uno dei segni principali del cambiamento tra classicismo e romanticismo: l’emancipazione del
timbro che, a volte, va un poco a scapito della coerenza strutturale.
ES: Sinfonia Fantastica (1830) - Sogno di una notte di Sabba – Ector Berlioz (precursore dell’orchestra
moderna). Notiamo come già il titolo del movimento e della sinfonia stessa riguardi un aspetto magico e
ultraterreno. In questo movimento non ci sono praticamente temi e melodie, è solo timbro. Gli strumenti
sono usati per il loro timbro magico ed evocativo.

COME SI ASCOLTA UNA SINFONIA

La sinfonia ha una suddivisione in 4 movimenti che corrispondono alla messa in scena di 4 diversi caratteri
di una commedia:
I mov – Contrastato, potente, monumentale. Solitamente in forma-sonata: bitematica e tripartita
(esposizione-sviluppo-ripresa)
II mov – Lirico, è spesso un adagio in cui suonano solo gli strumenti meno sonori. Il compositore mette in
mostra la sua capacità lirica, di comporre belle melodie.
III mov – è una danza: un minuetto(per Haydn e Mozart) uno scherzo (per Beethoven). Momento sociale,
estroverso.
IV mov – è il movimento più veloce, più brillante. In genere è un Rondò o ancora una forma-sonata. Spesso
in questo movimento i compositori inseriscono scherzi, trovate e sorprese per l’ascoltatore. Per Haydn e
Mozart coincide con il finale felice l’Happy-end (per Beethoven questo non accade).

La cosa principale per ascoltare una sinfonia è capire come un compositore utilizza le risorse dell’orchestra.
Il I movimento di una sinfonia è il più importante. Infatti in tale movimento il compositore cerca di mettere
in scena il contrasto orchestrale: quindi il compositore utilizza al massimo le potenzialità dell’orchestra.
Inoltre è il movimento in cui il compositore ci presenta la sua orchestra: il colore strumentale, il tono.
La maggior parte delle sinfonie iniziano dall’allegro, il tempo veloce, ma alcune, per avere un carattere
ancora più maestoso iniziano con un’introduzione lenta con un carattere di attesa, di sospensione. Infatti
spesso sono ricche di pause e di momenti di contrasto non conclusi lasciati sospesi. Successivamente parte
l’allegro che è collegato con un sottilissimo filo all’introduzione precedente.

ES: Sinfonia 100 di Haydn (militare: per l’utilizzo dei tamburi militari) che inizia con un introduzione lenta
nella quale sono contenute tutte le note del tema principale ovvero l’introduzione ci da un suggerimento del
tema.
Il tema principale viene annunciato, come accade molto spesso, dai fiati: in questo caso solo da flauto ed
oboe, quindi all’acuto e delicato.
Viene subito ripreso dagli archi un ottava sotto.
Abbiamo quindi 3 facce diverse dello stesso tema: quella sospesa, quella in allegro nell’acuto, e poi la sessa
versione un’ottava più in basso negli archi.
A questo punto entra tutta l’orchestra (con fagotti, corni, trombe e timpani) i quali suonano un tema che
sembra non centrare nulla con quello precedente ma un ascolto più attento mostra come ci sia un chiaro
legame ritmico tra i due temi.

ES: Sinfonia 40 Sol Minore Mozart. In questa sinfonia è assente l’introduzione lenta e inizia subito con il
primo tema che viene annunciato piano solo dagli archi e poi viene ripetuto lo stesso tema in tutta
l’orchestra. Questo metodo è quello maggiormente usato: prima la presentazione del tema piano negli archi
o nei fiati e poi la ripetizione dello stesso tema (diversamente dalla sinfonia precedente) nell’intera
orchestra.
La melodia del secondo tema è una linea unica ma viene spezzata: archi, clarinetto e fagotto, archi. Ora
viene ripetuto ma invertendo flauto e fagotto, archi, flauto clarinetto e fagotto.

Ricordiamo che è importante vedere come i compositori giocano con l’orchestra, come la utilizzano.
ES: Sinfonia 94 Haydn (La Sorpresa), secondo movimento. Esempio in cui un singolo tema viene
continuamente elaborato.
Prima il tema piano negli archi, poi pianissimo in pizzicato negli archi e poi a sorpresa.
In Haydn non c’è un elemento fine a se stesso: neanche questa sorpresa.
Il brano è una sorta di variazioni del tema appena presentato che non torna mai come all’inizio.
Il brano è articolato principalmente attraverso una diversa veste strumentale dello stesso tema: innovazione
Haydniana che il suo allievo Beethoven prenderà in pieno.
Nella seconda ripetizione il colpo di timpano è all’inizio e il tema viene colorato da un ricamo dei violini.
Terza variante tema in minore, forte ma senza timpani.
Ripresa del maggiore con nuova articolazione ritmica da parte dell’oboe.
Ultima apparizione del tema prima della coda affidata alle trombe ed ai timpani che essendo un secondo
movimento non dovrebbero esserci ma non c’è nessun cambiamento tematico è solo un cambiamento del
colore del tema e quindi loro partecipano (all’inizio nella sorpresa) a questa operazione.
Nella coda apparizione del tema in forte.
Poi ancora piano con degli accordi misteriosi accompagnati dai timpani che suonano pianissimo e dal
flauto.

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