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1.1 – Il Vampiro tra mito e realtà
Che cosa è un vampiro? Una definizione è quella di spirito di una persona morta, che
viene resuscitata da un demone o dallo spirito stesso, che tormenta la vita dei vivi
succhiandone il sangue per mantenere la propria vitalità. Nella tradizione il vampiro è
l’essere umano che muore prematuramente o in maniera violenta, che è figlio di
genitori illegittimi, che ha avuto una vita difficile sulla terra, che è stato ucciso da un
vampiro o da altri reietti.1
A questa breve definizione, vengono poi aggiunte caratteristiche più specifiche. In
primo luogo, il vampiro è stato un essere umano.2 Si deve quindi distinguere tra i
vampiri e tutti quegli spiriti che attaccano i viventi ma non sono mai stati esseri umani.
Il secondo elemento di definizione è che il vampiro è una persona umana morta3: il
vampiro come persona defunta è una figura che appartiene alla modernità ed è distinto
dal vampiro tradizionale inglese che è invece undead (non-morto). Terza caratteristica
è il fatto che i vampiri appaiono sulla terra con il loro corpo4, di conseguenza non sono
un’immagine o un’illusione, come potrebbe invece essere l’apparizione di un
fantasma. Non solo il loro corpo può essere visto ma può anche essere toccato e
presenta una forza e una resistenza superiore a quella di un normale essere umano. Da
ultimo, il vampiro è una persona umana morta che appare con il proprio corpo e che,
per sopravvivere, attacca gli umani e ne beve il sangue.5
È ancora aperto il dibattito riguardo l’origine della credenza del vampiro; tra le tante
teorie quella che maggiormente interessa la letteratura è quella che lo fa partire
dall’Europa antica o medievale.
La prima figura che può essere associata alla figura del vampiro è quella della dea
greca Ecate, la regina del mondo degli spettri, che si libra al di sopra delle tombe, è
protettrice dei veleni e può essere placata solo con sanguinosi sacrifici. Altro nome per
descriverla è Empusa: un demone femminile che può assumere le sembianze di diversi
animali; la sua caratteristica principale è quella giacere di notte con gli uomini e di
1 Erberto Petoia, Vampiri e Lupi Mannari, Newton & Compton Editori, Roma, 2003, p.31
2 Massimo Introvigne, La stirpe di Dracula, Oscar Saggi Mondadori, Milano, 1997, p. 14
3 Ivi, p. 15
4 Ivi, p. 16
5 Ivi, p 18
succhiarne la forza vitale fino a provocarne la morte. È quindi un demone succube,
termine che ha il significato di “colei che si introduce a forza”. Altra figura che può
essere associata a quella di un vampiro è la Lamia, un demone femminile della
tradizione latina che era solita rubare dalle culle i bambini appena nati per dissanguarli.
Già possiamo notare l’importanza che assume il sangue, che nei bambini è ancora
integro e puro, che è l’elemento che ridà la vita.6 Come l’Empusa poteva assumere le
sembianze di diversi animali, ma se veniva presa si potevano riprendere i bambini vivi.
Quando a queste caratteristiche di sangue si aggiunse anche il connotato erotico, la
Lamia si unì alla figura dell’Empusa, e ne prese la sua caratteristica di demone
succube7.
Altra figura che storicamente è stata legata a
quella del vampiro è il demone Lilith,
traduzione in ebraico di Empusa e Lamia.8
L’etimologia della parola Lilith viene messa in
connessione con l’ebraico “laijl” che ha il
significato di notte, ma potrebbe anche voler
dire vento, oppure anche designare il termine
di demone in generale.9 È di solito collegato ad
un demone notturno, Lilith, con caratteristiche
molto simili ai due esempi precedenti: rapisce
i bambini dalle culle per soffocarli, inoltre è
Foto 1: alcuni studiosi identificano attratta dal seme degli uomini, che va a rubare,
la figura in rilievo come Lilith
cercandolo tra le lenzuola del
letto, dopo che marito e moglie hanno consumato.
La figura, che viene dalla tradizione ebraica, era la prima moglie di Abramo, che,
secondo la leggenda, venne ripudiata dato che si rifiutava di giacere sotto il marito:
questo indica un suo rifiuto al sottostare al potere del marito e una sua propensione per
le pratiche sessuali illecite. Per scappare da questa situazione, Lilith riesce ad ottenere
due ali che le permettono di fuggire nell’Eden. Il marito, per farla tornare, invoca il
Signore che manda tre angeli. Del seguito sono presenti varie interpretazioni: secondo
alcuni, Lilith ormai era già entrata in contatto con demoni con i quali concepiva ogni
A qualsiasi persona sarà capitato di aver visto un film con i vampiri: ogni anno viene
girato almeno un film sui vampiri, senza contare la quantità di serie tv e di libri che
sono basate sulla loro figura; quest’ultima ha mantenuto dei caratteri del passato ma
molti ne sono stati aggiunti, anche per avvicinarli maggiormente al pubblico del
presente.
Una delle caratteristiche del nuovo vampiro riguarda l’età dei vampiri: oggi, la
maggior parte dei vampiri che vengono rappresentati, hanno avuto la loro
trasformazione in quella fase della vita che per noi è l’adolescenza. Ovviamente questo
porta a delle conseguenze, in particolare l’impossibilità per loro di vivere quelle
esperienze che sono invece basilari per gli esseri umani.18
Il secondo elemento che viene introdotto è quello del vampiro che cerca di introdursi
nella società: cerca di evitare l’uso di sangue e vuole mimetizzarsi nella società,
usando anche nomi e cognomi ordinari. Rimarrà comunque in lui una parte
“selvaggia”, cioè quella parte che comunque sarebbe impossibile da addomesticare.19
Il terzo elemento è quello della consapevolezza che un vampiro si comporta in una
determinata maniera proprio perché vampiro. È quindi difficile giudicarlo, dal
momento che è costretto a fare quello che fa, lo fa per natura e non per volontà
propria.20
Sono proprio queste le caratteristiche che hanno reso la figura del vampiro così
famosa: le persone riescono ad immedesimarsi in personaggi che di fatto hanno gli
stessi problemi e le stesse caratteristiche delle persone umane.
Per spiegare ulteriormente questi cambiamenti, è necessario analizzare due film che
hanno come protagonisti vampiri: il primo, The unwanted, è la rivisitazione in chiave
cinematografia del racconto Carmilla. La storia è ambientata ai giorni nostri, ma viene
comunque mantenuta la maggior parte di ciò che è presente nel libro. L’elemento su
cui ovviamente viene incentrata la narrazione è quello della relazione amorosa tra
Carmilla e Laura. Nel film, a differenza che nel libro, la relazione tra le due non è solo
mentale ma anche carnale; inoltre quella che la inizia è Laura stessa, che è attratta così
18 Giulia Carluccio e Peppino, Diversamente vivi: zombie, vampiri, mummie, fantasmi, Milano, 2010
p. 101
19 Ivi, p. 104
20 Ivi, p. 106
tanto dalla vampira che arriva
addirittura ad offrirle il suo sangue. Il
carattere di Carmilla e Laura è molto
diverso rispetto ai libri, in qualche
maniera i due personaggi sono
intercambiabili: mentre Laura si mostra
più forte ed aggressiva di Carmilla,
Carmilla sembra più mansueta. È
Foto 2: Carmilla e Laura nel film The Unwanted
proprio questo l’elemento di
modernità: il vampiro che non viene più presentato come un semplice animale che
deve seguire i suoi istinti ma come un essere umano.
Il secondo film preso in analisi è Bram Stoker’s Dracula. Il film riprende in maniera
fedele il libro perché vuole mostrare la vera storia di Dracula, non vuole inventare un
nuovo vampiro ma vuole catturare l’attenzione di chi guarda utilizzando la vera
essenza del vampiro stesso. In questo caso, quindi, la figura del vampiro viene
rappresentata riprendendo molti elementi della tradizione: il conte Dracula che è in
cerca di sangue, Dracula come animale che cerca sempre continue prede, Dracula che
come vampiro riesce a trasformarsi in altri animali o riesce a camuffarsi in altre
persone per non farsi riconoscere. Accanto a questa tradizione, però, Coppola
aggiunge altri elementi e rende Dracula in una maniera mai fatta prima: si nota come
22 H Stoddart, The Precautions of Nervous People Are Infectious': Sheridan Le Fanu's Symptomatic
Gothic, The modern language review, 1 jun 1991
23 Le Fanu, J.Sheridan. Carmilla. A cura di Sandro Melani, Marsilio, Venezia, 1999, p. 17
24 Ivi, p.18
questo paesaggio calmo e pacifico, che, prima dei fatti narrarti, non aveva mai destato
particolari soprese agli abitanti. La comparsa di Carmilla, di per se, presenta già
dall’inizio delle anomalie: davanti alla casa di Laura arriva una carrozza, dalla quale
scendono una nobildonna con la figlia. Questa nobildonna chiede al padre di Laura di
accudire la propria figlia, dal momento che è molto malata e non può continuare il
viaggio. La giovane altro non è che Carmilla che, inspeigabilmente, già dal secondo
giorno, sembra essere in salute e per nulla malata.
Laura si sente molto sola, non ha amici ma solo la compagnia delle governantì e del
padre, e a parte qualche visita delle amiche vicine, è inesperta della vita ed è quindi
naturale che:
<< Laura, chiusa nel suo ferreo cerchio di solitudine e di vetustà, lontana da
qualsiasi ricambio vitale, sia sopraffatta da forme di malinconia che la porta
inevitabilmente a evocare, seppure inconsciamente, il fantasma di Carmilla.
>>25
L’arrivo di Carmilla, quindi, scuote la casa i cui abitanti rimangono spesso senza
parole di fronte ai gesti di Carmilla, con un carattere e un comportamento che poco si
addiceva alle signorine del tempo. Carmilla è quella fanciulla di cui tutti ripudiano il
comportamento ma che al tempo stesso vorrebbero essere. Laura quindi vede proiettate
in Carmilla le sue fantasie più proibite, facendola diventare il suo doppio,
Doppelganger, un tema particolarmente ricorrente nella letteratura dell’Ottocento.
Laura e Carmilla sono molto diverse sia di carattere che di aspetto fisico: mentre Laura
si presenta con i capelli biondi e gli occhi azzurri, la seconda ha i capelli scuri come
gli occhi. Già dalla rappresentazione grafica delle due possiamo dedurre il carattere:
mentre la prima è dolce e ingenua, ancora una bambina, la seconda presenta le
caratteristiche di una donna adulta. Laura vedrà in lei sempre una bellezza strabiliante,
soprattutto nella carnagione, che viene descritta come se Le Fanu avesse preso spunto
da qualche ritratto del periodo pre-raffaelita.26 Quello che spicca nel suo volto è un
neo, che non si sa se sia un morso di un vampiro (quello che le ha permesso di
trasformarsi) oppure un neo vero e proprio; va a completare la sua bellissima figura la
25 Ivi, p 20
26 AriannaConti, Franco Pezzini. Le vampire : crimini e misfatti delle succhiasangue da Carmilla a
Van Helsing, Castelvecchi, Roma, 2005, p 92
bocca, carnosa e sensuale ma nella quale vengono subito notati dei denti molto affilati
per una persona normale. La carnagione, però, presenta delle differenze: per tradizione
i vampiri letterari erano sempre stati descritti con una carnagione pallida, molto più
simile a quella di un malato piuttosto che di una persona sana; Carmilla invece presenta
una carnagione piuttosto luminosa e florida. Il pallore dato ai vampiri è una semplice
caratteristica aggiunta per dare maggiore drammaticità alla narrazione.27 Quello che
ammalia Laura, oltre alla bellezza sovrumana di Carmilla, è anche il suo modo di
essere: il suo essere languida e malinconica, caratteristiche tipiche dell’essere
femminile; Laura aveva sperato che in realtà Carmilla fosse un giovane travestito da
ragazza giunta per sedurla, probabilmente intuendo già le intenzioni della giovane e la
non ammissibilità del rapporto omosessuale. Il suo essere malinconica rispecchia
anche il paesaggio intorno al castello di Laura, paesaggio che viene sempre descritto
spesso al crepuscolo, quasi a voler risaltare un collegamento tra il paesaggio e al figura
28
di Carmilla. Dal punto di vista caratteriale, Carmilla rappresenta tutto quello che
non può essere ammesso per una donna di quel tempo: il suo essere ammaliante e
seducente, la sua propensione per il sesso femminile, il suo allontanamento dal
concetto di maternità.29 La donna vittoriana, ma in generale la donna in tutte le epoche,
era vista come un oggetto, che non aveva nessuna pulsione sessuale ed era dedita alla
casa e ai figli. Nel momento in cui queste caratteristiche venivano meno, e la donna si
mostrava libertina nei costumi, essa era considerata malata e soffriva quindi di isteria,
concetto che rimanda all’introduzione e al dott Hesselius.
Il vampiro veniva talvolta associato alla libertà sessuale e alla pazzia: proprio per
questo motivo, gli veniva inflitta la morte peggiore cioè essere uccisa tramite un
paletto nel cuore accerchiata da uomini che vogliono far valere la propria forza.
<< “when with a cry, the old man by my side caught up the woodman's hatchet,
and started forward. On seeing him a brutalized change came over her features. It was
an instantaneous and horrible transformation, as she made a crouching step backwards.
Before I could utter a scream, he struck at her with all his force, but she dived under
his blow, and unscathed, caught him in her tiny grasp by the wrist.>>.30
27 Ivi, p.90
28 Melani, Sandro. L'eclissi del consueto : angeli, demoni e vampiri nell'immaginario vittoriano,
31 Ivi, p 70
32 Melani, Sandro. L'eclissi del consueto : angeli, demoni e vampiri nell'immaginario vittoriano,
<< “You will think me cruel, very selfish, but love is always selfish; the more
ardent the more selfish. How jealous I am you cannot know. You must come
with me, loving me, to death; or else hate me and still come with me. and hating
me through death and after. There is no such word as indifference in my
apathetic nature."33>>
Carmilla non ammette rinunce perché vive l’amore assumendo la totale adesione e
amore dall’altro: proprio lei verrà presa come esempio per le femme fatale che
diventeranno tanto famose nell’Ottocento.
<< Felipe, for instance, I have seen. And what am I to say? He is very rustic,
very cunning, very loutish, and, I should say, an innocent; the others are
probably to match>>36
Per quanto riguarda il rapporto tra l’ufficiale e la giovane vampira il primo è il colono
che si avventura nella nuova terra, in questo caso la Spagna del Sud, ed entra in
contatto con una nuova cultura e con nuove persone. Il giovane ufficiale è attratto dal
ritratto di Olalla, che non riesce a vedere per lungo tempo dal momento che gli è
proibito. Già le caratteristiche fisiche della ragazza sono elementi che agli occhi del
lettore del tempo potevano far intuire quale sarebbe stato il suo ruolo della vicenda :
le trecce rosse, la capigliatura e la carnagione la presentano come una creatura
satanica.37 Contemporaneamente questa attrazione di trasforma in ripudio come nel
normale rapporto tra colonizzatori e colonizzati: il generale non riesce a capacitarsi di
essersi innamorato di una creatura tanto corrotta e tanto diversa da lui38 Nonostante
35 Ivi, p 129
36 Project Gutemberg, “The Works of Robert Louis Stevenson - Swanston Edition, Vol. 21”, p. 232
37 Debora Sensi, "... the race shall cease from off the earth." Olalla: un'ibridazione interculturale
fallita, p.5
38 Ivi, p.5
Olalla sia differente dal resto della sua famiglia, sia quindi meno diabolica, per
l’ufficiale è comunque impossibile mantenere una relazione con lei, proprio per questa
differenza di vita e di cultura: come nella vita reale era impossibile un’integrazione e
un lieto fine tra coloni e colonizzati, allo stesso modo non esiste futuro per i due.
Questo concetto viene ben compreso da Olalla che si rifiuta di far avanzare la
relazione, dal momento che sa che non ci sarebbe futuro e perché vuole porre fine alla
tragedie causate dalla sua famiglia sacrificando se stessa. La sua figura, quindi, si
discosta dal tradizionale stereotipo del vampiro che uccide gli altri e non è interessato
ad altri se non a se stesso: anzi, pur di non far soffrire il generale, per cui prova un
amore genuino e per non far soffrire il resto del genere umano, decide di uccidersi. Il
finale drammatico, però, sottolinea comunque il carattere di superiorità che il generale
aveva tenuto fin dall’inizio: non chiederà mai ad Olalla di ripensarci, ma la lascierà
andare incontro al suo destino. Ancora una volta, una domanda viene posta: chi tra i
due, il generale o Olalla, è il vero mostro di questa storia?