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f didip = ch{taenra peared, . aldtitry Wel ne ow parte 1°: Elettrotecnica | fenomeni elettrici sono originati dalla natura atomica. L’atomo @ formato da un nucleo fatto di particelle cariche positivamente (protoni) e da altre particelle pit piccole cariche negativamente (elettroni) che stanno intomo ad esso in zone a differenti livelli energeti- ci chiamati orbitali. Le osservazioni sulle cariche elettriche hanno portato alla formulazione di leggi fonda- mentali: + cariche positive e negative uguali si comportano in modo opposto ma perfetta- mente equivalente + cariche dello stesso segno si respingono, cariche di segno opposto si attraggo- no Lo scienziato francese Coulomb fu il primo a stabilire una legge sulla carica elettrica che dice: ae Fak Oe dove F ¢ la forza agisce tra le due cariche C; e C2, d é la distanza fra le cariche e k & una costante di proporzionalita che fa si che definendo C;= C2 = 1 e d = 1m, la forza sia 9*10° Newton. lI generatore elettrico @ la prima macchina che analizziamo; é un dispositivo capace di Portare cariche elettriche (elettroni) da un suo estremo (morsetto) ad un altro, stabilen- do cosi, alla fine della procedura un'energia potenziale fra i due punti. L'energia poten- ziale divisa per la carica prende il nome di potenziale elettrico e viene misurata in Vol. |! potenziale elettrico @ presente in qualsiasi punto dello spazio ma la cosa che interes- sa @ la differenza di potenziale fra due punti che corrisponde all’energia per portare "unita di carica da un punto alaltro. La d.d.p. & espressa in Volt ed é a quella che la maggioranza delle volte ci riferiamo. Nel generatore elettrico la sua forza chiamata for- za elettro-motrice o f.e.m. é la d.d.p. fra i suoi due morsetti. | materiali in cui le cariche elettriche sono libere di muoversi sono detli conduttori e vi- ceversa gli altri sono chiamati isolanti. Conduttori sono tutti i metalli dove la disposizio- ne atomica permette liberta di movimento ad una gran parte di elettroni. Isolanti sono quasi tutti i non metalli; comuni sono la plastica, la gomma, la porcellana, il vetro. Se ai morsetti di un generatore colleghiamo un conduttore si stabilisce un movimento di cariche continuo. La quantita di carica che attraversa in un secondo un sezione del conduttore @ chiamata intensita di corrente elettrica |e viene misurata in Ampére = Coulomb / sec. La corrente elettrica provoca calore nel conduttore e bisogna seguire delle norme di sicurezza per evitare problemi. Tali norme richiedono conduttori che ab- biano una sezione di 1mm? ogni 3 Ampére di corrente. Per produrre una corrente elettrica ¢ necessaria una d.d.p. o tensione. I rapporto fra tensione e corrente @ una costante che dipende dal conduttore in questione e viene chiamata resistenza. y Tale formula corrisponde alla legge di Ohm. raR La resistenza viene misurata in Ohm col simbolo Q. La resistenza dipende dai materiali ‘seconds il tipo, la lunghezza e la sezione, secondo la formula seguente. 1 s | simbolo p prende il nome di resistivita ed é specifico dei materiali. Al numeratore la lunghezza | e al denominatore la sezione s. II materiale meno resisti- vo @ l'argento ma quello piti utilizzato ¢ il rame. Le resistenze si trovano commercialmente disponibili in vari valori di resistenza e di calore che possono dissipare. II valore di resistenza viene generalmente espresso con un codice colore. II calore dissipabile determinato dalla grossezza del componente 2 stesso. Le resistenze possono essere assemblate in configurazione serie o parallelo a seconda che condividano la stessa corrente o tensione. Nei due casi si pud parlare di resistenza equivalente Re. Per la serie R, =(R, +R, +--R,)- resistenza R Per il parallelo: R, =~ 9. Per 'energia elettrica che si ha dal passaggio di una corrente in un conduttore si parla anche di potenza (energia per unita di tempo) che é data dal prodotto di Vxl. Applican- do la legge di Ohm si trovano i vari casi applicabili alle resistenze. 10.Se enunciamo il concetto di campo elettrico come campo di forze prodotto da grandez- Ze elettriche possiamo introdurre il condensatore come coppia di conduttorisolati fra i quali é possibile stabilire un campo elettrico. Nel condensatore il rapporto fra carica e tensione é costante e si chiama capacité e si misura in Farad. Nel condensatore piano la capacit’ é espressa in termini geometrici con S superficie armature, d distanza fra le armature e € costante dielettrica che dipende Se inseriamo un condensatore C in un circuito elettrico con una resistenza R, questo si carica o si scarica proporzionalmente ad una costante di tempo t data da t= RC. | condensatori possono essere messi in serie 0 parallelo, come le resistenze, e anche qui si paria di capacita equivalente C, che é data daC, = (C, +C, +---C,) nel caso pa- rallelo; C, = 1 nel caso serie. LL ct, 7", 11.L’elettricita & strettamente legata al magnetismo. | fenomeni magnetici sono da ascri- versi a materiali particolari esistenti in natura o a fenomeni prodotti dallelettricita. Ci sono analogie e differenze fra fenomeni elettrici e magnetici. Analogie sono le forze e i differenti poli; differenze che i poli magnetici sono indivisibili, cosa che non succede alle cariche elettriche. Fenomeni elettrici e magnetici sono correlati: da ciascuno se ne pud derivare altro. Magnetismo da elettricita @ facile: basta una corrente elettrica a produrre un campo magnetico, tanto pid intenso quanto pit vicino siamo al conduttore. Per avere un cam- po magnetico quasi costante ci si serve di un solenoide, conduttore awolto in spire, NU 1 con H campo magnetico, | intensita di corrente, N numero di spire e 1 lunghezza del solenoide stesso. 12.Passare dai fenomeni magnetici a quelli elettrici é un po' pit! complesso in quanto non basta solo l'energia magnetica ma anche necessaria un'aggiunta di energia mecca- nica. L’energia meccanica serve in quanto per produrre energia elettrica da quella ma- gnetica serve quella che viene definita variazione di flusso concatenato rispetto al tem- po. Tale concetto é espresso nella legge di Neumann: ceapacita C dove il campo magnetico all'interno @ dato da: H v =Ae at IIflusso concatenato @ quello che passa allinterno del circuito eletrico. 13.Poiché la corrente produce campo magnetico, se tale corrente varia nel tempo si assi- ste ad un fenomeno chiamato aufoinduzione per cui la variazione di corrente, at- 3 traverso la creazione di un campo magnetico variabile, produce una corrente indotta. 1! rapporto fra il flusso concatenato col circuito e lintensita di corrente é una costante e viene chiamata “coefficiente di autoinduzione” o induttanza, si indica con la lettera L si misura in Henry. U'induttanza é anche un componente elettrico che si simboleggia con un solenoide: ee Linduttanza tende ad opporsi alle variazioni di corrente elettrica @ se la inseriamo in un circuito con generatore di tensione costante e resistenza esiste un periodo transitorio prima di arrivare alla situazione di regime. Tale periodo é determinato da una costante di tempo 7 data dal rapporto LR. 14.Nei vari materiali il flusso del campo magnetico per unita di superficie non @ uguale. Tale densité dipende dal materiale; quelli con la densita pitt alta sono i materiali ferro- magnetici. La densita di flusso prende anche il nome di induzione magnetica e si sim- boleggia con la lettera B. Fra B ed H esiste una semplice relazione di proporzionalita: B=uH ma 1 che @ la permeabilita magnetica, nei materiali ferromagnetici non @ costante; cid a luogo alle curve di magnetizzazione e di isteresi magnetica che sono quelle che stabiliscono il rapporto fra B ed H nei materiali ferromagnetici. In tali curve si vede che un materiale magnetizzato tende a mantenere tale magnetizzazione anche dopo che il campo ¢ stato rimosso (magnetizzazione residua); per tomare allo stato vergine biso- gna applicare un campo magnetico contrario (forza coercitiva). 15.1 componenti elettrici tendono a comportarsi in maniera diversa a seconda che le gran- dezze elettriche siano costanti o variabili nel tempo. Per grandezze variabili prendere- mo in considerazione solo grandezze sinusoidali, a cui rappresentazione grafica pit comoda é quelia mediante fasori che consentono di risolvere semplicemente anche le relazioni di fase. Per quanto riguarda I'ampiezza, questa sara sempre considerata co- me valore RMS, che da un’analogia fra le grandezze continue e quelle altemate. 16. Nelle mondo delle grandezze sinusoidali realizziamo che una resistenza R non da nes- sun sfasamento fra corrente e tensione ai suoi capi. Diversamente, una capacit’ C sfasa tensione e corrente di 90° con la tensione in ritardo. Un‘induttanza L. sfasa ten- sone e corrente di 90° con fa tensione in anticipo. Inoltre, mentre per la R vale la legge di Ohm per quanto riguarda la relazione fra tensione e corrente, nel caso L si ha: V=all con il valore @L che prende il nome di reattanza induttiva X, ed ha le dimensioni di Ohm; @ corrisponde a 2nf. Se consideriamo una capacita, V reattanza capacitiva Xc —|_ con il valore-—1_ che prende il nome di ot oC 17.Se nel circuito @ presente anche un elemento resistivo non siamo pill in presenza di Tesistenza pura o di reattanza pura ma c’é una componente di entrambe. Questa nuo- va componente che contiene sia parte resistiva che reattiva si chiama impedenza Z. Nel caso induttivo la grandezza dell’impedenza é: Z = R?+X? VR? + XZ Da notare che, sia la reattanza che limpedenza sono grandezze non costanti ma va- fiabili con la frequenza, in maniera direttamente o inversamente proporzionale a se- conda che la parte reattiva sia di tipo induttivo o capacitivo. Nel caso capacitivo, invece: Z

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