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EDUCAZIONE SOCIO-AFFETTIVA
(PSICOLOGIA UMANISTICA)
Considera l’aspetto emotivo come centrale nello sviluppo della personalità ed educa con e
all’affettività.
AMBITI
RISOLUZIONE DI CONFLITTI
METODOLOGIE
delle stesse, gestire bambini problematici o disabili, con lo scopo di rendere i genitori
agenti di cambiamento e co-terapeuti.
(PSICOLOGIA DELL’EMERGENZA)
Generalmente l’individuo tende a riassorbire in modo autonomo queste reazioni; se però non
ci riesce e non vengono curate, si può sviluppare anche uno stato di stress post-traumatico
difficile da guarire.
Lo stress cumulativo nei soccorritori può portarli a commettere errori e a mettere in pericolo
il loro stesso equilibrio psichico. E’ fondamentale, quindi, non minimizzare gli effetti di un
avvenimento traumatico: ognuno reagisce in base alla propria storia personale e al proprio
vissuto.
AMBITI
METODOLOGIE
Successivamente si è diffuso anche per le vittime come prevenzione del Post Traumatic
Stress Disorder, ma i dati insufficiente indicano di fare molta prudenza e di usarlo invece
come primo momento di elaborazione gruppale dei vissuti emotivi legati all’evento,
inserendolo in un quadro più ampio di intervento sulla crisi.
DISCUSSIONE SU EMOZIONI
FORNIRE INFORMAZIONI
CONCLUSIONE
GIOCHI PSICOLOGICI: basati sulla comunicazione non verbale dei propri stati d’animo.
ROLE PLAYING
AMBITI
SVILUPPO DELLE LIFE SKILL (decision making, problem solving, comunicazione efficace,
pensiero critico e creativo,buone relazioni interpersonali, autoconsapevolezza, empatia,
gestione emozioni e stress): si usa un approccio misto in cui i peer partecipano si occupano
della fase attuativa dopo una breve formazione.
METODOLOGIE
informali ed organizzate coi loro pari al fine di sviluppare conoscenze, credenze e abilità.
Il peer viene scelto all’interno del gruppo in cui dovrà intervenire. funziona perché c’è
condivisione linguistica valoriale, perché c’è credibilità su aree significative, perché
permette interazioni immediate e fornisce un modello da imitare facilmente fruibile.
PARENT TRAINING COMPORTAMENTALI: metodo di Parent Education per genitori di
bambini con ritardo mentale o disturbi di attenzione e iperattività o della condotta o per
genitori in situazioni di svantaggio. Si tratta di 1 o 2 incontri settimanali di 1-2 ore
almeno una volta a settimana, in cui si insegnano ai genitori tecniche di parenting:
maggiore stabilità e coerenza, interventi educativi più efficaci, miglior rapporto coi figli,.
Superamento tensioni, maggiore consapevolezza della propria funzione, attraverso
tecniche di modellamento, osservazione etero e auto, rinforzo, role-playing, shaping…
TOKEN ECONOMY: rinforzatore simbolico che prevede il rispetto di regole
precedentemente negoziate e che viene sottratto all’emissione di comportamenti
inadeguati. Consente l’acquisizione di abilità di vario tipo (riduce l’impulsività, migliora
il decision making e problem solving, aumenta l’autonomia comportamentale…). Il token
deve essere: leggero e trasportabile, attraente ma non troppo, proporzionato al compito,
con contraffattibile, non accessibile altrimenti.
FORMAZIONE IN AULA o A DISTANZA: lezione/simulazione
SHAPING: strategia volta allo sviluppo di comportamenti nuovi non presenti nel
repertorio comportamentale; si attua tramite il rinforzo sistematico di approssimazioni
comportamentali sempre più vicine a quelli desiderati (es. per facilitare la
comunicazione in un ragazzo che parla poco si può sviluppare un percorso che lo porti
passo passo all’obiettivo finale).
PROMPTING: strategia di facilitazione dell’apprendimento tramite indicazioni verbali o
gestuali e utilizzo di stimoli discriminativi (col fading vengono gradualmente tolti).
COSTO DELLA RISPOSTA
MODELLO BIO-PSICO-SOCIALE
L’Organizzazione Mondiale della Sanità, dal 1986 con la Carta d’Ottawa [1], propone un
concetto di Salute che coincide con uno stato di benessere fisico, psicologico e sociale. La salute
non è più un obiettivo isolato ma è una risorsa per la vita quotidiana; essa è determinata da una
molteplicità di fattori biologici, psicologici e sociali che s’influenzano e determinano
reciprocamente. L’individuo sociale o gruppo diviene protagonista attivo del proprio benessere
e “Il principio generale per il mondo intero, per le nazioni, le regioni o le comunità deve essere
il sostegno reciproco: dobbiamo avere cura gli uni degli altri, della nostra comunità e
dell’ambiente naturale” (OMS - Carta di Ottawa per la Promozione della Salute, 1986).
Il modello che riassume questa prospettiva è quello Biopsicosociale; esso propone una visione
sistemica e globale della salute che si fonda sulla consapevolezza che l’organismo umano può
essere rappresentato come un sistema facente parte di sistemi più ampi come la famiglia
d’origine, la comunità d’appartenenza, lo status socioeconomico, il contesto culturale a loro
volta composti di sottosistemi in costante e reciproca interazione. Questa nuova prospettiva ha
reso evidente i limiti del modello Biomedico che si fonda, principalmente, su due principi: il
riduzionismo biologico e, quindi, la riduzione di qualsiasi altro livello d’analisi nello studio
dell’uomo ad un substrato biologico e allo schema eziologico classico. Quest’ultimo considera
la lesione organica come causa principale d’ogni processo patogenetico.
La visione eco-sistemica, alla base del modello Biopsicosociale, restituisce alla persona un ruolo
sociale, riconosce l’importanza della possibilità che l’individuo o il gruppo possa soddisfare i
propri bisogni, realizzare i propri desideri e modificare l’ambiente in cui vive. Lo stato di
benessere, di conseguenza, non è responsabilità esclusiva del settore sanitario o educativo ma
comprende anche la responsabilità e quindi l’abilità a rispondere, il volere dell’individuo stesso.
AMBITI
DISTURBI ALIMENTARI
AMBITI
LAVORO DI GRUPPO e gruppi di lavoro, dinamiche dei gruppi, il gruppo come strumento di
cambiamento sociale, il lavoro di gruppo, il processo di gruppo
COSTITUZIONE E SVILUPPO RETI SOCIALI, senso delle reti sociali per lo sviluppo comunitario,
dalla costruzione al consolidamento delle reti, la costruzione di coalizioni nella comunità
RUOLI DI RAPPRESENTANZA, ruolo e funzioni del rappresentante degli studenti e dei genitori
all’interno della comunità scolastica.
METODOLOGIE