Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
Introduzione
Introduzione
Momentum Oscillators
Volatility Indicators
Conclusioni
Introduzione
L’Analisi Tecnica Algoritmica si basa sul concetto di rielaborare dal punto
di vista matematico e quantitativo i valori di prezzo e volume trasmessi
d ll Borse
dalle B V l i Queste
Valori. Q t rielaborazioni
i l b i i quantitative
tit ti danno
d l
luogo ad
d una
serie di indicatori la cui finalità è quella di trarre, attraverso lo studio del
loro andamento, indicazioni che siano di aiuto per valutare operazioni di
acquisto e di vendita su un determinato mercato.
mercato
In alcuni Paesi come gli Stati Uniti vengono resi noti in via ufficiale anche
altre informazioni come la quantità netta delle posizioni detenute in
futures dagli investitori istituzionali e dagli small traders. Questi dati
consentono la creazione e lo studio dei cosiddetti Sentiment Indicators
che però in questa dispensa verranno solo accennati.
Un esempio analitico - Il Price-Rate Of Change
L’andamento di ogni indicatore algoritmico viene rappresentato in forma
grafica sovrapponendolo all’andamento del prezzo, con la creazione di
una nuova scala,
l o in
i una finestra
fi t dedicata
d di t all di sopra o all di sotto
tt di
esso.
B 26500
26000
25500
25000
A 24500
24000
1000
500
0
-500
P-ROC -1000
-1500
1500
July August September October November December 2004 February
Figura 1
Una metodologia per classificare gli indicatori
L’Analisi Tecnica Algoritmica presenta oggi una moltitudine di indicatori
creati o introdotti da studiosi e analisti per lo più negli anni ’70. Tra i più
conosciuti
i ti ricordiamo
i di il Relative
R l ti Strength
St th Index
I d (RSI) e l’Average
l’A T
True
Range (ATR) di Welles Wilder e il McClellan Oscillator. Tuttavia, della
maggior parte degli indicatori, tra cui le Medie Mobili, il MACD e il P-ROC
stesso non vi è alcuna paternità.
stesso, paternità In altri casi si è anche fatto riferimento
a formule utilizzate in altre discipline come l’indicatore Stocastico di
Lane, la serie del matematico medievale pisano Fibonacci oppure la
Standard Deviaton,
Deviaton che il lettore già conoscerà come strumento statistico
per misurare il rischio di un investimento azionario.
Introduzione
TrendFollowing
Trend Following Indicators
Indicators
Momentum Oscillators
Volatility Indicators
Conclusioni
Trend Following Indicators (Lagging Indicators)
Gli indicatori definiti Trend Following o anche Lagging Indicators sono di
grande aiuto quando il prezzo si muove in una tendenza (Trend) ben
d fi it all rialzo
definita i l o all ribasso.
ib I queste
In t situazioni
it i i essii cii comunicano
i
informazioni molto preziose con segnali di ingresso e di uscita sul
mercato molto interessanti. Tuttavia le loro indicazioni diventano
fuorvianti quando il prezzo si muove lateralmente ovvero quando oscilla
in un Trading Range delimitato generalmente da una banda orizzontale
alta (per esempio Euro 22-23) e da una bassa (Euro 17-18). Capire il
perché è molto semplice.
semplice Gli indicatori Trend Following segnalano ll’inizio
inizio
di una possibile tendenza quando quest’ultima di fatto è già iniziata da
qualche tempo (Lagging Indicators). Un segnale di acquisto sul mercato
diventa dunque efficiente se il prezzo successivamente continua a salire
con più o meno la medesima pendenza. Questo naturalmente accade
quando c’è l’inizio (o la continuazione) di un Trend. Ma se il mercato è
laterale l’indicatore Trend Following g segnalerà
g il p
possibile inizio di una
tendenza quando il prezzo sarà ormai già molto vicino alla banda alta del
Trading Range. Se il Trading Range sarà confermato dall’azione del
prezzo avremo comprato molto vicino ai massimi ((per esempio ad Euro
21) ed il prezzo, dopo una breve salita comincerà a scendere verso la
banda bassa (Euro 17-18).
Trend Following Indicators – Le Medie Mobili
Naturalmente in dottrina esiste un grande numero di indicatori Trend
Following. Tuttavia in questa sede ne tratteremo solo due:
Medie Mobili
Le Medie Mobili sono gli indicatori tecnici più semplici e diffusi. Una
Media Mobile è una serie continua di medie di prezzi calcolata su un
insieme finito di dati che vengono aggiornati periodicamente attraverso
l’eliminazione del dato più vecchio e l’introduzione di quello più recente.
Generalmente il calcolo viene effettuato sul prezzo di chiusura. chiusura
Il calcolo della media può avvenire in differenti modi; i più utilizzati sono
quello semplice, quello ponderato e quello esponenziale. E’ importante
ricordare che con il calcolo semplice ogni dato viene pesato allo stesso
modo mentre nel calcolo ponderato ed esponenziale i dati più recenti
assumono maggiore rilevanza. Le Medie Mobili semplici sono, per la loro
facilità di calcolo, le p
più utilizzate. Tuttavia dal p
punto di vista p pratico
quelle ponderate ed esponenziali danno risultati di gran lunga superiori.
Trend Following Indicators – Le Medie Mobili
Qualche semplice formula:
a = 2 / (n + 1)
28500
Media Mobile semplice
Media Mobile ponderata 28000
n = 65 27000
26500
26000
25500
25000
24500
Figura 2
Trend Following Indicators – Le Medie Mobili
Qualche esempio grafico: S&P500 weekly
1300
1250
Trading Range
1200
1150
Uptrend
1100
1050
1000
950
Downtrend
900
850
800
Trading Range
750
Figura 3
Trend Following Indicators – Il MACD
Il Moving Average Convergence Divergence (MACD) è un indicatore di
tendenza estremamente interessante che fa riferimento, come dice
anche
h il suo stesso
t nome, alle
ll Medie
M di Mobili.
M bili
Un esempio
p g grafico p
potrà chiarire q
quanto espresso.
p
Trend Following Indicators – Il MACD
Questo grafico ripropone lo S&P MIB visto nella figura 1.
B 27000
26500
26000
25500
A
25000
Figura 4
Trend Following Indicators – Il MACD
Il MACD calcola semplicemente la differenza del valore delle due medie:
Media esponenziale a (n) periodi - Media esponenziale a (m) periodi
dove n < m
ovvero:
Pt = Ultima chiusura
a = 2 / ( n + 1) dove solitamente n = 12
b = 2 / (m + 1) dove solitamente m = 26
Trend Following Indicators – Il MACD
30000
Falso segnale
25000
BUY 20000
15000
2500
2000
1500
Falso segnale 1000
500
0
-500
-1000
-1500
MACD
-2000
2000
2000 2001 2002 2003 2004
Figura 5
Directional Movement Indicators
Welles Wilder è noto per aver sviluppato durante gli anni ’70 una
moltitudine di indicatori algoritmici. Il più conosciuto è certamente il
R l ti Strenght
Relative St ht Index
I d (RSI),
(RSI) ma hanno
h raggiunto
i t una certa
t notorietà
t i tà
anche i Directional Movement Indicators (D+, D- e ADX) e il Parabolic
S.A.R. che sono tutti indicatori che appartengono alla categoria Trend
Following.
Following
+DM +DM
-DM -DM
Nel Pattern 4 la distanza tra il massimo dell’ultima barra con quello della
barra precedente è superiore alla distanza tra il minimo dell
dell’ultima
ultima barra
con quello della barra precedente. Pertanto il directional movement è
positivo.
45
D+ a 14 periodi
D- a 14 periodi
D+ 40
35
30
25
20
15
D-
10
28 4 11 18 25 2 9 16 23 31 6 13 20 27 5 11 18 25 1 8 15 22 29 6 12 19 26 3 10 17 24 31 7 14 21 28 5
April May June July August September October November Decem
Directional Movement Indicators (ADX)
L’indicatore ADX non è altro che una media a (n) periodi del Directional
Movement Index (DX) che viene calcolato nel seguente modo:
(D+) – (D-)
DX = * 100 ADX = Σ DXt-i / n
(D+) + (D-)
3000
2500
2000
Segnali del D+
D e D-
D da NON Segnali del D+
D e D-
D da
45
seguire secondo l’ADX seguire secondo l’ADX
40
35
30
25
20
15
10
5
2 M A M J J A S O N D 2003 M A M J J A S O N D 2004 M A M J J A S O N D 2005 M A M J J A S O N D 2006
Parabolic S.A.R. (Stop And Reversal)
Se invece
S i l posizione
la i i aperta
t inizialmente
i i i l t è all ribasso
ib il livello
li ll del
d l
Parabolic S.A.R. ove questa dovrà essere chiusa ed invertita al rialzo si
calcola come segue:
119.0
118.0
117.5
117.0
116.5
116.0
115.5
115.0
114 5
114.5
114.0
113.5
113.0
112.5
112.0
111.5
111.0
110.5
110.0
27 5 11 18 25 1 8 15 22 29 6 12 19 26 3 11 17 24 31 7 14 21 28 5 1
July August September October November December
Contenuti
Introduzione
Momentum
Momentum Oscillators
Oscillators
Volatility Indicators
Conclusioni
Momentum Oscillators (Leading Indicators)
Gli indicatori definiti di Momentum o anche Leading Indicators sono, al
contrario di quelli Trend Following, strumenti che lavorano molto bene
nelle fasi di lateralità ovvero di Trading Range dimostrandosi invece
pericolosi e poco indicativi nelle fasi di tendenza. Gli oscillatori di
Momentum sono in grado di comunicare l’inizio di una possibile fase di
ciclicità rialzista o ribassista a poca distanza dalldall’ultimo
ultimo minimo o
massimo delineatosi fornendo quindi molto spesso un livello di Stop Loss
vicino al valore di ingresso suggerito. Tuttavia occorre ricordare subito
una p particolarità molto importante
p dei Leading
g Indicators;; a differenza di
quelli Trend Following non sempre ad un segnale di acquisto corrisponde
necessariamente un successivo segnale di vendita e viceversa. Gli
Oscillatori di Momentum che tratteremo sono:
Stochastic Oscillator
Momentum
3500
MACD
3000
M
Momentum
t
2500
BUY
MACD BUY
2000
Divergenza positiva
110
100
90
80
-100
-200
M A M J J A S O N D 2003 M A M J J A S O N D 2004 M A
Figura 6
Momentum Oscillators – Ipercomprato e Ipervenduto
Come anticipato poco fa, quando si parla di Indicatori di Momentum o
Leading Indicators è importante capire a fondo che cosa si intende con
area di Ipercomprato e area di Ipervenduto.
Ipervenduto Gran parte dei Leading
Indicators infatti basano la loro interpretazione sulla definizione di queste
aree e sul comportamento che essi assumono al loro interno.
Area di Ipercomprato
p p >103
105
100
Figura 7
Momentum Oscillators – Ipercomprato e Ipervenduto
Definendo le aree di Ipercomprato e Ipervenduto abbiamo stabilito che
quando l’Indicatore fa il suo ingresso all’interno di una di esse il prezzo è
soggetto
gg da un momento all’altro ad un p possibile reversal negativo
g o
positivo poiché si trova appunto in una situazione di ipercomprato o
ipervenduto. Tuttavia, se la tendenza al rialzo o al ribasso del prezzo è
forte, un indicatore può rimanere nell’area di ipercomprato o ipervenduto
anche per diversi periodi. Per questo è importante valutare possibili
acquisti solo quando l’indicatore di Momentum rompe dal basso verso
l’alto la linea che delimita la zona di ipervenduto e valutare possibili
vendite solo quando l’indicatore di Momentum rompe dall’alto verso il
basso la linea che indica la zona di ipercomprato. Si osservi
attentamente dove sono state poste le freccie di Buy e Sell nella figura 7.
2750
Fase laterale; i segnali sono
2700
validi: 3 acquisti e 4 vendite
2650
2600
2550
2500
2450
2400
2350
2300
2250
2200
105
100
95
Figura 8
Momentum Oscillators – Il Relative Strength Index
Dopo aver parlato a fondo del P-ROC e del Momentum e soprattutto dei
concetti di Divergenza, Ipercomprato e Ipervenduto possiamo passare
ad analizzare i due Leading Indicators più conosciuti ovvero il Relative
Strength Index e lo Stocastico.
Come vedremo
C d l loro
la l i t
interpretazione
t i è praticamente
ti t identica
id ti a quella ll
vista in precedenza per il P-ROC e il Momentum. Quindi grande
attenzione alle Divergenze e all’atteggiamento degli oscillatori nelle aree
di Ipercomprato e Ipervenduto.
Ipervenduto Inoltre avremo anche una piccola
facilitazione; infatti, trattandosi di Oscillatori e non più di Indicatori,
definire le zone di Ipercomprato e Ipervenduto sarà molto più semplice e
rapido.
rapido
MIt = media semplice degli scostamenti di prezzo al rialzo degli ultimi n periodi
MDt = media semplice degli scostamenti di prezzo al ribasso degli ultimi n periodi
RSI
S a 14 pe
periodi
od 25000
15000
10000
90
80
70
60
50
40
30
6 A M J J A S O N D 1997 M A M J J A S O N D 1998 M A M J J A S
Figura 9
Momentum Oscillators – Lo Stocastico
La formula è la seguente:
Pt = ultimo prezzo
2400
2350
50
50
50
Figura 10
Momentum Oscillators – Lo Stocastico
Per ovviare a questo problema si è pensato di rallentare il movimento del
%K costruendo una nuova linea che fosse una media mobile dei valori di
%K Nasce
%K. N d
dunque l linea
la li %D che
h a sua volta lt puòò essere ulteriormente
lt i t
smussata (in gergo il terribile inglesismo smuttata, da smoothing)
attraverso la definizione di una nuova media mobile che viene definita
%D Slow.
Slow Indifferentemente tutte e tre queste linee vengono
comunemente definite come Stocastico. Generalmente tuttavia quando
si parla di oscillatore Stocastico ci si riferisce alla linea %D che appare
quella più funzionale.
funzionale La scelta del periodo su cui calcolare la media è a
discrezione dell’analista così come la scelta dei periodi su cui calcolare il
valore di %K. Per quanto concerne la media il valore più utilizzato dagli
analisti è 3. Per quanto riguarda invece la seconda variabile il valore
utilizzato più frequentemente è 10.
50
?
50
50
Figura 11
Momentum Oscillators – Lo Stocastico
Per quanto concerne l’interpretazione dell’oscillatore Stocastico valgono
tutte le considerazioni già espresse in precedenza quando abbiamo
parlato di Momentum e RSI. La definizione delle linee di Ipercomprato
p p p e
Ipervenduto è a cura dell’analista (si preferisce utilizzare come valori
standard 20 e 80 piuttosto che 30 e 70) ma anche l’analisi delle
Divergenze risulta essere molto interessante. Lo Stocastico tuttavia
sembra essere maggiormente funzionale nelle fasi di lateralità utilizzando
come segnali di acquisto e vendita le intersezioni dell’oscillatore con i
livelli di Ipercomprato e Ipervenduto. La linea D% Slow può essere anche
utilizzata in combinazione con la linea %D per velocizzare i segnali di
acquisto e vendita. Si acquista quando, in area di Ipervenduto, la %D,
che si trova sotto la %D Slow, rompe al rialzo quest’ultima e allo stesso
modo d sii vende
d quando,
d ini area di Ipercomprato,
I t lal %D,
%D cheh sii trova
t sopra
la %D Slow, rompe al ribasso quest’ultima. Tale utilizzo è tuttavia
abbastanza rischioso poiché velocizzando il segnale si ricade nel
medesimo errore a cui ci aveva condotti ll’utilizzo
utilizzo del %K,
%K ovvero la
presenza di un largo numero di falsi segnali. Tuttavia nelle fasi di
tendenza l’utilizzo degli incroci della %D con la %D Slow può divenire
molto interessante.
interessante Questa interpretazione è tuttavia molto complessa e
non è il caso di approfondirla ulteriormente. I più curiosi possono però
dedurre qualcosa osservando i cerchi nella successiva figura 12.
Momentum Oscillators – Lo Stocastico
Un esempio grafico: S&P MIB daily
%D 10, 3
%D Slow 10,, 3,, 3
28000
SELL
SELL
27500
27000
BUY
26500
26000
100
90
80
70
60
50
40
30
20
10
17 24 1 8 15 22 5 12 19 26 2 9
December 2004 February
Figura 12
Momentum Oscillators– Il MACDTM
Quando si parla di Moving Average Convergence Divergence Trading
Method (MACDTM) ci si riferisce non ad un indicatore vero e proprio ma
ad una diversa interpretazione
p del MACD,, g già trattato nella sezione
dedicata ai Trend Following indicators. Il grafico del MACD viene in
questo caso arricchito con una seconda linea più lenta (più smuttata)
che, come ormai il lettore sarà in grado di intuire anche da solo, altro non
è che una media a (n) periodi del MACD stesso. Solitamente (n) assume
il valore di 9. Questa seconda linea viene definita Trigger Line che in
italiano letteralmente significa “linea di innesco”. La regola di Trading alla
base del MACDTM è molto semplice. Si acquista quando il MACD rompe
dal basso verso l’alto la Trigger Line e si vende quando il MACD la
rompe dall’alto verso il basso. Utilizzando questo dipo di interpretazione
il segnale
l viene
i notevolemente
t l t velocizzato
l i t e dunque
d il MACD diventa
di t da
d
Trend Following Indicator, o Lagging Indicator, un vero e proprio Leading
Indicator, o Momentum Indicator. Quali sono i vantaggi di utilizzare il
MACDTM al posto di altri indicatori di Momentum? Principalmente uno
solo; quello che necessariamente ad ogni segnale di acquisto
corrisponde sempre un successivo segnale di vendita che è una
caratteristica propria dei segnali che si basano sulle medie mobili.
mobili E fra
l’altro e proprio questa caratteristica che consente l’utilizzo
dell’espressione Trading Method ovvero “Metodologia di Trading”.
Momentum Oscillators– Il MACDTM
Questo grafico ripropone il MIBTEL weekly visto nella figura 5.
35000
Sell Signal
30000
Buy Signal
25000
20000
15000
2500
2000
1500
1000
500
0
-500
MACD -1000
-1500
Ti
Trigger Line
Li -2000
2000 2001 2002 2003 2004
Figura 13
Contenuti
Introduzione
Momentum Oscillators
Market
MarketBreadth
Breadth Indicators
Indicators
Volatility Indicators
Conclusioni
Market Breadth Indicators
I Market Breadth Indicators sono indicatori che misurano “l’ampiezza del
mercato” e possono essere utilizzati solamente in relazione ai grafici
d li indici
degli i di i azionari
i i o di qualunque
l altro
lt strumento
t t finanziario
fi i i che
h sia
i
rappresentativo di un paniere di titoli a loro volta quotati.
Advancing-Declining Issues
Advance/Decline Ratio
McClellan Oscillator
Market Breadth Indicators
La logica alla base dei Market Breadth Indicators è quella di valutare se il
rialzo o ribasso di un determinato indice azionario è supportato da un
alto
lt numero di titoli
tit li che
h compongono il paniere
i o solamente
l t da
d alcuni.
l i
g g Issuest: At – Dt
Advancing-Declining dove:
At = titoli azionari del paniere che sono saliti rispetto il periodo precedente
Dt = titoli azionari del paniere che sono scesi rispetto il periodo precedente
Advance/Decline Ratiot: At / Dt
Advance/Decline Ratio
Mibtel
Figura 14
Market Breadth Indicators – Advance Decline Line
Un esempio grafico: INDICE COMIT daily
Comit
Advance/Decline Line
Figura 15
Market Breadth Indicators – McClellan Oscillator
Il McClellan Oscillator, sviluppato dai coniugi Sherman e Marian
McClellan nel testo “Patterns for Profits”, è un indicatore che si propone
di rallentare il movimento e meglio g definire il range
g di oscillazione
dell’Advancing-Declining Issues sul NYSE (New York Stock Exchange)
affinchè sia possibile lavorare con minore discrezionalità con i livelli di
Ipercomprato e Ipervenduto. Infatti, nel caso dell’Advancing-Declining
Issues, tali livelli vengono fissati in modo molto discrezionale ed è
spesso necessario procedere al loro spostamento esattamente come
capitava con il P-ROC. Infatti, trattandosi di un indicatore che si muove
intorno ad un valore puntuale, il range di oscillazione può cambiare
sensibilmente tra una fase di mercato e l’altra.
Il McClellan
M Cl ll Oscillator
O ill t risolve
i l tuttavia
t tt i solol in
i parte
t questa t problematica.
bl ti
Infatti non si tratta di un oscillatore vero e proprio, ma la sua modalità di
calcolo fa in modo che sul NYSE si muova sostanzialmente tra –100 e
+100 con qualche raro picco sotto e sopra questi livelli.livelli La definizione
delle aree di Ipercomprato e Ipervenduto diventa dunque molto più
agevole. Solitamente si fissa il livello di Ipecomprato a +70 e quello di
Ipervenduto a –70. 70 Situazioni in cui ll’indicatore
indicatore si porta sopra +100 e
sotto –100 vengono definite “estreme” e anticipatorie di grandi inversioni
di prezzo sul mercato azionario americano.
Market Breadth Indicators – McClellan Oscillator
Naturalmente l’interpretazione operativa è la medesima vista in
precedenza con l’Advancing-Declining Issues.
At = titoli azionari del paniere che sono saliti rispetto il periodo precedente
Dt = titoli azionari del paniere che sono scesi rispetto il periodo precedente
a = 2 / (n + 1) dove n = 19 b = 2 / (m + 1) dove m = 39
Figura 16
Contenuti
Introduzione
Momentum Oscillators
Volatility
Market Indicators
Breadth Indicators
Volatility Indicators
Conclusioni
Volatility Indicators
Con il termine Volatilità ci si riferisce generalmente ad una misura della
dispersione dei prezzi intorno ad un valore medio.
1
σt = Σ ( Pit – Pi ) 2 dove:
n-1
Standard Deviation
Average
g True Range
g
Volatility Indicators – La Standard Deviation
Abbiamo già parlato poco fa della formula della Standard Deviation e del
suo significato. Passiamo ora a cercare di capire come interpretare nel
modo migliore il suo andamento grafico.grafico Come già anticipato si è
verificato empiricamente che spesso massimi o minimi di mercato sono
accompagnati da letture di volatilità particolarmente elevate. Questo
perché generalmente i picchi e i minimi di mercato sono accompagnati
da forti variazioni di prezzo. Si pensi a marzo 2000, massimo del Bull
Market degli anni ‘90 o a settembre 2001 ove si è generato un minimo
sulla tragedia
g delle Twin Towers. Ma anche la Volatilità bassa deve
essere studiata con attenzione. Infatti si ritiene che anche quest’ultima,
allo stesso modo dei prezzi e di qualunque altro elemento in natura, si
muova ciclicamente. E quindi una Volatilità particolarmente bassa
segnala la possibilità che a breve vi possa essere un suo significativo
aumento e l’effetto di questo sui prezzi è generalmente l’inizio di un trend
esplosivo. In poche parole la Volatilità quando si porta a valori estremi al
rialzo o al ribasso deve essere vista come un campanello d’allarme che
segnala il possibile accadimento di un’evento particolare (massimo o
minimo di mercato o inizio di una fase di tendenza esplosiva in una
di i
direzione precisa).
i )
Volatility Indicators – La Standard Deviation
Un esempio grafico: Nasdaq monthly
5000
4000
3000
2000
1000
1000
900
800
700
600
500
400
300
200
Standard Deviation a 10 periodi 100
0
3 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004
Figura 17
Volatility Indicators – La Standard Deviation
L’interpretazione della Standard Deviation in Analisi Tecnica, come
abbiamo visto, non è semplice e univoca. Se la Volatilità è elevata e
genera un picco possiamo essere indifferentemente in una zona di
massimo o in una zona di minimo. Se la Volatilità è invece bassa e
genera un avvallamento siamo probabilmente di fronte all’inizio di un
trend ma non cc’è
è certezza se sarà un Uptrend o un Downtrend.
Downtrend
Tuttavia molti analisti sono concordi nel dire che spesso (non sempre) a
picchi di Volatilità corrispondono massimi di mercato e ad avvallamenti di
Volatilità corrispondono minimi di mercato. Questo perché generalmente
sui massimi c’è alta Volatilità causata da euforia generalizzata e paura
mentre sui minimi spesso il mercato è calmo perché le aspettative sui
profitti sono basse. Osservando la precedente figura 17 sul Nasdaq
monthly e la successiva figura 18 sul Mibtel weekly si può notare che
questa idea non è del tutto sbagliata.
q g Tuttavia non bisogna
g dimenticare
che questa non è la regola. Infatti come è possibile constatare dalla
successiva figura 19 sempre sul Mibtel weekly l’interpretazione
maggiormente corretta è quella espressa nel primo capoverso di questa
slide.
Volatility Indicators – La Standard Deviation
Un esempio grafico: Mibtel weekly
35000
30000
25000
20000
15000
10000
3500
Standard Deviation a 10 periodi
3000
2500
2000
1500
1000
500
Figura 18
Volatility Indicators – La Standard Deviation
Un esempio grafico: Mibtel weekly
35000
30000
25000
20000
15000
10000
3500
3000
2500
2000
1500
1000
Figura 19
Volatility Indicators – Average True Range
Un secondo metodo per calcolare la Volatilità Storica è quello fornito
dall’Average True Range (ATR), indicatore costruito sempre dal trader
americano
i W ll Wilder
Welles Wild (lo
(l stesso
t d ll’RSI)
dell’RSI).
Media a (n) periodi del “True Range” ovvero del valore più elevato tra i
seguenti:
• La distanza puntuale tra il massimo e il minimo dell’ultimo periodo.
2100
2000
1900
1800
1700
1600
34
Average True Range a 14 periodi
33
32
31
30
29
28
27
26
25
June July August September November 2004 February
Figura 20
Contenuti
Introduzione
Momentum Oscillators
Volatility Indicators
Conclusioni
Conclusioni
Conclusioni
In questa dispensa abbiamo esplorato i 4 campi in cui si espleta l’Analisi
Tecnica Algoritmica ad eccezione tuttavia della categoria dei Sentiment
Indicators poichè si basano principalmente su dati che in Europa non
sono disponibili ufficialmente. Tuttavia questa categoria di indicatori è
sicuramente parte integrante dell’Analisi Tecnica ma il loro
assoggettamento
gg a q
quella p
prettamente Algoritmica
g potrebbe sembrare
p
un po’ forzato in quanto non sempre alla loro base c’è un algoritmo vero
e proprio. Spesso infatti si tratta solo dell’osservazione e
dell’interpretazione di questi dati.
Cecando di trarre qualche conclusione su quanto affrontato possiamo
dire che abbiamo certamente capito che non esiste un indicatore
algoritmico in grado di dare buoni risultati in ogni fase di mercato ma
alcuni indicatori lavorano bene in alcuni momenti (per esempio i Trend
Following in fasi di tendenza) e alcuni in altri (i Momentum Oscillators nei
trading ranges). Altri indicatori hanno invece la semplice funzione di
campanello ll d’allarme
d’ ll e la
l capacità
ità di indicare
i di che
h qualcosa
l non funziona
f i
come dovrebbe; alcuni di questi danno indicazioni chiare ed univoche
(Market Breadth Indicators); altri invece sono molto più “sibillini”
(Volatilit Indicators) sebbene già il fatto di sapere che qualcosa
(Volatility q alcosa di
importante stia per accadere sia già un’informazione che potrebbe
diventare molto preziosa.
Conclusioni
L’abilità di un analista tecnico sta nel saper comprendere a fondo ogni
strumento di analisi, nel saper creare un pool di indicatori o tecniche
opportunamemente
pp impostate
p e nell’applicarle
pp con successo sapendo
p
affrontare in modo efficiente (attenzione, non vincente) ogni fase di
mercato.
alessandro.angeli@tin.it