Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
R E L A Z T O N E
CON U N A h1E;CIORI.k
Dl
FEI,ICjEl BARWABEl
It O M A
T I P O G R A F I A D E L I A R. ACCADEMIA DEI 1,INCEI
PR OP RI ET^ DEI. CAV. v I x c x n z o S A L V I U C C I
1901
A SUA ECCEL1,ENZA
Eecellerixa,
Villefossc, Comptes-renclus de 1'Acad. cles inscript. et Belles lettres; Gazette des IZenzlx Arts, 1895, iinpronte dello spasimo in cui si estinse la loro ingordigia.
p. 458; Edrnoiid Bonnaffé, A propos d u trésor de Boscoreale (Gazette des Beaî6x Arts. 1895, XV,
3' pcriodo, p. 112); Sisson, L e trésoî. Se Boscoreale (Illustrution, 1895, 13 juillet, I I . 2733, 25);
Wiriter (Arch. Anaeig., 1895, 1,. 84; TvIicliaelis, Preuys. Jc~hrb.,85, 1896, p. 17; BIau, R o m . rYittheil., (') Cfr. Ln villa polnpeiana della Pisanella, in iTfonumenti antichi ecliti a cura della R. Act.
dei Lincei, 1897, ~ o l VIT,
. p. 397 sg., cfr. p. 475.
vol. X I , 11. 131 ; Siidollcrtt iii iilevzce de l'histoire cles reli,qions, 1896, S?iSI\', p. 348.
Sul lato di fronte 811' ingresso di questo peristilio correvano cinque gradini i n pietra Ers incisa nella colonna terza, corninciando da oriente, cioè nella colonna che
vesuviana, l a ciii altezza complessiva rappresentava l a differenza tra il liveilo inferiore rimaneva a sinistra di chi entrava passando ne1 mezzo del colonnato, e ci fa sapere
e qiiello del piano nobile della casa. Questa differenza era di circa un metro e mezzo, the il giorno 9 di maggio dell'anno 12 dopo Cristo (anno di Roma 765), quando Ger-
ogni scalino averido l'altezza di trenta centimetri. La piccola differenza di livello era rnanico M LI console l a prima volta (cfr. Borghesi, Fust. Cons.; Klein, p. 20), in que-
naturale in quel terreno in declivio. sta villa fil fatta iina vendita all' incanto.
Al sommo dei cinque scalini sorgevano quattro colonne, fiancheggiate da pilastri Adunqne sessantasette anni prima della catastrofe pompeiana l a villa esisteva, ed
che chiudevano i l prospetto di un androne (tav. II, B). Erano più grandi di quelle del peri- esisteva da qualche tempo, ed aveva dovuto avere delle vicende probabilmente pel
stilio, e formate pure di mattoni con tamburi di fabbrica a reticolttto, ed erano rivestite passaggio del possesso dell' intiero fondo, se nella primavéra dell'anno 12 vi si fece
di stucco bianco, siiperiormente faccettate , inferiormente lisce. Lateralmente ai pilastri quella vendita all' incanto.
si aprivano le comunicazioni della casa padronale con l a cncina e con 1' azienda riistica. Perocchè non è da ammettere che avesse aviito luogo un incanto (auctio) per la
L'androne, liingo tredici metri peï quattro, occupava il sito che rielle abitazioni vendita dei prodotti della terra, che si vendevano sempre a prezzi ben determinati.
di città era destinato a l tablino, e benchè fosse cosi vasto, serviva da vestibolo. A Nè si pub supporre che si trattasse di vendita di altro fondo, giacohè in questo cas0
sinistra sorgeva un larario che si trovb spogliato ('). Aveva il pavimento di musaico bianco il fondo O la proprieta venduta sarebbe stata certamente nominata ne1 ricordo inciso
incorniciato da una fascia nera. Le sue pareti eïano tiitte dipinte, con architettiire e sulla colonna. Vu01 dire che nell'anno 12 dopo Cristo la villa fu vendilta all' incanto
paesaggi. Quella presso il larario era assai deperita. Nella parete opposta ers raffigurato cambib di padrone, senza che si sappia se colili che allora la vendè fosse stato quel10
un giardino, su1 quale appariva il lato di un peristilio. Negli intercolunnii vicino la esso che l a fece edificare, e rimanendo pure incerto quanto tempo prima di questa ven-
colonna centrale, da una parte a destra era dipinto un albero; riell'altro intercolunnio dita l a villa fosse st'ata edificata.
a sinistra un altro albero, sii cni erano posati due mcelli. Nell' intercoliinnio accanto era Ma se ci lîianca ogni memoria intorno al primo padrone, ci è pervenuta una no-
rappresentata una cortina raccomandata ad anelli, infilati ad iina corda tesa dall'una tizia certa intorno al mastro muratore che costrui l'edificio. Ne1 miiro a reticolato del
all'altra colonna. I n un altro intercolnnnio era dipinta una grossa anfora con anse ter- piccolo corridoio (tav. II, 12) a destra dell'entrata, era incastrata iina tabella di tufo,
minanti i n teste di cigno, ed accanto ad essa un grande scudo, posato obliquamente. larpa trentasette centimetri. alta venti centimetri. nella~ - rinale
.. fil incisn il nnme:
~
Sopra 10 stiicco delle colonne in qiiesto androne il prof. Sogliano lesse alciini nomi TOR
scritti a graffito, per lo piii nomi di servi, fra i qiiali si leggevano in modo chiaro Tra le due parole era stato raffigurato il segno contro il fascino. È il ricordo di
quelli di SIL/\TVS, F AVSTus, e S T ATVS, forse Stat(i)us. muratore denorninato Marione, probabilmente d'origine servile, come ci fa supporre
Vi lesse pure un ricordo preziosissimo per la storia della villa, inciso esso pa- stio nome grecanico ( l ) . La qualifica di skructor rivela chiarainente che qui è ricor-
rimenti a graffito. corne qui si riprodiice alla grandezza un poco minore del vero to il capo miiratore che fece la prima costruzione, perocchè non avrebbe qiiivi posto
suo nome uno che avesse atteso semplicemente ad iin restaura. Nè pub attribilirsi
ingiixstificata vanagloria 10 aver quivi lasciato quel ricordo, perocchè la costruzione
era veranlente solida e bella.
Inoltre l a pietra col nome del miiratore si rinvenne sotto nn intonaco, che vi fu
soprapposto, senza dubbio nei restauri posteriori. Perocchè l a villa, ne1 liingo tempo
iil cui fil abitata, corne doveva naturalmente a,vvenire in iin sito di azienda rustica
molto frequentata. anab soggetta a varie riparazioni. Ma vi fu sempre conservata l'ar-
chitettnra dell'edificio primitive e vi si mantenne la priinitiva decorazione.
cioè: v i i iclus Muias c~uct(io) fuct(cc) Gerrnanico co(n)s(ulc).
(1) Nella tavola XI, in cui venne fotografata uns parte di cliiesto androne o vestibolo, qiiale era ('1 L . aell'isola XV della r e ~ i o n eVI1
In una tabella simile scouerta ne1 inuro di rina casa in Porni~ei.
ridotto verso la ineth di settembre, appariscorio gli iiltiini resti del larario, presso il muro diroccato, segnato il del .store, esso pure di iioine grec (Diogenes struc fr.
iii oui vedesi appoggiata iina scaln. X, n. 868). iicino erano stati scolpiti in rilievo .i del mesti erc.
- Ili -
Quando perd la primitiva costruzione fosse stata fatta non si piid stabilire con
precisione, come si 13 accennato superiormente. IJo stile delle pittnre ci riporta ad ilno
dei più antichi periodi della ilecorazione detta pompeiana; sicchè, teneildo conto anche
del dato cronologico offertoci da1 gragto che reca i l consolato dell'anno 12, dobbiamo
per 10 meno risalire agli oltimi tempi della repilbblicn.
Sul muro di fondo in questo androne si vedevano tre aperture. A sinistra era i l
vano di una porta che metteva ad una sala (tav. I I , D), l a quale alla sua volta rima-
neva in comunicazione col peristilio ('). Ne1 centro una grande failce (tav. 11, C),
che formava 1' ingresso principale al peristilio e qujndi alle camere dell'apparta-
mento signorile. Occupavano esse tutto il lato nord del fabbricato, e consistevano in
una sala centrale, che per l a sua forma corrispondeva a l tablino (tav. II, L); in un
grande triclinio (tav. II, H) col suo cameriiio annesso (tav. I I , 1); ne1 triclinio di estate
(tav. II, G) pure col suo camerino (tav. II, F); in una sala di trattenimento (tav. Il, N)
forse sala da pranzo ordinaria (2), e nella stanza da letto (tav. II, M) con l a sua an-
ticamera (tav. II, O).
Sul lato orientale erano le camere di i ~ s odomestico e di servizio. Vi si accedeva
da una piccola fauce (tav. I I , 1) a destra dell' entrata principale (tav. II, C). A nord questa
piccola fauce comunicava con due cnbicoli (tav. II, 2, 3), uno dei qriali in origine
aveva un'apertura verso i l peristilio, ma qnesta venne poi mnrnta.
A dritta, verso oriente, subito dopo 1' entrata era un corridoio (tav. II, 4), che per diie
rami dava accesso a varie stanze. Tre di queste a destra del restibolo, erano adiacei~ti
a l lato corto del vestibolo medesimo (tav. I I , 5, 6, 7), e 1' ultima pigliava luce dalla cani-
pagna mediante una finestra su1 miiro orientale. Vi si entrava da1 corridoio per mezzo di
aperture rivolte a nord. I n qiieste camere si trûvarono delle anfore, alcuni vasetti fit-
tili e di vetro, coltelli e ronche di ferro, ed altri oggetti comuni di siippellettile do-
mestica.
Dalla stessa ala del corridoio, per mezzo di un'apertura rivolta a sud, si accedevn
a due altre camere (tav. I I , 8, 9) di fronte alle due ultime della fila inferiore, In una di
queste camere, che pigliava pure luce dalla campagna psr mezzo di iina finestra aperta
su1 muro orientale (tav. II, 9), si trovarono altri oggetti di suppellettile domestica,
tutti ordinari, se si occettua un candelabro di bronzo. Vi si rinvenne pure un anelio
d' oro.
(1) Di questa sala D nella tav. XI sono visibili le mura laterali in gran parte diroccate, e la
parte aneora superstite del muro sull'ingresso, in vicinanza dei resti del larario.
(2) Di questa sala appariscono nella tav. SI alciiiii tratti in fondo a sinistra, al termine dell'ala
sinistra del~peristilio,ilel punto in ciii vcdesi appoggiata al muro iina scala a piiioli presso cui
i un uomo in piedi.
Si vede chiaro che trattasi di lin monito amoroso rivolto ad iin tale che pare
Vi si scopi.i pure il mortaio di un trapetum per frangere le ulive (1). Vi s i raccolsepo var?
non avesse saputo apprezzare a dovere l'affetto che gli portava una donna, del qiiale
istrilmenti agricoli, ed alcuni vasi di bronzo, uno dei quali aveva per manico una figii-
1%persona che scrisse il graffito senibra che avesse voliito rendersi garante.
riila rappresentante Bacco, rivestita di foglia di argento. Un altro era un vas0 di mi-
Ma mettendo tntto cib da banda, senza diibbio l a persona a cui era ~ivoltoi l
sur%, del quale si era conservata soltanto la bocca del diametro di diciamove centimetri,
monito amoroso non doveva essere della classe dei servi, alla quale ci riportano gli altri
con uua parte del collo. Ma ne conosciamo la capacità, perchè sull' or10 della bocca
nomi che furono scritti a graffito in questa casa. Abbiamo qui un prenome Publio, che
portava incisa a bulino la leggenda che qui si riproduce da uns fotografia (fig. 3).
ci attesta la condizione di uomo libero; ed il fatto che colui al quale era diretta l'esor-
tazione venne chiamato col semplice prenome, è segno di grande intimità ed indica per
consegiienza che la leggenda fu incisa da persona casa, ovvero da persona di iigiiale
grado, e di condizione ugiialmente libera.
Ma chi fosse questo Piiblio, a cui era rivolto il monito, se il padrone della villa
od un amico di lui, che in quella villa godesse l'ospitalità, non si potrebbe affermare
con questi soli elementi offerti dalla leggenda. Certamente, se non era il padrone di casa
doveva essere uno che in qiiella casa iisava di trattenersi come persona di famiglia,
freqiientando anche quelle camere dove faceva il bagno il padrone; altrimenti non vi
sarebbe stata ragione di sorta per scrivere quell' avvertimento amoroso siill' entrata
del bagno fieddo.
A livello del piccolo peristilio sull'entrata, a destra dei gradini del vestibolo
(tav. II,A), erano le camere per l a ciicina (tav. 11, 13, 14). In iina era il fornello;
accanto era il forno. Vi si trovb un mulino, e vi si raccolsero utensili domestici, quali
bene convenivano al luogo, cioè caldaie di rame, tripodi di ferro, graticole, lucerne
fittili, anfore, piatti, tegami, mortai e via dicendo.
Divideva le camere della cucina dalle altre dell'appartamento di servizio un piccolo
coriidoio (tav. II, 12), su1 cili muro verso nord in mezzo alla fabbrica a reticolato si trova
la tabella di tufo col nome del capo muratore Marione, come si è detto. In questo cioè : I'(ubli) Funni Synistoris s(exturios) xxiiii.
corridoio era una botola, che metteva in un vasto sotterraneo, il quale si estendeva sotto Abbiamo adnnque accanto al nome di Piiblio Pannio Sinistore la, iildicazione della
le camere dell'appartamento di servizio, ed aveva regolare accesso anche da1 di fiiori. inistira di capacità di quel vaso, il quale, come dice l a leggenda, conteneva ventiquattro
In questo sotterraneo era anche l a stalla donde dovè muovere il cavallo, che per cer- sestarii. Era adunque mezza anfora, ossia era la misura esatta di un'urnu (2), che con-
Gare l'uscita ne1 moment0 della catastrofe, rimase col collo conficcato ne1 buco della teneva ventiquattro sestarii, cioè diiecento ottantotto cyathi, e corrispondeva secondo
cataratta. l a iilisura nostra a tredici litri e qiialche cosa (3).
Al di sopra delle camere di servizio ai elevava un altro piano della casa, che si
esterideva anche a l di sopra dell'androne sull'entrata, e vi si accedeva da scala interna.
Era una continuazione dell'appartamento signorile, e doveva essere suntuosissimo, giu- (1) Questa parte dell'azienda riistica coinparisce iiella tav, XI ti sinistra del vestibolo o del iliuro
dicando dalle pittiire inurali ehe 10 decoravano. Di queste soltanto un piccolo fram- coi1 gli ultiini resti del larario. Vi si vedono le oolonnc di uil piccolo portico presso una delle quali
6 il iriortaio del trapetum. hl di là di qucsta colonna, dietro il muro diroccato vcdesi un buon tratto
mento fu preservato, come è stato già detto. dcll'ala siitistra del grande peristilio.
A sinistra degli scalini del vestibolo, e pure a livello del piccolo peristilio si en- (2) Quaclrantal vocabant antiqui, quam em graeço amphoram clicu?zt,quod vas octo et quadra-
trava nella parte della villa destinata all'azienda rustica (tav. II, 24). Vi si scopri la vasca ginla tapit sextarios. Fcst, v. Quadrantal, pag. 258 RIiill.
(Y )oirisl~oiidciidoogiii scstario a 12 cynthi, e sccoiido la nostra iiiisura ;Llitri 0,5458 (cfr. Nisseii,
per pigiare le uve, e vi corninciarono a ricomparire gli ziri ove si depositava il mosto. Gricch. und Rom. ii(etrolo,qie, 1892, pag, IO), veiitiqiiattro scstarii equivalova~ioiz litri 13,0002.
Questa indicazione della capacità, natiiralissima in un vaso adoperato in una can-
tina O ne1 luogo ove si prodiiceva il mosto, assume inaspettatamente un valore straor-
dinario, trovandosi associato a quel nome. Qiiello non poteva essere il nome dell'arte-
fice che lavorb il vaso, O del padrone dell'officina ove quel vaso f ~ lavorato,
i perocchè
non vi sarebbe stata aggiunta l a indicazione della capacità, ed innanzi tutto non vi
sarebbe stata ragione di incidere quel nome in tanta evidenza, col fine nianifesto di
potere affermare sempre c dovunqne la proprietà di quell'oggetto.
Se adunque quel vaso, oltre a dare l a garanzia per l a esattezza della misiira, indi-
cava anche il nome della persona a cui apparteneva, ed a ciii per consegiieilza appar-
teneva l a cantina e l a casa ove fu rinvenuto, questo piccolo frammento acqiiista il
valore di dociimento storico, e ci fa sapere che i l padrone della villa si chiamb P~iblio
Pannio Sinistore.
Allora non dobbiamo più abbandonaici alle congettiire per divinare chi fosse stato
quel Publio, a cui fti rivolto il saluto amoroso che era inciso a graffito in iina delle cainere III.
da bagno. Quel Publio era il padrone della casa,
Ma non ne fu il primo padrone. Sappiamo solo che egli era il possessore della Il peristilio.
casa O del fondo nell'anno 79 dell' era nostra, quando avvenne l a catastrofe; qiiindi
possiamo con piena sicurezza, ed in forza di questo document0 irrefiitabile, denominare
col nome di lui l a bella villa. Perb da quanto tempo fosse egli entrato ne1 possesso di tta l a parte della casa destinata al servizio domestico, ed a quella che pu13
questa villa non possiamo sapere. La villa fu venduta i l 9 maggio dell'anno 12, come a strettamente privata, rimaneva segregata dalla parte nobile, cioè dall'ap-
si è detto, cioè sessantasette anni prima della catastrofe ; ed allora se chi ne fece 10 partamento di rappresentanza O dei ricevimenti, i l quale poteva essere completamente
acquisto fil 10 stesso Piiblio Pannio Sinistore, che la possedeva nell'anno 79, bisogne- libero qiiando fossero state chiuse le comunicazioni con le celle dei servi, e con le camere
rebbe concli~dereche egli fosse i n età oltremodo avanzata, e quasi decrepito. Se da bagno. Questo appartamento nobile consisteva ne1 peristilio e nelle grandi sale che a
non che a qiiesta conclusione ci pare che contrasti la freschezza dell'orlo del vaso ove siid ed a nord comunicavano con esso, e Che, salvo alcuna, dovevano servire per le riunioni
fil inciso i l suo nome, e ci pare che contrasti pure il graffito di senso amoroso, che er l a vita comune.
come è natiirale, doveva essere diretto ad un giovine, e che un vecchio quasi decrepito Vi si entrava attraverso l a grande fauce (tav. II, C), aperta ne1 mezzo del portico
non avrebbe lasciato in quella parte cos) frequentata della casa, dove occiipava un biion che faceva da vestibolo. Era lunga circa sei metri, larga tre, ed aveva il pavimento di
tratto della parete, e dove cadeva sotto gli occhi di tutti. aico a varî colori, a disegno geometrico. Aveva poi le pareti ornate in modo sem-
Di Publio Fannio Sinistore nessun'altra notizia O memoria ci è perveiiiita, ed un e ricco. A destra ed a sinistra era dipinto maravigliosamente un piccolo porti-
nome simile non ricorre mai nell'onomastico pompeiano. Certamerite il suo cognomo gre- to a colonne niarmoree scannellate, che posavano sopra un podio color verdognolo.
canico ci vale a provare che egli, conie il Tiillio di Orazio (Sut. 1, 6), non poteva tro qiiesto portichetto l a parete di fondo era dipinta a grandi riquadrature di pavonazzo
credersi per aristocrazia un Paolo od un Messala. Gli si poteva forse concedere la nobiltà c di giallo, separate da fasce verdi, il tiltto in campo rosso cinabro. Le riquadrature
che Orazio concedeva a T~illio,qiiella nobiltà di ciii poteva gloriarsi Orazio stesso, che pavonazze che simulavano il porfido, e le gialle che raffiguravano il giallo antico, pare-
era nato da padrc libertino. E forse fil il padre libertin0 che in quel periodo pieno vano, inediante Iiletti liiminosi, che avessero gli specchi centrali rilevati. E cosi appa-
di viccnde e di cambiamenti di fortuna ebbe il sorrisù della sorte, e, divennto ricco riva rilevato i l rettangolo centrale dei listelli verdi. Quest' ordine di grandi riquadri,
negli affari, lasciI3 al figlio la ricca proprietà e la suntnosa villa. ahcrnati di parfido e di giallo con intermezzi di verde in campo rosso, era chiuso supe-
riormente da una fila di rettangoli rossi, incorniciati di verdc, ognuno con specchio
contrale rilevato, formanti iina fascia di coronanlento.
Sovrayposl-a alle riquadrature corrcva nna bella coruice ohiara s~niplicissima,deco-
di bollissimi ovuli dcl piii spiccato carattere greco, e terminata infcriorinentc da
- 22 -
una sottile fascia abbellita da rosette, in mezzo a gigli disposti a cerchio. La parte Con q ~ c s t o foudo rosso vivo infuocato, e con le altre tinte delle riquadrature
superiore della parete, fino al soffitto, era ricoperta da zone di rettangoli distribiiiti i,nvonazze e gialle, che rivestivano qiiesto passaggio, faceva mirabilc contrasto la copiosn
orizzontalmente e di diversi colori, tutti con speochio centrale rilevato, e tutti stac- oncla di ].uee scii~tillante, che cadeva in inezzo al biancheggiare del peristilio, e faceva
cantisi su campo ïosso cinabro. bi.i]lnic fra le colonne di colore eburneo gli smeraldi, i topazî ed i riibini deFle piante e
FIG.5.
La figura, che qui si aggiunge (fig. 4), rappresenta la parte centrale della parete a dei ne1 giardino a cui non mancava il decoro delle fontane zampillanti. Quel tor-
destsa di chi entrava. Al principio di tale parete, vicino all' ingresso aprivasi 1' adito ad rente di luce penetrava da per tutto, attirava l'occhio da per tutto, producendo in chi
una piccola stanza che doveva essere la cella dell' ostiario ( l ) . entrava quel senso mistico di gaildio intimo che nasce al10 spettacolo di cib che in
tiltho il stio insieme.è veramente magnifico, dove la bellezza si rivela in tutta la sua
(1) Nella tav. XI, che offre la veduta del10 scavo, com'era verso la metà di setteinbre, qiiaiido potenza, mostrandosi nella forma libera di spontaneità rigogliosa, e riuscendo quasi a
la maggior parte della villa cr'i stata nuovamente intenata, a destra su1 priilcipio della tavola, ve- celare il mirabile accordo dell' eleganza e dell' euritinia.
doiisi i muri cli qucsta faiice, qaali rirtinscro dopo il distacco delle pitturc. Nc1l:t parcte ;t destra
vedcsi ne1 celitro 10 spnzio da ciii f u distaccata la pittura rspprcsciitata 11clb fig. 4 ; piii avaiiti, versu I l peristilio di questa casa (tav. II, E) era qnanto di più splendido e di più raffinato
l'eiitrata del peristilio, appariscc pure 10 spazio da cui veiiile distaccato altro peüzo dclla tlecorazionc. si pub immaginare. 11 pavimento era d'opera signina, a molti e vivi colori, che imita-
- 2.5 -
vano il niarmo africano. Era contornato verso l a parete da iina fascia di inusaico a cnbetti
bianchi, listellata di nero, e verso il cortile da iina larga zona, sulla qiiale si alzasano le
colonne. Tra 1' iina e l'altra colonna l a fascia di inusaico biaiico ers ornata con nna greca. Perd nîentre tutto il resto dell'ordine architettonico in questa parete era simulato
Le colonne erano di ordine corinzio, senza base, e si elevavano per l'altezza di tre con 1% pittiira, la cornice era vera e reale, corne la cornice dell'opposto lato. Era siinil-
rnetri e sessanta centimetri compreso il capitello ('). mente di legno dealbato e dorato, e sopra le siie mensole dealbate e dorate riposava p.tire
Erano alla distanza di poco più di due nietri 1' una dall' altra, ed in file di sei il soffitto a lacunari, prodi~cendo qiiell'armonia incantevole dei soffitti di colore avorio
per ciasciin lato, comprese le colonne angolaii, accanto alle qiiali ne1 lato d' oriente intarsiati d'oro, che Orazio (Carm. II, 18) vedeva risplendere nelle case suntiiose, seriza
sorgevano le fontane verso il giardino. Rivestite di stiicco biaiico, ed ornate di scannel- the per altro avesse rancore verso gli dèi perchè non avevano concesso che un0 splen-
latiire coi capitelli a foglie di acanto, sostenevano gli alti architravi ed i ricchissimi dore simile rifulgesse ne1 soffitto della casa sua, content0 della sola sua villa, della
laciinari di un vasto portico, largo piii di quattro metri, e lungo in ogni lato ventidno villa di Sabina.
metri e più. Entro questo portico per mezzo dei loro intercolunnii esse attraerano la Di questo ornato ricchissimo, che formava il coronamento dell' architettura del
Iiice affascinante, che spandevasi ampiamente nella copiosa sila trasparenza, e vi portava portico, si trovb uns testimonianza sommamente preziosa e di una rarità che non ha pari.
il riflesso del colore dei fiori e la soavità delle aure odorose rapite alle aiiiole del Ne1 fitto strato di cenere che, stemperata dall'acqua durante la immane catastrofe,
giardino. penetrb da per tutto, sommeqendo tutto, si conservb per alcuni metri 1' iinpronta di
Sopra l'architrave di color ebnrneo ed il fregio girava nell' interno, e si ripcteva questa cornice; e sull' impronta, a guisa di spoglia lasciatavi da1 legno nella sua
nella parete opposta, una cornice leggiadrissima, di legno dealbato e lumeggiato di Oro, consunzione ne1 corso di quasi venti secoli, rimase il rivestimento di Oro, di cili l a
che si muoveva ad intervalli per formare delle mensole sostenenti le travi dei lacunari. cornice era ricoperta. Una parte di qiiest' Oro si attaccb su1 gesso che fu colato in
Consisteva in un gocciolatoio ornato di ovuli e di gola dritta, O cimasa, sostennto quella impronta e che ora ci ripresenta ii~ibuon tratto di qnella ccjrnice, con diie men-
da ben proporzionati e fitti dentelli, sotto i quali correva una gola rovescia decornta, sole, una delle quali completa (tav. III). Il piccolo finimento nella mensola completa,
che si raccoglieva sotto l e mensole a formarvi lin finimento elegantissimo. Tra le men- ed i gusci degli oviili in ttitta la fascia con gli ovuli, ripigliando col gesso 1' antica
sole, che si succedevano alla distanza 1' una dall'altra di novanta centimetri da asse forma restituita. da quella impronta, sono venuti f~ioriportandosi il rivestimento dell'oro
ad asse, 'sporgenti per trenta centimetri, erano racchiusi i lacunari di forma quadrilatera,
ai quali era aggiiinto ne1 mezzo il rilievo di un rosone O di un giglio aperto. Erano Nè qui h a termine l a iniportanza della cosa. L' impronta di qiiella cornice fil rico-
riccamente decorati con lnmeggi di Oro, che si1 quell' insieme di color eburneo appari- nosciuta sotto il tetto, ne1 lato nord del peristilio, cioè sotto 1' ala del portico che,
vano come se fosse stato Oro intarsiato nell' avorio, e davano il mirabile effetto della qtiantiinqiie più vicina al Vesuvio, guardava verso il mare, e, coperta da1 tetto e riparata
sciiltiira di avorio e di Oro ( X q ~ b ~ L ~ y dinv Cui ~ ~ si
v ~raffinb
~ ) il gusto piii sqiiisito clal muro posteriore, rimaneva in certo modo difesa dall' impeto della pioggia del lapillo.
dell'arte greca nell'età di Fidia e di Pericle. Gosi nella cornice erano dorati gli ovuli Sotto qiiell'ala non era possibile che il lapillo arrivasse a penetrare fin sotto il
del gocciolatoio, e dorati i piccoli finimenti sotto l e mensole. tctto, inentre invase subito tutta l'aïea in mezzo a l peristilio, ricadendo entro gli am-
Alle colonne che sorgevano nei quattro lati del giardino, facevano riscontro, nelle biilacri attraverso le colonne, e riempiendoli tutti, per l'altezza di piii di quattso metri,
pareti opposte del peristilio, altrettante colonne dipinte, della stessa altezza, esse pure massime in qiiesti siti più prossimi alla bocca della tremenda voragine.
con scanliellatnre e con capitelli a foglie di acanto, e dipinte con tanta nat~isalezzada In quel soffitto dell'ala settentrionale, dove non aveva potuto penetrare il lapillo,
sembrare colonne vere e proprie, come se quell' ordine architettonico fosse stato real- penetrb poi, fortunatamente per noi, fino sotto i lacunari la cenere stemperata con
mente ripetuto. Avevano esse pure 1' architrave 0 tiitto 1' epistilio ricchissimo, che era l'acqua, la quale, somrnergendo gran parte della cornice che era rimasta al proprio
in perfetta corrispondenza ed in simmetria coll'epistilio delle colonne vere. La figiira posto, ce ne conservb 1' impronta per noi preziosissima. Ora dalle persone che fiirono
che qui si aggiiinge (fig. 5) rappresenta l a parte siiperiore della colonna angolare della presenti alla scoperta, e che assistettero alla colatura del gesso in qiiella iinpronta, è
stato affermato che l e mensole della cornice erano rivolte verso il mare; il che dimostra
che il corso della cornice era verso il lato nord di qiiell' ala del portico, vale a dire
(1) Nella tav. XI al di lk della fauce apparisce uila delle coloriiie del peristilio rimasta ancorn era sopra l'epistilio dipinto, e non siill' epistilio vero, sopra le colonne veïe. Ed allora
in piedi e lion aizcora interrata di nuovo. E r a l a colonna aiigolare tra l'ainbiilncro a destra cd il lato abbiarno la conferma del fatto sopra accennato, il qiiale del resto corrisponde ad una
siid del porticato. Più in là, qiiasi ne1 mezzo della veduta, appariscc iiii'altra coloiina, ci06 la colonila
aiigolare tra l'ambulacre a sinistra ed il lato norcl del peristilio. ragione natiiralissima, cioè che mentre nella parete dipinta tiitto l'ordine architettonico
4
era imitato con la pittiira, la cornice era vera e reale, ed era di legno dealbato e ranto ciipo. Era sormontata da uno gnomone a punta, ed era spartita secondo i meri-
dorato, come era 1s cornice che corieva sopra 1' epistilio vero sopra l e colonne della fab- diani ed i paralleli.
brica, verso i l giardino. Veniva poi nell' intercoliinnio iiltimo della parete lin bellissimo griippo di oggetti
Come ultimo dociimento che vale a confermare che qiiesta cornice apparteneva dipinhi in mezzo a rami di palme, che occiipavano nno spazio di trc metri e più. Sorgeva
certamente al coronamento del portico, merita di essere qui ricordato che l a sna im- rnezzo iina tavola marmorea qnadrilaters liinga ne1 lato di fronte nu metro e pic,
pronta si riconobbe nello strato di cenere alla profondità di due rnetri ed ottanta cen- coi] sostegni marmorei a tronco di piramide rovesciata, ornati di scannellature e riuuiti
timetri da1 piano della campagna, cioè ne1 punto che corrisponde alla sommità dell'epi- ii~feriormentemediante una sbarra trasversale. Sopra il bianco di qiiella mensa spiccava
stilio nell' ordine architettonico di qiiel porticato. uns tenia agonistica di color pavonazzo, posata su1 principio, a sinistra, svolta in parte,
* e pendente con l a parte svolta su1 lato sinistro della tavola.
Y *
Tra gl' intercolunnii dipinti sulla parete ove era imitata con l a pittiira l a dispo- Accanto a questa tenia o benda sorgeva iin vasetto d'oro lncente, alto quasi mezzo
sizione delle colonne, corrsva un podio di marmo giallognolo, alto settantacinque cen- metro, in forma di prefeticolo da1 corpo ovale, che usciva da un nascimento di foglie
timetri. Sopra qiiesto podio erano dipinti vasi di argento e di bronzo, alla grandezza del di acanto, con alto collo e beccnccio rivolto in giù, mnnito di ansa elegaiitissima, che
vero, con tanta maestria come se fossero veri, ed erano dipinti dei rami di palme sollevandosi da1 sommo della bocca, veniva a ricadere nella parte superiore del corpo,
accanto ad essi; e poi altri vasi ed erme marmoree, e tripodi di bronzo ed altri oggetti, qiiivi fermandosi e perdendosi dietro un rilievo rappresentante una maschera di sileno.
corne se quivi fossero stati posati e distribuiti bellamente, spiccando per chiaro e quasi LB foglie di acanto, di mezzo a ciii usciva il corpo ovale, formavano iina specie
per rilievo su1 campo nerastro lucente della parete opposta. di calice sostenuto da un piede, cosi snello che richiamava alla mente i piedi dei calici
Andando verso sinistra, poco dopo l'entrata dalla faiice, che era fiancheggiata da bellissimi, sofiati nelle vetrerie di Murano. Al corpo del vaso di oro era appoggiata
diie Genî alati, si vedevano rappresentati due grandi vasi in lamina lavorata a sbalzo. iina patera, pure di Oro Iiicente, del dianletro di un quarto di metro, iimbilicata, e con
11 primo era una grande anfora di argento, liscia, con anse a largo nastro, che da1 sommo costole cesellate di rilievo, l a quale era i l piatto di quel prefericolo.
dell'orlo riposavano su1 principio del corpo, ed era munita di coperchio a punta. Segiiiva una tenia pavonazza come l'altra, ma un poco più chiara, ed anche svolta
Paceva riscontro ad essa si1110 stesso podio ne1 medesimo intercolunnio iina grande in parte e ricadente su1 davanti della tavola. Foi, accanto a questa tenia era dipinta ilna
pisside di rame a corpo oblungo schiacciato, a basso e stretto collo e bocca chiusa teca di color rossastro, somigliante alla parte inferiore di una piccola colonnetta rive-
da coperchio aciiminato, con largo piede, munita di due anse che, sollevandosi da una stita di color rosso cupo, con propria base del10 stesso colore, chiusa sliperiormente da
fascia centrale si alzavano fino all' attaccatura dell'orlo in forma di colli e teste una specie di coperchio a forma di tetto circolare a larghi pioventi, con piccolo poino
di grifi. snll'alto ne1 centro. Ne1 mezzo di qnesta teca era stata inserita nna corona di oro
Tra questi due vasi, posta su propiia base, era dipinta una grossa borsa fatta con una massiccio, a foglie di ulivo, e con foglie disposte a tre e tre, nna ne1 mezzo e messa
rete, dai ciri intrecci apparivano, e quasi si potevano contare. piccoli dischi a guisa di in linea orizzontale, e due lateralmente in linea obliqua e con le piinte divergenti.
rosette, come fossero piccoli pani, ciascuno del diametro di qilattro O cinqi~ecentimetri E r s formata con due rami, che muovendo in direzione opposta, ed incurvandosi, veni-
al più, altri di colore terragno chiaro, altri di rosso ciipo, con l a superficie spartita mediante vano ad avvicinarsi ne1 mezzo della fronte, colle punte delle dile foglie ultime cen-
linee nere a scompartimenti trapezoidali. Si vedevano accanto due venabuli, che parevano trali, che qiiivi si arrestavano siill'orlo di uno splendido smeraldo. Accanto a questa
infilati nella stessa rete, da1 cui orlo raggruppato pendevano i fili che erano stati esii- teca, a destra, era un'altra benda, ma di color verde, ed in parte svolta, e ricadente,
beranti a fermarne l a chiusura. come la benda pavonazza, siilla fronte della tavola. Poi, accanto a qiiesta benda ne era
Appresso, nell'intercolunnio seguente, era dipinto nn piedistallo marmoreo e dinanzi ad posata un' altra, di color pavonazzo, qiiasi siill'orlo della tavola a destra, ma tiitta ar-
esso un largo catino color aureo, su alto piede, pieno di acqua fino quasi presso all'mlo. rotolata. Dietro la tavola si yedevano varî rami di palma.
Sopra questo catino dall'alto del piedistallo marnioreo affacciavasi una piccola tartaruga, A sinistra, posata ai piedi della tavola, vedevasi rappresentata nna grande anfora di
spingendo avanti la testa ed il collo, e tenendosi ferma con le zampe siil ciglio, quasi argento liscia; e dall'altra parte, in corrispondenza di esaa, pure ai piedi della tavola, verso
volesse far leva per non cadere, in atto veramente vivo, e come se si volesse specchiare i l lato destro, era posato un grande cratere di elettro, dalla tinta giallo pallida, come
ne1 fondo di qiiella vasca. E d intanto dalla sua bocca trasformata in fontana, faceva se fosse di argento a leggiera ~ivestitiira di Oro, alto più di un metro, che coll'altezza
cadere, come fi10 argenteo, entro qiiella stessa vasca, uno zampillo perenne. Paceva ri- dei collo e delle anse uguagliava qiiasi l'altezza degli oggetti posati sopra la mensa.
scontro a qnesta fontana nna sfera posata sopra lin rocchio di colonna di colore ama- Posto su piede scannellato, da cni mnoveva un rilievo di grosse baccellature distri-
- 29 -
bclite a raggio, e formanti un grande calice, quel cratere, come se uscisse da questo Accanto, sopra propria base, era un elegante prefericolo di argento in mezzo a rami
calice, si sollevava col grande corpo ovale in iina curva maestosa, che ripiegava e quasi
tendeva a ricadere leggermente al di sopra, ne1 centro, dove in mezzo ad un ornato a
guisa di collana veniva a posare il ben tornito collo, dall'orlo prominente, chiuso a l di
sopra con un liste110 rialzato, e circoiidato da una fascia abbellita di ovuli. Poco sotto
l'attaccatnra del collo, e lnngo l a linea della maggiore espansione del ventre nascevaiio
le robuste anse a doppio nastro, l'una di fronte all'altra, le quali, come colli di serpe
eretti, si innalzavano a l di sopra della bocca del vaso, senza cercare altro appoggio, ter-
minando siiperiormente in iina voluta. L'ansa che era di prospetto finiva inferior-
mente in un rilievo, rappresentante una protome di hfedi~sa, che pareva la Medusa
Rondanini, colle alette aperte sopra i capelli ondeggianti fra i due serpi anriodati, nella
bellezza con cui la Medusa fu modelli~tadall'arte ellenistica, affascinante col langnore
degli occhi, e con quella espressione di profonda malinconia che traspariva da1 suo volto
soavissimo. Dietro il vaso era posata una lunga asta.
Non sarebbe stato possibile ottenere effetto di rotondita e di liicentezza maggiore
di qnella che ottenne l'artista dipingendo questo cratere, ne1 qiiale con maestria vera-
mente ammirabile seppe far brillare il punto più luminoso della curva, mediante iin
tocco di bianco, come fosse format0 con un fascio di liice, a cui accrebbe i l ftilgore da
un lato mediante il risalto di alciini tocchi gialli, ed accanto medisnte il contrasto con
iina piccola massa di ainaranto cupo, leggermente digradante, e perdentesi siibito nella
tinta generale giallognola della superficie.
Nello scompartimento della parete segnente, su1 principio sorgeva iiil'erma di rosso
innanzi ad lin largo catino pieno di acqiia, accanto alla figura di un genio alato,
vicino alla porta che yuivi si apriva. Appresso altri gruppi di oggetti e specialmente
tripodi di bronzo a zampc equine, ed altri vasi di argento e di rame, e nello scomparti-
mento ultiino altra tavola marmorea fiancheggiata da vasi di argento. Attiravano 10
sguardo l e eleganti anfore di argento da1 corpo ovale, tirate a i~iartello,nella forma
prediletta dilrante il periodo del gusto ellenistico, il quale, conie è noto, fil molto in
voga salla fine della repubblica ed in tutto il principio dell'impero. Erano per Io più
anfore con pochi ornati a cesellatura, dominanti col loro corpo liscio, come volessero
mostrare che non avevano bisogno di nascondere l a materia di ciii erano formate, e
bastava ad esse 10 specchio della loro lucentezza per abbellirsi di tutti gli ornameiiti e di
tiitte le eleganze che venissero loro davanti, e per rifletterne in tntta la vivezza i loro coloii.
LaggiU, nella parete di fondo, frastagliata da molte aperture, perché sii di essa co-
miinicavano col peristilio varie sale vicino all'entrata di un ricchissimo cubizolo (tav. II, $11,
appariva sopra il podio in ilno degli scompartimenti, un grande vaso di bronzo bac-
cellato, su alto piede, con largo ed alto collo, chiiiso da coperchio in forma di tetto
acnminato a larga grondaia, e con due anse rettangolari a nastro, ripiegate superior-
niente sopra se stesse, nella forma clie era comiine alle anse delle patere calene, e degli palme. E poi nei duc! poggiuoli che fiancheggiavano l'entrata di una siintuosis,siina
scifi nati per 1' iiso della letizia. a, soygevano due faunetti uno ne1 poggiuolo a destra, l'altro rie1 goggiiiolo a sini stra,
- 32 - - 33 -
forza delle tinte otte~ieremaggiore vivezza di quella che ottenne il grande artista che tepminante in liinghi ciiiffi; poi fiori rossi accanto a pruni di color giallo aureo, intra-
meritd di essere prescelto da Augusto per decorare i marmi dell'ara della Pace Augi~sta mezzati da altri pruni, che in lin inonlento della loro matuïith aman0 copriïe il verde
in Caiilpo BIarzio, il quale pure vi scolpi a tntto rilievo varî festoni grandi al vero, come chinro della loro superficie con un pulviscolo azznrrognolo. Qnesto insieme, in ciii pre-
i nostri, e composti con rappresentanze di friitta, come i nostri, e che tra le friitta, clominava la massa verdognola, serviva quasi di preparazione al risalto di iina massa
che sono pare il dono della Pace, seppe intrecciare, cosi come erano intrecciati ne1 nostro Iiiminosa, rideiite, che spiccava quasi ne1 mezzo, formata da un gruppo di otto mele-
fregio, alciini manipoli di spighe di grano. granate di varia grandezza, che fra le loro piccole foglie giallastre si distaccavano con
E pare che nella festa nè anche la dea Flora fosse stata trasciirata, perchè in tanta verità e tanto fulgore di tinte gialle e rosse da parere che l'anrora le avesse
alciini intrecci apparivano in mezzo ai festoni i fiori degli oleandri spiccanti per rosso colorite, e vi riflettesse ancora tiitta la forza dei suoi raggi.
vivo, ed in alcilni piinti apparivano grilppi di gigli biancastri coi loro petali tre- Seguivano poi, come se uscissero di mezzo ad un anello di argento, griippi di
molanti. Perb le rappresentanze de' fiori erano assai rare, e predominavailo fra il verde rami di edera coi grappoletti di bacche, che si travedevano tra il folto delle foglie, scen-
dendo ne1 mezzo del festone, dove si attaccavano con tralci di vite, ricchi di pampini,
e ricchi di grappoli, sopra i qnali venivano a risaltare per un nascosto intreccio, ramo-
scelli con fiori rosseggianti, ed altri con prune biancastre. Seguivano nella risalita del
festone ramoscelli di pino, dai folti steli verdi aciiminati, tra i qiiali apparivano pigne
color marrone, dalla corteccia diirissima, a punte intarsiate. Qnindi lin altro gwppo di
melegranate di varia grandezza, e pure rivestite di croco vivo e di rosso fiammeggiante;
e poi rami con foglie e melecotogne verdi, e siil finire, ne1 punto dell'attaccatura del
festone siil capitello opposto, tralci di vite e grappoli.
L' iniercolunnio seguente recava un altro festone bellissimo, nn poco più piccolo
del primo, occiipando la larghezza ordinaria degli intercolnnnii. Cominciava con nn griippo
di melecotogne, a cni segiiiva un tralcio di vite; e poi, come iiscissero da un grande
anello di argento, che somigliava alla bocca di un cornucopia, ramoscelli di prugne
giallognole, e poi grtippi di cedri verdi, da1 cui inezzo cndevano spighe di grano di
color d'oro coi lunghi aghi aciitissimi. Accanto a queste spighe di oro opaco, attraverso
un grande anello bianco, cadeva un manipolo di spighe immature, alle qaali non era
grigio e le ombre dei larghi pampini, i tralci di vite con le iive giallognole a grap-
ancora spiintato l'ornamento della lunga chioma.
poli coi globetti luccicanti, dai quali traspariva il sticco rigoglioso di ciii erano pieni.
Ed in mezzo a questi doni di Cerere apparivano fiori di papaveri, i fiori del friitto
Qua e là vedevansi le pigne verdi O color marrone, tra mezzo a rami di pino, sacri
piire sacro a Cerere in memoria del suo faticoso errare per r i t r o ~ a r esua figlia. Poi
essi pure a Bacco. N a abbondavano insieme coi doni della vite i doni di Pornona, cioè
altre melegranate rosse e gialle, e gruppi di pomi color amaranto. e di nuovo cedri,
mele gialle e rossigne, e pomi in tutte le loro varietà, che fra il movimento delle foglie
e finalmente rami di pino, con pigne verdastre, che chiudevano il festone sotto l'altro
aperte e riciirve si affacciavano in mille tinte vivissime, rappresentati colla piti scrupolosa
capitello.
osservazione del vero, e come se si vedessero pendere ciascuno da1 proprio ramo, ne1
Ornava il segnente intercoliinnio un altro festone, largo come il precedente. Inco-
mezzo della campagna, con iina freschezza e tenerezza tale clse sembrava di poterli
minciava con iin gruppo di melecotogne e melegranate. a cui seguivano rami di pini
cogliere.
con pigne; e poi, attraverso iino dei soliti grandi anelli bianchi, altri pomi e mele-
Attiravano principalmente l'occhio i festoni del porticato a sinistra, liingo la linea
granate. Quindi un grosso ramo di vite con grappoli, e poi un nnovo e bellissimo
occidentale del peristilio. Tra la colonna angolarc dipinta e la prima che veniva subito
gruppo di melegrmate, rivestite di rosso e di arancio, e poi cedri verdi presso l'attac-
dopo, et1 era in coïrispondenza con l a colonna angolare del peristilio, pendeva iin festone
catnra vicino al capitello.
di tre metri e mezzo (fig. 7).
Nell' intercoluunio centrale cominciava il festone con un gruppo di melegranate e
Consinciava presso il capitello a sinistra con grnppi di melecotogne verdastre, alle
di cedri, che veniva ad unirsi con lin ramo, da cui pendevano molte pigne, in guisa
quali seguivano pere gialle, qnindi rami di nocciaole, tutte chiiise entro la veste verde,
da formare iina massa verde che serviva a far risaltare 10 splendore vivo del punto
5
centrale del festone, che era anche il pilnto centrale di tiitta la parete. Qiiivi, come per colori; e nella rappresentanza perfetta del vero, tutto era vario. Non avveniva mai
cffetto di nota chiara brillante, da ciii partivano i toni delle nrmonic nello alternarsi Che iin grnppo di foglie e di frutta, dipinto in un festone ricornparisse tale e quale in
delle masse dei colori lnngo i due bracci di qiiella parete, sembrava si manifestasse in un altro. Non si ripeteva mai niilla, e si vedeva quello che si vede nelle opere della
tiitto il sno chiarore il raggio del sole orientale, trasfuso iiel giallo vivo e ne1 rosso natnra, le quali nella loro apparente iiniformità non si ripetono mai. E si vedeva che
acceso, con ciii era stato colorato un gruppo di melegranate. Qiiesto griippo era limitato chi dipinse qiiei rami di frutta e di foglie dovè avere innanzi a sè rami di friitta e di
a destra ed a sinistra da anelli bianchi, in modo da parere che quelle frutta coi loro foglie vere, distribniti prima in quella armonia di linee, in quel mirabile accord0 di co-
rami e le loro foglie uscissero da1 primo anello ed andassero a terminare ne1 secondo. lori, con cni seppe distribiiirli poi graziosamente dipingendoli appesi tra gli intercolunnii.
Da questo, come dalla bocca di un cornucopia, venivano ftiori alcuni rami di vite con Ed allora nell' ammirazione di questi festoni dipinti, anche per trovare il com-
grappoli di nva verdastra, fra il variare dei tralci nodosi e dei pampini, in modo da pinlento dell'armonia, l'occhio cercava i festoni veri. Perocchè non appariva verosimile
formare simmetria alla massa verde della parte opposta del festone. che, mentre le colonne dipinte erano la rappresentanza perfetta delle colonne vere del
E cosi continuavano i festoni ne1 resto della parete con intrecci di friitta e di foglie, peristilio, dovesse mancare alle colonne del lato vero del peristilio quell'ornato magnifico,
intramezzate talora di manipoli di spighe di grano, come ne1 festone peniiltimo, e da col quale questo lato vero era stato raffigiirato su1 mnro opposto.
gruppi bellissimi di gigli, come ne1 mezzo dell'ultimo festone. Vi doveva essere lin tempo dell' anno in cui negli intercolnnnii delle colonne pro-
E qui, sotto il punto centrale del festone di mezzo, clie era i l punto centrale della spicienti il giardino ne1 peristilio si dovevano sospeildere dei festoni di frutta e di foglie
parete, si vedeva che le figure telamoniche del fregio tendevano in direzione diversa, vere che vi dovevano rimanere dtirante tiitti i giorni nei qnali si solennizzava il secondo
a sinistra da ilna parte, a destra dall' altra, secondo che venivano a cadere sotto i festoni raccolto nelle feste dell'autnnno. Queste feste che dovevano riassnmere la vita della
del braccio sinistro di quella parete, ovvero sotto i festoni del braccio destro. Sicchè campagna, con l a espressione di tutta qiiella gioconda felicità lodata dai poeti, non
appariva manifesto che il pittore di quella decorazione volle indicare anche il piinto avrebbero potnto celebrarsi offrendo agli dèi i doni simiilati, quando la terra ubertosa
dove iino avrebbe dovnto mirare per avere il colpo d' occhio di maggiore effetto, il pitnto dava con abbondanza i doni veri. Vi dorevano essere dei giorni di ottobre nei quali i l
cioè in cui venivano a riunirsi tutte l e armonie di quelle linee architettoniche, per tornare peristilio veniva pure adornato con festoni di frutta e di foglie vexe e fresche, sospesi
a distribuirsi sopra tutte l e masse dei colori incantevoli. negli int,ercolunnii verso i l giardino, all' altezza dei festoni dipinti ed in perfetta siinmetria
Cosi nella parete opposta, cosi nelle altre pareti; quantiinque, a causa dei vani e con essi. E qnesto nuovo decoro di frutta di vari oolori fra quelle colonne di color
delle porte che quivi si aprivano, rimanesse interrotta l a linea della loro fronte, e venisse ebiirileo, sotto qtiei lacunari di color eburneo intarsiati di Oro, in mezzo a qiiella luce,
a mancare la continuità della superficie liscia, per potervi dipingere, come si fece in ed in armonia col verde e coi fiori del giardino doveva offrire iino spettacolo di cosi ma-
qnesta parete, iina rappresentanza vasta e di ei-fetto complet0 e nînestoso. ravigliosa bellezza, che è facile inmaginare, ma non è facile descrivere.
(1) Nec putant se ha6cre villarn, si non a u l i i s vocabul~sretineant graecis, quom vocent parti-
culatim loca procoetona, palaestrarm, apodyterion, peristylon, ornithona, peripteron, oporothecen. (l) Nclla tav. X I vedesi yuesta caiilera tra la füuce ed il coluii~iatodell'azieiida riistica, iiello
R.R., I I . 2. sBtu iii cui fiiruiio lasciati i siioi iniiri.
nature. Superiorinente a qiiesta era una zona di biigne rosse e verdi, alte qiiindici cen-
timetri, le quali formavano riposo a l coronamento della parete. Qiiesto consisteva in
dile zone, alte cornplessivamente circa trenta centimetri, con inensole sporgenti nelle
fttsce inferiori, sopra le quali poggiavano sostegni in forma di anse, che salivano a fare
da appoggio alla cornice.
Negli intercolunnii formati dai pilastri, all' altezza della linea in cui cominciava
siiperiormente la rivestitura di lastre gialle, si staccavano rami di pino con pigne, che
aildando a cadere ne1 mezzo della lista rettangolare rossa che divideva i rettangoli gialli,
e quivi iiitrecciandosi, componevano festoni, ciascuno della lunghezza di un metro e
veiiti centimetri, quanta era la larghezza degli intercolnnnii. Ne1 pnnto in cai i due
rami dei festoni si incontravano, scendevano dei fili, ai quali erano attaccati varî
istrumenti musicali alla grandezza del vero, in modo simmetrico, sicchè istrumenti
simili si vedevano pendere nelle pareti opposte, gli uni di faccia agli altri.
Entraildo dalla piccola parete verso il vestibolo, si vedeva ne1 mezzo del primo
intercoliinnio a dritta pendese due tibie incrociate, lunghe ottanta centimetri; poi ne1
secondo intercolunnio, un cembalo del diametro di quaranta centimetri, vednto in sbieco.
Aveva il cerchio adorno di cordicelle nere arricciate e sfioccate, e l a pelle internamente
dipinta di verde chiaro con ornati di rosette bianche a foglie trapezoidali.
Appresso ne1 centro dell'altro intercoliinnio pendevano due piatti di crotalo; e
nell' iiltimo intercoliinnio, stante la ragione simmetrica, dovevano pendere dile altri Di faccia a q-uiesta sala degli istrumenti inusicali, al di 18 dell'ala opposta del
istrumenti da fiato. Ma la parete in questa parts avel7a sofferto. portico, era l a sala che aveva l a forma di tablino, e che doveva essere destinata ai
E cosi nella parete opposta. Di faccia all' intercoliinnio che era deperito, pendevano ricevimenti (tav. II, L).
due strumenti da fiato. Il primo era im flauto, liingo sessanta centimetri ; l'altro era iin Era di pianta quasi qaadrata, ed aveva lo pareti liinghe quattro metri ciasciina,
litiio, liingo settantacinque centimetri con l a tuba in forma di rhyton, O di bicchiere a salvo l a parete di fondo, Che era un poco più stretta. Aveva il pavimento di mtisaico
corno, inserita nella canna, siilla quale apparivano cinque buchi per le inodulazioni del bianco, circoscritto da fascia nera, ed era pure ornato di festoni composti di frntta e
snono, ed in principio era aggirinto un bocchino come quello delle cornamuse ('). di foglie, dipinti con l a stessa abilità e franchezza, e con 10 stesso mirabile effetto di
Segnivano negli altri intercolunnii, facendo riscontro a qrielli della parete opposta, verità con cui erano stati dipinti i festoni del portico. Perd qui i festoni non correvano
priiiia due piatti di crotale, poi un cernbalo, vedoto pure di sbieco, ma dalla parte al di sopra del coronamento O nella parte superiore della parete. Pendevano all'altezza
superiore, in fine due tibie. di iiomo, e corne se uno stendendo l a mano avesse potuto cogliere quelle fri~tta.
Siilla parete nella quale aprivasi 1' entrata verso il vestibolo, ne1 mezzo dell' inter- Vedendo qneste pitture i l pensiero andava subito a l tablino della casa di Livia
colunnio vicino a l mur0 laterale pendeva una fistiila alla grandezza del vero, a due su1 Palatino, ornato pure con un festone di foglie e di frutta, appeso alla medesima
ordini di cailne, sostenilte da d ~ i efasciaturc, della liiilghezza di circa sessaiitacinq~ie altezza e delle stesse misure, qiiantunque il nostro si svolgesse con eleganza e leggerezza
centimetri. Qiiali istrumeiiti fossoro dipinti iiel niezzo dell' altro intercolunnio della maggiore. Ma la somiglianza ers grandissima. Ti si vedevano delle appendici proprio
parete inedesima, vicino all' cntrata verso il vestibolo, niilla sappiamo, perchè la pit- simili a quelle che si vedono ne1 festone della casa di Livia ; e ne1 modo di dare i tocchi
tura fi1 distrutta. di luce e di colore nelle frutta, pareva quasi di riconoscere l a stessa mano. Insomma
quel gusto squisito dell'arte che domino nell'età di Aiigusto, e che si rivelb splendi-
daniente nelle decorazioni della stessa casa Augiistea, era proprio quel10 che con una
nota foise pjù vibrata qui si manifestava. Qtiindi iin nuovo dato di cronologia, in ac-
cordo col dato epigrafico dell' anno 12 dopo Cristo, offert0 da1 graffito che si lesse in una
delle colonne si11 portico dell'eiitrata (p. 14).
Mentre i festoni del peristilio spiccavano sopra fondo ainarantino, e qiielli della Ora sii qiiesta linea mediana del riquadro rosso centrale, in ciascilna delle tre pareti,
casa di Livia campeggiano sii chiaro, i festoni di qiiesto tablino si distaccavano su pigliava origine e movimento il bellissimo ornato di festoni di foglie e di frutta sostenuti
fondo rosso cinabro, che era il colore predominante nella rivestitura di quella stanza.
Essa era tutta dipinta nella maniera con cui era ornata la faiice, ossia nella cosi detta
seconda maniera dello stile pompeiano, che imitava con l a pittiira il ricchissimo rivesti-
niento delle pareti a marnii colorati.
Sopra uno zoccolo scuro, alto nn metro, terminato superiormente da un listello biancastro,
si alzava l a parete rivestita di grandi riquadri in rosso cinabro, alti un metro e trenta
centimetri, larghi ottanta centimetri, con specchio centrale rilevato. Questi riquadri rossi
erano separati da liste color giallo, larghe circa qnindici centimetri, della stessa altezza
dei riquadri, ma senza specchio centrale; e tanto i riqiiadri rossi qilanto le liste erano
contornate da una stretta fascia di colore marrone.
Sopra qiiesto rivestimento a colori rosso, giallo e marrone, disposti dall'alto al
basso, fino all' incontro con 10 zoccolo, cominciava il coronamento a varî ordini, che
ne1 loro insieme costitnivano iina delle più vaghe decorazioni cosi per forma come per
armonia di colori (fig. 8).
Da principio una fascia chiara, decorata da foglie d' acqua leggiadrissime, alta poco
piii di dieci centimetri, e sopra questa iina zona dipinta con rettangoli di giallo e di
verde con specchi rilevati, liinghi ciascnno un metro O poco meno, alti circa venti cen-
timetri, posti orizzontalmente e contornati da fondo cinabro. Posava sopra di essi uii
elegante architrave chiaro, decorato con listello e gola; quindi stendevasi i l fregio di
colore porporino, ed in iiltimo posava la cornice ricchissima, abbellita di oviili, di modi-
glioni e lacunari.
Accrescevano la vaghezza di questo coronamento i sostegni che vi erano stati ag-
giunti per reggere i modiglioni. Parevano grandi anse di bronzo, a guisa di serpi, che
si distaccavano per colore verde su1 fondo porporino del fregio, proiettandovi la loio
ombra. Superiormente si trasformavano in colli e teste di caproni barbnti, ed inferior-
mente aridavano ad appoggiarsi siill'architrave con coda bipartita, che si incurvava
elegantemente, portando all' estremità ana foglia trilobata, e si intrecciava con uno dei
rami nei quali si divideva la coda del sostegno vicino.
L'artista aveva voliito anche qui, come ne1 coronamento delle pareti del peristilio,
indicare in ciascuna parete il pnnto della visuale per avere il colpo d'occhio sull' in-
sieme della decorazione. In questo piinto i sostegni dei modiglioni si dividevano in di-
rezioni opposte; alcuni tendevano a destra, altri a sinistra. Questo piinto cadeva verso
la linea mediana del grande riquadro rosso centrale. Peroccliè in ogni parete il rivesti-
inento, che imitava i marnii colorati, era cornposto di tre grossi riquadri di rosso cinabro,
che insieme alle liste gialle ne occupavano la parte centrale ; e da due metà di riqiiadri
dello stesso colore rosso che rinlanevano alle estremità e chiudevano la parete. E cib
per ragione di eiiritmia, ed afiinchè 1' occhio trovasse il s ~ i oginsto riposo ne1 centro, da teste di vite110 (fig. 8). Sceridendo dall' alto del riqiiadro centrale, ogoi festons cadeva
cadendo sopra iin campo con la superficie non interrotta. con la inaggiore ciirva ne1 iiierro del riquadro laterale, e risaliva poi siill' alto del riqiiadro
alla fine della parete. Sicchè in tiitta l a liiughezza della parete, che era di quattro metri, 1' entrata, e che comui~icava con l a sala contigtia. Difa questa porta, cou cui fil coiicepita
spiccavaiio dne soli grandi festoni, di diie metri ciasc~ino,iino occupandone la metà a in origine 1' architettura dell' edificio, venne poi chiusa, e per mezzo della pittiira ne fi1
destra, l'altro la metà a siilistra. 1 due festoni della parete di fondo erano tin poco siinulato il passaggio.
minori. Ma l a differenza tra gli uni e gli altri era piccolissima, di dieci centimetri O Ma si svolgeva in tutta l a sua grandiosa ciirva il festone cl-ie miioveva M l ' altro
poco più. lato della testa di vitello, ed andava fino al termine della parete, per l a lungliezza di
* due inetri. Srille priine iin grappolo di iiva color ainaranto, qiiasi nascosto fra i pampini
$ y.
Ad accrescere poi 1' effetto dell' eiiritmia dell' ornato bellissirno, erano agginnte che qiii parelTa cominciassero ad appassire. Dopo il grappolo usciva con le sile volute
varie appendici, che, sempre meglio coordinando le linee della decorazione del fondo l a fascia bianca, e poi si affacciava una melncotogna, a cui seguivano alcnne melegranate,
col movimento del festone, venivano a cadere ne1 centro di ogni riqiiadro, nei cinqiie precedute da un pesante grappolo di uva di oolor amarantino cupo. Poi pigne con rami
scompartimenti rossi che si avevano in ogni parete. E queste appendici erano fr~ttecon di pino e papaveri, ed un'altra voliita della benda bianca; e poi altro grappolo di iiva,
rappresentanze di oggetti del tiaso bacchico, distribuiti in modo assai simnietrico; sicchè altre melegranate e melecotogne.
qtielli che forinavano una inassa maggiore comparissero nella parte centrale, i più pic- Dalle corna del vitello, parallelamente alle drie linee nelle qiiali ricadeva l a bianca
coli lateralmente. vitta, dall' uno e dall' altro lato scendevano diie fili rossi, e ad ogniino di essi era legato
A destra di chi entrava, dopo il vano di una porta siil sommo della riqiiadratura un flaiito, O tibia traversa, di color giallo aiireo, ornato con svolazzi di nastrino verde,
rossa ne1 mezzo della parete, alla distanza di dodici centimetri dall'orlo stiperiore di che rimaneva sospeso in modo che le due tibie si incrociavano, pendendo ne1 centro infe-
qiiella riquadratnra e su1 centro, vedevasi sporgere una testa di vitello, quasi alla gran- riore del riquadro.
dezza del vero. Ne1 mezzo della fronte, tra le piccûle corna ilella parte vellosa, appariva Ne1 mezzo del riqiiadro seguentz ne1 punto in ciii veniva a cadere l a cnrva mag-
la testata di un grosso chiodo, che aveva servit0 per infiggerla. Pareva come fosse stata giore del festone, presso il gruppo rappresentante i papaveri, scendeva un altro fi10
recisa allora allora da1 ferro sacrificale, tanta era la freschezza della pelle quasi lucci- rosso, da cui pendeva -Lin cembalo O tamburello col fondo di pelle tesa. Aveva i l cerchio
cante; e gli occlii semiaperti non erano ancora totalinente spenti. dipinto di serde, ne1 mezzo del qiiale, invece di affacciarsi dalle fenditnre le girelline
E che quella fosse stata una vittima destinata al sacrifizio 10 mostrava 1' ornamento di lamina metallica, passava una cordicella nera, a cui erano ferinati dei pendagli da1
della sacra vitta di laila, che a guisa di cordoncino bianco a piccolissimi ovuli, for- lungo gambo, essi piire di color verde, che terminavano in globetti a gnisa di pic-
niati dalle rigonfiature della lana finissima, attaccata cou elcgante nodo snlla sommità cole pere. Erano i pendagli che percuotevano la pelle al di sotto e uell' interno del cerchio,
delle corna, scencleva a semicerchio sopra la fronte, c veniva a ricade1.e in due linee quando il cembalo era agitato, e che nel:' alternarsi dei colpi, prodiicevano rumore forte
laterali, facendo spiccare quella testa coine entro una cornice. e secco, come se fossero colpi di rullo, battnti contemporaneainente sopra inolti tamburi.
Dietro 1' orecchio sinistro del vitello era attaccato iin grande festone di friitta fresche Collo alternare le scosse di questi cembali, agitandoli col braccio alzato e teso, le menadi
e di foglie, raccolto come per essere sostenuto, in una larga e ben intessuta fascia di lana snelle, da1 corto chitone, abbandonat: all'entusiasmo, accompagnavano la 10x0 danza
bianca, listellata presso gli orli con due zone di color amarantino, ravvivate di tratto in orgiastica, niescolate coi fauni e coi satiri a l seguito di Dioniso.
tratto con tocchi di carminio. Qoesta fascia O tenia, ricoiiîparendo con l e sile voltite a Ne1 mezzo del10 scompartiinento che seguiva, siil termine della parete, pure sospeso
ben misiirate distanze fra le frutta e le foglie, e spiccando con la bianchezza del silo ad lin fi10 rosso, pendeva il piatto di un crotale, il qiiale perd non cadeva proprio ne1
fondo, e con le strisce porporine prebso gli orli, faceva meglio risaltare in ogni festone punto in cui il festone terminava, perchè allora avrebbe doviito cadere lungo l a linea
1' armonia delle linee e l a natnralezza dei colori. Sul principio del festone era a n gruppo di divisione tra le due pareti, ma iin poco piil in qua, con1e fosse stato attaccato vicino
di foglie vivacissime, alcune di prospetto e di color verde forte, e quasi scuro; altre al termine del festone. Era per avere lin certo distacco che giovava per 1' eiiritmia di
che cornparivano con la tinta grigiastra della faccia ii~feriore.Ed in mezzo al10 spcssore tatta la parete, mentre si aveva piire l a sirnmetria coll' altro piatto di crotalo, che
di qiiesto griippo di foglie affacciavasi iina inelacotogna giallognola, dai riflessi di luce pendeva verso la fine del festone nella parete contigtia.
bianchissirna fra foglie dall'orlo qiiasi tagliente, distaccate dalle altre, e coine se gettassero *
*. *.
l'ombra sopia di esse. Finalmente appariva 1111 gruppo di melegranate di color ainaranto, Questa parete di fondo aveva sofferto verso destra, cioè verso il piinto ove andava
bellissime. a congiungersi con la parete osa descritta; sicchè il festone di qiiesto lato, a destra
I l fcstone non si poteva svolgere in tiitta l a sua lnngliezza, perchè la parete era del10 spettatore, non vi appariva intiero presso il ptinto di attacco. Dila esso ricompariva
inteïrotta dalla porta, che si apriva, su qiiesto lato del tablino, a ilestra, poco dopo bellissimo un poco dopo l a siia metà verso sinistra, mostrando melegranate e pere, e
- 44 -
poi spighe di grano verde, e poi griippi di foglie di quercia, alcune delle quali giallo- e sostennto da lin fi10 che era attaccato al festone nn poco più in qua del suo termine,
gnole, da1 ciii mezzo comparivano grnppi di ghiande mature, con bell'effetto, vicino alla pendeva lin piatto di crotalo, il quale, inentre faceua riscontro coll'altro piatto di crotalo
testa di vitello, ne1 centro della parete, donde cominciava a miioversi il festone della nella parte opposta della parete medesima, si accordava coll'altro piatto, che scendeva
parete sinistra. da1 festone della parete contigtia, a sinistra, sicchè nei due angoli sulla parete di fondo
In qilesta da principio pendeva un grosso grappolo d'iiva gialla trasparente, poi apparivano diie coppie di piatti, e quiiidi due crotali coinpleti, ossia dile volte i bronzi
pere, e dopo iina voluta della fascia bianca dalle strisee aniarantine, grossi papaveri e clie, geminati dai Coribanti, inandavano gli aciiti squilli.
melecotogne, ed altro grosso grappolo d'uva pure gialla e trasparente accanto a larghi Ed incoininciando i l nuovo festone sopra il piatto di crotale, od un poco piii al di
pampini dalle costole gialliccie. Poscia iina nuova ripiegatiira della fascia bianca, ed là nella parete sinistra, mostrava da priina un griippo di mele, qiiasi fermato da un
altre nielecotogne, e poi melegranate, e quindi pigne tondeggianti nella prominenza dei avvolgimento della fascia bianca. Poi veniva nn grosso e pesante grappolo di uva di
loro spicchi a punta, col fondo di porfido ed i liimeggi di tiirchiniccio. colore amaranto, anch'esso circondato da foglie, che cominciavano ad avvizzire. Poi me-
Anche qui la testa del vitello ne1 mezzo della parete era ornata con la sacra vitta, la legranate presso un'altra voliita della fascia bianca, e poscia altre melegranate fra iin
qnale, dalla sommità delle corna, ove era annodata, dopo aver decorato la fionte, ricadeva grande gruppo di foglie, sotto ciii spiccarano grosse testate di papaveri di color
lateralmente, formando cornice. E dalla bocca del vitello scendevano due fili, ai quali bigio, e spighe verdi rigogliose. Poi altro grappolo di iiva gialla e melegranate
era appesa una maschera giovanile di fauno imberbe, bellissirna, che veniva a ricadere ne1 fresche e pesanti, le quali pareva che stessero per cadere; finalmente un altro giro
mezzo del riyuadro (fig. 8, cfr. fig. 9). Questa maschera aveva le linee di una testa di della fascia, e melecotogne e pere, con le quali il festone, dopo aver occupato tiltta l a
Medusa, anzi pareva che l'artista avesse cominciato col voler raffigurare una Mediisa, e metà della parete verso il fondo, terminava presso l'orecchio destro della testa di
le avesse poi dato le espressioni dei segiiaci del tiaso bacchico, appuntandone le orecchie vitello.
capriiie, spalancandone gli occhi ed aprendone la bocca, come se ne dovesse uscire il grido Dall'altra parte presso l'orecchio sinistro si attaccava l'altro festone, che comin-
orgiastico. ciava con un grnppo di pigne in inezzo a rami di pino, vicino ad un avvolgimento
Ne1 mezzo del riquadro a sinistra, ne1 punto ove cadeva la maggiore curva del della fascia bianca; e poi seguiva altro grappolo di ilva gialla, e quindi melegranate
festone, pendeva una lepre, come se allora allora fosse stata trafitta nella caccia e sven- ed altïi pomi, fino al punto in cni il festone rimaneva anche qui interrotto dalla porta
trata. Pinalmente ne1 mezzo del10 scornpartiniento nltimo, vicino al tepmine del festone, clie in origine faceva riscontro alla porta del lato opposto.
- 46 -
Sotto i l punto da1 quale inuovevano i due festoni ne1 mezzo del10 scompartimento
centrale, pendeva una cista mistica, scoperchiata, il cni coperchio, collegato colla cista
per mezzo di corde, scendeva lateralmente come fosse appoggiato alla cista medesima.
Da1 mezzo di questa, fra verdi foglie iisciva il serpe agatodemone col col10 e col corpo
tre volte ripiegato, ne1 modo come quel serpe è rappresentato nei cistofori di argento,
in moviinento proprio vivissimo. E ne1 mezzo del riqiiadro a destra, pendeva una maschera
di vecchio sileno dalla barba lanosa a varie ciocche bianohe, che risaltavano sopra l a
faccia rossastra, ridente, la quale pareva clle parlasse (fig. 10).
VI.
Il granclc tricliiiio.
Non sempre la decorazione parietaria imitara l'architettiira della sala corinzia foildo era coperto a riquadrature di marmo giallo con finto rilievo, incorniciate da rosso
ne1 silo maggiore effetto scenico. Vale a dire non in tiitte l e sale di stile corinzio a l di cupo. Al di sopra una fascia bianca, alla quale siiccedeva iina zona a lunghe biigne
là delle colonne, e al di l à del nliiro divisorio, eiano dipinte altre fabbriche coi1 altri orizzontali di marmo brecciato, con riquadratiire in rilievo, separate da piccole bngne
colonnati, cd in inezzo a qtiesti si vedeva 10 sfondo del cielo. Molte volte, specjalmente di verde; e quindi spiccava l a cornice di marnlo bianco, a linee sernplicissiine con
nelle canlcre ininori, pur volendo dare ad esse 1' apparenza di maggiore ampiczza, eleganti modiglioni. La parte superiorc era poi rivestita da biigne marinoree tiitte con
brtstava rappreseiitare soltanto lc colonne che sorgesscro iiitorno irltorno, con effetto Che riquadrature in rilievo e di varî colori, alcune poste orizzontalinente altre vcrtical-
si distaecassero da1 Lriuro di hndo, c chc fra esse cd il mur0 vi fossc un corridoio. inenle, e con illirabile accordo ilelle loro tinte vivissime.
La decorazione continnava nelle altre pareti, dove si ripeteva 10 stesso inotivo or-
naiîlentale, cioè un portico format0 con una colonna ne1 centro e dile pilastri angolari,
ed i l muro di fondo decorato ad imitazione di rivestimenti marmorei di vario colore.
Solo nella parete settentrionale, essendovi una finestra che dava siilla carnpagna, era
interrotto 10 spazio in cui doveva sorgere l a colonna.
Nei due piccoli corridoi, corrispoiidenti ai lati corti del10 stanzino riservato, la
ilecorazione era fatta in maniera più semplice, a bugne orizzontali verdi nella parte
inferiore, 4 bianca~tresuperiorrnente.
A destra del grande triclinio era iina spaziosa camera che metteva alle stanze
nell'angolo occidentale della villa (tav. II, 23). Vi si accedeva direttainente da1
peristilio, ma vi si entrava anche da1 triclinio per la piccola porta accanto alla pittiira
della giovinetta con 10 scudo. Era liinga eirca nove metri, larga vicino all' entrata due
metri e mezzo e piii, poi si restringeva verso occidente e formava iina specie di corridoio.
A l termine di qiiesto corridoio, a sinistra, era l a porta di accesso ad nna grande
sala, se non più larga, certamente più lunga del grande triclinio (tav. II, G). Era lunga
nove metri, larga non piii di yuattro metri e mezzo; aveva quindi le misiire prescritte
pel triclinio (Vitr. VI, V). Aveva il pavimento di musaico bianco. Poco dopo 1' entrata,
i l pavimento era attraversato da una fascia di ini~saico colorato a disegni geometrici,
rappresentante dei rettaiigoli bianchi, su fondo nero, disposti in tre file, l'uno accanto
all'altro. Serviva a distinguere 1' antisala dalla parte interna, destinata ai letti del tri-
clinio, l a quale misurava sei rnetri di lunghezza.
A differenza della sala del grande triclinio, che avelTa porte e finestre a mez-
zogiorno, questa sala non aveva alcuna finestra a siid, mentre aveva grandi aperture
verso oriente e verso settentrione. Ad oriente aprivasi iina finestra larga due metri e
venti centimetri, ed iin'altra grande finestra, larga circa due metri, si apriva a
settentrione; sicchè il sole vi batteva soltaiito nelle prime ore del mattino; ed in tutto
il resto del giorno insieme all'ombra in mezzo a qiiella campagna vi si spandeva una
frescnra che bene conveniva ad iin triclinio d'estate. Vi si godeva verso oriente l a bella
veduta del Lattario sopra Stabia, coperto da1 verde delle sue erbe salubri; e verso
settentrione aprivasi la vista splendidissiina del Vesuvio, tutto rivestito di vigneti, corne
ce 10 dipinse la pittiira pompeiana, qnale era prima del grande inoendio cho ne trasforinb A destra ed a sinistea delle due colonne che fiancheggiavano la porta si alzavano
l'aspetto. dile tramezzi di color rosso, ornati di iina larga zona sriddirisa in rettangoli di ala-
Quasi ad accrescere i l godiinento della frescnra, il pittore che ne decor6 le pareti bastro a finto rilievo, con sopra iina fascia di porfido abbellita da rosette e da gigli
vi imitd l'architettnra delle sale corinzie con i maggiori effetti scenici. l3ntrando vedevasi disposti a cerchio, il tutto terminato da una cornice leggiadrissima, su1 cui fregio di
spiccare siilla parete di fondo la facciata di iin grande yuadriportico decorato ne1 pro- rosso vivo staccavano i telanloni con qiiella vaghezza con cui staccavano nella cornice
spetto con colonne corinzie e pilastri posati entrainbi sopra piedistalli. Nell' intercolunnio del peristilio. Erano figure bvllissime tutte del tiaso bacchico. Da principio, cominciando
di mezzo, in un breve sfondo, e sri campo verde biancheggiava uns porta inarmorea, a sinistra, una menade con la testa di Penteo, poi failni, poi centauri con lnnga tuba,
poi altre menadi e figure del corteo dioiiisiaco.
Anche i l triclinio d'eatatc aveva la sua cameretta. Era siilla linea orientale dietro
l a camera con l a vasca pel bapno freddo; e vi si accedeva pel passaggio che met- Ti si vedevano sorgere dei pilastri niarmorei sagoniati e con riqiiadratu~ead intarsio
teva al secondo triclinio (tav. II, F). Era di pianta quasi q~zadrat~a,coi lati di tre di marmo giallo venato. Sorgevano alla distanza di poco meno di lin inetro 1' ilno dal-
l'altro, e dietro essi correva un podio di granito rosso con ripiano di marmo verde.
Sopra questo posavano delle colonnine corinzie, che insieme ai pilastri salivano a
reggere 1' architrave ed il soffitto.
Al di là del podio la parete era rivestita a bei riquadri di rosso vivo, incorniciati
di verde su foudo pavonazzo, chiusi inferiormente da una serie di bugne orizzontali
gialle, e supcriorrnente da una bellissima greca verde. Sopra l a gteca una zona pavo-
nazza con rosette disposte a circolo, poi una serie di bugne orizzontali rosse, interrotte
da bugne rettangolari gialle, e poi l a cornice ricchissima con telamoni in forma di
sirene. La figura 15 rappresenta un tratto della decorazione della parete settentrionale.
Nella pittura del podio sulln parete occidentale l'artista fece aderire una foglia
di vite su1 fondo in cni doveva inlitare il granito rosso. E vi rimase cosi il campo di
rosso scuro senza la grana bianchiccia, delimitato dalla sovrapposizione del pampino che
aveva impedito agli spriizzi del penne110 di arrivare in quel punto fino al fondo. VIII.
Come l a stanza pel servizio del grande triclinio cosi questa del triclinio di estate
aveva il suo stanzino riservato, costriiito nell'angolo tra la parete orientale e l a rneri-
dionale e coi lati di poco più di un metro.
11 triclinio ordinnrio.
Ne1 fondo dell' ala sinistra del peristilio aprivasi un grande oecus, od una grande
sala, larga poco meno di cinque metri, lunga otto metri, quanta era la lunghezza del
grande triclinio. Aveva il pavimento di miisaico bianco, ne1 cui mezzo un rettangolo di
musaico a fondo amaranto, ornato di triangoli bianchi con rosone ne1 centro. La grande
apertnra di circa quattro metri, che l a metteva in comunicazione col peristilio slill' an-
go10 fra 1' ala verso mezzogiorno e quella verso oriente, vi accoglieva il riflesso del sole
e vi manteneva il tepore nei mesi invernali. La grande finestra a settentrione. larga
poco meno di due metii che si apriva snlla campagna verso il Vesuvio, vi faceva entrare
il fresco durante la state. Doveva essere questa l a sala dove ordinariamente la famiglia
si sedeva a mensa, cioè i l triclinio di tutti i giorni (tav. II, N).
Da principio doveva esservi qiiesta sola finestra settentrionale; e con essa era
coordinats l a decorazione architettonica. Poscia vi fxi aperta iina finestra ad oceidente,
verso l a fine della parete; ed a causa di questa apertura l a decorazione rimase interrotta
(fig. 16).
Bappresentava anche una sala corinzia con grande peristilio, e con effetto vera-
mente mirabile, per quanto pub giudicarsene da ci6 che ne rimase nell'abbandono in
cui questa sala venne lasciata. Correva intorno un podio, su1 quale negli angoli erano
dipinti i pilastri e ne1 mezzo varie colonne corinzie scannellate. Ad nna certa distanza
dietro i pilastri e sopra 10 stesso podio erano dipinti altri pilastri, ed al di la delle colonne
corinzie, basate com'esse ne1 medesimo podio, si vedevano altre colonne ma lisce e
divise da zone orizzontali, in mezzo a ciascilna delle quali sporgevano delle bngne qna-
drilatere, corne quelle con le quali erano decorate le colonne del grande triclinio.
1 giiasti della parete, massime nella parte superiore, rendono impossibile ricono-
scere con esattezza il modo con cui avveniva il congiungimento coll' epistilio e quindi
col soffitto, del qnale apparivano soltanto alcuni lacunari liingo la linea in Cui il tetto
aveva la maggiore spoitgenza.
Dietro il podio elevavasi un tramezzo tiitto rivestito a grosse riquadratnre di rosso
vivo, chiuse in iina cornice a squame bianche, verdastre, verdi e nere. Sopra le riqiia-
IX.
Il cubicolo.
Chiudeva l a serie delle stanze ricchissime in questa parte della casa il cubicolo O
stanza da letto (tav. II, M), le cui decorazioni bene corrispondevano a tutta l a magnifi-
cenza dell' appartamento nobile.
Si11 principio l'anticamera (procoeton) di circa un metro e mezzo per quattro (tav. II, O),
la quale comunicava col peristilio mediante una larghissima apertura di tre metri e
mezzo circa. Comunicava anche colla sala iiltima ad occidente (tav. II, N) per nna porta se-
condaria, a ciii faceva riscontro siilla parete opposta iina porta simile, in linea delle porte
drature una fascia decorata di rosette in mezzo a gigli disposti a cerchio. Seguiva nna
secondarie del tablino e delle porte secondarie del grande triclinio, alcilne aperte, altre
cornice di marmo bianco splendidissima, con architrave abbellito da1 rilievo di borchie
simulate colla modellatura in stucco.
in forma di patere umbilicate e con figure che si distaccavano siil fregio di colore pa-
Aveva la soglia di marmo brecciato bigio, ed il pavimento di musaico bianco incor-
vonazzo, rappresentanti tritoni e nereidi a cavallo delle pistrici, ed in mezzo ad esse
niciato da una fascia a cubetti neri. Comunicava col cubicolo niediante uria porta di
amorini volanti, qiiali furono modellati dai grandi artefici sulle tazze della figulina di
fronte a quella che metteva al peristilio e della medesima larghezza. E benchè queste
Marco Perennio. Erano figurine appena abbozzate, ma con effetto sorprendente.
quattro aperture, alcune delle quali grandissime, lasciassero soltanto una piccola superficie
Al di là di questo tramezzo terminato da una cresta di punte triangolari, su1 fondo
non interrotta, pnre, per desiderio di dare apparenza di maggiore estensione a qnello
turchino ciipo del cielo spiccavano i tre lati prospettici di un grande peristilio dorico,
spazio angusto, vi era stata fatta una decorazione che imitava per quanto era possibile
sopra il qiiale vedevansi posati dei vasi -in forma di grandi pissidi.
1' architettura delle sale corinzie. Vi era dipinto un tramezzo, terminato da iina cornice
di coronamento coi modiglioni ed i loro sostegni campeggianti su1 fondo rosso del fregio.
1 sostegni erano a forma di anse Che, uscendo da iin nascimento di fvglie e sollevandosi
a guisa di serpi, terminavano alternativamente in teste di caproni barbuti ed in volute.
Nella parte superiore iina fascia di rettangoli inlitanti 1' alabastro tartarugato, con una
cornicetta finale di marmo bianco, al di là della qiiale appariva il fondo azzurro del cielo.
Dietro il muro di traniezzo, ed agli angoli della piccola stanza erano dipiiiti dei fascia gialla, sopra ciii il fregio color pavonazzo e l a cornice gialla, abbellita di modi-
pilastri the simillavano reggere l a cornice ed il soffitto. Negli spazî fra pilastro e pilastro glioni. Era decorato a scompartimenti rettangolari di verde, entro i qiiali come pcr
a destra eit a sinistra si vedevano pendere festoni di rami e di foglie. Ne1 mezzo di bassorilievo biancheggiavano figurine di Vittorie alternate con palmette.
ogni intercoliinnio sopra la cornice finale della parete era posato iin vaso di rame, in forma Le colonne di ordine corinzio, alte un metro e settanta centimetri, erano di rosso
di pisside oblilnga con due anse a colli e teste di grifoni. scarlatto. Avevano l a base color d' oro ed nscivano da un nascimento di sottili foglie di
** * acanto, che parevano di rame dorato. Erano ciïcondate da leggiadrissimi rami che Sem-
I l cubicolo (tav. I X e X), era lungo circa sei metri, largo quattro, ed era diviso in bravano di oro, i qiiali si avvolgevano a spiia, e portavano entro volute fiori e foglie.
due parti, nella camera propriamente detta e nell'alcova. La camera occiipava dile Ne1 inezzo dei fiori, come a simularne il seme, erano incastonati degli smeraldi. 1
terzi di tutto Io spazio, l'alcova ne occupava i l resto ne1 fondo. capitelli parevano di bronzo dorato (fig. 17, 18).
Era iina vera e propria alcova, cioè una camerella dentro la camera, con la fronte Ne1 mezzo dell' intercolunnio centrale pendeva dalla cornice uno sciido color d' oso ;
terminata ad arco che si chilideva con portiere O cortine. E i a i l dormitoriu~nnello ne1 mezzo degli intercolnnnî laterali pendevano due maschere bacchiche.
stretto senso di questo vocabolo, secondo che fu usato da Plinio ('), ed aveva la copertura Nella parete a destra dell'entrata le maschere erano di vecchi sileni, con boccn
distinta dalla copertura del resto del cubicolo, cioè a volta e con l a parete di fondo a aperta, occhi spalancati, gote rosse, lunghe chiome e barba bianca, e grosse ciglia bianche
frontone arcnato, mentre la copertura della carnera era piana. irsnte. Nella parete opposta erano di giovani fauni, dalle lunghe chiome ricadenti
Corrispondeva a questa divisione il pavimento su1 quale, come in altri cnbicoli pom- in grosse ciocche lateralmente, e col ciuffo di peli bianchi irti ne1 inezzo della fronte.
peiani, era segnata ixna fascia divisoria a separare 10 spazio entro cui doveva essere posto Le une e le altre vincevano l a nitidezza e l a luccntezza dei piii eleganti avori moderni
il letto, quasi volendo simulare la soglia di iin'altra stanza. I l pavimento era di mu- giapponesi.
aaico bianco incorniciato da due fasce nere nella camera, e di musaico piire bianco dentro
1' alcova. L a fascia divisoria, imitante l a soglia, era di musaico a colori, striata con cinqne
file di squame, alternativamente bianche e rosse, bianche e nere. Ne1 vano dell' intercolunnio centrale vedevasi un recinto sacro, la ciii parte ante-
A questa spartizione del c~ibicolo corrispondeva l a pittura delle pareti, divise esse riore, come sacro vestibolo rinchiuso da tramezzi rossi, aveva ne1 mezzo iina chiusiira
pure da due decorazioni ben distinte; qilella della parte anteriore, cioè della camera e di legno con ossature di cancello a traverse orizzontali e diagonali, dipinta di color
quella dell'alcova, ambedue perd comprese entro la stessa ossatnra architettonica. Era bigio, con una fascia di meandri s linee scure, e terminata superiormente da una crestn
anche questa di ordine corinzio, coine nelle altre stanze. di triangoli acutissimi. Dinanzi alla chiusiira e proprio ne1 mezzo sorgeva iiil' ara di
Bi quattro angoli si alzavano da1 pavimento i pilastri angolari, lisci, i quali sali- alabastro, cilindrica, con bella base e cornice, su1 ciii fociilo era un miicchietto di car-
vano fino a toccare l a cornice, che correva intorno a tatto il cubicolo, cosi nella camera boni accesi per bruciare gl' incensi.
oome nell' alcova. All' estremità della fascia, che su1 pavimento separava la camera Ai piedi dell' altare siil piano del podio, ne1 piinto piii vicino al10 spettatore erano
dall'alcova, si alzavano poi due altri pilastri simili, divisi da otto zone orizzontali, in posate tre mele granate di colore vivissimo, insieme ad iin rainuscello con foglie come
mezzo a ciascuna delle quali e lungo gli spigoli sporgevano delle bugne qiiadrilatere, si vedono talvolta i grnppi di due O tre mele ai piedi del trono delle Madonne
come quelle con ciii erano decorate le colonne del triclinio. Questi pilastri continiiavano dipinte da Car10 Crivelli.
liingo l a parete l a linea di confine tra l a camera e 1' alcova, ed inqiiadravano le cor- Lateralmente a destra ed a sinistra, pure su1 piano piil vicino al10 spettatore si
tine O le tende con le quali l a parte intima del cubicolo rimaneva chinsa (tav. IX). vedevano due tavole di marmo color chiaro sostenute da trapezofori. Sopra ognuna di
Nella camera propriamente detta i due grandi spazî delle pareti laterali erano sud- yneste tavole era posato un vaso di Oro, con piede a calice, corpo a grandi baccel-
divisi in tre intercoliinnii, per mezzo di due colonnine che sorgevano sii di un podio, dietro lati~re,or10 abbellito da ovuli, e con tre anse, due laterali, ed iina centrale, da1 sommo
l e qiiali su1 podio stesso a pochissima distanza posavano due pilastri, che salivano insienle della bocca al principio del ventre come l e anse delle calpidi O delle anfore corinzie.
con le colonne a reggere la cornice (tav. X). Dietro il cancello vedevasi iina cortina nera abbassata; ed al di là di questa sor-
11 podio, alto ne1 siio complesso settanta centiinetri, rientrava alqiianto nell' inter- geva una specie di edicola, formata da dile pilastri ionici di marmo chiaro, che soste-
c,oliinnio mediano. Era di color rosso, con base color' verde, ed era terminato da una nevano l a cornice, ed un sopraornato, alle ciii estremità erano posate due anfore di
argento, le quali rimanevano snlla linea del10 sciido d'oro pendente ne1 inezzo dell'in-
(1) Jubent sum in pariele dormitorii eius tectorio inclucli. N. If., 30, 17, 1. tercolan nio.
- 73 -
- 74 -
spalancati (fig. 17, cfr. tav. X). Nella parete a destra pendeva la ixaschera di un vecchio
Lateralmente a tali anfore sulle estrernità della coriiice, spiccavauo acrotcrî in
sileno calvo, colle gote rosse avvinazzate e lunga barba e ciglia bianche (fig. 18).
forma, di cignj da1 liingo col10 ; cd alle estremith del frcgio porporii~o,eraiio accoracciati
Dall' alto della cornice cndevailo in eleganti festoni due rami, che si avvolgevano
siill'architrave due grifi. che con l e teste e con le ali sostenevano la cornice stessa.
Nell'alcova tanto a sinistra quant0 a destra, cioè a capo ed a piedi del letto, l a
pittura della parete rappresentava l a facciata di iin grande qiiadriportico, in modo ideu-
tico cosi da un lato corne dall'altro (fig. 19). Inferiormente lin podio scompartito a bugne di
color pavonazzo con riquadrature a finto rilievo, sopra cui posavano qnattro colonne co-
rinzie di colore ameo, scannellate, con capitelli abbelliti da testine ne1 luogo del rosone.
Dietro le colonne e ad nguale altezza sorgevano quattro pilastri, e sopra correva l a
cornice elegantissima, da1 c i ~ i architrave si alzavano sostegni in forma di anse, clie
andavano a sorreggere dei piccoli modiglioni, gettando la loro ombre su1 fregio. Nel-
l'intemolunnio centrale la cornice si interrompeva per piegarsi a decorare i due lati
del portico. Ed in questo tratto spiccava un fastigio angolare, con testine a bassori-
lievo liingo la ciinasa, abbellito da goccie sopra l a fronte del gocciolatoio, ornato supe-
riormente da antefisse pnntute, ed al vertice da un acroterio a palmette.
Al di sopra di tale fastigio 10 spazio era chiuso da iina parete a lunghe bugne
orizzontali con riquadrature in rilievo. Al di sotto, siil fondo del cielo, vedevasi pendere
da una parte e dall'altra della cornice un festone di foglie di lauro, che lasciava rica-
dere ai siioi lati due rami.
Fra i due intercolunnii laterali si alzavano tramezzi che parevano rivestiti da
lastre di rosso antico, con riquadrature a rilievo, ed erano terminati da una sottilo
fascia bianca, da un fregio verde e da una cornicetta bianca ornata di modiglioni e
con acroterî piintuti. Al di l à di questi tramezzi apparivano delle cortine nere ab-
bassate. Nell' intercolnnnio centrale vedevasi un sacro vestibolo, ai cui lati sorgevano dile
pilastrini rossi di ordine dorico, siill'abaco dei qiiali erano posate a sinistra due melc-
cotogne, a destra due melegranate. Lo spazio fra i duc pilastrini era chiuso da un
parapetto, su1 cui fondo, ilel mezzo della scena, campeggiava un bellissimo thymiate.riori
od incensiere d'argento, con coperchio semisferico bnclierellato.
Dietro il parapetto vedevasi ana cortina nera abbassata, snlla quale era appog- di colore amarantino, decorate da elegantissimi rami in rilievo clie si avvolgevano a
giato un festoncino di foglie di laiiro. spira, e con la, cornice arricchita da modiglioni, da testine c da antefisse in forma di
colli e teste di serpi. Ne formava la copertiira lin tetto agiizzo, che si risolveva siipo- Al di sopra della roccia nn belvedere coperto da un pergolato, in mezzo a l verde
riormente in un capitello corinzio, ne1 cui mezzo lin vasetto con coperchio a stretto degli alberi snll' azzurro del cielo.
e lnngo calice. Nulla appariva tra le colonne ncll'intorno del tempio, dove parcva chc Senza dubbio, a primo aspetto, nna decorazione come qiiesta, tutta di scene archi-
fosscro distese delle cortine nere. tettoniche e di vedïite, contrasta col sentiment0 nostro, secondo cni l a camera destirlata
al riposo nottnrno dovrebbe conciliare persino colla ricopertura delle sue pareti il più
Dietro il teinpietto e lateralmente tra gli intercolunnii laterali apparivano in pro-
profondo e tranquille raccoglimento. Contrasta anche col concetto degli antichi, i quali
spettiva gli altri lati del quadriportico, con le colonne di ordine dorico, e con orna-
ineiito di antefisse a punte. definirono il soiino quasi il riftigiarsi che faceva l'animo ne1 suo intimo, per tiovarvi
Tiitta qiiesta scena che vedevasi a dritla di chi entrava, ripetevasi a sinistra dal- l a quiete e l a pase lungi dalle cure della vita.
1'altro capo del letto, salvo la differenza che ne1 mezzo del sacro restibolo, innanzi a l Ma appunto a questa pace a cui l'anima aspirava si riferivano le scene quivi di-
pinte. Esse rappresentavano quei sogni giocondissimi, che il sonno leggiero e placido
tempietto invece di pendere un festoncino di foglie di alloro, pendeva lin roto10 n
piccoli fiori finamente intessuti, e sui pilastrini rossi invece di inelecotogne e melc- avrebbe poïtati; e facevano pregiistare la felicità di qiiella vita, nella quale l'animo
granate, erano dipinte delle pigne e delle nielecotogne. sarebbe stato trasportato dopo l'ultimo sonno.
Snlla parete di fondo continiiava 10 stesso ordine architettonico ; e ne1 inezzo, sopra Percib vi fiirono raffignrati i regni della fosca Proserpina, e le dimore dei pii.
Perocchè quei ricchi palazzi che si vedevano sorgere lateralmente ad Ecate, erano le
il podio, sorgevano dne colonne corinzie di rosso vivo, rivestite di rami d'oro, e con
case dei pii, cantate da Orazio e da Virgilio, le sedi distinte e lontane da1 nero Sartaro,
capitelli d' Oro, come quelle clie si vedevano nelle pareti della camera (tav. 1X). Tra
l'una e 1' altra alzavasi un tramezzo piire di colore aareo, su1 quale apparivano coine se laggiù negli ameni concili, dove Saffo ed Alceo fra le anime assorte nell' ammirazione
fossero scolpiti di basso rilievo ed in vari piani prospettici parecchi edificî. Vi si vede- della poesia, facevano risuonare le melodie dei loro carmi.
vano di lontano, pure di colore aureo, palazzi, templi, mura merlate e torri ; e poi gruppi E per rendere anche maggiore il godimento di quella felicità, furono dipinte nella
di persone, e poi un lungo porticato che circondava lin porto, ne1 quale era una nave parte più riposta della camera, nell'alcova intorno al letto, le vednte campestri che
che andava a piene vele, cosi corne Trimaloione voleva che fosse scolpita di bassori- dovevano far pensare alle bellezze degli Elisi, coi tenui gorgheggi che dolcemente vi
lievo la nave in uno dei lati del suo nîausoleo. facevano echeggiare gli uccelletti, come li descrisse Tibullo, quasi per impedire che il
Sopra qiiesto tramezzo di colore aureo era posata una catinella di vetro piena di ridestarsi alla vita reale, dopo i sogni giocondissimi, potesse dare il triste senso della
pere e di mele circondate da foglie. E djetro era una costina nera abbassata, sull'orlo delusione.
della quale si era posato un pappagallo. Al di l à apparivano degli archi ; ma non sap-
piamo qiiale fosse il compimento della scena, perché in qliesta parte del muro venne
aperta una finestra che distrusse un buon tratto del dipinto.
Negli intercolnnnii laterali era rappresentata iina scena bellissima che ripetevasi in
modo identico da una parte e dall' altra, quantunque a causa della finestra quivi aperta,
anche l a pittura dell' intercoliinnio a sinistra avesse sofferto. Sul prospetto una grotta
circondata da roccie, nascosta da rami di edera che scendevano dall'alto come festoni.
All' ingresso iina fontana che scatilriva da1 sasso in varî zampilli, i qiiali cadevano in
iina stretta e lunga vasca di marmo, da ciii alla loro volta riuscivano in nuovi zam-
pilli per ricadere sopra una tavola marmorea 1eggei.mente incavata e sostenuta da tra-
pezofori. Pareva sentire i l fremito di quelle fonti che Orazio cantava nelle lodi della
vita campestre, e che invitavano i l sonno leggiero.
In uno dei massi della roccia in alto e ~ a s iposato un cardellino, che vi si era
fermat,o a cantare, ed un poco più sotto due iisignnoli uno sopra la roccia, l'altro di
faccia ad esso sopra un ramo di edera, ambedue in atto di cantare come a gara od in
certame. Sull' or10 della vasca inarmorea un altro usigntiolo colla testa in alto, come
se allora allora avesse bevuto.
INDICE DELLE MATERIE.
A S. E .
RELAZIOKE IL MINISTRODKLL'ISTRUZIOXE .
PUBBLICA . . . . . . . . . . Pag. 3
III. Il peristilio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1, 21
L a fauce che vi dava accesso, p. 21. - Le colonne ed il loro coronamento, p. 23. -
I l soffitto e l a cornice di legno dealbata e dorata, y. 24. - Le colonne dipinte a perfetta
imitazione delle colonne vere, ib. - Oggetti rappresentati tra gl' intercolunnii delle
colonne dipinte, p. 26. - Faunetti dipinti presso l'entrata del grande triclinio, p. 29. -
Decorazioni della parete su cui erano dipinte le colonne, p. 30. - 1 festoni dipinti, p. 31.
TAV. VI1
L A VIL1,A P O M P E I L A N A DI P. F A X N I O S I N I S T 1 J K E
TAY, VIII
4
c-!