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Lezione 10

Modulazioni (completamento)

A volte può accadere che la modulazione, per scelta del compositore, avvenga in maniera meno
definita, meno diretta .

In pratica utilizzeremo uno o più accordi che sono comuni (quindi analizzabili) sia nella tonalità di
partenza, sia in quella di arrivo.

In pratica, questo accordo fa da perno, ossia da cerniera tra le due tonalità.

Ecco perchè viene definita come modulazione “pivot” (in inglese vuol dire appunto “perno”).

Vediamo un esempio pratico

Il II V formato dagli accordi A-7 D7 ci viene presentato una prima volta come dominante
secondaria, in quanto siamo in do maggiore e D7 è la dominante di G7 , ossia V/V.

Per cui, quando lo sentiamo per la seconda volta , siamo portati a credere che risolverà allo stesso
modo.
Invece D7 si comporta come dominante primaria risolvendo a G6 e stabilendo così la nuova
tonalità.

Ecco il perchè della doppia analisi su A-7 D7, dovuta al fatto che , sino a quando non sentiamo il
G6, la nuova tonalità non è affatto definita.
Ecco un altro esempio :

E' chiaro come l'accordo di E7 dapprima percepito come dominante secondaria nel contesto di do
maggiore (quindi risolve a A-7, ossia al VI grado diatonico) , diventa successivamente dominante
primaria modulante in quanto risolve a la maggiore .

Per quanto riguarda la scala da applicare dipende da :

indicazioni precise nel simbolo


melodia
scelta artistica

Cosa intendiamo per “scelta artistica”?


E' chiaro che il E7 della battuta uno avrà (verosimilmente) b9 e b13 in quanto risolve a un accordo
minore.
Nella battuta 4 , se vogliamo creare un effetto sorpresa terremo queste tensioni, se invece vogliamo
far capire da subito che E7 non risolverà a A-7 metteremo 9 e 13 , ossia fa# e do#, che sono
diatoniche alla nuova tonalità.

Generalmente le modulazioni pivot avvengono in questo modo :

accordi di dominante secondaria (vedi esempi precedenti)

accordi di interscambio modale (argomento del III corso)

accordi sostitutivi di dominante


Esiste poi un terzo tipo di modulazione , che in realtà non si trova solitamente in brani musicali, ma
è considerato come un “artificio” molto utile nella realizzazione di arrangiamenti.

Si tratta della modulazione “di transizione” (transitional).

In questo caso abbiamo un intera sequenza di accordi (solitamente II V) che ci fa perdere il senso
della tonalità di partenza e risolve in quella di arrivo solo dopo alcune misure.

Abbiamo così un intera area accordale di “passaggio”.

Questo tipo di progressione ci consente quindi di passare in maniera molto morbida da C a Gb.
Potrebbe essere quindi un interludio modulante tra due brani o tra due sezioni dello stesso brano.
Esercitazione capitolo 10

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