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biblioteca d’arte contemporanea 25 Giuseppe Di Natale

Giuseppe Di Natale
1. Flaminio Gualdoni, Davide Benati
2. Flaminio Gualdoni, Giulio Turcato
3. Maria Rosa Sossai, Artevideo.
Storie e culture del video d’artista in Italia
4. Ilaria Schiaffini, Umberto Boccioni.
Stati d’animo. Teoria e pittura
5. Gabriella De Marco (a cura di), Prospettive
per un Archivio multimediale del Novecento in Sicilia
Scanavino e Jaguer
6. Chiara Parisi, La folie de la Villa Médicis Il segno poetico e la poetica del segno. Carteggio 1954-1969
7. Linda Kaiser, L’Anacronismo
Emilio Scanavino ed Édouard Jaguer si conoscono nell’estate del 1954, nell’ambito degli Incontri

Il segno poetico e la poetica del segno. Carteggio 1954-1969


Scanavino e Jaguer
e il ritorno della pittura. L’origine è la meta Materiali di ricerca
8. Giulio Ciavoliello (a cura di), Francesco Bonami. Internazionali della Ceramica ad Albisola Marina sulla costa ligure. L’intenso sperimentalismo e le a cura di Enrico Crispolti, Massimo Bignardi,
La sabbia e il gorgoglio. Scritti 1993-2002 evoluzioni incentrate su un grafismo intricato e complesso che l’artista indaga in questi anni, lo e Luca Quattrocchi
9. Julian Stallabrass, Internet art. pongono alla stregua delle ricerche più avanzate del panorama artistico europeo e la sua poetica
Lo scontro on line di cultura e mercato risalta per originalità e singolarità. A partire dall’autunno dello stesso anno inizia tra i due uno Ilaria Schiaffini, Umberto Boccioni.
10. Cristina Piersimoni, Arturo Martini. Carrara e il marmo. Stati d’animo. Teoria e pittura
scambio epistolare che durerà fino al 1969. Tale carteggio, finora inedito, costituisce un importan-
Carteggio con Ruggero Nicoli 1937-1946
11. Massimo Donà, Joseph Beuys. La vera mimesi te contributo alla ricostruzione sia della vicenda artistica di un giovane Scanavino alla ricerca di sti-
Gabriella De Marco (a cura di), Prospettive per un Archivio
12. Lucrezia De Domizio Durini, Pierre Restany. moli nella cultura artistica d’oltralpe e di un riscontro della propria pittura all’estero, sia della per-
multimediale del Novecento in Sicilia
L’Eco del Futuro sonalità di Édouard Jaguer, poeta, critico d’arte e attento osservatore dell’avanguardia europea,
13. Lucrezia De Domizio Durini, Harald Szeemann. impegnato nell’elaborazione di un progetto di evoluzione oltre l’esperienza “informale” – di cui è Cristina Piersimoni, Arturo Martini. Carrara e il marmo.
Il Pensatore Selvaggio stato un precoce propulsore – dall’ambizione “internazionalista” quale il movimento Phases, con- Carteggio con Ruggero Nicoli 1937-1946
14. Raffaele Bedarida, Bepi Romagnoni. nesso all’omonima rivista editata a Parigi a partire dal gennaio 1954. Grazie alla pubblicazione di
Il nuovo racconto 1961-1964
questo carteggio, presentato nel volume da due capitoli introduttivi e corredato da un ampio appa- Raffaele Bedarida, Bepi Romagnoni. Il nuovo racconto
15. Paola Gandolfi. La recherche de ma mère
rato di note e indicazioni bio-bibliografiche volte alla ricostruzione filologica del ricco entourage 1961-1964
16. Massimiliano Marianelli, Alberto Burri.
L’equilibrio squilibrato artistico e intellettuale europeo con riferimento alle singole lettere, non soltanto è possibile riper-
correre la dinamica delle collaborazioni intercorse tra i due, come la rara raccolta di poemi La nuit Rachele Ferrario, Scanavino e Crispolti.
17. Giacinto Di Pietrantonio (a cura di),
est faite pour ouvrir les portes, illustrata da sei litografie originali di Scanavino nel 1957 (presenta- Carteggio 1957-1970 e altri scritti
I giovani curatori e l’arte contemporanea.
Young curators and contemporary art to in reprint in appendice al volume), ma si arriva a riscoprire il tessuto di una ricca “geografia”
18. Rachele Ferrario, Scanavino e Crispolti. Gabriella De Marco, “L’Ora”.
fatta di piccole riviste, gruppi e movimenti di tendenza europei ed extraeuropei in serrato dialogo
Carteggio 1957-1970 e altri scritti La cultura in Italia dalle pagine

biblioteca d’arte contemporanea


con la cultura artistica italiana nel corso degli anni cinquanta.
19. Lucrezia De Domizio Durini, Vitantonio Russo. del quotidiano palermitano (1918-1930)
Il volume propone anche, per la prima volta dopo la redazione dei cataloghi generali dell’artista
Economic art. Percorsi interattivi
dedicati a pittura e scultura, l’identificazione di alcune opere del pittore genovese destinate alle Massimo Bignardi, Federica Chezzi,
20. Cosetta G. Saba (a cura di), Arte in videotape.
art/tapes/22, collezione ASAC - La Biennale di Venezia. mostre Phases. Enrico Crispolti, Francesca Sborgi,
Conservazione, restauro, valorizzazione Antonio Davide. Un immaginario analitico ironico
21. Gabriella De Marco, “L’Ora”. La cultura in Italia Giuseppe Di Natale (Bari, 1974) si è laureato all’Università degli Studi di Firenze con una tesi sulla Ricezione criti-
dalle pagine del quotidiano palermitano (1918-1930). ca di Henri Matisse in Italia, 1910-1954 (Edizioni Cadmo, Firenze 2004). Ha frequentato i seminari di museologia Giuseppe Di Natale, Scanavino e Jaguer.
Fonti del XX secolo presso l’École du Louvre ed è stato borsista nel 2005 dell’Accademia Nazionale di San Luca in Roma. Nel 2006 ha Il segno poetico e la poetica del segno.
22. Massimo Bignardi, Federica Chezzi, conseguito il Diploma di Specializzazione in Storia dell’arte contemporanea presso l’Università degli Studi di
Carteggio 1954-1969
Siena e dal 2007 è dottorando di Storia dell’arte contemporanea presso l’Università di Firenze, dove porta avanti
Enrico Crispolti, Francesca Sborgi,
Antonio Davide. Un immaginario analitico ironico una ricerca su Édouard Jaguer, “Phases” e l’Italia. Nell’Archivio Jaguer a Parigi si è occupato del riordino della biblioteca d’arte contemporanea
di prossima pubblicazione
parte italiana degli epistolari del poeta. Ha partecipato a simposi e giornate di studio in Italia e all’estero e ha lavo-
23. Maria Rosa Sossai, Film d’artista.
rato al catalogo generale della Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino.
Percorsi e confronti tra arte e cinema. Le riviste dei GUF e l’arte contemporanea 1926-1945.
24. Lorella Scacco, Northwave. Un’antologia ragionata di Cristina Palma
Una ricognizione sulla videoarte dei Paesi Nordici. www.silvanaeditoriale.it

SilvanaEditoriale
A Survey of Video Art in Nordic Countries.
25. Giuseppe Di Natale, Scanavino e Jaguer.
€ 21,00 Materiali di ricerca
Il segno poetico e la poetica del segno. Carteggio 1954-1969
biblioteca d’arte contemporanea
Materiali di ricerca
a cura di Enrico Crispolti, Massimo Bignardi
e Luca Quattrocchi

Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici di Siena


Giuseppe Di Natale

Scanavino e Jaguer
Il segno poetico e la poetica del segno
Carteggio 1954-1969

prefazione di
Enrico Crispolti

SilvanaEditoriale
in copertina
Emilio Scanavino, Disegno,
particolare di una lettera datata Genova, 23 luglio 1955
Paris, Archives Édouard Jaguer

Silvana Editoriale Ringraziamenti / Remerciements

Progetto e realizzazione Per condurre a termine questo lavoro mi sono av-


Arti Grafiche Amilcare Pizzi Spa valso nel 2005 di una borsa di studio per viaggi al-
l’estero dell’Accademia Nazionale di San Luca in
Direzione editoriale
Roma.
Dario Cimorelli
Un primo e sincero ringraziamento va all’Archivio
Art director Emilio Scanavino a Milano nella persona di Giorgi-
Giacomo Merli na Graglia Scanavino per la disponibilità dimostra-
ta nel corso della ricerca e per aver reso possibile la
Redazione
pubblicazione di questo libro e a Greta Petese per
Maria Chiara Tulli
aver seguito l’impaginazione.
Chiara Golasseni
Je tiens à remercier Simone Jaguer pour la géné-
Impaginazione rosité et la confiance sans faille qu’elle m’a témoi-
Annamaria Ardizzi gné, pour la chaleur de son accueil et son amitié
que je n’oublierai jamais; les amis Gilles et Pierre
Coordinamento organizzativo
pour leur soutien qui a été indispensable.
Michela Bramati
Ringrazio Enrico Crispolti che ha sin dall’inizio in-
Segreteria di redazione coraggiato con entusiasmo questo filone di ricerca
Sabrina Galasso mettendo a mia disposizione i documenti dell’Ar-
chivio Crispolti Arte Contemporanea a Roma e Ma-
Ufficio iconografico
ria Grazia Messina che ha seguito da vicino lo svi-
Deborah D’Ippolito, Mira Mariani
luppo di questo lavoro con preziosi suggerimenti.
Ufficio stampa Je veux remercier Anne-Marie Diogo pour m’avoir
Lidia Masolini, press@silvanaeditoriale.it aidé dans la relecture des lettres.
Un grand merci à Linda, Luc et la famille Labandji
pour avoir rendu mes séjours parisiens possibles,
Nessuna parte di questo libro faciles et surtout très agréables.
può essere riprodotta o trasmessa
in qualsiasi forma o con qualsiasi Dedico questo lavoro ai miei genitori.
mezzo elettronico, meccanico o altro
senza l’autorizzazione scritta G.D.N.
dei proprietari dei diritti e dell’editore

© Archivio Emilio Scanavino, Milano


e Archivio Édouard Jaguer, Paris,
per fotografie e documentazione
© 2009 Enrico Crispolti e Giuseppe Di Natale
per i testi

L’editore è a disposizione degli eventuali detentori


di diritti che non sia stato possibile rintracciare

© 2009 Silvana Editoriale Spa


Cinisello Balsamo, Milano
Sommario

7 Prefazione Carteggio Scanavino - Jaguer


Enrico Crispolti 1954-1969

13 Introduzione 56 Sequenza del carteggio


Giuseppe Di Natale 58 Carteggio
119 Note al carteggio
I. Preliminari
Antologia
17 Emilio Scanavino. Gli anni genovesi Édouard Jaguer
20 Édouard Jaguer. Prima di Phases
139 Horlogerie d’étincelles, 1955
II. I temi del carteggio 139 Perché “Fasi dell’arte
contemporanea”, 1955
27 L’incontro ad Albisola 142 Che si accetti di perdersi, 1956
e le prime collaborazioni 144 Rimessa in causa, 1956
31 Phases de l’art contemporain 148 La nuit est faite pour ouvrir les portes,
e altre rassegne Ed. Arti Grafiche G. Schenone, Genova 1957
36 “Risonanze segrete”: La nuit est
faite pour ouvrir les portes. Tra
segno poetico e poetica del segno Apparati
39 4 vs Il Gesto. Querelles
42 Una lettera del 1955 come 167 Gli interlocutori
premessa a Alfabeto. Una 167 Emilio Scanavino
partenza internazionale. 170 Édouard Jaguer
46 Le sei di sera. 172 Indice analitico
Scanavino, Wols, Bryen
1. L’abbraccio, 1954, olio su tela, 201 x 111 cm.
Collezione privata
Prefazione
Enrico Crispolti

Sta dunque producendo ulteriori ottimi frutti l’atti- indubbiamente in una continuità evolutiva dialetti-
vazione conoscitiva del patrimonio epistolare con- ca. Per Jaguer erano un’espressione di maturità,
servato nell’Archivio Scanavino, a Milano (agevol- per me di un percorso in atto: dal compiersi della
mente da quando ordinato per iniziativa di Giorgi- formazione immersa soprattutto nella consapevo-
na Graglia Scanavino da Rachele Ferrario). Dopo, lezza della rilevanza storica – e personalmente di-
nella stessa serie “Materiali di ricerca”, quello del- rei d’un effettivo imprinting – dell’Informale (atte-
la medesima Ferrario dedicato al carteggio di Emi- stata in particolare dalla proposta della mostra,
lio con il sottoscritto, ecco infatti – altrettanto op- chiaramente di affermazione di “poetica”, Burri,
portunamente promosso dall’Archivio, e progetta- Morlotti, Vedova, nella Galleria La Salita, a Roma,
to nel quadro dell’attività scientifica della Scuola di nel dicembre 1957), a una prima consistente ma-
Siena – quest’importante volume di Giuseppe Di turazione critica dell’urgenza di oltrepassarne l’u-
Natale dedicato al carteggio con il critico, organiz- nilateralità d’estrema attestazione esistenziale
zatore, poeta e letterato parigino Édouard Jaguer. (come in quella mostra dibattito che è Possibilità
Che è stato (con Michel Tapié e pochi altri), nei pri- di relazione, a L’Attico, sempre a Roma, nella pri-
mi anni cinquanta del secolo scorso, uno dei primi mavera 1960, messa su assieme a Roberto Sane-
protagonisti dell’affermazione dell’Informale in si ed Emilio Tadini, e nell’estate di due anni dopo
Francia, come poi, nei secondi e soprattutto nei Alternative Attuali nel Castello de L’Aquila). Quasi
sessanta e oltre, un’attento supporter critico e or- 60, da metà a buona parte dei secondi anni cin-
ganizzativo di una diramata situazione evolutiva te- quanta, con un balzo infine dal 1959 alla fine dei
sa ormai assai oltre l’ambito della problematica in- sessanta, le missive nel caso dell’interlocuzione di
formale. Una diramata situazione innovativa parte- Scanavino con Jaguer. Quasi 60, con sviluppo lun-
cipata in un’interrotta continuità dialettica, come go la seconda metà dei cinquanta e lungo la prima
del resto era già accaduto rispetto alla precedente dei sessanta, con una ripresa alla fine di questi e
esperienza surrealista, per Jaguer del tutto forma- all’esordio dei sessanta, nel caso del suo dialogo
tiva e basilarmente liberatoria. E c’è da augurarsi con il sottoscritto.
che questo contributo sia la conferma d’un consi- La differenza consisteva appunto nello scarto qua-
stente avvio d’indagini e ricostruzione di rapporti, si (anche se non proprio) generazionale, e natural-
certamente di grande importanza conoscitiva. mente d’esperienza vissuta, fra Jaguer (del 1924,
In termini di quantità la differenza fra questi due attento al Surrealismo già dalla fine degli anni tren-
carteggi scanaviniani finora pubblicati è tutt’altro ta), coetaneo di Scanavino (del 1922), e il sotto-
che cospicua (di neanche una decina di missive), scritto (del 1933, esordito criticamente a metà dei
l’arco temporale interessato è quasi il medesimo, cinquanta). E, fra parentesi, ricordo che Di Natale,
strettamente contiguo di clima e prospettive, la durante la sua esperienza formativa conclusiva,
problematica attraversata largamente affine. Non senese, di ricerca, ha ricostruito anche il carteggio
tanto quest’ultima relativa a questioni d’area infor- fra il critico parigino e me (che corre dal 1959). La
male, in certa misura ormai scontate, quanto del- differenza era dunque quella fra un vissuto critico
l’aggregarsi appunto di nuove aperture immagina- già consistente e di ampia esperienza europea, co-
tive, d’esperienze e intenzioni di possibili pronun- me nel caso dell’interlocutore parigino, che stima
ciamenti oltre ormai quell’area ormai storica, pur subito la autentica ricerca segnica, di riscontro tut-
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to interiore, rivelatorio, di Scanavino; ne apprezza d’attualità, e che è stato un dialogo che ho molto
la originalità personale, confrontandola liberamen- sviluppato nei primi anni sessanta, collaborando in
te persino con esempi ormai già allora storici di più occasioni a “Phases”, introducendovi perso-
aspetti di interiorità lirica informale (addirittura con naggi di grande incidenza propositiva operanti in
proposizioni di Wols, e assieme di Bryen). E che area italiana (caso della nuova figuratività evocati-
perciò cerca di inserirlo entro la situazione d’inci- va visionaria di Vacchi, in particolare). Ce n’è trac-
piente clima dialetticamente postinformale entro cia del resto in certe scelte operate nella composi-
la quale opera come punto di riferimento critico di zione delle grandi mostre internazionali che ho or-
una cospicua area delle nuove ricerche più o me- ganizzate nel Castello de L’Aquila fra 1962 e 1968.
no giovanili affermatesi in Europa, e in Italia (enu- Jaguer insomma un mio interlocutore, appunto sia
merandolo infatti fra i propri interlocutori primari storico (utilissimo dunque), sia d’attualità, fra scor-
assieme a Baj e a Dova, e malgrado attriti e diffi- cio degli anni cinquanta e soprattutto inizio dei ses-
denze in atto fra i medesimi, non senza interferen- santa. Seppure ovviamente non unico, a comin-
ze mercantili, a cominciare dalle pressioni di Carlo ciare – in area parigina – appunto dallo stesso Re-
Cardazzo su Emilio: cfr. pp. 39-42). Cerca di aggre- stany, in un’amicizia di confronto critico che, se –
garlo insomma al diramato “raggruppamento ela- in quel caso – si alimentava su alcune fondamen-
stico” (p. 29) internazionale per sua iniziativa for- tali concordanze di riconoscimenti (come nel caso
matosi attorno alla rivista “Phases” da poco da Ja- di Fautrier), si risolveva anche in dibattito di posi-
guer medesimo creata, e al cui sviluppo, movi- zioni diverse di giudizio entro il fronte che allora
mento e periodico, dedicava tutte le proprie ener- stava portando avanti, quello del Nouveau Réali-
gie, professionalmente non condizionate. La diffe- sme. Per me che entrambe, per ragioni diverse,
renza che insomma correva fra quel maturo vissu- stimavo e dei quali ero amico, si trattava di mette-
to critico e la mia ancor giovanile ricerca d’identità, re in atto un’accortezza notevole di rapporti. Del
proprio inizialmente nell’assunzione convinta e vi- mio interessante dialogo (parigino, romano) con
vamente partecipata appunto dell’estesa proble- Restany non parlavo insomma a Jaguer, che già a
matica informale (di cui ho in breve tentato una pri- Scanavino, nel novembre1957, mostrava di mal
ma ampia proposta di sistemazione). Rispetto alla sopportarne l’attivismo (pp. 106, 108-110). Né con
quale il confronto, per me, andava anzitutto, più Restany parlavo del mio dialogo, appunto storico
esplicitamente, con Tapié, il cui agire critico era an- quanto attuale, con Jaguer. Mentre Tapié si profi-
cora fortemente marcato dal cono prospettico del lava ormai come, in qualche misura, storicizzato e
suo Un art autre, del 1952 (nella forte ascendenza distante.
originaria in particolare dubuffetiana), e persino Ma la differenza mi sembra risulti anche un’altra,
con il giovane Pierre Restany, che ragionava di e consista proprio nella sensibilmente diversa ri-
“astrazione lirica” ma ricercava altri esiti, assai di- spondenza di Scanavino ai preminenti interessi di
versi, d’implicito sguardo sociologico. E soltanto ciascuno dei due peraltro ineguali interlocutori. Il
dopo, seppure poco dopo, e direi soprattutto in se- suo rapporto con Jaguer rientrava infatti in una
de di recupero documentario (come accaduto in prospettiva di contatti europei e nella fattispecie
particolare nei mesi della mia permanenza parigi- naturalmente in area francese, dopo buoni esiti in
na, nell’inverno e primavera 1959), andava a Ja- quella inglese, all’inizio degli anni cinquanta (con i
guer. Che altrimenti sì offriva l’occasione per signi- rapporti con Philip Martin e Paolozzi, in particolare
ficative aperture (e scoperte) su protagonisti stori- indagati dalla Ferrario). Rapporto subito passional-
ci informali europei (da Buchheister a K.O. Götz, a mente motivato, nella scoperta di affinità piutto-
Hérold, per esempio; sino al recupero di precorri- sto profonde di sentire. Per Jaguer il riconosci-
menti significativi come nel caso dell’esperienza mento delle qualità d’ammissibilità di Scanavino
“artificialista” di Štyrský e di Toyen, alla fine degli nel parco degli esponenti di (o almeno confluenti
anni venti, per esempio), ma soprattutto suggeriva in) “Phases” apriva a rapporti impostati sostan-
realtà nuove di ricerca in atto, stimolanti certa- zialmente in una prospettiva di organizzazione par-
mente per una considerazione dialettica di meta- tecipativa alle molteplici iniziative espositive del
bolizzazione storica e superamento dell’esperien- movimento, e alla presenza sul periodico, “Pha-
za informale (come per esempio nel caso di Fahl- ses”, attorno al quale il movimento stesso si era
ström). E direi che in questo senso il mio dialogo costituito e sviluppava la propria attività. Può sor-
con Jaguer si muoveva largamente su un terreno prendere che buona parte del contenuto delle

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missive fra Jaguer e Scanavino sia di ordine prati- resto quanto avvenuto nel mio dialogo con Roma-
co-organizzativo. Che ruoti cioè non attorno a que- gnoni e le nuove prospettive “narrative” della sua
stioni inerenti la ricerca, non linguisticamente e ricerca all’esordio degli anni sessanta, ricostruite
neppure in termini di specifica poetica, bensì pres- da Raffaele Bedarida in un importante volume di
soché soltanto la partecipazione a mostre, e quin- questi medesimi “Materiali di ricerca”.
di ai relativi contatti organizzativi. L’attivismo in Verosimilmente accadeva perché, nel caso di Ja-
qualche misura di taglio menageriale di Jaguer mi guer, Scanavino si trovava di fronte a una situazio-
sembra infatti vi prevalga su un effettivo dialogo ne consistentemente organizzata, con la quale
critico, come se le ragioni di una ricerca nuova non aspirava dunque a dialogare soprattutto in termini
lo riguardassero nello specifico dei casi dell’identi- di ricaduta pragmatica appunto per instaurare ade-
tà di ciascuno degli aderenti o degli aggregati alla guati rapporti in area parigina. E sinceramente sti-
sua iniziativa ma soltanto in una rispondenza all’in- mandolo, sia in qualità immaginativa e testuale di
dirizzo generale caratterizzante l’orientamento di opere che in autenticità umana d’amicizia (fino al
fondo del movimento. Esattamente l’orientamen- possibile assaggio di reale feeling implicito nell’il-
to ben configurato nei tre importanti testi di “poe- lustrazione da parte di Emilio di poesie di Édouard,
tica” di tendenza che Di Natale quanto mai oppor- di occasioni e date diverse, come nel prezioso vo-
tunamente pubblica in appendice al volume (da p. lumetto La nuit est faite pour ouvrir les portes,
139). Persino nella lunghissima lettera di Édouard pubblicato nel 1957 a Genova, da Editrice-Arti gra-
a Emilio in data 5 novembre 1957, molto interes- fiche G. Schenone, di faticata realizzazione edito-
sante per chiarire diversi risvolti di posizione nel di- riale, come attesta il carteggio, e il cui reprint è qui
battito critico parigino rispetto a una situazione pure opportunamente proposto, in appendice, da
d’evoluzione in atto ma ancora fortemente marca- Di Natale), d’altra parte Jaguer considerava Sca-
ta dall’esperienza informale, risulta sostanzial- navino soprattutto come appunto un possibile
mente motivata più in termini di strategia d’area, aderente a “Phases”. Una volta ratificata la sua
di difesa e d’affermazione personale di posizioni, autenticità di matrice e libertà (almeno relativa) di
che non in termini di confronto di intenzioni diffe- comportamenti, ne accettava di per sé i risultati, i
renti di “poetica” (pp. 106, 108-111). prodotti pittorici. Mentre Emilio nel rapporto cer-
Assai diverso in questo senso mi sembra invece il cava in fondo più una possibile testa di ponte pari-
tenore del dialogo critico fra il pittore genovese- gina che non un interlocutore per i propri umori,
milanese e il sottoscritto, nel senso che certa- certezze, dubbi. Nel dialogo Scanavino-Jaguer, qui
mente per me le ragioni del dialogo erano certo attentamente ricostruito e puntualmente annota-
anche di iniziative espositive di supporto alle pro- to da Di Natale, soprattutto insomma si confron-
spettive di ricerca configurate (a cominciare da tano due personalità già sufficientemente mature
progetti saggistici relativi alla rivista leoventuriana e fondate. Mentre nel dialogo epistolare con il sot-
“Commentari” alla fine del 1957 e a quel dittico toscritto, incomparabilmente meno organizzato
espositivo Colore-immagine e Segno e materia, dell’amico parigino nel senso della gestione di ini-
alla Galleria La Medusa, a Roma, l’anno seguente, ziative espositive, meno unitario giacché non
che riguarda il primo consolidarsi del mio rapporto orientato nel senso di un movimento (che direi,
anche con Fontana come anche con Vacchi, per nel caso di “Phases” poteva apparire effettiva-
esempio). Tuttavia nel carteggio con il sottoscritto mente “organizzato”), ciò che prevale, accanto ad
non è difficile rintracciare passaggi certamente occasionali prospettive di lavoro (fra editoriali e
ben più frequenti che non in quello jagueriano (ove espositive), mi sembra sia una notevolmente ri-
in verità risultano molto rari) relativi specificamen- corrente riflessione relativa all’ambito della ricerca
te a questioni di ricerca, e proprio quanto al nodo (come appunto nel caso del dialogo con Roma-
di un riconoscimento informale ormai sostanzial- gnoni, che mi ha confidato epistolarmente alcune
mente retrospettivo e personali motivazioni e pro- delle sue più acute riflessioni di “poetica”). Ricer-
spettive di ricerca certamente di sguardo ulterio- ca che, nel caso di Scanavino, andava dalla matu-
re. Con un’implicazione insomma, nel dialogo epi- razione evolutiva del segno come testimonianza
stolare, sostanzialmente altrettanto intenso, del li- epifanica psichica a una costituzione segnico-for-
vello genetico del linguaggio, piuttosto che soltan- male e cromatica simbolica, che è il percorso evo-
to della gestione dei suoi risultati propositivi (cioè lutivo della sua ricerca fra secondi anni cinquanta
questioni di partecipazione espositiva). Che è del e sessanta. E, nel caso del sottoscritto, ricono-

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sciuto il valore delle esperienze segnico-gestuali prio questo il suo ruolo nella cultura critica infor-
dell’affermazione di Scanavino fra le forze nuove male francese, fra scorcio degli anni quaranta e ini-
della pittura italiana ed europea, si apriva al trava- zio dei cinquanta, rispetto anzitutto al radicalismo,
glio di chiarimento e di affermazione – anche na- meno problematico seppure non perciò meno ric-
turalmente in termini di strategia espositiva – di co di feconde triangolazioni, di un Tapié.
formulazioni nuove al di là (ma dialetticamente: e Dunque, ricostruendo un momento importante
non nei termini semplicistici del voltar pagina del- del rapporto di Jaguer con la situazione di ricerca in
l’arte detta “cinetica” prosperata anche in Italia area italiana, alla quale è stato peraltro attento for-
negli anni sessanta, qui con l’autorevole ma sem- se come non altri, da Parigi, e comunque ben po-
plicistico avallo di Argan) appunto dell’unilateralità chi altri europei, Di Natale ci propone di fatto un im-
problematica della testimonianza informale, e in- portante contributo per un approfondimento non
vece orientata a tessere nuove relazioni, a coin- soltanto della consistenza, articolazione e direi per-
volgere nuove evocazioni visionarie (come nell’e- sino metodologia della militanza critica jagueriana,
spressionismo figurale di Fieschi e di Vacchi). ma certamente appunto dell’identità e consisten-
Tutto ciò può spiegare perché, se dal carteggio za del dibattito critico parigino negli anni cinquanta.
con il sottoscritto (a parte la sua acribia d’impegno E naturalmente al tempo stesso un contributo im-
fattuale ed elaborativo) emerga soprattutto illumi- portante per una ricomposizione storica del profilo
nata la personalità di Scanavino, le sue inquietudi- complessivo della personalità di un critico, poeta e
ni, in certa misura i suoi umori (anche attraverso letterato, sul cui lavoro sta peraltro doverosamen-
l’attenta e ampia ricostruzione in particolare della te tornando l’attenzione, dopo un oblio crescente
sua formazione operata nel saggio introduttivo nel corso della seconda metà del XX secolo (a fa-
della Ferrario), da questo carteggio direi emerga vore del più clamoroso passaggio di consegne di
invece soprattutto configurata la personalità di Ja- protagonismo critico fra Tapié e il più giovane Re-
guer. Sia nel suo organizzato attivismo affermativo stany, o un Alain Jouffroy). Ne sono testimonianza
espositivo, nell’insistenza delle sue richieste epi- non soltanto le pagine della Conversation con Ar-
stolari e proposte collaborative; sia nelle impor- lan (2000), ma in particolare il consistente ricono-
tanti pagine attraverso le quali Di Natale ne rico- scimento al lavoro critico di Jaguer nelle recenti ri-
struisce la formazione d’originario imprinting di letture dell’esperienza del gruppo attorno a “Co-
cultura surrealista, quanto soprattutto l’intensissi- bra”, come accaduto fra la grossa monografia di
ma vicenda della sua maturità fra “Surréalisme Willemijn Stokvis (Cobra. La conquête de la spon-
Révolutionnaire” e “Rixes” eccetera, fra i prece- tanéité, Editions Gallimard, Paris 2001) e il catalo-
denti del grande assembramento nordeuropeo at- go della mostra Cobra & Co, che ha avuto luogo
torno a “Cobra”, danese, belga, olandese, ma con nei Musées Royaux des Beaux-Arts de Belgique,
forte aggancio parigino e diramazioni svedesi e te- a Bruxelles, fra 2008 e 2009. D’altra parte, pur nel-
desche (pp. 20-23). In questo senso Di Natale ri- la sua rilevante consistenza, quanto questo volu-
prende il filo di un mio iniziale discorso di configu- me offre non è che una sezione di uno scenario più
razione di tale situazione sviluppato nel primo vo- ampio d’indagine che Di Natale sta da anni affron-
lume di L’Informale. Storia e poetica (Carucci, As- tando relativamente alla ricostruzione complessiva
sisi-Roma 1971), ma lo approfondisce e ulterior- dei molteplici ed estesi rapporti fra Jaguer e l’Italia
mente motiva. Così che le sue pagine introduttive (finora altrimenti indagati soltanto relativamente al
al profilo critico di Jaguer mi sembra rappresenti- rapporto con Baj). Il suo è un percorso di ricerca
no un importante contributo alla conoscenza di un che muove dall’ambito dell’attività svolta entro la
nodo fondamentale della costituzione evolutiva Scuola di Specializzazione in Storia dell’Arte del-
dell’esperienza informale nordeuropea sul ceppo l’Università di Siena (oggi trasformata in Scuola di
d’una cultura surrealista criticamente partecipata, Specializzazione in Beni Storico Artistici), e si sta
e di confluenze di linguaggio di matrice liberatoria sviluppando nel suo successivo dottorato di ricer-
espressionista. Costituzione nordica entro la qua- ca fiorentino, come specifico oggetto d’indagine.
le spetta proprio soprattutto a Jaguer d’aver intro- E, come queste pagine ben dimostrano, mi sem-
dotto una rilevante interlocuzione parigina; rilevan- bra sia compito perseguito con indubbia qualità fi-
te per chiarezza d’orientamento e consistenza di lologica, puntualità d’informazione (acquisita sul
motivazioni, costanza di iniziativa e consapevolez- campo attraverso lunghe frequentazioni parigine
za di prospettive. Ed è stato verosimilmente pro- ma in particolare un intenso rapporto che è riusci-

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to ad avere con Jaguer stesso e con Simone), e missiva archivisticamente andata smarrita). Che
certamente intelligenza storico-critica. Compo- sono poi anche gli anni ai quali si riferiscono i testi
nenti che hanno permesso l’originalità e consi- di “poetica” da Di Natale qui ripubblicati (da p.
stenza dei risultati di questo importante contributo 139), fondamentali per chiarire le motivazioni del-
alla storia della critica d’arte in Francia negli anni l’orientamento di ricerca critica di Jaguer. Quali
cinquanta, oltre che a un capitolo dei rapporti arti- quello apparso sul n. 2 di “Phases”, nel 1955, Per-
stici e critici fra i due paesi appunto a metà del se- ché “Fasi dell’arte contemporanea”, e poi Che si
colo scorso. Ma anche certamente apporti all’in- accetti di perdersi, contenuto nel catalogo della
telligenza dell’esperienza cruciale di maturità di mostra 44, nella Galleria San Matteo, a Genova,
Scanavino negli anni cinquanta: come nel caso del- 16-24 maggio 1956, e Rimessa in causa pubblica-
le puntuali indicazioni di Di Natale sulla prensile to in “Phases”, n. 3, 1956. Ai quali opportuna-
proficua attenzione del giovane genovese rispetto mente l’autore allega la raccolta poetica antologica
a una congiuntura di interesse in Europa, a metà La nuit est faite pour ouvrir les portes, infine ap-
degli anni cinquanta, per gli esiti più liberi della cal- parso nel 1957, che ha rappresentato forse l’occa-
ligrafia giapponese, e proprio attraverso le pagine sione cruciale d’una simpatia profonda fra parola
di “Phases” (pp. 42-45). del critico, poeta e letterato francese e libera grafia
Quanto al profilo di Jaguer che viene da queste pa- del pittore genovese. E torno a dire che la chiarez-
gine, risulta tipicamente quello di una tipologia di za dell’orientamento di “poetica” dato al movi-
critico “militante”, ben usuale peraltro in Francia, mento, e l’organizzazione di questo in funzione del-
soprattutto attraverso poeti e letterati, quantome- le motivazioni che lo animano, nel profilo critico di
no, per sommi capi, da Diderot a Baudelaire, ad Jaguer, forse prevalgono sulla capacità dell’analisi
Apollinaire. Vale a dire di un critico, per un aspetto, critica impregiudicata, fattualmente concreta, caso
dotato d’intelligenza conoscitiva e analitica, curio- per caso. Di qui dunque si potrebbe comprendere
so, dialogico, attento al divenire fattuale dell’arte; anche la drasticità di certe sue contrapposizioni e
per un altro aspetto, di un riconnettitore di situa- condanne, che più che sproporzionate appaiono
zioni, di pronunciata capacità organizzativa, nella subito semplicistamente pregiudiziali (come quan-
consapevolezza d’una teleologia di tendenza; del do si legge di Yves Klein preso per un farceur, in-
tutto libero da convenzioni e convenienze di mer- somma fra il burlone e il commediante: p. 108).
cato (cfr. per esempio p. 109), disponibile a consi- Concludo che da un volume come questo esce an-
derazioni aperte sul terreno della ricerca, pur se cora una volta sapientemente confermata la rile-
sempre orientato da convinzioni profonde (persino vanza e particolarità dei carteggi fra quelli che a
con un certo moralismo, sicuramente di remota suo tempo ho chiamato “documenti indiretti”, ri-
ascendenza surrealista). Non dirigistico, tuttavia, spetto all’immediatezza delle opere, i “documenti
non protagonistico al di là delle effettive emergen- diretti”, per la ricostruzione della personalità di un
ze della ricerca in campo. Disponibile a un interna- artista (ma, come ben si vede, anche di un critico).
zionalismo non aprioristico ma spontaneo, rilevabi- Lo puntualizzavo più d’una decina d’anni fa, pro-
le soltanto attraverso la trama di rapporti reali. prio in considerazioni metodologiche nate dall’e-
Complessivamente il profilo che ne viene è quello sperienza d’impegno formativo sviluppato nella
d’un critico come operatore culturale attivo, creati- Scuola senese (cfr. Come studiare l’arte contem-
vo non soltanto attraverso le proprie formulazioni poranea, Donzelli, Roma 20053). Rilevanza e parti-
ma appunto anche la fattualità del proprio operare colarità, come mi è capitato di ripetere in più occa-
organizzativo. Non dunque semplicemente rifles- sioni in questi ultimi anni, in ragione della specifica
sivo rispetto alle situazioni in atto, ma selettivo. Co- capacità testimoniale che i carteggi possiedono
me risulta essere stato particolarmente negli anni nel precipuo senso di cogliere, come certamente
più intensi e cruciali del carteggio che corrono ap- nessun altro testo (direi persino in certa misura più
punto fra 1955 e 1957 (con un avvio nel 1954, l’an- del diario, molto spesso mediato), l’accadere di
no stesso in cui vede la luce il primo fascicolo di eventi, il manifestarsi di situazioni, il pronunciarsi di
“Phases”, e con una dissolvenza fra 1958 e lo sensazioni, sentimenti, idee, progetti, attestati in
scarso 1959, per poi ritrovarsi appunto dieci anni una loro particolare immediatezza e fragranza. Co-
dopo, in una breve ripresa: anche se non si direb- me generalmente appunto non altrove, in altri do-
be che verosimilmente, rispetto in particolare a cumenti “indiretti”, testuali dell’autore oggetto di
questo finale, il carteggio non sia privo di qualche ricerca storico-critica.

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2. Nascenza n. 2, 1954, olio su carta intelaiata, 100 x 70 cm.
Collezione privata
Introduzione
Giuseppe Di Natale

Alla memoria di Simone Jaguer

L’interesse per Édouard Jaguer e per l’attività glia Scanavino che sin da subito dimostrava
del movimento Phases è iniziato sin dai primi grande interesse per questo filone di ricerca,
mesi di frequentazione della Scuola di Spe- dandomi la possibilità di consultare i preziosi
cializzazione in Storia dell’Arte dell’Università documenti che lei stessa gestisce con impe-
di Siena nel 2004, quando, inseguendo un fi- gno e lavoro quotidiano. Nasceva così la rico-
lone di ricerca più ampio – peraltro già avviato struzione di questo carteggio che va a inserir-
in sede di tesi di laurea e che riguardava i rap- si in uno studio più ampio, iniziato con una te-
porti tra Italia e Francia nel XX secolo – mi im- si di Diploma di Specializzazione sulla collabo-
battevo nella lista di argomenti che Enrico Cri- razione tra Jaguer e Crispolti, e che prosegue
spolti proponeva dal consistente fondo del in un dottorato di ricerca all’Università di Fi-
suo Archivio di Arte Contemporanea in via di renze sul tema più ampio di Édouard Jaguer,
Ripetta a Roma. Poco tempo dopo, scrivevo Phases e l’Italia.
direttamente a Jaguer informandolo dell’inte- L’epistolario qui raccolto, che copre un arco
resse per la sua storia personale e per quella diacronico di cinque anni, dal 1954 al 1959,
di Phases, ricevendo una risposta immediata. con una ripresa successiva sul finire degli an-
La lettera iniziava così: “La recommandation ni sessanta, offre tutti gli spunti per ricostrui-
de mon vieil ami Enrico Crispolti est le meil- re la collaborazione tra due personalità così
leur des Sésames pour vous ouvrir ma porte diverse eppure in sintonia nella seconda me-
et celle de nos souvenirs”. Ci saremmo visti tà degli anni cinquanta, facendo emergere un
di lì a pochi mesi nella sua abitazione di Pari- ritratto inedito dei protagonisti, entrambi im-
gi. A partire dall’estate del 2004, e per i due pegnati nell’elaborazione di una propria poe-
anni che sono seguiti fino alla sua scomparsa tica: da una parte un giovane Scanavino alla
avvenuta a Parigi nel maggio del 2006, il rap- ricerca di stimoli nella cultura artistica d’ol-
porto con Édouard Jaguer e con sua moglie tralpe e di un riscontro della propria pittura al-
Simone ha seguito un’evoluzione in crescen- l’estero, dall’altra la figura di Édouard Jaguer,
do. Con generosità e disponibilità da parte di poeta e critico d’arte, attento osservatore
entrambi il periodo d’intenso lavoro e d’ami- dell’avanguardia europea, impegnato nell’e-
cizia ha rappresentato un momento d’impor- laborazione di un progetto dall’ambizione “in-
tante verifica e ricerca, supportato dallo stu- ternazionalista” come il movimento Phases,
dio di ricchi materiali d’archivio a cui ho af- legato all’omonima rivista e fondato a Parigi
fiancato un’indagine storica e personale del- nel 1952. Grazie alla pubblicazione di questo
l’attività di Jaguer come poeta, critico e intel- carteggio, finora inedito, è possibile ripercor-
lettuale. Jaguer mi parlava del suo incontro rere non solo la dinamica delle collaborazioni
con Emilio Scanavino, di come aveva seguito intercorse tra i due, come ad esempio la par-
l’evolversi della sua pittura e al mio ritorno in tecipazione di Scanavino alle mostre Phases
Italia, in settembre, mi recavo a Milano nel- o l’organizzazione della mostra 44. Collettiva
l’Archivio Scanavino accolto da Giorgina Gra- di artisti spaziali – nata in polemica con la co-

13
eva esposizione Il Gesto promossa dal Movi- sione di una soggettività sempre vagliata e
mento Arte Nucleare di Enrico Baj –, ma si meditata tanto sui risultati formali che sulle
precisano da una parte le modalità di orga- questioni di poetica. Attraverso gli scritti, a
nizzazione delle mostre, spesso allestite con volte dal carattere diaristico altre volte lirici
pochi fondi e frutto dell’impegno a tutto cam- ma sempre riflessivi e introspettivi, Scanavi-
po degli stessi artisti, dall’altra le oscillazioni no chiarisce le proprie intenzioni, affina la sua
del mercato dettato da regole economiche ricerca, risolvendo molte delle preoccupazio-
imposte dalle gallerie, arrivando, inoltre, a ri- ni che animano quotidianamente il suo lavoro.
scoprire un’intricata “geografia” fatta di pic- In un periodo come quello che precede la ma-
cole riviste, gruppi e movimenti europei ed turità, l’artista dimostra di essere aggiornato
extraeuropei in serrato dialogo con la cultura su molti di quegli aspetti delle coeve ricerche
artistica italiana. internazionali e l’amicizia con Jaguer e con il
Frutto di questa collaborazione è anche la pre- suo entourage sembra incoraggiarlo verso un
ziosa raccolta La nuit est faite pour ouvrir les ulteriore rinnovamento del suo linguaggio.
portes – riproposta integralmente in appendi- Lo studio di un carteggio comporta sempre
ce –, che presenta sei poesie di Jaguer af- delle problematiche, che vanno da quelle d’or-
fiancate da altrettante litografie di Scanavino, dine tecnico a quelle più specificamente con-
quale primo esempio di un dialogo sempre vi- tenutistiche, soprattutto quando si tratta di un
vo tra pittura e poesia che seguirà il percorso epistolario come questo qui pubblicato che
dell’artista lungo tutto il corso della sua attivi- propone al lettore un doppio registro linguisti-
tà con la passione per Eugenio Montale, co, l’italiano e il francese. Per quanto concerne
Dylan Thomas, Jean-Paul Sartre, Eduardo le considerazioni di tipo tecnico, le lettere, la lo-
Sanguineti fino ad Alain Jouffroy, con il quale ro trascrizione, il loro valore testimoniale lega-
Scanavino pubblicherà nel 1962 il libello La to non solo alla progettualità degli eventi (orga-
Question S. nizzazione di mostre, realizzazione di un libro
Lavorare alla ricostruzione storico-critica di eccetera) ma soprattutto il loro esistere in
quest’amicizia ha costituto, inoltre, l’occasio- quanto prova concreta di un preciso momento
ne per una lettura degli anni giovanili dell’arti- storico e quasi sempre specchio di un partico-
sta, quando Scanavino muoveva i primi passi lare stato d’animo dello scrivente, necessitano
in una città, Genova, legata a un gusto figura- una riflessione a parte. Si è scelto, infatti, di
tivo tardo-ottocentesco, ma che iniziava a es- non correggere né tradurre il francese con la
sere un vivace centro di dibattito aperto alle volontà di restituire al lettore la flagranza delle
nuove ricerche. Dalle lettere si ricavano noti- fonti così come si sono presentate nel corso
zie dettagliate che fanno nuova luce sui dati del ritrovamento e della loro trascrizione, pro-
biografici e sul carattere e le personalità degli prio per porre l’accento e mantenere intatta
scriventi, evidenziando, ad esempio, la forte quell’urgenza comunicativa che univa i corri-
carica emotiva con cui l’artista affrontava il spondenti. Vanno immaginati, infatti, Scanavi-
pubblico milanese in occasione della prima no e Jaguer, ignari uno della lingua dell’altro, in-
personale nella Galleria del Naviglio nel feb- torno a un tavolo a tradurre, grazie all’aiuto di
braio 1955, periodo nel quale il suo linguaggio qualche amico o di un vocabolario, lettere a
subiva un’importante svolta in chiave materi- volte di semplice saluto altre volte di operativa
ca. Dal carteggio sono emerse anche infor- e complessa organizzazione. Altra scelta che
mazioni utili sulle opere che Scanavino ha rea- potrebbe andare a scapito della fluidità della
lizzato per le mostre Phases, grazie alle quali lettura delle epistole è stata quella di mante-
è stato possibile proporre un’identificazione, nere intatte le correzioni autografe che, insie-
incrociando i dati con quelli presenti nel cata- me alle cancellature, permettono di restituire
logo generale edito nel 2000 da Electa. la concezione di un testo coinvolgendo il letto-
L’idea del libro è maturata anche attraverso il re in una situazione di empatia creativa. Que-
desiderio di ascoltare la voce del pittore, di in- sto perché sia i manoscritti che i dattiloscritti
tessere un dialogo con i suoi scritti, espres- sono oggetti d’interesse specifico, e non van-

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no per questo intesi necessariamente come sto per una verifica creativa. È ciò che accade
una tappa verso la perfezione, bensì come ma- nel caso dell’epistola datata 23 luglio 1955
nifestazione di un lavoro stesso sulla scrittura (cfr. Carteggio, lettera n. 21), che è stata letta
nel suo compiersi, come testimonianza di una come supporto di sperimentazione visuale e
fattualità in progress. Nel caso di Jaguer, che manifestazione di un momento cruciale nel-
aveva un gran numero di corrispondenti, scri- l’attività artistica di Scanavino, il quale sembra
vere significava spesso abbozzare delle lettere testare, proprio grazie all’occasione comuni-
che era poi compito di sua moglie Simone bat- cativa, un linguaggio formale, una sintassi,
tere a macchina. E questo avveniva anche a un’ortografia pittorica ancora in fase di gesta-
Scanavino, che affidava spesso a Giorgina la zione e che negli anni successivi si tradurrà in
sua corrispondenza. una cifra stilistica peculiare più volte ripetuta
Ma una lettera può anche diventare il prete- seppur con esiti sempre rinnovati.

3. Pietra tombale, 1955, gesso, esemplare unico,


42 x 62 cm. Genova, Collezione privata

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4. Giorgina ed Emilio Scanavino, Genova, 1940.
Milano, Archivio Fotografico Emilio Scanavino
I. Preliminari

Emilio Scanavino. Gli anni genovesi e di gusti legati a una tradizione locale di ma-
trice tardo-ottocentesca, ma che tra la fine de-
Dell’infanzia di Scanavino scriveva Guido Bal- gli anni quaranta e l’inizio dei cinquanta inizia
lo: “Mi parlava un giorno della sua fanciullez- ad aprirsi alle nuove ricerche astratte3, non
za, isolato e chiuso su una terrazza alta, nei senza difficoltà oggettive legate al mercato.
meriggi di Genova: e del bisogno di fuga, del- Come testimoniato da Rinaldo Rotta4, infatti,
l’ansia di possibilità incombenti, della solitudi- importante gallerista genovese, “il collezioni-
ne di uno spazio che si induriva; di là, in altre smo locale sul contemporaneo si forma con
piazze, le grida dei ragazzi liberi, e tutto quel grande fatica […] in quanto il mercato geno-
cielo oscuro, a un tratto, nello scontro di mi- vese è stretto, le vendite difficili. Il collezioni-
nuti esseri sul muro grigio”1. A Genova, tra il sta genovese di allora (e fino a tutti i Cinquan-
1934 e il 1937, Scanavino è impegnato, peral- ta) può essere riassunto in tre aggettivi: scar-
tro molto mal volentieri, nella scuola magistra- so, figurativo, clandestino. I pochi che acqui-
le. Il rendimento è scarso, probabilmente per- stano non sono in genere competenti, si affi-
ché egli sente che quella che sta percorrendo dano ai consigli di mio padre. Con il tempo si
non è la sua strada, ma nel 1938 arriva la svol- forma un significativo patrimonio di opere no-
ta: i genitori lo iscrivono al Liceo Artistico “Ni- vecentesche. Queste raccolte hanno una pe-
colò Barabino” di Genova, che gli offre i mez- culiarità: sono inabissate nelle case; i genove-
zi e gli stimoli necessari per esprimere a pieno si non mandano i quadri da nessuna parte;
la sua inclinazione artistica. Qui il giovane arti- hanno paura di esporsi […]”5.
sta inizia a nutrire i suoi pensieri con la filoso- Nel 1942, alla sua prima personale presso il
fia e la letteratura grazie ai consigli di Mario Salone di Esposizione Romano, importante
Calonghi, professore di matematica, che ri- galleria situata nell’allora piazza Colombo e di-
esce a incuriosirlo e a guidarlo alla lettura di retta da Euro Romano con la collaborazione
Jean-Paul Sartre e di Søren Kierkegaard, en- del pittore Alfredo Ubaldo Gargani, già catte-
trambi fondamentali per la sua formazione. dratico di pittura al Liceo Artistico “Nicolò Ba-
L’esperienza al liceo artistico è per Emilio non rabino”, Scanavino espone un nutrito gruppo
solo importante dal punto di vista dell’indirizzo di opere realizzate quello stesso anno e legate
che intraprende. Tra i banchi di scuola, infatti, a una tradizione figurativa ancora accademica
conosce Giorgina Graglia, che nel 1946 diven- ma in cui già si delineano alcuni dei temi, co-
terà sua moglie, inseparabile compagna di vi- me quello della religiosità – influenzato dagli
ta e di lavoro (fig. 4). Le notizie sull’attività gio- insegnamenti del padre, seguace della teoso-
vanile dell’artista ligure sono scarse fino agli fia – che saranno peculiari nella ricerca degli
inizi degli anni cinquanta e altrettanto scarso il anni successivi. È molto probabile che sia sta-
corpus di opere riferibili al periodo della sua to lo stesso Gargani, il quale aveva molta in-
formazione2. È tuttavia possibile seguire l’iter fluenza sulle scelte di Romano, a promuovere
formativo e d’interesse dell’artista in una città, la personale del giovane artista. Dopo questa
Genova, giudicata, spesso a torto, provinciale prima sortita in pubblico, terminato l’iter acca-

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demico, Scanavino si iscrive alla Facoltà di Ar- sta svilupperà negli anni della maturità. Ulte-
chitettura dell’Università di Milano, senza ave- riore passo verso un’evoluzione in senso
re tuttavia l’opportunità di proseguire gli studi. astratto della sua ricerca è il soggiorno parigi-
La seconda guerra mondiale è infatti alle por- no che l’artista compie nel 1947, quando entra
te e il giovane è chiamato a prestare servizio in contatto con quelle sollecitazioni d’oltralpe
nell’esercito italiano. Abbandonate quasi im- che lo porteranno tra il 1950 e il 1951 alla rea-
mediatamente le armi, Scanavino si rifugia sui lizzazione di opere nelle quali il richiamo ai Jeu-
monti della Liguria dove rimane nascosto fino nes peintres de la tradition française è eviden-
alla fine del conflitto: le poche opere riferibili a te: il formalismo analitico di Jean Bazaine e Al-
questo periodo risentono dell’angoscia e del fred Manessier, soprattutto. Nell’immediato,
dolore del periodo vissuto in clandestinità. Ter- però, Scanavino non riporta sulla tela tali ag-
minata la guerra, Scanavino continua a dipin- giornamenti bensì li lascia inespressi a sedi-
gere tele figurative, iniziando a frequentare ar- mentare, in modo che essi siano il frutto di
tisti come Giannetto Fieschi, Giovanni Gover- una meditazione personale e non il risultato di
nato e Rocco Borrella del Gruppo della Casa- una semplice trasposizione. Rientrato a Geno-
na, e mostrando interesse anche per quel- va, inizia a frequentare la Galleria L’Isola, già
l’ambiente genovese meno ufficiale che co- Galleria Genova, che sul finire degli anni tren-
minciava ad aprirsi alle discussioni sulle nuove ta aveva esposto artisti come Filippo de Pisis,
ricerche nel tentativo di trovare una via d’usci- Carlo Levi, Aligi Sassu, Mario Mafai e Anto-
ta dall’eredità novecentista all’epoca ancora nietta Raphaël e frequentata anche da Camil-
molto presente. In Scanavino il passaggio dal- lo Sbarbaro, Sandro Cherchi, Giannetto Fie-
l’arte figurativa verso risultati via via sempre schi e Giovanni Novaresio. La galleria, diretta
più astratti avviene gradualmente e in manie- da Stefano Cairola e finanziata da un gruppo di
ra molto meditata, frutto di tentativi nel corso facoltosi genovesi, dà spazio ai giovani, so-
dei quali il soggetto è scomposto e semplifi- prattutto dopo che Cherchi e Novaresio assu-
cato alla maniera neocubista, come nel caso di mono la direzione artistica “dando vita ad uno
Concerto (Sonatori) (fig. 5). Ci vorranno anco- spazio ‘aperto’ che consente agli artisti di col-
ra degli anni prima che l’artista impari a de- locarsi in una situazione di contestazione ri-
cantare il dato naturale, a ricercare i soggetti spetto al mondo corrente in cui vivevano e
nel proprio io e a capire che l’atto del dipinge- quindi di poter reclamare il proprio diritto ad
re è “una preghiera [e] non si fanno segni se essere espressivamente liberi”8. Nel marzo
non sono essi a farsi, non si creano immagini 1948 Scanavino organizzerà la sua seconda
se non sono immagini loro stessi”6. In questo personale proprio negli spazi dell’Isola e sarà
periodo, quando Scanavino lavora in via della l’amico Enrico Ribulsi, attore e sceneggiatore,
Ferrovia a Casella, la sua pittura è caratterizza- a scrivere la presentazione per la mostra. La
ta da continue ricerche e dubbi, scaturiti mol- galleria, infatti, ospita eventi teatrali e letterari
to probabilmente dalla momentanea irraggiun- ed è frequentata, oltre che da attori e musici-
gibilità di quei traguardi ambiziosi che si è pre- sti, anche da alcuni tra i galleristi più in vista in
fissato di conquistare. Il lavoro viene prima quegli anni tra cui Carlo Cardazzo9 e il torinese
d’ogni altra cosa: “Bisogna che crei un tutto Bosco, che visitano il capoluogo ligure alla ri-
con me stesso e il mio studio. […] Il silenzio cerca di nuovi talenti. Un altro centro d’impor-
del mio studio a quest’ora è meraviglioso, gli tante divulgazione delle nuove ricerche del-
occhi del piccolo gatto mi guardano, ogni tan- l’arte contemporanea è la Galleria Rotta, con
to miagola debolmente, è nero come il carbo- sede in via XX Settembre, gestita da Rinaldo
ne, sembra un’ombra anch’egli tra le ombre Rotta10. È qui che si tengono le Mostre regio-
del mio studio. Così voglio essere degno di lo- nali d’arte, che hanno il merito di dare ampio
ro. Giuro che lo sarò”7. E già fa capolino quel spazio ai giovani artisti: dal 1947 al 1951, Sca-
nero che si materializzerà nel segno aggrovi- navino partecipa a tutte le edizioni, fatta esclu-
gliato e nelle sue ombre, nel traliccio e in quel- sione per quella del 1948, ricevendo, alla quin-
l’alfabeto dell’universo scanaviniano che l’arti- ta edizione, il Premio della Giuria. Anche la

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Galleria San Matteo, in piazza San Matteo, se-
de dell’Unione Cattolica Artisti Italiani, dimo-
stra, grazie al suo direttore, don Natale Serra,
notevole apertura verso le ricerche sperimen-
tali contemporanee; in particolare, qui Scana-
vino esporrà alcune ceramiche nell’estate del
1953, un nucleo di disegni all’inizio del 1954 e
organizzerà con Jaguer la mostra 44. Colletti-
va di artisti spaziali nel 1956. In questi anni,
dunque, Genova è un vivace centro culturale
che reagisce, nonostante le difficoltà, all’o-
stracismo di quanti continuavano a promuo-
vere un gusto tardo-ottocentesco e novecen-
tista11.
A partire dal 1950, la frequentazione del forno
di Tullio Mazzotti ad Albisola, il lavoro sulla ce-
ramica e l’incontro con artisti come Lucio
Fontana e Matta contribuiscono all’elabora-
zione di un linguaggio più marcatamente se-
gnico non solo nella scultura, ma anche, in
parallelo, nella pittura. Quella alle dipendenze
di Mazzotti prima, e alla frequentazione del
forno poi, è un’esperienza cruciale per Scana-
5. Concerto (Sonatori), 1948, olio su tela.
vino. Albisola e le sue mostre contribuiscono Losanna, Collezione privata
ad aumentare la notorietà del giovane artista
nell’ambiente delle gallerie non solo liguri, su-
scitando l’interesse di Carlo Cardazzo, con il con la pittura di Francis Bacon e Graham Su-
quale Scanavino entrerà in rapporto proprio therland16 che costituiranno un’evoluzione ver-
grazie a Tullio Mazzotti12. A Genova, a inco- so ambiti immaginativi nuovi. Genova e la Li-
raggiare la scelta della nuova generazione guria si apriranno, inoltre, proprio a partire dagli
verso ambiti non-figurativi sono anche le fre- inizi degli anni cinquanta, anche a manifesta-
quentazioni di quanti, in quegli anni, promuo- zioni di grande interesse internazionale, quali
vevano tali percorsi d’avanguardia sull’intero ad esempio le mostre di Bordighera17, ideate
territorio nazionale. Erano spesso a Genova da Giuseppe Balbo nel 1952 come premio per
Giuseppe Marchiori e Francesco Arcangeli, i pittori americani residenti in Europa; in parti-
ad esempio, così come Atanasio Soldati e lo colare, l’edizione del 1953, presenta opere di
stesso Fontana. Anche Fiamma Vigo, direttri- Arshile Gorky, Robert Motherwell, Jackson
ce della rivista “Numero”13 e promotrice di un Pollock, Man Ray, Marc Rothko, Clifford Still,
ampio circuito espositivo aperto a ricerche oltre che un nutrito gruppo di opere prove-
d’avanguardia internazionali, frequenta la cit- nienti dal Museum of Non-Objective Painting,
tà. Già in contatto con gli artisti del gruppo Co- più tardi un nucleo importante del museo Gug-
bra, Fiamma Vigo nota quasi immediatamen- genheim di New York. Ma vi è anche il Premio
te Scanavino. Nel gennaio 1951, tra l’altro, la del Golfo18, nato nel 1949 come emanazione
rivista fiorentina pubblica un questionario14 ri- del precedente promosso nel 1933 da Filippo
volto a quattro artisti genovesi allora emer- Tommaso Marinetti, con le sue edizioni tra Le-
genti, tra cui vi è lo stesso Scanavino, inau- rici e La Spezia, e che sarà un appuntamento
gurando una breve ma significativa collabora- artistico nazionale di grande rilievo, di aggior-
zione che si tradurrà in alcune occasioni espo- namento e confronto per i giovani artisti sulle
sitive e recensioni15. ricerche astratte e figurative soprattutto nazio-
E dopo ci sarà l’esperienza a Londra, l’incontro nali. Scanavino partecipa all’edizione del 195219

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svolta a Lerici, a cui sono presenti tra gli altri ganizzata sempre a Parigi all’inizio del 1939, è
Renato Birolli, Enrico Prampolini, Giuseppe una nuova occasione per ammirare un folto
Santomaso ed Ettore Sottsass Jr, che due an- gruppo di surrealisti come Victor Brauner,
ni dopo recensirà l’amico genovese sulla rivi- Óscar Domínguez, Esteban Francés, lo stesso
sta “Domus”20. Jacques Hérold, André Masson, Matta, Gor-
don Onslow-Ford, Wolfgang Paalen, Reme-
dios Varo, Kurt Seligmann, Yves Tanguy e
Édouard Jaguer. Prima di Phases Raoul Ubac, tutti artisti a cui Breton dedicherà
il celebre articolo Des tendances les plus ré-
Nato a Parigi l’8 agosto del 1924 da una fami- centes de la peinture surréaliste22.
glia borghese, Édouard Jaguer scopre preco- Gli anni difficili dell’occupazione di Parigi, a par-
cemente l’arte astratta e il surrealismo, quan- tire dalla metà del 1940, sono per Édouard l’i-
do, nel 1937, visita l’Exposition Internationale nizio di una prolifica attività artistica e poetica.
des Arts et Techniques dans la Vie Moderne a Comincia, da autodidatta, a lavorare a opere di
Parigi. Qui rimane particolarmente affascinato piccolissimo formato, poco più grandi di un
dal padiglione della Cecoslovacchia, che quel- francobollo, e a scrivere i suoi primi poemi nel
l’anno presenta opere, tra gli altri, di František retrobottega del negozio, di nascosto dalla ma-
Kupka, Toyen e Jindřich Štyrský. Del padiglio- dre che ritiene tali occupazioni delle superflue
ne spagnolo, sono le tele di Juan Miró a im- e deleterie distrazioni dal lavoro nell’impresa.
pressionarlo più che la monumentale Guerni- Nel 1943, durante una delle tante visite nelle li-
ca, quasi a preconizzare la sua successiva pre- brerie, Édouard, non ancora ventenne, si avvi-
dilezione per l’arte astratta e il surrealismo. Al- cina in maniera del tutto casuale al gruppo
l’iniziale fascino subito alla vista di tali opere, clandestino della Main à plume23, guidato da
segue un lungo periodo di autoformazione, Noël Arnaud, che si occupa, in opposizione ai
peculiarità di tutta una generazione di critici condizionamenti culturali dell’egemonia nazi-
d’arte, svolto principalmente tra le gallerie pa- sta, di tener vivo il surrealismo in Francia dopo
rigine e le librerie del Quartiere Latino. Le visi- la partenza di André Breton e Benjamin Péret
te tra Boulevard Saint-Michel e il quartiere vi- oltreoceano: tra gli artisti che parteciperanno
cino al Jardin du Luxembourg si fanno assi- alle plaquettes vi sono Gérard Schneider,
due: il sabato, unico giorno libero dopo la set- Christine Boumeester, Henri Goetz, Camille
timana di lavoro nell’impresa famigliare, che si Bryen, che ritroveremo anni dopo tra le fila di
occupa della fabbricazione di fibbie ed ele- Rixes e Phases, e i poeti André Stil, Gérard de
menti metallici per l’abbigliamento, Édouard Sède e Christian Dotremont. In quest’occa-
inizia a frequentare le librerie Gibert, José Cor- sione, Édouard decide di adottare uno pseu-
ti e la Librairie 73, tutte molto fornite di testi, donimo, sostituendo Petit, suo cognome di fa-
riviste e piccoli cataloghi, ma soprattutto luo- miglia, con Jaguer24 e, al fianco di molti artisti e
go di dibattito e discussione sull’arte e la poe- intellettuali del gruppo, lotta nella Resistenza
sia contemporanea. Al Salon des Surindépen- durante ultimi giorni, i più duri, prima della Li-
dants del 1938 vede per la prima volta le ope- berazione. La militanza tra le file della Main à
re di Jacques Hérold e Camille Bryen, più tar- plume e della Resistenza gli consente di entra-
di tra i suoi più cari amici e collaboratori, men- re in rapporto con alcuni dei protagonisti che
tre nello stesso anno, durante una visita al negli anni a venire avranno un ruolo decisivo
“Salon de l’Automobile” al Grand Palais rima- nel dibattito sulle arti e quando all’indomani
ne affascinato alla vista del nuovo modello della Liberazione il gruppo si scioglie a Jaguer
sportivo presentato quell’anno dalla ditta te- è affidato il compito di prendere i contatti e ri-
desca Jaguar. Questo episodio sarà significa- spondere alle lettere di quanti durante l’Occu-
tivo per la scelta dello pseudonimo che qual- pazione avevano dimostrato interesse per le
che anno dopo deciderà di adottare. Un’altra attività della Main à plume, scrivendo al comi-
piccola e oggi pressoché dimenticata esposi- tato di redazione, ma che per ragioni di tempo
zione, Le rêve dans l’art et la littérature21, or- non erano riusciti a collaborarvi attivamente.

20
Questo incarico permette a Jaguer di parteci- Quando ebbero luogo a Parigi le prime riunio-
pare a diversi tentativi di raggruppamento at- ni preparatorie del ‘Surréalisme Révolutionnai-
torno a riviste dall’esistenza effimera quali “La re’, io stesso avevo parlato molto bene di un
Révolution la Nuit” del poeta Yves Bonnefoy e giovane artista all’epoca emergente, Hartung,
“Le Surréalisme Révolutionnaire”. I giovani in- ma Dotremont aveva sostenuto di preferire
tellettuali che si riuniscono intorno a questi due non importa quale epigono di Dalí a Hartung.
gruppi filosurrealisti, ma non direttamente le- Nonostante ciò, Dotremont pubblicherà sulla
gati ad André Breton, rivendicano, in particola- rivista da lui diretta, ‘Les Deux Soeurs’, il mio
re, l’appartenenza al Partito comunista. La fran- poema Pays d’Hartung”27. In questi anni, dun-
gia di giovani e le vecchie leve, Breton in testa, que, si contestano le posizioni opposte, pur la-
vanno d’accordo su moltissime cose, tranne sciando libero spazio alla loro divulgazione e
che sulla politica e su una questione ben preci- pubblicazione: conviveva all’epoca uno strano
sa: quale deve essere il tipo di rapporto tra sur- mélange di apertura e ostracismo, che Jaguer
realismo e Partito comunista. Questo, dunque, definisce come “situazioni post-rivoluziona-
il motivo principale di alterco che il ritorno in rie”28. La politica di militanza nel Partito comu-
Europa di Breton non farà che acuire. Partendo nista diviene, dunque, per gli esponenti del
da questa frattura, l’idea di Jaguer che egli “Surréalisme Révolutionnaire” – in cui con-
espone per primo a Noël Arnaud è quella, mol- fluiscono il gruppo dei surrealisti “dissidenti”
to acuta, di costituire un intergruppo, una zona francesi animati da Noël Arnaud, il gruppo
franca di confronto: ognuno avrebbe dovuto sperimentale danese guidato da un giovanis-
mantenere relazioni strette con il proprio grup- simo Asger Jorn, il gruppo cecoslovacco Ra di
po di appartenenza, partecipando anche a di- Zdeněk Lorenc, oltre al raggruppamento belga
scussioni comuni. Posto in questi termini, il intorno a Dotremont – l’unica via percorribile
raggruppamento che di lì a poco si sarebbe per recuperare quell’idea primigenia di surrea-
chiamato “Surréalisme Révolutionnaire”, lismo come movimento realmente antibor-
avrebbe teso ad allargare il dialogo, con possi- ghese, che, secondo loro, era andato via via
bilità di punti d’incontro e una partenza da nuo- perdendosi. Contro la ricerca del “nuovo mi-
ve basi25. Il colloquio andava dunque inteso co- to” e la piega magico-medianica promosse da
me momento di passaggio in una fase delicata, Breton in quegli stessi anni, si oppone un sur-
il secondo dopoguerra, sia per il surrealismo, realismo di tipo più scientifico e sperimentale:
per così dire più ortodosso, che per gli ex espo- la rottura con Breton è annunciata. Dieci anni
nenti della Main à plume. Tuttavia, l’idea di Ja- dopo, il dialogo tra Jaguer e Breton si riaprirà
guer non viene accolta, bensì stravolta con un dando luogo a una serie di collaborazioni, ma
vero e proprio “colpo di coda” di Christian Do- in questi anni, proprio a causa delle esplicite
tremont prontamente appoggiato dallo stesso posizioni politiche filocomuniste i surréalistes
Noël Arnaud. Va ricordato che nell’ottobre del révolutionnaires entrano in netta contrapposi-
1945 gli esponenti della Main à plume avevano zione con Breton, da poco rientrato a Parigi, il
lanciato un saluto “aux camarades surréalistes quale, dopo una breve adesione sul finire de-
de Belgique”26, alcuni dei quali avevano parte- gli anni venti, aveva preso in maniera definiti-
cipato alle attività del gruppo, quasi a sancire va le sue distanze dal partito pochi anni dopo.
una sorta di continuità evidentemente interrot- Ma a causare lo scioglimento del gruppo sarà
ta in seguito alla sua dissoluzione. anche il rifiuto da parte dello stesso Partito co-
In Belgio la situazione era simile a quella fran- munista ad appoggiare le ricerche surrealiste,
cese, anche se sussisteva un forte antagoni- prediligendo in arte lo sviluppo di un linguag-
smo tra il gruppo che avrebbe di lì a poco pre- gio più realista. Jaguer ha precisato in più oc-
so presto parte a Cobra e il raggruppamento casioni29 di aver agito all’interno del gruppo in
intorno a René Magritte, Paul Nougé e Louis totale indipendenza rispetto alle posizioni poli-
Scoutenaire, più legati al Partito comunista tiche estremiste di matrice staliniana del “Sur-
belga. “All’inizio – riferisce Jaguer – erano tut- réalisme Révolutionnaire”. Il suo contributo
ti magrittiani, in maniera spesso dogmatica. alle attività del gruppo è di tipo esclusivamen-

21
6. Da sinistra a destra: Micky e Pierre Alechinsky, Simone ed Édouard Jaguer, Michel Tapié a casa Jaguer
al lavoro sull’impaginazione del numero uno di “Phases”, fine 1953. Paris, Archives Édouard Jaguer

22
te poetico, con la pubblicazione di L’Apollon emergente. Egli parla, infatti, di sentimenti
Occidental 30 e Roue à miel ou l’eau-bœuf 31. come “l’inquiétude, la joie, l’espoir, le dé-
L’utopica esistenza del “Surréalisme Révolu- sir”34, che infiammano la nuova corrente e
tionnaire” ha tuttavia il merito di servire da che si pongono come le caratteristiche di
trampolino di lancio a Cobra, che nascerà pro- queste nuove ricerche. È Enrico Crispolti a
prio dalle sue ceneri. Jaguer è chiamato da evidenziare come “sul piano critico è poi del
Christian Dotremont, fondatore del movi- massimo interesse l’intelligente rapporto di
mento, come redattore francese per l’omoni- convergenza intuito fra le nuove ricerche e la
ma rivista e come autore di alcune monogra- zona più avanzata, nell’ambito non-figurativo,
fie della serie “La Bibliothèque Cobra”. Inizia di quelle surrealiste. Jaguer comprende già
così una collaborazione che porterà a una suc- inizialmente, in parallelo alla critica nordame-
cessiva affiliazione di molti degli artisti del ricana, che l’autre risolve e puntualizza una
gruppo tra le fila di Phases. problematica originata proprio nell’ambito
Ma Jaguer partecipa attivamente anche al surrealista”35. Verranno poi le mostre White
“fermento informale” che iniziava in quegli and Black, organizzata nel luglio 1948 alla Ga-
anni a delineare i suoi profili non solo a Parigi. lerie des Deux-Iles in collaborazione con Mi-
In particolare, nel 1946, egli pubblica sul set- chel Tapié, collaboratore della prima ora di
timanale “Juin” un articolo dal titolo Les Che- “Phases”, e Prises de terre presso la Galerie
mins de l’abstraction32 che emerge come una René Breteau in collaborazione con Madelei-
lucida fotografia della complessa situazione ne Rousseau, entrambe, pur nella loro diver-
artistica del tempo. Dopo aver dedicato le pri- sità, indirizzate a sondare e a precisare il ruo-
me due colonne alle premesse storiche del- lo e il definirsi delle nuove ricerche e che si in-
l’astrattismo, Jaguer individua in un nuovo ti- seriranno nel dibattito avviato dall’esposizio-
po di astrazione i presupposti per una rinno- ne degli Otages di Jean Fautrier, dalla secon-
vata e vitale figurazione. Al geometrismo det- da personale di Wols a Parigi e dalle mostre
to “freddo” legato alla rivalutazione del neo- L’imaginaire, HWPSMTB, fino a Véhémences
plasticismo allora in voga in Francia, Jaguer Confrontées nel 1951.
oppone un altro filone di ricerca coevo, una Parallelamente all’esperienza Cobra e al cre-
pittura che, nel suo lirismo di fondo, è espres- scente interesse per i nuovi aspetti della ri-
sione della “libération d’une réalité nouvelle, cerca contemporanea d’area informale, Ja-
différente, exhaustive, chaque fois que le guer è tra i fondatori anche di “Rixes”, rivista
peintre, sous l’empire d’une émotion, d’un dall’esistenza effimera, collegata a una serie
désir, d’un élan passionnel quelconque dispo- di esposizioni dal titolo Contre-Espace che
se automatiquement sur sa toile une série de hanno luogo tra il 1950 e il 1951 a Parigi, Lil-
signes ou de formes (rarement géométri- le, Francoforte, Berlino e Lussemburgo. At-
ques) dont la coloration peut participer d’une traverso “Rixes”, che punta all’allargamento
même fougue […] ou, une fois la ‘crise’ ter- del dialogo aperto ai differenti apporti poetici
minée, venir d’un choix ‘rationnel’ […]. Dans e artistici di ciascun esponente del gruppo,
la plupart des cas, la cloison est bien tenue Jaguer promuove, insieme a Max Clarac-Sé-
entre cette peinture […] et les œuvres des rou e Iaroslav Serpan, quelle tendenze astrat-
surréalistes tels que Matta, Donati, Ubac, to-surrealiste d’area francese, europea ed ex-
Goetz, Bott, etc. Pour les uns comme pour traeuropea. Gli artisti, i critici e i poeti che col-
les autres, il y va de la conquête d’un lieu sub- laborano alla rivista hanno militato quasi tutti
conscient, mais réel, où l’universel et l’hu- nel surrealismo: l’internazionalismo e l’aper-
main se fondent et se combattent, de la mise tura che caratterizzerà l’attività di Phases, in
à jour dramatique des trésors enfouis ‘à l’in- cui confluiranno l’esperienza surrealista e da-
térieur de la vue’”33. Il parallelo con il surreali- da, le istanze Cobra e l’abstraction lyrique fi-
smo è in realtà subito precisato da Jaguer, no ad alcuni aspetti della poetica informale,
ben cosciente della differenza tra le implica- inizia proprio in questi anni a precisare i suoi
zioni di quest’ultimo e la nuova corrente contorni36 (fig. 6).

23
Abbreviazioni 5
Testimonianza di Rinaldo Rotta, in E. Boiardo, L’identità na-
Scanavino. Catalogo generale scosta. Genova cit., p. 191.
G. Graglia Scanavino, C. Pirovano, Scanavino. Catalogo ge- 6
In G.M. Accame, Scanavino. Disegni e scritti inediti, Pier-
nerale, Electa, Milano 2000, voll. I e II luigi Lubrica Editore, Torre Boldone (Bergamo) 1990, p. 138.
7
Ivi, p. 132.
Scanavino. La scultura 8
G. Beringheli, in Percorsi dell’arte contemporanea cit., p. 10.
G. Graglia Scanavino, G.M. Accame, Emilio Scanavino. La 9
Su Carlo Cardazzo si veda Carteggio, lettera n. 2, nota 2, p.
scultura, 1952-1980, Documenti dell’Archivio Scanavino, 121.
Edizioni Aspasia, Bologna 2004 10
Cfr. nota 4.
11
Si segnala, inoltre, che nel dicembre 1950 Giulio Carlo Ar-
A. S. Milano gan, Mario De Micheli, Renato Guttuso, Armando Pizzinato,
Archivio Emilio Scanavino, Milano Salvatore Scarpitta e Giulio Turcato partecipano al convegno
Le arti figurative e il mondo contemporaneo, organizzato in
A. J. Paris occasione della settimana della cultura genovese.
Archives Édouard Jaguer, Paris 12
Scanavino. La scultura, pp. 9-10 e note.
13
Cfr. Fiamma Vigo e “Numero”. Una vita per l’arte, a cura
di R. Manno Tolu e M.G. Messina, Firenze, Archivio di Sta-
Laddove non indicato altrimenti la traduzione è a cura di chi to, 7 ottobre - 20 dicembre 2003, Centro Di, Firenze 2003;
scrive. M.G. Messina, Fiamma Vigo, l’estetica del numero e gli an-
ni di Parigi, ivi, pp. 11-23.
1
G. Ballo, La prima formazione e le immagini come presenza, 14
Pittori d’avanguardia a Genova (con questionario a Fieschi,
in R. Sanesi et alii, Scanavino, La nuova foglio editrice, Pol- Scanavino, Mesciulam, Borrelli), in “Numero” (Firenze), a.
lenza-Macerata 1979, p. 96. III, n. 1, 31 gennaio 1951, pp. 6-7.
2
Per una traccia sull’attività giovanile di Scanavino cfr. G. Bal- 15
Mostra d’arte in vetrina del giornale Numero, a cura del-
lo, La prima formazione cit.; G.M. Accame, Evocazione e l’Unione Generale dei Commercianti di Firenze, sezione Ge-
presenza, in Scanavino. Evocazione e presenza, Genova, Vil- nova: Allosia, Bisio, Borella, Fasce, Mesciulam, Scanavino,
la Croce, 9 ottobre - 29 novembre 1987, Mazzotta, Milano 7-12 maggio 1951; e anche 6 pittori. Gruppo di Numero, 8-
1987, pp. 13-15; E. Crema, Emilio Scanavino. L’opera pitto- 17 dicembre 1951, opere di Allosia, Bisio, Borella, Fasce,
rica degli anni ’40 e ’50, tesi di laurea perfezionata, discussa Mesciulam, Scanavino.
nel 1992 presso l’Università Cattolica di Milano (relatore L. 16
Cfr. C. Pirovano, Emilio Scanavino. Un alfabeto in grigio,
Caramel); C. Pirovano, Emilio Scanavino. Un alfabeto in gri- in Scanavino. Catalogo generale, vol. I, pp. 17-19; e anche
gio, in Scanavino. Catalogo generale, vol. I, pp. 17-19. R. Ferrario, Scanavino e Crispolti. Carteggio 1957-1970 e al-
3
Sul rinnovamento nelle arti a Genova, le gallerie e gli artisti tri scritti, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo (Milano)
nel Novecento cfr. G. Beringheli, La nuova visione dell’arte, 2006, p. 21.
in Genova, il Novecento, a cura di G. Marcenaro, Genova, 17
Si veda su questo argomento Jean Cocteau, Peggy Gug-
Centro dei Liguri, 20 maggio - 10 luglio 1986, Sagep Editri- genheim e le mostre di Pittura americana a Bordighera
ce, Genova 1986, pp. 488-491; F. Sborgi, Le vicende di con- 1952-1965, a cura di L. Lecci, E. Maiolino e P. Rylands, De
trapposizione al naturalismo classicista, in La scultura a Ge- Ferrari & Devega, Genova 2004.
nova e in Liguria. Il Novecento, a cura di F. Sborgi, Cassa di 18
Si veda su questo argomento Premio del Golfo 1949-
Risparmio di Genova e Imperia, Industrie Grafiche Editore 1965: sedici anni di pittura e di critica in Italia, a cura di M.
F.lli Pagano, Genova 1989; E. Boiardo, L’identità nascosta. Ratti, La Spezia, Palazzina delle Arti, 29 luglio - 15 settembre
Genova nella cultura del secondo Novecento, Erga Edizioni, 1999, 2 voll., Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo (Milano)
Genova 1999; Dizionario degli artisti liguri. Pittori, scultori, 1999.
ceramisti, incisori del Novecento, a cura di G. Beringheli, De 19
IV Mostra Nazionale di Pittura Premio “Golfo della Spe-
Ferrari, Genova 1991 (nuova ed. Genova 2001). zia”, Lerici, 19 luglio - 20 settembre 1952. La giuria, presie-
4
Rinaldo Rotta (Genova, 1924-2001) nel 1939 affianca il padre duta da Carlo Ludovico Ragghianti ha come membri Giulio
nella direzione della Galleria Rotta, con sede in via XX Set- Carlo Argan, Felice Casorati, Vincenzo Ciardo, Mino Macca-
tembre 118 a Genova. La galleria, tra le più antiche in Italia ri e Marco Valsecchi.
specializzate in arte moderna, era stata fondata da Roberto 20
E. Sottsass, Scanavino, in “Domus”, Milano, n. 291, feb-
Rotta nel 1919. Nel corso degli anni trenta la galleria aveva braio 1954, p. 49.
presentato importanti collettive e personali tra cui quelle de- 21
Per l’occasione, il numero 63 della rivista “Visage du Mon-
dicate a Oscar Kokoschka e Kurt Schwitters. Durante un viag- de”, organo riservato all’ordine dei medici francesi, datato 15
gio a Parigi tra il 1947 e il 1948, Rotta scopre le nuove ten- marzo 1939, è interamente dedicato alla mostra. Gli articoli
denze dell’arte del secondo dopoguerra. In quest’occasione pubblicati sono: F. Delanglade, Le rêve dans l’art; G. Lély, No-
conosce anche alcuni tra gli artisti del gruppo Cobra. Qualche tes sur le rêve dans la littérature française; J. Brunius, Le rê-
anno dopo, assume la direzione della Galleria San Matteo, ve au cinema; G. Ferdière, Recettes pour voir du dedans. Si
fondata da don Natale Serra, vecchia sede dell’Unione Catto- veda G. Durozoi, Histoire du Mouvement Surréaliste, (edizio-
lica degli Artisti Italiani. A partire dal 1967, Rinaldo Rotta apri- ne originale Éditions Hazan, Paris 1997), Paris 20042, p. 357.
rà una sede della galleria anche in via Manzoni a Milano. Cfr. 22
A. Breton, Des tendances les plus récentes de la peinture
sull’argomento Percorsi dell’arte contemporanea. Gallerie in surréaliste, in “Minotaure”, nn. 12-13, maggio 1939, poi in
Liguria, a cura di G. Stirane, con un saggio introduttivo di G. A. Breton, Le surréalisme et la peinture, (edizione originale
Beringheli, Marietti Editrice, Genova 1989, e anche R. Rotta, Gallimard, Paris 1965), Paris 2006, pp. 191-198.
Introduzione, in Karel Appel, Genova, Rinaldo Rotta Galleria 23
Si veda, su questo argomento, M. Fauré, Histoire du sur-
d’Arte, 6-31 maggio 1994, s.l. 1994, e anche La mia “Rotta”, réalisme sous l’Occupation, La Table Ronde, Paris 1982 (se-
difficile ma sicura. Intervista a Rinaldo Rotta, in “Il Giornale conda edizione 2003); G. Durozoi, Les Audaces de la Main à
dell’Arte”, a. XII, n. 123, giugno 1994, pp. 57-58. plume, in La Main à plume. Anthologie du surréalisme sous

24
l’Occupation, a cura di A. Vernay e R. Walter, Éditions Syllep- 35
E. Crispolti, L’Informale. Storia e poetica, Carucci Editore,
se, Paris 2008, pp. 5-15. Assisi-Roma 1971, vol. I, p. 133.
24
La storia dello pseudonimo è raccontata in una testimo- 36
Sull’attività di Édouard Jaguer prima di Phases, tra le fila del
nianza dello stesso Jaguer: “Mon patronyme est tout simple- “Surréalisme Révolutionnaire” e di “Rixes” si veda E. Cri-
ment Petit, ce que, dès ma prime jeunesse, j’ai considéré spolti, L’Informale. Storia e Poetica cit.; E. Jaguer, Conversa-
comme idiot parce que trop répandu et porté, entre autres, tion avec Claude Arlan, Editions Tandem, Gerpinnes 2000; E.
par un général. Alors, puisque j’avais décidé d’écrire et de Jaguer, Cobra aux coeur du XXe siecle cit. Il primo in Italia a
dessiner, j’ai résolu de trouver un pseudonyme. J’ai toujours parlare del movimento Phases è Arturo Schwarz in Pittura
éprouvé une vive émotion esthétique pour les belles voitures italiana del dopoguerra 1945-1957, Edizioni Schwarz, Milano
et, en 1938, en visitant au Grand Palais le Salon de l’automo- 1957. Più in generale, sulle trasformazioni della pittura sul fi-
bile, j’ai trouvé que la marque de voiture Jaguar m’irait tout à nire degli anni quaranta si veda il catalogo della mostra Re-
fait bien. Cette voiture n’avait pas encore la renommé qu’elle partir à zéro 1945-1949, a cura di E. de Chassey, Lione, Mu-
possède aujourd’hui. La marque exacte était S.S. Jaguer, car sée des Beaux-Arts, 24 ottobre 2008 - 2 febbraio 2009, Ha-
il y avait deux producteurs associés dont l’un était Swallow et zan, Paris 2008. Sulla collaborazione tra Jaguer ed Enrico Baj
l’autre, je crois, Sullivan. J’ai adopté ce pseudonyme en bloc, si veda A. Sanna, Baj, Jaguer et le mouvement Phases, tesi
jusqu’à ce que je m’aperçoive que cela ressemblait trop à l’a- di dottorato discussa il 2 marzo 2002, Paris 1 Panthéon Sor-
nimal et j’ai changé une lettre, ce qui a donné S.S. Jaguer”. In bonne, Atelier national de Reproduction des Thèses, Lille
M. Fauré, Histoire du surréalisme cit., pp. 350-351. 2003; e della stessa, estratto dalla tesi prima citata Enrico Baj
25
Riferito da Jaguer in un’intervista a cura di chi scrive, Pari- - Édouard Jaguer. Un pont culturel entre Milan et Paris dans
gi, agosto 2004. l’Europe d’après guerre, in “Plein Marge”, n. 37, mai 2003,
26
In Tracts surréalistes et déclarations collectives, tomo II, pp. 59-88, e anche Quatre lettres tirées de la correspondan-
1940-1969, a cura di J. Pierre, Éric Losfeld/Le Terrain vague, ce inédite entre Enrico Baj et Édouard Jaguer, in “Histoire de
Paris 1982, pp. 20-21. l’art”, n. 53, novembre 2003, pp. 75-82. Sulle collaborazioni
27
Riferito da Jaguer in un’intervista a cura di chi scrive, Pari- tra Jaguer ed Enrico Crispolti si veda G. Di Natale, Édouard
gi, agosto 2004. La notizia trova riscontro anche in un ver- Jaguer e Enrico Crispolti. L’informale e oltre. Carteggi, 1959-
bale dattilografato, riferibile alla seduta del 17 luglio 1947 del 1976, tesi di diploma discussa il 13 dicembre 2006, Scuola di
“Surréalisme Révolutionnaire”, pubblicato in E. Crispolti, Specializzazione in Storia dell’arte dell’Università di Siena (re-
L’informale. Storia e poetica, Carucci editore, Assisi-Roma, latore Enrico Crispolti, correlatore Massimo Bignardi). Per
1971, vol. I, nota 216, p. 281. una traccia dei rapporti tra Jaguer e l’Italia si veda G. Di Na-
28
Ivi. tale, Quelques lignes de repères pour une “geographie” des
29
E. Jaguer, Cobra au coeur du XXe siècle, Galilée, Paris rapports d’Édouard Jaguer avec l’Italie, in Phases à l’ouest /
1997, p. 24, e anche in un’intervista a cura di chi scrive. dans les collections de l’ouest en hommage à Édouard Ja-
30
In “Bullettin International du Surréalisme Révolutionnai- guer, a cura di J.C. Charbonel, Saint-Brieuc, Musée National
re”, n. 1, gennaio 1948, p. 8. d’Art et d’Histoire, 15 marzo - 17 aprile 2008, pp. 15-16. Uno
31
In “Le Surréalisme Révolutionnaire”, (Paris) n. 1, marzo- studio più completo, comprendente la formazione di
aprile 1948, p. 16. Édouard Jaguer, “Rixes” e i rapporti del gruppo Phases con
32
E. Jaguer, Les chemins de l’abstraction, in “Juin”, 1 otto- gli artisti e le riviste italiane è oggetto dal gennaio 2007 di una
bre 1946. tesi di dottorato a cura di chi scrive presso l’Università di Fi-
33
Ibidem. renze dal titolo Édouard Jaguer, Phases e l’Italia (relatore Ma-
34
Ibidem. ria Grazia Messina).

7. Senza titolo, 1954, olio su tela. Collezione privata

25
8. Francis Bott, copertina di “Phases”, n. 1, gennaio 1954
II. I temi del carteggio

L’incontro ad Albisola fuga dal surrealismo di taluni altri verso am-


e le prime collaborazioni biti di ricerca più eminentemente “informa-
li”, aveva caratterizzato l’intero decennio
Il 1954 è una data rilevante nel percorso di 1947-1957, trovando proprio tra il 1953 e il
Édouard Jaguer. Il mese di gennaio si apre 1954 un suo momento di esasperazione. Se
con la pubblicazione del numero uno dei ca- nel 1951 Jacques Hérold rompe con il grup-
hier “Phases” (fig. 8) e con la prima mostra po di Breton a causa dell’affaire Carrouge-Pa-
del movimento allestita a Parigi negli spazi stoureau, nel 1954 è Max Ernst ad autoe-
della galleria Paul Facchetti1, nella quale Mi- scludersi dal movimento surrealista dopo
chel Tapié aveva organizzato le celebri espo- aver vinto e accettato il Gran Premio della pit-
sizioni Signifiants de l’Informel nel novembre tura alla XXVII Biennale di Venezia. In questo
1951, Peintures non abstraites e presentato contesto, il progetto che Jaguer propone at-
l’uscita del fortunatissimo saggio Un art autre traverso “Phases” consiste in accostamenti
nel 1952. Alla mostra Phases. Première ex- meno rigidi, in continue possibilità di dialogo
position collective, Asger Jorn, Pierre Ale- tra le diverse correnti sempre all’insegna del
chinsky e Corneille, ex esponenti del gruppo libero esercizio della sperimentazione, ma
Cobra, sono affiancati da Carl Buchheister, anche nell’accogliere quegli artisti progressi-
Camille Bryen, Claude Georges, Stanley-Wil- vamente esclusi dalle dinamiche surrealiste.
liam Hayter, Jacques Hérold, Matta, Wifredo Proprio Max Ernst e Jacques Hérold, tra gli
Lam, François Arnal, Roger-Edgar Gillet, Ber- altri, saranno invitati a partecipare alle attività
nard Schultze, Francisco Nieva, Shinkichi Taji- pubblicistiche ed espositive del movimento
ri e, unico rappresentante del panorama arti- Phases.
stico italiano, Giuseppe Capogrossi. Anche se Conclusa da pochi anni l’esperienza legata a
l’attività di Jaguer aveva avuto inizi ben più ar- Cobra e al raggruppamento di durata effime-
ticolati, si può definire questa come una nuo- ra attorno alla rivista “Rixes”, Jaguer crede
va partenza, come la nascita di una poetica fermamente nella possibilità di un dialogo co-
che si preciserà nel corso degli anni e l’inizio struttivo di tutte queste forme di espressione
di un’attività personale e significativamente oscillanti appunto tra surrealismo e astrazione
voluta da moltissimo tempo. di tipo gestuale, segnica e materica. Già nel ti-
La situazione artistica in Francia in questi an- tolo la rivista contiene una precisa dichiarazio-
ni è assai complessa. Sono passati, infatti, ne di poetica: “Phases. Cahiers internatio-
dieci anni dalla fine della seconda guerra naux de recherches littéraires et plastiques”,
mondiale e il deuxième souffle du surréali- sostituito a partire dal numero tre in “Phases.
sme2 non ha ancora smesso di spargere i Cahiers internationaux de documentation sur
suoi semi sovrapponendosi, e in alcuni casi la poésie et l’art d’avant-garde”. Ciò che ri-
accogliendo, le nuove ricerche. La tentazione mane invariato, assumendo sempre più un
surrealista di artisti astratti e inversamente la carattere preponderante, è l’apertura interna-

27
9. Da sinistra a destra: Corneille, Asger Jorn e i suoi figli, Giorgina ed Emilio Scanavino nel prato
degli albicocchi, Albisola, estate 1954. Milano, Archivio Fotografico Emilio Scanavino

zionale della pubblicazione che accoglierà col ti artisti che in quegli anni non si riconoscono
passare del tempo personalità provenienti in tali costrizioni critiche3.
dalle correnti artistiche più varie, con caratte- Ma le intenzioni di Jaguer vanno ben al di là
re anche retrospettivo. Al contrario, quello dell’ambizioso progetto della rivista. Egli è at-
che è aggiunto nel titolo è la voce “avanguar- tivo, viaggia instancabilmente, intrattenendo
dia”. Per Jaguer “avanguardia” non indica rapporti epistolari in tutta Europa, rafforzando
nello specifico una situazione formale ben legami instaurati in precedenza e creandone
precisa, bensì egli crede fermamente che il nuovi, seguendo il suo gusto e favorendo,
significato di questa definizione vada inteso, senza sosta, continue relazioni tra gli artisti e
in senso più sostanziale, come apertura alla li- gli intellettuali che gli sono più vicini per incli-
bertà d’espressione del singolo all’interno di nazione e idee. È il caso del viaggio che intra-
un contesto ben più vasto e continuamente prende per recarsi ad Albisola nell’estate del
soggetto a cambiamento. Si tratta di favorire 1954, invitato da Asger Jorn (fig. 9), il quale,
una ricerca parallela alle tendenze artistiche riattivati i contatti con il resto d’Europa dopo
coeve, in un territorio libero da definizioni uni- un soggiorno obbligato in Svizzera nella citta-
voche e in una visione in chiave di apertura e dina di Villars Chesières per curare una tuber-
confronto internazionale. In questi primi anni colosi, prepara in Liguria una grande manife-
di attività, dunque, il movimento Phases pren- stazione all’insegna del comune lavoro sulla
de le distanze da ogni tentativo di raggruppa- ceramica4. Jorn, figura chiave di questo sno-
mento forzato o di classificazione, strada che do internazionale, fa in questi anni da tramite
intraprenderanno ad esempio Charles Estien- tra le esperienze degli artisti dell’ex gruppo
ne con la definizione di tachisme e Michel Ta- Cobra, con cui mantiene i contatti dopo lo
pié con art autre, entrambe da Jaguer critica- scioglimento avvenuto nel 1951, e i contesti
te, e atteggiamento questo condiviso da mol- artistici italiani, quali il Movimento Arte Nu-

28
cleare di Enrico Baj, con il quale è in rapporto proponeva di incoraggiare attraverso Phases.
epistolare dal 19535, e il Laboratorio Speri- Un “raggruppamento elastico”, un’officina di
mentale di Pinot Gallizio e Piero Simondo. Ja- lavoro comune, in cui artisti molto diversi per
guer, già in relazione con gli artisti Cobra e in temperamento e formazione hanno l’occasio-
stretta amicizia con lo stesso Jorn, è l’unico ne di esporre ricerche sperimentali e nuovi
critico presente quell’estate ad Albisola; con modi di creazione. Jaguer trascriverà su un va-
lui ci sono, oltre allo stesso Jorn, anche Lucio so di ceramica realizzato da Jorn (fig. 10) una
Fontana, Sergio Dangelo, Enrico Baj, Matta, lettera datata e indirizzata al 15 agosto, giorno
Roland Giguère, Théodore Koening, Karel Ap- simbolo di quell’incontro, sottoscritta dagli arti-
pel e Corneille. Il numero uno di “Phases” ha sti di Albisola, tra cui Scanavino, in cui si legge:
avuto un discreto successo ed egli ha già in “Da ogni dove, siamo accorsi per venire qui, ad
cantiere per l’anno successivo l’organizzazio- Albissola, a plasmare la creta in forma di uomi-
ne di un’importante mostra nella capitale ni, di piante e di stelle, e creare dei mostri ami-
francese: il suo è dunque un viaggio intrapre- ci. Siamo venuti convocati dal Caso […]”7.
so per rafforzare i legami e conoscere nuove Nel corso di quell’estate sulla costa ligure, Ja-
realtà artistiche da inserire nel suo progetto. guer ha l’occasione di vedere non solo le cera-
Tuttavia, già intorno al 1953, il poeta aveva miche di Scanavino ma anche diversi dipinti e
avuto modo di discutere a lungo di un gruppo soprattutto le grandi decorazioni di formelle di
di artisti italiani con Michel Tapié, il quale gli ceramica fatte dall’artista nelle stazioni di Ge-
aveva mostrato alcune fotografie di opere di nova Principe e Genova Brignole, oggi andate
Enrico Baj, Joe Colombo e Sergio Dangelo, distrutte. Quando Jaguer e sua moglie Simone
confidandogli altresì di preferire le ricerche di decidono di assentarsi qualche giorno dalla cit-
Gianni Dova e Giuseppe Capogrossi. Ricorde- tadina ligure per andare a vedere la Biennale di
rà Jaguer anni dopo: “Avevo visto in questa Venezia, Scanavino, anche lui ad Albisola, deve
doppia congiunzione Baj-Jorn e Tapié-Dova rientrare a Genova. “Ci chiese se volevamo
quasi un segno del destino che indicava che portarlo con noi”, ricorda Jaguer, “e natural-
uno degli assi portanti della ‘novità plastica’ mente accettammo, perché ci fu una grande
passava oramai dall’Italia”6. intesa con Emilio sin dal primo momento. Pas-
Quell’estate ad Albisola Jaguer fa la cono- sammo una serata in sua compagnia e ci por-
scenza del tutto inaspettata anche di Emilio tò a vedere un’immensa decorazione realizza-
Scanavino. L’intenso sperimentalismo e le ta da lui. Credo, se non ricordo male, che fos-
evoluzioni pittoriche incentrate su un grafi- se in una stazione. Era bellissima! Fu, infatti, la
smo intricato e complesso che l’artista indaga visione di questa decorazione che mi suggerì il
in questi anni lo pongono alla stregua delle ri- titolo del testo che scrissi molti mesi dopo per
cerche più avanzate del panorama artistico lui in occasione della sua personale alla galleria
europeo. La sua poetica risalta per originalità del Naviglio e che intitolai Horlogerie d’étincel-
e singolarità. les. In quella stessa occasione Scanavino mi
Gli Incontri Internazionali della Ceramica ad chiese anche di fare la mise en page per il suo
Albisola, importantissimo momento di con- catalogo”8.
fronto tra culture artistiche differenti, costitui- Sicuramente deciso a farsi conoscere nel ca-
scono, dunque, la prima occasione d’incontro poluogo francese e desideroso di confrontare
nel secondo dopoguerra di un gruppo di arti- le proprie ricerche in ambiti più aperti rispetto
sti abbastanza eterogeneo per provenienza e al panorama artistico genovese, Scanavino
formazione uniti dall’intento comune della li- aveva trovato in Jaguer il tramite più imme-
bera sperimentazione. Fontana e lo spaziali- diato verso questa nuova strada. Dal canto
smo, Enrico Baj e il “Movimento Arte Nu- suo Jaguer, sempre alla ricerca di giovani arti-
cleare”, Asger Jorn con l’eredità “Cobra”, in- sti per il progetto Phases, riconosceva in Sca-
sieme al surrealismo di Matta e Wifredo Lam: navino un talento promettente dell’arte italia-
esiste in questa congiunzione una certa vici- na contemporanea.
nanza d’intenti con ciò che Édouard Jaguer La prima lettera indirizzata all’amico genove-

29
se, pochi mesi dopo il rientro a Parigi, testi- un’associazione umanitaria in favore dei ma-
monia l’inizio di questa collaborazione9. Vi si lati di poliomielite. La mostra è anche l’occa-
legge che Scanavino ha dato a Jaguer un cer- sione, quasi una premessa, per fare esporre i
to numero di fotografie delle sue opere, sicu- pittori italiani accanto ai colleghi di “tendance
ramente in seguito alla richiesta dello stesso, expérimental” di altri paesi. I dieci lavori che
il quale intende promuoverlo in tutta Europa Scanavino invia a Jaguer per l’esposizione
attraverso la sua ampia rete di conoscenze. non tardano ad avere un riscontro immediato
L’occasione di mettere alla prova il giovane e positivo non solo in Karl-Otto Götz11, ma so-
artista sul ricco suolo francese si presenta prattutto in Gianni Dova12 che sembra dimo-
nell’ambito dell’esposizione Polio organizzata strare grande stima per il lavoro del collega.
negli spazi della galleria Colette Allendy10, L’opera di Scanavino affascina anche uno tra
mostra di beneficenza finalizzata alla vendita i galleristi più importanti di Parigi, René
di opere d’arte, il cui ricavato è destinato a Drouin che rimane sinceramente colpito dal-
le sue opere13. Si ritiene di notevole rilevanza
sottolineare come in questi anni l’ambiente
parigino inizi a essere saturo di artisti stranie-
ri in cerca di gallerie, mentre si fanno sempre
più rari i galleristi disposti a stipulare contrat-
ti favorevoli. Inoltre, il riconoscimento degli
artisti sul mercato è un compito affidato ai cri-
tici d’arte che come Jaguer si fanno animato-
ri di gruppi e movimenti artistici, organizzan-
do grandi esposizioni proprio nelle gallerie.
Anche il rapporto tra il mercato dell’arte e i
giovani artisti è assai delicato. Suggerisce
Gérard Monnier, come “gli artisti stranieri
sembrano esistere solo se si trasferiscono a
Parigi”14. Per la nuova generazione è dunque
un momento difficile dal punto di vista delle
vendite e Jaguer ne è pienamente cosciente.
Ciononostante, la stima per il lavoro di Sca-
navino e l’intesa che nasce tra i due è tale
che egli decide di non aspettare a promuove-
re l’arte dell’amico a Parigi, puntando ad al-
largare il più possibile la campagna di promo-
zione al di fuori della Francia, iniziando dalla
Svezia. A Malmö, infatti, il pittore Carl Otto
Hultén e il poeta Lagemaar Gustafson stanno
aprendo una nuova galleria d’avanguardia15 e
per l’inaugurazione intendono presentare una
collettiva di artisti di diverse nazionalità. La li-
sta comprende nomi allora già noti nel pano-
rama internazionale come Pierre Alechinsky,
Camille Bryen, Bernard Childs, Corneille, Jac-
ques Hérold, Sebastian Matta, Henri Mi-
chaux. Scanavino è affiancato dall’opera di
Giuseppe Capogrossi e Gianni Dova, fra gli
artisti italiani in quegli anni più conosciuti al-
10. Asger Jorn, Vaso, ceramica con incisa
la Lettera di Édouard Jaguer al 15 agosto 1954. l’estero, segno di quanto Jaguer consideri
Collezione privata Scanavino una giovane promessa.

30
11. Invito alla mostra
Phases de l’Art Contemporain,
marzo 1955, recto/verso.
Paris, Archives Édouard Jaguer

Phases de l’art contemporain malmente, della realtà totale (esteriore e in-


e altre rassegne teriore, psichica e organica)”16. Invitando un
numero così elevato di artisti provenienti da
Il 31 marzo del 1955, inaugura a Parigi negli ogni parte del mondo, il poeta intende creare
spazi della Galerie Creuze Phases de l’art dei paralleli tra esiti di ricerca apparentemen-
contemporain (fig. 11), mostra organizzata in te distanti. Proprio perché questi accosta-
occasione dell’uscita del numero due di menti non dovevano avere carattere definiti-
“Phases”. Così come aveva fatto nel gen- vo, bensì transitorio, Jaguer si oppone a tut-
naio 1954, seppur in proporzioni più ristrette, te le categorie chiuse che tendono a cristal-
Jaguer punta ad allargare le fasi del raffronto lizzare gli artisti in etichette troppo specifi-
a un panorama veramente internazionale, in che. Insistendo sull’affermazione che “non
quanto gli ottanta artisti invitati appartengo- esiste niente di più commovente e rassicu-
no a quattordici nazionalità differenti. Dalle rante, di fronte ai monotoni conflitti politici
prime righe dell’editoriale della rivista intito- che dividono il mondo, che vedere prendere
lato Pourquoi “Phases de l’art contempo- forma, consolidarsi, e poi allontanarsi certi
rain”, Jaguer inizia col suggerire immediata- accostamenti tra due o più tentativi perfetta-
mente il suo punto di vista sul divenire delle mente isolati all’origine, senza che persista
arti: “Uno dei principi essenziali perfetta- nessun contatto reale che possa ‘logicamen-
mente trascurati fino a oggi, e che potremmo te’ spiegare tali evoluzioni”17, egli punta alla
così definire: il motore, l’elemento principale sintesi della distanza oggettiva che separa le
di propulsione nell’irrivelato della pittura, in ricerche delle singole personalità. Inoltre,
questo XX secolo a metà del suo cammino, contro ogni spirito nazionalista, afferma che
tende sempre più a divenire trasfigurazione, “è sbagliato credere che tutto parta e abbia
sempre riproposta, sempre differente for- come centro Parigi. È importante dare a Pari-

31
12. Simbolo sul muro, 1955, olio su tela,
120 x 104,5 cm. Milano, Collezione privata

32
gi grande importanza, ma ciò che vi accade –
da qualche anno – non è che la cristallizzazio-
ne di quello che, da circa sette otto anni e
più, accade liberamente da Copenaghen a
Milano, da Milano a San Francisco, da Roma
a New York”18, arrivando in questo modo a
precisare una visione molto aperta delle ri-
cerche artistiche del secondo dopoguerra.
Scanavino, rappresentato nella rivista dalla ri-
produzione di Nascenza n. 2 (fig. 2) a corredo
dell’importante articolo di Sergio Dangelo
sullo spazialismo19, è informato della mostra
per tempo, tanto che ultima in tutta fretta, in
previsione dell’invio, due quadri, Immagine
13. Immagine, 1955, olio su tela.
(fig. 13) e Simbolo sul muro (fig. 12), di cui Collezione privata
segnala a Jaguer titolo e dimensione. En-
trambe le composizioni compaiono, infatti,
nella lista delle opere esposte in mostra20. in queste sculture proponi un nuovo spazio di
Tuttavia, a causa delle irregolarità dei docu- fecondità amorosa alle commoventi nozze tra
menti alla dogana le opere saranno rispedite la vita e la morte; ho l’impressione che la
al mittente. Jaguer decide così di mostrare parabola della tua pittura, per quanto io possa
gli acquerelli in suo possesso21 precedente- vedere dalla fotografia, segua un’inclinazione
mente presentati all’esposizione Polio. Si quasi in parallelo”22. L’opera alla quale si rife-
tratta presumibilmente di opere stilistica- riscono queste intense righe è Pietra tomba-
mente vicine a Studio (fig. 14) e Senza titolo le, che Jaguer pubblicherà sul numero tre di
(fig. 7), entrambe eseguite nel 1954. No- “Phases” come Germination n. 2 (fig. 3), ti-
nostante il mancato invio, è importante se- tolo originariamente assegnato da Scanavino
gnalare che Scanavino ha dipinto pensando e che rimanda a una dimensione archetipica
alla mostra parigina Simbolo sul muro, che del dato naturale, tradotto in un brulichio vi-
appare come una delicatissima declinazione bratile che sembra suggerire da un lato l’idea
della non-forma. La composizione simbolica di rigenerazione – peraltro smentita dalla suc-
della croce luminosa, infatti, sembra dissol- cessiva modificazione del nome – dall’altro lo
versi per lasciare il posto a un’organizzazione slittamento semantico più strettamente lega-
polverosa di zone colorate qua e là percorse to all’esistenza effimera dell’uomo e alla sua
da tocchi sordi, in cui la memoria della mate- rinascita.
ria è un ricordo appena visibile: vuoto, rarefa- Il biennio 1955-1956 è per l’artista un mo-
zione e leggerezza sembrano permeare lo mento d’apertura a nuove esperienze e a
spazio irenico dell’immaginario scanaviniano. viaggi in giro per l’Europa. “Ho lavorato molto
Al contrario, con Immagine Scanavino realiz- e sto lavorando, attualmente sto preparando
za evoluzioni materiche dal sapore fortemen- dei lavori che porto a Londra”23, scrive a Ja-
te gestuale. Una scelta eclettica, dunque, guer, ripromettendosi di passare a Parigi per
che ben testimonia la fase di intensa speri- la consegna delle opere in previsione della
mentazione e di esegesi del proprio fare. nuova mostra Phases. Tuttavia, com’era ac-
Sono questi gli anni in cui l’artista approfon- caduto l’anno precedente, le opere arrivano a
disce anche la pratica della scultura. Jaguer Parigi molto danneggiate a causa di un imbal-
rimane affascinato alla vista di tali nuove rea- laggio mal realizzato e non sono esposte.
lizzazioni, scrivendo all’amico: “A mio avviso, È questo un periodo d’intensa produzione per
ciò [la scultura] rappresenta un nuovo e im- l’artista. Il 3 marzo del 1956, grazie all’inter-
portante passo nel percorso indubbiamente cessione di Jaguer, Scanavino inaugura la sua
più magico della tua creazione: secondo me, prima personale a Bruxelles negli spazi della

33
Galerie Apollo, con una presentazione in ca- Jaguer si moltiplicano e così, in parallelo, an-
talogo di Christian Dotremont. Così scrive a che le vendite.
Jaguer: “Lavoro molto perché devo finire i Il momento favorevole precede l’ingresso uf-
quadri per la mia personale che inauguro a ficiale dell’artista nella Galleria del Naviglio a
Roma il 6 aprile24, e contemporaneamente la- Milano.
voro anche per la Triennale di Milano”25. Per
Scanavino gli impegni si moltiplicano. Pochi
mesi dopo, sarà invitato a esporre alla mostra
Peintres d’aujourd’hui. France - Italie a Palaz-
zo Madama a Torino26, e parteciperà al Premio
Lissone vincendo il secondo posto27. Jaguer
non può che essere entusiasta dei successi
dell’amico e dell’importante premio che egli
divide con Serge Vandercam, Karel Appel e
Antoni Tàpies, artisti a lui molto cari. Vander-
cam aveva, infatti, partecipato a tutte le mo-
stre organizzate da Jaguer, mentre Appel era
stato suo compagno nell’avventura Cobra.
Quanto a Tàpies, Jaguer era stato tra i primi a 14. Studio, 1954, tempera su carta intelaiata,
presentare l’artista spagnolo a Parigi alla mo- 46 x 67 cm, Milano. Collezione privata
stra Phases de l’art contemporain nel 1955. (già Collezione Jaguer)
Gli invii di Scanavino per la mostra Phasen,
organizzata nel maggio 1957 allo Stedelijk
Museum di Amsterdam, non hanno più for-
tuna dei precedenti. Il susseguirsi dei nume-
rosi impegni non impedisce all’artista di rea-
lizzare ben quattro tele28 (figg. 15, 41, 33-34)
di medio formato espressamente per l’occa-
sione. Ancora una volta, problemi d’irregola-
rità della dogana gli impediscono di parteci-
pare alla mostra lungo tutta la sua durata; i
dipinti, infatti, saranno esposti solo gli ultimi
giorni29. Nonostante quella che potrebbe de-
finirsi la “sfortuna espositiva” di Scanavino
alle mostre Phases, la rete di collezionisti
privati, a cui Jaguer è legato, inizia a interes-
sarsi alle opere dell’artista. Tra giugno e set-
tembre 1956, infatti, Peter Sanders acquista
per la sua collezione privata due opere30; in
settembre Hans de Jong compra due goua-
ches e nel dicembre dello stesso anno la Ga-
lerie Espace31 di Haarlem, diretta da Polly
Chapon e Eva Bendien vende tre dipinti. Ja-
guer vende un’opera anche all’esposizione
Phases organizzata a Bruxelles nella Galerie
St. Laurent32 e, nel luglio dello stesso anno,
all’artista è dedicata la copertina del numero
due della rivista sudamericana “Boa” (fig.
43), diretta da Julio Llinás33. I successi di
Scanavino nell’entourage internazionale di

34
15. In prossimità di un evento, 1957, olio su tela, 100 x 80 cm.
Dalmine (Bergamo), Collezione privata

35
“Risonanze segrete”: ponenti formali delle opere in questione. Ja-
La nuit est faite pour ouvrir les portes. guer non parla delle opere, bensì a partire da
Tra segno poetico e poetica del segno esse e il discorso sulla pittura va al di là del-
l’osservazione tradizionale. Il suo linguaggio,
Non sono venuto per sedermi, ma per ascoltarti, come si evince dalla lettura dei poemi così
voglio che tu sia libero come dagli scritti a carattere militante, è con-
e che il desiderio di aprire questa porta traddistinto da una ricchezza di sfumature, da
sia tale che io senta la necessità di varcarla34 un complicato gioco di relazioni sonoro-visive
estremamente difficili da tradurre. Da una
Nel novembre del 1954 Scanavino aveva lettera e da quanto riferito dallo stesso Ja-
chiesto a Jaguer di scrivere una presentazio- guer39, sappiamo che il testo era stato scritto
ne per la sua prima personale voluta da Carlo non solo pensando al dipinto L’abbraccio (fig.
Cardazzo35 presso la Galleria del Naviglio a 1), ma anche a una delle perdute decorazioni
Milano e in programma per il marzo dell’anno eseguite dall’artista nelle stazioni ferroviarie
successivo. A questa data l’artista aveva al di Genova Principe e di Genova Brignole che
suo attivo già quattro personali importanti, di Jaguer aveva avuto l’occasione di ammirare
cui una a Londra alla galleria Apollinaire e durante il soggiorno ad Albisola Marina. Se si
un’altra a Venezia alla Galleria del Cavallino. considera il titolo del testo, Horlogerie d’étin-
Non avendo nessun contratto sicuro Scana- celles, i pannelli decorativi in ceramica avreb-
vino cerca un riconoscimento del proprio la- bero dovuto avvicinarsi stilisticamente a Pan-
voro non solo sul territorio nazionale ma an- nello (fig. 17), in quanto quest’ultimo ricorde-
che all’estero. Un testo di Jaguer, dunque, rebbe davvero un orologio lampeggiante,
poteva essere il tramite per tale realizzazio- disgregato, singolarmente “intemporale”,
ne. La presentazione che il poeta scrive, pur- un oggetto che sembra attraversare i molte-
troppo andata persa, non viene pubblicata plici stadi di una visione allucinata e in movi-
forse a causa della difficoltà di traduzione, mento. È la libertà di una figurazione che si
come spiega Scanavino a Jaguer36, o più pro- fa astratta, in cui la sensazione del tempo
babilmente perché un’introduzione di Gian- che passa corrisponde all’impenetrabilità del
piero Giani era più congeniale a Cardazzo, il tempo stesso; o meglio, al qui e ora in cui il
quale aveva in cantiere già una pubblicazione tempo scorre, rifuggendo dal passato e
sullo spazialismo, curata ed editata dallo proiettandosi nel futuro. L’illeggibilità, la can-
stesso Giani37. Di questa perduta presenta- cellazione, divengono per Scanavino fonte di
zione dal titolo Horlogerie d’étincelles e con- una figurazione che emerge dagli strati di
cepita come un testo poetico, rimane traccia una materia graffiata. Pochi anni dopo, l’arti-
nel pieghevole della mostra: “Au septième sta affermerà come “gli atti e le azioni si
coup de trompette, le Mur des Lamentations compiono conseguentemente, non vi sono
s’écroula comme un châteaux de cartes; et atti temporali, distanza tra un atto e l’altro,
tous les hommes émerveillés contemplèrent perché il tutto si compie, come potrei dire,
ce qu’il y avait derrière les opaques barrages alla velocità di miliardi al secondo, cioè non è
de préjugés insanes, dont leur seule créduli- possibile la misura. È lo stato di prima e do-
té perpétuait l’efficience. […] et une rose de po e durante”40.
Jéricho géante parcourut vallée et monta- Appare chiaro, allora, come Jaguer, impegna-
gnes, apportant au moulin de l’amitié toute to contemporaneamente anche nella scrittu-
l’eau de mer, tout le sel de la terre, et le feu ra della presentazione per una personale di
des volcans, et la farine des ‘lumières des Jacques Hérold, trovi tra i due, in perfetto
chimères et des rêves’”38. Per Jaguer, così spirito Phases, numerose affinità41. A ben ri-
come per André Breton e per tutto un filone flettere, in Trinità del tempo42 o Nascenza n.
di critica parasurrealista, il discorso sulla pit- 2 (fig. 2), entrambi dipinti fondamentali nel
tura consiste in una parafrasi poetica che la- percorso dell’artista e che Jaguer conosceva
scia pochissimo spazio all’analisi delle com- dalle riproduzioni, Scanavino sembra sonda-

36
Ma ritornando al testo in questione, per sop-
perire alla mancata traduzione e pubblicazio-
ne della presentazione, Scanavino propone a
Jaguer il progetto di una monografia che do-
veva contenere, oltre che l’introduzione ine-
dita, anche numerose riproduzioni di opere
di cui il poeta farà un’attenta selezione45. Con
il passare del tempo, però, il progetto finisce
per assumere una forma differente. I due
preferiscono puntare su una piccola ma raffi-
natissima raccolta di poesie commentata da
una serie di litografie realizzate per l’occa-
sione. Inizialmente Scanavino propone co-
me titolo L’inquietudine come risorsa46, che
rimanda allo stato esistenziale, più tardi mo-
dificato in La nuit est faite pour ouvrir les
portes, dal nome di una poesia di Jaguer
scritta pensando al lavoro di Scanavino. Ai
componimenti poetici, scelti con carattere a
volte retrospettivo ma sempre in sintonia
con l’immaginario dell’artista, si affiancano
le litografie, in cui il segno nero e spesso
16. Emilio Scanavino, Mano,
Genova, inizio anni cinquanta.
presenta già quell’intensa profondità spazia-
Milano, Archivio Fotografico Emilio Scanavino le, quel solcare e lacerare la pienezza opaca
dell’essere, peculiarità delle opere degli anni
a venire. Così come accade per i disegni,
nelle litografie Scanavino può lasciarsi anda-
re al libero impulso del segno che gradata-
mente lascia trasparire un’immagine che
sembra muoversi su svariati registri compo-
sitivi – dal segno più forte, a quello graffiato,
o diluito e acquoso – quasi a scandire una du-
re le infinite possibilità celate della realtà su- rata interna dell’opera. La successione ca-
perando l’idea della rappresentazione imme- denzata delle poesie alternate alle litografie
diatamente riconoscibile dell’oggetto e rag- sembra in alcuni casi ripercorrere le biografie
giungendo esiti formali che ricordano da vici- dei due. In fougères arborescentes / felci ar-
no il vetro infranto, la frammentazione del cri- borescenti, componimento scritto nel di-
stallo, le cui qualità erano state esaltate da cembre 1944, Jaguer esprime quel senti-
André Breton tra le pagine dell’Amour fou nel mento d’angoscia causato dalla guerra e dal
1937. Questo modo di procedere non può periodo dell’occupazione tedesca appena
non far venire in mente la ricerca condotta da terminato. Le atmosfere surreali dei primi
Jacques Hérold: “Il problema per me”, so- versi si dissolvono sul finale, riportando il let-
steneva Hérold, “non consiste nel riprodurre tore all’amara verità della morte: “Un hiver
ciò che si vede abitualmente, ossia la super- pour tuer les enfants / un automne pour oc-
ficie, ma l’interno, il rovescio delle cose”43, cire les parents / un été pour tuer les survi-
problematica, questa, di stringente interesse vants”. Si avverte in questi versi la consape-
anche per Scanavino. Del resto, lo stesso volezza che chi sopravvive al conflitto dovrà
Hérold era rimasto “absolument emballé”44 fare i conti con il proprio recente passato,
dalle opere di Scanavino viste nello studio di con un sentimento di distruzione e morte an-
Jaguer. cora molto vivo nei ricordi. Allo stesso modo

37
17. Pannello, 1952, ceramica policroma, 54 elementi, esemplare unico, 150 x 50 cm.
Venezia, Collezione privata

38
Scanavino era stato ostile alla guerra e ai 44 vs Il Gesto. Querelles
suoi orrori, abbandonando l’esercito e rifu-
giandosi sui monti della Liguria fino alla fine All’inizio degli anni cinquanta, quando la poe-
del conflitto. Rileggendo alcuni dei suoi ap- tica spaziale e quella nucleare animano l’am-
punti, emerge chiaramente la sofferenza per biente artistico milanese, da una parte sotto
i lunghi anni trascorsi sotto “l’incubo della un originario comune denominatore di risul-
guerra”47. tanze largamente informali, dall’altra in un
Sfogliando il libro, riproposto in appendice in conflitto di divergenze di esiti contenutistici e
versione integrale, e rileggendo le poesie, si formali, Scanavino manifesta, grazie anche ai
partecipa a un doppio viaggio nell’interiorità, suoi contatti con Carlo Cardazzo, la volontà di
nell’inconscio, in quel mondo sensibile e inti- inserirsi nel fervente dibattito artistico del ca-
mo che Scanavino e Jaguer sondano, ognu- poluogo lombardo. A un osservatore esterno
no con i mezzi che più gli sono consoni, il pri- quale Édouard Jaguer doveva apparire estre-
mo alla luce di un’esplorazione fatta di visio- mamente interessante un parallelo e uno
ni astratte, stratificate e di lunga e sofferta scambio di idee tra due giovani allora emer-
durata, in quanto dettate da un ripiegamento genti quali Scanavino ed Enrico Baj. Nell’apri-
su se stesso, il secondo attraverso quelle as- le del 1955, pochi mesi dopo l’esordio mila-
sociazioni di idee nettamente più evocative, nese di Scanavino nella Galleria del Naviglio,
comunque narrative, anche se più stretta- Baj invita Jaguer a collaborare al progetto per
mente legate a un linguaggio di matrice sur- una grande mostra intitolata Il Gesto, cui farà
reale. E ricordava Roberto Sanesi, come “la seguito l’omonima rivista. La manifestazione
pittura di Scanavino si manifesti con insi- vede il Movimento Nucleare in stretta colla-
stenza sotto forma evocativa di oscuri rituali borazione con Phases. Jaguer, all’oscuro del-
del ciclo vitale della natura nel quale il con- le rivalità esistenti tra i due artisti, è convinto
cetto di morte […] assume inevitabile cen- che Scanavino sia al corrente della mostra.
tralità […]. Il doppio carattere del tempo, la Pur abituato al clima di querelles, il poeta spe-
doppia faccia del divenire, l’ambiguità degli ra, probabilmente in funzione del fatto che la
arrivi e delle partenze […], la dialettica del- sua rivista tenta un superamento delle di-
l’interno e dell’esterno, l’incertezza della scussioni a favore di un laboratorio collettivo,
morte fra passato e futuro”48. che Baj possa coinvolgere Scanavino nella
È qui, dunque, in questo confine sottile che manifestazione milanese. Grazie all’epistola-
potrebbe trovarsi quel sentimento comune rio tra Jaguer e Baj51 e tra Scanavino e Baj52 si
che Jaguer chiama “risonanze segrete”49. possono ricostruire le vicissitudini di questi
Le poesie sono piene di allusioni alla natura, eventi. In una lettera del 19 aprile 195553, Sca-
al suo ciclo vitale, alla sua disgregazione e navino scrive a Baj, con tono incalzante, di es-
continui sono i riferimenti visivi all’impossi- sere a conoscenza della mostra organizzata in
bilità di cogliere l’essenza delle cose, un’es- collaborazione con Phases nella Galleria
senza che viene decantata e si dissolve at- Schettini. La risposta è immediata. Se da una
traverso i molteplici stadi di una proiezione parte, infatti, Baj sottolinea che l’intera mani-
visionaria. In Scanavino esiste ugualmente festazione è organizzata dal Movimento Nu-
questa dialettica tra l’esistenza e il senti- cleare e non dalla Galleria Schettini, dall’altra
mento della disgregazione della natura e del- precisa che Cardazzo, “si è decisamente op-
la morte, del compimento di un atto che ri- posto alla partecipazione degli ‘spaziali’ alle
mane segreto e indecifrabile. “Et quand les mostre comuni ‘spazio-nucleari’ e a mostre
portes claquent en haut des couteaux falsi- da noi organizzate”54, aggiungendo che “la
fiés / mes lèvres se déchirent / et lui restent tua partecipazione danneggerebbe quindi i
dans les mains”. Il testo avrà un grande suc- tuoi rapporti col tuo mercante”. Scanavino
cesso nell’ambiente artistico e letterario eu- non insiste, limitandosi a riferire a Jaguer di
ropeo, suscitando anche l’interesse di André aver “scritto a Baj, ma mi ha risposto in mo-
Breton50. do strano, per cui non ho insistito ad espor-

39
re”55. Tuttavia il poeta appare contrariato di dere in affitto a uso studio62. Quanto può es-
fronte a tali rivalità, sicuramente perché rico- sere cambiato il clima nel giro di pochi mesi?
nosce nei due artisti grandissime qualità, ag- Tutta questa tensione trova una presumibile
giungendo di essere molto dispiaciuto della spiegazione nel fatto che entrambi gli artisti
sua “assenza dalla mostra, alla quale parteci- sono in quegli anni in competizione per affer-
pano praticamente tutti gli amici. Mi dispiace mare la propria personalità in un panorama ar-
molto anche sul piano affettivo, poiché una tistico e di mercato molto concorrenziale. A
profonda amicizia mi lega ugualmente a Baj e inaugurazione avvenuta, scrive Scanavino a
mi dispiace che si sia creata una situazione si- Jaguer: “Ho visto la mostra di Phases a Mila-
mile tra due dei miei amici. Spero che tutto no, mi rincresce non aver esposto anch’io,
possa risolversi”56. ma dati i miei rapporti poco buoni sia con Dan-
Di fronte a tali tensioni Jaguer tenta una stra- gelo che con Baj, non ho voluto insistere”63.
da diplomatica, peraltro senza successo. In La soluzione a questa mancata partecipazio-
una lettera a Baj, afferma di avere “molta ami- ne è l’organizzazione di una contro-mostra a
cizia e stima intellettuale anche per Scanavi- Genova, negli spazi della Galleria San Matteo,
no”57, ribadendo che “sul piano puramente dal titolo 44. Collettiva di artisti spaziali 64, pro-
affettivo, mi dispiacerebbe molto se foste of- spettata da Scanavino a Jaguer in una lettera
fesi tra voi”58 e suggerendo, così, la strada datata 26 maggio 1955 ma realizzata solo un
per una futura riconciliazione. La risposta di anno dopo, nel maggio 1956. Il progetto di
Baj è tempestiva, affermando che non si trat- Scanavino – che inizia a sentire l’ambiente ge-
ta di malintesi tra i due artisti ma “del fatto novese troppo stretto – consiste nel promuo-
che Cardazzo ha alzato un polverone ogni vol- vere nel capoluogo ligure una serie di esposi-
ta che ho invitato alle mostre organizzate dal zioni volte a estendere i contatti degli artisti
Movimento alcuni degli artisti ‘spaziali’ della genovesi con i colleghi europei e che avreb-
sua galleria. A proposito di ciò, ho ricevuto da bero dovuto comprendere persino una mo-
parte di Cardazzo sempre rifiuti categorici […] stra del gruppo Cobra, per la quale peraltro
anche nelle occasioni nelle quali il nucleari- Jaguer non sembra essere particolarmente
smo non aveva niente a che fare; è a causa di d’accordo65.
ciò che questa volta, non avendo nessuna in- Per favorire la presenza dei pittori stranieri al-
tenzione di litigare, ho tagliato fuori tutti gli ar- la mostra genovese aggirando l’ostacolo eco-
tisti della Galleria Cardazzo (Capogrossi com- nomico che comportava per gli artisti l’invio
preso)”59. Questo commento è rilevante so- d’altre opere in Italia, Jaguer propone a Sca-
prattutto alla luce di quelle logiche di mercato navino di mettersi in contatto con Baj per re-
con cui gli artisti si trovavano spesso a dover cuperare parte dei lavori presentati alla mo-
combattere. Baj precisa che l’unico spaziali- stra Il Gesto. È presumibile pensare che Baj
sta invitato alla mostra è Lucio Fontana, con il non fosse entusiasta di tale operazione di tra-
quale ha mantenuto sempre un contatto di- sferimento e del resto non si può biasimare
retto, aggiungendo che “Scanavino mi ha l’artista di aver lavorato moltissimo all’orga-
spesso dato l’impressione di non avere una nizzazione dell’esposizione milanese e di ve-
gran voglia di collaborare con me”60. Tuttavia, dere quasi interamente “trasferita” la sezio-
già nel gennaio 1955, pochi mesi dopo il sog- ne straniera alla mostra di Genova. Dal pre-
giorno ad Albisola, Baj aveva scritto a Scana- gresso delle lettere, e leggendo la corrispon-
vino una lettera piena d’ammirazione e affet- denza incrociata tra Baj e Jaguer e tra Jaguer
to, proponendo uno scambio di opere: “Ci e Scanavino, emerge chiaramente che Baj ha
tengo molto, sia per l’amicizia e il lavoro co- fatto una selezione delle opere da prestare a
mune che mi lega a te, sia perché mi piaccio- Scanavino. In questo contesto, la posizione di
no i tuoi quadri”61. Nell’Archivio Scanavino, Jaguer è ancora una volta diplomatica. Così
inoltre, è presente una lettera che testimonia scrive a Scanavino, dopo aver visionato l’e-
come Baj si fosse interessato a segnalare al lenco delle opere: “Ho l’impressione che Baj
collega la presenza di locali a Milano da pren- non ti abbia mostrato tutto […] Puoi reclama-

40
re a mio nome le opere che mancano […]. tà di sperimentazione aggressiva, sul piano li-
Può benissimo farmi questo favore […] no- mitato dei metodi, delle tecniche, dei ritrovati
nostante sia chiaramente noioso per lui che di ‘mestiere’. Ma è soprattutto, su un piano in-
non partecipa alla mostra (ma tu, per gli stes- comparabilmente più alto, la sollecitudine e il
si stupidi motivi non hai partecipato a ‘Il Ge- desiderio di accedere alle particelle più lonta-
sto’)”66. E a Baj: “Il mese scorso ho scritto a ne della realtà: e così dar coscienza allo spet-
Scanavino per dirgli che tu sarai molto con- tatore della complessa e tragica ampiezza del-
tento di vederlo ritirare il resto delle opere che l’universo circostante”72.
sono ancora a casa tua […]. Lui mi ha risposto Queste mostre e i legami d’amicizia e colla-
che lo farà presto e che pensava di esporre la borazione che Jaguer instaura con alcuni arti-
maggior parte delle opere che tu metterai, sti italiani lo spronano all’elaborazione del pro-
cortesemente, a sua disposizione”67. Ma le getto per una grande esposizione d’avan-
tensioni vanno ben oltre l’alterco tra Scanavi- guardia, prevista per la primavera o l’autunno
no e Baj. L’altro grande assente alla mostra del 1957, in occasione della quale sarebbe
44 è Gianni Dova. Jaguer non può far a meno dovuto uscire anche un numero speciale di
di mostrare ancora una volta il suo disappun- “Phases” dedicato all’Italia. Il progetto rimar-
to: “Disapprovo profondamente l’assenza del rà solo allo stato di bozze, in quanto in segui-
mio amico Gianni Dova dalla mostra. Fino a to il poeta sarà impegnato nella mostra Pha-
questo momento, credo che i giovani artisti sen presso lo Stedelijk Museum di Amster-
italiani migliori siate tu, Dova e Baj. Ma sono dam. Tuttavia la lista stilata da Jaguer com-
al corrente che tra voi sussistono una serie di prende due blocchi significativi di artisti, divi-
piccole dispute prive di importanza che ren- si in “aînés” e “pionniers”, che permette di
dono impossibile riunirvi insieme in una stes- capire come egli avesse ben presente l’evo-
sa mostra!”68. luzione della situazione artistica italiana di
Alla mostra 44, Scanavino riesce a vendere al- quegli anni. Tra gli “aînés” compaiono Capo-
cune opere69, cosa che gli permette di instau- grossi, Donati, Burri e Fontana; mentre per i
rare nuovi legami con i colleghi stranieri, oltre pionieri Scanavino è affiancato da Gianni Do-
che a rafforzare il sodalizio con Corneille. In va, Enrico Baj, Roberto Crippa, Sergio Dange-
particolare, con quest’ultimo era nata nel 1954 lo, Cesare Peverelli, Aldo Bergolli insieme agli
un’amicizia nonostante le differenze che inter- “Italiens de Paris” Gianni Bertini e Luigi Boil-
correvano tra le rispettive ricerche. Lo stesso le per la pittura e Arnaldo e Giò Pomodoro co-
Corneille che in una lettera definirà la pittura me rappresentanti della scultura73.
dell’amico con una sensibilità chiaroveggente Al clima di querelle non è estraneo neanche lo
e una cognizione tutta pittorica: “Il tuo mondo stesso Jaguer. È il caso dell’ammonimento
di silenzio, in cui il più leggero sfregamento – che il poeta fa a Scanavino quando questi gli
(un battito d’ali basta) – provoca un ispessi- manifesta il suo entusiasmo per l’interessa-
mento di linee tese, che lottano tra loro in al- mento di Trouillard, mercante di Anversa,
cuni punti della tela. Immagino bene il colore spinto, secondo quanto argomentato dal poe-
intervenire un giorno, iniziando per esempio ta, più dall’esigenza di trovare un sostituto ita-
da piccoli tocchi rossi che scintillano”70. liano di Gianni Dova, di cui il mercato belga era
Che si accetti di perdersi 71, testo che Jaguer allora ormai saturo74, che da una reale e since-
concepisce per l’esposizione genovese, è ra promozione. O ancor più quando entra in
nuovamente pensato all’insegna di quella libe- scena Pierre Restany75. Il critico, infatti, era
ra sperimentazione che era stata il filo condut- nella commissione giudicatrice del Premio
tore dalle esperienze Cobra agli Incontri di Al- Lissone e aveva molto probabilmente propo-
bisola fino a Phases, in un senso però di esplo- sto a Scanavino di entrare a far parte degli ar-
razione dell’universo e di mondi immaginativi tisti della Galerie Kamer. Non solo Jaguer non
lontani. Egli scrive: “Ciò che conferisce a que- sopporta che Restany vada a “prelevare” gli
sti creatori formalmente così diversi una so- artisti dal suo gruppo o dal gruppo di Michel
miglianza affettiva […] è anzitutto certa volon- Tapié, ma soprattutto non ritiene etico il com-

41
portamento dello stesso nei confronti dei suoi zione per la calligrafia e per la cultura orienta-
colleghi critici. Nella lettera, Jaguer rimprove- le che percorre l’arte contemporanea, non so-
ra Restany di appropriarsi di formule già utiliz- lo europea, proprio nella seconda metà degli
zate senza citare le fonti, o di cercare di far anni cinquanta. Molte sono le sollecitazioni e
propri gli artisti scoperti da altri, come nel ca- i dibattiti che hanno luogo sulle riviste e tra gli
so di Baj o di Hundertwasser. Questo dimo- stessi artisti. Basta riflettere sulla pubblicisti-
stra quanto Jaguer fosse lontano dalle logiche ca degli anni precedenti al 1955, che vede
di meritocrazia legata al mercato. È significati- nell’ambiente di Cobra un principale iniziatore
vo a questo proposito un passaggio della lun- in Christian Dotremont che pubblicava tra le
ghissima lettera che egli scrive all’amico per pagine dell’omonima rivista, Signification et
metterlo in guardia sulle trappole legate ai Sinification de l’écriture78, cui farà seguito nel
contratti troppo blindati imposti da alcune gal- 1954 un articolo di Michel Seuphor su La cal-
lerie parigine accusate di annientare gli artisti ligraphie japonaise79. Nel marzo 1955, il primo
riducendoli a semplici pedine nel circuito delle articolo firmato da Pierre Alechinsky sull’ar-
vendite. “L’importante”, dice Jaguer, “non è gomento viene editato sul numero due di
esporre a Parigi, ma esporre a Parigi in buone “Phases”, seguito da La calligrafia giappone-
condizioni”76. se e il gruppo Bokuzin-Kai del giapponese
Tsutomu Izima, che dalle pagine di “Il Ge-
sto”80 presenta al pubblico milanese le opere
Una lettera del 1955 come premessa del gruppo Bokuzin-Kai (Gli uomini dell’inchio-
ad Alfabeto. Una partenza internazionale stro), editore a Kyoto di una rivista mensile dal
nome “Bokubi” (“Il piacere dell’inchiostro”),
La lettera che Scanavino invia a Jaguer il 23 con la curatela di Shiryu Morita, che aveva tra
luglio 1955 (fig. Lettera 21), fino a oggi rima- l’altro collaborato con Jaguer durante i primis-
sta inedita e qui pubblicata per la prima volta, simi anni di attività di Phases. Il numero 47
presenta un disegno a inchiostro di china ri- dell’agosto 1955 della rivista giapponese, in-
partito in due registri, il primo verticale, sul la- vece, è dedicato, in maniera quasi speculare,
to sinistro del foglio, entro una linea che ne all’arte occidentale: vi sono pubblicate opere
delimita lo spazio, il secondo più centrale e di Enrico Baj, Pierre Alechinsky, Pierre Soula-
sul finire simmetrico, caratterizzato da una ges, Jacques Hérold, Karl-Otto Götz. Lo stes-
serie di segni e da una pioggia di schizzi e sba- so mese, sempre in Giappone, un’altra rivi-
vature, traccia di gesti compiuti agitando il sta, “Bokuzin”81, pubblica sul numero 31 le
pennino sul foglio. Questo disegno è una te- immagini, tra gli altri, di Carl Buchheister e Ot-
stimonianza assai importante in quanto prima to Greis, artisti ugualmente rappresentati ne-
e precoce espressione di quell’alfabeto che gli stessi anni nella rivista di Jaguer. A meno
sarà ricorrente nella produzione artistica del di un anno di distanza, nell’estate del 1956, la
pittore negli anni a venire, che ha inizio uffi- rivista “Quadrum” edita ben due articoli dedi-
cialmente con Alfabeto senza fine (fig. 18) e cati a questo tema, il primo nuovamente di
che proseguirà negli anni successivi più volte Pierre Alechinsky, dal titolo Calligraphie Japo-
ripreso, con esiti stilistici sempre nuovi77. Ma naise, e il secondo scritto da André Masson –
cosa può aver spinto l’artista a tracciare que- la cui ricerca in quegli anni verteva su un inte-
sti segni sul foglio? resse di tipo calligrafico di matrice più auto-
Sembra possibile dimostrare come questo di- matica legata alla filosofia zen – dal titolo si-
segno, insieme alle opere eseguite sulla sua gnificativo Une peinture de l’essentiel. Non
scia, almeno nella sua fase iniziale di elabora- bisogna dimenticare anche la conferenza che
zione formale, tragga origine da una sugge- Georges Mathieu organizza nello stesso anno
stione dalla calligrafia orientale, operata an- presso l’Unesco, parlando dei Rapports de la
che grazie alle sollecitazioni di Jaguer e Pha- calligraphie extrême-orientale et de la peintu-
ses. Le risposte a questo quesito si possono re non figurative lyrique82. Lo stesso Mathieu
rintracciare anche, più in generale, nell’atten- che, nel capitolo intitolato Triomphe de l’ab-

42
Lettera n. 21, dattiloscritta di Emilio Scanavino, disegno, Genova, 23 luglio 1955.
Paris, Archives Édouard Jaguer

43
18. Alfabeto senza fine, 1957, olio su tela, 80 x 110 cm. Milano, Collezione privata

straction lyrique nel suo libro De la rivolte à la (fig. 21) accostato ad altri di Asger Jorn, Paul
renaissance, indicherà Scanavino come “il Klee, Joan Miró, Stanley-William Hayter,
solo pittore preoccupato di instaurare un lin- Henri Michaux, Raoul Ubac, Max Ernst, Mo-
guaggio personale e rigoroso”83. E si arriva al- kusi Nakamura, commenta le affinità e le di-
l’aprile del 1957 quando, sul numero uno del- vergenze che sussistono tra la calligrafia
la rivista romana “L’Esperienza Moderna” di- giapponese e l’espressione pittorica contem-
retta da Achille Perilli e Gastone Novelli84, Fo- poranea legata al gesto e al segno. Ale-
sco Maraini pubblica Il segno della scrittura chinsky spiega, soffermandosi sul “fare calli-
giapponese85. Inoltre, le ricerche condotte ol- grafico” e sulla complessa tecnica manuale,
treoceano in questa stessa direzione da artisti le origini di tale pratica sempre in bilico tra di-
come ad esempio Marc Tobey conosceranno segno e scrittura, portando come esempi gli
una loro consacrazione in occasione della otto principi formali che governano il solo se-
Biennale di Venezia nel 1958. gno ideografico Ei (eternità). Ciò che emerge
Tuttavia, per cercare nella pittura di Scanavi- è un catalogo approfondito di regole tecniche
no uno spunto diretto da tali istanze, bisogna ognuna designata da un nome al quale corri-
tornare a due fonti cronologicamente più vici- sponde una regola formale. Shoku, ad esem-
ne e di più immediata fruizione, almeno ri- pio, che letteralmente significa “inclinare”, è
spetto a questo disegno datato 23 luglio il principio secondo il quale col pennello in po-
1955. Appare di stringente interesse innanzi sizione verticale, si ottengono segni di forma
tutto l’articolo che Pierre Alechinsky pubblica rettangolare, triangolare, con punte marcate.
sul numero due di “Phases”, intitolato Au de- Le considerazioni di Alechinsky vanno ben al
là de l’écriture86, che Scanavino possiede per- di là della descrizione di un catalogo dal sa-
ché inviatogli dallo stesso Jaguer. L’articolo, pore strettamente tecnico e formale. Egli af-
illustrato da un disegno calligrafico Uchiyama ferma che “la pratica manuale della scrittura

44
e la conoscenza istintiva del disegno sono co- rettamente non solo alle parole degli articoli
sì sviluppate, e la calligrafia riveste un senso di Izima e Alechinsky, ma anche e soprattutto
talmente elevato, che non bisogna stupirsi se alle immagini che corredano il testo di que-
i giapponesi appendono ai loro muri questi st’ultimo. Nello specifico, la serie di segni ver-
segni calligrafici. […] Elementi di evocazione ticali eseguiti sul lato sinistro del foglio, ri-
così forti e autonomi […] da ispirare una con- chiamano il disegno di Uchiyama pubblicato a
templazione che arricchisce lo sguardo. Così corredo dell’articolo. Inoltre, se si osservano
molti manoscritti, hanno per il loro solo grafi- alcuni disegni realizzati negli stessi anni (figg.
smo ottenuto uno status di opere d’arte e i 20-22), si può notare il pittore verificare que-
maestri calligrafi possiedono una fama gran- sti esiti di ricerca, insistendo più sul tratto ne-
de tanto quella di pittori e poeti”87. Alechinsky ro, la pittura segnico-materica e lo sgocciola-
conclude con un’esortazione: “Artisti euro- mento, in parallelo a quanto avviene nei di-
pei, calligrafi giapponesi, il nostro punto di in- pinti, quali ad esempio Senza titolo (Alfabe-
contro non è nelle fonti formali, bensì nell’i- to)91, in cui gli strati di colore sovrapposti e al-
dentico tentativo di discesa e risalita, immer- lo stesso tempo cancellati sono aggregati su
sione commovente verso una perla luminosa una superficie materica che si fa più spessa.
e comune. Le stesse intenzioni ci attirano, lo Ciò dimostra come, in una fase di forte speri-
stesso desiderio: ritrovarsi di fronte a un trat- mentazione e messa in discussione della pro-
to che rappresenti le nostre possibilità di pen- pria pratica artistica, Scanavino tenti un ag-
siero e di azione”88. Altra fonte d’immediato giornamento partendo proprio dalle sollecita-
contatto tra Scanavino e la calligrafia orienta- zioni di questo fervido clima internazionale,
le è l’esposizione Il Gesto89 che presenta al utilizzando la lettera come supporto di speri-
pubblico milanese opere del gruppo Bokuzin- mentazione visuale e manifestazione della
Kai. Nel numero dell’omonima rivista dedica- propria autenticità creativa.
to all’esposizione, Tsutomu Izima pubblica il
già citato articolo dedicato alla Calligrafia
giapponese e il gruppo Bokuzin-Kai. Scorren-
do le prime righe del testo, si è introdotti su-
bito nell’origine degli ideogrammi, nella loro
iniziale dipendenza dal dato naturale e nel
progressivo allontanamento dalla fenomeno-
logia oggettuale in favore di un’astrazione più
tipica delle convenzioni del linguaggio. Il sin-
golo segno diviene così portatore di una eco
intimamente legata alla soggettività dell’arti-
sta, alla cui personalità è affidato il compito di
elevare l’ideogramma da scrittura quotidiana
a forma d’arte. In questo processo di “asce-
si” del linguaggio a dignità artistica, esiste un
filo sottile con il processo di astrazione attua-
to da Scanavino negli anni cinquanta, in quel-
l’osservazione concentrata della natura, degli
oggetti, del paesaggio. Dal carteggio qui pub-
blicato emerge come la mostra Il Gesto e la
rivista non hanno lasciato indifferente Scana-
vino, il quale scrive a Jaguer di aver visitato
l’esposizione alla quale “mi rincresce non
aver esposto anch’io”90.
È molto probabile pertanto che Scanavino ab- 19. Pierre Alechinsky, Au delà de l’écriture,
bia composto questo disegno ispirandosi di- in “Phases”, n. 2, marzo 1955, p. 28

45
Le sei di sera. Scanavino, Wols, Bryen

…quando l’apparire delle cose


(questa cosa che si trasformava e diventava coscienza),
quando questo mistero coincideva con me stesso,
in quel momento io trovavo le ragioni del mio gesto92

Così scriveva Jaguer a Scanavino il 7 luglio


1955: “Hai degli alleati importanti in due tra
gli artisti più difficili: Hérold e Bryen. […]
Bryen, quando è venuto a casa mia l’altro
giorno, ha rivisto la grande gouache che mi
hai dato e che era stata esposta a ‘Phases de
l’art contemporain’. Osservandola, mi ha
chiesto di mostrargli tutte le tue opere in mio
possesso. Non appena terminata la discus-
sione, ha dichiarato che ‘dopo Wols non ave-
va mai visto niente che lo soddisfacesse a tal
punto!’. Non so se ti rendi conto dell’elogio
che rappresenta, da parte di un uomo così
esigente […]. Inoltre Bryen mi ha promesso
di scrivere un testo su di te il giorno che farai
20. China su carta, 1955, 28,5 x 20,5 cm.
una mostra. Dato che egli è anche uno scrit-
Collezione privata
tore importante, credo sia un’ottima opportu-
nità”93. Quando Camille Bryen (fig. 23) ha l’oc-
casione di vedere per la prima volta le opere
di Scanavino a casa di Jaguer, ne rimane dun-
que sinceramente colpito. Oltre a essere il
pittore per il quale Michel Tapié ha usato per
la prima volta la definizione informel, Bryen è
l’artista che ha vissuto l’informale come “un tato avanti una ricerca molto simile dal punto
campo d’esperienza totalmente nuovo e nel di vista formale a quella che Scanavino con-
quale poteva trovare sia un prolungamento duceva dalla fine del 1953 al 1955. Quindi, ol-
dei suoi sensi e del suo pensiero, che una ma- tre che la vicinanza con Wols, Bryen avverte
niera totale di essere”94. Le opere che Bryen un’empatia tra il suo fare pittorico e le opere
guarda affascinato sono sicuramente riferibili di Scanavino.
al biennio 1954-1955, quelle cioè in cui Sca- Con una certa probabilità, la contiguità che
navino affronta il supporto creando delle Bryen intuisce tra Wols e Scanavino non è so-
strutture piuttosto compatte e che sembrano lo di natura formale. Sembra quasi che egli ar-
galleggiare nello spazio, a volte centrali ri- rivi a comprendere che esiste, almeno in que-
spetto alla tela o al foglio, altre volte legger- sta fase del lavoro dell’artista, una vera e pro-
mente decentrate, in cui il segno si intreccia pria affinità e un modo di procedere dall’ela-
a formare una griglia frammentata e fluttuan- borazione mentale alla pittura che riletto oggi
te, in continuo movimento e divenire. Alcune con una certa distanza storica appare di strin-
delle tele riferibili a questo periodo sono Fluo- gente interesse. La passione per la traccia in-
rescenza del 195395, L’abbraccio del 1954 (fig. cisiva e graffiante del pittore tedesco è testi-
1) e Senza titolo del 195496. È importante ri- moniata in una lettera che Scanavino scrive a
cordare che lo stesso Bryen, in un periodo Jaguer e nella quale ammette che “questa vi-
che va dalla fine degli anni quaranta alla se- cinanza con Wols io stesso ho potuto control-
conda metà degli anni cinquanta, aveva por- larla specie nel segno, in lui così magico”97.

46
Wols e Scanavino hanno entrambi lasciato
come testimonianza della loro poetica, non
soltanto opere dalle referenze esplorative in-
tese come verifica della propria soggettività
continuamente sondata, ma anche una serie
di aforismi e pensieri che, se accostati, pre-
sentano forti analogie e dimostrano come un
processo di pittura astratto possa essere ri-
condotto tanto alle idee che circolavano in
quegli anni, quanto a una sensibilità sottile e
a fonti sicuramente comuni. Entrambi, dun-
que, attingono alla profondità dell’essere, ri-
velatrice dell’oggettività dell’esistenza. Im-
mergersi in se stessi ed esplorare a volte do-
lorosamente il proprio “io” significa, tanto per
Wols che per Scanavino, vivere l’atto del di-
pingere come necessità imprescindibile, co-
me condizione assoluta dell’esistenza stessa.
Rileggendo e interrogando le testimonianze
scritte, i documenti soggettivi98, è possibile ri-
costruire un dialogo ideale che presenta inte-
ressanti punti di tangenza:
Wols: “Se tu riuscissi a vedere nel più pro-
fondo di ogni cosa, vedresti che è la stessa
del tuo proprio io. Ma è possibile vedere nel
più profondo, sentirlo, amarlo?”99.
Scanavino: “Se non fosse così non sentirei il
bisogno di guardare nel piccolo, nell’infinita-
mente piccolo e tradurre in immagini la vita in- 22. China su carta, 1955, 10,5 x 10 cm.
tima delle cose […]. Uomo – terra – cielo, og- Collezione privata

21. China su carta, 1955, 18,5 x 26,5 cm.


Collezione privata

47
23. Da sinistra a destra: Camille e Louysette Bryen, Simone ed Édouard Jaguer, estate 1952.
Paris, Archives Édouard Jaguer

48
gi si guarda con occhi nuovi, si entra nei tes- trinseco nelle sue stesse modalità. E su que-
suti connettivi, si osserva al microscopio […]. sta superficie […] avviene la registrazione de-
Non vi sono più cose sconosciute, ma vi sono cantata del fatto, dell’accadimento esistenzia-
cose incomplete: non siamo perché lo voglia- le”104. Allo stesso modo, se le immagini di
mo; ma domani forse non saremo perché non Wols appaiono ambigue e spesso illeggibili è
abbiamo voluto essere”100. perché esse si ispirano quasi completamente
Wols: “La dimensione del palmo è sacra. / Bi- all’universo interiore dell’artista. In Wols, la
sogna stringere ancora lo spazio. / I movi- rappresentazione di spazio e immagini sem-
menti delle dita e della mano bastano per bra dettata da un subcosciente che non ri-
esprimere tutto. / Un piccolissimo foglio può esce a liberarsi delle sue problematiche inter-
contenere il mondo”101. “In ogni istante / in ne, riversandole con forza nell’opera. Margit
ogni cosa / l’eternità è là”102. Rowell sostiene come nelle opere di Wols “il
Scanavino: “Il nascere assume delle volte un tempo, come lo spazio, sia un assemblage di
carattere meccanico, si spiritualizza con l’esse- momenti isolati di provenienza e colori affetti-
re e il meccanismo che compie questo evento vi diversi (come anche di ricordi e di percezio-
è un meccanismo conosciuto e sconosciuto ni immediate scelte attraverso il suo prisma
che è proprio dell’universo. […] L’uomo, l’ani- soggettivo) vissuti indifferentemente come
male, le piante, sono il frutto di tutto”103. presente, radicalmente attualizzato, senza co-
Siamo di fronte a una manifesta espressione erenza logica e senza continuità. L’artista non
dell’esistenzialismo in pittura, con punti di riconosce né un tempo esteriore a lui (crono-
tangenza in Jean-Paul Sartre ma ancor prima logico), né il tempo assoluto, eterno del De-
nella Fenomenologia della percezione di Mau- stino”105. La descrizione formale della Rowell
rice Merleau-Ponty, in cui il filosofo sostiene si avvicina moltissimo ad alcuni pensieri di
come il corpo sia la condizione primaria del- Scanavino appuntati tra il 1955 e il 1956: “Gli
l’esistenza umana e dell’attività mentale e atti e le azioni si compiono conseguentemen-
quindi intellettuale. Frasi come: “Il corpo è la te, non vi sono atti temporali, distanza tra un
nostra collocazione nel mondo”, “Non sono atto e l’altro, perché il tutto si compie, come
nello spazio e nel tempo, non penso lo spazio potrei dire, alla velocità di miliardi al secondo,
e il tempo, io sono con lo spazio e col tempo, cioè non è possibile la misura. E lo stato di pri-
il mio corpo si adatta a loro e li abbraccia”, “io ma e dopo e durante”106.
non sono davanti al mio corpo, io sono nel Riguardo all’altra fonte d’ispirazione, è ri-
mio corpo, o meglio, io sono il mio corpo”, scontrabile un’innegabile corrispondenza con
non possono non far venire in mente il “di- alcune delle pagine più intense della Nausea
pingo perché esisto” di Scanavino. di Jean-Paul Sartre. Non si può non pensare
Probabilmente è questo sentire tradotto in ad Antoine Roquentin, protagonista del ro-
immagini che la sensibilità di Bryen riconosce manzo sartriano, e al capitolo intitolato Le sei
nelle opere di Scanavino, in cui individua la già di sera, senza avvertire un’affinità con le an-
complessa elaborazione spaziale e il gioco notazioni che Scanavino appunta in quegli an-
prospettico dei piani paralleli alla superficie, ni. Scrive Sartre: “La radice del castagno s’af-
che costituiscono la tensione tra lo spazio pie- fondava nella terra, proprio sotto la mia pan-
no e il vuoto. In questo biennio cruciale per la china. Non mi ricordavo più che era una radi-
precisazione della sua poetica Scanavino arri- ce. Le parole erano scomparse, e con esse, il
va alla definizione di un impianto prospettico significato delle cose, i modi del loro uso, i te-
solido anche se sempre dissimulato dai nu- nui segni di riconoscimento che gli uomini
merosi punti di fuga, così da far emergere hanno tracciato sulla loro superficie. Ero se-
una profondità senza confini. Notava Crispolti duto, un po’ chino, a testa bassa, solo, di
nel 1957, che “il dipinto di Scanavino non po- fronte a quella massa nera e nodosa, del tut-
stula una diversa e ben configurata natura di to bruta, che mi faceva paura. E poi ho avuto
spazio alla situazione spazio-temporale esi- questo lampo di illuminazione. […] d’un trat-
stenziale, ma vi si connette come termine in- to era lì, chiaro come il giorno: l’esistenza si

49
era improvvisamente svelata. Aveva perduto stessa della vita. È Scanavino, infatti, a so-
il suo aspetto inoffensivo di categoria astrat- stenere: “Se io guardo attentamente un
ta, era la materia stessa delle cose, quella ra- bambino, non ho desiderio di ritrarlo, ma di
dice era impastata nell’esistenza. O piutto- tradurlo; questa apparente traduzione non è
sto, la radice, le cancellature del giardino, la altro che il moto immediato che ho verso di
panchina, la rada erbetta del prato, tutto era lui”112. Non si vuole con questo proporre una
scomparso; la diversità delle cose e la loro in- lettura univoca e circoscrivente dell’artista,
dividualità non erano che apparenza, una ver- quanto più riportare alla luce un peculiare mo-
nice. Questa vernice si era dissolta, restava- do di sentire caratteristico di un periodo della
no delle masse mostruose e molli in disordi- sua attività, già vivo a partire dalla fine degli
ne – nude, d’una spaventosa e oscena nudi- anni quaranta ma che trova il suo apice in pit-
tà”107. Questo brano, tra i più noti dello scrit- tura in questi anni. Del resto, questo è per
tore francese, sembra proprio la giusta chia- Scanavino un periodo di continua esegesi del
ve di lettura per cercare di penetrare una tra proprio fare. “Ho dipinto e sono abbastanza
le possibili sfaccettature della poetica di Sca- soddisfatto. Vado via via chiarendomi”113,
navino in questi anni. La prima traduzione ita- scrive a Jaguer, quando solo pochi mesi pri-
liana della Nausea, pubblicata nella collana “I ma aveva detto a proposito delle sue opere:
Coralli” dalla casa editrice Einaudi, risale al “Mi accorgo però che il pubblico è imprepa-
1948. Inoltre, non vanno trascurate da una rato a ricevere queste cose”114. Non è solo
parte le esortazioni alla lettura ricevute al li- questo l’aspetto della poetica di Scanavino ad
ceo artistico di Genova da parte di Mario Ca- attirare Jaguer. La “radicalità esistenziale”
longhi, professore di matematica, a cui Sca- della pratica scanaviniana, va a inserirsi e a
navino resterà affezionato nel tempo, e dal- trovare punti di contatto nel dialogo che Ja-
l’altra il soggiorno dell’artista in Francia nel guer aveva avviato in Francia già prima del-
1947, dove entra inevitabilmente in contatto l’avventura Phases. Il poeta aveva avuto, in-
con queste sollecitazioni. Vi è, infatti, in Sca- fatti, una partenza surrealista, riuscendo a
navino, già negli anni 1948-1950, un germo- porsi quasi subito in posizione di contrappo-
glio di questa consapevolezza, quando ap- sizione dialettica riguardo al movimento e
puntava sensazioni riferite all’esistenza pen- promuovendo, prima con “Rixes” e poi con
sando all’uomo “che se riuscirà ad avere una “Phases”, almeno fino alla fine degli anni cin-
misura interiore, riuscirà anche a trovarsi”108. quanta, un confronto tra artisti le cui ricerche,
Rileggendo i suoi scritti, si può seguire lo svi- differenti tra loro, avevano in comune una
luppo progressivo di questa cognizione. Nel pratica dell’astrazione, tra surrealismo e in-
biennio 1955-1956 Scanavino afferma di di- formale, in cui l’automatismo aveva un ruolo
pingere “per poter far coincidere me stesso fondamentale. Ed ecco che l’incontro con la
e trovare nell’atto un terzo equivalente”109, in pittura di Scanavino, contraddistinta in quegli
cui il terzo equivalente è presumibilmente l’e- anni da “una possibilità immediata di rappor-
sistenza stessa, mentre negli stessi anni arri- to emozione-scrittura […] rappresa e signifi-
va a maturare la consapevolezza che “nell’at- cata in scansioni veramente a volte quasi si-
to del dipingere prendevo coscienza di esi- smografica della libera scrittura”115, trovava in
stere”110, insistendo più avanti, quasi come Jaguer un estimatore attento e consapevole.
un monito per se stesso: “Riuscire ad arriva- Ancora una volta, i versi del poeta pubblicati
re attraverso la pittura prima di tutto alla co- sul pieghevole della mostra del 1955 alla Gal-
scienza di esistere”111. La consapevolezza leria del Naviglio, trovano una sintonia con
dell’esistenza da riportare sulla tela si traduce l’arte di Scanavino, cristallizzando parte della
in Scanavino nella poetica del segno. È attra- sua coscienza percettiva: “Dès qu’il sut voir,
verso il segno che il pittore percepisce la real- l’homme put enfin vivre, et c’est seulement
tà, che la traduce. Il segno è il filtro attraver- alors qu’il découvrit l’existence et la significa-
so il quale il pittore vede e sente il mondo, di- tion de la Fête continuelle et totale des élé-
venendo anche il tramite per la percezione ments qui lui devinrent amis”116.

50
1
Sulla storia della galleria cfr. F. Villemur, B. Pietrzak, Paul zo 1955, p.n.n. Cfr. Carteggio, lettera n. 13, note 1-2, p. 124.
Facchetti, Le Studio. Art informel et Abstraction lyrique, 21
Cfr. Carteggio, lettera n. 15, pp. 68-69.
Actes Sud, Paris 2004. 22
“C’est là, à mon avis, un nouveau pas très important sur
2
J. Pierre, La seconde Guerre mondiale et le deuxième la route sans cesse plus magique de ta création : dans ces
souffle du surréalisme, in Paris-Paris. 1937-1957, a cura di sculptures, tu donnes, d’après moi, un nouvel espace de fé-
P. Hulten, Paris, Centre George Pompidou, 1981 (edizione condité amoureuse aux poignantes noces de la vie et de la
originale Editions Gallimard - Centre George Pompidou, mort; j’ai l’impression que la courbe de ta peinture, d’après
Paris 1981), Paris 1992, pp. 199-213. la reproduction que j’ai vue, s’infléchit d’ailleurs à peu près
3
Si veda, ad esempio, il caso di Jean Dubuffet che rifiuta- parallèlement […]”. Cfr. Carteggio, lettera n. 33, p. 83.
va la definizione di “Arte Informale”. Cfr. E. Crispolti, Sulla 23
Cfr. Carteggio, lettera n. 37, p. 87.
radicalità esistenziale dell’Informale, in Informale. Jean 24
Si tratta della mostra Scanavino, Roma, Galleria d’arte
Dubuffet e l’arte europea 1945-1970, a cura di L.M. Bar- Selecta, 9-18 aprile 1957, presentazione in catalogo di Gui-
bero, Modena, Foro Boario, 18 dicembre 2005 - 9 aprile do Ballo. Cfr. Carteggio, lettera n. 2, nota 2, p. 121.
2006, Skira, Milano 2005, pp. 39-40. 25
“Je travaille beaucoup parce que j’avais à terminer les ta-
4
In una lettera, Sergio Dangelo riferisce a Emilio Scanavi- bleaux pour ma [sic] exposition personnel que auvrà [sic] à
no la possibilità di inviare un’opera al Museo di Stato di Co- Rome le 6 de avril, et à la fois je travaille pour la Triennale
penaghen su iniziativa di Asger Jorn, ulteriore testimo- de Milano”. Cfr. Carteggio, lettera n. 49, p. 98. Si tratta del-
nianza di quanto quest’ultimo fosse attivo e cercasse di co- la XI Triennale, Milano, Palazzo della Triennale, dicembre
involgere i suoi colleghi nelle nuove iniziative. Lettera di 1957 - gennaio 1958.
Sergio Dangelo a Emilio Scanavino, datata 10 maggio 1954 26
Cfr. Carteggio, lettera n. 54, p. 102.
(A.S., Milano). Cfr anche lettera n. 1 di questo carteggio e 27
Cfr. Carteggio, lettera n. 57, pp. 105-106.
note, pp. 58-59, 119. Sugli Incontri Internazionali della Ce- 28
Cfr. Carteggio, lettere nn. 49-50 e relative note, pp. 98-
ramica ad Albisola, cfr. lettera n. 1, nota 1, p. 119. 99, 132.
5
Cfr. Baj-Jorn. Lettres 1953-1961, a cura di E. Baj e M. Fré- 29
Cfr. Carteggio, lettera n. 53, pp. 100-102.
churet, Collection “Les Correspondances”, St. Etienne 30
Cfr. Carteggio, lettera nn. 36 e 39, pp. 86, 89.
1989. 31
Cfr. Carteggio, lettera n. 41, nota 1, pp. 129-130.
6
“J’avais vu dans cette double conjonction Baj-Jorn et Ta- 32
Cfr. Carteggio, lettera n. 63, p. 113.
pié-Dova une sorte de signe du destin indiquant que l’un 33
Cfr. Carteggio, lettera n. 63, nota 4, p. 135.
des axes de rotation de la ‘nouveauté plastique’ passait 34
E. Scanavino in G.M. Accame, Scanavino. Disegni e scrit-
désormais de l’Italie”. E. Jaguer, Cobra au cœur du XXème ti cit., p. 139.
siècle, Galilée, Paris 1997, p. 74. 35
Su Carlo Cardazzo si veda Carteggio, lettera n. 2, nota 2,
7
“[…] De toutes les perspectives, nous sommes accourus p. 121.
pour venir ici, à Albisola, pétrir la glaise en forme d’hom- 36
Cfr. Carteggio, lettere nn. 8-9, pp. 65-66.
mes, de plantes et d’étoiles, et créer des monstres amis. 37
G. Giani, Spazialismo. Origini e sviluppi di una tendenza
Nous sommes venus, convoqués par le Hasard […]”. In artistica, Ed. Conchiglia, Milano 1956.
Asger Jorn in Italien Werke in Keramok, Bronze und Mar- 38
E. Jaguer, in Scanavino, Milano, Galleria del Naviglio, 21
mor, 1954-1972, a cura di U. Lehmann-Brockhaus, Silke- febbraio - 1 marzo 1955, p.n.n.
borg Kunstmuseum Verlag, Silkeborg 2007, p. 217. 39
Si veda nota 8.
8
Intervista di Édouard Jaguer a cura di chi scrive, Parigi, 40
G.M. Accame, Scanavino. Disegni e scritti cit., p. 136.
agosto 2004. 41
“Ce qui est drôle, c’est que simultanément avec le tien,
9
Cfr. Carteggio, lettera n. 1, p. 58. j’ai terminé la semaine dernière un long texte consacré à
10
Su Colette Allendy, si veda lettera n. 1, note 12 e 13, p. Jacques Hérold, l’un des cinq ou six peintres surréalistes
120. les plus connus et les les [sic] plus évolués ici (avec Ernst,
11
Su Karl-Otto Götz si veda lettera n. 4, nota 2, p. 122. Matta, Brauner et Hantaï). Je connais bien l’œuvre d’Hé-
12
“Heureusement, Dova passait justement à Paris ces rold, puisque ce dernier est mon ami depuis 1943 ! Je
jours-ci. J’ai longuement bavardé avec lui sur la peinture, pouvais passer de l’un à l’autre, de lui à toi, avec une ex-
et il m’a semblé qu’il avait une grande estime pour ton œu- trême aisance, car les affinités entre vos deux œuvres
vre et pour toi-même”. Cfr. Carteggio, lettera n. 4, p. 60. sont nombreuses, et les différences passionantes”. Cfr.
13
“Je vous signale que Drouin a été vivement intéressé Carteggio, lettera n. 7, pp. 62-63.
par votre gouache”, cfr. Carteggio, lettera n. 10, p. 66. 42
Scanavino. Catalogo generale, vol. I, n. 1954-13, p. 58.
14
“Les artistes étrangers semblent n’avoir d’existence 43
M. Butor, Hérold, in Le musée de poche, Georges Fall,
que lorsqu’ils viennent s’installer à Paris”. G. Monnier, Paris 1964, p. 8, cit. in A. Schwarz, Jacques Hérold: le im-
L’art et ses institutions en France, (edizione originale Galli- pronte dei sogni, in L’avventura surrealista. Amore e rivo-
mard, Paris 1995), Paris 2003, p. 328. luzione, anche, Erre Emme Edizioni, Bolsena (Viterbo)
15
Cfr. Carteggio, lettera n. 5, p. 61. 1997, p. 120.
16
E. Jaguer, Pourquoi “Phases de l’art contemporain”, in 44
Cfr. Carteggio, lettera n. 20, p. 72.
“Phases”, n. 2, Paris, marzo 1955, p. 1, trad. in E. Crispolti, 45
“Il faut que je regroupe toutes les photos que je possè-
L’informale. Storia e poetica, Carucci Editore, Assisi-Roma de de toi (maintenant, il y en a au moins 50) afin de voir cel-
1971, vol. IV, pp. 211-214, cfr. in Appendice, pp. 139-142. les qui sont les plus typiques”. Cfr. Carteggio, lettera n. 15,
17
Ivi. p. 69; e anche “D’une part, celles que j’ai choisies pour la
18
Ivi. monographie, mais desquelles tu pourras en retrancher
19
“[…] Scanavino qui, par d’extrêmes transparences nous une si elle te semble moins intéressante, d’autre part, les
conte une intime et absolue réalité”. S. Dangelo, L’expé- photos que je rejette au contraire, comme étant moins si-
rience spatiale en Italie, in “Phases”, n. 2, Paris, marzo gnificative, mais parmi lesquelles tu pourras naturellement
1955, pp. 45-48. en reprendre une si elle te semble utile”, cfr. Carteggio,
20
Lista delle opere in mostra, in “Phases”, n. 2, Paris, mar- lettera n. 16, p. 70.

51
46
A questo proposito, si segnala come il titolo destinato in bien ennuyeux pour lui, puisqu’il ne participe pas à l’expo
origine alla raccolta di poesie, L’inquietudine come risorsa, (mais toi, pour les mêmes raisons idiotes, tu ne participais
sia stato utilizzato da Rachele Ferrario come titolo di uno pas à ‘Il Gesto’)”. Cfr. Carteggio, lettera n. 31, p. 81.
dei capitoli del libro Scanavino e Crispolti cit., senza che 67
“Le mois dernier, j’ai d’ailleurs écrit à Scanavino pour lui
peraltro l’autrice ne abbia citato la fonte. dire que tu serais très heureux de le voir emmener le re-
47
G.M. Accame, Scanavino. Disegni e scritti cit., p. 133. stant des choses qui sont encore chez toi […]. Il m’a ré-
48
R. Sanesi, Scanavino: la porta, il viaggio, in Scanavino, Al- pondu qu’il allait le faire très bientôt, qu’il pensait d’ailleurs
toruno/La Nuova Foglio Editrice, Macerata 1979, pp. 22-23. exposer la plus grande partie des œuvres ainsi mises par
49
Cfr. Carteggio, lettera n. 15, pp. 68-69. toi, obligeamment, à sa disposition”. Lettera di Édouard
50
Cfr. Carteggio, lettera n. 63, p. 113. Jaguer a Enrico Baj, datata Paris 25 marzo 1956, in A. San-
51
Sull’epistolario tra Jaguer e Baj si veda A. Sanna, Baj, Ja- na, Baj, Jaguer cit., p. 506. Queste considerazioni sono
guer cit. comprovate anche dall’epistolario tra Scanavino e Karl-Ot-
52
La corrispondenza tra Scanavino ed Enrico Baj è conser- to Götz che scrive all’amico che “Baj non ha mai risposto
vata presso l’Archivio Scanavino. alla mia richiesta di prestarle i miei monotipi”. Lettera di
53
A. S. Milano, Lettera di Emilio Scanavino a Enrico Baj, da- Karl Otto Götz a Emilio Scanavino, datata Francoforte sul
tata Genova, 19 aprile 1955 (velina). Meno, 28 febbraio 1956, A. S., Milano.
54
A. S. Milano, Lettera di Enrico Baj a Emilio Scanavino, da- 68
“Une chose que je déplore profondément, est l’absence
tata Milano, 23 aprile 1955. de mon ami Dova dans cette exposition. Jusqu’à nouvel
55
Cfr. Carteggio, lettera n. 17, p. 70. ordre, je considère que les meilleurs italiens parmi les jeu-
56
“Je trouve que Baj a fait là de fort beau travail et je re- nes sont toi-même, Dova et Baj. Mais je sais qu’il y a chez
grette d’autant plus ton absence dans cette exposition où vous et entre vous toutes sortes des petites querelles
on retrouve tout de même par ailleurs presque tous les sans gravité qui font qu’il n’est jamais possible de réunir
amis. Sur le plan affectif aussi cela me gêne, car j’ai une dans une expo tous le types valables!”. Cfr. Carteggio, let-
grande amitié pour Baj aussi et je regrette profondément tera n. 35, p. 86.
qu’une situation fausse se soit crée ainsi entre deux amis. 69
Cfr. Carteggio, lettera n. 37, p. 87.
J’espère que cela va s’arranger”. Cfr. Carteggio, lettera n. 70
“Ton monde de silence où le plus léger frottement – (un
20, p. 72. battement d’ailes suffit) – provoque un foisonnement de li-
57
Lettera di Édouard Jaguer a Enrico Baj, datata Paris, 11 gnes crispées et qui luttent entre elles en certains endroits
luglio 1955, in A. Sanna, Baj, Jaguer cit., p. 488. sur ta toile. Je vois très bien la couleur intervenir un jour,
58
Ivi. commencent par exemple par de petits vernis rouges qui
59
Lettera di Enrico Baj a Édouard Jaguer, datata Milano, 20 éclatent”. A. S., Milano, Lettera manoscritta di Corneille a
luglio 1955, in A. Sanna, Baj, Jaguer cit., pp. 489-490. Emilio Scanavino, datata Parigi, 7 ottobre 1958.
60
Ivi. 71
Ripubblicato in Appendice in questo volume, pp. 142-
61
A. S., Milano, Lettera di Enrico Baj a Emilio Scanavino, 144.
datata Milano, 25 gennaio 1955. 72
E. Jaguer, Che si accetti di perdersi, in 44. collettiva di ar-
62
Cfr. Lettera di Enrico Baj a Emilio Scanavino, non datata tisti spaziali, Genova, Galleria San Matteo, 16-24 maggio
(A. S., Milano). 1956, Agis - Stringa, Genova 1956.
63
Cfr. Carteggio, lettera n. 19, p. 71. 73
Cfr. Carteggio, lettera n. 38, pp. 87-88.
64
Pur non avendo mai aderito ufficialmente allo spaziali- 74
Cfr. Carteggio, lettera n. 53, pp. 100-102.
smo, Scanavino decide di chiamare così l’esposizione, 75
Su Pierre Restany si segnala, in questa stessa collana,
molto probabilmente per opporla a Il Gesto. Il numero 44, Pierre Restany. L’eco del futuro, a cura di L. De Domizio
invece, è riferito ai quarantaquattro partecipanti, che sono: Durini, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo (Milano) 2005.
Allosia, Arnal, Bacci, Bergolli, Bertini, Boille, Bryen, Buch- 76
Cfr. Carteggio, lettera n. 58, p. 106.
heister, Capogrossi, Corneille, Crippa, Deluigi, Donati, 77
Scanavino. Catalogo generale, vol. I, n. 1957-57, p. 106;
Dendal, Fontana, Götz, Hantaï, Hérold, Kujawski, Jean, n. 158 - 64, p. 131; n. 1970-41, p. 372.
Jenkins, Matta, Mesciulam, Messagier, Moranti, Navone, 78
C. Dotremont, Signification et Sinification de l’écriture, in
Nieva, Oberto, Österlin, Peverelli, Platschek, Pomodoro, “Cobra”, n. 7, Hollande, 1950, pp. 19-20.
Poujet, Saura, Scanavino, Schultze, Serpan, Sonderborg, 79
M. Seuphor, La calligraphie japonaise, in “Art d’Aujour-
Sottsass, Tabuchi, Tacchella, Wessel, Viseux, Zañartu. d’hui”, Paris, n. 8, 1954.
65
“Car la situation de l’art en ’56 est assez différente de ce 80
T. Izima, La calligrafia giapponese e il gruppo Bokuzin-Kai,
qu’elle était en ’48, quand ‘Cobra’ est né (et j’ai assisté à sa in “Il Gesto”, n. 1, Milano, 1955.
naissance), et je crains qu’une telle résurrection, survenant 81
È stato possibile visionare questa rivista e quella prima
maintenant, réveille en même temps des vieilles querelles citata, “Bokubi”, nell’Archivio Crispolti Arte Contempora-
qui n’ont plus aucune raison ni nécessité objectives aujour- nea a Roma.
d’hui, alors qu’un commencement d’unité se manifeste en- 82
Les Rapports de la calligraphie extrême-orientale et de la
tre les différentes tendances que l’on croyait autrefois, à peinture non figurative lyrique, conferenza tenuta all’Une-
tort, antinomiques”. Cfr. Carteggio, lettera n. 33, p. 84. sco l’11 giugno 1956, poi in G. Mathieu, De la Révolte à la
66
“J’ai d’ailleurs l’impression que Baj ne t’a pas tout mon- Renaissance. Au-delà du Tachisme, Gallimard, Paris 1972,
trée, car tu me dis par exemple que tu as un Götz et un Vi- pp. 197-203.
seux, alors qu’il y avait chez Baj SIX Götz et TROIS Viseux. 83
“Le seul peintre préoccupé d’instaurer un langage per-
Maintenant, peut-être as-tu déjà fait un choix et as-tu pris sonnel et rigoureux est Scanavino”. G. Mathieu, Triomphe
que ce qui convenait vraiment? En tous cas, si ce n’est pas de l’abstraction lyrique, in De la Révolte à la Renaissance
ça, tu peux réclamer de ma part à Baj les œuvres qui te man- cit., p. 97.
quent pour les types que je viens de citer. Je viens d’écrire 84
In merito a Gastone Novelli, Pia Vivarelli aveva già nota-
un gros livre sur lui, il peut très bien faire ça pour moi (je vais to influenze dall’arte estremo-orientale. Si veda Gastone
d’ailleurs lui écrire moi-même) quoique ce soit évidemment Novelli, a cura di P. Vivarelli, Mantova, Galleria Il Segno, 9

52
novembre 1999 - 31 gennaio 2000, Corraini Editore, Man- 97
Cfr. Carteggio, lettera n. 24, p. 76.
tova 1999, pp. 7-8. 98
“[…] indicativi rispetto al loro orientamento ideologico,
85
F. Maraini, Il segno della scrittura giapponese, in “L’E- psicologico e immaginativo”. E. Crispolti, Come studiare
sperienza Moderna”, n. 1, Roma, aprile 1957, pp. 15-17. l’arte contemporanea, Donzelli Editore, Roma 1997
86
P. Alechinsky, Au delà de l’écriture, in “Phases”, n. 2, (20053), p. 147.
marzo 1955, pp. 27-31. 99
“Si tu réussissais a voir jusqu’au fond d’une chose, tu
87
“La pratique manuelle de l’écriture et la connaissance in- verrais qu’il est le même que celui de ton propre moi. Mais
stinctive du dessin sont tellement développées, la calligra- est-il possible de voir jusqu’au fond, le sentir, l’aimer?”.
phie revêt parfois un sens si élevé qu’il ne faut pas s’éton- 100
G.M. Accame, Scanavino. Disegni e scritti cit., p. 133.
ner de voir le Japonais accrocher à ses murs des signes 101
“La dimension de la paume est sacrée. / il faut serrer en-
calligraphiques […]. Élément d’évocation si puissant et au- core l’espace. / les mouvements des doigts et de la main
tonome, qu’il réunit à lui seul suffisamment de conditions suffisent pour exprimer tout. / Une toute petite feuille peut
pour inspirer une contemplation enrichissante”. P. Ale- contenir le monde.” Wols citato in H.P. Roché, Ecrits sur
chinsky, Au-delà de l’écriture cit., p. 29. l’art, a cura di S. Fauchereau, Editions André Dimanche,
88
“Artistes européens, calligraphes japonais, notre point de Marseille 1998.
rencontre ne se situe pas aux sources formelles mais dans d’i- 102
“À chaque instant / dans chaque chose / l’éternité est
dentiques tentatives de descente et de remontée, plongée là”, in E. Crispolti, L’Informale. Storia cit., vol. IV, p. 42.
émouvante vers une perle lumineuse et commune”. Ivi, p. 30. 103
G.M. Accame, Scanavino. Disegni e scritti cit., p. 138.
89
Cfr. pp. 39 sgg. 104
E. Crispolti, Un testo destinato inizialmente a “Notizie”
90
Cfr. Carteggio, lettera n. 19, p. 71. 1958, 1959, in R. Ferrario, Scanavino e Crispolti cit., p. 111.
91
Scanavino. Catalogo generale, vol. I, n. 1955-14, p. 73. 105
“Son temps comme son espace sera donc un assembla-
92
G.M. Accame, Scanavino. Disegni e scritti cit., p. 135. ge de moments isolés de provenances et de couleurs af-
93
“Tu as deux alliés de poids en la personne de deux des fectives diverses (aussi bien des souvenirs que des percep-
peintres les plus difficiles: Hérold et Bryen. […] Quant à tions immédiates saisies à travers son prisme subjectif) vé-
Bryen, quand il est venu à la maison l’autre jour, il a revu la cus indifféremment comme présent, radicalement actuali-
grande gouache que tu m’as donnée et qui avait été expo- sé, sans cohérence logique et sans continuité. L’artiste ne
sé à ‘Phases de l’art contemporain’. En la regardant, il reconnaît ni un temps extérieur à lui (chronologique) ni le
m’a demandé de lui montrer tous ce que je possédais de temps absolu, éternel, du Destin”. M. Rowell, La peinture,
toi ou sur toi. Et une fois la petite séance terminée, il a dé- le geste, l’action. L’existentialisme en peinture, Ed. Klinck-
claré que ‘depuis Wols il n’avait jamais rien vu qui le sati- sieck, (edizione originale Paris 1972), Paris 1985, p. 75.
sfaisait à ce point!’. Je ne sais pas si tu te rends bien 106
G.M. Accame, Scanavino. Disegni e scritti cit., p. 136.
compte de l’éloge que cela représente, de la part d’un type 107
J.P. Sartre, La Nausea, (edizione originale Gallimard, Pa-
aussi exigeant […], mais pour moi qui le connais depuis dix ris 1948), Einaudi, Torino 1990, pp. 171-172.
ans et qui connais son œuvre […], cela me semble très in- 108
E. Scanavino, in G.M. Accame, Scanavino. Disegni e
téressant pour toi”. Cfr. Carteggio, lettera n. 20, p. 72. scritti cit., p. 133.
94
“Un champ d’expérience totalement neuf et il pouvait 109
Ivi, p. 135.
voir là à la fois un prolongement de ses sen set de sa pen- 110
Ivi, p. 137.
sée et une façon totale d’être”. J. Boutet-Kapéra, Camille 111
Ibidem.
Bryen, peintre informel, in Camille Bryen à revers, a cura di 112
Ivi, p. 142.
V. Rousseau, Nantes, Musée des Beaux-Arts, 31 ottobre 113
Cfr. Carteggio, lettera n. 23, p. 75.
1997 - 30 marzo 1998, Somogy Editions d’Art, Paris 1997. 114
Cfr. Carteggio, lettera n. 12, p. 67.
95
Scanavino. Catalogo generale, vol. I, n. 1953-28, p. 54. 115
E. Crispolti, Un testo destinato inizialmente cit., p. 112.
96
Ivi, vol. I, n. 1954-40, p. 63. 116
E. Jaguer, in Scanavino, cit.

24. Pane, terracotta smaltata, 1974, tiratura 1/50,


16 x 30 x 20 cm. Parigi, Collezione Édouard Jaguer

53
Carteggio
Scanavino - Jaguer 1954-1969

Quelle drôle de chose que le « mouvement » de notre correspondance !


Presque à chaque courrier, il y a synchronisme,
et c’est d’autant plus amusant que nous ne nous écrivons que de temps en temps ;
tout se passe comme si à un moment donné un diable quelconque nous chuchotait
à l’un et à l’autre qu’il est temps d’écrire, et aussitôt, comme s’il appuyait sur un bouton,
voilà mon Scanavino et mon Jaguer qui se dirigent vers leur machine à écrire !

Édouard Jaguer a Emilio Scanavino, Paris, 7 juillet 1955


Sequenza del carteggio

Interlocutori
Emilio Scanavino
Édouard Jaguer
Giorgina Scanavino
Simone Jaguer

Abbreviazioni
A. S. Archivio Emilio Scanavino, Milano
A. J. Archives Édouard Jaguer, Paris

1954
1. Lettera di Édouard Jaguer, non datata [12 novembre] A. S.
2. Lettera di Emilio Scanavino, 20 novembre A. J.; A. S.
3. Lettera di Emilio Scanavino, 13 dicembre A. S.
4. Lettera di Édouard Jaguer, 15 dicembre A. S.

1955
Biglietto di auguri di Emilio Scanavino a Édouard Jaguer
5. Lettera di Édouard Jaguer, 2 gennaio A. S.
6. Lettera di Emilio Scanavino, 14 gennaio A. S.
7. Lettera di Édouard Jaguer, con messaggio manoscritto di Asger Jorn, 23 gennaio A. S.
8. Lettera di Emilio Scanavino, 30 gennaio A. J.; A. S.
9. Lettera di Emilio Scanavino, 18 febbraio A. S.
10. Lettera di Simone Jaguer, 20 febbraio A. S.
11. Lettera di Simone Jaguer, 3 marzo A. S.
12. Lettera di Emilio Scanavino, 5 marzo A. S.
13. Lettera di Emilio Scanavino, 14 marzo A. S.
14. Lettera di Emilio Scanavino, 25 marzo A. S.
15. Lettera di Édouard Jaguer, 15 aprile A. S.
16. Lettera di Édouard Jaguer, 14 maggio A. S.
17. Lettera di Emilio Scanavino, 26 maggio A. S.
18. Lettera di Édouard Jaguer, datata “Lundi de la Pentecôte” A. S.
19. Lettera di Emilio Scanavino, 2 luglio A. J.; A. S.
20. Lettera di Édouard Jaguer con firma di Giguère, 7 luglio A. S.
21. Lettera di Emilio Scanavino, 23 luglio [con disegno e dedica] A. J.; A. S.
22. Lettera di Édouard Jaguer, 14 novembre A. S.
23. Lettera di Emilio Scanavino, 15 novembre A. J.; A. S.
Lettera di Édouard Jaguer a Emilio Scanavino
24. Lettera di Emilio Scanavino, 29 dicembre A. J.; A. S.

1956
25. Biglietto di auguri con disegno di Édouard Jaguer, non datato A. S.
26. Lettera di Édouard Jaguer, 19 gennaio A. S.
27. Lettera di Édouard Jaguer, 25 gennaio mattina A. S.
28. Lettera di Édouard Jaguer, dimanche après-midi A. S.
Lettera di Emilio Scanavino a Édouard Jaguer
29. Lettera di Édouard Jaguer, 31 gennaio A. S.
30. Lettera di Emilio Scanavino, 10 febbraio A. S.
31. Lettera di Édouard Jaguer, 14 febbraio A. S.
32. Lettera di Emilio Scanavino, 10 marzo A. J.; A. S.
33. Lettera di Édouard Jaguer, 13 marzo A. S.
34. Lettera di Édouard Jaguer, 20 marzo A. S.
Lettera di Emilio Scanavino a Édouard Jaguer
35. Lettera di Édouard Jaguer, 24 maggio A. S.
36. Lettera di Édouard Jaguer, 13 giugno A. S.

56
37. Lettera di Emilio Scanavino, 23 giugno A. J.; A. S.
38. Lettera di Édouard Jaguer con un messaggio di André-Poujet, 15 luglio A. S.
39. Lettera di Édouard Jaguer, 12 settembre A. S.
40. Lettera di Emilio Scanavino, 24 settembre A. J.; A. S.
41. Lettera di Édouard Jaguer, 29 settembre A. S.
42. Lettera di Emilio Scanavino, 13 ottobre A. J.; A. S.
43. Lettera di Emilio Scanavino, 3 dicembre A. J.; A. S.
44. Lettera di Édouard Jaguer, non datata A. S.
45. Biglietto di Édouard Jaguer, 12 dicembre A. S.

1957
46. Lettera di Édouard Jaguer, 6 gennaio A. S.
47. Lettera di Édouard Jaguer, 10 febbraio A. S.
48. Lettera di Édouard Jaguer, 4 marzo A. S.
49. Lettera di Emilio Scanavino, 13 marzo A. J.; A. S.
50. Lettera di Emilio Scanavino, 31 marzo A. J.; A. S.
51. Lettera di Emilio Scanavino, 3 maggio A. J.; A. S.
52. Lettera di Giorgina Scanavino, 25 giugno A. J.; A. S.
53. Lettera di Édouard Jaguer, 19 luglio A. S.; A. J.
54. Lettera di Emilio Scanavino, 6 settembre A. J.; A. S.
55. Lettera di Édouard Jaguer, 28 settembre A. S.; velina A. J. datata 27 settembre
56. Lettera di Emilio Scanavino, non datata A. J.
57. Lettera di Emilio Scanavino, 29 ottobre A. J.; A. S.
58. Lettera di Édouard Jaguer, 5 novembre A. S.
59. Lettera di Emilio Scanavino, 12 novembre A. J.; A. S.

1958
60. Lettera di Emilio Scanavino, 5 gennaio A. J.; A. S.
61. Lettera di Édouard Jaguer, 2 marzo A. S.; A. J.
62. Lettera di Emilio Scanavino, 5 marzo A. J.; A. S.
Lettera di Édouard Jaguer a Emilio Scanavino, 31 maggio
63. Lettera di Édouard Jaguer, 14 novembre A. S.; A. J.
64. Lettera di Emilio Scanavino, 16 dicembre A. J.

1959
65. Lettera di Emilio Scanavino, 26 maggio A. J.; A. S.
66. Lettera di Emilio Scanavino, 30 giugno A. J.; A. S.

1968-1969
67. Lettera di Édouard Jaguer, 30 dicembre A. S.
68. Lettera di Emilio Scanavino, 15 gennaio A. S.

Nota
In corsivo, e non numerate, le lettere citate nell’epistolario ma non presenti in entrambi gli archivi.

Avvertenza alla lettura del Carteggio


Là dove non indicato in corsivo, le sottolineature
del testo sono eseguite con la macchina da scrivere.
Alle lettere nn. 8, 40, 43, 49, 50, 51, 57, 59, 60, 62
si è preferito non correggere gli errori dovuti
alla scarsa familiarità dell’artista con il francese.
Le note al Carteggio iniziano a p. 119.

57
25. Scultura in terracotta, 1954, terracotta incisa, esemplare unico. Milano, Collezione privata

1954 je suis un peu dépourvu de documents photo-


graphiques vous concernant ; il faudrait m’en
1. Édouard Jaguer a Emilio Scanavino envoyer quelques-uns bien vite afin que je sois
en état de parer à toute éventualité, et aussi plu-
Lettera dattiloscritta non datata [12 novembre], sieurs exemplaires de votre catalogue avec re-
carta intestata “Phases. Cahiers internationaux production jaune et préface de Sassu5 ; le mien
de recherches littéraires et plastiques”, 1 foglio, a été sans doute perdu dans le voyage6, et je
r/v (A. S., Milano) voudrais de toute façon en disposer de quelques
exemplaires pour votre propagande dans les
Monsieur Emilio SCANAVINO pays non-latins !
3, via alla Ferrovia di Casella En dehors de ces histoires de travail décuplé de-
GÊNES puis la rentrée, au lieu du repos que j’escomp-
Cher, bien cher Scanavino, tais, il y a une autre raison pour laquelle je ne
vous ai pas écrit plus vite : c’est que je pensais
Voilà justement l’occasion de vous écrire – en toujours recevoir par poste les diapositifs que
profitant de l’envoi de ce tout récent document vous aviez promis de m’envoyer très vite afin
: catalogue de l’exposition Buchheister1. Il y a un que je puisse tranquillement préparer ma préfa-
certain temps que je voulais le faire, mais le ce7 en novembre et décembre pour votre expo
temps m’a manqué pour cela. Il y a encore beau- de janvier. Et nous sommes le 12 novembre,
coup d’expositions en perspective, vous le ver- cher Emilio, et je n’ai encore rien reçu ; et j’ai
rez, tout à l’heure, mais pas seulement cela, en- trois autres préfaces : Claude Georges8 Roel d’-
core beaucoup de travail en correspondance Hasse9 et Francisco Nieva10 à terminer aussi
avec l’étranger, en Suède pour une revue pour le 10 janvier ! Alors, le temps presse, et je
« sœur »2 de « Phases » que vont faire mes amis vous crie S.O.S., S.O.S., cher Emilio ! En même
poètes et peintres scandinaves ; en Argentine, temps, pensez à me retourner la maquette que
avec un énorme livre que prépare là-bas un aut- nous avions faite hâtivement ce mémorable soir
re de mes amis, Aldo Pellegrini3, introducteur du où nous sommes venus chez vous, afin que je la
surréalisme en Argentine, sur la peinture surréa- revoie mieux, et avec plus de temps, à la lumiè-
liste, informelle, et expressionniste abstraite re du choix que je ferai parmi les diapositifs.
dans tous les pays. À cette occasion, j’ai envoyé [volta] D’autre part, je veux vous avertir, cher
des photos de peintures de mon ami Emilio à ami, d’un nouveau projet d’exposition très ur-
Buenos-Aires et à Stockholm, presque toutes gent, auquel vous pourrez peut-être prendre
celles que vous m’aviez données4 ; maintenant, part. Dans quelques jours, vous recevrez une

58
lettre très officielle émanant du Comité d’Orga- voilà encore une autre occasion d’exposer à Pa-
nisation de l’Exposition-Vente « Polio »11. ris dès le mois de décembre, si vous voulez bien.
Je fais partie de ce Comité. Il s’agit d’une exposi- Alors, à tout de suite de vos nouvelles.
tion pour laquelle les artistes pressentis donnent Toujours amicalement vôtre ;
leurs œuvres. À la fin de l’accrochage, qui dure Édouard JAGUER
huit jours, et aura lieu à la Galerie Colette Allen- [a penna] Jaguer
dy12, à Paris, du 13 au 18 décembre, une vente aux
enchères des œuvres données sera faite, et le bé-
néfice de cette vente sera versé à l’association
« Polio »13, qui s’en servira pour venir en aide aux 2. Emilio Scanavino a Édouard Jaguer
anciens paralytiques et les aider à reprendre leur
place dans la société. Cette association d’entraide Lettera dattiloscritta, 1 foglio, aggiunte a penna
aux victimes de la poliomyélite a été fondée par blu (originale A. J., Paris; velina A. S., Milano)
mon excellent ami le poète Pierre Demarne14, qui
fut lui-même paralysé pendant deux ans par la pa- Genova, 20/11/1954
ralysie infantile. Cette exposition est en prépara- Carissimo Jaguer,
tion depuis plusieurs mois déjà, mais j’avais oublié
d’en parler aux amis italiens, nous avions tant à fai- Grazie di tutto!
re déjà… nous disposons des œuvres de Ernst, Contemporaneamente a questa lettera spedisco:
Miró, Hérold, Bryen, Alechinsky, Corneille, Geor- le fotografie, i cataloghi con la presentazione di
ges, K.O. Götz, Buchheister, Schultze, Nieva, Sassu1 e il catalogo approntato da lei quella sera.
etc… sans parler des « grands » comme Cha- Le foto che Le mando sono una piccola parte, spe-
gall, Picasso et Matisse. Je crois que cela peut-êt- dirò le altre non appena pronte; in base a queste
re très intéressant pour les camarades italiens intanto potrebbe già, se crede, iniziare la prefazio-
d’exposer à côté de leurs camarades des tendan- ne per il catalogo della mia mostra che è stata fis-
ces expérimentales des autres pays en une telle sata per il giorno 26 febbraio 1955 e come Lei già
exposition, qui vient en aide par la même occasion sa alla Galleria del Naviglio a Milano, diretta da Car-
à des gens durement éprouvés par une terrible dazzo2. Tenga presente che solo la sua prefazione
maladie. Comme la lettre officielle ne sera pas en- figurerà nel catalogo [sottolineato a penna].
voyée avant quelques jours encore, et que ce- A giorni spedirò i gouache3 per la mostra che si
pendant toutes les œuvres (petites peintures, terrà a dicembre a Parigi.
dessins, gouaches ou lithos au choix) doivent être È in preparazione un volumetto sulla mia pittura
remises à l’encadreur avant le 30 Novembre der- che uscirà per febbraio, anche di questo non ap-
nier délai et que je voulais de toute façon vous pena pronto mi farò premura di inviargliene una
donner de mes nouvelles, j’ai pensé que nous copia. A tal proposito vorrei dirle: che l’editore
pourrions gagner quelques jours en devançant la dopo questa mia pubblicazione ha intenzione di
lettre officielle par une autre, purement amicale, presentare degli artisti stranieri e Le sarei grato
pour vous mettre au courant. Si ce projet vous se mi farà avere fotografie e cataloghi di giovani
convient, je vous demanderais, mon cher Emilio, pittori e pubblicazioni da lei curate perché ho fat-
de me répondre tout de suite ; en même temps to, a tal proposito il suo nome, per cui spero che
qu’à vous, j’ai écrit à Baj15, Capogrossi16 et Dange- vi sarà una sua partecipazione per queste even-
lo, ainsi qu’à Jorn, pour les mêmes raisons, et je tuali pubblicazioni.
leur demande aussi de répondre très vite. Sono lieto per tutto quello che Lei fa per me, e
Cher Scanavino, nous nous souvenons avec spero di essere all’altezza in condizione di con-
émotion du temps passé chez vous17 ; je vou- traccambiare la sua stima [aggiunto a penna].
drais vous écrire une belle préface, pour cela il La prego di salutare la Sua signora, cordiali salu-
me faut un peu de temps et par conséquent que ti a Lei,
j’aie au plus vite les diapositifs. D’autre part, je [a penna] Scanavino
vous avais promis la participation à une grande
expo collective en mai (c’est toujours convenu) ; [aggiunto a penna] !P.S. Lavoro molto e spero

59
preparare una buona mostra 3. Emilio Scanavino a Édouard Jaguer

Lettera dattiloscritta, 1 foglio (velina A. S., Milano)

Genova, 13/12/1954
Caro Jaguer,

Non ho più ricevuto niente e desidererei sapere se


sono arrivate le mie tempere ed in quale stato.
La mostra si è inaugurata? Potrei avere un cata-
logo? Al più presto ti spedisco le nuove foto.
Saluti cari a te e alla Signora.

4. Édouard Jaguer a Emilio Scanavino

Lettera dattiloscritta, carta intestata “Phases.


Cahiers internationaux de recherches littéraires
et plastiques”, 1 foglio r/v (A. S., Milano)

Monsieur Emilio SCANAVINO


3, via alla Ferrovia per Casella
GÊNES

Paris, le 15 Décembre ’54


Cher Emilio,

Ne t’inquiète pas. Tes merveilleuses gouaches


sont bien arrivées1. J’ai été les chercher à la doua-
ne la semaine dernière, et je trouve que tu as en-
core fait de remarquables progrès.
C’est aussi l’opinion de mon ami allemand écrivain
et peintre K.O. Götz2, et de Dova, qui se trouvaient
chez moi le jour où j’ai rapporté le rouleau.
Si je ne t’ai pas écrit plus tôt (et je m’en excuse)
c’est premièrement parce que l’exposition
« Polio » de Demarne a été retardée et remise au
mois de Février, étant donné l’afflux considérable
d’œuvres de qualité que nous avons reçues. En
Décembre, le succès de la vente aurait risqué d’ê-
tre compromis par la proximité des fêtes, etc…
Tandis qu’en Février, nous serons plus tranquilles.
Toute l’organisation de l’histoire s’est trouvée na-
turellement décalée elle aussi. Voilà pourquoi tu
n’as encore reçu ni le catalogue, que nous n’impri-
merons qu’en Janvier ni la lettre officielle d’invita-
tion qui ne sera prête que la semaine prochaine.
Voilà les raisons collectives, en quelque sorte, de
mon silence. Il y [a] aussi des raisons personnelles,
tout à fait différentes. Si Demarne a retardé son ex-

60
[a penna] Jaguer
Édouard Jaguer

[dattiloscritto sul lato sinistro del verso del fo-


glio] P.S. POUR TES GOUACHES, DOIS-JE T’EN
RENVOYER 9 DÈS MAINTENANT, OU GARDER
PROVISOIREMENT LES 10 POUR LES MONT-
RER ?????? DIS-LE MOI.
position, les expositions et publications dont je
m’occupe personnellement, se trouvent toutes
[volta] avancées, et à cause de cela, je suis obligé
de mettre les bouchées doubles. Par exemple,
l’exposition de mon ami Francisco Nieva3 à la gale-
rie Creuze qui était préventivement convenue pour
le 20 Janvier a été avancée d’une semaine. Il a
donc fallu que je prépare mon texte, non pas une
semaine, mais trois semaines plus tôt que je ne le
pensais, à cause de la période des fêtes, gênantes
chez les imprimeurs. D’autre part, mes camarades
peintres et poètes suédois de « Salamander »4, la
revue scandinave sœur de « Phases », m’avaient
demandé une étude sur Dova5 pour le mois de
Mars. Voilà maintenant qu’ils veulent cette étude
AVANT NÖEL ! Heureusement, Dova passait jus-
tement à Paris ces jours-ci. J’ai longuement bavar-
dé avec lui sur la peinture, et il m’a semblé qu’il
avait une grande estime pour ton œuvre et pour
toi-même. J’ai terminé ma préface pour Nieva6 di-
manche dernier, et depuis lundi, je travaille à Dova.
Dans une heure, je me rends avec Nieva chez son
imprimeur, et dans une semaine, nous aurons son
catalogue. À l’heure où il paraîtra, j’aurai fini mon
étude sur Dova (le lendemain de Noël), et je com-
mencerai aussitôt mon étude sur EMILIO SCANA-
VINO. Le jour où tu recevras le catalogue de Nie-
va, tu pourras donc te dire que je travaille pour toi
depuis déjà deux jours, et comme je crois être en
pleine forme, je crois que le résultat sera bon !
Cher Emilio, te voilà maintenant rassuré. Je t’a-
dresse encore une fois mes excuses pour ce si-
lence de trois semaines et mes félicitations les
plus chaleureuses pour tes formidables gouaches,
et je te dis :
Merci pour tes envois !
À bientôt !
À la semaine prochaine !
Joyeuses fêtes !
Tu peux toujours compter sur ton ami Jaguer !
Cordialement à toi, à ta famille, au port de Gê-
nes, à ta pittura !

61
1955 SOIT À MALMÖ LE 12 JANVIER, une ou deux
(cela suffit) gouaches, ou grands dessins, com-
5. Édouard Jaguer a Emilio Scanavino me ceux que tu as envoyés pour l’expo
« Polio ».
Lettera dattiloscritta, carta intestata “Phases. [volta] Tu dois envoyer cela à :
Cahiers internationaux de recherches littéraires
et plastiques”, 1 foglio r/v (A. S., Milano) M. Carl-Otto HULTEN.-
con allegata la lettera dattiloscritta del Comitato 7 Ehrenswärdgsgatan 7.-
Exposition - Vente “Polio” MALMÖ.- SUEDE.-

D’autre part je t’annonce que le Comité d’Orga-


Monsieur Emilio SCANAVINO nisation de l’Expo « Polio » a choisi les goua-
3, via alla Ferrovia per Casella ches retenues pour ta participation à cette ma-
GENOVA nifestation qui, retardée comme tu le sais, se
passera du 13 au 20 février prochain. Pour clas-
Paris, 2 Janvier 1955 ser dans tes archives, je joins à ma lettre la for-
Cher Emilio, mule officielle d’invitation que tu n’avais pas en-
core eue. Plus tard, tu recevras une lettre de re-
Je reçois à l’instant ta belle carte de nouvelle an- merciements du même genre. Comme je n’a-
née1 ! Elle trône maintenant en bonne place au vais pas de voiture à ma disposition le jour où je
milieu des autres gravures et lithos placées sur me suis rendu chez Colette Allendy avec ton
un rayon de ma bibliothèque ! De ton côté, je rouleau contenant les dix gouaches, j’ai aussi
pense que tu as reçu notre propre carte avec les laissé les neufs autres là-bas, et c’est pour ça
catalogues Nieva, ce qui était le signal convenu que je n’ai pas pu faire moi-même l’envoi aux
pour te dire que j’ai commencé mon travail sur Suédois !
toi… À Gênes, tu m’avais dit que tu me communi-
Mais ce n’est pas pour ça que je t’écris aujour- querais les diapositifs ou contacts de plusieurs
d’hui… J’ai reçu, juste avant les fêtes, et c’est toiles photographiées en couleurs, pour que je
pourquoi je n’ai pas pu t’alerter plus tôt, un choisisse la reproduction « de tête » de ton ca-
message de « S.O.S. » de mes excellents amis talogue… Y penses-tu aussi ?
le peintre C.O. Hultén et le poète et théoricien J’attends de tes nouvelles et te tiens au courant
Lagemar Gustafson, qui depuis très peu de de toute façon s’il y a encore quelque chose de
temps sont propriétaires d’une nouvelle galerie spécial.
d’avant-garde à Malmö et la dirigent conjointe- Bien à toi,
ment. Pour des motifs indépendants de leur vo- Ton ami,
lonté, tout le calendrier de leurs expositions [a penna] Jaguer
s’est trouvé avancé de plus d’un mois, et l’ex- Édouard Jaguer
position inaugurale2 aura donc lieu le 22 de ce
mois. Mais la présentation à la presse suédoise
se fera le 18, et c’est pourquoi ils m’ont de-
mandé de leur faire parvenir de tous côtés, pour
le 12 JANVIER, des œuvres pouvant leur être
envoyées en rouleau comme IMPRIMÉ RE-
COMMANDÉ (papier d’affaires : Esquisses). Ils
tiennent à avoir des choses des peintres d’a-
vant-garde italiens, et comme je leur ai déjà par-
lé de toi, et qu’il peut être intéressant pour toi
d’exposer en Suède, j’ai pensé que tu pourrais
envoyer là-bas, immédiatement à la réception
de ma lettre, et PAR AVION, POUR QUE CELA

62
Allegato: Lettera dattiloscritta su carta 6. Emilio Scanavino a Édouard Jaguer
intestata EXPOSITION - VENTE ‘POLIO’
1954, 1 foglio Lettera dattiloscritta, 1 foglio (velina A. S., Milano)

Cher Monsieur, Genova, 14-1-55


Caro Jaguer,
L’Association « Polio » – Amicale des Polios-
adultes de l’Hôpital Henri-Poincaré organise au ho ricevuto la tua lettera e gli auguri con la pre-
début de l’an prochain une vente aux enchères sentazione di Nieva. Grazie. Ricevo in data 2 gen-
d’œuvres d’art (peintures, sculptures, dessins, naio un’altra tua lettera dove mi dici un sacco di
gravures, etc…) précédée d’une présentation belle cose; grazie anche di questa.
qui aura lieu à la Galerie Colette Allendy. Ho spedito immediatamente a Malmo [sic] quan-
Le produit de cette vente sera affecté à « PO- to tu mi hai scritto, vale a dire n. 2 gouache e spe-
LIO » qui l’utilisera conformément à ses statuts ro che il tuo amico Karl-Otto Hulten [sic] abbia ri-
et à son action d’entraide menée depuis plu- cevuto ogni cosa.
sieurs années déjà. Il s’agit essentiellement de Riguardo ai disegni che ti ho inviato a suo tempo
secourir à leur sortie d’hôpital les paralysés né- ti sarei grato se tu li tenessi per poterli mostrare.
cessiteux ou très handicapés et de les aider à re- Per le foto1 unite a questa lettera te ne invio alcu-
prendre leur place dans la vie sociale. ne grandi, le altre me le stanno preparando, tu sai
Ainsi que lors de notre précédente vente aux che per avere di ritorno le diapositive sviluppate
enchères qui eut lieu l’an dernier au Casino Mu- passa molto tempo. Vedi se ti è possibile frattan-
nicipal de Cannes, un accrochage réunira les to fare un discorso sulla mia pittura da quanto hai
œuvres des donateurs pendant la semaine pré- a portata di mano, il 20 di febbraio inauguro la mo-
cédant la vente. stra2, per cui avrei bisogno della tua prefazione
Comme à Cannes, où nous avions obtenu des per la fine del mese di gennaio. Spero tra breve
sculptures et des peintures de Bourdelle, Chagall, però di poterti inviare le diapositive.
Cocteau, Max Ernst, Matisse, Miró, Picabia, Pi- Grazie ancora di tutto.
casso, Utrillo, De Waroquiex, etc., nous espérons Ho ricevuto la lettera di invito per l’esposizione
réunir les grands noms de l’art contemporain. Ventita [sic] Polio.
Nous vous serions reconnaissants de vouloir Ho lavorato molto e spero di preparare una buo-
bien participer à cette manifestation que l’alar- na mostra.
mante progression de la poliomyélite en France Saluti cari
ne justifie que trop.
Nous vous signalons que les œuvres doivent êt-
re parvenues à la Galerie Colette-Allendy, 67, 7. Édouard Jaguer a Emilio Scanavino
rue de l’Assomption, (Auteuil, 37-78) avant le 15
janvier 1955. Lettera dattiloscritta, carta intestata “Phases.
Au cas où vous seriez empêché de porter ou de Cahiers internationaux de recherches littéraires
faire porter votre œuvre, vous seriez très aima- et plastiques”, 1 foglio, aggiunte a penna blu (A.
ble de téléphoner à la Galerie Colette Allendy, S., Milano)
afin que nous prenions des mesures en consé-
quence. Monsieur Emilio SCANAVINO
En vous remerciant par avance pour votre ré- 3, via alla Ferrovia per Casella
ponse que, nous espérons favorable, nous vous GÊNES
adressons l’expression de nos sentiments les
meilleurs Paris, 23 janvier 1955
[a penna] Dans le comité Jaguer Cher Emilio,

J’allais te répondre (à ta lettre du 14) afin de te


rassurer au sujet de ton catalogue, quand not-

63
Lettera n. 7, dattiloscritta di Édouard Jaguer con messaggio manoscritto di Asger Jorn,
23 gennaio 1955. Milano, Archivio Emilio Scanavino 1 foglio, r/v

Lettera n. 8, dattiloscritta con aggiunte a penna


di Emilio Scanavino, 30 gennaio 1955.
Paris, Archives Édouard Jaguer

64
re grand bon vieil ami commun Asger Jorn est
arrivé chez moi, inopinément, dérangeant tous
mes plans. Mais dès lundi dernier, le texte
pour ta préface1 était terminé. Il n’y avait plus
qu’à le recopier, et je n’ai pas eu le temps jus-
qu’à aujourd’hui dimanche. Entre temps (vend-
redi dernier), j’avais montré la première ma-
quette du catalogue (déjà légèrement rema-
niée) à Giguère2, et nous l’avons améliorée en-
semble. J’en ai profité pour demander à Gi-
guère le petit texte que nous avions convenu
ensemble de faire figurer sur la huitième et
dernière page de ton catalogue. Je crois que
maintenant cela va vraiment faire un beau do-
cument, mais la septième page (celle où il y a
les photos de terres cuites3 et peut-être un
dessin) m’inquiète un peu du point de vue de
son aspect définitif et il est possible que je
change un petit peu l’arrangement des photos
lorsque tu auras des épreuves des clichés. Je
pense que nous aurons assez de temps enco-
re devant nous pour que je fasse cette ultime
vérification. De toute façon, avec tous les ren-
seignements que j’ai portés sur la maquette, je
ne pense pas qu’il y ait des erreurs graves. En
tous cas, si cela ne t’ennuie pas, je te deman-
derais de me communiquer une épreuve de
texte, car ce serait ennuyeux que certains
mots soient altérés !
Cher Emilio, j’espère que ce texte te plaira ; je
26. Scultura in terracotta, 1954, terracotta
l’ai lu cette semaine à plusieurs amis et la ré-
smaltata incisa, esemplare unico, 10,5 x 6 cm.
action a été on ne peut plus favorable. Mais, Milano, Collezione privata
évidemment, en dernier ressort, c’est toi et
moi qui sommes les meilleurs juges.
Ce qui est drôle, c’est que simultanément avec
le tien, j’ai terminé la semaine dernière un long
texte consacré à Jacques Hérold4, l’un des cinq
ou six peintres surréalistes les plus connus et
les les [sic] plus évolués ici (avec Ernst, Matta,
Brauner et Hantaï). Je connais bien l’œuvre d’-
Hérold, puisque ce dernier est mon ami depuis
1943 ! Je pouvais passer de l’un à l’autre, de
lui à toi, avec une extrême aisance, car les affi-
nités entre vos deux œuvres sont nombreu-
ses, et les différences passion- [volta] antes.
Hérold était très surpris et très enthousiaste
quand je lui ai montré tes gouaches et les
photos de tes peintures. Aussi cette rencontre
m’a-t-elle rappelé la proposition que tu m’avais
faite dans ta lettre de novembre au sujet d’une

65
meilleures salutations, Nous travaillons avec
beaucoup d’entrain ici et il me fait plaisir de re-
voir Paris.
Amicalement A. Jorn
série de monographies que Schettini projette 8. Emilio Scanavino a Édouard Jaguer
de faire paraître sur un certain nombre de pein-
tres étrangers. Naturellement, je suis tout à fait Lettera dattiloscritta, 1 foglio, aggiunte a penna
d’accord pour vous apporter tout mon appui, blu (originale A. J., Paris; velina A. S., Milano)
mes textes et ceux de mes amis, dans cette
généreuse entreprise. Hérold, serait d’ailleurs Gênes, 30 – 1 – 55
parmi les premiers que je vous proposerais ; il Tres [sic] cher ami,
y aurait aussi Matta, K.O. Götz, Alechinsky,
Jorn, Buchheister, et bien d’autres. Quant à J’ai eu le tort de vouloir traduire personelle-
Corneille, il est directement en rapport avec ment ton article (avec l’aide de mon ami Ribul-
Schettini et m’a d’ores et déjà demandé [sic] si)1. Ton éloge, ton commentaire est bâti dans
de bien vouloir écrire le texte de sa mono. un style, qui comporte, une traduction parfaic-
C’est donc d’accord. Pour Jorn, K.O. Götz, te. Ma j’était pressé par la consigne du travail,
Lam, Buchheister, Jenkins, Bryen, j’ai aussi et nous avons traduit, avec beaucoups des li-
des textes tous prêts. Le tout est donc une bertés, en cherchant seulemant – par notre in-
question de conventions à régler (nombre de suffisance devant ton lexique –, l’esprit de la
photos, nécessaires, nombre et grandeur des chose. Par ci, par là, nous avons mutilé
textes, etc.), de photos à grouper, et éventuel- quelque période ; nous avons souvent « sub-
lement de textes à écrire (pour Matta et Ale- stitué », presque « trahy », en cherchant sour-
chinsky, par exemple). Mais il y a en France tout une clairté italienne dans nos moyens
d’autres types qui écrivent de très bons tex- bien limités des mauvais traducteurs. Disons
tes : Dotremont5, Rybak6, Duprey7, Luca8, Lam- une simple miroir, aux lieux d’un écran – ciné-
bert9, par exemple. Je pourrais faire appel à ma scope –, capable – faute [aggiunto a penna]
eux s’il y avait un vrai programme en perspec- de mieux – de reflecter les rayons des tes ima-
tive. ges étincelantes ; une mirable pyrotechnique
Cher Emilio, j’attends de tes nouvelles, avec verbale qui donne à mes toiles une mérite qui
impatience. De toute façon, je vais bientôt te est, dans le verbe, tout à toi. Tu nous pardon-
réécrire au sujet de l’exposition « Phases de nera tout ? Je l’espère bien. Même cette lett-
l’Art Contemporain »10, et d’une autre, qui aura re, que te denonce notre ignorance de ta lan-
lieu en même temps à Mexico11. Pour aujourd’- gue merveilleuse.
hui, c’est impossible, d’autres travaux me sol- Dans le catalogue française, ta chose, (il faut le
licitent… dire ?) tu la retrouverait complement respecté
Cher Emilio à bientôt. [aggiunto a penna]*. Elle est vraiment une pré-
Cordialement à toi, sentation sans égale. J’en suis entousiaste.
Édouard Jaguer Meme l’ami Ribulsi.
[a penna] Jaguer Maintenant, tous mes remerciements. Considè-
re moi, ton très fidèle et obligé, à tout jamais,
P.S. J’ai reçu ces jours-ci, une belle lettre de Do- [a penna] Scanavino
va12 qui semble content du texte que j’ai écrit sur
lui pour une revue suédoise13, et l’article de Dan- [a penna]* J’en publierait 500 copies en italien,
gelo pour « Phases »14 – qui n’est pas mal. et 500 copies en français.
[a penna] : Lundi matin je suis au lit, couché Saluti cari a Jorn
avec une angine, mais la lettre partira de toutes
façons ce soir par quelqu’un.

[messaggio manoscritto di Asger Jorn] Mes

66
9. Emilio Scanavino a Édouard Jaguer re en même temps que son exposition, mi-mars,
chez Drouin. En même temps, s’occuper de l’ex-
Lettera dattiloscritta, 1 foglio (velina A. S., Milano) position-vente « Polio » (le vernissage a eu lieu
lundi dernier, et a eu un certain succès. La vente
Genova, 18 – 2 – 55 aura lieu le 28. Ci-joint le catalogue. Je vous si-
Caro Jaguer, gnale que Drouin a été vivement intéressé par vo-
tre gouache). Ensuite, une petite exposition de
non ho più ricevuto tue notizie, per cui ho pen- poèmes-peintures2 (un peintre et un poète tra-
sato che tu non fossi soddisfatto della traduzio- vaillant ensemble) qui a lieu en ce moment et
ne del tuo testo, e dato che la galleria voleva un dont le vernissage a eu lieu vendredi et a rencon-
testo in italiano, Gian Piero Giani1 ha scritto qual- tré un grand succès déjà. Il a encore en chantier
che parola per Me2. une préface pour Saïgon et Tokis3, un poème
Il tuo scritto è piaciuto moltissimo anche a Mila- pour une exposition qui aura lieu en même [volta]
no, non è piaciuta la traduzione e allora è stato temps chez Creuze. Son article pour « Phases »4
deciso di fare una pubblicazione a parte col tuo qui paraîtra le 31 mars, et toute la préparation de
testo integrale (in francese). Le dimensioni sa- l’exposition qui internationale dont le vernissage
ranno più ridotte e ne risulterà un libretto che ve- est également fixé au 31 mars… Comme il n’est
rà [sic] venduto anche nelle librerie. A giorni ri- malheureusement pas libre de tout son temps,
ceverai le bozze da correggere e spero che que- c’est un peu compliqué ! À propos, que comptez-
sto a Te non dispiaccia, anzi sono convinto ap- vous faire, pour votre participation à cette exposi-
proverai il mio operato. tion ? Devons-nous exposer ce que nous avons
Ho ricevuto il catalogo della mostra di Malmo [sic]. ici, ou préférez-vous (ce qui serait mieux, si vous
Di questo e di tutto quanto hai fatto per me, te le pouvez) envoyer deux ou trois ou quatre pein-
ne sono grato. tures moyennes par un commissionnaire qui
Spero al più presto ricevere tue notizie. pourrait nous réduire au minimum les formalités
Saluti cari; ossequi alla Signora. douanières ? Je crois qu’il est maintenant temps
d’y songer, car la date fatidique approche ! L’ex-
position durera tout le mois d’avril, et nous es-
10. Simone Jaguer a Emilio Scanavino comptons un certain succès.
Autre chose : nous avons au Mexique un ami
Lettera manoscritta, carta intestata “Phases. qui est peintre, sculpteur, poète et architecte, et
Cahiers internationaux de recherches littéraires qui a construit sur les plans, en plein cœur de
et plastiques”, 2 fogli, r/v/r (A. S., Milano) Mexico, un musée expérimental. Cet ami, qui
fait là-bas un travail admirable, dans des condi-
Dimanche, 20 Février 1955 tions parfois pénibles (ce n’est pas drôle, le
Mexique !) a exposé pendant trois mois tous
[a penna in alto a destra] Salut! Jaguer les documents que Jaguer lui avait envoyés. Ce-
la a rencontré un certain succès, et Goeritz –
Cher Emilio, c’est son nom – a l’idée de faire à Mexico, en
même temps ou à peu près que l’exposition de
Que devez vous penser! Mais j’espère tout sim- Paris, une exposition écho.
plement « Pas de nouvelles : bonnes nouvelles » Nous demandons, donc à tous les peintres qui
comme on dit ici. participent à « Phases de l’Art Contemporain »
Si Édouard n’a pas répondu à votre lettre – et il de lui envoyer deux ou trois gouaches, dessins
s’en excuse vivement – c’est parce qu’il est dé- ou gravures, (les difficultés douanières et de
bordé de travail. transport ne permettent pas plus) roulées, sous
Après votre texte (soyez rassuré, la traduction est [volta, secondo foglio] la rubrique «imprimé re-
très bien, Jaguer est très content) il a dû se met- commandé – papier d’affaires – esquisse ». Aus-
tre tout de suite à un autre texte destiné à une si quelque petits documents, si vous pouvez.
monographie sur Claude Georges1, qui va paraît- Voici son adresse :

67
11. Simone Jaguer a Emilio Scanavino
MATHIAS GOERITZ
8, FERROCARRIL Lettera dattiloscritta, carta intestata “Phases.
SAN ANGEL Cahiers internationaux de recherches littéraires
MEXICO 20 et plastiques”, 1 foglio, con aggiunte a penna
DF MEXIQUE (A. S., Milano)

À moins que vous ne préfériez que nous pre- jeudi 3 mars 1955
nions parmi les gouaches et dessins que vous Mon cher Emilio,
nous avez adressés dernièrement. Les goua-
ches ont déjà été beaucoup montrées. Elles ont Nous avons vu lundi le catalogue de ton exposi-
fait tout dernièrement la conquête de notre ami tion. Il est très bien, et nous avons vraiment très
Jacques Hérold. Le 31 mars il y aura déjà pas envie de l’admirer plus longuement… nos lett-
mal de gens familiarisés avec votre œuvre. res se sont croisées, et Édouard était vraiment
Quand est votre exposition ? Tous nos vœux désolé que tu aies pu croire qu’il n’était pas
pour un grand succès, cher Emilio. Nous atten- content de ta traduction.
dons avec impatience le catalogue. Mais tu as très bien arrangé cela, et puisque le
Surtout, quand vous êtes sans nouvelles de texte servira pour un livre, c’est très bien ainsi.
nous, ne vous faites pas de soucis. Nous som- Nous espérons que ton exposition aura été une
mes parfois obligés de négliger, en apparence, réussite à tout point de vue et que tu es très
les amis. Mais c’est pour mieux penser à eux. content. La carte collective a été une heureuse
Nous espérons recevoir bientôt de vos nouvel- surprise, mais…
les, et, en attendant, recevez, ainsi que votre … Mais, cher Emilio, j’espère que tu n’oublies
femme dont j’espère bientôt faire la connais- pas notre exposition du 31 mars ! As-tu com-
sance, nos meilleures amitiés. mencé à t’occuper de ton envoi ? Tu serais gen-
Simone5 til de nous rassurer et, en même temps nous
donner quelques précisions, afin que nous puis-
sions, sans retard, compléter le catalogue :
nombre d’œuvres, matières, dimensions, titres
(s’il y en a). ton année de naissance, également.
Nous comptons recevoir très vite de tes nouvelles,
Et t’envoyons, avec tous nos veux, nos meilleu-
res amitiés.
Simone
[a matita rossa] Simone

[a penna] Salut ! Jaguer

12. Emilio Scanavino a Édouard Jaguer

Lettera dattiloscritta, 1 foglio (velina A. S., Milano)

Genova, 5 – 3 – 55
Caro Jaguer,

ti scrivo solo ora perché ho avuto molto lavoro per


la mostra. Scusami. L’esposizione è andata bene.
27. Prove manoscritte del libro La nuit est faite pour Mi accorgo però che il pubblico è impreparato a ri-
ouvrir les portes. Milano, Archivio Emilio Scanavino cevere queste cose.

68
Ti invio con questa alcuni cataloghi facendoti nuo- 14. Emilio Scanavino a Édouard Jaguer
vamente presente che avendo avuto bisogno di
un testo in italiano, e non volendo sacrificare il Lettera dattiloscritta, 1 foglio (velina A. S., Milano)
tuo, sono stato costretto a ricorrere a Gian Piero
Giani1; come vedrai tu stesso è pubblicato [sic] in 25 – 3 – 55
francese la tua poesia e quella di Giguère. Spero Caro Jaguer,
tu mi comprenda.
Col tuo testo integrale, viene pubblicato un librici- ho spedito i quadri a suo tempo ma con grande de-
no, come da prova acclusa2, che tu mi farai il pia- lusione ieri, me li sono visti ritornare indietro1 per
cere di rivedere e di togliere od aggiungere a tuo una irregolarità di documenti alla dogana italiana.
piacimento se questo non va, ti sarei anzi grato se Non so più che cosa fare, in quanto, se ho ben
nel suddetto libricino vorrai mettere ancora qual- capito, i quadri dovrebbero essere lì il giorno 31,
che tua poesia. ed oggi ne abbiamo 25. La mostra si inaugura
Spedisco tra qualche giorno indirizzati a te i qua- proprio il giorno 31?
dri per la mostra di Parigi. Spedirò immediata- Se non riesco a spedire prima di detta data, e se
mente anche al Messico. la mostra è inderogabilmente il giorno 31, ti pre-
Sono contento che i miei gouache siano piaciuti al go di esporre i gouache in tuo possesso.
signor Drouin. Hai ricevuto il materiale che ti ho inviato?
Ti invierò altri miei lavori in seguito, affinché tu Ti sarei grato se mi vorrai dire qualcosa in pro-
possa disporne liberamente per qualsiasi manife- posito del libricino.
stazione artistica. Saluti cari a te a alla tua Signora.
Accludo alla presente foto di nuovi quadri esposti
a Milano ed alcune foto a colori3 che ti prego di rin-
viarmi non appena non ti saranno necessarie. 15. Édouard Jaguer a Emilio Scanavino
Le altre le puoi tenere.
Pubblichi niente di mio sull’ultimo numero di Lettera dattiloscritta, carta intestata“Phases. Ca-
Phases? hiers internationaux de recherches littéraires et
Saluti cari a te e alla Signora. plastiques”, 1 foglio r/v, aggiunte a penna nera (A.
S., Milano)

13. Emilio Scanavino a Édouard Jaguer Monsieur Emilio SCANAVINO


3, via alla Ferrovia per Casella
Lettera dattiloscritta, 1 foglio con aggiunte a GÊNES
penna blu (velina A. S., Milano)
Paris, 15 Avril 1955
14 – 3 – 55 Cher Emilio,
Caro Jaguer,
J’ai beaucoup pensé à toi ces temps derniers.
Spero spedire i quadri in questa settimana. Mais tu sais déjà ce que c’est de préparer une
Non ho potuto farlo prima perché non erano an- exposition personnelle [sottolineato a penna]
cora asciutti. normale, tu peux donc certainement te rendre
Ti mando due quadri grandi (1,00 x 1,20). I titoli compte du travail que pouvait me procurer une
sono: exposition collective [sottolineato a penna] grou-
IMMAGINE SUL MURO, 19551 – SIMBOLO IN pant 180 œuvres de 80 artistes appartenant à 14
CORNICE, 19552 nationalités différentes : douane, imprimeur, bro-
Saluti carina [sic] te e alla Signora cheur, que de courses faites à toute vitesse en
voiture (heureusement) à travers Paris, que de
déjeuners sautés complètement pendant trois
semaines, que de frais aussi (encore mainte-
nant) et de difficultés pour trouver au moins une

69
petite partie des fonds nécessaires ! Et songe je te demande encore, et je te prie de m’en ex-
encore qu’au dernier moment j’ai dû composer cuser, quelques jours de patience. Comme cela,
tout seul l’accrochage des 180 œuvres, parce nous ferons du bon travail.
que le directeur de la galerie avait pris un « coup Pour l’exposition de Mexico3, j’attends des nou-
de sang » et s’était conduit avec moi d’une ma- velles de Goeritz. Quand j’en aurai, je te le dirai. En
nière inqualifiable ! Je te raconterais [sic] tout Octobre ou Novembre, il y aura une expo « Pha-
cela plus tard en détail ; mais sache encore, ses » à Bruxelles, suivie d’une autre à Anvers4.
pour l’instant, que l’exposition a eu, et a encore, Comme il me reste ici six ou sept gouaches, plus
énormément de succès : il y avait plus de 1100 celles qui sont Salle Balzac, tu peux compter sur
personnes au vernissage, et j’ai déjà beaucoup moi pour m’occuper de ta participation.
de propositions à droite et à gauche pour faire D’autre part j’ai reçu une lettre de Baj5 me de-
circuler une partie de cette exposition. mandant de lui envoyer des œuvres de tous les
Quant à toi, tu étais assez bien représenté, mal- amis pour une grande expo internationale qu’il
gré le petit incident de dernière heure qui t’avait prépare pour la fin de Mai chez Schettini6. Je
empêché de m’envoyer directement les choses. pense que naturellement tu es au courant et
Grâce aux magnifiques gouaches que tu m’avais que tu participes aussi à cette exposition où le
envoyées [sic] dans le temps pour « Polio ». J’en mouvement « Phases » prendra une part impor-
ai pris deux, les meilleures, les plus grandes, je tante. En tous [sic] cas, l’exposition “Phases”
les ai fait [sic] mettre sous verre et j’ai exposé de Paris n’est commencée que depuis quinze
également le tableau que tu m’avais donné l’an- jours, et j’ai déjà quatre propositions d’exposi-
née dernière [a lato scritto a penna : en tout 3 tion à l’étranger (cinq avec Mexico qui est retar-
choses]. Pour ce qui est de ta participation à dée). Je pense que c’est là de l’excellent travail.
« Phases » - publication, je ne m’étends pas, car A bientôt cher Emilio, et compte toujours sur
tu verras toi-même ta « Nascenza »1 dans « Pha- moi pour tout, même et surtout lorsque je suis
ses » que je t’enverrais [sic] demain par la poste. silencieux.
Donc, si je t’écris aujourd’hui, c’est pour te de- Bien amicalement à toi
mander de patienter jusqu’à la fin de la semaine [a penna] Jaguer
prochaine pour que je puisse revoir le problème Édouard Jaguer
de « notre » libricino dans la lumière nouvelle où
il se trouve placé, maintenant que tu me deman- P.S. Je pense travailler à notre « libricino » lundi
des [volta] d’ajouter à mon texte quelques poè- et mardi soir. Je n’ai pas de rendez-vous pour
mes. Entre parenthèses, c’est seulement AU- ces soirs-là…
JOURD’HUI que j’ai vu cette proposition, car jus-
qu’à présent, je m’étais contenté de lire ta lettre
du 5 mars (déjà !) « en diagonale », faute de 16. Édouard Jaguer a Emilio Scanavino
temps, et mes connaissances de l’italien sont in-
suffisantes ; mais tout à l’heure, en consultant le Lettera dattiloscritta, carta intestata « Phases.
dictionnaire, j’ai trouvé cette excellente sugges- Cahiers internationaux de recherches littéraires
tion. Il faut donc, d’une part, que je cherche par- et plastiques », 1 foglio (A. S., Milano)
mi mes poèmes ceux qui peuvent mieux s’ac-
corder en résonances secrètes avec ton œuvre Monsieur Emilio SCANAVINO
; d’autre part, il faut que je regroupe toutes les 3, via alla Ferrovia per Casella
photos que je possède de toi (maintenant, il y en GÊNES
a au moins 50) afin de voir celles qui sont les plus
typiques. En tout cas, dès maintenant, je précise Samedi, 14 Mai 1955
que le libricino devra compter une reproduction Cher Emilio,
de l’« Abbraccio »2, car une grande part de l’os-
sature de mon texte repose sur cet exemple. J’étais très fatigué et un peu malade ces derniers
Voilà pour la plaquette. C’est donc parce que je jours, et je n’ai pas fait grand [sic] chose, sinon ai-
veux m’occuper de cela très sérieusement que der Baj à mettre sur pied la participation étrangè-

70
re à son exposition de la Galerie Chettini [sic]. Sarei contento poter pubblicare al più presto il li-
Mais j’ai cherché dans mes poèmes lesquels bricino, ma la cosa più importante è il tuo testo. Ho
pouvaient le mieux convenir à ta peinture et être ricevuto la tua poesia: è molto bella.
insérés dans la monographie à la suite de mon Ti invierò al più presto tre o quattro tele abbastan-
texte. En voici déjà un, qui me semble convenir za grandi che tu potrai mostrare se credi. Vedi pu-
parfaitement, et que j’ai recopié pour toi, afin de re se ti è possibile far vedere le cose a Drouin o al-
te faire prendre patience en attendant le reste la Colette Allendy; senti se può interessare una
des documents : deux autres poèmes, et deux mia mostra a Parigi per il prossimo anno.
enveloppes de photos : d’une part, celles que j’ai Sto lavorando molto. A giugno forse verrò a tro-
choisies pour la monographie, mais desquelles tu varti.
pourras en retrancher une si elle te semble moins Scusa se ti scrivo così brevemente, ma ti ricordo
intéressante, d’autre part, les photos que je rejet- sempre con affetto. Saluto distintamente la si-
te au contraire, comme étant moins significati- gnora, saluti cari a te.
ves, mais parmi lesquelles tu pourras naturelle-
ment en reprendre une si elle te semble utile.
Je t’écrirais [sic] encore d’ici la fin de la semaine, 18. Édouard Jaguer a Emilio Scanavino
et, en attendant, je pense toujours à toi. Ne t’in-
quiète jamais de mon silence, même prolongé, Lettera dattiloscritta, carta intestata “Phases. Ca-
sache toujours que je tiens mes promesses et, en hiers internationaux de recherches littéraires et
cas de besoin, lorsque tu as besoin de quelque plastiques”, 1 foglio, r/v (A. S., Milano)
chose très rapidement, dis-le moi et dans ce cas,
je réponds très rapidement ! Monsieur Emilio SCANAVINO
A bientôt, Emilio ! 3, via alla Ferrovia per Casella
[a penna] Amicalement, Jaguer GÊNES

Lundi de la Pentecôte
17. Emilio Scanavino a Édouard Jaguer [30 maggio]
Cher Emilio,
Lettera dattiloscritta, 1 foglio (A. S., Milano)
Non, je ne t’oublie pas, malgré les apparences.
Genova, 26 – 5 – 55 Mais tu sais comme moi que les exigences de la
Caro Jaguere [sic], vie matérielle sont pressantes, et en ce moment,
les affaires marchent assez mal, je suis obligé de
scusa se ho tardato tanto a risponderti ma non so- passer beaucoup de temps à mon bureau.
no stato troppo bene di salute. D’autre part, et ceci a aussi pas mal d’importance,
Ho ricevuto Phases; molto bene. Mi rincresce non notre ami Baj m’a demandé de l’aider à organiser
aver visto la mostra. une expo chez Schettini, et grouper toutes les
Comprendo il tuo lavoro, e non è poco ciò che fai. œuvres graphiques, faire les envois, écrire de
Dal canto mio stò [sic] cercando di organizzare una multiples lettres à E.B., tout cela m’a pris un nom-
mostra Phases qui a Genova1. Ho parlato con la So- bre d’heures considérables [sic]. Mais j’ai fourni
cietà di Belle Arti di cui faccio parte del consiglio. Si 33 exposants de tous pays (sauf italiens, bien en-
potrebbe fare questa mostra con l’aiuto del comu- tendu) à Baj, écrit un texte1 pour la circonstance
ne di Genova o del Ministero. La proposta è stata qui me semble important et je suis au fond assez
accolta abbastanza bene, e se tutto va come è mia content de moi.
intenzione ne verrebbe fuori una buona cosa. Tu trouveras ci-jointe la preuve que je ne t’ai pas
Spero molto in questo. oublié : deux poèmes, dont un écrit SPÉCIALE-
Ho scritto a Baj2, ma mi ha risposto in modo stra- MENT pour toi, le dernier bien entendu, celui de
no3, per cui non ho insistito ad esporre da Schetti- mai 552. Dans ce dernier texte, les mots tapés en
ni. Sto preparando una cartella di litografie. Appe- rouge doivent être écrits en italique (caractères
na pronta te la invierò. penchés). D’autre part, tu peux très bien ne publier

71
dans le libretto que deux textes ou même un seul. cresce non aver esposto anch’io, ma dati i miei
D’autre part, je t’annonce qu’une exposition rapporti poco buoni sia con Dangelo che con
« Phases » aura lieu à Mexico le 16 juin. Je crois Baj, non ho voluto insistere.
me souvenir que je t’avais demandé de m’en- Ho pronte le bozze del nostro libricino non è
voyer des choses là-bas. Si tu l’as fait, tu expo- molto grande perché ho avuto l’idea di racco-
ses bien entendu, et je crois qu’il y aura un beau gliere le tue poesie che per ora sono tre ma che
catalogue. desidererei fossero almeno cinque in maniera
D’autre part encore, mon ami Roland Giguère3, qui da intercalarle con cinque mie litografie. Se cre-
a fait la mise en page de « Phases », et qui est édi- di mandami altre due [aggiunto a penna: tue co-
teur au Canada, va [volta] faire, dès la fin 55, dans se] perché così posso [aggiunto a penna: far] ul-
sa Galerie Erta à Montréal une exposition4 d’œuv- timare di stampare [aggiunto a penna: il tutto].
res graphiques des peintres de « Phases ». Ne Sono certo che la cosa ti piacerà, perché di que-
t’inquiète pas pour cela : comme j’ai des œuvres sta piccola pubblicazione ne faccio trenta esem-
de toi chez moi, je lui en passeras [sic] trois ou plari numerati ed i rimanenti venti liberi per cui
quatre, dont je te communiquerai les titres. una piccola e preziosa edizione. Spero che ciò
J’espère que tout va bien chez toi, que tu pourras non ti dispiaccia.
bientôt m’écrire pour me dire de tes nouvelles, et Sto facendo di tutto per poter passare l’inverno
en particulier comment tu as trouvé « Phases ». a Parigi, ma spero vederti prima e parlare con te
De mon côté, j’espère avoir bientôt un moment di ogni cosa.
de tranquillité pour faire le choix définitif des Attendo al più presto un tuo scritto. Saluti cari a
photos et t’envoyer le restant du matériel, afin te. Ossequi alla signora.
que notre libretto puisse sortir ; est-ce toujours [a penna] Emilio
chez Schettini ?
Après en avoir terminé avec la monographie, je
commence une mono sur Corneille5, toujours 20. Édouard Jaguer a Emilio Scanavino
pour Schettini. Par ailleurs, je collabore désormais
à la revue « Li [sic] 4 soli »6, et je crois que cela Lettera dattiloscritta , 1 foglio r/v (A. S., Milano)
pourra être intéressant pour tous.
Si tout va bien, il y aura une nouvelle expo « Pha- Paris, 7 Juillet 1955
ses » à Paris en novembre7, et bien entendu tu y Cher Emilio,
participeras.
A bientôt pour te lire, Quelle drôle de chose que le « mouvement » de
Ton ami notre correspondance ! Presque à chaque cour-
Édouard Jaguer rier, il y a synchronisme, et c’est d’autant plus
[a penna] Jaguer amusant que nous ne nous écrivons que de
temps en temps ; tout se passe comme si à un
moment donné un diable quelconque nous chu-
19. Emilio Scanavino a Édouard Jaguer chotait à l’un et à l’autre qu’il est temps d’écrire,
et aussitôt, comme s’il appuyait sur un bouton,
Lettera dattiloscritta, 1 foglio, aggiunte a penna voilà mon Scanavino et mon Jaguer qui se diri-
nera (originale A. J., Paris; velina A. S., Milano) gent vers leur machine à écrire !
Cette fois, je ne t’ai pas écrit en même temps
Genova 2 – 7 – 55 que tu m’écrivais mais c’est à peu près pareil.
Caro Jaguer, En effet Corneille part pour l’Italie ce matin mê-
me1, il va naturellement passer te voir, et
Scusa il silenzio; sono stato ammalato e non ho quand il est venu à la maison il y a deux jours
potuto scriverti. pour prendre le texte que j’ai écrit sur lui (et qui
Ho lavorato forse troppo e ciò mi ha procurato va aussi paraître chez Schettini !), j’en ai profi-
questo mio stato. té pour lui remettre à ton attention ma sélec-
Ho visto la mostra di Phases a Milano, mi rin- tion de photos. Je lui ai rendu en même temps

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les ektachromes et la première maquette du li- avec les cinq lithos. Je trouve cette dernière idée
bricino2. Ainsi tu te trouves en possession de formidable. JE SUIS TRÈS HEUREUX DE FAIRE
tous les éléments, anciens et nouveaux, UN RECUEIL DE POÈMES ILLUSTRÉ PAR TOI.
puisque tu as aussi maintenant, d’après ce que [dattiloscritto con inchiostro rosso] JE T’AI
tu m’écris, les premières épreuves. Pour les ÉCRIT TOUT DE SUITE POUR QUE TU SACHES
photos, tu verras, je crois que le choix est bon QUE J’ÉTAIS COMPLÈTEMENT D’ACCORD ET
par rapport à ton évolution de ces dernières an- TRÈS CONTENT DE TA PROPOSITION. Quant
nées, et aussi par rapport à l’esprit de mon tex- aux deux poèmes qui manquent, je veux bien les
te. Mais comme je te l’ai écrit dans ma derniè- choisir et je ne pourrai pas le faire avant lundi ou
re lettre, c’est à toi qu’appartient le soin de fai- mardi. En tout cas, dès que j’ai un moment libre,
re l’ultime sélection, et tu peux si tu veux re- je saute dessus pour que nous puissions faire ce
trancher certaines photos de mon choix et par deuxième livre le plus tôt possible.
contre ajouter des photos parmi celles que je [volta] Mon cher Emilio, je ne t’ai pas encore par-
t’ai retournées l’autre jour et qui à moi me lé des réactions que ta peinture a rencontré [sic]
semblaient moins typiques, moins spécifiques, ici auprès des amis peintres. Les résultats sont
enfin tu verras ! formidables. Tu as deux alliés de poids en la per-
Voilà pour le présent. Maintenant, il y a l’avenir, sonne de deux des peintres les plus difficiles :
l’avenir c’est l’exposition de Gênes et le livre Hérold et Bryen. Tu dois te souvenir que j’ai écrit
mon texte sur toi immédiatement après en avoir
écrit un sur Hérold, ce qui fait que j’avais été
amené à lui montrer ton texte et tes photos,
puis tes gouaches. Il était absolument emballé,
et, je te le répète, il est très exigeant.
Quant à Bryen, quand il est venu à la maison
l’autre jour, il a revu la grande gouache que tu
m’as donnée et qui avait été exposée à « Pha-
ses de l’art contemporain ». En la regardant, il
m’a demandé de lui montrer tout ce que je pos-
sédais de toi ou sur toi. Et une fois la petite
séance terminée, il a déclaré que « depuis Wols
il n’avait jamais rien vu qui le satisfaisait à ce
point ! ». Je ne sais pas si tu te rends bien
compte de l’éloge que cela représente, de la
part d’un type aussi exigeant (et par surcroît tou-
jours un pei [sic] jaloux des autres peintres, d’-
habitude), mais pour moi qui le connais depuis
dix ans et qui connais son œuvre (actuellement
l’une des plus importantes), cela me semble
très intéressant pour toi. D’autant plus que
Bryen m’a promis d’écrire un texte sur toi pour
le jour où tu feras une exposition. Comme il est
très important aussi en tant qu’écrivain, c’est
une très bonne chose. Ainsi, le jour où je t’aurais
[sic] trouvé une bonne galerie, tu pourras faire
une exposition avec un bon petit catalogue
contenant trois textes : Bryen, Giguère et Ja-
guer, ça fera un beau document.
À propos de [sic] beau document, je dois te dire
28. Scultura in terracotta, 1954, terracotta
policroma, esemplare unico, 14 x 6 x 5 cm. que je suis absolument emballé par « IL
Milano, Collezione privata GESTO ». Je trouve que Baj a fait là du fort beau

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travail et je regrette d’autant plus ton absence 21. Emilio Scanavino a Édouard Jaguer
dans cette exposition où on retrouve tout de mê-
me par ailleurs presque tous les amis. Sur le plan Lettera dattiloscritta, 1 foglio con disegno (origi-
affectif aussi cela me gêne, car j’ai une grande nale A. J., Paris; velina A. S., Milano)
amitié pour Baj aussi et je regrette profondé-
ment qu’une situation fausse se soit créée ainsi Genova, 23 – 7 – 55
entre deux amis. J’espère que cela va s’arranger, Caro Jaguer,
car ce serait évidemment très pratique, pour
l’exposition que tu projettes de faire à Gênes, et ho ricevuto le tue poesie, grazie.
pour laquelle je suis tout à fait d’accord, de re- Appena tutto pronto invio.
prendre le matériel qui est maintenant à Milan, Ti aspetto ad Albissola. Domani vedrò Corneille,
en y ajoutant évidemment ceux qui n’avaient pu parleremo di te.
exposer chez Schettini : Scanavino, Seigle, Gal- Saluti cari a te e alla signora.
let, Claude Georges, Vandercamm [sic]. [a penna] Scanavino
De toute façon, je pense que cette expo ne se
fera que l’automne prochain et par conséquent
nous aurons certainement le temps d’en repar-
ler à Albisola (où nous arriverons vers le 8-10-12
Août).

[dattiloscritto sul lato sinistro del verso del fo-


glio] En attendant de tes nouvelles, et la joie de
te revoir, reçois cher Emilio, notre salut affec-
tueux !
Ton ami,
Édouard Jaguer

[aggiunto a matita rossa] Giguère et Jaguer

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22. Édouard Jaguer a Emilio Scanavino plement savoir que tu reviendrais encore à Albi-
sola quelques jours plus tard. Lorsque nous
Lettera dattiloscritta, 1 foglio r/v (A. S., Milano) sommes passés à Gênes, le surlendemain 17
Août, nous avons téléphoné chez toi, pensant
Paris, 14 Novembre 1955 que tu y serais peut-être. Pas de réponse. Le
Cher Emilio, soir même, nous arrivons à Gavirate, dans la
maison des parents de Baj, avec lequel nous
Eh bien, que deviens-tu ? Plus aucune nouvelle avons passé quelques jours très reposants. En-
de toi : ni directement, ni indirectement ! Per- rico non plus ne savait pas où tu étais. Il avait été
sonne qui m’ait pu dire, pendant les vacances, décidé de longue date que nous remmènerions
où tu étais – alors que j’espérais si vivement te Baj avec nous lorsque nous retournerions à Al-
rencontrer afin de pouvoir parler avec toi de nos bisola. Le dimanche 21 Août, nous étions donc
différents projets, présents ou futurs ! Le 15 de nouveau à Gênes ; Baj et moi avons une nou-
Août, lorsque nous arrivâmes à Albisola, Jorn velle fois téléphoné chez toi, mais il n’y avait
nous dit que tu étais passé chez lui la veille, tan- toujours personne. Et le soir, à Albisola, person-
dis que Corneille se trouvait justement à Can- ne ne t’avait vu – ni vu, ni rien appris à ton sujet
nes. C’est tout ce que j’ai pu savoir ce jour là, car pendant notre absence de cinq jours. Deux jours
personne, ni Jorn, ni aucun autre, ne connaissait après, nous quittions l’Italie pour la France et re-
exactement tes projets d’été. Jorn croyait sim- montions à petites étapes vers Paris, où nous

Lettera n. 24 fronte/retro, dattiloscritta con aggiunte a penna di Emilio Scanavino, 29 dicembre 1955.
Paris, Archives Édouard Jaguer

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revînmes le 31 Août. Depuis, cela fait mainte- sous-estimer… D’ailleurs, le jour où tu feras
nant deux mois et demi, ou presque, j’attends une exposition parisienne, Bryen accepte d’a-
toujours une lettre de toi, craignant que tu ne vance de la présenter à mes côtés