Una mostra, o meglio, una galleria di mostri, nel senso latino del termine:
“monstrum” come fenomeno insolito, al di fuori della normalità. Quella normalità
che le sottoculture underground hanno da sempre giocato a sovvertire, destrutturare e ricomporre in forme semiche tanto pulsionali e seducenti quanto originali e provocatorie. Il lavoro di Andrea D’Auria, fotografo fortemente forgiato dall’esperienza del mondo underground berlinese, diventa così l’occhio indagatore di un universo sfrontato e sottaciuto al tempo stesso, sempre al limite tra lecito e “osceno”, in un vortice di figure aliene necessariamente collocantesi in un altrove perturbante e, proprio per questo, anti-normativo.