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3.1 Premesse
In modo intuitivo è possibile dire che una struttura presenta una configurazione di
equilibrio stabile se piccole perturbazioni inducono oscillazioni di entità limitata, i.e.
confinate nell’intorno della configurazione stessa, mentre quest’ultima è instabile in
caso contrario. Tale concetto di stabilità si riferisce alla teoria di Liapunov relativa
alle condizioni di stabilità dinamica1 .
Si consideri un sistema conservativo, i.e. un sistema per il quale è possibile
introdurre un potenziale e quindi un’energia potenziale Π. Il problema dinamico
1
[3.5]Si consideri una struttura la cui evoluzione dinamica sia governata da equazioni differenziali
che, nello spazio delle fasi, siano riconducibili ad un sistema del primo ordine del tipo:
La soluzione z(t) di tale problema è detta stabile, secondo Liapunov, se per ogni arbitrario
ε > 0 è possibile trovare un δ(ε) > 0 tale che ad ogni variazione V delle condizioni iniziali Z o ,
rispettosa della condizione kVk < δ(ε), consegue una variazione nella risposta v(t) che soddisfa la
disuguaglianza
kv(t)k < ε ∀ t>0
essendo k · k una data norma. Se inoltre risulta, per la generica componente k-esima di v(t)
lim vk (t) = 0 ∀ k
t→∞
71
72 Stabilità delle strutture soggette all’azione del vento
essendo ϕb (P, t) funzioni che soddisfano le condizioni al contorno essenziali del problema, N j (P )
funzioni linearmente indipendenti, dette funzioni di forma, che soddisfano le condizioni al contorno
omogenee, qj (t) parametri incogniti detti spostamenti generalizzati, i quali possono raccogliersi
nell’unico vettore q. È il caso di osservare che tale approccio, di base per numerosi metodi numerici
di approssimazione, consente di rappresentare in modo esatto la soluzione ϕ(P, t) qualora n p → ∞.
Premesse 73
Come premesso, il fenomeno del flutter configura una risposta armonica della
struttura caratterizzata da ampiezza, velocità ed accelerazione crescenti nel tempo
e conseguentemente da un aumento dell’energia cinetica del sistema. Chiaramente,
tale energia deve essere fornita dalle forze esterne. Se esse però sono di tipo conser-
vativo il loro lavoro viene compiuto a spese di un potenziale ed è quindi limitato. Si
comprende, allora, come il fenomeno del flutter possa presentarsi solo per effetto di
forze non conservative.
Tipiche forze a carattere non conservativo sono le forze esercitate dal vento, le
quali possono introdurre in modo non limitato energia in un sistema strutturale.
D’altro canto, come evidenziato nella (2.62), le azioni aeroelastiche che si origina-
no per effetto del moto della struttura all’interno di una corrente sono caratterizzate
da contributi sia di rigidezza che di smorzamento, i quali vanno a sommarsi agli
eventuali contributi strutturali corrispondenti. Conseguentemente, la presenza di
contributi di smorzamento fa sı̀ che la condizione critica di flutter accoppiato non
sia necessariamente caratterizzata dalla coincidenza di due pulsazioni caratteristi-
che, come mostrato in ambito deterministico da Lin [3.15]. Inoltre, riferendosi a
strutture snelle ’a nastro’, quali possono essere considerati i cavi delle linee di di-
stribuzione elettrica o gli stessi ponti di grande luce, è possibile dimostrare che può
verificarsi instabilità dinamica attivando in pratica anche un solo grado di libertà
della struttura. Si distinguono, in questi casi, l’instabilità dinamica di galloping ed
il flutter ad un grado di libertà.
La differenza fra le due tipologie di instabilità è fissata sulla base della natura
del flusso circostante la struttura. In altri termini, ferma restando una condizione di
separazione del flusso per effetto della natura geometrica non profilata delle strutture
in esame, se si verifica un riattacco della vena fluida sul profilo si parla di flutter,
altrimenti l’instabilità è detta di galloping (figura 3.1).
Va inoltre tenuto presente che, a seguito del distacco periodico di vortici dalla
struttura (fenomeno che può avvenire indipendentemente dal suo stato di moto) su di
essa agiscono delle forze pulsanti le quali, se sufficientemente elevate ed in risonanza
con una delle frequenze naturali di vibrazione del sistema, possono indurre su di esso
sensibili oscillazioni (sincronizzazione o lock-in).
Cilindro rigido investito da una corrente 2-D 75
B
Flutter ad un grado di libertà
Galloping
Flutter accoppiato
Vibrazioni da vortex-shedding
Vibrazioni da vortex-shedding
Fig. 3.1: Classificazione delle instabilità dinamiche in relazione alla condizione del flusso
circostante la struttura.
e + Fa (t)
Mq̈(t) + Cq̇(t) + Kq(t) = F̄ + F(t) (3.3)
essendo M la matrice delle masse,
n oT
q(t) = u(t), v(t), θ(t) (3.4)
D’altra parte, opportune matrici di derivate aerodinamiche Co∗ (K), Ko∗ (K) con-
sentono in generale di rappresentare le forze aeroelastiche anche nel caso in cui
l’ammettenza meccanica del sistema interagisca con la frequenza caratteristica di
distacco di vortici, i.e. qualora risulti K/2π ∼ St. Se le oscillazioni della struttura
coinvolgono solo un suo modo, caratterizzato dalla frequenza ridotta naturale K o ,
dette matrici possono linearizzarsi in un intorno di Ko e pertanto, nel caso di con-
dizioni di vento prossime a quelle che inducono il distacco di vortici, i.e. (cf. eq.
(2.2)) U ∼ Uw = nw B/St, si può porre:
¡ o¢ ¡ o¢ e
Mq̈(t) + C + C q̇(t) + K + K q(t) = F̄ + F(t) (3.8)
avendo posto
o o K
C = Co , K = Ko per ¿ St approccio quasi-stazionario (3.9)
( 2π
o
C = Co∗ (K) ∼
= Co∗ (Ko ) K Ko
o per ∼ ∼ St approccio unimodale linearizzato
K = Ko (K) ∼
∗ = Ko (Ko )
∗
2π 2π
avendo posto5 :
n oT
z(t) = q(t), q̇(t)
" #
O I
G = ¡ o¢ ¡ o¢ (3.11)
−M −1 K+K −M −1 C+C
n ³ ´ oT
p(t) = e
0, M−1 F̄ + F(t)
Com’è noto, l’integrale generale del sistema omogeneo associato alla (3.10) si
esprime attraverso la combinazione lineare dei 2n integrali particolari, i.e.
2n
X
z(t) = A k d k eλ k t (3.13)
k=1
2n
X
z(t) = Ak dk eµk t eiωk t (3.14)
k=1
wk
q q q q q
t t t t t
* * * * *
Stabilità asintotica Stabilità marginale Instabilità
* * * * * mk
q q q q q
t t t t t
Fig. 3.2: Condizioni di stabilità al variare della posizione dei poli nel piano di Argand-
Gauss.
o o e ε (t)
F̄ε + F
ε̈(t) + 2(ζε + ζ ε )ωε ε̇(t) + ωε2 (1 + Ωε )ε(t) = (3.15)
mεε
Cilindro rigido investito da una corrente 2-D 79
wk
1 3
mk
U = U1 ) Stabilità asintotica
U = U2 ) Stabilità marginale ) punto di biforcazione
U = U3 ) Instabilità
Fig. 3.3: Evoluzione qualitativa della generica coppia di poli complessi coniugati nel piano
di Argand-Gauss al crescere della velocità media del vento incidente U .
essendo: mεε la massa generalizzata per il grado di libertà ε, pari alla massa per
unità di lunghezza della struttura m quando ε = u, v ed al momento di inerzia
polare specifico Iθ rispetto al centro di massa se ε = θ; ζε = 2√mCεεK il coefficien-
εε εε
te di smorzamento
q strutturale rapportato alla condizione di smorzamento critico;
Kεε
ωε = 2πnε = m εε
la pulsazione naturale in aria calma della struttura (nε è la cor-
o
o C εε
rispondente frequenza); ζ ε = √
2 mεε Kεε
il coefficiente di smorzamento aerodinamico
o
o
rapportato alla condizione di smorzamento critico; Ωε = KKεε un termine che esprime
εε
Si consideri il grado di libertà nella direzione della corrente media incidente, i.e.
ε = u (cf. figura 2.14). In questo caso l’esperienza conferma che la risposta della
struttura non è praticamente influenzata dalla condizione di distacco di vortici e
o o
quindi l’approccio quasi-stazionario può ritenersi soddisfacente, i.e. C = Co , K =
Ko . Pertanto, utilizzando le (2.64-2.65), risulta :
80 Stabilità delle strutture soggette all’azione del vento
o
o C ρU BCd
ζu = √ uu = (3.16)
2 mεε Kεε 2mωu
o
o K uu
Ωu = =0 (3.17)
Kuu
Poichè si verifica sempre la condizione Cd = CdT (α) ≥ 0, è chiaro che il coeffi-
ciente di smorzamento aerodinamico nella direzione della corrente media non è mai
negativo e quindi la risposta della struttura relativamente a tale grado di libertà
risulta sempre stabile in senso dinamico sotto qualunque condizione di vento.
D’altro canto, la condizione (3.17) assicura che la frequenza naturale di vibra-
zione della struttura nella direzione media della corrente non sia influenzata dai
fenomeni di interazione vento-struttura e che quindi, nelle ipotesi dette, non possa-
no occorrere condizioni di instabilità di natura euleriana, i.e. singolarità di rigidezza
del sistema.
Nel caso di sezioni da ponte, soggette ad oscillazioni di tipo sinusoidale con
frequenza ridotta K ed in assenza di condizioni di vortex-shedding, le relazioni (3.16)
e (3.17) si riscrivono, in virtù delle (2.106-2.107), come:
o ρU BKP1∗ (K)
ζu = − (3.18)
4mωu
o ρU K 2 P4∗ (K)
2
Ωu = − (3.19)
2Kuu
In questo caso, la condizione di stabilità sia euleriana che dinamica è confermata
dai risultati sperimentali ottenuti da Singh et al. [3.25] i quali hanno determinato per
tipiche sezioni da ponte valori negativi sia per P1∗ che, nell’intervallo della frequenza
ridotta dove non risulta trascurabile, per P4∗ .
Nel caso di cilindro rigido con attivo il solo grado di libertà nella direzione ortogonale
alla corrente media, i.e. ε = v, la riposta dinamica della struttura può essere si-
gnificativamente influenzata dal fenomeno di vortex-shedding. D’altra parte, un
approccio quasi-stazionario è comunque adottabile qualora la frequenza naturale di
oscillazione della struttura nv risulti lontana da quella di distacco di vortici nw (in
particolare per nv ¿ nw ). In questa ipotesi, dalle relazioni (2.64-2.65), risulta:
o
o C ρU B(Cd + C`0 )
ζv = √ vv = (3.20)
2 mKvv 4mωv
o
o K vv
Ωv = =0 (3.21)
Kvv
Cilindro rigido investito da una corrente 2-D 81
4mωv ζv
Uvc = − (3.22)
ρB(Cd + C`0 )
si ha:
o
U < Uvc ⇒ ζv + ζ v > 0 ⇒ sistema stabile
o
U = Uvc ⇒ ζv + ζv =0 ⇒ condizione critica
o
U > Uvc ⇒ ζv + ζv <0 ⇒ sistema instabile
o ρU BKH1∗ (K)
ζv = − (3.23)
4mωv
o ρU K 2 H4∗ (K) ∼
2
Ωv = − =0 (3.24)
2Kvv
4mωv ζv
Uvc = − (3.25)
ρBKvc H1∗ (Kvc )
e la corrispondente pulsazione critica di oscillazione risulta:
s
2 H ∗ (K )
ρU 2 Kvc 4 vc
ωvc = ωv 1− (3.26)
2Kvv
essendo Kvc = Bωvc /U .
Nel caso in cui la frequenza naturale del sistema sia prossima a quella di distacco
di vortici, i.e. nv ∼ nyw = nw , l’approccio quasi-stazionario non può più adottarsi in
modo soddisfacente. Ricorrendo allora ad un approccio nel dominio della frequenza,
considerando condizioni linearizzate in un intorno della frequenza ridotta K v ∼
Kw = 2πSt ed utilizzando le (3.7), si ricava:
o C∗o vv (Kv )
ζv = (3.27)
4mωv
o K∗o vv (Kv ) ∼
Ωv = =0 (3.28)
Kvv
o
La risposta della struttura è allora stabile se risulta ζv + ζ v > 0 con U ∼
= Uw ,
altrimenti si ha una condizione di instabilità dinamica detta di sincronizzazione o
di lock-in. Tale instabilità è caratterizzata da una condizione di sincronizzazione,
appunto, tra le oscillazioni della struttura ed il fenomeno di distacco di vortici.
o
La condizione critica al limite di stabilità ζv + ζ v = 0 conduce allora, in regime
linearizzato, alla relazione:
C*ovv(Kv) C*ovv(Kv)
Cd+C’ Cd+C’
Uw Uvc U Uvc Uw U
v
z
v
z
w
v
v
mw
m
-4
-4
[ Cd+C’ < 0 ] Ç [( C*ovv(Kv) > -4mwvzv ) È (Uw > Uvc)] Ç [U ³ Uvc ] Galloping (o flutter)
U ³ Uvc Galloping (o flutter)
[ Cd+C’ < 0 ] Ç [ Covv(Kv) £ -4mwvzv ] Ç [Uw < Uvc]
* U @ Uw Lock-in
Fig. 3.4: Regioni di instabilità dinamica per la risposta in direzione ortogonale alla corrente.
7
Riferendosi a strutture flessibili ed in particolare ai ponti di grande luce, le cui tipiche sezioni
sono caratterizzate da numeri di Strouhal generalmente molto inferiori all’unità, si osserva che le
velocità del vento che inducono sincronizzazione con i modi di vibrare del ponte sono di intensità
modesta e pertanto, tenuto anche conto degli inevitabili fenomeni di dissipazione, non comportano
accumulo di elevate quantità di energia. Se ciò da un lato conferma che il fenomeno di sincroniz-
zazione non induce generalmente effetti disastrosi per la struttura, dall’altro è evidente che la sua
comparsa deve portarsi in conto in merito all’analisi dei cicli di fatica dei diversi elementi strutturali
sollecitati.
84 Stabilità delle strutture soggette all’azione del vento
nw
Frequenza Regione di
naturale della lock-in
struttura
arctg(St/B) U
Fig. 3.5: Andamento della frequenza di distacco dei vortici al variare della velocità del vento
per una struttura elastica [3.24].
µ ¶
ρU 2 BKH0∗ v 2 v̇
v̈ + 2ζv ωv v + ωv2 v = 1−τ 2 (3.30)
2m B U
· ∗ ¸
vo Ho − 8πScr St 1/2
=2 (3.31)
B τ H0∗
ζv m
Scr = (3.32)
ρB 2
Nel caso in cui si consideri attivo, per la struttura in esame, il solo grado di libertà
corrispondente all rotazione intorno al proprio asse, i.e. ε = θ, e per n θ 6= nθw = nw
(in particolare nθ ¿ nw ), utilizzando l’approccio quasi-stazionario si ricava (cf. eq.
(2.64-2.65)):
Cilindro rigido investito da una corrente 2-D 85
o
o C ρU B 2 Ro Cm
0
ζθ = √ θθ = (3.33)
2 Iθ Kθθ 4Iθ ωθ
o 2 2 0
o K θθ ρU B Cm
Ωθ = = (3.34)
Kθθ 2Kθθ
Pertanto, se si considerano sezioni compatte (per le quali risulta Ro ∼ 0) o
comunque sezioni per le quali Cm 0 ≥ 0, si ha che la risposta dinamica torsionale è
4Iθ ωθ ζθ
Uθc = − (3.35)
ρB 2 Ro Cm0
Inoltre, dalla (3.34) si deduce che, qualora Cm 0 assuma valore negativo, può
o
risultare Ωθ = −1. Tale condizione è equivalente a considerare una singolarità nella
rigidezza del sistema (cf. eq. (3.15)) ed è quindi indicativa di una instabilità di
divergenza di tipo euleriano. Ricavata allora la velocità critica di divergenza come
s
2Kθθ
Uθd = − (3.36)
ρB 2 Cm
0
o ρU B 3 KA∗2 (K)
ζθ = − (3.37)
4Iθ ωθ
o ρU 2 B 2 K 2 A∗3 (K)
Ωθ = − (3.38)
2Kθθ
La (3.37) indica tendenza all’instabilità dinamica per A∗2 (K) > 0 ed in particolare
la condizione di velocità critica di flutter torsionale ad un grado di libertà e la
corrispondente pulsazione critica di oscillazione risultano:
4Iθ ωθ ζθ
Uθc = − ∗ (3.39)
ρB 3 K θc A2 (Kθc )
s
2 A∗ (K )
ρU 2 B 2 Kθc 3 θc
ωθc = ωθ 1− (3.40)
2Kθθ
86 Stabilità delle strutture soggette all’azione del vento
o C∗o θθ (Kθ )
ζθ = (3.43)
4Iθ ωθ
o K∗o θθ (Kθ )
Ωθ = (3.44)
Kθθ
o
In particolare, la risposta della struttura è stabile se risulta ζθ + ζ θ > 0 con
∼
U = Uw , altrimenti si ha una condizione di instabilità dinamica analoga a quella
relativa al caso di risposta nella direzione ortogonale alla corrente e detta, anche in
o
questo caso, di sincronizzazione. La condizione critica al limite di stabilità ζ θ +ζ θ = 0
conduce, in regime linearizzato, alla relazione:
Coqq(Kq)
RoC’m C*oqq(Kq) RoC’m
*
q
z
q
z
q
Iq w
q
w
-4
q
I
-4
[ RoC’m < 0 ] Ç [( Coq q(K q) > -4Iq wq zq ) È (Uw > U*)] Ç [U ³ U* ] Galloping (o flutter) / Divergenza
*
U ³ U* Galloping (o flutter) / Divergenza
[ RoC’m < 0 ] Ç [ Co (K q) £ -4Iq wq zq ] Ç [Uw < U*]
*q q U @ Uw Lock-in
U*=min{Uqc, Uqd}
È il caso di osservare che, per le strutture snelle con sezioni trasversali non
compatte, qualora l’angolo medio di incidenza della corrente risulti prossimo a quello
di stallo statico per la sezione può presentarsi una particolare condizione di flutter
torsionale ad un grado di libertà, detto stall flutter (o stallo dinamico).
In particolare, il termine stall flutter è generalmente associato alle vibrazioni
periodiche autoeccitate di una struttura dotata di determinate caratteristiche di
inerzia e di elasticità sulla quale, durante il suo moto di oscillazione, si presenta una
condizione di accentuata o totale separazione dello strato limite del flusso [3.28].
La differenza fondamentale quindi tra il flutter classico e lo stall flutter risiede nel
carattere del flusso circostante la struttura. Il fenomeno, osservato ed analizzato ini-
zialmente in campo aeronautico oltre che, in particolari condizioni, su pale di turbine
e compressori, può dar luogo alla perdita di funzionalità e di integrità strutturale
anche nel caso di ponti di grande luce. Esso si manifesta tramite vibrazioni di pre-
dominante carattere torsionale, le quali, rispetto al caso di flutter classico perdono
di armonicità. Inoltre, l’esperienza mostra che la frequenza principale di oscillazione
risulta praticamente coincidente con quella naturale torsionale della struttura in aria
calma.
Come premesso, il fenomeno detto si verifica quando l’angolo di incidenza medio
del flusso diviene prossimo a quello di stallo statico αst , i.e. all’angolo di incidenza, a
profilo fisso nella corrente, per il quale si determina una perdita brusca di momento
88 Stabilità delle strutture soggette all’azione del vento
q
a g=a-q
" #
1 B θ̇(t)
Mθa (t) = ρU 2 B 2 KA∗2 (K, αst ) + K 2 A∗3 (K, αst )(θ(t) − θ) (3.46)
2 U
µ ¶
SM π 4GM
KA∗2 = − + FM + (3.47)
4 2SM K
µ ¶
KSM 2FM GM
K 2 A∗3 = − − (3.48)
2 K 2
π + 2SM π
FM (K) = 1 − h ¡ 0.6 ¢2 i + h ¡ ¢2 i (3.49)
2SM 1 + K 2SM 1 + K6
0.3(π + 2SM ) 3π
GM (K) = − h ¡ 0.6 ¢2 i + h ¡ 6 ¢2 i (3.50)
KSM 1 + K KSM 1 + K
£ ¤
m ü(t) + 2ζu ωu u̇(t) + ωu2 u(t) = Fxa (t) (3.51)
£ ¤
m v̈(t) + 2ζv ωv v̇(t) + ωv2 v(t) = Fya (t) (3.52)
h i
Iθ θ̈(t) + 2ζθ ωθ θ̇(t) + ωθ2 θ(t) = Mθa (t) (3.53)
assumendo ω reale.
Sostituendo le (3.54) nelle (3.51-3.53) si ottiene un sistema di tre equazioni omo-
genee nelle tre incognite uo , vo , θo . La soluzione non banale si ricava allora imponen-
do nullo il determinante di tale sistema. Da tale condizione, in generale complessa,
considerando uguagliata a zero sia la sua parte reale che quella immaginaria, si
deducono due equazioni reali. In particolare, la parte reale fornisce:
r6 Ω6 + r5 Ω5 + r4 Ω4 + r3 Ω3 + r2 Ω2 + r0 = 0 (3.55)
g5 Ω5 + g4 Ω4 + g3 Ω3 + g2 Ω2 + g1 Ω + g0 = 0 (3.56)
ω
avendo posto Ω = ωv .
Introducendo i seguenti parametri adimensionali:
ωθ ωu ρB 2 mB 2
φ= ψ= β= Γ= (3.57)
ωv ωv m Iθ
i coefficienti del tipo rj , gj risultano pari a:
r0 = ψ 2 φ 2 (3.58)
·µ ¶ ¸
1 ∗ 1 ∗
r2 = − H β + 1 φ + 4ζv ζθ φ + A3 βΓ + 1 ψ 2
2
2 4 2
µ ¶
1 ∗
−4ζu (ζθ + ζv φ) φψ − 1 + P4 β φ2 (3.59)
2
¡ ¢
r3 = β (H1∗ ζθ φ + ζv A∗2 Γ) ψ 2 + βζu H1∗ φ2 + A∗2 Γ ψ + βP1∗ φ (ζv φ + ζθ ) (3.60)
1£ ¤
r4 = 4 − (H3∗ A∗4 − H4∗ A∗3 − H2∗ A∗1 + H1∗ A∗2 ) Γβ 2 + 2 (A∗3 Γ + H4∗ ) β ψ 2
4
+2ζu [ζθ (H4∗ β + 2) φ + ζv (A∗3 βΓ + 2)] ψ + 2ζv ζθ (P4∗ β + 2) φ (3.61)
1 £ ¤
+ (−H6∗ P6∗ + P4∗ H4∗ + H5∗ P5∗ − P1∗ H1∗ ) β 2 + 2(H4∗ + P4∗ )β + 4 φ2
4
1 ∗ ∗ 1
+ (A5 P2 − A∗6 P3∗ + P4∗ A∗3 − P1∗ A∗2 ) Γβ 2 + (A∗3 Γ + P4∗ )β + 1
4 2
92 Stabilità delle strutture soggette all’azione del vento
· ¸
1
r5 = −ζu β (H4∗ A∗2 + H1∗ A∗3 − H3∗ A∗1 − H2∗ A∗4 ) Γβ + (H1∗ + A∗2 Γ) ψ
2
· ¸
1 ∗ ∗ ∗ ∗ ∗ ∗ ∗ ∗ ∗ ∗
−ζv β (P A + P1 A3 − A6 P2 − A5 P3 ) Γβ + (P1 + A2 Γ) (3.62)
2 4 2
· ¸
1 ∗ ∗ ∗ ∗ ∗ ∗ ∗ ∗ ∗ ∗
−ζθ β (P H − H6 P5 − H5 P6 + P4 H1 ) β + (P1 + H1 ) φ
2 1 4
1
r6 = [(H5∗ P3∗ + H6∗ P2∗ − P1∗ H3∗ − P4∗ H2∗ ) A∗1
8
+ (P4∗ H1∗ − P5∗ H6∗ − P6∗ H5∗ + H4∗ P1∗ ) A∗2
+ (P1∗ H1∗ − H5∗ P5∗ + H6∗ P6∗ − P4∗ H4∗ ) A∗3
+ (H5∗ P2∗ − H6∗ P3∗ + P4∗ H3∗ − P1∗ H2∗ ) A∗4 (3.63)
+ (P6∗ H2∗ − P2∗ H4∗ − P3∗ H1∗ + P5∗ H3 ) A∗5
+ (P3∗ H4∗ + P5∗ H2∗ − P6∗ H3∗ − P2∗ H1∗ ) A∗6 ] Γβ 3
1
+ {[−H2∗ A∗1 + (P1∗ + H1∗ )A2 − (H4∗ + P4∗ )A∗3 + H3∗ A∗4
4
−A∗5 P2∗ + A∗6 P3∗ ] Γ − P4∗ H4∗ + P1 H1 − H5∗ P5∗ + H6∗ P6∗ } β 2
1
− (P4∗ + H4∗ + A∗3 Γ)β − 1
2
1 £ ¤
g1 = − β (H1∗ φ2 + A∗2 Γ)ψ 2 + P1∗ φ2 (3.65)
2
©
g2 = − [ζθ (H4∗ β + 2)φ + ζv (A∗3 βΓ + 2)] ψ 2
£ ¤
+ ζu (H4∗ β + 2)φ2 + 8ζu ζv ζθ φ + ζu (A∗3 βΓ + 2) ψ (3.66)
+ [ζv (P4∗ β + 2)φ + ζθ (P4∗ β + 2)] φ}
1
g3 = β [(H4∗ A∗2 + H1∗ A∗3 − H3∗ A∗1 − H2∗ A∗4 )Γβ + 2(H1∗ + A∗2 Γ)] ψ 2
4
+2ζu β(H1∗ ζθ φ + ζv A∗2 Γ)ψ + 2βP1∗ ζv ζθ φ (3.67)
1
+ β [(H4∗ P1∗ − P6∗ H5∗ − H6∗ P5∗ + H1∗ P4∗ )β + 2(P1∗ + H1∗ )] φ2
4
1
+ β [(−A∗6 P2∗ − P3∗ A∗5 + A∗2 P4∗ + A∗3 P1∗ )Γβ + 2(A∗2 Γ + P1∗ )]
4
Cilindro rigido investito da una corrente 2-D 93
· ¸
1 ∗ ∗
g4 = ζ u β (H2 A1 − H3∗ A∗4 + H4∗ A∗3 − H1∗ A∗2 )Γβ + (A∗3 Γ + H4∗ ) ψ
2
· ¸
1 ∗ ∗ ∗ ∗ ∗ ∗ ∗ ∗ ∗ ∗
+ζv β (P4 A3 − A6 P3 + A5 P2 − P1 A2 )Γβ + (A3 Γ + P4 ) (3.68)
2
· ¸
1 ∗ ∗ ∗ ∗ ∗ ∗ ∗ ∗ ∗ ∗
+ζθ β (−P1 H1 + P4 H4 − H6 P6 + H5 P5 )β + (H4 + P4 ) φ
2
+2(ζu ψ + ζθ φ + ζv )
1
g5 = [(−P1∗ H2∗ + H5∗ P2∗ + P4∗ H3∗ − H6∗ P3∗ )A∗1
8
+(P1∗ H1∗ − P4∗ H4∗ + H6∗ P6∗ − H5∗ P5∗ )A∗2
+(P6∗ H5∗ − H1∗ P4∗ + H6∗ P5∗ − H4∗ P1∗ )A∗3
+(−H6∗ P2∗ + P1∗ H3∗ − H5∗ P3∗ + P4∗ H2∗ )A∗4 (3.69)
+(−P6∗ H3∗ − P2∗ H1∗ + P5∗ H2∗ + P3∗ H4∗ )A∗5
+(−P5∗ H3∗ − P6∗ H2∗ + P2∗ H4∗ + P3∗ H1∗ )A∗6 ] Γβ 3
1
+ {[H3∗ A∗1 − (P4∗ + H4∗ )A∗2 − (H1∗ + P1∗ )A∗3 + H2∗ A∗4 + P3∗ A∗5
4
+A∗6 P2∗ ] Γ − H1∗ P4∗ + P6∗ H5∗ + H6∗ P5∗ − H4∗ P1∗ } β 2
1
− (H1∗ + A∗2 Γ + P1∗ )β
2
· ¸
4 1 ∗ ∗ 1
Ω (H2 A1 − H1∗ A∗2 − H3∗ A∗4 + H4∗ A∗3 )Γβ 2 + (A∗3 Γ + H4∗ )β + 1
4 2
+Ω3 [β(H1∗ ζθ φ + ζv A∗2 Γ)] (3.70)
· ¸
1 1
−Ω2 (1 + H4∗ β)φ2 + 4ζv ζθ φ + 1 + A∗3 βΓ + φ2 = 0
2 2
Forza
aerodinamica
yo yo
Dm
xo CM xo
U CA CE=CM CA CE
~ B/4 <B/4 e
(<0)
Fig. 3.8: Riduzione della coppia aerodinamica tramite l’aggiunta della massa eccentrica
∆m.
· ¸
3 1 ∗ ∗ 1
Ω (H4 A2 − H2∗ A∗4 − H3∗ A∗1 + H1∗ A∗3 )Γβ 2 + (A∗2 Γ + H1∗ )β
4 2
−Ω2 [(H4∗ ζθ β + 2ζθ )φ + ζv A∗3 βΓ + 2ζv ] (3.71)
Ω £ ¤
− βH1∗ φ2 + βA∗2 Γ + 2φ(ζv φ + ζθ ) = 0
2
Le relazioni (3.70-3.71) sono formalmente analoghe a quelle riportate in [3.24].
Infine, è utile caratterizzare il caso in cui il centro di massa CM della sezione
non sia coincidente con il centro elastico CE , ma sia presente una eccentricità e.
Ciò si verifica, ad esempio, nel caso di strutture quali i ponti di grande luce carat-
terizzati da una distribuzione eccentrica di massa. Tale evenienza può presentarsi
in fase di costruzione del ponte, in quanto a fronte dei bassi valori (rispetto al caso
della struttura ultimata) della velocità del vento che induce instabilità da flutter,
al fine di incrementare la stabilità dell’opera parziale si produce artificialmente una
eccentricità fra CM e CE . Ciò comporta una riduzione della distanza fra il centro
aerodinamico CA (dove si immagina concentrata la forza risultante aerodinamica) e
CM e conseguentemente una riduzione della coppia aerodinamica valutata rispetto
allo stesso CM (figura 3.8)12 .
Assumendo un modello di sezione a due gradi di libertà (v e θ) ed introducendo
per l’eccentricità e la convenzione di segno riportata in figura 3.8, i.e. e è positiva
se CM è sottovento rispetto a CE , le equazioni del moto si scrivono come [3.12]:
h i
me v̈(t) + eθ̈ + 2ζv ω ev2 v(t) = Fya (t)
ev v̇(t) + ω (3.72)
· ¸
e me
Iθ ev̈ + θ̈(t) + 2ζθ ω eθ θ(t) = Mθa (t)
eθ θ̇(t) + ω 2
(3.73)
Ieθ
12
In particolare, la riduzione della distanza fra CA e CM è generalmente ottenuta, in pratica,
ricorrendo a masse di acqua che, a seconda della direzione del vento incidente, si dispongono ec-
centricamente nella parte sopravento del profilo. È questo il caso del ponte sospeso di Humber in
Inghilterra [3.4].
Cilindro rigido investito da una corrente 2-D 95
∆m µm
µm = m
e = m(1 + µm ) e = x̂ (3.74)
m 1 + µm
(" µ ¶2 # µ ¶2 )
µm µm
Ieθ = Iθ + mx̂2 1− µm + (3.75)
1 + µm 1 + µm
r s
1 Iθ
ω
e v = ωv ω
e θ = ωθ (3.76)
1 + µm Ieθ
· ¸
e 4 1 ∗ ∗ ∗ ∗ ∗ ∗ ∗ ∗ e e2 1 ∗e ∗ e
Ω (H A − H1 A2 − H3 A4 + H4 A3 )Γβ + (A3 Γ + H4 )β + 1
4 2 1 2
" #
e 2
−Ωe 4 Γe + 1 βeΓ(A e ∗4 + H3∗ )e
B2 2B
h i
+Ω e ∗ ζθ φe + ζv A∗ Γ)
e 3 β(H e (3.77)
1 2
· ¸
−Ωe 2 (1 + 1 H4∗ β)
e φe2 + 4ζv ζθ φe + 1 + 1 A∗ βeΓ
e + φe2 = 0
2 2 3
· ¸
e 3 1 ∗ ∗ ∗ ∗ ∗ ∗ ∗ ∗ e e2 1 ∗e ∗ e
Ω (H A − H2 A4 − H3 A1 + H1 A3 )Γβ + (A2 Γ + H1 )β
4 4 2 2
· ¸
−Ωe 3 1 βeΓ(H2
e + A1)e
2B
h i
−Ωe 2 (H ∗ ζθ βe + 2ζθ )φe + ζv A∗ βeΓ
e + 2ζv (3.78)
4 3
eh
Ω i
− e ∗ φe2 + βA
βH e ∗Γ e e v φe + ζθ ) = 0
+ 2φ(ζ
1 2
2
N
X
u(z, s) = uj (z)Bξj (s) (3.79)
j=1
N
X
v(z, s) = vj (z)Bξj (s) (3.80)
j=1
N
X
θ(z, s) = θj (z)ξj (s) (3.81)
j=1
Z `© ª
B 2 m(z) [ui (z)uj (z) + vi (z)vj (z)] + Iθ (z)θi (z)θj (z) dz = 0 (i 6= j) (3.82)
0
˙ = d(·) = U d(·) =
Introducendo al solito la notazione (·) U 0
dt B ds B (·) , l’equazione del
moto per il modo j-esimo risulta allora ([3.11], [3.23]):
B 2 Qj (s)
ξj00 + 2ζj Kj ξj0 + Kj2 ξj = (3.83)
U 2 Ij
ω B
essendo, per il modo in esame, Kj = Uj la frequenza ridotta naturale, ζj il coeffi-
ciente di smorzamento strutturale relativo alla condizione di smorzamento critico e
Ij l’inerzia generalizzata del sistema definita come
Z `© £ ¤ ª
Ij = B 2 m(z) u2j (z) + vj2 (z) + Iθ (z)θj2 (z) dz (3.84)
0
Z `
Qj (s) = [D(z, s)uj (z)B + L(z, s)vj (z)B + M (z, s)θj (z)] dz (3.85)
0
essendo D(z, s), L(z, s) e M (z, s) rispettivamente le azioni totali per unità di lun-
ghezza di resistenza, portanza e momento prodotte dal vento ed esprimibili in
generale nella forma (2.112), i.e. come somma delle aliquote medie di buffeting,
aeroelastiche e di interazione.
Se si assumono trascurabili i contributi di interazione tra le forze di buffeting
e quelle aeroelastiche ed inoltre, se la configurazione di riferimento della struttura
rispetto alla quale si valutano le funzioni u, v, θ è assunta coincidente con quella
deformata sotto l’azione delle forze aerodinamiche medie stazionarie, risulta:
£ ¤
Kj2 − K 2 + 2iζj KKj ξ j = Qaej (K) + Qbj (K) (3.87)
98 Stabilità delle strutture soggette all’azione del vento
Z `h i dz
ρB 4 `
Qbj (K) = Cdb (z, K)uj + C`b (z, K)vj + Cmb (z, K)θj (3.89)
2Ij 0 `
Nella relazione (3.88) le quantità del tipo (F )rn qj (K) con rj , qj = uj , vj o θj sono
definite come:
Z `
dz
(F )rn qj (K) = F (z, K)rn (z)qj (z) (3.90)
0 `
Pertanto, si perviene al sistema di equazioni nel dominio della frequenza che in
forma matriciale risulta:
essendo
ρB 4 K` £ ∗
Ajn (K) = 2ζj Kj δjn − (H1 )vn vj + (H2∗ )θn vj + (H5∗ )un vj (3.93)
2Ij
¤
+ (A∗1 )vn θj + (A∗2 )θn θj + (A∗5 )un θj + (P1∗ )un uj + (P2∗ )θn uj + (P5∗ )vn uj
ρB 4 K 2 ` £ ∗
Bjn (K) = Kj2 δjn − (H3 )θn vj + (H4∗ )vn vj + (H6∗ )un vj (3.94)
2Ij
¤
+ (A∗3 )θn θj + (A∗4 )vn θj + (A∗6 )un θj + (P3∗ )θn uj + (P4∗ )un uj + (P6∗ )vn uj
Nelle relazioni (3.88) e (3.89) si è implicitamente assunto che sia i termini del
tipo C pb (p = d, `, θ) che le derivate di flutter dipendano in generale dalla coordinata
z. Tale dipendenza deriva dalla variazione con z dell’angolo di incidenza medio
γ ed inoltre dalle condizioni di turbolenza, i.e. dalla variabilità stocastica delle
componenti fluttuanti di velocità del vento ũ e ṽ, oltre che dalla perdita di coerenza
laterale causata dall’effettiva tridimensionalità del flusso circostante la struttura.
Strutture flessibili: i ponti di grande luce. Approccio modale 99
N
X Z `
ρB 4 ` eq dz
γ(z) = α − θ(z) = α − θj (z) [Cm (γ(z))θj (z)] (3.95)
j=1
2Ij∗ Kj2 0 `
eq
essendo Cm il coefficiente di momento torcente equivalente, i.e. relativo al momento
torcente aerodinamico riferito non già al centro di massa della sezione ma al centro
effettivo di rotazione [3.24]. Analogamente Ij∗ rappresenta l’inerzia generalizzata as-
sociata al momento di inerzia polare specifico rispetto al centro di rotazione effettivo.
In particolare, si pone:
eq
Cm (γ) = Cm (γ) − xcr C` (γ) + ycr Cd (γ) (3.96)
dove Cd , C` e Cm sono riferiti al centro di massa della sezione e xcr , ycr rappresentano
le coordinate del centro effettivo di rotazione nel piano di S.
È evidente che la soluzione dell’equazione (3.95) per una data velocità U del vento
non può che essere ottenuta iterativamente ed inoltre che il processo convergerà per
ogni valore della velocità del vento eccetto che per la velocità critica di divergenza.
eq
Il problema è in un certo senso semplificato se si assume che Cm (γ) sia appros-
simabile in modo lineare in un intorno di α:
eq ¯¯
eq eq dCm ¯ θ(z)
Cm (γ) = Cm (α) − (3.97)
dγ ¯α
cosicchè dalla condizione di equilibrio statico globale risulta:
N
X £ ¤
Dξ = M ⇒ γ(z) = α − θj (z) D−1 M j (3.98)
j=1
essendo
Z ` eq ¯¯
ρB 4 ` dCm ¯ θi (z)θj (z) dz
Dij = δij + ∗ 2 (3.99)
2Ii Ki 0 dγ ¯α `
4 Z `
ρB ` eq dz
Mi = ∗ 2 Cm (α)θi (z) (3.100)
2Ii Ki 0 `
100 Stabilità delle strutture soggette all’azione del vento
det[D] = 0 (3.101)
Per quanto riguarda la stabilità dinamica della struttura, in virtù delle conside-
razioni sin qui svolte e vista la natura lineare dell’equazione (3.91), è chiaro che essa
non risulta influenzata dai termini di buffeting. In particolare, la condizione critica
di flutter è espressa imponendo che il sistema omogeneo
E(K)ξ = 0 (3.102)
det[E(K)] = 0 (3.103)
£
(P1∗ )uj uj + (P5∗ + H5∗ )uj vj + (P2∗ + A∗5 )uj θj + (H1∗ )vj vj
¤ 4Ij ζj Kj
+(H2∗ + A∗1 )vj θj + (A∗2 )θj θj ≥ (3.104)
ρB 4 ` K
4I ζ
dove la quantità ρBj 4 j` può vedersi come una variante del numero di Scruton introdot-
to nella (3.32). Inoltre, in condizioni di flutter incipiente il rapporto fra la pulsazione
naturale relativa al modo in esame e la pulsazione critica di flutter risulta:
Strutture flessibili: i ponti di grande luce. Approccio modale 101
Kj2 ωj2 ρB 4 ` £ ∗
= = 1 + (P4 )uj uj + (P6∗ + H6∗ )uj vj + (P3∗ + A∗6 )uj θj
K2 ω2 2Ij
¤
+(H4∗ )vj vj + (H3∗ + A∗4 )vj θj + (A∗3 )θj θj (3.105)
Æζj (z, K) = P1∗ (K)u2j (z) + H1∗ (K)vj2 (z) + A∗2 (K)θj2 (z) (3.106)
+[P5∗ (K) + H5∗ (K)]uj (z)vj (z) + [P2∗ (K) (3.107)
+A∗5 (K)]uj (z)θj (z) + [H2∗ (K) + A∗1 (K)]vj (z)θj (z)
Ækj (z, K) = P4∗ (K)u2j (z) + H4∗ (K)vj2 (z) + A∗3 (K)θj2 (z)
+[P6∗ (K) + H6∗ (K)]uj (z)vj (z) + [P3∗ (K) (3.108)
+A∗6 (K)]uj (z)θj (z) + [H3∗ (K) + A∗4 (K)]vj (z)θj (z)
Z `Z `
dz1 dz2
Æζj (z1 , K)Æζj (z2 , K)
0 0 ` `
Z `Z `
dz1 dz2
−4ζj Ækj (z1 , K)Æζj (z2 , K)
0 0 ` `
Z `Z ` · ¸
2 dz1 dz2 4Ij ζj 2
+4ζj Ækj (z1 , K)Ækj (z2 , K) ≥ (3.110)
0 0 ` ` ρB 4 `
In particolare, per ciascuno dei termini del tipo Di∗ (z1 , K)Dj∗ (z2 , K), dove Di∗ =
Pi∗ , Hi∗ , A∗i è la generica derivata di flutter (i = 1, ..., 6), possono considerarsi leggi
esponenziali di perdita di coerenza del tipo (2.132):
cD |z1 −z2 |
ij
Di∗ (z1 , K)Dj∗ (z2 , K) = Di∗ (K)Dj∗ (K)e− ` (3.111)
essendo Di∗ (K) la distribuzione uniforme lungo l’asse della struttura del generi-
co coefficiente di Scanlan e cDij un coefficiente valutabile sperimentalmente che
caratterizza il decadimento esponenziale.
102 Stabilità delle strutture soggette all’azione del vento
2 ∗
SQb (K) = lim Qb (K) ⊗ Qb (K) (3.113)
T →∞ T
di modo che, sfruttando la (3.91), la matrice delle densità spettrali relativa al vettore
delle coordinate generalizzate ξ risulta:
2 ∗
Sξ (K) = lim ξ(K) ⊗ ξ (K) = [E(K)]−1 SQb (K)[E∗ (K)]−T (3.114)
T →∞ T
µ ¶2 Z `Z `£
ρB 4 ` 1
[SQb ]ij = Sũ (z1 , z2 , K)Yijũũ (z1 , z2 , K)
2U Ii Ij
0 0
+Sṽ (z1 , z2 , K)Yijṽṽ (z1 , z2 , K) + Sũṽ (z1 , z2 , K)Yijũṽ (z1 , z2 , K)
¤ dz1 dz2
+Sṽũ (z1 , z2 , K)Yijṽũ (z1 , z2 , K) (3.115)
` `
dove le funzioni del tipo Yijpq (z1 , z2 , K) risultano definite come:
Strutture flessibili: i ponti di grande luce. Approccio modale 103
ũ 1c |z −z |
2
Sũ (z1 , z2 , K) ∼
= Sũ (K)e− ` (3.120)
cṽ |z1 −z2 |
Sṽ (z1 , z2 , K) ∼
= Sṽ (K)e− ` (3.121)
in funzione degli spettri atmosferici Sũ (K) e Sṽ (K).
I coefficienti di decadimento cũ e cṽ assumono in linea di principio valori differenti
tra loro e rispettano sperimentalmente nei casi di interesse la condizione [3.24]:
2K` 10K`
≤ cp ≤ p = ũ, ṽ (3.122)
πB πB
Tipiche rappresentazioni degli spettri atmosferici sono riportate nelle (1.15-1.17) 15 .
Pertanto, valutata tramite la (3.114) la matrice Sξ (K), è possibile caratterizzare
le densità spettrali delle singole componenti di spostamento come
N X
X N
Su (z1 , z2 , K) = B 2 ui (z1 )uj (z2 )[Sξ ]ij
i=1 j=1
N X
X N
Sv (z1 , z2 , K) = B 2 vi (z1 )vj (z2 )[Sξ ]ij (3.123)
i=1 j=1
N X
X N
Sθ (z1 , z2 , K) = θi (z1 )θj (z2 )[Sξ ]ij
i=1 j=1
15
Lo spettro qui indicato con Sṽ corrisponde allo spettro Sw̃ riportato nella (1.17).
104 Stabilità delle strutture soggette all’azione del vento
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