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MODELLI DI CITAZIONI BIBLIOGRAFICHE PER TESI DI LAUREA

INSEGNAMENTI DI BIBLIOTECONOMIA E BIBLIOGRAFIA


PROF. PAOLO TINTI

LA CITAZIONE DI LIBRI A STAMPA

NORME GENERALI

1. In linea generale, la successione delle informazioni nella citazione


bibliografica è la seguente:
AUTORE/I, titolo, informazioni di edizione, altri contributi secondari, luogo di
edizione, casa editrice, anno di edizione.
es. Carlo REVELLI, Il Catalogo, in collaborazione con Giulia Visintin, Milano, Editrice
Bibliografica, 1996.
2. Per ottenere le informazioni bibliografiche si deve far riferimento in primis al
frontespizio dell’edizione citata. Tutte le informazioni colte da fonti esterne ma non
prossime o alternative al frontespizio (quali il verso del frontespizio, il colophon,
ecc.) saranno poste, se si desidera, fra parentesi quadre.
es. Mario PAZZAGLIA, Manuale di metrica italiana, [Firenze], Sansoni, [1994].
3. Quando la responsabilità è diretta, l’autore o il titolo (nel caso di edizioni
miscellanee o anonime) si citano per primi, con il cognome dell’autore in
MAIUSCOLETTO, seguìto da virgola.
es.1 Armando PETRUCCI, La descrizione del manoscritto: storia, problemi, modelli, 2. ed.
corretta e aggiornata, Roma, Carocci, 2001.
es.2 Alma Mater librorum: nove secoli di editoria bolognese per l’Università, Bologna, CLUEB,
Il Mulino, Nuova Alfa, Zanichelli, 1988.

4. Se gli autori sono due o tre, i nomi devono essere riportati nell’ordine in cui
appaiono nel frontespizio e separati da virgola.
es. Paola DONATI GIACOMINI, Gabriella POMA, Cittadini e non cittadini nel mondo romano:
guida ai testi e documenti, Bologna, CLUEB, 1996.
5. Se gli autori sono più di tre, la citazione inizia con il titolo, eventualmente
seguito dal nome e cognome del/dei curatore/i (mai in maiuscolo).
es.1 Dizionario degli editori musicali italiani, a cura di Bianca Maria Antolini, Pisa, ETS, 2000.
es.2 Il paratesto, a cura di Cristina Demaria e Riccardo Fedriga, Milano, Sylvestre Bonnard,
2001.
es.3 L’editoria del ' 700 e i Remondini: atti del Convegno: Bassano 28-29 settembre 1990, a cura
di Mario Infelise e Paola Marini, Bassano del Grappa, Ghedina & Tassotti, 1992, p. 261-289, in
particolare p. 263.
6. Assolutamente da evitare è l’indicazione di autori vari (e dei suoi diversi
acronimi).

1
es. NO: AA.VV. Le Arti, Bergamo, Atlas, 2000.
SÌ: Le Arti, Bergamo, Atlas, 2000.
[In questo caso gli autori menzionati nel frontespizio sono ben quattro: Gillo Dorfles,
Annibale Pinotti, Marcello Ragazzi, Cristina Dalla Costa].
7. Il titolo dell’edizione sarà in corsivo. Ogni complemento del titolo, quando
fornisce informazioni essenziali sul contenuto del documento, sarà sempre in corsivo
e preceduto da due punti, oppure dalla punteggiatura presente nell’originale. Non vi è
ragione di prediligere l’una o l’altra scelta ma, una volta sposata una delle due, è
opportuno attenervisi in modo uniforme.
es.1 Rino PENSATO, Corso di bibliografia: guida alla compilazione e all’uso dei repertori
bibliografici, 4. ed., appendici a cura di Franco Pasti, Milano, Editrice Bibliografica, 1998.
es.2 Vittorio MESSORI, Il Miracolo: Spagna, 1640: indagine sul più sconvolgente prodigio
mariano, Milano, Rizzoli, 1998.
8. A volte si rivela opportuno integrare il titolo con altre informazioni: ad
esempio, se il titolo è in una lingua straniera non comune e si ritiene che il lettore
non la conosca, può essere utile la sua traduzione posta, di seguito, fra parentesi
quadre.
es. Nihon TEREBI, Uzumoreta bunmei: Ankoru iseki [I monumenti di Angkor], Tokyo, Nihon
Terebi Hosomo, 1981.
9. Il luogo di edizione, il nome dell’editore e l’anno di edizione sono fra loro
separati da virgola + spazio. Se i luoghi di edizione sono più di uno, appaiono
separati da virgola, eventualmente associati al relativo editore; da trattino solo se di
norma l’editore adotta sempre i medesimi luoghi; il nome dell’editore deve essere
citato in forma sintetica o così come appare sul frontespizio; se non è reperibile
l’anno di edizione, ma solo quello di stampa, è necessario specificarlo.
es.1 (due luoghi, un editore): Roma, Modena, Formiggini.
es.2 (due luoghi, due editori): Roma, ICCU, Milano, Editrice Bibliografica.
es.3 (due luoghi consueti, un editore): Roma, Bari, Laterza ovvero Roma-Bari, Laterza.
es.4 (editore e anno di stampa): [Ravenna], Montanari, stampa 2002.
NO: (editore in forma estesa): Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1994.
SÌ: (editore in forma sintetica): Milano, Mondadori, 1994.
10. Spesso occorre specificare il numero del volume/tomo (se si tratta di edizioni
in più volumi/tomi) e la pagina esatta da cui si è colta la citazione, così questa viene
riportata dopo l’anno di edizione e preceduta da virgola + spazio + “p.”; se si fa
riferimento a più di una pagina, la prima e l’ultima saranno separate da un trattino;
se citiamo diverse pagine non consecutive utilizzeremo virgola + spazio + “e” prima
dell’ultima.
es.1 (pagina esatta): …, Bologna, Pàtron, 2001, p. 34.
es.2 (pagine consecutive): …, p. 35-44.
es.3 (pagine non consecutive): …, p. 24, 65 e 78.
11. Ogni citazione deve sempre essere conclusa da punto.

2
12. Quando un’edizione è già stata citata, non è necessario ripetere l’intera
citazione ma è sufficiente fornire al lettore le informazioni utili per reperirla nelle
pagine precedenti. Si scriverà così:
COGNOME DELL’AUTORE, prime parole del titolo, cit.
es. TAVONI, Precarietà e fortuna, cit., p. 15-20.
Se non vi è un autore ma un curatore, si abbrevia con “a c. di” + cognome.
es. Leopardi e Bologna, a c. di Bazzocchi, cit.
Quando la medesima edizione viene citata in una nota e in quella subito successiva
(oppure all’interno della stessa nota in punti diversi ma successivi), non importa
ripetere la citazione, anche se in forma ridotta: basterà scrivere “Ivi” se occorre citare
la stessa edizione ma una pagina diversa oppure Ibidem (anche abbreviato Ibid.) se il
richiamo è alla stessa pagina.
Esempio di note a piè pagina:
12
Alfredo STUSSI, Introduzione agli studi di filologia italiana, Bologna, Il Mulino, 1994, p. 72.
13
Ivi, p. 100. [citazione della stessa ed., ma pagina diversa]
14
Ibidem. [citazione della stessa ed., stessa pagina citata nella nota precedente, ossia p. 100]

Esempi di citazione

Articolo in quotidiano: AUTORE, titolo, “quotidiano”, data.


es. Alberto CRESCENTINI, Pirati, ennesimo assalto, “Il Resto del Carlino”, 12 settembre 2003.
Articolo in rivista: AUTORE, titolo, “rivista o periodico”, indicazioni
cronologiche, pagine.
es.1 Mirella BARTOLOTTI, Sui “Capitoli” di Nicolò V per la città di Bologna nella storia del
conflitto col governo centrale, “Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di
Macerata”, III-IV (1970-71), p. 513-538.
es.2 Maria Gioia TAVONI, La fortuna di Gregorio Biasini (1732-1788) editore a Cesena nel
XVIII secolo, “Accademie e biblioteche d’Italia”, LXVII (1999), p. 7-28.
Cd-rom: EVENTUALE/I AUTORE/I, titolo, eventuale/i curatore/i, luogo, editore (cd-
rom).
es.1 Tesori d’arte in Italia, a cura di Gualtiero e Roberto Carraro, Aldo Devizzi, Novara, De
Agostini Multimedia, 1998 (cd-rom).
es.2 Codici & Leggi d’Italia. Testo vigente. Parte 1: Codici d’Italia e Costituzione della
Repubblica, Novara, De Agostini, 1995- (cd-rom).
Contributo in miscellanea: AUTORE, titolo, in EVENTUALE/I AUTORE/I, titolo
della miscellanea o del repertorio, eventuale curatore, luogo, editore, anno, pagine.
es. Pantaleo PALMIERI, Giacomo Leopardi e la Scuola Classica Romagnola, in Leopardi e
Bologna: atti del Convegno di Studi per il Secondo Centenario Leopardiano (Bologna, 18-19
Maggio 1998), a cura di Marco Antonio Bazzocchi, Firenze, Olschki, 1999, p. 113-132.
Contributo in miscellanea dello stesso autore: AUTORE, titolo, in ID. (= Idem, se
uomo) oppure EAD. (=Eadem, se donna), titolo della raccolta, luogo, editore, anno,
pagine.

3
es. Maria Gioia TAVONI, Il libro naturalistico nelle biblioteche modenesi, in EAD., Libri e
lettura da un secolo all’altro, Modena, Mucchi, 1987, p. 13-54, in particolare p. 25.
Monografia: AUTORE/I, titolo, eventuale curatore, luogo, editore, anno, eventuale
specificazione del volume e della/e pagina/e.
es.1 Giorgio MONTECCHI, Aziende tipografiche, stampatori e librai a Modena dal Quattrocento
al Settecento, Modena, Mucchi, 1988, p. 147-153.
es.2 La Colonia Renia: profilo documentario e critico dell’Arcadia bolognese, vol. 2, a cura di
Mario Saccenti, Modena, Mucchi, 1988.
es.3 Luigi PIRANDELLO, Uno, nessuno e centomila, a cura di Giancarlo Mazzacurati, Torino,
Einaudi, 1994.
es.4 Paola PES DI VILLAMARINA, Giosue CARDUCCI, Carteggio (agosto 1887 – febbraio 1906), a
cura di Anna Maria Giorgetti Vichi, Modena, Mucchi, 2002.
Recensione: AUTORE, Recensione a: AUTORE/I, titolo (luogo, editore, anno),
“periodico”, indicazioni cronologiche, pagine.
es. Franca ARDUINI, Recensione a: Armando PETRUCCI, La descrizione del manoscritto: storia,
problemi, modelli (Roma, NIS, 1984), “Biblioteche oggi”, II (1984), 5, p. 122-126.
Sito internet: AUTORE, titolo del sito, < indirizzo del sito >, data dell’ultima
consultazione. Il titolo del sito è dedotto dalla pagina iniziale o dal banner di
intestazione.
es.1 AIB, AIB-WEB, < http://www.aib.it >, ultima cons.: 26.09.2003.
es.2 Google: Italia, < http://www.google.it >, ultima cons.: 12.12.2003.
es.3 The British Library: the world‘s knowledge, < http://www.bl.uk >, ultima cons.: 04.01.2004.
Voce di dizionario o lessico enciclopedico: Titolo del repertorio, luogo, editore,
data, s.v. [voce].
es. Enciclopedia Garzanti della Musica, Milano, Garzanti, 1974, s.v. Contrappunto.
Voce di enciclopedia: AUTORE, voce, in titolo dell’enciclopedia, volume, luogo,
editore, data, pagine.
es.1 Mario SCOTTI, Foscolo Ugo, in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 49, Roma, Istituto
della Enciclopedia Italiana, 1997, p. 457-473.
es.2 Alberto ASOR ROSA, Avanguardia, in Enciclopedia, vol. 2, Torino, Einaudi, 1977, p. 195-
231.

LA CITAZIONE DI TESI DI LAUREA

LAUREANDO, titolo della Tesi, Tesi di laurea in (materia), Università di …, relatore


Prof. …, a.a. …, pagine.
es. Moira BERTUSI, Tipografi bolognesi fra Seicento e Settecento: la famiglia Pisarri, Tesi di
laurea in Storia del libro e delle biblioteche, Università di Bologna, relatore Prof.ssa Maria Gioia
Tavoni, a.a. 1991-92.

4
LA CITAZIONE DI LIBRI ANTICHI A STAMPA (ANTE 1830)

Quando si cita un libro antico a stampa è necessario scegliere fra la citazione in


forma sintetica e quella in forma diplomatica, che riproduce il frontespizio in maniera
fedele al suo aspetto, per quanto lo consente l’uso dei moderni caratteri a stampa
(oggi questo tipo di citazione è spesso sostituita dalla riproduzione fotografica del
frontespizio stesso).
a) La citazione diplomatica è opportuna nel caso in cui l’argomento richieda grande
precisione in merito alle informazioni sull’edizione di un certo testo: si renderà
quindi necessario contattare personalmente il relatore.
b) Assai più frequente è la citazione sintetica, in cui la successione di informazioni è
simile a quella in uso per i libri moderni. È tuttavia necessario prestare particolare
attenzione alle forme con le quali il frontespizio dà le indicazioni di edizione.
es.1 Francesco ACCOLTI, Expliciunt elegantissima consilia magnifici equitis Romani: ac
iurisconsultorum etate nostra principis domini Francisci de accoltis de Aretio, Pisis impressa, 1482
die vero xxiij. mensis Martii.
es.2 Ludovico ARIOSTO, La Cassaria, in Venetia, per gli heredi di Bortolamio Rubin, 1587.
es.3 Alessandro ADIMARI, La Clio ouero Cinquanta sonetti sopra piu persone della famiglia o
casata degli Adimari che da che s’ha notizia del suo principio in Firenze fino all’anno 1550 sono
stati per qualche virtù o dignita meriteuoli di memoria. Opera d’Alessandro Adimari fondata su ‘l
testimonio d’istorici o di scrittori degni di fede, in Fiorenza, nella stamperia di Amadore Massi e
Lorenzo Landi, 1639.
es.4 Celestino PETRACCHI, Della insigne abbaziale basilica di S. Stefano di Bologna libri due, in
Bologna, nella stamperia di Domenico Guidotti e Giacomo Mellini sotto il Seminario, 1747.

LA CITAZIONE DI MATERIALE MANOSCRITTO

NORME GENERALI

1. La prima volta che si cita un manoscritto (d’ora in poi ms.) è bene


riportare, oltre alla denominazione dell’istituto di conservazione, l’indicazione di:
a) Segnatura: si usa la formula adottata nell’istituto di appartenenza. Può
succedere che diversi ms. siano stati legati insieme e contraddistinti, di solito, da un
numero romano: in questo caso la collocazione sarà comune ma ogni ms. dovrà
essere considerato un pezzo a sé.
es. BCAB, ms. B 2862, II.
b) Materiale scrittorio: si designa con le espressioni abbreviate “membr.” per
indicare la pergamena e “cart.” per la carta. Si può precisare quali parti sono di
pergamena e quali cartacee.
es. cart. e membr.; membr. i fogli esterni di ciascun fascicolo e precisamente le cc. 1, 8,
se il codice è prevalentemente cartaceo.
5
c) Data: se il ms. è datato, si pone l’anno esatto oppure il periodo al quale lo
si può datare, specificando le ragioni di tali termini ante e post quem. Non potendo
essere precisi, si riporta solo il secolo, possibilmente evidenziando se all’inizio (“in.”
= ineunte), a metà (“m.” = medio) o alla fine (“ex.” = exeunte).
es.1 (anno esatto): 1454.
es.2 (periodo): 1454-1460, in quanto…
es.3 (secolo): sec. XIV in.
Sono informazioni utili ma non obbligatorie le seguenti:
d) Misure: calcolate sulle carte (non sulla legatura!), si indicano generalmente
in millimetri, prima l’altezza, poi la larghezza. Se i fascicoli presentano misure
diverse, si possono indicare i dati estremi, oppure, qualora le differenze siano molto
forti, si segnalano le misure della legatura, specificandolo.
es.1 (fascicoli della stessa misura): 320 x 260 mm.
es.2 (fascicoli di misure diverse): 320-5 x 260-8 mm.
es.3 (legatura): 325 x 265 mm (legatura).
e) Consistenza: si ripetono i dati della numerazione esistente, generalmente
eseguita per carte (cartulazione), avendo cura di distinguere le carte di guardia,
facenti parte della legatura e indicate con cifre romane, da quelle del corpo del
codice, in cifre arabiche.
es. III + 252 + II.
f) Struttura: si può qui descrivere la costituzione in più fascicoli del codice.
es. 1 binione + 3 quaderni + 1 senione mancante della terza carta.
g) Legatura: la descrizione approfondita della legatura comporta un notevole
impegno e necessita di una preparazione specifica. Tuttavia per notizie sommarie
saranno sufficienti le indicazioni acquisibili da cataloghi, da studi specialistici, da
schede di mostre, etc.
es. Legatura risalente al sec. XV. Coperta originale con mezza legatura di pelle
settecentesca su assi di legno scoperte. Dorso a tre nervature.

2. Non sempre tutte le indicazioni da riportare la prima volta che si cita


un ms. si trovano nel catalogo dell’istituto di conservazione o, viceversa, ve ne
possono essere contenute altre, ad esempio relative al tipo di ornamentazione: di volta
in volta, sarà quindi utile attenersi a tale descrizione, a meno che questa non sia
superata o eccessivamente scarna. Oltre al catalogo/inventario dei manoscritti,
un’ottima fonte per questo lavoro possono essere gli Inventari dei manoscritti delle
Biblioteche d’Italia, a cura di Giuseppe Mazzatinti [et al.] (Forlì [etc.], Bordandini [et
al.], 1890-) e le bibliografie sui singoli pezzi stilate dalle maggiori biblioteche
italiane.
3. Resta inteso che eventuali citazioni successive alla prima si
presenteranno in forma sintetica.

6
4. Frequenti abbreviazioni utilizzate nelle citazioni bibliografiche:
b./bb. = busta/e caps. = capsula/e (di biblioteca)
c./cc. = carta/e cart. = cartone/i o cartaceo
cod./codd. = codice/i ms./mss. = manoscritto/i
f./ff.= foglio/fogli num./n.n. = numerati/non numerati
f.v./ff.vv. = foglio/i volante/i prov. = provenienza
fasc./fascc. = fascicolo/i r. = rigo
in-fol. = in folio r = recto della c.
in 4° o in-4 = in quarto s.d. = senza data
misc. = miscellaneo v = verso della c.
vol./voll. = volume/i

5. Se è necessario ripetere il nome dell’Istituto, spesso piuttosto lungo,


è frequente l’uso di sigle o abbreviazioni, che dovranno essere dichiarate in
un’apposita legenda preliminare.
Pur non esistendo sigle standard universalmente riconosciute, sono frequenti –
quindi obbligatorie – le abbreviazioni tradizionali adottate all’interno di ciascun
istituto: BCAB (Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio Bologna), BUB (Biblioteca
Universitaria Bologna), ASB (Archivio di Stato Bologna), BEU (Biblioteca Estense
Universitaria Modena), ASMO (Archivio di Stato di Modena), BNCF (Biblioteca
Nazionale Centrale di Firenze) e così via. Sarà cura di ciascun laureando informarsi
sulla sigla più comunemente utilizzata per indicare l’Istituto di riferimento.
es. ASB, Notarile, Notaio Pietro Cassani, 2 settembre 1824, Società contratta fra li signori Annesio
Nobili e Giacinto Fiori.
[in apertura di tesi, di capitolo o di altra partizione] ASB = Archivio di Stato di Bologna

Esempi di citazione del manoscritto


Prima citazione
Bernardo ILICINO, Commento ai Trionfi di Francesco Petrarca, sec. XV; cart..; cc. 180, in 18
quinterni; mm 338x236. Cc. numerate mod. a lapis; segnatura dei fascicoli a penna coeva al ms.
Testo a piena pagina in scrittura umanistica. Legatura tiraboschiana (sec. XVIII), con stemma
estense e titolo (Lapinvs Sposizione del Petra[r]ca) impressi in oro al dorso. Errore nella legatura:
[d]10 legato tra [s]10 e [t]10. Provenienza: antico fondo estense (BEU, ms. .H.3.2=it. 397).
Citazione successiva
ILICINO, Commento ai Trionfi, cit., c. 3r.

FONTI ARCHIVISTICHE
La successione degli elementi nella citazione è di solito la seguente:
Istituto, sezione, fondo o serie interna, eventuale titolo, segnatura del volume, del
fascicolo o della busta (ogni istituto ha un proprio sistema di collocazione del
materiale), eventuale titolo del manoscritto, anno o precisazione cronologica,
indicazione della/e carta/e, busta, etc. citate.
es.1 ASB, Notarile, notaio Teodori Zenobio Egidio, 30 gennaio 1772.

7
es.2 ASB, Archivi dello Studio, Libri segreti del Collegio Canonico 135, 7 luglio 1732, cc. 198r–
200v.
es.3 ASMO, Gesuiti soppressi, Modena, f. 22, Nota de’ libri hauuti dal studio del Sig.r Giulio
Scala a di 26 Genn.o 1639.
Caso particolare costituiscono i ms. documentari conservati nelle biblioteche, a
volte ricompresi in fondi archivistici veri e propri.
es. Documenti di nobiltà della famiglia Mattioli, 1703, cart., 295 x 200 mm (BCAB, ms. B
3746).

EPISTOLARI MANOSCRITTI
Occorre inserire il nome del mittente e quello del destinatario, il luogo e la data
dello scritto. Talvolta queste informazioni sono assenti o incerte, tuttavia, se dedotte,
dovranno essere poste fra parentesi quadre. Saranno poi segnalati – fra parentesi
tonde – l’istituto in cui è conservato il ms. e la segnatura.
es.1 Lettera di Benedetto XIV a Filippo Mazzi, [Roma], 12 maggio 1745 (BUB, ms. 4331, vol.
II, c. 181).
es.2 Lettera di Giacinto Marini a Lodovico Savioli, Cento (Ferrara), 1796 (BCAB, ms. B 3739,
Lettere dirette a Lodovico Vittorio Savioli in qualità di uno dei deputati di Bologna a Parigi e
memorie relative, 1796-1807, fascicolo A, c. 21).
es.3 Cartolina postale di James Joyce ad Angelo Fortunato Formiggini, Parigi, 3 agosto 1923
(BEU, Archivio Formiggini, c. 3.6).

MANOSCRITTI LIBRARI
Nel caso in cui non sia necessario servirsi di citazione approfondita del ms., si
faccia riferimento al seguente modello:
AUTORE, titolo, luogo e data di stesura, materiale (Istituto, sezione dell’Istituto,
segnatura del volume, eventuale parte in cifre romane - se in miscellanea -, eventuale
parte in cui è diviso il testo in cifre arabiche, eventuale/i carta/e).
es.1 Francesco PETRARCA, I Trionfi colle Rime, [Firenze], 1466, cart. (BNCF, Ms. Pal. 37).
es.2 ANTONINUS (S.) Ep. FLORENTINUS, De peccatis in generali (Summa de virtutibus et vitiis),
sec. XV (ca. 1460), cart. (Biblioteca Ambrosiana Milano, ms. A 191 inf.).

ALTRI APPARATI REDAZIONALI DELLA TESI DI LAUREA

GLI INDICI FINALI


La tesi dovrà concludersi con un indice alfabetico dei nomi citati, distinguendo se
il nome compare a testo o in nota (es. Rossi Mario 34, 67, 88, 103n, 332), e con una
bibliografia di riferimento, redatta secondo i seguenti criteri:
(a) Ordinamento alfabetico per autore/titolo o per argomento
(tematico);
(b) Nel caso di ordinamento per autore/titolo, sottoordinamento per
data di pubblicazione (più titoli pubblicati nello stesso anno si susseguono in

8
ordine alfabetico); nel caso di ordinamento tematico, sottoordinamento per
autore/titolo e data di pubblicazione;
(c) Intestazione delle miscellanee al titolo.

Esempio di bibliografia ordinata per autore/titolo (sottoordinamento per data


di pubblicazione)
ACCORNERO Ferdinando, L’organizzazione del proprio lavoro intellettuale, Roma, Tumminelli,
1956.
AGHEMO Aurelio, Informare in biblioteca, Milano, Editrice Bibliografica, 1992.
AGHEMO Aurelio, Le risorse informative elettroniche, “Biblioteche oggi”, XIII (1995), n. 9, p. 8-
13.
Biblioteche speciali: atti del Convegno di studio “La biblioteca speciale e specializzata”, Vinci,
Biblioteca Leonardiana, 3-4 ottobre 1985, a cura di Mauro Guerrini, Milano, Editrice
Bibliografica, 1986.
CALOT Frantz, THOMAS Georges, Guide pratique de bibliographie, Paris, Delagrave, 1950.
NERI Franco, Uso delle fonti e ricerca bibliografica, in Il coordinatore dei servizi di biblioteca:
materiali di lavoro, a cura di Maria Stella Dal Pos, Mestre, IRRSAE del Veneto, 1993, p. 195-
198.
VOLPATO Giancarlo, Rassegna di studi sulla bibliografia 1990-1995, “Accademie e biblioteche
d’Italia”, LXIII (1995), n. 4, p. 35-42.

Esempio di bibliografia tematica (sottoordinamento per autore/titolo e data di


pubblicazione)
Biblioteche comunali
FACCHINI Carla, TRANIELLO Paolo, Gli spazi della lettura: indagine sull’utenza delle
biblioteche comunali in Lombardia, Milano, Angeli, 1990.
Quale biblioteca: dati sulle biblioteche comunali, a cura dell’Ufficio cultura, coordinati
e commentati da Massimo Di Salvatore, [S.l., s.n.], 1980 (Albese, Meroni Tipo-
litografia).
Biblioteche scolastiche
CALCAGNO Guido, Biblioteche scolastiche, Milano, Mondadori, 1958.
COLOMBO Enzo, ROSETTI Annamaria, La biblioteca nella scuola, Roma, NIS, 1986.
Guida alla biblioteca di classe: 50 proposte per la scuola secondaria, a cura di Franco
Baratta, prefazione di Tullio De Mauro, Roma, Editori Riuniti, 1977.

LA CITAZIONE AUTORE-DATA
È un metodo di riferimento bibliografico che consente, nelle note a piè di pagina,
di richiamare le edizioni citate nella bibliografia finale, evitando così lunghe note
bibliografiche. Per ogni edizione vengono specificati solo l’autore e l’anno di
edizione e, qualora vi siano varie opere dello stesso autore uscite nel medesimo anno,
esse sono distinte con diversa lettera alfabetica o con parola significativa del titolo.

Esempio
In nota a piè di pagina si troverà

9
ECO, 1968b, p. 54.
ECO, 1968a, p. 36-78.
ECO, 1969, p. 33.

La bibliografia finale si presenterà così


ECO, 1968a ECO Umberto, La definizione dell’arte, Milano, Mursia, 1968.
ECO, 1968b ECO Umberto, Lignes d’une recherche sémiologique sur le message
télévisuel, in Recherches sur les systèmes significants, The Hague, Mouton,
1968.
ECO, 1968c ECO Umberto, La struttura assente, Milano, Bompiani, 1968.
ECO, 1969 ECO Umberto, Le strutture narrative in Fleming, in L’analisi del racconto,
Milano, Bompiani, 1969.

Nota

Per la compilazione di questo breve prospetto ci si è serviti soprattutto di

PENSATO Rino, Corso di bibliografia: guida alla compilazione e all’uso dei repertori
bibliografici, 4. ed., appendici a cura di Franco Pasti, Milano, Editrice Bibliografica, 1998.
PETRUCCI Armando, La descrizione del manoscritto: storia, problemi, modelli, 2. ed.
corretta e aggiornata, Roma, Carocci, 2001.

Quando non frutto di fantasia, gli esempi di citazione sono stati tratti, oltre che dagli Inventari
dei manoscritti delle biblioteche d’Italia, dalle opere di Pensato (specialmente dalle appendici di
Pasti) e Petrucci, per lo più da

CIPRIANI Renata, Codici miniati dell’Ambrosiana: contributo a un catalogo, Milano, Neri


Pozza, 1968.
DI CARLO Carla, Il libro in Benedetto XIV, Bologna, Pàtron, 2000.
TAVONI Maria Gioia, Il banco del libraio e lo scaffale del giurista: Carlo Trenti nella
Bologna di fine Settecento, Bologna, Pàtron, 1993.
TAVONI Maria Gioia, Da un inedito di Albano Sorbelli: il Corpus chartarum e il commento
ai Trionfi di Bernardo Ilicino, Bologna, AMSCampus, 2003, disponibile come pre-print in
Almae Matris Studiorum Campus, < http://amscampus.cib.unibo.it/ >, ultima consultazione:
31.10.2003.
TAVONI Maria Gioia, Libri e lettura da un secolo all’altro, Modena, Mucchi, 1987.
TINTI Paolo, La libraria dei Gesuiti di Modena: il fondo antico dal Collegio di S.
Bartolomeo al Liceo Muratori, premessa di Maria Gioia Tavoni, Bologna, Pàtron, 2001.

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