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ESCOLIOS
A UN TEXTO IMPLICITO
I
«Il pensiero che vuol essere sempre giusto si
paralizza.
Il pensiero progredisce quando cammina tra
ingiustizie simmetriche, come tra due file di
impiccati».
15 euro
ISBN 978-88-942787-0-5
«Tra poche parole è difficile nascon
dersi, come tra pochi alberi»: con
questa convinzione Gômez Dâvila
distilla i suoi fulminanti aforismi
sulla modernità, sulla democrazia,
sul progresso, sull’ugualitarismo,
per dare forma a un pensiero che si
erga a «rifugio contro l’inclemenza
dei tempi». Pubblicati in cinque vo
lumi tra il 1977 e il 1992, gli Esco-
lios sono stati portati all’attenzione
del pubblico italiano grazie a Franco
Volpi, che nel 2001 e nel 2007 ne ha
curato per Adelphi degli assortimen
ti parziali. Ora l’opera di Gomez
Dâvila, questa summa del pensiero
reazionario, torna alla luce nella sua
interezza. Con la traduzione di Loris
Pasinato (già traduttore delle Notas)
riprende vita la raccolta di sentenze
in cui il filosofo colombiano rag
giunge vette solcate solo da filosofi
del calibro di Platone, Nietzsche e
Cioran. Con questo mosaico di afo
rismi, glosse, scolli, Gomez Dâvila ci
dona un manuale - a tratti ironico,
a tratti mistico - per sopravvivere al
mondo moderno.
Nicolas Gômez Dâvila (1913-1994)
crebbe con l’idea che «la cultura è
tutto ciò che non può insegnare
l’università»: così raccolse nella bi
blioteca della sua casa a Bogotà più
di 30 mila volumi, formandosi da au
todidatta. Nel 1954 e nel 1959 furo
no stampati Notas I e Textos I, due
raccolte rispettivamente di aforismi
e di saggi. Da entrambe emergeva già
tutta l’indole del reazionario anti
moderno e antiprogressista.
©
1996
KAROLINGER VERLAG WEIN
2017
isbn 978-88-942787-0-5
prima edizione
ESCOLIOS
A UN TEXTO IMPLÌCITO
I
6
Prefazione
7
Nicolas Gômez Dâvila
8
Prefazione
9
Nicolas Gômez Dâvila
Il suicidio dell’Occidente
10
Prefazione
Sarà per questo che Gômez Dâvila scrisse uno dei più scintil
lanti “scolli” per definire se stesso: «Più che un cristiano sono for
se un pagano che crede in Cristo». Il che non gli impediva di pro
clamare orgogliosamente: «Il cattolicesimo è la mia patria». Cat
tolicesimo in senso più ampio di Chiesa cattolica, come ha notato
il compianto Franco Volpi, “scopritore” italiano, insieme con Gio
vanni Cantoni, di Gômez Dâvila, curatore delle due antologie
11
Nicolas Gômez Dâvila
12
Prefazione
ghiera. Al riparo, quindi, del mondo nel secolo che vedeva lenta
mente sprofondare «in un pantano di sperma e di merda».
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Nicolas Gômez Dâvila
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Prefazione
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Prefazione
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Nicolas Gômez Dâvila
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Prefazione
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Prefazione
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Nicolas Gômez Dâvila
La “fortuna” postuma
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Prefazione
23
Nicolas Gômez Dâvila
24
Prefazione
25
INTRODUZIONE | Retrospettiva futura
di Gabriele Zuppa
Nicolas Gômez Dâvila
Tutti i sentieri sono ormai intrapresi: non resta che andare fino
in fondo. Verso dove?
Se nella prima decade del XXI secolo Gômez Dâvila è stato
introdotto in Italia da Franco Volpi quasi come una curiosità e
άζ\Υ intellighenzia per lo più ignorato, relegato ad eccentrico feno
meno letterario, nella seconda decade ci siamo prodigati affinché
si iniziasse a vedere nella sua opera la produzione originalissima di
uno tra i più grandi filosofi del Novecento, una pietra miliare della
storia della filosofia. Lo abbiamo spiegato e ribadito in vari saggi,
prefazioni e postfazioni dedicategli nelle traduzioni che sono fi
nora comparse;1 cercherò nondimeno di mostrarlo mactu exercito
una volta di più qui, con questa edizione. Con essa possiamo dire
che tutti i sentieri siano stati intrapresi: nel 2016 è stato tradotto
il primo tentativo gomezdaviliano di esprimersi per aforismi, le
Notas, che anticipano V opus magnum degli Escolios·, nel 2013 era
uscita la traduzione di uno dei dieci Textos, che rappresentano in
vece il tentativo di formulazione in prosa delle sue meditazioni
filosofiche. Tentativo che pure è stato in seguito da lui ripreso con
la stesura e la pubblicazione di altri due saggi brevi: El reaccio-
nario autèntico e il De iure. Mentre le traduzioni dei suoi saggi
continueranno, qui presentiamo invece la traduzione della prima
parte degli Escolios. Perché incominciare col proporre la tradu
zione corrispondete all’unica parte finora tradotta, quella di Lu
cio Sessa pubblicata da Adelphi a cura di Franco Volpi? Non solo
per completezza, per cominciare dall’inizio nel proporre in tre
tappe l’intera traduzione degli Escolios·, ma perché quella prima
traduzione, quella del 2001, ancorché ottima, è incompleta. Per
28
Introduzione
29
Nicolas Gômez Dâvila
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Introduzione
31
Nicolas Gômez Dâvila
5/ Ugo Spirito, La vita come arte, Sansoni, Firenze 1941, pp. 282-283.
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Introduzione
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Nicolas Gômez Dâvila
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Introduzione
8/ https://www.theguardian.com/us-news/2016/may/17/ceo-pay-ratio-average-
worker-afl-cio (ultimo accesso 14 agosto 2017).
35
Nicolas Gômez Dâvila
36
Introduzione
12/ Arturo Labriola, Del socialismo (1889), in Tutti gli scritti filosofici, Bompiani,
Milano 2014, p. 1100.
37
Nicolas Gômez Dâvila
13/ Herbert. Marcuse, L’uomo a una dimensione (1964), tr. it. Einaudi, Torino 1999,
p. 156.
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Introduzione
14/ Ivi, p. 7.
15/ Ibidem.
16/ Pier Aldo Rovatti, Gianni Vattimo, Il pensiero debole (1983), Feltrinelli,
Milano 2010.
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Introduzione
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Introduzione
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Nicolas Gômez Dâvila
44
Introduzione
Come ethos di una classe media, di una classe fra due classi, l’au
tentico ethos borghese è uno dei successi indiscutibili dell’umanità
occidentale.
La calamità presente non proviene dall’esistenza di un ethos borghese,
bensì dall’ambizione sociale di un settore della borghesia che si è tra
sferito ai piani alti dell’edificio senza mutare nell’anima.28
45
Nicolas Gômez Davila
46
Introduzione
31/ Ibidem.
32/ Infra, p. 355.
47
Nicolas Gômez Dâvila
Oppure:
48
Introduzione
Sono due secoli che il popolo ha sulle proprie spalle non solo i
suoi sfruttatori, bensì anche i suoi liberatori.
La sua schiena è ricurva di un peso doppio.38
49
Nicolas Gômez Dâvila
50
Introduzione
Il denaro oggi può tutto, almeno tutto ciò che non è impor
tante. Esempi eclatanti recenti non mancano, ma la storia pullula
di casi da cui attingere. Si affittano uteri, ma non solo: del proprio
corpo si possono fare e si fanno da tempo tanti usi. Di recente
possiamo far nascere in provetta, ma da sempre segregare in casa,
rinchiudere in una cella, ecc. Possiamo venderci e svenderci, com
prare e affittare: con i corpi tutto è possibile. Non con l’anima.
Svenderla, svilirla è possibile; comprarla, affittarla non lo è: sem
mai la si edifica negli anni, nel corso di una vita - essa è la vita che
si realizza. La mera esistenza è un’altra cosa: un’esistenza qualsiasi
infatti non ci va bene - vogliamo vivere! Così diciamo. Eppure
facciamo il contrario.
51
Nicolas Gômez Dâvila
42/ Nicoläs Gômez Dâvila, Notas, tr. it. Circolo Proudhon, Roma 2016, p. 561.
43/ Per un approfondimento rimando al mio Fondazione dell’anima e della
democrazia nella loro legislazione universale, Limina Mentis, Villasanta (MB) 2014.
52
Introduzione
53
Nicolas Gômez Dâvila
bello del relativismo. Quel che resta della filosofia nel xxi secolo, Marsilio, Venezia
2005, p. 82.
45/ Gustavo Zagrebelsky, Contro l’etica della verità, Laterza, Roma-Bari 2008.
46/ Friedrich Nietzsche, Frammenti postumi, 85-87, Adelphi, Milano 1990, pp.
101-102.
54
Introduzione
loro visione del mondo che ci opprime. Quei maestri hanno inte
so smascherare la menzogna chepz/ò nascondersi dietro a quanto
è ritenuto illustre e sacro.
ìdaltra ci invita a badare per bene che non sia forse la nostra vi
sione del mondo ad essere presuntuosamente e pretestuosamente
la scorciatoia per non dover prestare ascolto e mettere alla prova i
maestri della tradizione, che avanzano la pretesa di avere qualcosa
di importante da esprimere.
Fidarsi è bene, non fidarsi è certamente meglio, ma proprio per
poter iniziare a farlo bisogna imparare a conoscere l’altro da noi,
colui che appare distante·, come possiamo sapere che cosa è l’altro,
se non ne approfondiamo la conoscenza? Se invece presupponia
mo che l’altro è proprio altro da noi, irriducibilmente - perché mai
prenderlo sul serio? Perché fare fatica e fare i conti con ciò che è
presupposto essere fondamentalmente estraneo, quindi un ostaco
lo? Così si esprime Freud nel Disagio della civiltà (1929):
Ma, si badi - ciò che si vuole non comporta proprio una parola
e un pensiero che sappiano indicare cosa vogliamo? Non com
porta un sapere che (ancora) non possediamo, estraneo, che ri
chiede fatica per appropriarcene? O forse si ritiene così ingenua-
mente che il contenuto di ogni nostro desiderio e di ogni nostra
volontà sia quello vero, quello che proprio desideravamo e vole-
47/ Sigmund Freud, Il disagio della civiltà, tr. it. Bollati Boringhieri, Torino 2016,
p. 211. Corsivo N.d.r.
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Nicolas Gômez Dâvila
48/ Friedrich Nietzsche, La gaia scienza, tr. it. Adelphi, Milano 1995, p. 239.
56
Introduzione
49/ Platone, Repubblica, 561 c-d, tr. it. Bompiani, Milano 2010, pp. 881-883.
57
Nicolas Gômez Dâvila
58
Introduzione
53/ Infra, p. 222. Cfr. infra, p. 221: «Il popolo sopporta che lo derubino, purché lo
si aduli».
54/ Infra, p. 404.
59
Nicolas Gômez Dâvila
55/ Nicoläs. Gômez Dâvila, Textos I (1959), Villegas Editores, Bogotà 2002, pp. 64-65.
56/ Ivi, pp. 70-71.
57/ Infra, p. 249.
60
Introduzione
58/ Ibidem.
V)/ Infra, p. 413.
61
Nicolas Gômez Dâvila
Come se non bastasse, per cacciare i dubbi che affiorano dalle pro
fondità nobili e inesplorate del suo animo, inventa formule che possa
no acquietare i sussulti della sua coscienza.
62
Introduzione
O detto altrimenti:
63
Nicolas Gômez Davila
64
Introduzione
70/ Ivi,p. 152. Cfr. Max Weber, Lascienza come professione (1919), tr. it. Armando,
Roma 1997, p. 72: «Senza alcun dubbio, il presupposto che vi sto prospettando deriva
da un dato di fatto fondamentale, cioè che la vita, fin quando si basa su se stessa e viene
capita in se stessa, conosce solo il conflitto perenne tra quegli dèi. Detto senza
metafore: l'inconciliabilità e l’insolubilità del conflitto tra gli atteggiamenti ultimi
generalmente possibili nei confronti della vita». Corsivo N.d.r.
71/ Infra, p. 231.
72/ Infra, p. 166.
65
Nicolas Gômez Dâvila
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Introduzione
67
Nicolas Gômez Dâvila
dire il proprio partner è sbagliato, vero? Vero, per una serie di ragio
ni che abbiamo abbozzato di recente. Una vita ben riuscita richiede
un’educazione, delle condizioni che comportino onestà, lealtà, fe
deltà, ecc. Ma cosa dire a chi sia cresciuto vedendosi negare quelle
condizioni - come giudicare lui e la sua situazione? Non dovremmo
per nulla giudicare la sua disonestà o la sua infedeltà? Dovremmo ec
come! Sapendo però che l’ideale di onestà e fedeltà a cui noi l’esor
tiamo non è raggiungibile dall’oggi al domani, ma richiede quella
fatica, quella crescita, quella realizzazione di sé che ora è lontana
dal compiersi. Ora non è capace di essere onesto, ma deve essere
onesto, come la sua possibilità da preferirsi. Così, per continuare nel
nostro caso, violare la promessa fatta potrebbe presentarsi l’unica
via di fuga - la sola possibilità di salvezza. Così sia allora. Ma non
dovremmo deprecare quelle condizioni affinché non si ripresentino,
non dovremmo scongiurare quella estrema possibilità? Lasciare un
marito violento e depresso, perché non comprometta il resto della
famiglia - la giudicheremo certo come la soluzione preferibile, ma
non come la situazione che avremmo auspicato si realizzasse. E poi,
potremmo noi sapere fino in fondo se il padre sia così e la madre
colà, perché siano giunti ad essere in tal modo e a generare quella
situazione? Potremmo noi sapere fino in fondo del loro animo inef
fabile? No, non potremmo. Per questo, dicevamo, lavoriamo per
modelli: analizzando e combinando le variabili che riteniamo com
porre il mosaico delle nostre esperienze. Che da ultimo la nostra
analisi colga il caso specifico non è dato sapersi e, in ultima analisi,
è poco importante. Quel che è certo ed importante è che tanto più
avremo giudicato e imparato a giudicare, tanto meno ci troveremo
in situazioni inattese e indesiderate.
Chi siamo noi per giudicare? Siamo quegli esseri che sempre e
inevitabilmente sono chiamati a farlo, per comprendere e per com
prendersi. Il nostro giudizio (per modelli, inevitabilmente astratto)
non esaurisce la realtà, ma è il solo modo per corrispondere al suo
appello e per renderle giustizia. Così Gômez Dâvila:
68
Introduzione
74/ Nicolâs Gômez Dâvila, Nuevos escolios (1986), Villegas Editores, Bogotà
2005, p. 31.
75/ Infra, p. 190.
76/ Infra, p. 393.
69
Nicolas Gômez Dâvila
70
Introduzione
80/ Aristotele, Politica, 128lb, tr. it. BUR, Milano 2003, p. 273.
71
Nicolas Gômez Davila
81/ Hippolyte Taine, Le origini della Francia contemporanea (1876), tr. it. Adelphi,
Milano 2008, p. 46.
82/ John Stuart Mill, Su La democrazia in America di Tocqueville (1835-1840), tr.
it. Bompiani, Milano 2005, p. 257.
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Introduzione
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Nicolas Gômez Dâvila
Già molto prima della diffusione del computer Gômez Dâvila se
gnalava:
74
Introduzione
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Nicolas Gômez Dâvila
90/ Pier Paolo Pasolini, Scritti corsari, Garzanti 1975, pp. 40-41.
91/ Infra, p. 411.
92/ Infra, p. 374.
93/ Infra, p. 255.
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Introduzione
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Introduzione
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Nicolas Gômez Dâvila
100/ Ivi, p. 7.
101/ Infra, p. 410.
80
Introduzione
Quando gli incaricati dei fini vacillano mentre gli incaricati dei
mezzi operano, i mezzi diventano fini.
E così l’umanità non ha altro fine che quello di accumulare mezzi.102
81
Nicolas Gômez Dâvila
82
Introduzione
Ragioniamo solo per un attimo sui fatti più rilevanti degli ulti
mi due decenni: vale a dire, la lotta al terrorismo globale e la crisi
economica. Essi stanno proprio lì a dimostrare che le procedure
democratiche vengono sempre esautorate di fronte allo stato di
105/ Luigi Iannone, L’ubbidiente democratico, Idrovolantc Edizioni, Roma 2016, p. 101.
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Introduzione
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116/ Giacomo Leopardi, Ad Angelo Mai, v. 143, in Canti, Rizzoli, Milano 1994, p. 47.
117/ Ibidem, v. 149.
118/ Ivi, vv. 171-173, p. 48.
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Introduzione
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Introduzione
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Quel fanatisme! Exclama le pharmacien,
en se penchant vers le notaire.
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Escolios I
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1/ Letteralmente: “al di fuori dell’epistemologia non v’è salvezza”, sul calco della
frase latina Extra Ecclesiam nulla salus.
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L’ironista diffida di quello che dice senza credere che sia vero
il contrario.
Esiste solo una cosa non vana: l’istante nella sua perfezione
sensuale.
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Cosa importa che lo storico dica ciò che gli uomini fanno se
non sa raccontare quello che sentono?
130
Escolios I
L’uomo non ama se non colui che lo adula, però non rispetta
se non colui che lo insulta.
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Escolios I
Ogni affermazione che non roda una piaga segreta è una mera
impertinenza.
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Escolios I
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Escolios I
La verità è persona.
139
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2/ Illuminismo.
140
Escolios I
Che Dio sia una volontà assoluta è la verità che germina sulle
colline della Giudea.
141
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Chi non teme che il più banale dei propri momenti presenti
sembri un paradiso perduto rispetto ai suoi anni a venire?
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Escolios 1
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Escolios I
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Nicoläs Gômez Dâvila
Con gli attuali mezzi tecnici non c’è niente di così facile come
orchestrare senza talento un tema filosofico.
4/ Il “burladero” è una palizzata posta di fronte alle barriere delle arene per
permettere al torero di rifugiarvisi dietro, burlandosi appunto del toro che lo insegue.
148
Escolios I
Niente di più strano del fatto che chi afferma, o nega, non
esageri per lusingare o ferire.
149
Nicolas Gômez Dâvila
I luoghi comuni non sono frasi che tutti ripetono, ma idee che
tutti reinventano.
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Escolios I
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Escolios I
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Escolios I
)
L’invecchiamento è una catastrofe del corpo che la nostra
157
Nicolas Gômez Dâvila
Che sia nato dalla lettura ininterrotta di un libro e che una sua
lettura posteriore lo ratifichi è la doppia condizione di qualsiasi
giudizio prudente.
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Escolios I
Il rito non genera miti, se non dopo essere stato generato dal
mito.
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Escolios I
Alle classi sociali non dobbiamo attribuire dei tratti che non
dipendono dalla funzione che le definisce.
Alla borghesia sono stati assegnati dei vizi meramente umani e al
proletariato delle virtù meramente umane.
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Escolios I
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Escolios I
Amore e odio non sono gli artefici delle qualità che la nostra
indifferenza opacizza, ma rivelatori di esse.
Il grande scrittore pare inventare ciò che dice, poiché una prosa
perfetta sopprime il ricordo di qualsiasi balbettio che la anticipa.
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;
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Escolios I
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Escolios I
Due secoli fa era lecito aver fiducia nel futuro senza essere
totalmente stupidi.
Oggi, chi può credere nelle attuali profezie, dato che siamo
quello splendido avvenire di ieri?
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Escolios I
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Escolios I
( la democrazia li spaventa. sr
Davanti alle vere prede non siamo altro che felini senza artigli
e senza denti.
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Escolios I
Più che ragioni per credere, esistono ragioni per dubitare del
dubbio.
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Escolios I
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Escolios 1
Più che nuove teorie, l’estetica richiede uno schema che ordini
quelle esistenti, affinché in una stessa frase non si mischino
un giudizio estetico, una constatazione storica, una regolarità
sociologica, una legge scientifica e una preferenza personale.
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Una volta morto Dio, ai miseri titani non resta altra cosa che
intraprendere l’urbanizzazione della terra.
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Escolios I
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Escolios I
(
Intelligente è chi preserva la propria intelligenza ad una
temperatura indipendente da quella dell’ambiente in cui abita.
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Escolios I
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L’ora delle tenebre dello spirito suonò a metà del XIX secolo
fra l’eclissi di Schelling e, verbigrazia, la pubblicazione degli
Ethical Studies di Bradley, della Einleitung di Dilthey, delle
Données di Bergson.
Le cretinate che oggi sono prerogativa dell’ignoranza più volgare
sono state a quel tempo pensieri audaci. Domani potremo essere
vittime di inezie, ma non di trionfi putativi dello spirito.
Lo spirito se ne ride dell’egemonia dell’universo.
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10/ «...la tendenza dei miei pensieri sarà quella di rettificare me stesso piuttosto che
il mondo...».
11/ Spartiacque.
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Escolios I
Ciò che dice il buon poeta moderno esiste solo come punto di
convergenza di una struttura di allusioni.
Il cattivo poeta si accontenta di allusioni simulate.
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Chi preferisce una scuola a una chiesa - alla chiesa anche del
più stupido dei culti - non sa ciò che è una chiesa o una scuola.
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Escolios I
13/ “In principio era il Nulla e credette che il nulla fosse Dio, e fu fatto l’uomo, e
abiterà sulla terra, e attraverso/per causa dell’uomo tutte le cose sono state fatte nulla”.
(Traduzione di Luciano Gini).
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Escolios 1
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Agire sulla storia non vuol dire tanto modificare degli eventi
pratici, quanto coniare con un gesto, con un’opera, con un libro un
significato eterno.
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Escolios I
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Escolios I
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Tutto quello che crolla nel corso della storia è un balsamo per
l’invidia.
14/ Si tratta del primo verso dell’opera Pied Beauty del poeta inglese Gerard Manley
Hopkins (1844—1889). “Dio sia lodato per le cose variopinte”.
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Chi pretende di ripetere oggi ciò che i grandi hanno detto ieri
spesso deve dire il contrario.
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16/ Nel teatro, un “a parte” è una battuta o un insieme di battute che svelano i
pensieri nascosti di un personaggio. Secondo la finzione drammatica, tali battute
sarebbero udite dal pubblico ma non dagli altri attori sulla scena.
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Il volgare non è ciò di cui il volgo è capace, bensì ciò che gli
aggrada.
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Quando gli incaricati dei fini vacillano mentre gli incaricati dei
mezzi operano, i mezzi diventano fini.
E così l’umanità non ha altro fine che quello di accumulare mezzi.
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In certi istanti ricolmi Dio deborda nel mondo come una fonte
repentina nella pace del mezzogiorno.
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La perfezione morale sta nel sentire che non possiamo fare ciò
che non dobbiamo fare.
L’etica culmina laddove la norma pare espressione della persona.
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Come sono rari quelli che non ammirano libri che non hanno
letto!
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anelli erano tra loro legati per mezzo dell’identità continua di una
terra patrimoniale posseduta per lunghi secoli.
Nel nostro tempo l’individuo nasce slegato e muore in modo più
totale.
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17/ “La virtù non è altro che amare ciò che deve essere amato’ (traduzione di
Luciano Gini).
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La mente del democratico senile non contiene altro che idee per
un discorso elettorale.
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Non vale la pena tentare di convincere quelli che non siano già
convinti in anticipo.
Convincere non vuol dire altro che esplicitare delle convinzioni
implicite.
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II poeta vuole trasmettere ciò che sente, però confessa solo ciò
che è.
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Il XVIII secolo?
I XVIII secoli.
18/ Autocoscienza.
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Non esiste idiozia che una sintassi elegante non possa redimere.
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II discorso umano oscilla fra due poli: quello delle verità esatte
ma tediose e quello delle verità divertenti ma inesatte.
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Così come alla teoria fisica del colore non compete la sua qualità
sensibile, all’analisi stilistica di uno stile non compete la sua qualità
estetica.
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Non c’è uomo che non sia meno sciocco delle proprie
opinioni, né gesto che non sia meno triviale dei commenti che lo
accompagnano.
22/ Libreschi.
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Non sono pochi gli storici francesi per i quali la storia del
mondo è un episodio della storia della Francia.
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L’individuo si caratterizza meno per gli dèi che invoca che per
l’incenso che non brucia.
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Quando gli illusi del 1789, e la loro antitesi, gli assassini del
1793, sono aufgehoben20 dai briganti del Direttorio, la dialettica
della Rivoluzione francese culmina.
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Sono due secoli che il popolo ha sulle proprie spalle non solo i
suoi sfruttatori, bensì anche i suoi liberatori.
La sua schiena è ricurva di un peso doppio.
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Così come la tragedia esiste solo fra principi o dèi, allo stesso
modo esiste architettura solo per dèi o principi.
L’architettura moderna non è che un melodramma borghese.
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25/ Gli hacendados sono i proprietari delle haciendas, tenute di carattere soprattutto
latifondista.
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26/ “Distinti ma non separati’ nel primo caso e “separati ma non distinti” nel secondo.
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Come ethos di una classe media, di una classe fra due classi,
l’autentico ethos borghese è uno dei successi indiscutibili
dell’umanità occidentale.
La calamità presente non proviene dall’esistenza di un ethos
borghese, bensì dall’ambizione sociale di un settore della
borghesia che si è trasferito ai piani alti dell’edificio senza mutare
nell’anima.
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Gli uomini sono meno uguali di ciò che dicono e più uguali di
ciò che pensano.
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Quanto di più alto a cui l’uomo può giungere non è in ciò che
fa.
E in ciò che l’immaginazione estetica lo vede fare.
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POSTFAZIONE
Gômez Dâvila e Γ Italia'
di Antonio Lombardi
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1. Classicità e sapienza
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Postfazione
I
Così, l’Italia, che grazie alla riforma Gentile del 1923 è ancora
oggi, nonostante i sempre più frequenti tentativi di “innovazione”,
l’unico paese in cui lo studio del greco e del latino resta obbli
gatorio in alcune delle principali scuole superiori, ha mantenuto
e mantiene i contatti con questa tanto onorevole quanto pesante
eredità, rendendo manifesto in tale scelta politica quanto la sua
cultura (antica e non) rappresenti una via d’accesso privilegiata a
tale abbecedario della sapienza; e tenendo fede, nella scelta genti-
liana di formare “umanisticamente” i propri figli, a una consapevo
lezza che fu anche del filosofo colombiano, per il quale «chi non
ha appreso il latino e il greco vive convinto, anche qualora lo neghi,
di essere solo semicolto» (Sucesivos Escolios, 93). Certo, non che
questo basti; ma è senz’altro un inizio elevatissimo, dacché si giu
dica essenziale mettere a disposizione del discente gli strumenti
per accostarsi all’arte pedagogica per eccellenza, quella che «espri
me il massimo di significato con il minimo delle metafore» {Esco
lios I, 290): la letteratura classica, appunto, di cui l’Italia è figlia e
tra le sue massime prosecutrici. Il perché, lo vedremo.
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Postfazione
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Postfazione
Sarà forse per questo che «il primato di San Pietro infastidisce
il clero progressista»?13
Viceversa, tutte quelle esperienze di potere che hanno trascu
rato e trascurano la spinta naturale proveniente “dal basso”, quel
“disordine istituito” cui allude lo scolio, negandole di fatto un ri
conoscimento politico e pretendendo di governarla dal di fuori,
finiscono inevitabilmente in tragedia:
Sarà per questo, dunque, che «solo Roma seppe comandare sen
za pretesti ideologici» (Nuevos Escolios //, 31): che la Pax Romana
sia stata il frutto di un sistema, quello augusteo, in certa misura
protofeudale? Agli storici l’ardua sentenza.
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3. La svolta umanistico-nnascimentale.
Una reazione rischiosa
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Postfazione
17/ Nicoläs Gômez Dâvila , Escolios I, 290. Sullo stesso punto, lo storico delle
religioni Elémire Zolla, anch’egli catalogato tra i campioni del pensiero reazionario-
tradizionalista mondiale, così argomentava nel suo Che cos’è la tradizione?, 165-166:
«La tradizione diabolica propugna il rovesciamento dei criteri: il primo luogo non
spetta al culto, dunque a ciò che fonda metafisicamente la moralità e il consiglio di
donare ai poveri, bensì all’atto di donare ai poveri, spoglio d’ogni ragione, spacciato
per il fine ultimo. Quanto a dire: reso ipocrita, transitorio, alla mercé della psiche. Se
al culto si toglie il primato, lo si ruba altresì all’oggetto del culto: all’essere
perfettissimo; togliendo la supremazia all’essere perfettissimo, se ne nega
implicitamente l’assolutezza, cui si contrappone la natura relativa d’un atto umano,
dunque dell’uomo. Nel biasimo di Giuda è già racchiusa la sostituzione dell’umano al
sacro. Poiché un bisogno umanitario è anteposto all’idea della perfezione assoluta,
mancherà altresì ogni criterio per porre in ordinata gerarchia i bisogni: prevarrà alla
fine il bisogno più violento e più nevroticamente astuto. Saint-Simon e Fourier sono
già in nuce nel discorso di Giuda Iscariota».
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4. Risorgimento e idealismo.
La possibile resurrectio del principio
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L’Italia è un paese che muore nel suo esistere come nazione. Tut
tavia, non sostengo che basti ridurla al suo pristino pluralismo per
vivificarla, perché in qualsiasi momento della storia non può esi
stere qualsiasi forma politica, bensì solo in una congiuntura sto
rica che tolleri la forma che le è propria l’Italia può nuovamente
fiorire.29
Della serie: il danno è stato fatto. Nel non dare adito anche
in questo caso ad astratte velleità ripristinatorie e/o restauratri
ci, Gômez Dâvila rimane fedele al principio per cui «il reazio
nario non diventa conservatore che nelle epoche che manten
gono qualcosa di degno di essere conservato» (Escolios II, 48)
smarcandosi dalle accuse più di una volta mossegli dai critici
disattenti di essere il fautore di un tradizionalismo retrogrado.
L’Italia unita è una realtà politica decadente, che ha visto svalu
tata nel proprio costituirsi come nazione l’eccezionaiità che ne
ha fatto una protagonista fondamentale nella cultura veteroeu-
ropea; ma in attesa di nuove e più propizie fasi del processo sto
rico, può, senza perpetrare ulteriore violenza ai danni del suo
popolo, ritrovare altrove la propria grandezza. E precisamente
in quella caratteristica che si è cercato di tratteggiare sinteti
camente in queste pagine: il richiamarsi al principio, reagendo
allo sfacelo dell’Occidente contemporaneo. L’Italia può essere
ancora, e nel migliore dei modi, reazionaria. In che modo? Per
quello che è lo spazio limitato di questo contributo non sarà
possibile che abbozzarlo, rimandando il lettore ad altro luogo
per un approfondimento e una eventuale verifica30, ma si può
sicuramente sostenere che Gômez Dâvila giunse a intravedere
nell’esordio dell’idealismo italiano la chiave metodologica per
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Indice
ESCOLIOSI 99
ÉLITES
le illusioni della democrazia
di Mosca, Pareto, Michels, Gramsci
(euro 13, pp. 141)
IL DIAVOLO
appunti per una futura diabologia
di Giovanni Papini
(euro 15, pp. 250)