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PRO PRIETÀ ’ LETTERARIA RISERVATA
(P rin te d in Italij)
FASCISMO E FEDE.
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Ijcnza degli e ffe tti, perchè se non avete l ’Intelligenza degli effetti,
delle a rm i che adoperate, fin ire te col restare fe riti voi stessi e sarà
la m iseria vostra insiem e con la ro v in a della Nazione. » Ecco quel
che noi diciam o. Dunque, il Fascism o è insiem e d isciplina in d iv i
duale e collettiva e intelligenza degli effetti. Perciò il Fascism o si
riconnette a quel grande m ovim ento scientifico che si sintetizza nel
nome d i equilibrio economico, p e r cui tu tti i fa tti si concepiscono
come interdipendenti fra loro c si studiano appunto n e lla loro in te r
dipendenza. Il F ascism o non è che una fede solidam ente piantata su
un sistem a razionale... Da u n lato, la dem ocrazia lib erale coi suoi
svariatissim i significati — ce n ’è p e r tu tti i gusti — e d a ll’a ltro il
Fascism o — c’è u n gusto solo p e r i fa scisti ed è quello della disci
p lin a nazionale, »
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senso religioso della v ita, p ie tra e rovo alla buona sem ente,
l’anim o pigro, to rp id o , stag n an te; e religioso, p e r con
tra rio , l’anim o alacre, inquieto, curioso, avido di p iù ric
chezza e in te n sità d i vita.
E già p er questo solo noi trovam m o nell’irredentism o
e q u in d i nel fascism o qualcosa d i religioso che ce li fa
p re fe rire d i m olto alla v ita ita lia n a d i av anti guerra, come
p referiam o l’a la c rità alla p ig rizia, l’inquietezza alla sac
cen teria, il ferv o re sp iritu ale al cinism o, la coscienza in
quieta del m ale al m ale stagnante.
E non sono, questi che opponiam o, sem plici stati d’a
nim o. Essi si sono tra d o tti, e si vanno sem pre traducendo,
in notazioni cu ltu rali, in form e e form ule m entali facil
m ente identificabili.
C’è, ad esem pio, e la si avverte spesso, una distanza
enorm e fra il fascism o e m olti suoi o p p o sito ri: e sta nelle
prem esse te o ric h e e di m etodo alle quali l’uno e gli a ltri
si riferisco n o e che non solo si escludono a vicenda
m a ren d o n o im possibile la com prensione dell’a ttu alità a
chi, chiuso nei suoi p reco n cetti, non avverta che p ro p rio
su d i essi, v an ifican d o li, è p assata la storia,
L a form a m entale dell’uomo politico d i ie ri era un
telaio di schem i ideologici solid ificati,, risp ecch ian ti una
s tru ttu ra g iu rid ic a e sociale già costituita in sè e ritenuta
oggettivam ente v alida. La lib e rtà p o litica era realizzata e
com piuta, l’equilibrio costituzionale raggiunto nel regim e
p arlam en taristico , i co n trasti e le opposizioni fra classi e
Stato, fra Chiesa e Stato, placate nella abilità delle ta
cite tran sazio n i, la scuola p u bblica intan gibile nella am
piezza e nei m odi con i quali si e ra venuta ad attan d o alle
ric h ie ste degli in teressi. La politica poteva fare e disfare
secondo le o p p o rtu n ità contingenti, p u rc h é non esorbitasse
dagli schem i ideologici del liberalism o dem ocratico e r i
form istico di ieri.
E d i religione, so p rattu tto , non si doveva p a rla re . R i
co rd a re a cotesta gente, si chiam assero socialisti o ra d i
cali o liberali, fossero a com izio o in chiesa, alla m essa
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essa e sogna una pace che sia sem pre pace o u n a guerra
che sia sem pre g u erra. La sto ria rid e di queste fissità,
o fissazioni, e tra e dalla g u erra la pace e dalla pace la
g u e rra ; e affina nell’u n a e nell’a ltra lo sp irito um ano.
Si può ora, non del tu tto inadeguatam ente, stab ilire in
quale sua form a c i si offra questo nuovo problem a di li
b e rtà che siam o in te si a risolvere. Non solo essa non deve
p iù essere l’a rb itrio del citta d in o e degli in teressi p a rti
colari coalizzati contro lo Stato, nè la negazione sistem a
tic a e violenta d i quel consenso di citta d in i nell’unità e
della so lid arietà nazionale che è presupposto, com e di
ogni dovere, così d i ogni d iritto civile: m a è necessario
che essa assum a, nei ra p p o rti econom ici, g iu rid ici e poli
tic i, tali form e p e r le quali il citta d in o stesso senta e trovi
realizzata p iù p ien am en te la sua p erso n alità e lib ertà in
una p iù co rd iale e fattiva ad eren za allo Stato, agli in te
ressi collettivi ed alle esigenze id eali che in esso si esp ri
m ono. Che è p o i quello che si in ten d e quando si esal
tan o l’o rd in e, la g erarch ia, la d iscip lin a: valo ri i quali
eran o ed ap paiono in an titesi con certa lib ertà che fu in
uso ie ri e che ap p u n to p e r difetto od offesa di essi dege
n erò in sm arrim en to e debolezza dei p o te ri p u bblici e del
lo S tato e in m inacce di tira n n id e e d i a n a rc h ia ; m a che
h an n o il loro posto, in so p p rim ib ile ed im portantissim o, in
u n a concezione e m etodo di lib e rtà in cui interessi e ra
gioni in d iv id u ali e collettive sieno debitam ente arm oniz
zate ed u n ificate dalla p resen te coscienza dei valori u n i
versali e assoluti che è poi la religione in atto dello spi
rito , quali che si sieno le form e di cui essa si riveste nella
sto ria e i gradi, successivi in valore, co n tem poranei spes
so nello spazio, dell’a ttu a rsi di essa.
In che rap p o rto sono fra d i loro fascism o c idealism o?
C’è fra essi un nesso intim o e necessario di causazione e
di, se non id en tità, p aren tela sp iritu ale, o non c’è? Alla
dom anda sono state date sin o ra risposte o insufficienti od
in teressate: e in ten d o , con quest’ultim a p arola, riferirm i
a due categorie di giudizi, p artico larm en te. L’uno di quelli
che, volendosela p re n d e re con il m in istro Gentile p e r la
sua rifo rm a scolastica, o talu n a p a rte di essa, hanno ch ia
m ato in causa il suo attualism o, com e u n sistem a filoso
fico quasi perso n ale che con il m ovim ento e governo fa
scista non avesse alcun in trin seco rap p o rto , ma ne fosse
quasi u n m alanno occasionale da rim uovere, per il bene
stesso del fascism o. L’a ltra categoria è di quei giovani
idealisti i quali, avendo aderito al fascism o, si son poi
p ro v a ti a fa re la deduzione d ialettica di esso dalle loro
vedute sto rich e o filisofiche. T entativo, questo, che fu
fatto specialm ente d a i giovani della « Nuova P o litica libe
rale » (1), e che è perfettam ente legittim o, come sforzo di
giovani che vogliono re n d e re conto a se stessi ed agli
a ltri della loro fede e azione p o litic a ; m a che può facil
m ente a n d a r soggetto all’accusa di p resen tarci un fasci
sm o di m aniera, dedotto, ap p u n to , da prem esse teoriche,
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LA DEMOCRAZIA CRISTIANA
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(1) MI sia perm esso a d d u rre qui due citazioni, dalle innum erevoli
clic po trei tra rre d ai m iei scritti e discorsi d i quel periodo. In una
conferenza tenuta nel gennaio 1909 a M acerata, e p u b b lic a ta p e r intiero
nel fascicolo terzo della R iv ista di C ultura d i q u e ll’anno, col titolo:
« Religione e Cattolicism o nello sp irito dell’Italia contem poranea », io
diceva, concludendo:
« D inanzi a u n cristianesim o liberato da tutto quello che io vi
d issi essere in esso d i estraneo e passivo, dinanzi a questa religione
antica d ei p a d ri, quando fosse rinvigorita e ricondotta alle sue p u
rissim e fo n ti, intesa e v issu ta d a intelletti m oderni c da saldi e ge
nerosi c aratteri, cadrebbero certo m olti degli innum erevoli pregiu
dizi! che oggi affaticano in sterili lotte tan ta pa rte del paese; c un
consenso d i anim e superiori si ristab ilireb b e per richiam are tutte le
classi degli ita lia n i a u n esame severo dei loro presenti vizi! ed alla
ricerca doi m odi di rip a ra re ; e le a ttiv ità sp iritu a li del paese, liberate
d a questo peso greve di passato, ripiglierebbero con più lena la ri
cerca feconda c concorde d i nuovi istitu ti g iu rid ici, economici c po
litici la cui oscura coscienza a ffa tic a le anim e pregne d i avvenire,
ed u n alito caldo d i sp iritu a lità correrebbe tu tto il paese, dando ad
esso il senso fresco e gioioso d i una n uova giovinezza e di una rin a
scente m issione d e ll’Ita lia m adre, pacificata c pacificatrice, nella cul
tu ra e nella storia um ana.
« Poiché questo chi lia nel cuore l ’Italia, chi vive delle grandi for
me sp iritu a li d i d iritto , d i bellezza, di giustizia che essa h a plasm ato
per la v ita del m ondo, chi la ricorda due volte signora della civiltà,
questo desidera: che da una età d i piccoli uom ini c di piccole gare,
d a questo secoletto vile che clericaleggia, dalle b ru ttu re del costume
presente emerga, forte d i tu tta la sua tradizione, ricco d i tu tti gli
elem enti della vita dell’um anità, emerga d i nuovo lo spirito italiano,
lum inoso possente sicuro, e rifaccia del paese nostro c d i Roma la
universale p a tria degli sp iriti, la te rra sacra dello spirito um ano. »
E d in u n ’a ltra conferenza, d al titolo: «11 passivo del genio ita
lia n o », ten u ta nel maggio-giugno dello stesso anno a Verona, Milano,
T orino, Cremona, io diceva, su lla fine:
« La salute è in no i, nel profondo d i questa n o stra m eraviglio
sam ente ricca coscienza d i razza c d i popolo, nella quale, anim a dei
m ondo, fervono ancora gli clem enti diversi e discordi della civiltà
nuova, insiem e con quelli im m ortali della c u ltu ra antica.
« La salute è in no i, nel ritrovam ento del nostro sp irito nazionale,
nella concezione ch iara, che saprem o farci, di quello che noi dob
biam o essere e fare nel m ondo, nella volontà tenace d i intendere ora
m ai tu tte le nostre energie verso u n certo e vasto program m a d i azione.
« Celebra oggi l ’Italia, dopo cinquanta a n n i, il ricordo delle guerre
che la re stituirono a lib e rtà e la composero a d unità. Buona ed utile
cosa è questo rip ren d ere contatto con le anim e dei no stri m o rti, di
quelli clic m orirono per la p atria. Non pochi vissero anche ed ope-
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rarono p e r essa con generosa ten acia; erano degli croi« A ltri, m odesti
ed oscuri uom ini, quando venne il m om ento, accorsero e seppero anche
essi m o rire ; era la p rofonda ed eroica coscienza del poj>olo, che si
scuoteva a tra tti e lanciava fragili e docili vite di figli verso il s a
crificio c verso la gloria.
« R iprendiam o conlatto con quegli sp iriti gran d i, con questa co
scienza d ella nazione, m adre d i c ro i; perchè lo sforzo liberatore non
è fin ito , perchè d ai dom inii a b b attu ti, delle catene spezzate lo sp i
rito italiano non sorse ancora gagliardo, sicuro nel possesso delle
sue energie creatrici, teso, con u n pensiero cd u n volere solo, verso
una nobile visione di grandezza civile.
« Che il ricordo, rosso come u n a a u ro ra fiiunm ante, percuota
queste m asse ignare e svogliate, penetri questi istitu ti civ ili la n
guenti, superi e rom pa queste divisioni fra te rn e ; decida esso i vinti
di ieri a non cercar p iù , con a rm i m utate m a con anim o eguale, l ’a n
tico dom inio, a cedere oram ai a lla lib e rtà ; rico rd i a i vincitori che,
se l ’odio p assa cd a b b atte e p u rific a , solo l ’am ore crea, e che la li
b ertà non v ai n u lla dove anim e alacri e fo rti non esercitino n e ll’a
zione le energie lib e ra te ; e in tu tti rln n u o v i, con l ’am ore delia p a tria ,
il proposito ferreo d i essere degni del suo passato ed arte fic i alacri
d i u n suo nuovo avvenire di gloria.
« Questo, se poteste asco ltarli, v i d irebbero oggi, d a ll’a lto della
loro serena pace, i n o stri m o rti, quelli clic m orirono p e r la p atria. »
E ra questo, ci pare, del p iù schietto fascism o, dieci a n n i innanzi
che il fascism o nascesse.
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(1) Si vegga anche la p arte che rig u ard a i pop o lari nel volum e,
citato p iù in n an z i: «L o Stato e i p a rtiti p olitici nel dopo g u e rra » .
Conviene sofferm arsi alquanto a vedere come si sia
contenuto, di fronte al fascism o, il p a rtito popolare (1),
che e ra l’u ltim a e assai interessante novità, p rep arata da
lunga m ano, com e abbiam o visto, dalla dem ocrazia cri
stian a m u rrian a, in fatto di ra p p o rti fra religione e po
litic a in Italia. Il P . P . è sorto idealm ente da una specie
di vivisezione della D. C. I. quale era venuta a delin car
si sotto la persecuzione e la condanna di Pio X; esso ave
va sceverato la tendenza dei cattolici alla autonom ia po
litica dal m oto di riform a in tern a, culturale ed etica,
della v ita religiosa nel cattolicism o secondo le esigenze
dei tem p i; a pena il V aticano, sufficientem ente l’assicu
ra to su questa seconda p arte, consentì l’autonom ia, il
p a rtito si costitu ì in to rn o al saldo nucleo centrale della
dem ocrazia cristian a, che gli diede, fra l’altro, il segre
ta rio p olitico e p iù che la m età dei cento deputati del
suo gruppo, con il concorso dei cattolici d ’ogni grada
zione e colore, salvo un piccolo gruppo d i dissidenti di
(1) Non posso qui occuparm i delle prem esse teoriche, delle ori
gini storiche, delPim m ancnte problem a d i questa recentissim a form a
zione religiosa-politica, Chè sarebbe troppo lungo. Ne ho giù scritto,
del resto, nei due vo lu m i: « D alla Democrazia C ristiana Italian a al
D. P. » (Battiate!!!, edit. Firenze) e : « Lo Stato e i P a rtiti Politici in
Italia dopo la guerra ». (Roma, E dizioni Rinascim ento, R. M urri, edit.)
d estra, che volle rim an ere estran eo o si ritra sse assai
p resto. Ma il vizio di origine, l’equivoco (del quale da
ta n ti si p a rla senza m ai c h ia rirn e i term in i) in cui versa
il p artito , è in quella o rig in a ria scissione o rinnegam ento
d i u n a p a rte essenziale del p rogram m a nativo: p erch è
la aconfessionalità è bensì negli statu ti, nel program m a
p ra tic o e concreto (l’isp irazio n e c ristia n a della vita r i
m ase cam pata in aria), m a non è nella d o ttrin a centrale,
nel p ro g ram m a in tie ro ; p o ic h é il concetto che il partito ,
e in p a rtic o la r m odo don Sturzo, si fa dello Stato, della
organizzazione sociale, del citta d in o m edesim o, dipende
dal concetto d om inante della n a tu ra, del posto, della
funzione della Chiesa nella v ita : argom ento questo sul
quale i p o p o lari non possono avere alcu n c rite rio p ro
p rio , alcu n a autonom ia, p e rc h è essi sono cattolici e aco n
fessio nali: cioè c atto lici che si vietano di interlo q u ire
in m erito a quella confessione religiosa che è poi loro
e che essi b andiscono così, form alm ente, dalla vita pu b
blica, nell’atto stesso in cui ne fanno, a p arole, la loro
suprem a isp ira tric e , nel foro in terio re.
T u tta l’attiv ità p u b b lica dei cattolici, dal 1870, quando
il baro n e D’O ndes Reggio, di P alerm o, si dim ise da de
p u tato p e rc h è l’o rd in e e ra v enuto a i catto lici di racco
gliersi nella astensione, a questi p rim i an n i di attiv ità
del P . P., e ra fondata sul tacito p resupposto che, di fronte
alla R ivoluzione, im p erso n ata nello Stato u su rp ato re, le
legittim e ragioni della C hiesa e del cattolicism o facessero
blocco, in totale in san ab ile an titesi con la nuova Italia.
Chi non e ra con essi e ra co n tro di essi, dall’a ltra parte
della trin c e a . Il fascism o ha dato l’ultim o crollo a questa
presup p o sizio n e; e tu tta l’organizzazione cattolica oscilla
sulle sue basi antiche.
E la c risi si m anifesta in due m odi partico larm en te.
L’e red ità, giacente da m olti an n i, dell’O pera dei Con
gressi, è stata d iv isa in d u e: A zione C attolica e P . P . L’u
no e l’a ltro istitu to co n sid eran o religione e p o litica come
due sep arati scom p artim en ti, scin d en d o la viva u n ità dello
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P r e m e s s a .......................................................................... Pa8- 5
I C riterii d i m e t o d o ? ............................................... 8 9
IV . R ivoluzione s p i r i t u a l e .......................................... 8 37
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