Ouspensky
UN
NUOVO
DOCUMENTO
Incontri 1928 - 1945
Incontri 1928-1945
P. D. OusPENSKY nacque a Mosca
nel 1878. I suoi libri Tertium Orga
Qualcuno chiese un giorno a
num (pubblicato nella presente colla
Ouspensky se intendesse pubblicare
na) e A New Mode! of the Universe
le sue conferenze. Questi rispose: "A
rivelarono la sua grandezza come ma
che scopo? Le domande e le risposte,
tematico e pensatore e il suo vivo in
non le conferenze, sono la cosa più
teresse per i problemi dell'esistenza
importante". Questo libro offre al
umana. Dopo l'incontro con Gurdjieff
pubblico italiano la trascrizione testua
nel 1915, concentrò il suo interesse
le di incontri e discussioni che copro sullo studio pratico dei metodi per lo
no un arco di quasi vent'anni. Si trat sviluppo della consapevolezza, com'è
ta di un materiale precedentemente esposto in Frammenti di un insegna
inedito, che era stato pubblicato sol mento sconosciuto e La Quarta Vza, _
tanto privatamente in un'edizione li
pubblicati anch'essi nella presente col
mitata di venti copie. lana.
Nel periodo tra il 1928 e il 1945
Ouspensky organizzò molti incontri,
nei quali rispose alle domande dei
suoi studenti, dalle più ingenue alle
più profonde. Ridefinendo e raffi
nando costantemente i suoi insegna
menti per renderli sempre più accessi
bili a coloro che lo ascoltavano, egli
offrì loro vaste conoscenze e una chia
ra esposizione del sistema da lui con
cepito.
Le concezioni di Ouspensky sulla
natura dell'Uomo e dell'Universo in
cludono tutti gli aspetti della nostra
vita. Per rendere più agevole la con
sultazione si è preferito suddividere le
sue idee per argomenti piuttosto che
presentare i dialoghi in ordine crono
logico. Quest'opera comprende sezioni
dedicate al ricordo di sé, alla volontà,
al lavoro di Scuola, alle emozioni ne
gative, ai centri energetici presenti
L. 36.000
P. D. OusPENSKY
UN NUOVO DOCUMENTO
INCONTRI 1928-1945
A FURTIIER RECORD
Traduzione di
ANDREA ANDRIOTTO
La ricorrenza
21 marzo 1938
lo che voglio dire. Essi avevano una mente cosl sviluppata, con reazio
ni cosl tipiche dell'adulto, che è difficile immaginare come si sia potu
ta formare in sei mesi di vita inconsapevole. Se quelle testimonianze
sono vere, la mente doveva essersi formata prima ma, come ho detto, è
molto difficile trovare materiale.
D. Perché tutto dò scompare quando il bambino impara a parlare?
O. Perché egli comincia a imitare gli altri bambini e a fare esatta
mente quello che gli adulti si aspettano da lui. Essi si aspettano che
egli sia uno stupido bambino, ed· egli diventa uno stupido bambino.
D. Come può la ricorrenza essere un vantaggio per l'uomo?
O. Se si comincia a ricordare, se si comincia a cambiare, non ci si
ritrova ogni volta nello stesso circolo, ma si può agire secondo la pro
pria volontà e fare dò che si crede opportuno; se invece non si sa nulla
al riguardo, oppure si sa ma non si fa niente, allora non c'è alcun van
taggio. Quasi sempre si continueranno a ripetere le medesime cose.
D. Se si è incontrato il sistema in una ricorrenza, lo incontreremo
anche in quella successiva?
O. Dipende da come si è reagito al sistema. Potremmo avere incon
trato il sistema e aver detto: 'Quante sciocchezze dice questa gente!'.
Dipende dallo sforzo che si è fatto. Se d si è sforzati, allora è possibile
che si sia acquisito qualcosa, che potrebbe rimanere, se non è solo nella
personalità superficiale, se non è solo formativo.
D. In ogni ricorrenza si seguono necessariamente certe linee di
azione?
O. La legge è che tutte le tendenze acquisite si ripetono. Se una
persona acquisisce la tendenza a studiare o a interessarsi di certe cose,
sarà nuovamente interessata. Se si è acquisita la tendenza a sfuggire
da certe cose, si continuerà a sfuggire.
D. Queste tendenze diventano più forti?
O. È possibile, ma potrebbero anche svilupparsi in una differente
direzione. Non c'è nessuna garanzia fino al momento in cui si raggiun
ge un qualche tipo di azione consapevole, e allora diviene possibile fare
affidamento su se stessi.
D. Tempo parallelo vuoi dire che tutti i momenti esistono continua
mente?
O. Sl. È molto difficile metterlo a fuoco. Sta senz'altro a indicare
l'eternità del momento, ma la nostra mente è incapace di pensare in
questa maniera. La mente è un meccanismo assai limitato. Siamo co
stretti a pensare solo nel modo più facile e dobbiamo tenerne conto.
È più facile pensare alla ripetizione che all'esistenza eterna del momen
to. Dovete capire che la nostra mente non può formulare le cose esat
tamente cosl come sono. Ci sono concesse soltanto formulazioni ap-
La ricorrenza 7
prossimative che sono più v1cme alla verità del nostro pensiero ordi
nario. Questo è tutto ciò che è possibile. La mente e il linguaggio sono
strumenti troppo rudimentali per tali argomenti e problemi, che sono
molto sottili.
Il modo più facile per affrontarli è studiare i bambini. Se avessimo
materiale a sufficienza potremmo rispondere a molte domande. Per
ché, per esempio, nei bambini appaiono strane tendenze, del tutto op
poste a quelle dell'ambiente che li circonda, assolutamente nuove per
le persone che li circondano? È un fenomeno che talvolta si presenta
in modi assai differenti; possono essere delle tendenze molto forti,
capaci di cambiare la vita e di svilupparsi in direzioni del tutto inso
spettate, completamente indipendenti da qualsiasi causa ereditaria. Co
me vi ho già detto, l'ereditarietà non ha effetto sull'uomo, è un'idea
fantastica. Agisce sui cani e sui cavalli, ma non sugli uomini.
D. È perché interviene la questione dei tipi?
O. Sì, ma noi non sappiamo nulla dei tipi, la nostra conoscenza è
troppo insufficiente per parlarne. Per questo tanto spesso i genitori non
capiscono i figli e i figli non capiscono i genitori. Di fatto è impossi
bile che riescano a comprendersi in modo sufficiente o corretto. Sono
persone affatto diverse, del tutto estranee tra loro, alle quali è soltan
to accaduto di incontrarsi accidentalmente in un certo punto, per poi
proseguire di nuovo in direzioni differenti.
D. Che cosa intende quando ci dice di 'osservare i bambini'?
O. È proprio questo che è così difficile. Se osservate le tendenze su
vasta scala, potete trovare tendenze del tutto imprevedibili. Si potreb
be pensare che ciò sia il risultato di certe cause o dell'ambiente, ma
in bambini molto piccoli possono manifestarsi tendenze completamen
te inaspettate. Non sono tendenze accidentali che appaiono e scom
paiono, ma tendenze che continueranno per tutto il resto della loro
vita. In questo caso, secondo questa teoria, può trattarsi di tendenze
acquisite negli ultimi anni di una vita precedente, che poi riappaiono
molto presto.
D. Allora, dal punto di vista della ricorrenza, non potrebbe darsi
che alcune azioni importanti che compiamo tra ora e il momento in
cui moriremo siano le vere responsabili delle nostre attuali tendenze?
O. Vuoi dire nelle vite precedenti? È assai probabile. Ma ricordate
che questo lavoro prima non esisteva. Può darsi che sia esistito un
altro tipo di lavoro, ce ne sono diversi, ma non questo. Questo lavoro
prima non esisteva, ne sono perfettamente sicuro.
D. Quel che intendo dire è che sembra incredibile pensare che tra
ora e il momento della nostra morte compiamo le azioni decisive che
sono la causa delle nostre future tendenze.
8 La ricorrenza
4 aprile 1938
D. Ha detto che questo lavoro non è mai apparso in precedenza.
Questo vuoi dire anche che non riapparirà in seguito?
O. Non c'è nessuna garanzia. Per quanto riguarda voi, dipende da
voi stessi. Una cosa è certa: non si manifesterà nello stesso modo.
Forse ci saranno gruppi e scuole, ma non nello stesso modo e non nello
stesso periodo di tempo. Il lavoro è la sola cosa che non è sottoposta
alla legge della ricorrenza, altrimenti non sarebbe lavoro. Se si è rag
giunto un minimo di consapevolezza, esso non può essere sottoposto
alla ricorrenza. Inoltre, in questo particolare tipo di lavoro, molte co
se accadranno in modo completamente diverso. E quello che ora av
viene in un certo periodo forse comincerà venti anni prima.
D. Da bambino ero molto attaccato a una cugina che aveva tre an
ni più di me e morì a dieci anni. Se da allora la sua breve vita si è
ripetuta quattro o cinque volte, allora anche la mia vita, in quanto
correlata alla sua, deve essersi ripetuta. Come lo si può spiegare?
O. È molto difficile spiegarlo, ma nello stesso tempo, matematica
mente, è molto semplice. Noi calcoliamo la lunghezza di questo tempo
in base a certe idee di durata. Diciamo che dieci anni sono più brevi di
una vita più lunga, ad esempio di cinquanta anni. Ma in realtà non
c'è alcuna garanzia riguardo a ciò che è più breve o più lungo. Come
ho detto in A New Model of the Universe, supponete per un momen
to che quelle che ci sembrano durate differenti siano invece una mede
sima durata, e che la loro velocità sia differente. Molte cose che consi
deriamo il fondamento del nostro mondo sono in realtà illusioni. In
ogni caso non è difficile coordinare una vita con un'altra, ma il nostro
potere di visualizzazione è troppo limitato e debole per riuscirvi. Per
tanto dobbiamo lasciare il problema senza risposta, pur capendo che
tuttavia c'è un modo di risolverlo.
D. Come si può sapere ciò che ricorda un bambino? Pensavo che
si nascesse con i centri completamente vuoti, e che per ricordare fosse
ro necessari i centri.
O. Questa è una cosa strana. Alcune persone, che non sono parti
colarmente diverse dagli altri, hanno ricordi strani e molto precisi per
sino dei primi mesi di vita. Pensano che la loro percezione della gente
fosse quella propria di un adulto e non di un bambino. Non ricostrui-
La ricorrenza 9
7 marzo 1940
15 marzo 1940
nerla. E tutto questo vale per ogni giorno, per ogni anno, per tutta la
nostra vita: ecco che cosa si deve capire. Questa caratteristica della
ricorrenza è utile perché si riferisce a questa vita. Se non facciamo
qualcosa oggi, come possiamo aspettarci di farlo domani? Noi dobbia
mo fare quello che è possibile oggi; nessuno può rimandarlo a doma
ni, perché domani potremmo essere impegnati a fare qualcos'altro, e
cosi via. Pensiamo sempre di avere tempo.
D. Significa che se non ascoltiamo quello che lei dice oggi, non ci
sarà più dato di ascoltarlo?
O. O forse che voi sarete qui, ma io non ci sarò, come potete sa-
perlo? .
D. Possiamo fare progressi solo tramite la sua mediazione?
O. No, siete completamente liberi di trovare un qualsiasi altro posto,
non siete affatto vincolati. Se conoscete qualcun altro che vi permette
di fare dei progressi, dovete certamente trarne vantaggio. Se si ha
un'opportunità, qualsiasi essa sia, non la si deve perdere.
D. Quel che volevo dire è: in questo caso è lei l'unico mezzo che
abbiamo a disposizione?
O. No, nessuno può esserlo. Se voi sapete di un'altra via, c'è un'al
tra probabilità, ma se non siete a conoscenza di un'altra opportunità,
allora le cose cambiano. Se non conoscete nessun altro all'infuori di me,
allora dovete cercare di ottenere qualcosa da me, ma se conoscete
qualcun altro potete rivolgervi a lui: è chiaro? Ma ricordate che non
può essere soltanto uno studio teorico. Lo studio teorico non è suffi
ciente.
Nella nostra mente ci sono cosi tante cose sbagliate, che è ne
cessario un certo ordine, anche dal punto di vista teorico. Ma è inutile
impegnare tutto il tempo in speculazioni teoriche, è la pratica che dob
biamo imparare, dobbiamo imparare a fare le cose che sono più im
portanti per noi.
D. Non è possibile sapere da soli se si è fatto uso delle influen
ze C, vero?
O. Non possiamo ricevere influenze C da noi stessi. Certo, si deve
sapere se siamo venuti a sapere qualcosa oppure no, questa è una delle
prime conoscenze necessarie. Ricordate che cosa abbiamo detto riguar
do alla valutazione?
D. Nell'idea della ricorrenza le cose accadono di nuovo. Ma le scuo
le appaiono necessariamente negli stessi luoghi? Forse nella mia ultima
ricorrenza questo sistema non era mai arrivato in Inghilterra.
O. Vedete, questa è la difficoltà riguardo alla ricorrenza, perché le
persone o non ne sanno niente, o, quando ne sentono parlare e comin
ciano a pensarci, pensano nel solito modo formatorio, cioè secondo la
La ricorrenza 15
logica ordinaria, oppure molto spesso pensano in modo del tutto illo
gico, o anche peggio. Ma anche se pensano logicamente, non dispongo
no di un materiale sufficiente; sanno troppo poco per poter pensare
a queste cose. È necessario comprendere innanzitutto che stiamo par
lando di una teoria, e secondariamente che questa teoria deve essere
sufficientemente completa, deve poter fare riferimento a un materiale
sufficiente. Quando pensiamo alla ricorrenza, pensiamo che tutto si ri
pete, e proprio questo rovina il nostro approccio. Come ho già detto,
la prima cosa da capire riguardo alla ricorrenza è che non è eterna.
Può sembrare assurdo, ma è realmente cosl, perché essa si manifesta
in modi cosl differenti in ogni singolo caso. Anche se la consideriamo
solo teoricamente, !imitandoci alle persone che vivono meccanicamente,
vedremo che pure la loro vita cambia. Come ho messo in evidenza in
A New Mode! of the Universe, solo alcune persone in certe condizio
ni, in condizioni di vita completamente cristallizzate, hanno una vita
che si ripete esattamente nello stesso modo, anche per un lungo tem
po. Negli altri casi le cose cambiano, persino nell'ordinaria vita mecca
nica. Nel caso delle persone che occupano una posizione elevata non
ci sono cambiamenti: esse non sono costrette cosl definitivamente
dalle circostanze, ma i grandi uomini debbono ritornare a essere gran
di uomini e nessuno ci può far niente, loro stessi non possono evitarlo.
Nella vita futura delle persone comuni vi possono essere diverse va
riazioni ma, di nuovo, non per sempre. Non pensate mai che qualcosa
possa essere per sempre. È molto strano: sembra che le persone che
non hanno possibilità - o per certe condizioni, o a causa del loro in
sufficiente sviluppo, oppure di uno stato patologico - possano tro
varsi a ripetere la loro vita senza nessun cambiamento rilevante. Nel
caso invece di persone che hanno possibilità teoriche, la loro vita può
giungere a un certo punto, dopo di che o incontrano una qualche pos
sibilità di sviluppo, o iniziano una fase discendente: o l'uno o l'altro.
Non possono rimanere per sempre nello stesso posto; il momento
in cui si incomincia a entrare in contatto con qualche reale possibilità
indica che si è arrivati alla fine degli eventi puramente meccanici. Solo
allora si è capaci di vedere la possibilità di fare qualcosa, oppure di
perdere tale possibilità e regredire. Pensateci sopra e forse sarete in
grado di formulare domande pertinenti.
D. Quando tentiamo di cambiare il nostro essere, l'essenza è in
fluenzata quanto. la personalità?
O. Dobbiamo lavorare sulla personalità, ma se cambiamo realmente
qualcosa l'essenza ne viene influenzata.
D. Lo stato di sonno sembra avere almeno un vantaggio, se si è
giunti al fondo non si può cadere più in basso.
16 La ricorrenza
O. Sì che si può.
D. Nel lavoro, quando si pensa al futuro si ha l'impressione che sia
come camminare su di una corda tesa. Si può sperare di ottenere un
altro livello di stabilità in una fase successiva?
O. Ogni stato può presentarsi in molte forme diverse, e pertanto
anche lo stato di sonno ha molte forme diverse. Ci può essere un son
no con la possibilità di un risveglio, un sonno con una minore possi
bilità di risveglio, e un sonno con nessuna possibilità di risveglio, e
così via.
Cercate di pensare a quanto vi ho detto riguardo alla ricorrenza. È
un ottimo esercizio per la mente, perché è molto difficile pensarci in
modo appropriato.
2 aprile 1940
D. Per quanto riguarda la ricorrenza, posso capire che una spirale
sarebbe in grado di fard uscire dal nostro presente cerchio; è possibile
che questo cerchio derivi da una precedente spirale?
O. Questa non è altro che una congettura, e non credo che dal pun
to di vista del sistema si possa parlare di spirali. Ma se vogliamo par
lare di spirali in relazione alla ricorrenza, allora nella ricorrenza ordina
ria non c'è nessuna spirale, tutto è sullo stesso livello. Le ricorrenze
possono differire tra loro nei piccoli dettagli, una può tendere in una
direzione e un'altra tendere maggiormente in una direzione diversa,
ma si tratta soltanto di minime deviazioni e pertanto non c'è nessuna
spirale. L'idea di spirale inizia dal momento in cui si sfugge alla con
tinua ripetizione delle stesse cose, o dal momento in cui viene intro
dotto qualche nuovo elemento. Prima di tutto si dovrebbe capire
questo.
D. Qualche tempo fa d ha parlato di questo paradosso: le cose
non sarebbero potute accadere in maniera diversa, ma contemporanea
mente, in diversi momenti, d devono essere parecchie possibilità. Ora,
perché le cose avvengano diversamente è necessario vedere le possi
bilità, e la capacità di far questo dipende da un cambiamento di esse
re che può essere ottenuto solamente dopo un lungo periodo di piccoli
sforzi ripetuti: potrebbe forse essere questa la soluzione del dilemma?
O. Ci sono due cose che è necessario capire a questo riguardo.
Primo: vi è un rapporto diverso tra le cose e le possibilità; alcune
cose, anche se non sono ancora accadute e se noi possiamo pensare
che potrebbero accadere in un modo o in un altro, in realtà sono pre
destinate; non si può cambiare nulla, perché queste cose sono state mes
se in moto da cause così grandi che, anche se non sono ancora accadute,
La ricorrenza 17
contato. Chi lavora molto poco, può continuare a essere nel medesimo
rapporto con la medesima idea per un anno o due; può fraintendere
qualcosa per un anno o due, e senza perdere molto, perché avrà ancora
a disposizione un terzo anno. Ma chi ha già iniziato a lavorare non
può avere tre anni di tempo, perché ogni giorno egli viene esaminato,
e deve superare l'esame per arrivare a un altro esame. Ecco che cosa
si deve capire; lo stesso principio può essere applicato alla ricorrenza.
D. Se la personalità muore con noi, quale effetto possono avere sul
Ja futura ricorrenza gli sforzi che si son fatti per indebolirla?
O. Non è necessario essere troppo dogmatici a questo riguardo, tut
tavia quando parliamo di ricorrenza, parliamo di qualcosa che ricorre,
e questo 'qualcosa' che ricorre conserva in se stesso le tracce di tutte
le tendenze, di ogni tendenza che si è creata. Se si è creata la tenden
za a indebolire la personalità, allora essa continuerà; se invece si è
creata la tendenza opposta, che tende a rafforzare la personalità, sarà
questa a continuare. È vero che la personalità muore, ma se questo
'qualcosa' ricorre, allora le stesse cause produrranno gli stessi effetti.
Se si sono create alcune nuove tendenze, anch'esse produrranno il loro
effetto.
D. Che cosa è che desidera cosl intensamente la ricorrenza e tutta
via ne ha paura?
O. Non lo so, è materiale per il vostro studio personale. Sicura
mente all'idea ordinaria di morte si preferisce l'idea della ricorrenza.
Ma nello stesso tempo se ne ha paura, perché, se si è realmente sinceri
con se stessi, è chiaro che in questa vita le cose si ripetono. Se ci si
ritrova sempre nella stessa posizione, a commettere gli stessi errori, è
chiaro che non ci sarà alcun vantaggio nel nascere di nuovo, se questo
sarà solo l'occasione per continuare a fare le medesime cose. Un cam
biamento può solo essere il risultato di uno sforzo, non può essere
indotto da nessuna circostanza. Ecco perché l'ordinaria fiducia nel cam
biamento delle circostanze esteriori non ha alcun esito: le circostanze
possono cambiare, ma tutto rimarrà uguale.
D. Il risultato del lavoro su se stessi consiste nell'indebolimento
delle tendenze dell'essenza?
O. Quali tendenze? Talvolta esse sono nell'essenza e talvolta nella
personalità. Ma non parlerei di 'essenza' e di 'personalità', è preferi
bile dire semplicemente: indebolimento di alcune tendenze e rafforza
mento di altre tendenze, indebolimento delle tendenze meccaniche e
rafforzamento delle tendenze consapevoli. Questa è la sola formulazio
ne possibile, tutte le altre sarebbero fuori luogo.
D. Sto vivendo di nuovo esattamente la stessa vita? Sono rinato
nell'anno in cui ero già nato, nel11 9 5, e rinascerò di nuovo nel1915?
La ricorrenza 19
O. Sempre nel 1915, questa è la sola cosa che non potete cambia
re. Che siamo vissuti prima è più che certo, non possiamo essere usci
ti dal nulla. Ma non ricordiamo. Anche quelli che credono di ricordare
qualche cosa; hanno solo dei ricordi della loro infanzia ma, per lo più,
non ricordiamo.
D. È corretto pensare che non possiamo continuare a vivere per
sempre (cioè, continuare a morire e a nascere)?
O. Sl. Le persone dalla vita completamente meccanica hanno molto
tempo, e le persone che divengono consapevoli hanno meno tempo.
Questa è la sola differenza. Può sembrare molto ingiusto, ma di fatto
le persone meccaniche si possono trovare in circostanze molto sgrade
voli. Supponiamo che qualcuno muoia molto giovane, per una disgrazia
che dipende da avvenimenti storici, come le guerre o qualcosa del ge
nere, e che ogni volta continui a morire giovane. Non può avvenire
nessun cambiamento. Solo una combinazione di circostanze veramen
te molto eccezionale può introdurre qualche cambiamento in questo
caso.
D. Una recente esperienza mi ha fatto pensare che gran parte della
sofferenza emotiva è situata nella falsa personalità. Come posso ricor
darmene quando l'identificazione con la sofferenza è molto forte?
O. È possibile solo tramite il ricordarsi di sé. La sofferenza è il mi
gliore aiuto che si possa avere per ricordarsi di sé, se si impara a farne
uso. La sofferenza, di per sé, non contribuisce allo sviluppo delle per
sone, come alcuni pensano. Si può soffrire per molte vite e non otte
nere nemmeno un briciolo di risultato. Ma se si impara a fare uso
delle opportunità offerte dalla sofferenza, questa può favorire lo svi
luppo. La sofferenza è la cosa migliore per ricordare se stessi. Non
appena soffrite, cercate di ricordarvi di voi stessi.
D. Come posso fare uso delle possibilità se mi identifico tanto?
O. Cercate di osservare, non vi identificate sempre nello stesso mo
do: alcune volte vi identificate talmente che non potete vedere nien
t'altro, altre volte riuscite a vedere qualcosa. Se riuscite a capire che
vi potete identificare in maggiore o in minore misura, ciò significa
che dopo qualche tempo potete non identificarvi affatto, o molto me
no. Se le cose rimanessero sempre così come sono, per noi non ci sa
rebbe nessuna possibilità. Ma non sono mai le stesse, il loro grado
di intensità varia continuamente, e questo offre la possibilità di cam
biamento.
D. Mi sembra che la personalità, il corpo fisico e le sembianze sia
no troppo impermanenti per poter ricorrere.
O. Sì, ma tutto ciò è stato creato da certe cause e, poiché le cause
saranno le stesse, produrranno naturalmente gli stessi effetti.
20 La ricorrenza
Le emozioni negative
Le emozioni negative 1
Le emozioni negative II
mento. Prima si devono studiare alcune cose, poi si lavora per cam
biarle. Ma poiché anche lo studio non può procedere senza un certo
cambiamento - perché i due processi dello studiare e del cambiare
non sono mai interamente separati - uno studio più serio di quello
iniziale può già essere considerato un lavoro serio. Alcune emozioni
negative rendono praticamente impossibile lavorare seriamente, perché
esse guastano qualsiasi risultato; una parte di voi lavorerà e l'altra
parte guasterà tutto. Pertanto, se si inizia questo lavoro senza aver
vinto le emozioni negative, dopo qualche tempo ci si può ritrovare
in una condizione peggiore di quella iniziale. Vi sono stati diversi casi
di persone che, desiderando conservare le proprie emozioni negative,
hanno reso impossibile ogni loro progresso nel lavoro. Anche se in
certi momenti ne erano consapevoli, non riuscivano a fare uno sforzo
sufficiente e in seguito le emozioni negative divennero più forti.
D. Potrebbe dirci qualcosa di più sull'uso del giusto atteggiamento
per combattere le emozioni negative? Deve essere qualcosa di più della
semplice non identificazione.
O. Certo che è qualcosa di più; significa pensare correttamente ri
guardo a un determinato soggetto. Prendiamo un esempio: quasi tutte
le nostre emozioni negative sono fondate sull'accusa; il colpevole è
qualcun altro. Se ci rendiamo conto che nessuno può essere colpevole
nei nostri confronti, che noi stessi siamo la causa di tutto ciò che ci
accade, e perseveriamo in tali pensieri, questo cambierà le cose, ma non
subito, ovviamente, perché molte volte questa comprensione verrà
troppo tardi. Dopo un certo tempo, tuttavia, il· pensare in modo cor
retto, il creare il giusto atteggiamento o il corretto punto di vista, può
diventare un processo permanente, e allora le emozioni negative si ma
nifesteranno solo occasionalmente. Il processo di pensare correttamen
te riesce a dominare le emozioni negative proprio perché è divenuto
permanente, e le può sopraffare sin dall'inizio.
D. Mi accorgo di passare gran parte del mio tempo in uno stato
negativo, non ben definito, e non riesco a far nulla a questo riguardo.
O. Certo, ma dovete esservi reso conto che ciò è generalmente col
legato a qualche tipo di identificazione o di immaginazione. Quando
lei scoprirà le differenti manifestazioni di questo stato negativo, le
sarà possibile contrastarlo, perché la lotta avviene nella mente. Potrà
rifiutare certi punti di vista e accettarne altri, e molto presto sarà in
grado di vedere una differenza.
Tutto ciò è connesso con un grosso problema, perché se da un certo
punto di vista siamo molto meccanici e non possiamo fare nulla, da
un altro punto di vista, invece, possiamo cominciare a fare alcune cose,
anche se forse non molte. In noi ci sono alcune possibilità, ma non le
Le emozioni negative 35
usiamo. È vero che non si può 'fare', vale a dire che non si può cam
biare quello che si sente quando lo si vuole, ma ci si può obbligare a
pensare a un argomento. Questo è l'inizio. Si deve sapere che cosa è
possibile e cominciare da n, perché la possibilità di 'fare' aumenta
molto rapidamente. Ci si può obbligare a pensare a un argomento in
un certo modo, oppure ci si può obbligare a non pensare.
Il pensiero ha un enorme potere, ma non ce ne rendiamo conto. Non
mi sto riferendo alla spiegazione filosofica di questo potere. Il potere
sta nel fatto che, se si pensa sempre a certe cose in modo corretto,
questo può diventare permanente, diventa un atteggiamento perma
nente.
Potreste scoprire un'inclinazione a manifestazioni emotive sba
gliate di qualche tipo: in un primo momento non potete far nulla,
perché, tramite un modo di pensare scorretto, avete sviluppato la ten
denza a questo tipo di reazioni. Ma se iniziate a pensare correttamente,
dopo un certo periodo svilupperete la tendenza a reagire in modo di
verso. Però questo metodo deve essere capito e questa comprensione
deve essere molto profonda. Lo si può applicare a molte e diverse co
se. In realtà, questa è l'unica cosa che potete fare. Non potete 'fare'
nient'altro. Non si può lottare direttamente contro le manifestazioni
negative, perché esse sono inafferrabili; l'unico modo di prevenirle
consiste nel prepararsi adeguatamente prima che esse si manifestino.
Se la comprensione della loro nocività è solo momentanea, ciò non sa
rà di alcun aiuto; deve essere molto profonda, altrimenti si dovrà an
cora affrontare un processo altrettanto difficile per preparare il terre
no prima di un'altra manifestazione. Non ci si rende conto di quanto
si perde a causa di queste manifestazioni spontanee di carattere ne
gativo, che rendono impossibili tantissime cose.
D. Anche se comincio a pensare correttamente, non riesco a contra
stare la tendenza all'imitazione: quando sento qualcuno che si lamen
ta anch'io comincio a lamentarmi...
O. Cominciare a pensare correttamente non può produrre effetti
immediati. Bisogna pensare correttamente per molto tempo e àllora ci
saranno dei risultati, ma non immediatamente. Per creare i giusti at
teggiamenti mentali ci vogliono mesi o anni, e il crearli è una confer
ma della decisione effettiva e seria di non cedere alle manifestazioni
negative. Non capiamo quanto perdiamo a causa di queste ultime.
Perdiamo esattamente ciò che vogliamo ottenere.
D. Ma come è possibile premunirsi quando si sa che ci si troverà
in presenza di qualcosa che provoca sempre un'emozione negativa?
O. A questo ho già risposto. Prima di tutto si deve perdere l'abitu
dine di esprimere le emozioni negative. Finché ciò non è avvenuto è
36 Le emozioni negative
impossibile parlare di qualunque altra cosa. Ecco perché già nelle pri
me conferenze viene spiegato, assieme all'osservazione di sé, che si de
ve imparare a non esprimere le emozioni engative. Non si può fare
niente finché si continuano a esprimere le emozioni negative, senza mai
tentare di farle cessare. E tutti sono capaci di non mostrare ciò che pro
vano; non mi sto riferendo ai casi eccezionali, ma a quelli ordinari. La
negatività dipende completamente dall'identificazione, dall'immagina
zione e da una particolare caratteristica, cioè dal permettere a se stessi
di esprimerla. Si crede sempre di non poterla arrestare e pertanto si
considera del tutto giusto manifestare le proprie emozioni. Prima di
tutto, quindi, ci si deve liberare di questa illusione, perché si può far
cessare la manifestazione delle emozioni negative. E se voi dite 'non
voglio farlo', vi crederò, ma non vi crederò se dite 'non posso farlo'.
D. Non riesco a immaginare nessun modo di pensare che non dipen
da dalle associazioni.
O. È proprio così. Ma si possono cercare nuove associazioni, oppure
si può continuare a pensare tramite le vecchie associazioni senza fare
nessun tentativo per cambiarle. L'idea è di cercare nuove associazioni
introducendo nuovi punti di vista.
D. Sono rimasto colpito dalle limitazioni della nostra capacità di
pensare. Da che cosa dipendono?
O. Solo quando troverete in voi stessi esempi di un modo migliore
di pensare, che usi le parti superiori dei centri e che abbia una maggio
re consapevolezza, capirete in che cosa consistono queste limitazioni.
Sappiamo che la nostra mente è limitata, ma non sappiamo in che cosa
è limitata. Quando vi renderete conto di questi due modi di pensare
e sarete in grado di metterli a confronto, capirete dove sta la differenza
e sarà possibile parlare delle cause. Per esempio, posso dirvi quali siano
le deficienze del nostro pensiero, ma ciò non significherà nulla per voi,
se non avete a disposizione osservazioni personali. Prima di tutto, ogni
pensiero è troppo breve, dovrebbe durare molto più a lungo . Quando
avrete fatto l'esperienza dei pensieri brevi e dei pensieri lunghi, ca
pirete.
Dalle domande che mi sono state poste, mi accorgo che non com
prendete come si manifestano le cose nuove. È difficile pensare a esse
perché siamo abituati a pensare per assoluti, o tutto o niente. Ma si
debbono capire due cose. La prima è che qualsiasi cosa nuova all'inizio
si manifesta a sprazzi. Appare e scompare. Solo dopo un certo tempo
questi attimi si allungano, e continuano ad allungarsi, sino a divenire
percettibili e visibili. Non c'è niente che si manifesti immediatamente
in forma completa. Tutte le cose che possiamo acquisire appaiono, poi
scompaiono, appaiono di nuovo, e tornano a scomparire. Dopo un lun-
Le emozioni negative 37
tempo, sin dall'inizio è stato spiegato che uno studio corretto dell'uo
mo deve essere affiancato dallo studio dell'universo, e di fatto abbiamo
già ricevuto alcune idee che riguardano l'universo (quali il Raggio di
Creazione, i cosmi, gli idrogeni, ecc.) ma solo in linee molto generali;
e abbiamo anche un'idea delle leggi che regolano la vita dell'uomo.
Nello schema relativo al centro magnetico abbiamo parlato delle in
fluenze alle quali l'uomo è sottoposto, le influenze A, B e C. Le in
fluenze C si manifestano solo a un certo momento, e per pochissime
persone.
Poi abbiamo parlato del significato di queste influenze A, B e C.
Questo è connesso con l'idea spiegata all'inizio, che l'uomo è una mac
china controllata dagli eventi esterni, dalle cose che lo circondano. Ma
non abbiamo mai specificato quali siano queste cose, le abbiamo con
siderate solo in quanto influenze. Ora è giunto il tempo di studiare
queste influenze, dobbiamo imparare a suddividere le cose in categorie,
mentre il lato pratico consisterà nell'apprendere a controllare le in
fluenze, a divenire ricettivi ad alcune di esse, e a non essere ricettivi
nei confronti di quelle che non vogliamo. Questo è, per cosl dire, il
'programma'.
Quello che ho chiamato il 'nuovo capitolo' si riferisce allo studio
della vita. Sino a ora il centro di gravità del nostro studio è stato co
stituito da noi stessi; anche se continuerà a essere così, è necessario
incominciare a studiare le cose esterne e cercare di capire, di formarsi
una corretta opinione riguardo alle cose esterne. Non saremo in gra
do di proseguire, né di andare troppo lontano, se non impareremo a
distinguere tra gli eventi esterni. Abbiamo già imparato a far questo,
entro certi limiti, in relazione a noi stessi, e comunque dobbiamo essere
capaci di capire che cosa è bene e che cosa è male (intendendo i ter
mini 'bene' e 'male' nel loro significato più elementare ) . Se il nostro
scopo è il lavoro, se lo scopo consiste nel risvegliarci, nel liberarci o
in cose del genere, allora, da questo punto di vista, possiamo conside
rare come 'male' tutto ciò che impedisce il nostro lavoro, tutto ciò che
distoglie la nostra energia dal lavoro o che lo ostacola, e 'bene' tutto
ciò che ci dà energia e aiuta il nostro lavoro, tutto ciò che lo favorisce.
Ora dobbiamo imparare a studiare gli eventi esterni, gli eventi su
vasta scala, e scoprire che cosa è bene e che cosa è male dal punto
di vista di una possibile evoluzione. Se negli eventi esterni scopriamo
qualcosa che favorisce l'evoluzione, ci troviamo immediatamente a do
ver affrontare un quesito : come è possibile per l'evoluzione indivi
duale, cioè l'evoluzione di un piccolo numero di persone, influenzare
la condizione generale degli uomini? Abbiamo già sentito parlare del
circolo esoterico, dei circoli intermedi e del circolo meccanico. E se
Le emozioni negative 39
specie di organo sensorio, che non può essere definito un vero e pro
prio centro, perché, dopo tutto, i centri sono solo tre: quello emotivo,
quello intellettuale e quello motorio-istintivo-sessuale. Il centro emo
tivo superiore e il centro intellettuale superiore differiscono da quelli
ordinari, in primo luogo per la velocità, e secondariamente, perché in
essi non ci sono parti negative, non c'è alcun 'No'. Ed è proprio il 'No'
a far funzionare i nostri centri a una velocità ridotta. Se in un centro c'è
un 'No', esso non può funzionare correttamente. Per noi è impossibile
capire i veri centri, cioè i centri superiori, che funzionano senza il 'No'.
Perché è impossibile? Perché pensiamo con un centro in cui c'è il 'No' ,
e pertanto non possiamo capire che cosa significhi pensare o sentire
senza alcun 'No'.
Voglio ricordarvi una cosa, che non è in relazione con la Dottrina
Speciale, ma che si trova in un altro libro. Quando abbiamo letto il
capitolo intitolato " Misticismo sperimentale", ho richiamato la vostra
attenzione su alcune interessanti esperienze che ho avuto quando ho
pensato a certe cose in un certo stato. In tale occasione avevo capito,
del tutto inaspettatamente, che potevo pensare ad alcune cose ma non
ad altre, perché non esistevano. Ciò non significa che avessi un atteg
giamento negativo nei loro confronti. Non potevo costringermi a pen
sare a esse: erano semplicemente inesistenti. Non c'era nessun senti·
mento negativo. E mi ero posto diverse domande; in certi casi ero riu
scito ad analizzarle e a trovarvi qualcosa; ma per altre domande non
c'era risposta, erano forme vuote, parole senza alcun significato. Que
sto è un esempio di come un certo centro non ben identificato, comun
que, un qualche tipo di centro pensante, possa funzionare senza 'No'.
I veri centri possono vedere ciò che esiste e ciò che non esiste, e pos
sono pensare solo alle cose esistenti; per essi le cose inesistenti sem
plicemente non esistono.
Inoltre la nostra mente ordinaria non sa come vivere senza negazio
ni; la negatività, di qualsiasi forma, ha una parte così importante nel
nostro modo di pensare, che ci sembra impossibile pensare senza 'No'.
Quanto abbiamo detto in parte indica la via, e in parte mostra la dif
ficoltà della via. È conoscenza. E la conoscenza è necessaria; è la sola
cosa che ci può aiutare, in questa via.
D. Avete .detto che i fili sono i nostri atteggiamenti negativi?
O. Non è necessario che siano negativi.
D. Se cambiamo questi atteggiamenti, saremo in grado di ricevere in-
fluenze esterne differenti?
O. Sì.
D. E dobbiamo cercare di discriminare tra le influenze A, B e C?
O. Prima di tutto, poiché stiamo parlando degli eventi, dobbiamo
Le emozioni negative 43
studiare gli eventi esterni, e non solo le cose interiori. Sino a ora ab
biamo detto che tutte le cause sono dentro di noi; ora cercheremo di
trovare le cause nelle cose esterne. Per esempio, se pensiamo allo stato
evolutivo dell'umanità in rapporto all'esoterismo, vedremo che ci sono
molte cose che ostacolano una possibile evoluzione, e altre cose che
hanno una certa utilità, che possono aiutare. Dobbiamo cercare di crea
re certe norme di comprensione, o meglio, una certa qualità di com
prensione, nei riguardi delle cose esterne; ciò significa che non dobbia
mo giudicarle in base alle simpatie o antipatie personali, o al fatto che
ci piacciano o no, ma cercare di valutarie dal punto di vista del loro
rapporto con questa possibile evoluzione. In altre parole, dobbiamo
considerarle dal punto di vista dell'aumento del potere dell'esoterismo.
Perché l'evoluzione dell'umanità significa l'aumento del potere del cir
colo esoterico sulla vita.
Per quanto riguarda le 'influenze', è necessario capire che in ogni
momento siamo circondati da moltissime grandi cose in movimento,
che ci influenzano indipendentemente dal fatto che ne siamo consape
voli, ci influenzano sempre. Si possono avere opinioni molto precise nei
loro confronti, si possono avere opinioni molto precise riguardo alle
guerre, alle rivoluzioni, agli eventi della vita sociale, alla vita politica,
all'arte; oppure si può essere indifferenti, negativi, per lo più negativi
o per lo più positivi; ma in ogni caso ciò che per un aspetto è positivo,
per un altro è negativo, non cambia nulla. Gli uomini sono influenzati
da queste cose; e quel che definiscono un atteggiamento positivo non
indica in realtà un atteggiamento positivo, ma semplicemente che a
essi piacciono certe cose. Il vero atteggiamento positivo è del tutto
differente. È più facile definire l'atteggiamento positivo dell'emozione
positiva, perché si riferisce al pensiero. Il vero atteggiamento positivo
implica la comprensione della cosa in quanto tale, e la comprensione
della qualità della cosa dal punto di vista, per cosl dire, dell'evoluzione
e di ciò che la ostacola. Le cose che sono contrarie, cioè che non aiu
tano, non vengono prese in considerazione, sono semplicemente inesi
stenti, per quanto grandi possano essere esternamente. E se scompaio
no, perché non le si vede, ci si può liberare della loro influenza. Ma è
anche necessario capire che il non vedere le cose sbagliate non signi
fica essere indifferenti; è completamente diverso dall'indifferenza. In
fatti è indubbio che coloro che sono indifferenti non vedono le cose,
ma le cose continuano egualmente a influenzarli.
D: Lei ha detto che l'atteggiamento positivo implica la comprensione.
O. Per esempio, come ho già detto, quando mi trovavo in quel
particolare stato che è stato descritto nel capitolo sul " Misticismo spe
rimentale ", mi ero posto diverse domande, e avevo scoperto che po-
44 Le emozioni negative
tevo analizzare certe cose mentre per altre ciò era impossibile, perché
non esistevano.
Bisogna pensare alle cose facendo uso delle ordinarie facoltà emo
tive e intellettuali e cercando di scoprire il loro rapporto con l'evolu
zione, l'evoluzione come noi la intendiamo, cioè quale aumento del
l 'influenza dei circoli interni e quale sviluppo delle possibilità di acqui
sire il giusto tipo di conoscenza da parte del giusto tipo di persone.
D. Vuol dire che dobbiamo cercare di inquadrare cose come la po
litica, l'educazione e la religione, e vedere quale di esse aiuti l'evolu
zione?
O. Dobbiamo capire qual è il loro peso. Cercate di ricordarvi, ciò
è già stato spiegato a proposito delle parole. Le parole hanno un diverso
peso, ed è necessario sentirne il peso, essere capaci di soppesarle.
D. Suppongo che lei valuti molto poco la politica.
O. Non faccio alcuna valutazione. C'è politica e politica.
Dovete capire che ci troviamo di fronte a un problema molto dif
ficile. Dobbiamo scoprire che cosa è bene e che cosa è male, e non
dobbiamo sottrarci a questo compito. Finora, con l'aiuto del lavoro
siamo stati capaci di definire il bene e il male in rapporto a noi stessi;
ora dobbiamo uscire dal guscio per guardarci intorno, usando gli stessi
metodi e gli stessi principi. Se per le cose esterne usiamo principi di
versi da quelli che usiamo per noi stessi, finiremo sicuramente per tro
varci in una situazione impossibile, e non otterremo mai nulla.
D. Possiamo allora usare gli stessi metodi, per noi stessi come per
gli eventi esterni?
O. Certo. I principi sono gli stessi. Ma, ancora una volta, a que
sto riguardo dovete ricordare qualcosa di ciò che avete imparato in
precedenza; qualcosa che vi mostrerà quale è la via possibile e quale
è impossibile. Dovete ricordare quanto si è detto in relazione ai cosmi:
un cosmo non rappresenta l'universo, ma tre cosmi rappresentano l'in
tero universo. Non c'è nessuna analogia tra l'universo e i singoli
cosmi.
D. Quando parlate di 'sviluppo dell'uomo', vi riferite all'uomo in
quanto individuo?
O. Che differenza c'è? Il principio è il medesimo; ciò che è bene
per lo sviluppo di un uomo, vale anche per lo sviluppo di dieci uomini,
e ciò che è bene per dieci, è bene anche per duecento, è sempre lo
stesso.
Si possono analizzare gli eventi in base all'idea dei diversi tipi di
influenze, C, B e A. Le influenze A derivano da combinazioni di forze
del tutto meccaniche e accidentali. Le influenze B sono tutto ciò in
cui inizialmente vi è una certa intenzione consapevole, che però cambia
Le emozioni negative 45
per scopi sempre più diversi, e tutte queste macchine debbono essere
alimentate. Non intendo dire alimentate con carburanti, voglio dire
che devono essere tenute in funzione.
D. Quel che è strano è che queste invenzioni sono state escogitate
per risparmiare l'energia dell'uomo.
O. In che senso risparmiare? In realtà significa usarne di più. Sono
state costruite con l'intenzione di risparmiare l'energia dell'uomo, di
evitargli il lavoro manuale, ma anche le macchine necessitano di una
manutenzione, devono essere alimentate e tenute pulite. Ed è vero che
risparmiano l'energia, ma nel senso che danno la possibilità di usar
ne di più.
D. Ha detto che ci sono alcune influenze alle quali dovremmo esse
re più ricettivi?
O. Certo. Ci sono differenti influenze, alcune dannose e altre utili,
e sicuramente sarebbe bene se potessimo sapere quali influenze sono
dannose e quali utili.
D. Ho cercato di pensare quali siano le influenze utili.
O. Se ci si limita a pensare e non si cerca di essere troppo intelli
genti, si potrà capire quali sono utili e quali sono dannose. Ma è certo
che se si cerca di essere troppo intelligenti si finirà per non distingue
re la destra dalla sinistra.
D. È possibile deviare questa energia?
O. Sl, è possibile riuscire a non essere ricettivi.
D. Mi sono chiesto : che tipo di individui usciranno fuori da tutto
questo chiasso?
O. Probabilmente con le orecchie lunghe!
D. Oppure senza orecchie ! Gli esseri umani si adattano alle circo
stanze esterne?
O. Sembra che sia cosl, a giudicare dall'esistenza dei negri; il loro
adattamento al sole è migliore del nostro. Comunque, da quanto si
sa della storia, non c'è stato alcun cambiamento percettibile negli orga
ni o nelle funzioni. Tuttavia voi potreste dire che non c'era mai stato
un tale chiasso!
D. Avrei pensato che un'epoca come questa, in cui le macchine di
ventano sempre più grandi e sempre più umane nelle loro funzioni,
fosse sfavorevole alle idee esoteriche, perché tanto più l'uomo può co
struire una macchina che fa il lavoro di cinque o sei uomini, quanto
più egli crede di poter sottomettere le forze ai suoi fini e di esserne il
padrone; e ciò annulla l'idea che sia possibile operare un cambiamento
in se stessi.
O. Molto probabilmente; ma in questo caso la cosa principale non
è l'uso delle macchine. Le macchine si fanno servire dagli uomini, e
48 Le emozioni negative
Il ricordo di sé
Il ricordo di sé
agosto 1939
to. Dunque, ogni volta che vi pensate, cercate di tenere a mente queste
due idee, che sono collegate.
D. Poiché il ricordo di sé è cosl importante, potrebbe darci alcune
indicazioni per aiutarci a capirlo?
O. La prima cosa, e la più importante, è capire che non ci ricordia
mo di noi stessi, il significato di ciò e quanto perdiamo di conseguenza.
Comprendendo quanto perdiamo non ricordandoci di noi stessi, avremo
un potente stimolo a ricordarci di noi ogni volta che sia possibile. Que
sto è il solo modo per giungere a una reale comprensione. Innanzitutto
dobbiamo ricordarci che non ci ricordiamo di noi stessi, poi, quanto per
diamo; infine, quanto miglioreremo se riusciremo a ricordarci noi stessi.
D. Sembra che ci siano diversi gradi di ricordo di sé; intendo dire
gradi che possiamo osservare da soli.
O. Sl, ci sono parecchi livelli, ma noi parliamo sempre del livello
successivo, non possiamo parlare di più livelli allo stesso tempo; non
credo che lei stia parlando dei diversi livelli, lei si sta riferendo a una
maggiore o minore emotività.
D. A volte sembra di essere consapevoli solo mentalmente ...
O. Il ricordo di sé diventa sempre emotivo. Ciò di cui lei sta par
lando è solo l'inizio. Potete cercare di ricordare voi stessi usando la
mente, ma ricordare realmente voi stessi, anche se solo per un breve
periodo, diventa emotivo. Non stiamo parlando di livelli ma di una
cosa precisa. Dovete provare, sempre di più.
D. È possibile ricordarsi di se stessi con il centro emotivo e lascia
re che il centro intellettuale continui a fare ciò che sta facendo?
O. In realtà il vero ricordo di sé incomincia quando voi vi ricordate
di voi stessi con il centro emotivo. Ma questo può avvenire solo dopo
molte altre cose, solo dopo che si è ottenuto un certo controllo del
centro emotivo. Agli inizi, tutto ciò che possiamo fare è cercare di non
esprimere le emozioni negative. Poi dobbiamo studiare le emozioni ne
gative e imparare a lottare contro di esse; e il solo modo di farlo è
lottare contro l'identificazione. Dopo un lungo lavoro otteniamo un
certo controllo del centro emotivo, e solo allora si potrà discutere per
quale scopo dobbiamo usarlo.
D. Qual è la differenza tra il ricordo di sé e l'osservazione di sé?
O. Sarebbe meglio se andassero di pari passo. Ma agli inizi, quando
si sta imparando a ricordarsi di sé, è sufficiente essere consapevoli di
se stessi. E se contemporaneamente si è anche consapevoli di altre
cose, dell'ambiente, delle persone, dei propri scopi, delle proprie idee ,
tanto meglio. Ma prima di tutto bisogna essere consapevoli di se stessi,
perché nella vita ordinaria si può essere consapevoli di molte cose ma
mai di se stessi, e ciò non serve a niente. Agli inizi questi due processi
Il ricordo di sé 55
Il furbacchione e il diavolo
2 marzo 1 939
D. Può dirmi con esattezza che differenza c'è tra due uomini in pun
to di morte, dei quali uno ha imparato l'arte del ricordo di sé, mentre
l'altro non ne ha mai sentito parlare?
O. No. Per descrivere una cosa simile ci vorrebbe la fantasia di
uno scrittore. Le possibilità sono tante poiché le circostanze e gli uo
mini sono cosl diversi tra loro. La domanda non può essere posta in
questo modo.
D. Il ricordo di sé equivale a sviluppare la capacità di ricordare a
piacimento?
O. Non si tratta di ricordare ma di essere consapevoli di se stessi.
Si fa uso del termine 'ricordo' soltanto perché non ce ne, sono altri
a disposizione. Ma in tutte le lingue si ritrovano queste espressioni co
muni, quali ti sei dimenticato di te stesso, non ti sei ricordato di te,
mi sono ricordato di me stesso, egli si ricordò di se stesso. Le sto ri
spondendo da un punto di vista strettamente ordinario ma credo che
quanto si è detto sia in relazione ad alcune delle sue domande sul ri
cordo di sé. Per quanto riguarda il significato del ricordo di sé per un
uomo in punto di morte, credo che farò meglio a narrarvi una storia. È
una vecchia storia, raccontata nei gruppi di Mosca nel 1916, sull'ori
gine del sistema e del lavoro, e sul significato del ricordo di sé. In
un paese sconosciuto, in un'epoca sconosciuta, accadde che un furbac
chione passasse davanti a un caffè e incontrasse un diavolo . Il diavolo
era in pessime condizioni, affamato e assetato, e il furbacchione portò
il diavolo nel locale, ordinò che gli fosse portato un caffè e gli chiese
perché fosse ridotto cosl male. Il diavolo rispose che non si facevano
affari. In passato egli era solito comprare anime per cucinarle sul car
bone, perché le persone che morivano avevano anime molto grasse
che egli poteva portare all'inferno e i diavoli erano tutti contenti, ma
ora tutti i fuochi dell'inferno erano spenti, perché quando le persone
morivano non c'erano anime. Allora il furbacchione suggerl che forse
avrebbero potuto fare qualche affare assieme. " lnsegnami come fare le
anime, e io ti farò un segnale per indicarti quali persone hanno un'ani-
60 Il ricordo di sé
La consapevolezza
1 6 gennaio 1940
D. Possiamo considerare la consapevolezza di sé come una forma
intensificata del ricordo di sé?
O. Potete fare tutte le considerazioni che volete, ma questo non
servirà a niente. Bisogna fare qualcosa. Se passiamo il nostro tempo a
trovare nuovi nomi per cose che non possediamo, non ne ricaveremo
nessun vantaggio. Si è cercato di fare così per migliaia di anni, senza
nessun risultato.
Le sveglie
1 6 gennaio 1 940
D. Ho visto che quando scopro un metodo per ricordarmi di me
stesso, tale metodo funziona per alcune volte, e poi perde la sua effi
cacia.
Il ricordo di sé 61
La coscienza e le contraddizioni
16 gennaio 1 940
D. Credo che mi sarebbe utile se qualcuno potesse mostrarmi alcune
delle mie contraddizioni.
O. Voi dovete trovarle. Se non le volete vedere, nessuno può tro
varle per voi. E per prima cosa dovete essere sincero con voi stesso.
D. Non riesco a capir bene che cosa vuoi dire che la coscienza signi
fica la percezione simultanea di tutte le nostre emozioni.
O. Se non ne avete nessuna esperienza (non intendo dire un'espe
rienza completa, ma almeno approssimativa) , è molto difficile a spie
garsi. Ma sono sicuro che avete avuto questa eseprienza, anche se al
momento non l'avete notata, e perciò non la potete ricostruire. Signifi
ca che possiamo avere sentimenti contraddittori nei confronti della me
desima cosa. Non significa la percezione di tutte le emozioni esistenti,
ma che nei riguardi di una singola cosa, che può essere una persona,
una situazione o un oggetto, non importa, ora si prova un sentimento
e ora un sentimento del tutto diverso. E talvolta ci sono momenti in
cui si possono percepire simultaneamente tutte le proprie emozioni
nei confronti di un medesimo oggetto. Ma bisogna attendere di essere
in grado di notarli, non li si può inventare.
D. Lo stato di ricordo di sé potrebbe costituire un aiuto per questo?
O. Si, gli sforzi per ricordarsi di sé potrebbero aiutare a tale scopo.
1 7 gennaio 1940
D. Ci è stato detto di pensare alla coscienza, e poi ci sono state
spiegate le ragioni per cui non riusciamo a pensare contemporaneamen
te a tutte le nostre emozioni.
62 Il ricordo di sé
O. Non collegate queste due cose. Se le usate nella stessa frase, es
se perdono ogni significato.
La coscienza
26 gennaio 1 940
Ridere
7 marzo 1 945
La consapevolezza e le funzioni
1 6 gennaio 1940
1 7 gennaio 1 940
L'identificazione
Lo stato di identificazione
agosto 1939
ricordando di sé, entro certi limiti, e forse senza neanche esserne con
sapevoli. Ci sono molte diverse gradazioni.
L'identificazione e l'energia
D. Cosa può aiutarmi a voler lavorare? Se 'vorrò di più' aumenterò
la mia capacità di lavorare, oppure anche questo non sarà sufficiente?
O. Ma chi sarà a volere, se a essere interessato è solo un 'io', men
tre gli altri 'io' non lo sono? Lei dice 'io' come se lei fosse qualcosa
che è diverso ed è separato da questi 'io'. Anche se un 'io' prende una
decisione, si potrà poi svegliare un altro 'io' che non ne saprà niente.
Cosi sta la situazione, e lei deve cercare di fare il possibile; non so
gni di cose che non può fare. Nessuno può aiutarla a voler lavorare,
è lei stesso che deve volere, e deve fare ciò che le è possibile. In questo
modo la sua volontà aumenterà. Se lei non fa ciò che le è possibile,
perderà anche questa possibilità e lavorerà sempre di meno. Ma se lei
fa ciò che le è possibile, riuscirà a volere sempre di più. Come pos
siamo aumentare la capacità di lavorare? Lavorando; non c'è altro
modo. Se lei impara a fare piccoli sforzi, avrà piccoli risultati; se farà
maggiori sforzi, otterrà maggiori risultati.
Bisogna impegnare più energia nelle cose, vale a dire, nello studio
di sé, nell'osservazione di sé, nel ricordo di sé, e così via. Ma per po
ter impegnare una maggiore energia, bisogna scoprire dove va a finire
l'energia.
Ogni mattina ci si sveglia con una certa energia, che può essere usa
ta in molti modi differenti. Per il ricordo di sé, lo studio del sistema,
e cosi via, è necessaria una certa quantità di energia. Ma se si usa
questa energia per altre cose, non ne rimarrà per questo scopo. Que
sto è un fatto importante. Cercate di calcolare ogni mattina quanta
energia intendete impegnare nel lavoro, e quanta ne volete dedicare
ad altre cose. E anche rispetto al tempo, per esempio, vedrete che im
pegnate pochissimo tempo nel lavoro (seppure lo fate) , mentre passate
la giornata dedicandovi a cose del tutto inutili; e potrebbe anche an
dar bene se si trattasse di cose piacevoli, ma nella maggior parte dei
casi non si tratta neppure di cose piacevoli. E come risultato di questa
insufficienza di calcoli, di questa mancanza di statistiche elementari,
non capiamo neppure perché, nonostante tutte le nostre migliori inten
zioni, e le nostre migliori decisioni, alla fine non riusciamo a far nulla.
Ma come possiamo fare qualcosa se non impegniamo nessuna energia
e non dedichiamo nessun tempo a questo scopo?
Se impegniamo un certo tempo e una certa energia, vedremo ben pre
sto dei risultati. In tutti i tipi di lavoro o di studio il livello è determi-
68 L'identificazione
O. lo non posso far nulla. Sto già facendo tutto ciò che è possibile,
relativamente alle circostanze e alla situazione. Lei deve fare di più,
e soprattutto non si deve identificare con la negatività di questo senso
di delusione, e con cose del genere. È una delle cose peggiori.
D. Ma come si può impedire che ciò avvenga?
O. Può ravvivare il suo pensiero. In questo sistema ci sono molte
cose. Può prendere un argomento e lo può mettere a confronto con le
sue domande personali, può confrontare il modo in cui prima pensava
con il modo in cui ora pensa, e vedrà di aver ottenuto una cosa, e
un'altra, e un'altra ancora.
Questo l'aiuterà a continuare a lottare.
Atteggiamenti
3 febbraio 1 938
ché esse possono svilupparsi solo grazie ai propri sforzi. La natura può
creare un pittore, ma non i quadri. È la stessa cosa.
D. A che cosa è dovuto il desiderio di svegliarsi?
O. Nella vita meccanica l'uomo è sottoposto a diversi tipi di influen
ze. La maggior parte di esse è originata dalla vita stessa, altre sono
create nel circolo interiore e poi vengono immesse nella vita. La vita
degli uomini è condizionata da entrambi questi tipi di influenze. In
mezzo alle influenze ordinarie l'uomo trova idee che provengono da
una fonte diversa, pur avendo la stessa forma delle altre influenze e
pur essendo indistinguibili da esse esternamente. Sta all'uomo distin
guere tra questi due tipi di influenze. Se lo fa, le influenze del se
condo tipo si uniscono tra loro e formano un centro magnetico. 'Cen
tro' nel senso che queste influenze sono aggregate insieme e agi
scono insieme in un certo modo, producendo una certa influenza
sull'uomo, cambiandolo. Da qui nasce l'interesse per questo tipo di
idee. Con l'aiuto del centro magnetico, l'uomo può riconoscere un
altro tipo di influenze, le influenze C. (Le influenze A sono quel
le create nella vita, le influenze B sono quelle create nel circolo
interiore e poi immesse nella vita) . Se non c'è il centro magnetico,
o se è troppo debole, o se ci sono due o tre centri magnetici,
l'uomo non potrà riconoscere l'influenza C. In che cosa consiste l'in
fluenza C? Nelle influenze che sono consapevoli non solo per quanto
riguarda la loro origine ma anche per la loro azione ; sono le influenze
delle scuole.
D. Come è possibile avere più centri magnetici?
O. Ho conosciuto un uomo che ne aveva dodici.
D. Come si forma il centro magnetico?
O. Queste influenze tendono a vivere insieme. Hanno una densità
diversa dalle influenze A. Si aggregano tra loro.
D. Che cosa significa avere dodici centri magnetici?
O. Succede quando si crede in troppe teorie differenti.
D. È meglio avere un solo centro magnetico?
O. Solo uno va bene. Averne due vuoi dire cambiare idea ... Se ce
n'è più di uno, è il [ ? diavolo ] .
D. Un buon centro magnetico può essere ingannato?
O. Un centro magnetico può essere considerato buono e tuttavia
essere appagato da false influenze.
D. Le false influenze C sono un accidente?
O. Tutto è accidente. Dipende dal centro magnetico se l'uomo può
riconoscere l'influenza C o meno. Non può essere fato, non può essere
volontà. Pertanto l'entrare in contatto con le influenze C è dovuto o
all'accidente o alla relazione di causa ed effetto.
76 L'essere, la conoscenza e le influenze
D. Mi pare sia stato detto che il centro magnetico è fuori della leg
ge dell'accidente?
O. Non ho mai detto che il centro magnetico è fuori della legge del
l'accidente. Ho detto che se un uomo dotato del centro magnetico en
tra in contatto con l'influenza C, egli diventa libero là dove ha luogo
tale contatto (nel centro magnetico) . Per tutti gli altri aspetti della
vita egli è lo stesso di prima, ed è sottoposto alla legge dell'accidente .
Ma l'influenza C è consapevole e ricade sul centro magnetico, che così,
relativamente a questo punto di contatto, non è sottoposto all'acci
dente.
D. Il centro magnetico funziona solo in relazione alle scuole?
O. Sì, è in relazione con la Quarta Via. Nella via religiosa è neces
sario un altro tipo di centro magnetico. Il centro magnetico che condu
ce a una scuola yogi o a un monastero è diverso dal centro magnetico
che conduce all'eventuale gruppo, che può introdurre alla Quarta Via.
Coloro che sono dotati di un centro magnetico religioso non sarebbero
in grado di lavorare in queste circostanze, non avrebbero una suffi.
dente iniziativa. Nella via religiosa bisogna obbedire. In questa via
si deve avere una mente più aperta; bisogna capire. Nelle scuole yogi
e nella via religiosa si può fare a meno della comprensione per un
lungo periodo, si deve solo fare quello che viene ordinato. Nel nostro
caso, il risultato è proporzionale alla comprensione. Un fachiro non ha
bisogno del centro magnetico. Egli può diventare fachiro accidental
mente; comincia a imitare istintivamente, e questo, dopo un certo
tempo, lo fa diventare un fachiro, senza che intervengano né l'emo
zione né l'intelletto.
L'essere, la conoscenza e le influenze 77
D. E il risultato è evidente ?
O. Certo. Se è il risultato della consapevolezza, come può essere
inconsapevole?
D. Stavo pensando a risultati minori.
O. I risultati minori corrispondono a una consapevolezza minore.
All'inizio la consapevolezza si manifesta solo per brevi attimi, a spraz
zi, che poi diventano periodi sempre più lunghi. Da questo dipendono
tutte le altre cose.
D. Non si può trarre alcuna consapevolezza dall'esperienza comune
della vita?
O. Di regola no. Vediamo che nella vita generalmente si tende a
perdere la consapevolezza; le persone hanno qualche barlume di consa
pevolezza quando sono giovani, ma poi li perdono. Ci sono eccezioni,
ma stiamo parlando della regola. Le eccezioni sono molto rare.
D. La maggiore comprensione del sistema corrisponde all'uso della
parte superiore del centro intellettuale?
O. Sono coinvolte le parti superiori di tutti i centri. Non si può
capire il sistema con le parti meccaniche o emotive.
Voglio suggerirvi il giusto modo di pensare alle esperienze della
vita. Ci sono le tre vie tradizionali e la Quarta Via, che può assumere
molte forme. Questo sistema appartiene alla Quarta Via. Queste quat
tro vie sono chiamate le vie soggettive. Per ora consideratelo sempli
cemente un nome. Si suppone che queste vie producano certi effetti.
Ma le stesse cose possono essere ottenute al di fuori di qualsiasi via,
possono essere semplicemente ottenute dalla vita. Questa è detta la via
oggettiva. Le possibilità offerte dalle vie soggettive possono essere ot
tenute anche al di fuori di queste vie. Ma ciò avviene raramente e
richiede molto tempo. Le vie soggettive sono delle scorciatoie. In teo
ria, si può ottenere tutto dalla via oggettiva, ma, in pratica, la vita è
troppo breve per questo. Ci sono persone che riescono ad acquisire
un essere permanente per mezzo della via oggettiva. Ma noi stiamo
cercando delle scorciatoie, una possibilità di fare qualcosa consapevol
mente, senza aspettare.
D. Consideri la musica, si può ottenere molto dalla musica.
O. Ma è soltanto un aspetto, non riguarda tutto l'essere. Sarebbe
uno sviluppo molto unilaterale. Noi parliamo di cambiamento dell'es
sere solo quando sono implicati tutti gli aspetti. La musica, l'arte, non
sono sviluppo. Sono soltanto la capacità di usare una parte . I grandi
artisti possono essere persone insignificanti.
D. C'è qualche relazione tra l'essere e la conoscenza?
O. C'è una relazione molto importante ; sono due cose strettamen
te collegate. In un certo stato dell'essere è possibile solo una certa
78 L'essere, la conoscenza e le influenze
Pertanto, anche se gli uomini nascono, per così dire, con gli stessi
diritti, possono perderli molto facilmente.
Negli scritti indù e buddhisti troviamo un tipo d'uomo ben definito
e un tipo di vita che può portare al cambiamento dell'essere. Sfortu
natamente è molto difficile tradurre questa parola, che è 'snataka' o
padre di famiglia. 'Padre di famiglia' significa semplicemente un uomo
che conduce una vita ordinaria. Un tale uomo può avere dubbi riguar
do alle cose ordinarie ; può fare sogni riguardo alle possibilità di svi
luppo; può giungere a una scuola dopo un certo tempo, sia già anzia
no sia ancora giovane; può trovarsi in una scuola, e può lavorare in una
scuola. È la prima categoria.
Le altre due categorie di persone sono chiamate 'vagabondi' e 'luna
tici'. Ma 'vagabondi' non significa necessariamente persone in miseria;
essi possono essere ricchi, e tuttavia essere vagabondi nel loro atteg
giamento nei confronti della vita. 'Lunatici' non significa che in essi
c'è una deficienza della mente ordinaria; tra di essi ci possono essete
uomini di stato, professori, e così via.
Queste due categorie non possono essere interessate in una scuola.
I vagabondi perché non danno alcun valore a nessuna cosa; i lunatici
perché hanno falsi valori. Pertanto essi non si rivolgeranno mai a una
scuola.
Per prima cosa è necessario capire queste tre categorie dal punto di
vista della possibilità di cambiamento dell'essere. In seguito, dopo aver
le comprese e riscontrate nella propria esperienza, tra le proprie co
noscenze, nella vita, nella letteratura, e così via, si sarà in grado di
capire qual è la quarta categoria di persone, coloro che io chiamo 'i
vuoti', che hanno distrutto in se stessi, in diversi modi, ogni possibi
lità di sviluppo. In condizioni ordinarie, nella vita ordinaria, in tempi
ordinari, essi non sono altro che criminali o veri e propri pazzi, nien
te di più . Ma in alcuni periodi della storia, in tempi come questi, per
esempio, molto spesso hanno un ruolo di primo piano, e possono di
ventare persone molto importanti. Ma dobbiamo lasciar perdere que
sto argomento per concentrarci sulle prime tre categorie .
D. Questa possibilità di crescita dell'essere è connessa con la volon
tà di obbedire a certe leggi e principi?
O. Non necessariamente. Ma fa parte della via del monaco, per
esempio, che deve cominciare con l'obbedire. Esistono altre strade in
cui non si comincia con l'obbedire, ma con lo studiare e il comprendere.
Non potete disobbedire alle leggi generali in quanto sono esse a farvi
obbedire. Potete sottrarvi ad alcune di esse solamente mediante la
crescita dell'essere; non esiste altra maniera.
D. Ne consegue, allora, che gli individui collegati con una scuola,
L'essere, la conoscenza e le influenze 81
15 novembre 1 945
Il centro di gravità
7 luglio 1 942
L'essere e la conoscenza
D. Vorrei sapere con più esattezza che cosa si intende per 'essere'.
Per quello che posso capire, è qualcosa che è più permanente di una
collezione di 'io' in continuo movimento.
O. Non faccia le cose così complicate. Il suo essere è tutto lei stes
so. La conoscenza è separata. Si può visualizzare separatamente tutto
ciò che si sa, ma il nostro essere è tutto ciò che si è. Secondo tale
90 L'essere, la conoscenza e le influenze
'io', ed è un altro 'io'. Dunque abbiamo molti 'io', tutti sullo stesso li
vello, e non esiste un 'io' centrale che possa controllare tutti gli altri.
Questo è lo stato del nostro essere. Non siamo mai uno, e non siamo
mai gli stessi. Se si scrivono tutte queste caratteristiche, si potrà vede
re che cosa potrebbe costituire un cambiamento dell'essere, e che cosa
può essere cambiato . In ogni singola caratteristica c'è qualcosa che
può cambiare; e un piccolo cambiamento in una caratteristica significa
un cambiamento anche in un'altra.
L'essere è ciò che si è. Più si conosce se stessi, più si conosce il
proprio essere. Se non si conosce se stessi, non si conosce il proprio
essere. E se si rimane allo stesso livello di essere, non si può ottenere
un'ulteriore conoscenza.
D. Per lavorare sull'essere, è necessario impegnare tutto il tempo
che abbiamo a disposizione nel corso della giornata, non avere mai tem
po libero?
O. Lei vuoi cominciare con l'impossibile. Cominci con ciò che è
possibile. Cominci facendo un passo alla volta. Cerchi di fare quel po
co che le è possibile, e i risultati si faranno vedere. C'è sempre un limi
te, non &i può fare di più di ciò che è possibile. Se si cerca di fare
troppo, non si farà niente. Ma, a poco a poco, vedrà che è necessario
pensare correttamente, avere i giusti atteggiamenti. Ci vuoi tempo, per
ché è da molto tempo che gli uomini sono in balla delle emozioni ne
gative, dell'immaginazione negativa, e cosl via. Ma a poco a poco tutto
ciò scomparirà. Non si può cambiare tutto immediatamente.
Dobbiamo sempre e solo pensare al passo successivo, a un passo al
la volta. Possiamo capire che il nostro essere può divenire un po' più
unificato e padrone di sé di quanto non lo sia ora: questo possiamo
capirlo. In seguito, possiamo pensarlo ancora un po' più unificato, ma
non completamente, non definitivamente.
D. È possibile giudicare il cambiamento del proprio essere senza
ingannarsi?
O. Sl, ma prima di essere in grado di giudicare il cambiamento, si
deve conoscere il proprio essere quale è attualmente. Una volta che
si sono conosciute le principali caratteristiche del proprio essere, si sa
rà in grado di percepirne i cambiamenti.
D. Da cosa dipende la differenza di livello tra la comune gente ad
dormentata?
O. Dall'attendibilità. Ci sono persone sulle quali si può fare un
maggiore affidamento e persone sulle quali si può fare un minore af
fidamento. Ciò vale anche per il lavoro. Le persone instabili non posso
no ottenere nulla.
D. Cominciamo tutti dallo stesso livello?
92 L'essere, la conoscenza e le influenze
La conoscenza e l'essere
O. Dopo tutte le conferenze che sono state tenute, dopo tutto quel
lo che si è ascoltato e che è stato detto riguardo a questo sistema, do
vrebbe essere molto chiaro che senza scuole non c'è alcun modo di
ottenere una vera conoscenza, una conoscenza oggettiva, vale a dire una
conoscenza proveniente da una mente superiore.
Tale conoscenza ci insegna come studiare l'uomo, come studiare l'u
niverso, e anche come studiare l'uno in relazione all'altro.
La conoscenza oggettiva permette di conoscere il mondo reale, usan
do i principi della relatività e della scala e tramite la conoscenza delle
due leggi fondamentali dell'universo: la Legge del Tre e la Legge del
Sette.
L'approccio alla conoscenza oggettiva avviene tramite lo studio di
un linguaggio oggettivo. Se vi ricordate, ho detto che lo studio di que
sto sistema comincia con lo studio di un nuovo linguaggio, e ve ne ho
dato parecchi esempi : i centri, le divisioni dei centri, la suddivisione
degli uomini in n . l , 2, 3, 4, e cosl via. Queste sono tutte espressioni
di tale linguaggio.
Il passo successivo è lo studio di se stessi, lo studio della macchina
umana, e la comprensione del posto dell'uomo nell'universo. La cono
scenza di se stessi è sia una meta che un mezzo.
Ma se un uomo vuole svilupparsi, la sola conoscenza non è sufficien
te; egli deve lavorare per cambiare il livello del suo essere. Però cam
biare l'essere è difficilissimo, e sarebbe quasi impossibile senza l'aiuto
della conoscenza. Dunque, la conoscenza e l'essere debbono crescere
parallelamente, anche se sono due cose completamente separate.
L'essere, la conoscenza e le influenze 93
Nella scuola le condizioni sono tali che sin dai primi passi il lavoro
procede simultaneamente su due linee, quella della conoscenza e quel
la dell'essere. Perché il lavoro sull'essere sia possibile, è necessaria una
certa comprensione dei principi e dei metodi di scuola.
Né la conoscenza né l'essere presi separatamente possono dare una
giusta comprensione, perché la giusta comprensione è la 'risultante' del
la crescita simultanea della conoscenza e dell'essere.
Per crescita della conoscenza si intende il passaggio dal particolare
al generale, dai dettagli al complessivo, dall'illusorio al reale. La cono
scenza ordinaria è sempre una conoscenza dei dettagli che ignora l'in
sieme; una conoscenza delle foglie, o delle venature e delle dentellatu
re delle foglie, che è all'oscuro dell'albero . La vera conoscenza non solo
fa vedere il dettaglio, ma anche il posto, la funzione e il significato di
questo dettaglio in relazione al tutto.
D. Se esistono differenti livelli di conoscenza, allora possiamo avere
soltanto la conoscenza che appartiene al nostro livello?
O. Esattamente. Ma se noi riuscissimo ad avere tutta la conoscenza
che è ottenibile al nostro livello, allora il nostro livello cambierebbe.
Il fatto è che noi non abbiamo tutta la conoscenza che è possibile al
nostro livello, ne abbiamo troppo poca.
D. La conoscenza può solo derivare da una diretta connessione con
il lavoro?
O. Fin dall'inizio vi sono state comunicate certe idee sulla macchi
na umana; per esempio, riguardo alle quattro funzioni, ai differenti
stati di consapevolezza, riguardo al fatto che viviamo in uno stato che
oscilla tra alti e bassi, che talvolta è prossimo alla consapevolezza di
sé e talvolta è più vicino al sonno. Quando vi è stato detto questo, vi
è stato anche detto di verificarlo da voi stessi. Se vi limitate ad ascol
tare queste cose, o a leggerle, esse rimangono semplici parole. Ma
quando cominciate a verificarle di persona, quando capite ciascuna
funzione in voi stessi e scoprite ciò che sentite nei loro confronti, al
lora diviene conoscenza. L'essere è completamente separato. Anche se
nel vostro stato attuale fate ogni possibile sforzo, potete tuttavia sen
tire che dalla vostra conoscenza potreste ottenere molto di più, e che
però il vostro essere non è sufficiente. Pertanto è necessario lavorare
sull'essere, renderlo più forte e più definito. Allora dalle stesse parole
potrete estrarre più conoscenza.
D. Ma una certa conoscenza non aumenta l'essere di un uomo?
O. No, non può. Anche una conoscenza enorme di per sé non può
accrescere l'essere. Il lavoro per accrescere la conoscenza e quello per
accrescere l'essere sono due cose differenti: gli sforzi necessari sono
differenti.
94 L'essere, la conoscenza e le influenze
zione degli altri e di voi stessi. Ci sono dei gradi. Ci sono gli uomini
l , 2 e 3 , che non sono affatto interessati alla possibilità di svilupparsi,
di acquisire conoscenza, o a cose di questo tipo. Poi ci sono coloro che
hanno la possibilità di una certa comprensione, ma che passano da una
cosa all'altra: il loro è un interesse senza direzione. Poi ci può essere
un diretto interesse, l'inizio del centro magnetico, la crescita del cen
tro magnetico, l'incontro con le scuole, ci possono essere molte scuole,
di un tipo o dell'altro, e si può passare attraverso molte scuole sba
gliate. Infine si incontra il lavoro. E anche in questo caso ci sono
diverse gradazioni. A tale riguardo sono già state spiegate molte cose.
Gli uomini n. l , 2 e 3 possono essere assai differenti, possono essere
prossimi a delle possibilità, essere lontani da qualche possibilità, o
anche senza nessuna possibilità.
D. Lei ha parlato degli altri sistemi e della condotta morale. Ho
ragione a pensare che non possiamo capire oggettivamente che cosa sia
bene e che cosa sia male, se non siamo a conoscenza dello scopo com
plessivo?
O. Che cosa intende con complessivo? Prima dobbiamo stabilire a
che livello stiamo parlando, su quale scala. L'umanità è già una scala
molto grande.
D. La scala dell'umanità deve adattarsi alla vita organica.
O. Probabilmente, ma non necessariamente.
D. Allora giusto e sbagliato non possono esistere oggettivamente.
O. Perché no? La vita organica è un cosmo ausiliario. Quello che
può essere giusto per gli interessi di un cosmo più piccolo, può essere
sbagliato o indifferente in un cosmo superiore. Ma questo è puramen
te teorico . Quando discutiamo dobbiamo lasciar perdere le grandi cose,
e rimanere il più vicino possibile a quanto ci riguarda. Per prima co
sa dobbiamo collegare questo problema con le tre linee di lavoro. La
prima linea consiste nello studio, nella lotta contro le funzioni inutili,
come l'identificazione e le emozioni negative. Tutto ciò che aiuta que
sta prima linea di lavoro è giusto. Nella prima linea tutto ciò che si
ottiene è solo per se stessi. Questo è il principio. Nella seconda linea
di lavoro non si può tenere tutto per sé, bisogna dare agli altri. Il
cerchio si allarga; la comprensione di ciò che è giusto e di ciò che è
sbagliato si estende. Si deve imparare non solo a capire, ma anche a
spiegare. E presto ci si accorge che si possono capire certe cose solo
spiegandole agli altri. La terza linea è l'idea di scuola. Il cerchio si al
larga ulteriormente. Si entra in relazione con il mondo esterno . Allora
bene e male è ciò che aiuta o ostacola su di una scala ancora più gran
de. Dobbiamo pensare in questo modo .
La prima linea riguarda solo voi stessi.
L'essere, la conoscenza e le influenze 97
Le influenze B
1 7 gennaio 1 940
Lo scopo
con questa; alcune persone hanno valori reali, altre hanno falsi valori,
e altre ancora non hanno alcun valore. Con i differenti 'io' succede lo
stesso : alcuni apprezzano le cose reali, altri le cose sbagliate, e altri
non apprezzano nulla. Lo potete riscontrare anche in voi stessi.
D. Mi sembra che gli altri abbiano qualcosa che può svilupparsi,
che io non ho. Vedo sempre i miei lati negativi, le cose che mi impe
discono di lavorare.
O. Chi sta lavorando? È qualcosa, che è anche in lei. Certi 'io' sono
interessati al lavoro, mentre altri 'io' non vogliono occuparsene. Per
poterlo capire è sufficiente osservare, non è necessario altro. Allora si
vede che un 'io' è collegato con un altro 'io', e con un altro ancora.
L' 'io' che vuole lavorare è legato a molti altri 'io'. In questo modo si
potranno trovare in se stessi molti gruppi di 'io'.
O. Il sistema non può spiegare tutto. Ci sono molte cose che noi
sappiamo benissimo, ma che continuano a ingannarci, soprattutto per
quanto riguarda le parole. È molto difficile capire il valore delle parole.
I 'poveri di spirito' sono coloro che non credono alle parole, e i 'ric
chi', coloro che credono alle parole. Spesso si dice (e ciò è connesso
con le triadi) : " Se faccio questo o quello, sarà magnifico ". Non si ca
pisce che è impossibile fare esattamente ciò che si desidera, che tutto
sarà un po' differente, e che alla fine sarà del tutto diverso. E quando
ci si accorge che è differente, si dice: " Sl, ma l'idea originale era molto
buona". Invece non era affatto buona. Poteva sembrare magnifica co
me idea, ma quando la si è voluta realizzare, si è trasformata nel suo op
posto. L'idea è inevitabilmente sottoposta a un cambiamento, a cau
sa della frizione. Ci sono alcune idee che possono passare attraverso
le triadi, e altre per cui ciò è impossibile, che possono esistere soltanto
nella forma di una forza, o di mezza forza, o di un quarto di forza.
D. Ciò significa che queste idee non possono essere realizzate?
O. Se vengono realizzate, diventano differenti, se non il proprio
opposto. Pensate alla psicoanalisi o al bolscevismo. Ecco perché le cose
vanno cosl male : non si capisce che molte magnifiche idee non posso
no essere messe in pratica in quella forma. Non si capisce che ci sono
idee completamente vuote, senza nessun contenuto, e che ci sono idee
molto pesanti. La gente {le masse, gli uomini l , 2 e 3) vive in base
a queste idee inesistenti. E ogni dieci anni, se ci si guarda indietro, si
può vedere che erano idee sbagliate, perché se ne possono già vedere
Lo scopo 107
i risultati. Ma non si riesce a capire che ciò vale anche per le proprie
idee, che appartengono alla medesima categoria.
D. Può fornire delle prove?
O. Certo� In molti casi, se siete sinceri, vedrete immediatamente
che certe idee non sono .realizzabili. Per esempio, il disarmo. Il modo
più semplice per capirlo è limitarsi a osservare seriamente e chiedersi:
questo è realizzabile oppure no? Prendiamo, per esempio, le idee so
cialiste, la cui unica forma pratica è il bolscevismo. Perché è l'unica?
Perché ci sarà sempre un'opposizione e, nella lotta, le idee formatorie
del socialismo diventano criminali, se vogliono sopravvivere.
D. Come mai il bolscevismo sta diventando capitalismo? L'idea era
quella della distribuzione delle ricchezze . . .
O. No, questo era soltanto scritto negli opuscoli. Quello che vole
vano era il potere, e per questo hanno dovuto abbandonare i principi.
Sicuro, cercano di ripetere quante più parole è possibile. Ma le idee
socialiste non potranno mai essere realizzate, perché ci saranno sempre
opposizioni e lotte. Se ogni opposizione venisse a mancare, lo stato di
equilibrio forse non durerebbe più di mezz'ora. La lotta cambia sempre
i risultati, ma le idee di scuola costituiscono un'eccezione. La lotta può
solo migliorarle, perché sono fatte per la lotta; esse sono state create
da menti superiori, partendo dai risultati, come un racconto iniziato a
partire dalla fine e fatto risalire al suo inizio. Ogni buon racconto, se
c'è una trama, può essere scritto soltanto a partire dalla fine. Così tutto
quadrerà nel modo giusto. Nel nostro caso avviene la stessa cosa. Il
buffo è che gli stessi scrittori non sono sempre consapevoli che stanno
scrivendo a partire dalla fine. Molti credono di scrivere partendo dal
l'inizio.
D. Ci possono essere cose irrealizzabili in relazione al proprio scopo?
O. Il sistema mostra che cosa è realizzabile e che cosa non lo è.
D. Trovo difficile mantenere le decisioni. È forse meglio non pren-
derne?
O. Ci son,o decisioni che alla fine possono essere realizzate, e altre
che sono impossibili. Ma se non si prendono decisioni, non si cercherà
mai di fare alcunché. Si debbono prendere solo le decisioni che sono
possibili, e tali decisioni devono essere ricordate. Nel lavoro sono ne
cessarie certe cose. Ci sono impegni comuni che sono obbligatori per co
loro che vogliono lavorare nel sistema. Le sue decisioni si riferiscono
a questo oppure no? Bisogna cominciare dall'inizio e bisogna ricordar
si sempre perché si è incominciato. Vuole le cose che si possono otte
nere dalla vita ordinaria, o altre cose? Vale la pena cercare di ottener
le? Ci sono cose che non si possono ottenere nel modo ordinario, per
le quali non c'è nessuna garanzia che sia possibile attenerle. Per esem-
108 Lo scopo
Gli incroci
19 settembre 1 935
Gli incroci
26 settembre 1935
Lo scopo
D. Può dirmi quale scopo bisognerebbe avere, cioè, che cosa è pos
sibile ottenere tramite il lavoro?
O. Sl, possiamo parlare degli scopi. Ma, come dico sempre, voi do
vete avere i vostri scopi personali. Se li avete, allora avremo a dispo
sizione un materiale migliore per poter parlare.
Vedete, la determinazione e la definizione dello scopo è un momen
to molto importante nel lavoro. È impossibile parlare degli scopi in
generale, perché di solito succede che si riesce a definire corretta
mente il proprio scopo e a determinare la direzione giusta, ma poi ci
si propone uno scopo che è molto lontano. Quindi si comincia a impa
rare e ad accumulare materiale, in vista di tale scopo. La volta succes
siva, quando si cerca di definire lo scopo , lo si definisce in maniera
1 10 Lo scopo
mo paura di pensarci. Diciamo : " Se non è in questa stanza, non esiste " .
Ecco come pensiamo di solito. Ma è un modo di pensare sbagliato.
D. Ho cercato di pensare a che cosa voglio ottenere dal lavoro. I
molti 'io' che sono in me apprezzano il lavoro in modo alquanto vago,
e sento che questo mi trattiene.
O. È vero, è molto utile conoscere in modo più preciso. Dobbiamo
continuare a ritornare alla questione di che cosa vogliamo dal lavoro .
Non usate la terminologia del sistema, ma scoprite quello che volete.
Se dite che volete essere consapevoli, va benissimo, ma perché? Che
cosa volete ottenere divenendo consapevoli? Non dovete pensare che
sia possibile rispondere immediatamente a questa domanda. È molto
difficile. Dovete continuare a pensarci. Dovete anche capire che prima
di riuscire a ottenere ciò che volete, dovete sapere che cosa volete. È
una condizione molto precisa. Non è possibile ottenere alcunché se
non si sa che cosa si vuole e se non si può dire " Io voglio questo " .
Forse si otterrà qualcosa o forse no; m a non ci sarà mai u n risultato
se non si sa quel che si vuole. Inoltre, dovete volere le cose nell'ordine
giusto.
D. Che cosa significa?
O. Bisogna studiare e capire il giusto ordine delle possibilità. Que
sto è un argomento molto interessante.
D. Vuoi dire il loro ordine nel sistema?
O. Voglio dire il loro ordine con l'aiuto del sistema. Ma potete for
mularlo come volete. Dovete essere sinceri con voi stessi. Dovete sa
pere esattamente ciò che volete, e poi dovete chiedervi : " Per ottenere
questo potrà essermi d'aiuto il sistema? " , e cosl via. Ma bisogna sa
pere ciò che si vuole.
Ho parlato della questione dello scopo perché vorrei consigliarvi di
riflettere, di rivedere le vostre idee nei confronti dello scopo, e di pen
sare a come potreste definire il vostro scopo ora, dopo uno studio ul
teriore. È inutile definire uno scopo che è irraggiungibile, ma se si
definisce uno scopo che si può sperare di ottenere, il proprio lavoro
diviene consapevole e serio.
Se mi fosse posta una domanda a questo riguardo, risponderei che
ciò che si può ottenere, ciò che ci spetta dopo un certo periodo di ap
plicazione al lavoro, è vedere noi stessi. Ogni altra cosa che possiamo
ottenere (come la consapevolezza, l'unità, la connessione ai centri su
periori) , viene dopo, e noi non conosciamo l'ordine in cui queste cose
si presenteranno. Ma dobbiamo ricordare una cosa: finché non otter
remo questo, sino a che non vedremo noi stessi, non potremo ottenere
nient'altro. E sino a che non iniziamo a lavorare in funzione di questo
scopo, non possiamo dire di aver iniziato a lavorare. Pertanto, dopo
Lo scopo 1 13
Lo scopo
lunedì 1 0 gennaio 1 938
Gli scopi
25 aprile 1938
D. Come posso imparare ad agire in modo diverso nella vita, in
modo da sfuggire alle emozioni limitate e ricorrenti che solitamente
provo?
O. Questo è il nostro scopo, è lo scopo di tutto il lavoro. Per
questo si organizza il lavoro, si devono studiare differenti teorie, ricor
dare diverse re&ole, e così via. Quello di cui lei parla è lo scopo fina
le. Prima dobbiamo lavorare nel sistema. Quando impariamo ad agire
relativamente al sistema e all'organizzazione, impariamo ad agire
nella vita; ma non si può imparare subito ad agire nella vita, se non
si passa attraverso il sistema.
D. Se siamo completamente deboli, se in noi non c'è nessuna forza,
da che fonte possiamo trarre l'energia che è necessaria anche solo per
incominciare il lavoro su noi stessi?
O. È necessario avere una certa forza. Se siamo totalmente deboli
non possiamo far nulla. Inoltre, se non avessimo avuta alcuna forza,
non ci saremmo interessati di tutto questo. Se ci rendiamo conto della
nostra situazione, abbiamo già una certa forza, e una maggiore cono
scenza aumenta questa forza. Dunque, ne abbiamo a sufficienza. In
un secondo tempo, la forza è originata dalle nuove conoscenze, dagli
ulteriori sforzi.
Lo sviluppo
1 7 gennaio 1940
D. Una buona parte di me non vuole svilupparsi. Come posso raf
forzare la parte che vuole svilupparsi?
O. Deve fare quello che può, oltre a questo non può far nulla.
L' 'io' che vuole crescere, crescerà, ma può crescere solo con i vostri
1 16 Lo scopo
sforzi; allora, in un certo modo farà sl che gli altri 'io' non interferi
scano.
D. Come posso costruire una direzione reale, uno scopo più forte?
O. Nel solito modo, costruendo lei stesso; si può essere più forti
di se stessi.
D. Noi siamo la somma di diversi 'io'. Come si fa a sapere di quali
'io' ci si può fidare? Come si può sapere se l' 'io' che ha preso la deci
sione è quello giusto?
O. Non si può saperlo, ed è la nostra condizione. E dobbiamo ac
cettarla fino a che non cambiamo; ma si lavora con l'idea di un pos
sibile cambiamento, e più ci si rende conto dello stato disperato nel
quale ci si trova, più si avrà energia.
D. C'è qualcosa in noi per cui non desideriamo abbastanza di cam
biare? Se il nostro desiderio fosse sufficientemente forte, potremmo ri
cevere un aiuto?
O. Sì, certo, ma non mi esprimerei cosl. Voi avete tutto l'aiuto che
è possibile, ora sta a voi lavorare, sta a voi fare qualcosa. Indubbia
mente, in condizioni differenti, con una preparazione differente, e se
anche le circostanze fossero diverse, le cose potrebbero essere organiz
zate in modo migliore, e forse potrebbe essere dato di più. Ma non si
tratta tanto di quanto è dato, ma di quanto può essere ricevuto, per
ché generalmente si riceve solo una minima parte di ciò che è stato
dato.
L'unità
5 settembre 1945
12 settembre 1945
Il lavoro
O. Voglio che pensiate alle tre linee di lavoro, perché queste con
ferenze, così come le avevo progettate, sono ora giunte al termine. Vi
ho dato tutti i termini che sono necessari per lo studio del sistema, e
vi ho spiegato la posizione di questo sistema in relazione agli altri. Ri
corderete che ho parlato delle diverse vie. Ci sono quattro vie. Le
tre vie tradizionali, la via del fachiro, la via del monaco e la via dello
yogi hanno una caratteristica particolare, che costituisce anche la loro
difficoltà: si deve incominciare con quello che è più difficile, vale a
dire, si deve rinunciare a tutto e si deve iniziare immediatamente una
vita completamente nuova. E poi ho detto che c'è una quarta via, che
differisce dalle altre tre soprattutto per il fatto che in essa si può pro
cedere pur rimanendo nelle ordinarie condizioni di vita, continuando
il proprio lavoro normale e facendo esattamente le stesse cose che
si facevano prima. Da quello che ho detto, si è più o meno potuto ca
pire che questo sistema, questo tipo di scuola, appartiene alla Quarta
Via, vale a dire che ha tutte le particolarità e tutte le caratteristiche
delle scuole della Quarta Via. Poi ho detto che ci sono diverse scuole,
a seconda del livello delle persone che vi studiano. Ci sono scuole per
uomini n. 6 che studiano e desiderano diventare uomini n. 7 ; ci sono
scuole per uomini n. 5 che vogliono divenire uomini n. 6 ; ci sono scuo
le per uomini n. 4 che vogliono divenire uomini n. 5 e ci sono molti
gradi inferiori di scuole per coloro che stanno studiando che cosa si
gnifica uomo n. 4 e come divenire n. 4, eccetera. Ma tutte le scuole
della Quarta Via, di ogni grado, di ogni livello, hanno certe caratteri
stiche particolari. Innanzitutto sono sempre collegate a qualche tipo
di lavoro oggettivo. Per esempio, le scuole che si dedicavano alla co
struzione delle cattedrali gotiche nel medioevo, erano scuole della
Quarta Via.
Il lavoro 119
voi arrivaste. La loro esperienza è molto importante per voi, perché an
che se lo volessi, non potrei dedicarvi piì1 tempo di quanto mi è pos
sibile. Queste altre persone devono integrare ciò che vi sto dando e,
da parte vostra, dovete imparare a trarne vantaggio, a usare la loro
esperienza, dovete trovare il modo di farle parlare, di ottenere da loro
quello che possono darvi.
In parte con questa idea, e in parte con alcune altre idee, abbiamo
organizzato una casa, dove alcuni di voi sono già stati e dove altri po
tranno venire in seguito. Tuttavia non potrete trarre troppi vantaggi
da questa casa, perché non c'è più posto per altre persone. Potrete ve
nire di tanto in tanto a parlare, ma per quanto riguarda il lavoro che vi
si sta facendo, è impossibile accogliervi perché talvolta ci sono fino a
sessanta persone contemporaneamente. Questa casa sta già per scop
piare.
L'esperienza dimostra che per potere ottenere tutto ciò che è possi
bile da queste idee, è necessaria una certa organizzazione, l'organizza
zione di gruppi di persone non solo al fine di discutere certe cose, ma
anche per lavorare insieme, per esempio, per lavorare nel giardino o
nella casa, oppure per fare qualche altro lavoro, che può essere inven
tato o iniziato. Quando si lavora insieme a qualche cosa, per fare espe
rienza, si incominciano a vedere in se stessi e negli altri diverse cose,
che non si notano quando ci si limita a discutere. Discutere è una cosa
e lavorare un'altra. Tuttavia, ciò non è assolutamente necessario o
obbligatorio per tutti. Ci possono essere molte e differenti variazioni.
Alcune persone lavorano meglio in queste condizioni, altre lavorano
meglio in altre; per alcune persone ci vuole questo tipo di organizza
zione, per altre persone, un'organizzazione di diverso tipo. Pertanto
in tutte le scuole esistono differenti tipi di organizzazioni, e le persone,
se non diventano sgradevoli o irascibili, possono sempre trovare quel
lo che va bene per loro, senza inutili sacrifici, perché non ci si aspet-
·
tano sacrifici.
Ma dovete riflettere su tutto questo, dovete rendervi conto che sino
a ora gli altri si sono presi cura di voi. Le persone che erano già da
prima nei gruppi vi hanno cercato, vi hanno parlato. Ci si è presi cura
di voi, ma ora dovete prendervi cura di voi stessi ; ora dovete pensare
a come potete rimanere collegati, a come poter seguire conferenze.
Dovrete aver cura di voi stessi, e in seguito dovrete prendervi cura
non solo di voi stessi, ma anche delle persone nuove. Anche questo farà
parte del lavoro, e in tal modo entrerete in contatto con la terza linea
di lavoro.
Per quanto riguarda tutto ciò, voi potete incominciare sin da ora.
L'organizzazione della scuola, e in particolare l'organizzazione dei grup-
Il lavoro 121
pi, ha bisogno di certe regole, perché, dato che la gente viene senza
conoscersi e senza sapere di che si tratta, si debbono imporre e inven
tare alcune regole. Per esempio, una delle regole per i nuovi gruppi
(anche se non credo di aver insistito su questo nel vostro caso, perché
non c'era nessuno che ascoltava) è che non si deve parlare con le per
sone all'esterno del gruppo. L'esperienza insegna che all'inizio è inu
tile dare questa regola, perché nessuno obbedisce. Si incomincia a ca
pire l'importanza di questa regola solo quando la situazione si capovol
ge, e gli amici insistono perché si parli, mentre non si vuole più par
lare. A ogni modo, fino a ora c'è stata la regola che non si dovreb
be parlare; ma adesso io cambio tale regola: dovete parlare ai vostri
amici, dovete scoprire che cosa pensano, dovete informarli della possi
bilità di conferenze, portarli qui, se ci riuscite. Se fallite, fallite. Non
mi aspetto troppo successo da questo, ma sarà un'esperienza interessan
te ascoltare il parere dei vostri amici sia su di voi, sia su queste idee .
Come vi ho spiegato, la regola che vi proibiva di parlare aveva lo
scopo di aiutarvi a non mentire, perché quando si parla di cose che
non si conoscono, si incomincia necessariamente a mentire. Pertanto,
se dopo llVer ascoltato una o due conferenze, si incomincia a parlare di
ciò che si è udito e a esprimere le proprie opinioni, si inizia a mentire .
Questo è assai importante, perché si deve lottare contro la menzogna,
ed ecco perché si è imposta questa regola, per aiutare a non mentire.
Ora dovete cercare di dire la verità, e nello stesso tempo, se c'è qual
cuno che potrebbe essere interessato, avete ogni autorizzazione a par
lare, ma a condizione che veniate qui quando ci sono gli incontri, a dir
ci le vostre impressioni, a dirci le reazioni dei vostri amici, che cosa
hanno detto al riguardo, eccetera. Questo sarà un materiale interes
sante, e in tal modo preparerete un certo numero di persone. Molto
spesso alcuni sono interessati, ma non ascoltano abbastanza a lungo .
Molti sono troppo impazienti, non si concedono un tempo sufficiente
ma balzano subito a conclusioni e decisioni.
D. Si può usare questo sistema per capire altri sistemi, per esempio
le Upanishad?
O. Credo che sia troppo difficile. Sì, si potrebbe, ma non ancora.
Credo che dovete avere una maggiore conoscenza di questo sistema
per poter vedere i collegamenti, specialmente in relazione agli antichi
sistemi, che in pratica non appartengono al nostro tempo. Per esem
pio, ho detto che ci sono tre vie tradizionali, la via del fachiro, la via
del monaco e la via dello yogi. Ma al tempo in cui furono scritte le
Upanishad tali vie non esistevano: queste divisioni ci sono solo nel
nostro tempo. E non c'erano neppure duemila anni fa, al tempo di
Cristo o poco prima. Le cose cambiano, ma indubbiamente se studia-
122 Il lavoro
Il lavoro
25 settembre 1935
O . Voglio ripetere quello che ho detto a un altro gruppo. Anche
se siete venuti in diversi momenti, avete tutti incominciato con le con
ferenze psicologiche, che sono tutte allo stesso livello. Vi ho detto
che se continuiamo a procedere a questo ritmo, d vorranno trecento
anni per ottenere qualche risultato, ma possiamo espandere questo
tempo, perché si possono vivere trecento anni in un mese. Dipende
dalla comprensione. Tutte le scorciatoie dipendono dalla comprensio
ne. Il sistema vi aiuta solo se aiutate voi stessi; non può creare nulla.
Se ci muoviamo lentamente le influenze C diventano influenze B.
Coloro che desiderano continuare, continueranno. Ma fin dall'inizio
vi avverto che se non vi sforzerete abbastanza sarà tutto inutile. Gli
sforzi debbono essere organizzati. Che cosa significa? Significa che se
non capite il nostro lavoro, non potremo aiutarvi. Potete essere aiutati
solo se entrate nel nostro lavoro. Si deve lavorare su tre linee. Prima
di poter capire questo, bisogna capire le diverse linee di lavoro in se
stessi: il lavoro intellettuale, o acquisizione della conoscenza; il lavoro
emotivo, o lavoro sulle emozioni; e il lavoro sulla volontà, o lavoro
sulle proprie azioni. Noi non abbiamo una forte volontà, come quella
dell'uomo n. 7 . Ma in certi momenti abbiamo una volontà. La volontà
è la risultante dei desideri. La volontà si manifesta nei momenti in cui
c'è un forte desiderio di fare o di non fare qualcosa. Soltanto questi
momenti sono importanti. Il sistema può aiutare solo coloro che si
rendono conto di non poter controllare la propria volontà. Il sistema
li aiuterà a controllare la propria volontà, altrimenti dovranno fare
quello che viene loro ordinato. Dovete pensare a come si può organiz
zare il lavoro per avere risultati in meno di trecento anni.
D. Intende dire che ognuno lo deve capire da sé?
Il ·lavoro 123
O. È necessario capire gli scopi del lavoro, la sua storia; che cosa
sarà necessario nel futuro. Più si comprende, meglio è. Se si fa qual
cosa con comprensione, si ottengono risultati maggiori; se si fa con
una comprensione limitata, si hanno scarsi risultati.
Per esempio, dovete capire che voi avete ricevuto queste idee e
siete venuti qui perché altre persone hanno lavorato prima di voi, im
pegnando la propria energia e il proprio tempo. Ora dovete condividere
questa responsabilità. Non potete continuare a ricevere idee se non
condividete le responsabilità. È del tutto naturale. Avete ricevuto que
ste idee senza nessuna condizione. A nessuno viene chiesto di fare
più del possibile, ma ora dovete sentire questa responsabilità e, se non
oggi, almeno domani, si deve 'fare'. Fare che cosa? Bisogna capire che
cosa si deve esigere da se stessi. Noi studiamo i metodi di scuola, e
questo è il solo modo di studiarli.
D. Può dare un esempio di condivisione della responsabilità?
O. No. Bisogna capire che cosa è utile, che cosa è necessario. Poi
si tratta di capire che cosa si può fare, se non subito, almeno in se
guito. Ma non si può rispondere con una prescrizione. Prima di entra
re nei vecchi gruppi, chiesi: " Ci sono condizioni per entrare nel la
voro, e come .reagite se una persona fa delle promesse e poi le rompe? " .
E mi fu risposto: " Non c'è nessuna condizione " . Alle macchine viene
data piena libertà. Le condizioni vengono poste solo quando gli indi
vidui hanno ottenuto una conoscenza e una comprensione sufficienti
per poterle accettare. A quel punto le condizioni diventano necessarie.
Ma fino ad allora non ci sono condizioni.
Non voglio dire che ora è il momento di ricevere condizioni, ma
dovete aspettarvele. Dovete cercare di capire i principi e le fasi del
lavoro di scuola. Non potete lavorare per tutta la vita nello stesso
modo. In un secondo tempo, tutto diventa più difficile. Ma le diffi
coltà sono anche un aiuto, un aiuto a ricordarsi di sé, a non identifi
carsi, eccetera. Sono condizioni molto vecchie e dovete capire che han
no lo scopo di aiutarvi. Di solito, gli individui non vogliono condizioni,
non vogliono regole. Chiedono : " Perché debbono esserci regole? " . Per
esempio, si può desiderare di parlare, e questo viene proibito. Osserva
re questa regola non è piacevole. La scuola aiuta creando difficoltà per
le manifestazioni meccaniche. A poco a poco siamo circondati da cose
sgradevoli. Questo è il solo modo in cui una scuola può aiutare.
D. La prima cosa è osservare noi stessi? Non si può proprio fare
nulla?
O . Si può e non si può . Si cammina in strade in cui non si può
voltare, e poi si arriva agli incroci, dove si può voltare. In questi
brevi momenti, teoricamente si può cambiare qualcosa. È utile vedere
124 Il lavoro
alcuni monasteri russi c'erano scuole molto buone. Ma non era la mia
via. Inoltre, ero particolarmente scettico nei confronti di queste scuo
le devozionali.
Ritornai in Russia con l'idea di aver trovato qualcosa, ma non quello
che volevo. Pensavo di ritornare in India dopo la guerra per continua
re a cercare altre scuole. A quel tempo ero convinto che la guerra sa
rebbe finita presto. Quando capii che la guerra non ha mai fine, ab
bandonai l'idea.
In Russia, a Mosca, incontrai un piccolo gruppo, e molto presto mi
accorsi che era una scuola. Cominciai a lavorarvi nel 1 9 15, e ne ot
tenni molte idee. Il primo principio di questa scuola era che non bi
sogna fare niente finché non si è capito, e il risultato di ogni sforzo
era misurato in base alla comprensione. La comprensione era il princi
pio più importante. Un altro principio era che non bisogna credere in
niente; ognuno doveva verificare ogni cosa, poteva accettare o non ac
cettare le cose, ma non si doveva mai agire per fede. Inoltre, coloro
che guidavano la scuola dovevano far ragionare le persone, e non ge
nerare fanatismi.
Lavorai in questa scuola fino al 1 9 1 8 . C'era una comunicazione co
stante tra Mosca e Pietroburgo, poi andammo tutti nel Caucaso. Nel
1918 mi separai da G. perché qualcosa era cambiato. Egli cambiò i pri
mi principi e chiese alle persone di credere , e di fare quello che diceva
anche se non capivano. Tutti lo abbandonarono, a eccezione di quattro
persone, tre delle quali erano nuovi venuti. Da allora venni in contat
to con lui due volte, e cercai di aiutarlo, e fu solo alla fine del 1923
che mi separai definitivamente da lui.
Era un greco del Caucaso, un uomo molto interessante. Aveva viag
giato in Persia e nell'Asia Centrale russa, e aveva studiato in modo
particolare i dervisci e i sufi. Evidentemente egli entrò in contatto con
una scuola che non era orientale, dalla quale ottenne la sua conoscenza.
Vi sto parlando di questo anche in relazione alle domande che si
fanno a proposito del libro di Landau.
Alcuni dicono : " Come posso fare promesse, se non conosco lo sco
po finale che lei si propone? " . E io dico che se non conoscete lo sco
po dopo due anni, è inutile continuare. Vi è stato spiegato quali sono
gli scopi, e questo dovrebbe essere del tutto chiaro. lo non esigo nes
suna promessa. Come ci possono essere condizioni e accordi con per
sone che non sono? Che tali persone incomincino a esistere, innanzi
tutto. Quando in loro qualcosa diverrà permanente, e cominceranno
a capire il lavoro e i suoi scopi, potranno andarsene o continuare. Ma
non ci possono essere promesse. Se si vuole continuare a studiare, si
devono accettare certe condizioni. Vale a dire che si deve rendere lo
130 Il lavoro
Le regole
O. Voglio parlarvi dei principi e dei metodi che riguardano l'orga
nizzazione e il funzionamento delle scuole, e particolarmente delle re
gole perché , se non le capite, non vi sarà possibile capire molte altre
cose relative al lavoro.
Normalmente una scuola è un luogo in cui si può imparare qualcosa.
Ci possono essere scuole di lingue moderne, scuole di musica, scuole
di medicina, eccetera, ma il tipo di scuola a cui mi riferisco è un luogo
dove non solo si impara ma anche si diventa differenti. Una tale scuo
la non solo deve trasmettere conoscenze ma anche aiutare a cambiare
il proprio essere; in caso contrario sarebbe soltanto una comune scuo
la filosofica.
Che cosa contribuisce a fare una scuola? Prima di tutto, la compren
sione dei principi del lavoro di scuola, e secondariamente una discipli
na di un certo tipo ben definito, unita a certe regole. Quando le perso
ne vengono alle conferenze ricevono certe regole che devono osserva
re. Queste regole sono le condizioni in base alle quali esse vengono ac
cettate e possono ricevere la conoscenza. Osservare queste regole, o
condizioni, è il loro primo pagamento, e la prima prova.
Le regole sono una delle cose più importanti in qualsiasi tipo di scuo
la. Se non ci sono regole , non c'è scuola. Neppure una falsa scuola
può esistere senza regole. Se è una scuola falsa, ci saranno regole false,
ma deve comunque esserci un qualche tipo di regole. Una scuola può
anche essere definita come un certo numero di persone che accettano
e seguono alcune regole, dunque le regole sono la cosa principale. Que
sto è un argomento di conversazione molto interessante quando ci si
trova insieme. Posso vedere che non si pensa alla necessità delle rego
le. Le persone si ritengono collegate con il lavoro, ma non capiscono
neppure le regole più semplici. Le regole non sono fatte per la conve
nienza, né per la comodità: sono fatte per la scomodità, per il disagio,
e in questo modo possono aiutare il ricordo di sé.
Dovete capire che tutte le regole esistono in funzione del ricordo
132 Il lavoro
di sé. Oltre ad avere uno scopo in se stesse, esse sono tutte in funzio
ne del ricordarsi di sé. Non ci sono regole che abbiano un altro scopo,
anche se apparentemente esse si propongono diversi fini. Se non ci so
no regole, non c'è lavoro. Se non si capisce la necessità delle regole , la
scuola diviene impossibile.
Alcune persone non capiscono neppure dove inizia il lavoro; non
pensano al lavoro in quanto lavoro; lo considerano come se fosse una
cosa ordinaria. Dopo un certo periodo vi è una cosa necessaria, obbli
gatoria, perché non si può lavorare senza di essa, ed è la valutazione.
Da un lato le persone vogliono lavorare, e dall'altro vogliono continua
re a considerare le cose nello stesso modo. Ma se vogliono lavorare,
tutto ciò che si riferisce al lavoro, tutto ciò che ne è la causa, deve es
sere considerato in modo diverso, e invece si pensa di poter conside
rare le cose nel solito modo. Ciò che trovo insufficiente è il lavoro,
e la comprensione del lavoro, e la valutazione del lavoro. Manca so
prattutto la valutazione. Si dà tutto per scontato, e tutto viene consi
derato da un punto di vista ordinario, per cui non cambia nulla.
Molto dipende dall'atteggiamento e dal lavoro personali. Un'orga
nizzazione che per una persona è una scuola, per un'altra non lo è.
D. Se le scuole sono in realtà cose viventi, perché muoiono?
O. Che cosa intende dicendo che le scuole sono cose viventi? È
troppo vago e indefinito. Ma se lo si considera letteralmente, è del tutto
chiaro perché le scuole muoiono. Ogni essere vivente prima o poi muo
re. Se muoiono le persone, anche le scuole devono morire. Nelle mie
conferenze ho spiegato che le scuole hanno bisogno di alcune condi
zioni. Se vengono a mancare queste condizioni, anche la scuola è di
strutta. Se a Canton o a Nanchino ci fosse stata una scuola, nelle at
tuali condizioni sarebbe distrutta, cesserebbe di esistere .
D. Ma potrebbero rimanere le idee.
O. Le idee non possono volare. Hanno bisogno di teste umane. E
una scuola non è fatta di idee. Dimenticate sempre che la scuola in
segna a migliorare il nostro essere.
D. C'è qualche relazione tra la vita in comune e l'organizzazione
delle scuole?
O. Dipende da che tipo di vita in comune intendete. Per esempio,
qualche tempo fa, in Russia, c'erano le cosiddette 'colonie tolstoiane' .
L a maggior parte di esse aveva l a stessa storia. C'erano persone che
decidevano di vivere insieme, che compravano un po' di terra, e così
via; poi, dopo i primi tre giorni, cominciavano a litigare, e tutto finiva
nel nulla.
D. Intendevo rifetirmi a un gruppo di persone che abita nella
stessa casa.
Il lavoro 13 3
Di solito siamo più informati della nostra conoscenza che del no
stro essere. Sappiamo quanto poco sappiamo di noi stessi; sappiamo
che in ogni momento facciamo errori, riguardo a qualsiasi cosa; sap
piamo di non poter prevedere le cose, di non poter capire né le perso
ne né le cose; sappiamo tutto questo, e tutto questo è il risultato del
Ia nostra insufficiente conoscenza.
Riguardo al nostro essere, per esempio, sappiamo qual è il primo in
dizio, come possiamo averne una prima idea nella molteplicità di cui
abbiamo parlato nella prima conferenza. Noi diciamo 'io', ma questo
'io' è diverso in ogni momento. Un momento dico 'io', ed è un 'io';
cinque minuti dopo dico 'io' ed è un altro 'io'. Questo è Io stato del
nostro essere. Non siamo mai unificati, non siamo mai gli stessi. Lo
studio dell'essere incomincia cosl, studiando la molteplicità, studian
do i molti 'io' che sono in noi, le funzioni inutili, le emozioni negative .
Tutto questo è già studio del nostro essere.
D. Lo studio dei nostri rapporti con gli altri ci può aiutare a capire
l'essere?
O. Sì, certamente. Per esempio, dai nostri rapporti con gli altri,
possiamo capire le nostre reazioni meccaniche. Decidiamo di compor
tarci in un certo modo nei confronti degli altri, e il momento succes
sivo, o il giorno dopo, ci comportiamo in un modo del tutto diverso.
�· È possibile riuscire a concepire il nostro essere nel suo insieme,
come una cosa sola?
O. No. Dobbiamo sempre e solo pensare al passo successivo, un
passo alla volta. Possiamo vedere il nostro essere un po' più raccolto
di quanto non sia ora; questo possiamo vederlo. Una volta che abbia
mo capito questo, possiamo pensarlo un po' più raccolto, ma non an
cora completamente, non ancora in modo definitivo.
D. Come si può sviluppare il proprio essere? Si deve far ricorso al
l'attenzione, all'osservazione di sé, al ricordo di sé?
O. La prima cosa è conoscere se stessi; poi bisogna seguire tutte le
pratiche che sono state consigliate, cominciando con il non esprimere
le emozioni negative, cercando di non identificarsi, lottando contro
l'immaginazione , cercando di ricordare se stessi. Sforzatevi di ricorda
re ciò che vi è stato detto. In questo modo si sviluppa l'essere.
insuccesso dei miei esperimenti e dei miei tentativi di trovare una scuo
la consisteva nel fatto che non si possono studiare queste cose con me
todi scientifici. I metodi scientifici presuppongono una mente intellet
tuale ordinaria, e una mente intellettuale ordinaria non può superare
se stessa. È necessaria una mente superiore. Si tratta di un cambiamen
to dell'essere. A un certo livello dell'essere sono possibili solo certe
cose. E non si può cambiare il proprio essere per mezz'ora e poi ritor
nare all'essere ordinario. Capii anche perché non mi piacevano, non
mi davano fiducia, le scuole devozionali. Sotto molti aspetti erano un
modo di coltivare l'immaginazione. Tutti gli stati di trance, i samadhi,
e così via, non erano altro che immaginazione del centro emotivo su
periore (oppure del centro emotivo ordinario) . Questa conduce in un
vicolo cieco, per cui diventa impossibile passare a qualsiasi esperien
za superiore.
Così capii che il vero lavoro deve essere lavoro sull'essere, e che
senza di esso non si può fare niente. Ma il lavoro sull'essere richiede
la comprensione dello scopo, dei metodi, e delle condizioni che sono
necessari. Nel lavoro ci sono due condizioni principali:
l . Non si deve credere in nulla, si deve verificare tutto .
2 . Una condizione ancora più importante, che si riferisce al 'fare' :
non s i deve fare niente sino a che non s i capisce perché e a quale sco
po lo si sta facendo.
Si debbono comprendere questi due principi. È vero che ci si può
rendere conto di non sapere nulla , di non sapere che cosa si deve fa
re, e che è possibile chiedere consigli in merito a cosa si deve fare .
Ma questo succede solo in circostanze molto favorevoli, e in questo ca
so, si deve fare ciò che ci è stato detto. Se si chiede e non si fa quel
lo che vien detto, si perde la possibilità di chiedere ancora.
La ragione per cui io e gli altri ci siamo separati dal gruppo origi
nale è stata che, sebbene agli inizi si desse molta importanza ai due
principi, per cui non si può avere 'fede' e non si deve fare nulla fin
ché non si sia capito, in seguito l'uomo che guidava il gruppo cambiò,
e chiese che le persone credessero in lui e facessero le cose senza ca
pire.
È poi necessario capire ciò che riguarda le tre linee di lavoro. La pri
ma linea è lo studio di sé e lo studio del sistema; la seconda è il la
voro con gli altri, e la terza il lavoro per la scuola. Dovete capire che
il lavoro sulla seconda linea non dipende da voi. Non potete comincia
re a lavorare sulla seconda linea se non vengono organizzate per voi
alcune particolari condizioni. Né potete organizzare il lavoro sulla se
conda linea da soli. Ciò non può dipendere dall'iniziativa personale.
Per quanto riguarda la terza linea, è molto importante capire l'idea
Il lavoro 13 7
generale della ragione per cui esiste questo lavoro , e come aiutarlo .
L'idea è di costituire una scuola, cioè di rendere possibile il lavoro
secondo le regole e i principi di scuola, prima studiando queste rego
le e questi · principi, e poi mettendoli in pratica. Per questo sono ne
cessarie molte condizioni. Una condizione, naturalmente, è che sono
necessarie le persone. Ci sono· persone preparate, che avrebbero la ca
pacità di sviluppare queste idee, ma non le conoscono. Pertanto bi
sogna trovare queste persone; bisogna trovare il tipo giusto di persone
e trasmettere loro queste idee. Ma per poterlo fare, dobbiamo averle
capite noi stessi.
Indubbiamente è necessario anche l'aspetto materiale. Il lavoro ha
bisogno di denaro come qualunque altro lavoro, qualsiasi altra attività.
Vi spiegherò come viene organizzato questo aspetto. Venti anni fa
è stato dimostrato che non si può stabilire un pagamento preciso, per
ché alcune persone non possono pagare , e altre possono pagare solo
molto poco. Così fu deciso che ognuno doveva pagare quanto gli era
possibile. Nessuno fu mai rifiutato perché non poteva pagare, ma ciò
era possibile solo perché pagavano gli altri. Il principio è questo : quel
li che pagano, pagano per il passato, mai in anticipo. Pertanto deve
trascorrere un certo tempo prima che possano pagare. Inoltre quelli che
pagano non possono porre nessuna condizione né stabilire nessun ac
c�rdo.
Ricorderete l'esempio della scala. Il sentiero non comincia sullo
stesso livello della vita. Tra la vita ordinaria e il sentiero c'è una scala,
e la condizione per poter salire su questa scala è che se si vuole salire
sul gradino successivo, si deve mettere qualcun altro sul proprio gra
dino. È stato spesso chiesto il significato di questo: significa lavorare
in relazione alla scuola, portare gente, trovare i mezzi per la scuola,
eccetera. Voi siete qui già da un anno, almeno quelli che sono venuti
lo scorso settembre. Vi è stato possibile venire a studiare perché tutto
era stato organizzato e finanziato da coloro che sono venuti prima di
voi. E in questo modo essi vi hanno messi al loro posto.
Lo scopo del lavoro è quello di costituire una scuola. In essa si pos
sono avere molte linee di investigazione : scientifica, psicologica, ecce
tera. Queste linee appariranno quando verranno persone con una spe
ciale preparazione e cominceranno a essere interessate al sistema.
D. È molto difficile non credere a nulla, verificare sempre ogni
dichiarazione.
O. Che cosa significa credere? Si può accettare tutto immediatamen
te senza verificare, o si può verificare. Io spiego sempre quali teorie
possono essere verificate e quali no, se non per analogia. Alcune di es
se possono essere direttamente provate, altre possono esserlo solo per
138 Il lavoro
analogia, per cui al principio possono essere prese solo come ipotesi.
Ma in nessun caso voi dovete credere.
È molto interessante che, sebbene nella serie di idee che incontrai
inizialmente la direzione fosse giusta, si era ecceduto riguardo allo
'studio dei poteri latenti dell'uomo' . Tutte le cose di cui si parlava,
tutti quei poteri, esistono , ma non per noi. Noi possiamo giungere a
quel livello solo a certe condizioni.
D. Quali sono queste condizioni?
O. Il ricordo di sé. E questo significa anche non identificarsi, non
considerare, non avere emozioni negative, non essere in potere dell'im
maginazione, non essere in balìa degli 'io' immaginari, molte cose.
D. Da dove provengono la Legge del Tre e la Legge del Sette?
O. Dalla scuola. Ma non dovete valutare le idee per la loro reputa
zione, bensì per il loro reale valore.
D. Mi chiedevo se erano state prese dalla Bibbia.
O. Non possono essere state prese dalla Bibbia. La Legge del Sette
aiuta a capire la meccanicità della vita. Né l'idea delle ottave né l'idea
delle triadi possono essere state inventate . . .
D. Per quanto riguarda il lavoro sulla seconda linea, è necessario
chiedere un'opportunità?
O. A tutti viene data un'opportunità, ma solo nel contesto del la
voro organizzato.
D. È possibile lavorare su se stessi senza la seconda linea?
O. Si comincia dalla prima linea. In seguito la seconda e la terza
linea aiutano la prima. Ciascuna linea aiuta tutte le altre.
Talvolta gli interventi o le domande delle persone dimostrano chiara
mente che per loro è inutile continuare. Per esempio, un tale ha chie
sto se poteva studiare anche altri sistemi contemporaneamente a que
sto. Dunque è chiaro che egli deve andarsene e aspettare di aver stu
diato altri sistemi , per vedere se ne è soddisfatto o insoddisfatto. Fa
cendo questa domanda egli ha già fatto una scelta. Non bisogna con
fondere le cose. Tuttavia, è utile studiare anche i sistemi fasulli, se
si sa che sono fasulli e se non ci si identifica.
Il nostro lavoro può essere brevemente descritto così : studieremo
dei sistemi, sia conosciuti che occulti. Faremo una certa scelta e studie
remo solo quelli che derivano dall'idea della possibilità di uno svilup
po interiore dell'uomo. Solo questi sistemi sono interessanti. Non vale
la pena sprecare il nostro tempo per gli altri, che mancano della cosa
più importante . Perché è importante solo una cosa: la possibilità di
sviluppo, di cambiamento. Se rimaniamo quello che siamo, non serve
a nulla studiare. Noi siamo macchine mosse dalle circostanze. Dun
que, il nostro campo di studio è chiaramente delineato ed è sufficien-
Il lavoro 139
Il lavoro su se stessi
3 febbraio 1 938
D. Il lavoro su se stessi dopo qualche tempo acquista un certo slan
cio, oppure continua a rimanere egualmente difficile? È come spinge
re un carro in salita?
O. Credo che diventa più difficile, perché diventa sempre più rami
ficato. Si comincia su di una linea, poi dopo un certo tempo si passa
a lavorare su tre linee, e ciascuna di esse si divide e continua a divi-
146 Il lavoro
Il lavoro
13 gennaio 1 939
D. Che cosa intende quando parla di 'lavoro' ?
O. Lavoro è una parola con un significato molto esteso . Innanzitut
to, lo studio di sé è lavoro. Venire alle conferenze è lavoro. Ma dal
punto di vista del sistema, 'lavoro' significa il lavoro ai fini o del
l'acquisizione della conoscenza, o dello studio riguardante il cambia
mento dell'essere. In ogni caso si deve avere un obiettivo molto chia-
Il lavoro 147
ro, e non ci si deve limitare a lavorare per studiare se stessi o per otte
nere il controllo di sé, o per altri motivi simili. Pertanto, cosi come
noi lo intendiamo, il 'lavoro' implica l'acquisizione della conoscenza
e del controllo di sé.
D. Quale formula potrebbe definire più esattamente l'obiettivo che
tutti i membri di tutti i gruppi hanno in comune?
O. Ho già detto che si vuole conoscere se stessi e si vuole acquisire
la capacità di controllo. La prima idea è conoscere, e la seconda è
acquisire il controllo di se stessi.
D. È corretto presumere che tutti i membri abbiano un comune
obiettivo?
O. In questo senso, sl, perché altrimenti non sarebbero impegnati
nello stesso lavoro. Tutti quelli che sono collegati al lavoro, debbono
lavorare seguendo certe linee precise, altrimenti esso non ha senso e
non può continuare. La direzione deve essere sempre la stessa, per cui
coloro che non sono interessati a mantenere questa direzione e che
non hanno gli stessi scopi, se ne vanno. Coloro che rimangono debbono
avere lo stesso scopo.
D. Penso che l'esperienza generale sia che il primo contatto con il
sistema porta più distruzione che costruzione.
O. Secondo il mio punto di vista, l'idea di costruzione e distruzio
ne è sbagliata. Non c'è niente che venga distrutto; ma quando si inizia
a lavorare si scopre di non possedere affatto quello che si immaginava
di avere. Ciò significa che si trattava di un'illusione, che deve essere
sacrificata. Si possono avere o cose reali o illusioni; questa è la realtà,
e non si perde nulla di ciò che si possiede veramente; si perde solo
l'idea di possedere qualcosa che non si possiede.
Spesso molti rimangono delusi dal lavoro perché, sin dagli inizi, co
minciano a scegliere e a prendere alcune cose invece di altre, e così,
dopo qualche tempo, non hanno più il sistema, ma la loro personale
&elezione di esso, e questo non funziona. Altri vogliono capire solo in
tellettualmente e non vogliono fare esperimenti su se stessi e osser
varsi; vogliono solo pensare in modo intellettuale, ma questo è impos
sibile, non si può considerare tutto sullo stesso livello.
D. Ci verrà detto quando potremo cominciare il lavoro pratico?
O. Avete fatto del lavoro pratico sin dal primo giorno. Se aveste
fatto solo un lavoro teorico, significherebbe che non avete fatto nulla.
Per prinia cosa, dovete osservare che non vi ricordate di voi stessi
e dovete osservare i centri. Questo lavoro è pratico fin dall'inizio.
La prima condizione del lavoro è che non dobbiamo mai dimentica
re il nostro scopo originale, quello che vogliamo ottenere. Le persone
vengono per diversi motivi. Alcune vogliono conoscere. Si rendono
148 Il lavoro
conto che c'è una certa conoscenza e che forse ci sono, da qualche par
te, persone che sanno, e vogliono ottenere questa conoscenza. Altre
si sono invece rese conto della propria debolezza e hanno capito che
se potranno liberarsene le cose andranno diversamente. Le persone,
dunque, vengono per diversi motivi, e non devono mai dimenticare
perché hanno iniziato. Anche se qualcuno può rammentarglielo, ciò non
servirà a gran che se non se ne ricorderanno da sole.
D. Lo sviluppo di un uomo dotato di un intelletto eccellente è ne
cessariamente più veloce di quello di un uomo le cui capacità intellet
tuali sono più scarse?
O. Talvolta sl, talvolta no; ma l'intelletto non è cosl importante
come l'equilibrio dei centri e lo sviluppo della consapevolezza, poiché
anche nelle condizioni ordinarie gli uomini l, 2 e 3 possono essere più
o meno svegli, più o meno consapevoli, per cosl dire. Un uomo dotato
di un ottimo intelletto può essere completamente addormentato, e
può anche non iniziare a lavorare, perché potrebbe essere cosl sicuro
del proprio lavoro intellettuale e cosl identificato con esso da non
incominciare mai il reale lavoro. E allora il suo intelletto lo farà ar
restare. Questo succede spesso.
D. Si può dire che la sofferenza è in un certo senso essenziale per
ottenere un cambiamento dell'essere?
O. Sl, certamente, ma dipende dal modo in cui intendete la soffe
renza. Dal piacere non si ottiene nulla; l'unica cosa che se ne ricava
è una sofferenza che, se sufficiente, può esserci utile. Tuttavia, non se
ne può ottenere troppa dal piacere. Ogni sforzo è sofferenza; ogni com
prensione è sofferenza, perché ci sono molte cose sgradevoli che si
possono capire riguardo a se stessi e a tutte le altre cose; ci sono mol
te forme di sofferenza. Inoltre ci sono alcune sofferenze che non sono
necessarie, e dobbiamo imparare a non identificarci con certe sofferen
ze, pertanto il nostro atteggiamento nei confronti della sofferenza de
ve avere molti aspetti. Ma indubbiamente la sofferenza è necessaria,
e talvolta alcuni non riescono a lavorare per paura della sofferenza; ma
Lo sforzo
16 gennaio 1 940
D. Ho sempre pensato che ci sia qualche merito nel fare una cosa
solo perché è sgradevole e non si ha voglia di farla.
O. No. Ci sono molte cose sgradevoli, e si possono fare molti sfor
zi che sono completamente inutili. Questa è un'osservazione sbagliata .
Il lavoro 151
1 7 gennaio 1940
La volontà
Lo sforzo
D. Ci viene detto che dobbiamo sforzarci. Che cosa si intende con
sforzo? Secondo il modo di pensare comune, lo sforzo è prodotto dal
la volontà ed è seguito da un risultato (volontà - sforzo - risultato) .
Come si può conciliare il fatto che 'non si ha volontà', che 'non si può
fare', con quello che 'si debbono fare degli sforzi', 'si deve lavorare
su se stessi', ovvero, che si deve esercitare un'azione energica e inten
zionale? Che cosa c'è prima e dopo lo sforzo? Lo sforzo considerato
a sé stante non è altro che una parola.
O. È difficile rispondere a tutte queste cose in una volta. La nostra
volontà è semplicemente la risultante dei diversi desideri. La volontà
mostra la direzione. Nell'uomo comune la volontà segue un percorso
a zigzag, o gira in cerchio. La volontà mostra la direzione degli sforzi .
Gli sforzi costituiscono il nostro denaro. Dobbiamo pagare con lo sfor
zo. In base all'intensità dello sforzo e alla sua opportunità (al fatto,
cioè, che sia il momento giusto per lo sforzo, oppure no) , si ottengo
no risultati. Lo sforzo ha bisogno di conoscenza, della conoscenza dei
momenti nei quali può essere utile. Quando l'ottava agisce in quanto
tale, lo sforzo non può essere di nessun aiuto. Ci vuole una lunga pra
tica per imparare a produrre e ad attuare gli sforzi.
D. Lei parla di fare sforzi. Ciò che se ne trae è che il desiderio di
fare sforzi dovrebbe manifestarsi solo in certe occasioni, di tanto in
tanto.
O. Non il desiderio, ma la comprensione della necessità.
D. Qual è il momento giusto per fare sforzi?
O. Gli sforzi che si possono fare sono sforzi di osservazione di sé
e di ricordo di sé. Quando si sente parlare degli sforzi, si pensa agli
sforzi per fare. Ma questi sarebbero sforzi a vuoto, sbagliati. Invece,
lo sforzo dell'osservazione di sé e del ricordo di sé è giusto, perché
può dare risultati appropriati.
D. E allora, com'è possibile per un uomo cambiare?
O. Egli non può cambiare finché rimane sottoposto alle leggi della
vita meccanica. L'inizio delle possibilità comincia con il primo gradino
(nel diagramma di 'La Vita, la Scala e la Via') .
154 La volontà
D. Chi è l'uomo n. 4 ?
O. L'uomo n . 4 h a una direzione.
D. È un uomo che comincia a lavorare al di fuori delle leggi?
O. Tutto questo riguarda i gradi. Un uomo che vive nel circolo
esterno è sottoposto alla legge dell'accidente. Oppure, se un uomo è
dotato di un tipo o di un'essenza molto pronunciati, la sua vita è sotto
posta alle leggi del suo tipo, o alle leggi del fato. Ma questo non è un
vantaggio. Quando un uomo comincia a lavorare in direzione della con
sapevolezza, questo crea in lui una quantità di nuove triadi (nuove
azioni) . E questo vuoi dire un cambiamento, forse non percettibile, ma
dal punto di vista cosmico è un cambiamento.
Solo gli sforzi individuali possono aiutare un uomo a passare dal cir
colo esterno al circolo esoterico. Ciò che riguarda un uomo nel circolo
esterno, non riguarda un uomo che ha iniziato a lavorare. Questi è sot
toposto a leggi differenti, o meglio, leggi differenti cominciano a in
fluenzare l'uomo che inizia a lavorare.
Ciascun circolo è sottoposto a leggi differenti.
ro, praticamente non c'è una sua sola azione che non riguardi il lavo
ro, non ci sono azioni indipendenti. Pertanto non si è liberi, nel senso
che non si può agire avventatamente e senza discriminare. Prima di
agire, si deve pensare. Se non si è sicuri, si può chiedere. Questo è
il solo metodo che permette di creare la volontà.
E per tale scopo è necessaria l'organizzazione della scuola. Senza una
scuola non si può far nulla.
D. Che cosa significa rinunciare alla volontà?
O. Significa rinunciare alla puerilità, all'inefficienza, alla menzogna.
16 ottobre 1 935
D. C'è una legge per cui se si rinuncia alla propria ostinazione, si
ottengono sempre le cose desiderate? È quello che accade sempre nel
mio caso : se voglio qualcosa e sento una tremenda opposizione da par
te degli altri, quando rinuncio al desiderio ottengo il risultato desiderato .
O. Questa non è ostinazione. Lei ha considerato alcune cose come
scontate. Ha reso definite le cose indefinite , e ha reso indefinite le co
se definite. Che cos'è l'ostinazione? Non riguarda tutto quello che si
vuole. Se ho fame e voglio mangiare, ciò non ha nulla a che fare con
l'ostinazione. L'ostinazione è una particolare volontà: è preferire di
agire da soli; nel nostro caso consiste nel non prendere in conside
razione il lavoro e i principi del lavoro. Noi stiamo parlando dei prin
cipi del lavoro e dell'ostinazione. Possiamo fare le cose a modo nostro,
oppure no. Se la mia ostinazione si manifesta nell'imprecare, e io vi
rinuncio perché ciò va contro i principi del lavoro, dove sono i risul
tati desiderati di cui lei parla?
D. Come possiamo lavorare contro l'ostinazione? È possibile per
noi, così come siamo, riconoscere i momenti in cui abbiamo una reale
volontà?
O. Non può parlare di una reale volontà, perché non la possiamo
avere. Tutto ciò che abbiamo sono l'ostinazione e la caparbietà, o vo
lontà limitate che cambiano continuamente. La volontà reale è una me
ta molto lontana; dipende da un 'io' permanente, dalla consapevolezza
e dall'individualità. E noi non l'abbiamo. Per quanto riguarda come si
possa lavorare contro l'ostinazione, potete studiare il sistema. Il siste
ma avanza alcune richieste circa le cose che dovete o non dovete fare .
Per esempio, non dovete parlare, perché altrimenti direte solo bugie.
Non potete parlare del sistema prima di conoscere e di capire. Così, sin
dall'inizio, entrate in contatto con idee del lavoro che si contrappon
gono all'ostinazione. Se vi dimenticate del lavoro, non potete lavorare
contro l'ostinazione. L'unico modo per combattere l'ostinazione è ri-
156 La volontà
1 7 ottobre 1935
La volontà
vuole far nulla. È solo quando si scopre che si sta andando contro le
regole, o i principi, oppure contro ciò che è stato detto di fare, che
si deve essere capaci di fermarsi. Accade spesso che le persone conti
nuano a studiare ma non si accorgono di questi momenti. Credono
che stanno lavorando quando non succede nulla, e se si presentano
questi momenti, non se ne accorgono. Il lavoro non può essere sempre
lo stesso. In certi momenti sono sufficienti le teorie, lo studio passivo .
ln altri momenti è necessario opporsi alle proprie tendenze, fermarsi .
già accadute. Se non fossero accadute in quel modo, non sarebbero acca
dute. Quando le cose accadono in un certo modo noi siamo trasportati
dal corso degli eventi, ma crediamo di essere noi a dirigerlo.
D. Se per un momento ci si sente capaci di fare, per esempio, di
assolvere un compito particolare nel lavoro ordinario, come si può spie
gare?
O. Se si è abituati a fare qualcosa, si impara a seguire un certo ti
po di avvenimenti, o, se si vuole, a iniziare un certo tipo di avveni
menti, poi questi si sviluppano , e non si fa che seguirli, anche se si
crede che li si sta guidando.
D. Se avessimo il giusto atteggiamento. . .
O . No, l'atteggiamento non ha nulla a che fare con questo. L'atteg
giamento può essere quello giusto, la comprensione può essere corretta,
ma si troverà ancora che le cose succedono in un certo modo, qualun
que esse siano. È molto utile ricordare i casi in cui si è cercato di fare
diversamente, e come si è sempre dovuti ritornare alle solite cose.
Anche se si era riusciti a deviare leggermente dal corso usuale, ci sono
forze enormi che riportano alle vecchie abitudini.
D. Quando lei dice che non possiamo impedire che succedano le
stesse cose, intende dire fino a che il nostro essere non è cambiato?
O. Non mi stavo riferendo al lavoro. Ho detto che è necessario ca
pire che noi non possiamo fare, da soli. Quando lo avremo pienamen
te compreso, potremo pensare che cosa è possibile fare, quali condi
zioni, quale conoscenza e quale aiuto siano necessari. Ma prima biso
gna rendersi conto che, nella vita comune, è impossibile fare qualcosa
in modo diverso. Soltanto quando lo si è compreso a livello emotivo
si può procedere. Finché non si è completamente certi, è impossibile
continuare.
D. Quando diventiamo consapevoli delle personalità contraddittorie
che sono in noi, vorremmo prendere soluzioni drastiche in proposito
Che cosa si può fare?
O. Per potere fare qualcosa, bisogna quasi sempre sapere di più,
specialmente nel caso delle contraddizioni. Per esempio, incontro spes
so questo caso: qualcuno dice di sapere che cosa non va in lui, e vuo
le fare qualcosa perché sia eliminato. Dopo aver parlato un po' con
questa persona mi rendo conto che essa in realtà non vuole cambiare
quanto dice.
Quando si vuole realmente fare qualcosa, se ne troverà il modo, ma
talvolta sono necessarie conoscenze speciali. Si può essere consapevoli
di certe contraddizioni, si può volerle eliminare, ma esse continuano
a rimanere. Talvolta è necessario sapere come si deve fare.
La volontà 161
Fare
1 7 gennaio 1 940
(
9
La prigione
Le leggi
l 2 3 l 3 2 2 l 3
3 l 2 3 2 l 2 3 l
11 aprile 194.5
18 aprile 1 945
attività; un uomo può scrivere poesie, un altro non può scrivere nep
pure pessime poesie. Si tratta della capacità di usare la triade.
D. Perché alcune volte siamo capaci di usare la triade giusta e altre
volte no?
O. Non ho mai visto un uomo che può scrivere poesie di giovedl.
D. Pensa che sarebbe possibile scrivere poesie di giovedl con un
certo sforzo?
O. No, è impossibile, con o senza sforzi. È un'espressione russa:
"Di giovedi dopo la pioggia".
D. Vorrei sapere dell'attività della distruzione.
O . Bene, talvolta è molto piacevole e talvolta è spiacevole. Gene
ralmente è più facile che fare la minestra, per esempio. Per preparare
una minestra ci vuole lavoro, pianificazione. Per gettarla via non ci
vuoi niente.
D. La capacità di usare le triadi giuste dipende dall'uso corretto dei
centri?
O. Non so. So solo che una persona può usare una triade in un
certo momento, mentre per altre è impossibile. È molto utile riflet
tervi, altrimenti possiamo attribuirlo alla coscienza o a qualcosa del
genere.
D. Lo scopo di questo lavoro è quello di farci arrivare al pieno ri
sveglio della coscienza?
O. Non si può definire cosi specificamente. Per procedere in dire
zione della consapevolezza bisogna risvegliare la coscienza. Altrimenti
si finirà con l'inciampare in qualche cosa. Ciò può essere definito ri
svegliare la consapevolezza.
D. L'uso corretto delle triadi è collegato all'uso corretto dei centri?
O . Si sta riferendo all'uso delle sei triadi? Quasi tutti possono usa
re alcune di esse. Per altre è più difficile. Ci vuole una particolare ca
pacità. È molto utile metterle a confronto e cercare di capirne le dif
ferenze.
D. Un respingente è una forma del mentire a se stessi?
O. Come può un respingente esistere senza di questo? Ma né la per
sona in questione né gli altri si rendono conto che si tratta di una
menzogna.
D. Còme cominciano a formarsi i respingenti?
O . Può succedere che un bambino cada e che questo possa essere
la causa della creazione di un respingente; potrebbe incominciare a di
re: "Io non cado mai".
lO
I centri nell'uomo
La voce
14 ottobre 1 937
La meccanicità
1 agosto 1939
Sulla meccanicità
(Traduzione da una nota in russo)
D. Può parlarci ancora dei centri che usano l'energia sbagliata, so
prattutto in relazione a tutto il parlare che continua dentro di me
mentre sto facendo un lavoro? Dipende da questo?
O. No, non dipende da questo. Non è un fatto che possa essere
considerato in relazione alle sue esperienze personali, deve essere con
siderato su una scala più ampia.
In questo diagramma, il centro emotivo superiore e il centro intel
lettuale superiore non sono collegati ai centri inferiori: funzionano
del tutto separatamente. Ma il centro emotivo ordinario talvolta rag
giunge 12 e talvolta 24, dipende. Sfortunatamente, esso raggiunge 12
solo nel caso delle emozioni negative, perché se giunge a 12 nel caso
di emozioni che non sono negative, giunge alle emozioni positive e
passa al centro emotivo superiore. 48 (il centro intellettuale) può fun
zionare con l 'energia del centro sessuale; 24 (il centro motorio) può
funzionare con l'energia 48; è tutto confuso, e ogni centro soprattutto
cerca di accaparrarsi un idrogeno sbagliato, per questo non va bene
niente.
190 I centri nell'uomo
0 0
Centro
Centro
Mentale
Intel lettuale
Superiore
0 0
Centro
Centro
Emotivo
Emotivo
Superiore
Centro Centro
Istintivo Motori o
I centri nell'uomo 191
Il centro formatorio
16 gennaio 1940
1 7 gennaio 1940
Il miracolo
4 ottobre 1944
1 1 ottobre 1 944
15 novembre 1944
1 4 marzo 1 945
persone accade. Può essere che nel momento di dolore acuto, senza
saperlo, lei abbia fatto lo sforzo giusto, collegando mi 1 2 con C3 .
D. Come si può fare uno sforzo che agisca su mi 12?
O. Bisogna aver studiato a lungo prima che si possa anche solo pen·
sare a questo. Posso dire che è molto interessante ma molto sconcer-
tante; si hanno esperienze completamente nuove.
D. Che tipo di nuove esperienze?
O. Come posso descriverle, se per esse non ci sono parole? Bi.
sogna arrivarci, e non aggiungere niente con l'immaginazione .
11
Cosmologia
Assoluto C
Tutti i Mondi O
Tutti i Soli N
202 Cosmologia
Assoluto
Tutti mondi 3
Tutti soli 6
Sole 12
Pianeti 24
Vita organica
Terra 48
Luna
Tutti i soli c
Sole o
Tutti i pianeti N
Vita organica c
Tutti i pianeti o
Terra N
Vita organica c
Terra o
Luna N
do
� si
0 la
do· @ sol
si @ fa
l ta lsollta l
@) mi
@ re
204 Cosmologia
Bisogna notare che, sebbene ci siano sei intervalli, solo tre di essi
devono essere riempiti dall'esterno. Gli intervalli tra do - si sono riem
piti dalla Volontà dell'Assoluto, dall'influenza della massa del sole
sulle radiazioni che passano attraverso di esso, e dall'influenza della
massa della terra sulle radiazioni che passano attraverso di essa.
Il Raggio di Creazione
1 7 gennaio 1 935
© CD
}
A"oluto
o TuW l Mo,dl
�:1
fa
H1
CJ
O Tutti l Soli
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H12
O Sole
CD H24
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;l }} H48
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O T•'"
cp } } H3 �
� }
sol
fa H768
'volontà' nel senso in cui tale parola viene usata nella vita ordinaria,
nella comune conversazione, e non nel senso di volontà creativa. In
certi momenti della vita si debbono fare sforzi, in altri le cose si li
mitano ad accadere, continuano ad andare avanti, una dopo l'altra. Per
esempio, si è addormentati e non ci si vuole alzare; poi si fa lo sforzo
di alzarsi, dopo di che per molto tempo le cose accadono senza sforzo,
procedono in modo del tutto naturale. E supponiamo che si giunga a
un altro momento: si è rimandato a lungo di scrivere una lettera, poi
si fa uno sforzo e si prende la penna. Se considerate le cose da questo
punto di vista, capirete che la Volontà dell'Assoluto non può essere
manifestata dalla meccanicità, ma può solo dare l'impulso iniziale.
Il raggio di Creazione offre la possibilità di studiare alcuni principi
molto importanti, senza i quali è impossibile capire il mondo: il prin
cipio della relatività e il principio della scala. Ma di questi parlerò in
seguito, quando avremo un po' più di materiale.
Il principio della scala è una cosa semplice. L'idea è che possiamo
sapere molto di più di quanto ordinariamente sappiamo, se da una
parte studiamo le cose adeguate e collegate a noi e, dall'altra, le cose
che sono più lontane da noi e che non hanno nessuna precisa relazione
con la nostra vita (in modo più astratto e su scala ridotta) . In tal
modo possiamo ottenere tutta la conoscenza necessaria senza dover stu
diare troppo; possiamo sapere tutto ciò che ci è necessario, e tale co
noscenza comprenderà pochissime cose inutili. Questo è l'unico modo
per ottenere la conoscenza necessaria, perché se si studia tutto indiscri
minatamente, si finirà con il non sapere le cose necessarie.
Il principio di relatività entra in scena quando cominciamo a capire
che la nostra vita è sottoposta a diverse leggi. E non siamo sottoposti
a un solo insieme di leggi, ma a una grande quantità di leggi diverse.
Era stata fatta una domanda: " Quali sono le 48 leggi? " . Se pren
diamo in considerazione le 4 8 leggi, dobbiamo capire che ciascuna di
esse è un sistema di leggi molto esteso. Una legge è rappresentata
dall'insieme delle leggi fisiche che esistono sulla terra; un'altra, di
ciamo, dall'insieme delle leggi biologiche, e così via. Sappiamo qual
cosa delle leggi fisiche e biologiche, ma ci sono molte leggi che ci so
no completamente sconosciute. Per esempio, ci sono le leggi cosmi
che che .non appartengono alle tre leggi della terra, ma sono relative
a un campo di azione più ampio, e che governano alcune cose che dal
nostro punto di vista appaiono banali e insignificanti. Per esempio, c'è
una legge precisa per cui ogni classe di esseri viventi può mangiare
soltanto un certo tipo di cibo (la cui densità varia entro certi limiti) .
L'uomo può mangiare le cose che vanno da una certa densità a un'al
tra, da una certa qualità a un'altra, e non può cambiare questa legge,
Cosmologia 207
così come non può cambiare l'aria che respira o la temperatura alla
quale può esistere. Ci sono molte cose simili, e sono tutte leggi alle
quali la vita dell'uomo è sottoposta. Ma grande è la nostra ignoranza
a questo riguardo, non conosciamo molte cose in merito alle condi
zioni in cui viviamo.
Il Raggio di Creazione è un aiuto, uno strumento o un metodo per
pensare in modo nuovo. Sappiamo della suddivisione dell'uomo in set
te categorie, e anche ogni altra cosa dovrebbe essere divisa nello stesso
modo. Il pensiero ordinario è suddiviso in pensiero n. l , 2 e 3. Il
pensiero n. l è soprattutto imitativo; il pensiero n. 2 è più emotivo,
ed è basato su ciò che piace e ciò che non piace; il pensiero n. 3
è il pensiero teorico, logico, perfetto se resta entro i suoi limiti, ma
del tutto sbagliato quando viene applicato a cose che vanno al di là
delle sue capacità. Questo è tutto ciò che ci è noto nella vita comune.
Il pensiero n. 4 comincia con il Raggio di Creazione, e questa è una
cosa che dovete cercare di capire. Il Raggio di Creazione non è un'al
tra teoria, simile alle altre che conoscete; è un certo riordinamento
del materiale già noto. E il pensiero n. 4 è un tipo di pensiero che
a poco a poco si libera da ogni contraddizione . Nel pensiero n . 3 ,
qualunque linea si prenda, si incontra immediatamente qualche altra
teoria che contraddice quella che si sta sostenendo. Nel pensiero n . 4,
non immediatamente, ma gradualmente, si arriva a comprendere che
è possibile pensare senza contraddizioni, è possibile capire che le con
traddizioni in realtà non sono contraddizioni.
Il pensiero ordinario ha sempre molte contraddizioni. Per ogni ted
ria ve n'è una opposta. Per esempio, se prendiamo in considerazione
il mondo, o pensiamo che esiste una specie di Volontà Divina che
crea e protegge ogni cosa, o pensiamo che le cose semplicemente ac
cadono da sé. Un altro esempio è la contrapposizione tra volontà e
meccanicità, oppure tra predestinazione e casualità. Quando si studia
il Raggio di Creazione, si vede che in esso sono contenute tutte queste
cose. Queste opinioni sono giuste da un certo punto di vista, e il
Raggio di Creazione le comprende tutte. C'è una teoria per cui la
mente umana, così come la conosciamo, non può inventare una men
zogna assoluta, non può inventare nulla che non abbia una qualche
relazione con la verità. Qualunque cosa la mente umana possa inven
tare, sarà sempre una parziale rappresentazione della verità. Per esem
pio, se un uomo cerca di disegnare un nuovo animale, dovrà servirsi
di parti di animali conosciuti. Egli non può inventare qualcosa che
non è mai esistito, ma deve servirsi del materiale tratto dalla reale
osservazione della vita. E così non può inventare una teoria che sia
completamente sbagliata. Il Raggio di Creazione vi mostra come tutte
208 Cosmologia
siamo. Non c'è una cosa che non sia collegata. Se ci si affida al co
siddetto punto di vista scientifico comune, le cose vengono conside
rate troppo separatamente. Per esempio, considerate la questione del
collegamento tra i pianeti e la terra. Negli ultimi quindici anni ci
sono state molte nuove teorie scientifiche, soprattutto nella geologia,
che sono molto interessanti e che corrispondono esattamente alle idee
di questo sistema. A dire il vero, questo indirizzo nel campo della
geologia è iniziato molto tempo fa, ma non era mai stato espresso
come una teoria precisa in nessun libro. L'insoddisfazione per le teo
rie correnti ha avuto inizio più di quarant'anni fa e comincia ora a
dare risultati. Sono apparsi alcuni libri che pongono la geologia su
basi completamente differenti da ciò che si pensava quarant'anni fa,
e in queste nuove idee non c'è praticamente nulla che non corrisponda
esattamente a questo sistema. Se siete interessati, troverete molto
materiale, per esempio, sul significato della vita organica e su tutto
ciò che è in relazione a essa, sul significato della vita organica per lo
sviluppo della terra. La vecchia scienza, la scienza del diciannovesimo
secolo, considerava la vita organica sulla terra come un accidente, ma
la moderna geologia ha provato in modo definitivo che essa è il fat
tore più importante per la vita sulla terra. La superficie della terra, o la
vita sulla terra, sarebbe completamente differente senza la vita organi
ca, e dunque non si tratta di un accidente.
In effetti, la geologia moderna sostiene che non si può provare che
sulla terra non sia sempre esistita la vita organica. Ciò non significa
che la vita organica sia sempre esistita ma, per quanto possiamo ca
pire, non si può provare il contrario.
Se ciò vi interessa, procuratevi qualche libro moderno sull'argomen
to. Io ne conosco due, che sono stati tradotti dal russo in francese
(ma è una traduzione molto cattiva) . Uno è La Géochimie di W . Ver
nadsky, e l'altro La Biosphère dello stesso autore; ma probabilmente
questi non sono i soli libri, perché queste idee si manifestano sempre
in più menti.
Il Raggio di Creazione
1 0 febbraio 1938
zione della vita organica sulla terra. Se fossimo sulla luna, le cose
andrebbero ancora peggio; non ci sarebbe nessuna possibilità di svi
luppo. Ma sulla terra c'è una possibilità di svilupparsi, vale a dire,
noi possiamo sviluppare alcune nostre parti.
Le influenze planetarie ci raggiungono solo in minima parte. Gene
ralmente, le influenze planetarie sono sentite solo dalle masse; per
tanto le influenze planetarie sono responsabili delle guerre, delle rivo
luzioni e delle altre cose di questo tipo; ma gli individui sono sotto
posti àlle influenze planetarie solo in minima parte, perché nell'uomo
la parte che può essere influenzata dai pianeti, cioè l'essenza, è poco
sviluppata.
Entro certi limiti, l'uomo è anche sottoposto all'influenza del sole,
e può ricevere influenze molto elevate se sviluppa i centri superiori
e si collega con essi. Quindi, svilupparsi significa passare da un tipo
di influenze all'altro. Attualmente, siamo particolarmente sottoposti al
l'influenza della luna. Se ci sviluppiamo, potremo essere più sensibili
alle influenze dei pianeti, del sole o ad altre influenze. Per poter
ricevere queste influenze dobbiamo diventare sempre più consapevoli.
D. In che modo siamo sotto l'influenza della luna?
O. La luna controlla i movimenti. Se muovo il braccio, è la luna
che lo fa, perché ciò non può avvenire senza l'influenza della luna.
La luna è come il peso negli orologi antichi, tutto il meccanismo si
muove a causa sua.
D. Perché i pianeti influenzano l'uomo a livello di massa e non
a livello individuale?
O. La parte dell'uomo che può essere influenzata dai pianeti è o
molto ridotta e poco sviluppata, o troppo mescolata con la persona
lità. La personalità respinge tutte queste influenze, e l'uomo è sotto
posto alla Legge dell'Accidente. Se l'uomo vivesse nell'essenza, sa
rebbe sottoposto alle influenze planetarie o, in altre parole, alla legge
del fato. Se questo sarebbe o no un vantaggio, è un'altra questione;
in certi casi può essere meglio, in altri peggio ; in genere è meglio.
Ma i raggi planetari non possono penetrare nella personalità.
Le persone appartenenti alla massa sono soggette alle influenze pla
netarie in parti del loro essere che sono sempre disponibili, e pertanto
le influenze riescono a influenzare le masse dell'umanità; ma normal
mente non hanno effetto sugli individui, oppure accade molto rara
mente.
D. Una folla è dotata di essenza e di personalità?
O. Ciascun individuo ne è dotato, ma per quanto riguarda una
folla, è un po' differente. La maggior parte delle persone di una folla
è costituita da uomini n. l , vale a dire uomini che vivono nel centro
Cosmologia 217
O. Devo spiegare lo scopo per cui ho parlato della Legge del Sette.
Dobbiamo studiare gli intervalli e per arrivare a questo, dobbiamo
esaminare i gruppi e le regole di gruppo. Non parlo di scuole, perché
sarebbe troppo. Ma dobbiamo studiare le regole. Molte persone che
hanno studiato per anni non capiscono le regole. Solo usando le regole
nel lavoro di gruppo, si possono dare gli shook e si può mantenere
dritta la linea. Non c'è altro modo. Nei gruppi di scuola potete osser
vare come si mantiene dritta la linea.
D. C'è un ordine secondo il quale queste regole debbono essere
osservate, con cui fare questi passi?
O. Non c'è una regola. Le regole vengono impartite di volta in
volta, ed è necessario discuterle. Ogni persona può dire ciò che ca
pisce. Ma la discussione delle regole è una questione a parte. Tutte
le cose sbagliate accadono perché si vive come se i gruppi e le regole
non esistessero. Le regole sono necessarie per l'osservazione di sé e
specialmente per lo studio della Legge del Sette.
D. Per studio delle regole intendete l'osservazione della resistenza
alle regole?
O. No, no, ciò sarebbe formatorio. Considerate una certa regola
e capite quando viene applicata.
218 Cosmologia
l cosmi
'
dell'uomo, non sarebbe altro che un istante. Ma per l'uomo rimane
quella che è.
D. E il tempo
·
dell'uomo finisce con la sua vita?
O. Viene misurato dalla sua vita. Non può essere certo misurato
al di fuori della sua vita. Quello che lei chiama il tempo dell'uomo
è il tempo quale viene osservato dal centro intellettuale. Se riusciamo
a essere consapevoli in relazione ai centri motorio e istintivo, siamo
anche in grado di capire qual è il tempo della vita organica. Il centro
emotivo superiore è al livello dei pianeti e il centro mentale superiore
è al livello del sole.
D. È possibile procedere verso sinistra nel Diagramma dei Cosmi?
O. Sì, è possibile. Anche se ci limitiamo a prendere in considera
zione altri due cosmi, il successivo corrisponderà a quello che viene
definito 'il secondo microcosmo', e questo corrisponde alla cosiddetta
'grande cellula'. La sua vita è di ventiquattro ore. Quello ancora dopo
sarà il 'terzo microcosmo', 'la piccola cellula'. Per ora, ecco cos'è im
portante a questo proposito: se la capacità di essere consapevoli nel
centro istintivo equivale alla capacità di essere consapevoli sulla scala
del livello superiore, ciò vuoi dire anche che possiamo essere consa
pevoli sulla scala . di quello inferiore. Se la capacità di comprendere il
tempo aumenta in una direzione, aumenta anche nell'altra. Se questa
capacità si estende ancora di più in una direzione, si estenderà in mo
do corrispondente anche nell'altra.
D. La terra ha una consapevolezza?
O. È dotata di intelligenza. Per quanto riguarda la consapevolezza,
non si sa. Ogni cosa ha un'intelligenza, cioè ogni elemento che ha
un'esistenza separata, una funzione particolare. Indubbiamente ogni
cosmo ha la propria intelligenza.
D. Mi sembra che tutti i diversi tipi di tempo alla fine si riducano
alla stessa cosa.
O. Ciò significa che lei pensa in modo sbagliato. Cerchi di capire
le implicazioni di tutto questo. Lei può già vèdere che l'uomo non
esiste nel Macrocosmo, e questo vuoi dire qualcosa. Cerchi di trovare
tutte le altre implicazioni.
D. Quando dice che l'uomo non esiste, è nello stesso senso per cui
un atomo non esiste?
O. L'uomo non esiste in alcun modo dopo il sole. Se la sesta di
mensione finisce con il sistema solare, non c'è altro posto. Ricordate
che una volta ho detto che questa tavola non consiste in atomi? È
éollegato a questo.
D. Ciò significa che le cellule muoiono in ventiquattro ore?
O. Alcune cellule muoiono in ventiquattro ore, e sono cellule mol-
228 Cosmologia
ste cose. Quando ci parlò dei cosmi, G. disse che la scienza e1 la filo
sofia hanno inizio dai cosmi e che senza questa idea non sono nulla.
Cercate di capirlo.
E certamente questa tavola del tempo è un'appendice molto impor
tante del sistema. In seguito vedrete come si può ritrovare questa
conoscenza in diversi sistemi, negli antichi sistemi. Infatti ne sono
rimaste alcune tracce.
Potete usare questa tavola dei tempi per pensare in modo nuovo.
Se ricorderete questo diagramma, includendovi i piccoli cosmi, avrete
un'enorme gamma di quantità a cui pensare. Dovete imparare a ren
dere più facile la visualizzazione, a rendere più facile il confronto.
Se vi limitate a pensare a un numero di ventisette cifre, ciò in realtà
non significa nulla. Ma forse potrete riuscire a renderlo più accessibile.
Vedete, ci sono due problemi. Pensate a un orologio : è un sistema
di diverse ruote; finché gira la ruota più grande, devono esistere an
che le ruote più piccole. L'intero meccanismo deve esistere simulta
neamente. Ma allo stesso tempo le ruote più piccole si consumano.
Ecco dove si presenta l'idea della ripetizione. Le ruote più piccole
esauriscono la loro vita, e la loro vita viene ripetuta fintanto che la
ruota più grande ne ha bisogno. Se la ruota più grande scompare,
scompaiono anche le ruote più piccole. Dunque, quando arriviamo alle
piccole quantità di cui possiamo vedere i risultati visibili, ciò significa
che stiamo considerando la loro ripetizione e non il loro tempo. Do
vete cercare di capirlo. Non possiamo vedere gli elettroni perché essi
esistono per un tempo troppo breve. Quando vediamo la luce, vedia
mo la quinta e la sesta dimensione: il ripetersi della vita dell'elet
trone. Ecco perché non possiamo dire che cos'è la luce.
Nella filosofia indiana si dice che " Brahma inspira ed espira l'uni
verso ". Questo coincide con la nostra tavola dei tempi, se a Brahma
sostituite il Protocosmo. Il respiro di Brahma corrisponde alla vita
del Macrocosmo, della nostra galassia. Si possono trovare molti fram
menti simili. Per esempio, 'Il Giorno e la Notte di Brahma', 'Un'Età
di Brahma', 'un giorno della luce è mille anni del mondo', 'mezza
miriade di anni è un sold anno per la luce', e così via.
Enneagramma
Abbiamo visto l'aspetto esterno della struttura geometrica del sim
bolo. La sua forma è determinata dall'espressione della Legge del Sette
su cui è basata l'ottava. È simmetrica relativamente al tono do, cioè
in un certo senso il tono do può essere considerato come neutraliz
zante. Quando abbiamo parlato dell'applicazione della Legge delle Ot
tave alla struttura degli elementi chimici, ogni sostanza ottenuta se
condo un certo ordine aveva simbolicamente il nome di un idrogeno
di differenti gradi di densità e di altre qualità che la determinavano
come materia. In base alla Legge del Tre, essa era costituita di ma
terie attive, passive e neutralizzanti, che venivano corrispondentemente
denominate carbonio, ossigeno e azoto, ottenendo la seguente strut
tura:
c
o
N ( H
re
do
si
Sole
la
sol
fa
mi
re
do Terra
si
la
Assoluto do
si
Tutti i soli la
Sole sol
Tutti i pianeti fa
Terra mi
Vita organica re
Luna do
Assoluto do
si
la
sol
fa
Tutti i soli
mi
re
do
Sole si
la
sol
fa
Tutti i pianeti
mi
re
Cosmologia 239
In questo modo il cosmo, con i tre piani della sua struttura, è di
venuto simile alla corrispondente struttura a tre piani dell'uomo. Nelle
ottave cosmiche del secondo ordine c'è l'intervallo fa-mi, che è sotto
posto all'insieme di tutte le influenze che si radunano in tale luogo,
e qui ha luogo un processo simile all'intero processo di passaggio
del cibo nell'organismo umano: la trasformazione del do di un'ottava
nel do dell'ottava successiva. Pertanto a questi luoghi sono assegnate
'macchine' simili al corpo umano. Il processo del passaggio di fa-mi
può essere rappresentato schematicamente in questo modo :
Terra do
si
la
sol
fa
Vita organica
mi
re
Luna do
2n
+n 4n-
= sol
+la -fa
Estratto
mercoledì 4 maggio 1938
L'evoluzione
Dal tempo di Darwin, alcune piante e alcuni insetti, con la loro rapi
dità di riproduzione, avrebbero dovuto fornire esempi evidenti della
mutazione delle specie. E negli ultimi decenni la microbiologia avreb
be dovuto offrire delle prove assolute delle teorie evoluzionistiche, se
in esse ci fosse stata qualche verità. Vi darò solo un esempio di os
servazioni microbiologiche che avrebbero dovuto dimostrare un cam
biamento evolutivo in una data specie, qualora questo avvenga. Circa
trent'anni fa, in Russia, il professor Metalnikoff iniziò un certo espe
rimento, con lo scopo di stabilire la lunghezza dell'esistenza del gene
di un certo microrganismo. Al tempo in cui l'esperimento fu iniziato,
in biologia c'erano due punti di vista. Secondo il primo punto di vista
gli organismi unicellulari che si moltiplicano in condizioni favorevoli
erano praticamente immortali. Per il secondo punto di vista, gli orga
nismi unicellulari che si moltiplicano per divisione potevano avere solo
un preciso numero di generazioni, dopo di che sarebbero inevitabil
mente scomparsi in quanto specie. Gli esperimenti furono iniziati a
Mosca al principio del secolo. Durante la rivoluzione i batteri, che
continuavano a moltiplicarsi, furono trasferiti in Crimea, e in seguito
a Parigi, e continuano ancora a moltiplicarsi. Secondo il professar Me
talnikoff l'esperimento prova l'immortalità della cellula. Ma quello che
è particolarmente interessante per noi è che prova anche l'inesistenza
dell'evoluzione, perché per una cellula che si moltiplica con straordi
naria rapidità nello spazio di ore, talvolta di minuti, trent'anni rap
presentano un ciclo di tempo paragonabile ai nostri periodi geologici,
cioè a milioni e milioni di anni. Durante tutto questo periodo non è
successo niente, e ne possiamo dedurre che non succederà niente.
12
La falsa personalità
La falsa personalità
I ruoli
5 febbraio 1936
La caratteristica principale
1 1 gennaio 1 938
La triade statica
ottobre 1 938
Corpo e Essenze
lavorare contro la falsa personalità. Ciò non significa che la falsa per
sonalità scompare, significa solo che non è sempre presente. All'inizio
è quasi sempre lì, ma quando il centro magnetico comincia a crescere,
essa scompare, talvolta per mezz'ora, talvolta anche per un giorno. Poi
ritorna per una settimana. Dunque, tutto il lavoro deve essere diretto
contro la falsa personalità.
Quando la falsa personalità scompare per un breve periodo, l' 'io' di
viene più forte. Solo che non è veramente l' 'io', ma sono molti 'io'.
Più lunghi sono i periodi nei quali la falsa personalità scompare, più
La falsa personalità 253
forte diventa l' 'io' (formato di molti 'io'). Il centro magnetico può
essere trasformato nel maggiordomo interinale, e quando il maggior
domo interinale ottiene il controllo della falsa personalità, trasferisce
tutte le cose inutili dalla parte della falsa personalità, mentre dalla
parte dell' 'io' rimangono solo le cose necessarie. Poi, in una fase più
avanzata, può accadere che dalla parte dell' 'io' venga l' 'io' permanen
te, con tutto ciò che gli è connesso. In tal caso, i molti 'io' saranno
dalla parte della falsa personalità. Ma ora non possiamo dire troppo
riguardo a questo. Ci sarà l' 'io' permanente con tutto ciò che gli è
connesso, ma non sappiamo che cosa gli è connesso. L' 'io' permanen
te ha funzioni completamente differenti, un punto di vista completa
mente differente.
Questo diagramma raffigura uno stato, poi uno stato leggermente
differente, e poi un altro stato. Con il suo aiuto potete avere la rap
presentazione dei diversi stati dell'uomo, iniziando dai più elementari.
Nello stato più elementare la falsa personalità è attiva, l' 'io' passivo.
Corpo, anima ed essenza rimangono sempre neutralizzanti. Quando,
dopo molte e molte fasi, si manifesta l' 'io' permanente, l' 'io' diviene
attivo, i molti 'io' diventano passivi, e la falsa personalità scompare.
Tra questi due estremi si possono tracciare molti diagrammi differen
ti, e inoltre ci sono anche parecchie altre possibilità.
Ho definito questa triade come 'statica', perché il corpo, l'anima e
l'essenza rimangono sempre nello stesso posto, come forza neutraliz
zante, e le altre forze cambiano solo molto lentamente. Pertanto l'in
tera triade è più o meno nello stesso posto per tutto il tempo.
D. Questo diagramma implica che il corpo e l'essenza a volte stanno
dalla parte della falsa personalità e a volte dall'altra, a seconda di chi
predomina?
O. No. Se il corpo e l'essenza sono normali, sono imparziali e non
stanno né da una parte né dall'altra. Ma se in loro c'è qualcosa di
sbagliato, stanno dalla parte della falsa personalità.
D. La triade statica può rappresentare altri tipi di lavoro oltre alla
lotta contro la falsa personalità?
O. La triade statica rappresenta voi, non il lavoro. Vi mostra lo
stato del vostro essere, che cosa siete in un dato momento. Uno dei
punti, corpo ed essenza, è sempre lo stesso, ma la relazione degli altri
due punti cambia.
Tutte le vostre azioni dipendono dalla triade statica che è in atto.
Alcune azioni richiedono un certo stato della triade statica e altre azio
ni richiedono un altro stato della triade statica.
D. In relazione a questo diagramma, la falsa personalità si trasforma
da forza attiva in forza passiva nel momento in cui la capiamo?
254 La falsa personalità
O. No, non nel momento in cui la capiamo. Non può essere trasfor
mata in forza passiva senza molti sforzi.
D. Fino a ora avevo avuto l'impressione che la falsa personalità fos
se l'insieme di tutti i molti 'io' . Questo diagramma mi ha reso le cose
un po' oscure.
O . Fra questi molti 'io', ci sono molti 'io' positivi, che potrebbero
essere l'inizio di un'altra personalità. La falsa personalità non può svi
lupparsi, perché è completamente sbagliata. Ecco perché dico che tutto
il lavoro deve concentrarsi sulla falsa personalità. Se si fallisce nel la
voro, è perché non si è prestata sufficiente attenzione alla falsa per
sonalità, perché non la si è studiata e non si è lavorato contro di essa.
D. La falsa personalità ha diversi 'io' ?
O. Ha molti 'io', ma sono tutti immaginari.
D. Che cosa accade al centro magnetico quando la falsa personalità
scompare?
O. Il centro magnetico e la falsa personalità non possono coesistere.
Da questo punto di vista sono come il sole e la luna.
D. Il mahifestarsi dell' 'io' permanente indica la scomparsa della
falsa personalità?
O. È un'eventualità cosl lontana che non ne possiamo parlare. Ma
la falsa personalità non può manifestarsi neppure contemporaneamente
al centro magnetico. Se ciò accadesse, lo danneggerebbe. Tutto il la
voro si deve concentrare sulla falsa personalità. Altrimenti sarà un la
voro inutile e destinato a fallire in breve tempo.
D. Tutte le preferenze e le avversioni fanno parte della falsa perso
nalità?
O . Nella maggior parte dei casi, sl. E anche quelle che originaria
mente non ne facevano parte, che dipendono da cause reali, debbono
tutte passare attraverso la falsa personalità.
D. Bisogna conoscere completamente la falsa personalità per poter
combattere contro di essa? Mi sembra che se ne possa avere solo una
conoscenza frammentaria.
O. Bisogna conoscerla. È come una razza speciale di cane. Se non
la conoscete, non potete parlarne. Se l'avete vista, allora potete par
larne. Una conoscenza frammentaria, come quella di cui lei parla, è già
sufficiente. Ogni frammento è dello stesso colore. Se avete visto quel
tipo di cane una volta, lo riconoscerete sempre. Abbaia in un modo
particolare, cammina in un modo particolare, tutto ciò che lo riguarda
è differente.
Questo diagramma mostra che il lavoro o la degenerazione personali
avvengono in relazione alle diverse manifestazioni della falsa persona
lità, mentre il corpo, l'anima e l'essenza rimangono sempre gli stessi .
La falsa personalità 255
La separazione
16 gennaio 1940
Il pagamento
La pecora consapevole
27 febbraio 1936
D. Lo sforzo verso la consapevolezza è necessario al Raggio di Crea
zione?
O. Lasci perdere il Raggio di Creazione . Parli di quanto la riguarda
personalmente. Se fossimo più consapevoli, non saremmo altro che mac
chine consapevoli. L'uomo dal quale ho imparato questo sistema mi ha
detto che in alcune scuole, mediante metodi speciali, si poteva rendere
consapevole una pecora. Ma essa rimaneva semplicemente una pecora
consapevole. Gli chiesi che cosa ne avevano fatto di questa pecora
consapevole, ed egli rispose che se l'erano mangiata.
L'idea della pecora consapevole è questa: supponiamo che un uomo
sia reso consapevole da qualcun altro. Egli diventerà uno strumento in
mano ad altri. Sono necessari i propri sforzi perché altrimenti, anche
se un uomo è reso consapevole, non sarà in grado di trarne vantaggio.
La consapevolezza e la volontà, per la loro stessa natura, non possono
essere date. Ogni cosa deve essere comprata, nulla viene dato gratis . La
cosa più difficile è imparare a pagare. Si ottiene esattamente quel che
si è pagato. Se lo si potesse spiegare in poche parole, non ci sarebbe
nessun bisogno di una scuola. Questo fatto viene sottolineato molto vi
gorosamente nel Nuovo Testamento . Evidentemente coloro che hanno
scritto i Vangeli lo reputavano molto importante. È l'idea del buon
mercante.
D. Si può acquisire la volontà volendo qualcosa che non si ha?
O. Sl, superando gli ostacoli, altrimenti si sarà come la pecora con
sapevole di cui vi ho parlato.
Imparare a pagare
D. Ha detto che dobbiamo capire la necessità del pagamento. Ma
prima di poter pagare, si deve capire la necessità di una scuola ed es-
258 Il pagamento
anche in questo caso, essa deve pagare per averla. Solo allora si può
avere questa conoscenza. È una legge cosmica. Questa idea è sottoli
neata molto vigorosamente nel Nuovo Testamento. L'uomo deve pa
gare, deve comprare le cose, non può averle per nulla.
D. Cosa significa esattamente un pagamento che non è un pagamen
to in denaro ?
O. È quello di cui sto parlando, dovete scoprirlo da soli. Talvolta
vi viene richiesto, ma talvolta potete capirlo da soli. Significa sempre
un certo sforzo, un certo fare, diverso da quello che fareste natural
mente, e deve essere necessario o utile al lavoro. Prima vi ho dato un
esempio. Avevo capito qual era la situazione in Russia e non sarei
mai rimasto dopo l'inizio della rivoluzione, perché c'erano molte diffi
coltà e molte cose sgradevoli; e tuttavia, a causa del lavoro, rimasi in
Russia : era il 1 9 1 7 e non potei andarmene sino al 1920, e questo fu
parte del mio pagamento. È solo un esempio, perché era necessario per
il lavoro, in qualche modo era necessario, non dovete prenderlo alla
lettera.
D. Non capisco la differenza tra sforzo e pagamento.
O. Gli sforzi possono essere un pagamento, ma debbono essere utili.
D. Il pagamento non è anche una questione di ricettività?
O. È necessario capire il lavoro in generale, le necessità del lavoro,
quello che è utile per esso, che può aiutarlo. Una volta che si è capito
questo, si troverà la maniera di fare qualche cosa di utile, anche se non
si ha denaro, o cose simili. L'atteggiamento dipende da voi e dalla vo
stra comprensione; l'opportunità dipende dalle circostanze.
D. C'è un rapporto tra il lavoro su di sé e il pagamento?
O. Se non si lavora su se stessi non si sarà in grado di pagare. Ecco
come sono in relazione. Chi pagherà? La falsa personalità non può
pagare.
D. Sarebbe più facile ricordare se stessi se ci fosse una maggiore
chiarezza riguardo a certe cose.
O. Non possiamo ricordare noi stessi se tutto rimane immutato. Se
vogliamo veramente ricordare noi stessi, dobbiamo cercare di cambia
re qualcosa. Non possiamo avere le cose nuove e conservare le vecchie,
non c'è posto, e quindi dobbiamo far loro posto. Succede così anche
per le cose ordinarie. Se si vuole molto, si deve dare molto. Se si vuole
poco, si darà poco. Fate le vostre valutazioni, e capirete.
D. Credo che forse ci si inganna sul fatto di voler cambiare.
O. Molto spesso. Questa è un'ottima osservazione, perché assai di
frequente ci si persuade di voler cambiare ma nello stesso tempo si
vuole conservare ogni piccola cosa, e allora dove sta il cambiamento?
Se si vuole conservare tutto, il cambiamento è impossibile. Pensare al
260 Il pagamento
La comprensione
25 ottobre 1 938
D. Lei ha detto che ci sono diversi modi per pagare ciò che si ha,
e che non si tratta di pagare in denaro. Uno di essi potrebbe consistere
nel dedicare tutto il proprio tempo a Lyne, se fosse necessario?
O. In alcuni casi potrebbe trattarsi di questo. Tuttavia non si può
dire così, come se per tutti fosse la stessa cosa. Potrebbe essere una
cosa oppure un'altra. Ma veramente io non ho parlato di questo. Ho
parlato soprattutto della comprensione. Mi riferisco alla comprensione
del lavoro, della necessità del lavoro, dell'idea generale del lavoro.
Interessarsene: ecco che cosa ho detto che era obbligatorio. Non è pos
sibile capire da sé i metodi e tutto il resto finché non si capisce, non
voglio dire il 'piano', perché questo è troppo determinato, ma la dire
zione del lavoro. E la comprensione della direzione potrà aiutare a ca
pire molte cose più limitate.
Vedete, non si può evitare la propria responsabilità per questa parte
del lavoro, e se per una ragione o per l'altra la si riesce a evitare, allora
si perde tutto, oppure, anche se non si perde ciò che si è ottenuto, non
si può più ottenere alcunché.
D. Esiste un modo per accrescere la propria comprensione?
O. Non ce n'è uno solo, ce ne sono migliaia. Tutto ciò di cui ab
biamo parlato sin dal primo giorno riguarda i modi per accrescere la
comprensione. Ma bisogna soprattutto lottare contro gli ostacoli, contro
le cose che impediscono la comprensione. Solo rimuovendo questi osta
coli si può iniziare a capire di più. Ma gli ostacoli, a eccezione dei co
muni connotati dell'identificazione e così via, sono individuali. Bisogna
scoprire i propri ostacoli, scoprire che cosa ci impedisce di progredire.
Il pagamento 261
La rinuncia
7 febbraio 1 940
I l pensare
I tre linguaggi
1 4 giugno 1 939
Il pensare
1 6 gennaio 1 940
D. Ogni volta che cerco di riflettere alle diverse cose del programma
non faccio nessun progresso. Non riesco a fare altro che ripetere quali
sono.
O. Ripetere non serve a nulla. Deve cercare di pensare. Quindi de
ve scoprire qualcosa di nuovo, che non ha mai visto prima, o nuovi
punti di vista, nuove angolazioni. Cerchi di parlarne con altre persone
perché è molto utile, non in quel momento, ma nel tempo libero.
D. La mia incapacità a pensare in modo nuovo o di avere un qual
siasi pensiero nuovo riguardo agli stessi argomenti, mi ha mostrato ve
ramente quanto sia meccanica e formatoria la mia mente. Che cosa
posso fare?
O. Deve sviluppare il ricordo di sé ; è l'unico modo. Deve realmente
sforzarsi per cinque minuti o di essere consapevole di se stesso o di
scacciare tutti i pensieri, e se lo farà seriamente, potrà aiutarla.
D. Ho notato che spesso mi balenano in mente pensieri di una
straordinaria lucidità e freschezza. Come ci si può procurare tali intui
zioni riguardo agli argomenti che si desiderano?
O. Bisogna ricordare se stessi di più, più profondamente, meglio.
Non c'è altra risposta; e poi bisogna anche sforzarsi di pensare da
punti di vista diversi, o su diversa scala. Cerchi di collegare una cosa
tra quelle che ha pensato in precedenza, o che ha fatto prima, o alle
quali prima non riusciva a rispondere. Se lei collega correttamente al
meno una cosa, tutto il resto diverrà più chiaro.
D. È difficile mantenere una linea di pensiero nonostante le ordi
narie cose che avvengono nella propria testa: il materiale è cosl limitato!
O. No, il materiale è molto, è qualcos'altro che è limitato: il desi
derio, o lo sforzo; qualcosa è limitato, ma non il materiale.
D. Vorrei conoscere la causa della resistenza a non lasciare entrare
i pensieri, quei pensieri che continuano a introdursi energicamente
nella nostra coscienza.
O. Ci sono due cause: la causa della resistenza è una cosa e la causa
dei pensieri che continuano a creare interruzioni è un'altra. Quest'ul
tima consiste nel modo di pensare ordinario, cioè non si può mai man
tenere una linea perché intervengono le associazioni accidentali. La re
sistenza è un'altra cosa; dipende da una mancanza di abilità, dall'in-
266 Il pensare
17 gennaio 1 940
25 gennaio 1 94 1 , Lyne
quanto avrebbe potuto in tempi più tranquilli. Ma, come ho già detto,
spero che non durerà così tanto.
D. Dovremmo tutti fare del nostro meglio per venire in America?
O. Non posso dirlo. Prima devo arrivarci e poi vedremo.
D. Come potremo ricevere gli shock quando diventano necessari?
O. Gli shock sono a disposizione. Attualmente dovreste pregare
per avere meno shock ! È molto importante che rimaniate insieme, è
la cosa più importante . Se riuscirete a conservare questa casa, allora
il futuro sarà più facile.
D. Prima di partire, lascerete qui qualche organizzazione?
O. Questa esiste già. Ho solo parlato di qualche dettaglio tecnico.
D. Ho la viva impressione che questa è la fine di un certo periodo ,
e che in seguito ci potrà essere l'inizio di un altro periodo, ma c'è
una sorta di fase intermedia che può essere molto difficile.
O. Proprio cosi. Ma non sono d'accordo con lei che questa sia
la fine. La fine è stata quando è iniziata la guerra.
D. C'è qualche particolare principio che dovremmo ricordare, che
ci possa aiutare durante questa fase intermedia?
O. Cercate di ricordarvi di voi stessi e non dimenticate di arre
stare il flusso dei pensieri, il più spesso possibile e ogni volta che
potete. In tal modo ricorderete il lavoro e ricorderete ogni altra cosa.
D. Ciò significa arrestare i pensieri senza niente di speciale a cui
pensare in seguito?
O. No, no, non c'è nulla a cui dover pensare. Smettete di pensare.
È un grande errore credere che per poter fermare i pensieri si debba
pensare a qualcosa.
D. E in seguito?
O. Nulla. Smetta · di pensare, semplicemente.
D. Quando si è più liberi dai pensieri, si può sapere meglio che
cosa si vuole?
O. Non posso dire niente riguardo alla libertà dai pensieri. Per
due, tre, quattro volte al giorno, per cinque minuti, cercate di smet
tere di pensare. Non ho mai detto nulla sul fatto di essere liberi dai
pensieri . È una cosa assai diversa.
D. Supponiamo che ci sia una percentuale molto bassa di persone
che cercano di ricordare se stesse, o di smettere di pensare, o di
fare qualcosa, che cosa accadrà?
O. Ho parlato a quelli che vogliono farlo, e ho parlato di quelli
che vogliono farlo.
D. Gli altri non rovineranno tutto?
O. Ho parlato di fermare i pensieri, non di non fermarli. Ho par
lato di ricordarsi di sé, non di non ricordarsi.
270 Il pensare
gia a causa dei pensieri che provengono da ciò che sentiamo attorno
a noi.
O. Si perde energia in tutte le azioni, le emozioni, persino i mo
vimenti o le funzioni che non potete controllare. Se si incomincia
a Òttenere il controllo di una cosa, si otterrà anche il controllo di al
tre. Viene sempre spiegato all'inizio del nostro lavoro. Ci sono mol
tissime cose da imparare e da mettere in pratica. Non si possono
fare le cose separatamente, ma incominciando con quelle principali, si
cambierà anche le altre. Dunque, non c'è bisogno di fare ogni cosa
separatamente. Smettere di pensare è la cosa più facile. Non richiede
nessuna preparazione, nessuna organizzazione. Si può smettere di pen
sare in qualsiasi condizione. Se fate questi sforzi, molte altre cose
cambieranno. Se otterrete il controllo dei pensieri, otterrete il con
trollo di molte altre cose.
D. C'è qualche particolare ostacolo in noi che può impedirci di far
proseguire Lyne?
O. No, solo la pigrizia, il non ricordarvi di voi, l'immaginazione
negativa. Ci sono molte cose, centinaia e centinaia. Altrimenti sarebbe
semplice.
D. Coloro che non vivono a Lyne, come possono mantenersi in con-
tatto?
O. Alcuni potranno, altri no, altri non sapranno farlo.
D. Come è possibile?
O. Stiamo parlando di fatti. Chi vuole venire, può farlo. Ma può
diventare impossibile perché questi non sono tempi normali. Ci po
trebbero essere molte difficoltà.
D. Per tanto tempo abbiamo contato sul suo discernimento e su
quello di Madame. . .
O . Dovete sviluppare la vostra capacità di discernimento. Ora ne
avete l'opportunità.
L'osservazione
Le difficoltà personali
marzo 1 939
Vedere se stessi
Mentire
1 6 gennaio 1 940
molti 'io'. Ma non sembra sufficiente. Come posso capire meglio que
sto fatto?
O. Capisca che non si possono percepire simultaneamente le diffe
renti emozioni. Non serve a nulla descriverne il perché. E questo non
ha nulla a che fare con la consapevolezza.
D. Come si può sviluppare la consapevolezza?
O. Cercando di essere sinceri con se stessi.
D. Come ci si può tenere in contatto con il sistema quando si è co·
stretti a vivere fuori Londra a causa della guerra? Sembra che si possa
proseguire solo sulla prima linea di lavoro ; ma serve a qualcosa?
O. Questo non fa parte del nostro programma. È una faccenda di
circostanze personali. Non ci sono metodi. Una persona può fare una
cosa e un'altra persona forse non può.
D. Talvolta durante uno sforzo per ricordare me stessa, le cose in
torno a me sembrano diventare più vivide. Altre volte lo sforzo sembra
eliminare le impressioni. Quale di questi stati è più vicino al ricordo
di sé?
O. Questo deve deciderlo lei. È materiale per l'osservazione. Quan
do si sente che i tentativi di ricordare se stessi non danno risultati,
bisogna smettere di pensare. In questo non si può sbagliare. Non ci
sono condizioni, a meno che non si sia molto ammalati oppure ci si
trovi in qualche insolita situazione in cui non si possono arrestare i
pensieri.
D. Per quanto riguarda il programma che ci è stato dato, riscontro
una grande povertà di pensiero se cerco di pensare ai problemi insolu
bili per la nostra mente. Vi è un modo per avere più idee?
O. Non mi ha dato materiale sufficiente. Innanzitutto, faccia più
sforzi. E si renda conto che lei pensa in continuazione a problemi in
solubili per la nostra mente.
D. Il patriottismo non potrebbe essere un impulso religioso in
conscio ?
O. Non lo so. Può essere semplicemente una parola.
D. Ho cercato di pensare alla pigrizia e all'inerzia, e sebbene sappia
che si tratta di un denso stato di sonno che scompare nel caso di qual
siasi forte impressione, mi sembra che ci siano molti altri aspetti. Po
trebbe dirci qualcosa in proposito?
O. Lei sta parlando di parole e non propone nessun esempio. Io cer
co di non pensare alle parole.
D. Lo sforzo di pensare in modo diverso sembra produrre una sen
sazione particolare in un'area della testa. È perché sto cercando di
usare un'energia fino a ora non sfruttata, o è solo dovuto alla mia
continua pigrizia intellettuale, dovuta all'assenza di stimoli?
286 L'osservazione
Questo lo può fare. E darà risultati. Ciò non significa che lei diven
terà un uomo n . 7 o qualcosa di simile, ma vedrà dei risultati.
D. Quando mi sforzo di pensare a una delle idee del programma,
cerco di ricordare ciò che ho udito e di confrontarlo con le mie osserva
zioni, ma mi sembra che in questo modo non sto pensando. Come pos
so riuscire a pensare?
O. Pensare va molto bene, ma ci sono altri modi.
5 aprile 1 940,
Colet Gardens
D. Non è stato detto qualcosa circa il lavoro per ritornare alla sor
gente della conoscenza? Se non lavoriamo, la scuola non potrebbe es
sere in grado di lavorare per ritornare alla sorgente.
O. Questo è su tutt'altra scala. Si tratta di qualcosa molto grande,
che non si può applicare alla vita individuale.
D. Esiste una proporzione precisa per quanto riguarda il numero di
persone necessarie per una scuola?
O. Le scuole sono differenti. Alcune possono esistere con un numero
molto esiguo di persone, altre richiedono più persone, e cosl via. Varia
secondo i tempi, le condizioni, le persone. Ecco perché dipende dalle
circostanze. Per quanto riguarda questo lavoro, noi avevamo un piano
ben definito, ed eravamo arrivati molto vicini alla sua attuazione. Poi
è · scoppiata la guerra. Saremo capaci di sopravvivere in queste circo
stanze, anche se non peggiorano? La nostra organizzazione era stata
fatta in funzione di un piano. Potremo continuare a esistere senza
un'organizzazione?
D. Chi è stato in contatto con il lavoro e non ha lavorato, è in una
posizione peggiore rispetto a chi non ha mai incontrato il lavoro?
O. Dipende da quello che intende per migliore o peggiore. Se si è
ottenuto qualcosa, si è in una posizione migliore. Se non si è ottenuto
nulla, si è in una posizione peggiore.
D. Mi sembra che la questione dei limiti sia una questione di tempo.
Noi non viviamo per sempre.
O. L'uomo meccanico continua a ritornare. Ma quando ci si inco
mincia a svegliare il tempo è contato.
D. Ho notato che se penso in modo giusto, la mia energia fisica
aumenta. Come posso ottenere un aumento dell'energia emotiva?
O. Non può attenerlo. Nessuno lo può. Lei può aumentare la consa
pevolezza e il ricordo di sé. In tal modo intensificherà tutte le funzioni.
Non può lavorare direttamente per questo. Qual è l'effetto del pensa
re in modo giusto? C'è un minore spreco di energia. Vi trovate sempre
nel centro che corrisponde al lavoro da fare. Pertanto c'è un minore
dispendio di energia. Un esempio molto buono era quello riguardante
il pensare ai cosmi.
D. Per quanto riguarda la disciplina: deve essere disciplina di scuo·
la, oppure è utile anche qualsiasi disciplina che si impone a se stessi?
O. La disciplina va bene se è disciplina. Ma se è solo un'invenzione,
non dà nessun risultato. L'aspetto più importante della disciplina con
siste nel non esprimere le emozioni negative e nel non compiacersi in
esse. Nessun compito meccanico può dare risultati; la vera disciplina
consiste nel sorprendersi in un momento di emozione negativa . Oppu
re nel non lasciarsi trascinare dalle emozioni negative.
294 L'osservazione
I l Padre Nostro
Il Padre Nostro
5 marzo 1 93 7
ni. Per esempio, molte domande sorgono riguardo al verso più dif
ficile:
Rimetti a noi i nostri debiti. A questo sono collegati molti principi.
lnnanzituttò, la 'remissione', il perdono: nello stato in cui ora siamo,
perdoniamo quando non dovremmo e non perdoniamo quando lo do
vremmo. Tutte le identificazioni, il sentimentalismo . . . Il perdono è
una funzione dell'emotività superiore ed è collegato alle emozioni po
sitive. Per noi è impossibile.
I nostri debitori. Se noi avessimo emozioni positive, saremmo ricet
tivi nei confronti delle influenze superiori, che farebbero qualcosa per
noi. Questa è la spiegazione di 'rimetti a noi i nostri debiti' . Si riferi
sce all'idea di cambiare il passato, che può essere capita solo con l'idea
della ricorrenza. Se cambiamo oggi, cambiamo il futuro della prossima
vita, e se cambiamo il futuro della prossima vita, cambiamo il passato.
Se riuniamo tutte queste idee, vediamo come i comuni significati
attribuiti al Padre Nostro siano assurdi, e quante cose siano necessarie
per potere avere anche solo un'intuizione del reale significato. Non si
può capire se ci si limita a ripetere queste parole. Sto solamente cer
cando di mostrarvi alcuni principi : le emozioni positive, le influenze,
il cambiamento del passato, la ricorrenza.
Il pane. Il pane è cibo. È necessario ricordare tutto quello che sap
piamo sul cibo. A quale cibo ci si sta riferendo? Che cosa può essere
cibo? Le impressioni, le influenze ... di tipo superiore. . . per l'uomo
comune, le influenze B sono già questo cibo 'soprasostanziale' ; per
l'uomo con un centro magnetico, esso è costituito dalle influenze C.
La tentazione. Per noi, tutto ciò che è facile, meccanico; lasciar an
dare le cose; quando siamo arrabbiati, esprimere l'ira; quando siamo
irritati, esprimere l'irritazione; la comodità del 'lasciare che le cose
succedano' .
Il male. I l male può essere spiegato facilmente. Quando s i resiste
alla tentazione si diventa orgogliosi, si pensa di essere svegli mentre
gli altri sono addormentati; si pensa a quanto si è migliori, ecc . . .
Il perdono. Le emozioni positive ('' Amate i vostri nemici " ) . I l ri
sultato delle emozioni positive. Il perdonare vi apre alle influenze su
periori. Gli ostacoli alle influenze superiori: le emozioni negative.
Se cercate di amare i vostri nemici per mezzo delle comuni emozioni,
vi farete più nemici.
Le influenze superiori possono cambiare il passato, e ciò è in rela-
·
La ripetizione
23 gennaio 1 934
dei miei esperimenti con questa e altre forme di esercizi relativi alla
ripetizione. Questi esercizi esistono sia nella Chiesa Orientale che, in
altre forme, in scuole buddhiste e musulmane. Solitamente si sceglie
una breve preghiera, che viene ripetuta continuamente; questa ripeti
zione generalmente viene collegata al respiro, all'ascolto dei battiti del
cuore, e a molte altre cose, ma questo è sufficiente. È necessario ri
cordare che questo esercizio è collegato in modo preciso alla respira
zione, e che io non lo consiglio. Non lo credo possibile perché richie
de una completa solitudine, per lo meno per un lungo periodo; non si
possono fare gli esercizi collegati alla respirazione quando ci si trova
tra la gente o durante il normale lavoro; si devono avere a disposizio
ne parecchie ore al giorno, nelle quali poter rimanere indisturbati.
Avevo provato questi esercizi molto tempo prima di incontrare il siste
ma, e all'inizio, dopo che fui entrato in contatto con il sistema, mi aiu
tarono molto a valutare il ricordo di sé, e anche per i primi compiti
che ci furono assegnati.
Ma tale esercizio, vale a dire la ripetizione di una breve preghiera,
deve essere unito alla respirazione e al digiuno, altrimenti ben presto
diventa . troppo facile e sorvola le cose senza toccarle. Intendo dire che
risveglia l'attenzione solo all'inizio. Così sostituii la breve preghiera di
sette parole ricordata nella Filocalia con il Padre Nostro. Avevo sen
tito parlare dell'uso del Padre Nostro per lo stesso scopo, la continua
ripetizione, in alcuni monasteri russi. Questo diede risultati molto inte
ressanti dal puntò di vista del conservare l'attenzione, e quando facevo
questi esercizi l'attenzione era molto più sveglia. Ma fui costretto a oc
cuparmi di alcune cose; viaggiai e ritornai in Russia; poi incontrai que
sto sistema e provai di nuovo gli esercizi. Li variai, ripetei il Padre No
stro in greco, secondo la pronuncia della scuola, e quando divenne qua
si automatico, cercai di ripeterlo secondo la pronuncia greca moderna ;
oppure le alternai, perché quando la pronuncia di scuola divenne auto�
matica, era difficile ricordare di pronunciarlo in maniera. diversa. Ma
in questo modo potei conservare l'attenzione; quando l'attenzione
scompariva, la ripetizione si fermava, oppure si confondeva o continuava
solo nel modo in cui l'avevo praticata precedentemente.
Ho provato anche parecchie altre cose ma non ne parlerò in questa
occasione, tuttavia vorrei dire che un esercizio di questo tipo, cioè la
ripetizione di una lunga preghiera, viene usato in molte scuole, e se
vkne applicato a cèrte idee sulla macchina umana, può essere collega
to a un lavoro molto interessante e importante. Innanzitutto può esse
re collegato allo studio delle parti dei centri, perché si deve iniziare
nella parte intellettuale del centro intellettuale, altrimenti è impossi
bile. Quando si fa una cosa nuova, bisogna fare attenzione, e per fare
Il Padre Nostro 301
Frammento autobiografico
Sono nato a Mosca nel 1878. I miei primi ricordi sono collegati alla
casa della mia nonna materna in via Pimenovskaia. Mio nonno morì
nel 1882. Era un pittore, soprattutto un ritrattista, e in gioventù un
buon pastellista. In seguito divenne un pittore di chiese, vale a dire
che aveva uno studio e accettava incarichi di dipingere quadri nelle
chiese o destinati a chiese. Era questo un lavoro speciale poiché i pit
tori di chiese erano quasi una casta speciale.
Mia nonna era una donna molto intelligente. Non dimenticherò mai
le meravigliose storie della vita nella vecchia Mosca che raccontava a
mia sorella e a me.
Anche mia madre era una pittrice e aveva un ottimo gusto per quello
che riguardava la letteratura russa e francese.
Mio padre, al tempo in cui nacqui, lavorava all'ufficio di rilevazioni
topografiche. Amava molto la musica e la pittura ed era un buon ma
tematico. Aveva un particolare interesse per i problemi della quarta di
mensione, ai quali dedicava molto tempo libero. Tutti i suoi scritti an
darono perduti. Anch'egli morì quando ero molto giovane.
La casa di via Pimenovskaia aveva parecchie caratteristiche del tut
to insolite. Per tanti aspetti era una casa antiquata e per altri aspetti
precorreva di molto i tempi. E in entrambi i casi ciò era dovuto all'in
fluenza di mia nonna. La famiglia non apparteneva a nessuna classe in
particolare ed era in contatto con tutte le classi. Credo che questo fos
se possibile solo in Russia.
che, così come era, non aveva esito. Ma mi aprì le porte di un mondo
nuovo e più grande. Scoprii l'idea di esoterismo, trovai un metodo va
lido per studiare la religione e il misticismo, e fui ulteriormente sti
molato a studiare le 'dimensioni superiori' . Nel 1908 ero a Costan
tinopoli, Smirne, Grecia ed Egitto. Nei primi mesi del 1 909 finalmen
te lasciai Mosca, e andai a vivere a San Pietroburgo. Studiai gli scritti
dell'occultismo; feci ogni tipo di esperimento psicologico, usando meto
di yogici e magici; pubblicai parecchi libri, tra i quali Tertium Organum,
e tenni conferenze pubbliche sui Tarocchi, sul superuomo, sugli yogi,
ecc.
Nel 1 9 1 3 e nel 1 9 1 4 andai in Egitto, a Ceylon e in India, e ritornai
in Russia subito dopo l'inizio della guerra. All'inizio del 1915, prima a
San Pietroburgo e poi a Mosca, tenni numerose conferenze sui miei
viaggi e sulla mia ricerca del miracoloso.
Nella primavera del 1915 incontrai a Mosca uno strano uomo che
guidava una specie di scuola filosofica. Questi era G. l . Gurdjieff. Sia
lui che le sue idee mi impressionarono moltissimo. Ben presto mi resi
conto che egli aveva trovato molte cose che io avevo cercato in India.
Compresi di avere incontrato un sistema di pensiero completamente
nuovo, che superava tutto ciò che avevo conosciuto in precedenza . Que
sto sistema offriva una visione assolutamente nuova della psicologia
e spiegava quello che non ero riuscito a capire nelle idee esoteriche e
nei 'principi di scuola'. Trascorsi una settimana a Mosca con G. e ri
tornai a San Pietroburgo con grandi speranze. Nell'autunno del 1 9 15
G. venne a San Pietroburgo, e da allora iniziò a venire regolarmente,
tenendo conferenze per i piccoli gruppi che io organizzavo per lui.
Alla fine del 1 9 16 mi ritrovai nell'esercito, tra i genieri. Fu un'espe
rienza strana, ma non spiacevole. Dopo quattro mesi fui esonerato a
causa dei problemi di vista. Ciò accadde due settimane prima della
rivoluzione. Non mi facevo illusioni riguardo alla rivoluzione e capivo
che i giorni della Russia erano contati. Decisi di andare all'estero, e di
attendere la fine della guerra in una nazione neutrale, per poi conti
nuare il mio lavoro a Londra, dove, di ritorno dall'India, avevo comin
ciato a preparare la pubblicazione dei libri.
Rimandai la partenza dalla Russia a causa del mio rapporto con G.
Egli era andato nel Caucaso immediatamente prima della rivoluzione, e
per qualche tempo non ebbi sue notizie. Mi mandò sue notizie solo a
giugno, e io lo raggiunsi subito nel suo paese natale, nel Transcaucaso.
Il mese successivo G. invitò nel Caucaso i membri dei gruppi di Mo
sca e di San Pietroburgo. Passammo la fine dell'estate del 1 9 1 7 a
Essentuki, un luogo ricco di acque minerali nel nord del Caucaso, e
in settembre ci trasferimmo a Touapse, sul Mar Nero. Andai a San
306 Frammento autobiografico
Pietroburgo per l'ultima volta nell'autunno del 1 9 17, e partii una set
timana prima che il governo provvisorio fosse rovesciato dai bolscevichi.
Ritornai nel Caucaso e vi rimasi poco più di due anni, dapprima sulla
costa del Mar Nero e poi di nuovo a Essentuki.
Durante il primo anno rimasi con G., ma nell'estate del 1 9 1 8 mi ac
corsi che avevo smesso di capirlo, o che le sue idee erano cambiate,
e dovetti separarlo dal sistema, sul quale non avevo dubbi. Ma questo
non fu di grande aiuto, così finii con il rompere il rapporto con G., che
subito dopo lasciò Essentuki e andò a Tiflis. Trascorsi un inverno mol
to difficile a Essentuki. A quel tempo la città era nelle mani dei bol
scevichi, e tutt'intorno a noi c'era la guerra civile. Nel gennaio del 1 9 1 9
fummo liberati dai bianchi. M a era chiaro che s i sarebbe trattato solo
di una liberazione temporanea. Se volevo continuare il mio lavoro, era
necessario andare all'estero, secondo il piano originale.
Passai l'estate e l'autunno del 1 9 1 9 tra Ekaterinodar, Rostov e Novo
rossisk, e nel gennaio 1920 lasciai la Russia per Costantinopoli, dove
rimasi per un anno e mezzo. Costantinopoli in quel tempo era piena di
russi. Cominciai a tenere conferenze sulla psicologia, sui miei viaggi
eccetera, e nell'estate del 1920 incontrai G., che era arrivato da Tiflis .
Cercai di lavorare di nuovo con lui, ma presto scoprii che era impossi
bile, per le stesse ragioni di prima.
Nell'agosto del 1921 lasciai Costantinopoli per Londra. Iniziai le
mie conferenze a Londra e incontrai molte persone interessate alle
stesse idee. Nel febbraio 1 922 G. visitò Londra; egli allora viveva in
Germania. Ero ancora molto interessato al suo lavoro, ma questa volta
ero fermamente risoluto a rimanere separato. G. andò in Francia. Lo
aiutai in molti modi a organizzare il suo lavoro in quel paese, e nel
1922 e nel 1923 andai molte volte a Parigi e a Fontainebleau. Alla fine
del 1923 capii che non potevo rimanere collegato a G. perché mi era
del tutto incomprensibile, e giunsi alla rottura finale con lui nel gen
naio del 1 924.
Quindi continuai il mio lavoro a Londra. Nel 1931 pubblicai A New
Model of the Universe. Fu un lavoro molto lungo. La correzione della
traduzione richiese quasi due anni. Dopo il 1 93 1 il mio lavoro si con
centrò sullo sviluppo di un sistema psicologico fondato sullo studio
della 'consapevolezza di sé' e della 'consapevolezza oggettiva'. Questi
termini richiedono una spiegazione. Sto preparando un libro su questo
&istema che potrà essere pubblicato tra circa un anno o due.
Londra 1 935
Indice analitico
142, 146-48, 206; di sé, 41, 90, 92, 50, 1 10, 144, 223; sull'immaginazio
113, 1 14, 134, 145, 147, 160, 165; ne, 131
e la vera volontà, 127, 154; limita corpo fisico, possibilità di consapevo
zione della, 13, 20; deve essere pa lezza separatamente dal, 128, 135;
gata, 131, 258-59; teorica, filosofica nella Triade Statica, 251-56; e la ri
e pratica, 264, del futuro, 194 correnza, 19
consapevolezza, essere conscio, 23, 33, coscienza, 61-2, 84, 114, 173-78, 181-
36-7, 53, 55, 59, 62, 63, 66, 77-8, 82, 188, 281, 284-85
84, 89, 95, 104, 1 10, 112-14, 143-46, cosmi 38, 44, 85, 96, 214, 224-32, 291,
148, 152, 154-55, 167, 172-73, 175- 292, 293 298; tempo nei differenti,
78, 179, 183-84, 188, 196, 209, 216, 214, 225-32, 243-44
218, 220, 223-24, 248, 257, 266, Costantinopoli, 268, 305, 306
Creazione, Raggio di, vedi Raggio di
281-82, 284, 298, 299, 301-302; sta
Creazione
ti di, 37, 63, 78-9, 93, 100, 142-43,
credere, 79, 127, 129, 136, 137-38,
146, 167, 179, 284; di sé, 62, 93, 140-41
142-43, 179, 248; oggettiva, 126, crescita, processo di, 212, 219
141-42, 306; superiore, 55, 100, crimine (criminale) , 80, 88, 107, 178-
114, 146; come più importante idea 80, 181, 223
del sistema, 23 ; comprensione della cristallizzazione, in idrogeni sbagliati, 82
mancanza di, 72, 84, 95, 142; come critica (critico), 140, 154
contrapposta all'identificazione, 68-9; cultura, 211, 242
è impossibile senza le scuole, 218;
separata dal corpo fisico, 128, 135; Darwin, 242-44
non può essere data, 257; l'energia debiti (debitori), 296-98
della, 183-84, 2 1 1 ; di altri mondi, decisioni, 103-104, 107, 127
227; e le funzioni, 23, 37, 53, 63-4, degenerazione, 211, 254
delusioni, 72-3
142-44, 176, 194, 227, 284, 293; e
denaro, e il lavoro, 137, 140, 258
la volontà, 154-55, 257; e la co
densità, della materia, 164, 199, 201 ,
scienza, 173,74, 175-78, 180-82; e le
influenze B e C, 21, 44-5, 75, 290;
206, 212, 230, 234
dervisci, 129
e la ricorrenza, 6, 8, 9, 17-8, 21;
Deuterocosmo, 224
e il Padre Nostro, 300-301 ; shock
diavolo, 59-60, 78, 268
consapevoli, 166-67, 176; influenze
differente (diverso), lo scopo di dive
consapevoli, 216-17; ruoli consapevo
nire, 104-105, 131, 172; cercare di
li o inconsapevoli, 250; l'uomo con
fare le cose in modo differente, 101,
sapevole, 46; impossibilità di male 158, 160; le persone sono differen
consapevole, 84, 224; l'uomo ha il ti, 83, 289; possibilità di vedere in
diritto di essere consapevole, 141 modo differente, 37, 56, 71, 98, 176,
considerare, 57, 68, 126, 138, 144, 180, 185, 187, 219; possibilità che le
184, 246, 258, 268 cose succedano in modo differente,
contraddizioni, assenza delle, nel pen 17, 56; la guerra sarebbe potuta in
siero corretto, 207-208; interiori, 61, cominciare in modo differente, 274
71, 94, 141, 160, 181, 246 differenze, negli avvenimenti, nei mo
controllo, 27-9, 30, 37, 39, 49-50, 54- menti, 17, 20, 108-109, 123-24; nel
5, 63, 103, 1 10, 131, 142-45, 147, le attività, nelle azioni, 175-80, 182;
168, 171, 184, 195, 223, 249, 268, nell'essere, 90, 95-6; nella voce, nel
271 , 274-75, 282; dei centri, delle le parole, 185, 212; tra le emozioni
funzioni, 39, 54-5, 63, 142-44, 145, negative, 28-9
223, 282; e le emozioni negative, difficoltà, personali, 102, 123, 245, 261,
27-9, 30, 103, 223; inizia con la 277, 278; principali, 277, 278; tempi
mente, con l'atteggiamento, 37, 49- difficili, 268-69
310 Indice analitico
può, 35, 67, 86-8, 91, 1 10, 1 15, 123, giustificazione (giustificare) , 24, 51,
124-25, 133, 284; bisogna fare di più 125, 189
di quello che si può, 100; non si giustizia, 162-63
deve fare nulla se non si capisce, giusto e sbagliato, 96, 181 ; vedi anche
127-30, 135-36 moralità
fato, 75, 89, 150, 154, 165, 216, 283, gravità, 164; centro di, 85-9, 108
284, 289 Grecia, antica, e l'origine dei simbo
fede, 95, 129, 136, 140-41 li, 241
fiducia, in se stessi, 6 gruppo (organizzazione, lavoro) , 7, 61,
Filocalia, 300-301 76, 95, 119-21, 124, 130, 135, 140,
filosofia (filosofico), pratica, teoria e, 141, 217, 261 , 267, 274, 276
126, 229, 263-64; inizia dall'idea di guerra (e) , 19, 21, 39, 43, 81 , 98, 125,
tempo nei differenti cosmi, 231 ; si 129, 133, 216, 293 ; del 1914, 125,
stemi filosofici, scuole filosofiche, 95, 128, 305-306; del 1939, 269, 273-
130-3 1, 263, 305 74, 281, 285
fisico, lavoro, 139-40, 177-80; leggi, Gurdjieff (G.) , 1 13, 129-30, 135, 225,
164, 165, 206; energia, 183-84; vedi 231, 257, 301, 305-306
anche energia, quattro tipi di
fisiologiche, leggi, 164 Haghiocosmo 224
Fontainebleau, 306
folla, 216
Idee, realizzazione delle, 106-108; ine
formatorio, pensiero, 6, 14, 55, 81-2,
sistenti, vuote, 42, 106
107, 149, 164, 174, 191, 217, 263, identificazione, 19, 24-36, 51, 54, 56-
278, 286, 291-92; centro, apparato, 8 , 65-73, 91, 96, 101, 124, 126, 134,
41, 188, 191-92 138, 144-45, 148, 165, 184, 246, 250,
formulazione (formulare), 6, 1 10-14,
260-61 , 268, 270, 277, 297
191, 247, 291 idrogeni, Tavola degli, 38, 169-70, 211;
forza, 1 15 superiori, 63, 75-6, 166, 169-70, 172,
forze, Legge delle Tre, 85, 92, 95, 138,
189-90, 203, 218; inferiori , 169, 229;
176, 198-204, 206, 208, 211, 221, 234, e le tre forze, 198, 201-202, 211,
235, 238-41, 253, 255, 290, 296; 234-35, 241 ; e i centri, 63, 76, 167,
meccaniche, 44-6, 48, 98, 280-81;
183, 190-91; e la Fabbrica del Cibo,
combinazioni di, unioni di, 44, 176,
166-73, 233-34
208, 281 ; terza forza, o neutraliz ignoranza, in quanto legge alla quale è
zante, 198-202, 209, 211, 234-35,
sottoposto l'uomo, 165
241 ; 'Forza delle cose', 280; vedi illusioni (illusorio), 24, 36, 93, 103,
anche triadi 126-27, 133, 147, 157, 195
fotografie, di se stessi, 279
imitazione, e l'uomo n. l, 207, 217
Frammenti di un insegnamento scono- immaginazione (immaginario) , 5, 25-6,
sciuto, 299, 301 30, 32-3, 34"6, 37, 57-8, 69, 78j 86-
frizione, 106, 130
9, 91, 94, 111, 131, 133-34, 136,
fuga, 16, 20, 162-63
138, 144, 180, 184, 197, 217, 219,
funzioni, 23, 39, 53, 63, 93, 142, 143,
221, 223, 262, 268, 275, 277, 278,
145, 282; 293; inutili, 134, 275 302; e le emozioni, 25, 30, 32-3,
furbacchione, 59-60
34-6; e lo spreco di energia, 144,
futuro, conoscenza del, 194; cambia
mento del, 297-98
184; nei centri superiori, 131, 136;
di poter 'fare', 86; in quanto una
delle tre principali difficoltà, 277,
Galassia, la nostra, vedi sole, tutti i soli 278; bisogna solo rinunciare alle co
.genio, 242 se immaginarie, 278; il giusto uso
Geochimie, La, 213 della, 219, 221 , 223; 'io' immagina
213, 242
geologia, rio, vedi 'io', immaginario
312 Indice analitico
immagine, di se stessi, 114, 246, 251- uso sbagliato della parola 'io', 105-
52, 279-80 106, 245-48, 252-53, 277; gli 'io'
immortalità, nel contesto del sistema che vogliono lavorare, 67, 106, 1 16,.
solare, 226; delle cellule, 244 255
importante, che cosa è, 66, 104, irritazione, 139
264-65 istintivo, centro, vedi centri ; emozioni
impressioni, 166-73, 185, 237, 297; la e sensazioni, 32, 70, 145, 186
più rapida impressione visiva, 225-
27, 231 Kant·Laplace, teoria di, 242-43
incroci, 9, 108-109, 123 karma, 89
India, 8, 128-29 Khas-Namous, 82-4
indù (indiane) , divinità, immagini del-
le, 203 Laterale, ottava, 203
indifferenza, 26, 43 lavoro (il), significato del, 126, 146-
infinito, 85, 226 47; su se stessi, 20, 37, 103-104,
influenze, A, B e C, 1 1-4, 21, 38-9, 43- 138, 145, 157-59, 218, 259, 288-89;
7, 75-6, 94-5, 98-9, 122, 126, 290, sull'essere, 85-6, 89-94, 100, 136,
297-98; degli avvenimenti esterni, 146; di scuola, vedi scuola; di grup
38-9, 40-1, 42-3, 46-7, 49; dagli al po, vedi gruppo; organizzato, 40,
tri mondi, 200-202, 215-17, 229, 108, 115, 1 19-21, 122, 132-33, 136-
239; planetarie, 200-201, 210, 215- 37, 139-40, 293; principi del, vedi
17, 229, 284, 287, 289, 290; supe principi; tre linee di, 96-7, 1 18-21,
riori, 216, 297-98 123, 124, 130, 136-40, 145, 150,
inganno (ingannare se stessi) , 37, 69, 288; oggettivo, 118-20; storia del,_
106, 1 14, 171, 189, 249, 279, 284 123; 128-29, 134-36, 258-59, 268,.
iniziativa, 76, 150 272, 305-306; scopi del, direzione
inizio, è necessario ricordare l', 107- del, 109, 115, 122, 129, 137, 146-
108, 147-48 47, 149, 160; persone .adatte per il,
intellettuale, centro, vedi centri; l'in 79-81, 82, 91, 95-7, 283; condizioni
telletto, la mente non sono suffi per il, 122-24, 127, 129-30, 135-37,
cienti, 102, 109, 126, 147-48, 194 147; e l'aiuto finanziario, 137, 140;
intelligenza, 228-29, 230 relazione tra il lavoro e la vita, 71,.
interessi, è possibile essere interessati 82, 97, 1 15, 149-50, 159, 189, 288,
senza essere identificati, 70 299; possibilità di, durante la guer
intervalli, e la Legge del Sette, 217-18, ra, 133, 267-74, 293; serio, 33-4,
224, 235-40; su scala cosmica, 203- 112-14, 130, 147; è necessario che
204, 209, 219; nelle Ottave del Ci il lavoro sia pratico, 37, 126, 130,
bo, 167, 236-40 ; nel lavoro, 41, 147; è necessario capire il, 51, 122,
120, 150, 217-18, 221-22, 224, 132, 136-37, 259-61 ; atteggiamenti
236-40 nei confronti del, valutazione del,
invenzioni, moderne e scientifiche, 39, responsabilità nei confronti del, 50-
45-8; come attività dell'uomo, 177; l, 67, 82-4, 86, 106, 109, 123, 127,
impossibilità di invenzioni assoluta 132, 136, 148-49, 154-56, 259, 270;
mente nuove, 152, 207-208 'bene e male' in relazione al, 38, 44,.
'io', molteplicità degli, 25-6, 67, 70-1, 154; ciò che si vuole dal, 100, 109,
85, 86-91, 94, 100, 103-106, 1 16, 112, 147-48; lo sviluppo è possibile
134, 171, 196, 219, 246-48, 249, solo mediante il, 159, 165, 218, 292;
251-54; 256; osservare gli, 26, 156; deve avere una sufficiente intensità,
permanente, reale, centrale, 56, 74, 101, 122-23, 125; ha bisogno di
85, 90-1, 126, 154-56, 247-48, 251- tempo, 28, 33, 57, 143; deve esse
54; immaginario, 69, 138, 246, 250, re sulla personalità, 10-1, 15, 254;
264; vedi anche falsa personalità; caratteristiche, ostacoli che impedi-
Indice analitico 313
scono il, 33-4, 81, 101, 105, 108, 39; e il controllo dei movimenti, 85,
127, 147-49, 262, 277-78, 281 ; e la 87, 89, 211, 216, 263 ; si nutre della
falsa personalità, 247-50, 251-53, 254- vita organica, 210-11 ; in se stessi,
56; energia per il, 67-8; ricordo di 85, 87
sé in relazione all'idea del, 23, 53; lunatico, 79-84
decisione di, 103, 282; non siamo Lyne, 120, 233, 260, 267, 269, 274-75
mai pronti per il, 89; bisogna esse
re attivi nel, 108; bisogna lavorare
Macchina (-e), umana, 92-3, 1 10, 143-
simultaneamente su più linee, 102,
45, 183-84, 300; l'uomo in quan
122 130· non può rimanere sempre to, 30, 39, 50, 92, 95, 123, 138,
lo �tesso', 123, 158; intervalli nel,
141-45, 157, 257, 261, 291 ; influen
41, 1 14, 123, 150, 217, 221, 2�4; e za delle macchine moderne indu
i risultati, 57, 103, 133, 299; m re
striali, 46-8
lazione alle attività, 88, 176-77; sul
Macrocosmo, 224-27, 231
centro motorio, 40-1 , 46; fisico, 140,
maestro atteggiamento verso il, 128-
177-80; in relazione alla ricorrenza, 29, Ì3 5; necessità di un, per lavo
7, 8, 12, 17, 21, 292 rare sul centro motorio, 40
leggi, nei diversi mondi, 164-66, 170, Maggiordomo Interinale, 247, 253
192, 198-99, 204-206, 210, 219, 220, magnetico, centro, 10, 38, 75-6, 96,
296; relative all'uomo, 38-40, 80, 97, 247, 252-53, 254-56, 297
154, 162-66, 192, 198, 201, 206- male, 84, 224, 297
207, 209 219, 225, 245, 290-91 ; 167, 170, 211-
materie (-e), (sostanze) ,
che gover�ano i cosmi, 225-26; delle
12, 228-30, 234, 237-40; quattro sta
diverse classi di esseri, 233 ; della
ti della, 198-202, 211-12; più raffi
ricorrenza, 6, 8, 1 1 , 21, 292; il la
nata, superiore, 144, 167, 21 1-12;
voro di scuola è sottoposto a diver
intelligenza della, 228-30
se
'
8 1 1 , 21 292-93; dell'uomo matrimonio, 289
l �
n. 5, 93 · Legg del Tre, vedi anche
Mead, G. R. S., 194
g
forze, Le ge del Tre , triadi; Legge
meccanicità (meccanico), in quanto con
del Sette vedi anche Sette, Legge
trapposta alla consapevolezza, 9, 17-
v'
del, otta e; Legge delle ottave, vedi
9, 21, 34, 50, 84, 104-105, 123, 134,
ottave ; Legge dell'Accidente, vedi
138, 143-44, 172, 175, 188-89, 217,
Accidente; legge di causa ed effet
223, 246-47, 265-66, 280-81, 283,
to vedi causa ed effetto; legge del
297-98; in quanto contrapposta alla
t
fa o, vedi fato; legge della volontà,
volontà, 204-208; comprensione del
vedi volontà la, 50, 94, 1 15, 142-43, 158, 188-89,
Lermontoff, 304 281 ; nel Raggio di Creazione, 170,
libertà (libero) , 30, 38, 74, 76, 1 10, 199 204-208, 236; e la luna, 88,
127, 155, 165, 208 211 : 263; e le ottave, 223; e le in
libri, e le influenze B e C, 126 fluenze A e B, 44, 97-8, 290; e la
linea, mantenere la, 127, 217, 222, 224 ricorrenza, 9, 15, 18-9, 21, 254; e le
linguaggio, nuovo, oggettivo 92, 204, funzioni e i centri, 31, 40, 77, 143,
212, 264; filosofico, teorico e pra 173, 188-89, 192, 248, 302; e le
tico, 263-64 emozioni negative, 30-1, 34, 139; e
livello, necessità di creare un livello la falsa personalità, 246-47; e i re
permanente, 67-8 spingenti, 174, 189; il cerchio mec
logico, pensiero, 15, 207 canico, 38·' influenze, forze mecca
lombrico, vedi verme niche, 98, 217, 280-81, 289; leggi
lotta, necessità della, 85-6, 89, 107 meccaniche, 164, 199, 204; energia
luce, 231 ; 'Giorno di', 'Anno di', 231 meccanica, 2 1 1-12, vedi anche ener
Luna, nel Raggio di Creazione, 164, gia, quattro tipi di; ridere mecca
170, 202-205, 210, 215-16, 218, 238- nico, 172-73; primo shock mecca-
314 Indice analitico
nico nella Fabbrica del Cibo, 166, 'morti', 20; comunicazione con i, 128
237-38; evoluzione meccanica, è im Mosca, 9, 175, 244, 303-305; gruppo
possibile, 211, 241-42; i compiti di, 59, 124, 129, 305-306
meccanici non dànno alcun risulta motivazione, in relazione alle attivi
to, 293; fermare i pensieri è più tà, 177
meccanico di ricordare se stessi, 266 motorio, centro, vedi centri
Megalocosmo, 224 movimenti, controllati dalla luna, 85,
memoria (ricordo) , 9, 20-1, 188, 303; 87-8, 211, 216, 263; incontrollati, 39,
e la ricorrenza, 5-6, 9, 18, 20-2, 294 275
mente, la nostra mente ordinaria, 6, musica, 77, 177, 180, 210, 221
7, 14, 36, 42, 55, 136, 176; supe musicale, scala, 210, 234
riore, 11, 55, 92, 107, 135-36, 228- musulmani, 296, 300
29; lo sforzo inizia dalla, 27, 30, 34,
54-5, 101, 143, 176; la mente e Nascere, bisogna morire per poter,
l'intelletto non sono sufficienti, 102,
149; cessare di, 20
108-109, 126, 147-48, 194 nascita, determinata dalla legge del fa
to, 18-9, 283-84, 289; triade della,
mentire {menzogna), 66, 68, 69, 94,
121, 124, 144, 155, 173-75, 180-82, 208
natura (naturale) , 162, 222; il Lavoro
184-85 , 192, 207, 246, 249, 280-81
è una lotta contro la, 209
Mesocosmo, 224
nebulare, teoria, 210
Metalnikoff, professar, 244
negative, emozioni, vedi emozioni; at
metodi, speciali, per ricordare se stes
teggiamenti, vedi atteggiamento; im
si e per suscitare l'emozione, 186,
maginazione, 25-6, 91, 133, 268, 275
299-302
nervose ( terminazioni nervose), 20 l
Microcosmo, Il, 199
neutralizzante, o terza forza, vedi forze
Microcosmi, 225, 227, 230
New Model of the Universe, A, 8, 1 1 ,
microrganismi, 243-44
42, 43, 128, 242, 296, 306
miracoli, 192-97, 230, 296, 298
Nietzsche, 304
miracoloso, ricerca del, 130, 135, 305
'No', non esiste nei circoli superiori, 42
"Misericordia e non sacrificio", 209
noia, 69
"Misticismo sperimentale ", 42, 43 normale (normalità), 192; noi siamo
molecole, 230 al di sotto della normalità, 101, 141,
momenti, possibilità di diversi, 16-7, 144-45
109, 123-24, 153, 156-58, 204; eter note, regola di non prendere, 286
nità del, 6
·
gruppo di, 87, 124-25, 195, 225, 279, 69, 83, 93, 96, 100, 111, 1 19, 121,
305-306 123-24, 128-29, 131-33, 136-37, 149,
pigrizia, 125, 141, 275 155-58, 248, 258, 290, 305; della
Platone, l'allegoria della caverna, 98 ricorrenza, 13, 17; di Aristotele, 230;
poesia, 177-82, 304 della relatività, vedi relatività; di
politica (uomini politici) , 44, 280, 283 scala, vedi scala
positive, emozioni, vedi emozioni, po- problemi, insolubili, 285
sitive; atteggiamenti, vedi atteggia professionale, lavoro, in quanto una
menti, positivi delle sei attività, 177-79
posizione, necessità di rendersi conto programma, di lavoro, dato nel 1939,
della nostra, 39, 70-1, 163 264-66, 284-88
posizioni, vedi atteggiamenti corporei Protocosmo, 224, 228, 231
possibile , si deve incominciare da ciò psichica, energia, 183-84, 211
che è, 35, 133; si deve fare l'impos psichiche, ricerche, Società per le, 193-
sibile, 100-101 95
possibilità, di sviluppo, 10, 11, 15, 17, psicoanalisi, 106
20, 31, 34, 40, 79-80, 82, 84, 92, psicologia, 139, 242, 304-306
96, 101, 138, 142, 149, 153, 158, 'punti', fondamentali, dell'universo, 203
172, 189, 216, 245; limitazione del punto di vista, 29, 34, 36, 49-50, 51,
le, 10, 11, 13, 214; dei diversi mo 73; vedi anche atteggiamento
menti, 16-7, 109, 124, 153, 156-58,
204; possibilità latenti nell'uomo, Quanti, 230
135, 138, 141-42
posto, mettere qualcun altro al proprio Racconti di un pellegrino russo, 301
posto, 137; il posto (la situazione) racconto, scrittura di un, 107
dell'uomo nell'universo, 92, 163, 204, radiazione, tre ottave di, vedi ottave
214, 215-16 Raggio di Creazione, 38, 164, 169-70,
potere, l'essere è potere, 92 199-202 , 204-208, 210, 212, 218-20,
'Poveri di spirito', 106 224-26, 238, 263; diagrammi, 202-
pratico, filosofico, teorico, 263-64; bi 203, 205
sogna essere pratici, 14, 82-3, 126, realizzazione, delle idee, 106-107
130, 259, 290; pensiero pratico, 82- reazioni, degli altri, 26, 30, 134
3; lavoro pratico, 37, 126, 130, 147 Regno dei Cieli, 296
predestinazione, 16, 207-208 regole, 51, 69, 81-2, 1 15, 120-21, 123-
preferenze e avversioni, 207, 254-56 24, 131-32, 137, 139, 140, 156-58,
preghiera, mentale, 299-302; il Padre 217-19, 222, 286
Nostro, 296-302 relatività, principio della, 92, 198, 206,
preparazione, per il lavoro, per il si 235
stema, 99, 101, 103, 130, 137, 150, religione, 39, 175, 242, 304-305
283; al ricordo di sé e agli stati emo religiosa, via, 76, 95; vedi anche mo
tivi, 56-7, 288; per un 'io' perma naco
nente, 56, 74; all'evoluzione, 224; rendersi conto (capire), del nostro sta
contro . le emozioni negative, 25-6, to, della nostra posizione, della mec
29, 35, 68; in relazione alla ricorren canicità, 70-2, 94, 95, 1 16, 142, 143,
za, 22, 294 149, 158, 163, 281 ; che non possia
presente, psicologico, 229, 232 mo 'fare' , 158; della necessità dello
pressione, necessità di una certa, per sforzo, 153 ; necessità di conservare
le emozioni, 103 certe comprensioni, 104; di tutte le
prigione, analogia della, 163-64 possibilità, 226
primitivi, 211 respingenti, 174-75, 181-82, 189, 251
principi, del lavoro, del sistema, del respiro, in quanto misura cosmica del
lavoro di scuola, 17, 21, 39, 44, 48, tempo, 225, 231-32
Indice analitico 317
respiratori, esercizi, vedi esercizi, re- 230-3 1, vedi anche ricorrenza; eser
spiratori cizio della, 299-302
responsabilità, 105, 123, 127, 162, 292 riproduzione, 218, 222
Rhine, J. B., 193 risultati, sono importanti gli sforzi e
richieste, del lavoro, del sistema, 107, non i risultati, 270-71 ; non dobbia
128, 155; imposte a se stessi, 123 mo aspettarci risultati immediati, 57;
ricordo di sé, 37, 53-64, 71-2, 86, 104- non sono garantiti, 133 ; dipendono
105, 134, 138, 153, 259, 263, 271 , dalla comprensione, 100, 123, 129,
275, 292; " noi non ci ricordiamo di 153, 270, 282, 299
noi stessi", 21, 23, 53-5, 62, 101, 125,
risveglio (essere svegli) , 16, 20-1, 37-
142, 148, 175, 181, 194; gradi di, 8, 62, 63, 71-2, 74-5, 79, 92, 104-105,
54, 62, 178; in quanto contrapposto 1 1 1 , 142-43, 148, 149, 159, 169-71,
180-81, 218, 281-82, 289, 293, 297
all'identificazione, 31, 65-6, 165; ciò
rivoluzione (-i), 21, 39, 43, 98, 216,
che perdiamo non ricordandoci di
293 ; bolscevica, 125, 258-59, 274,
noi, 54, 56, 125; è utile pensare che
305-306
cosa potrebbe essere, 181, 220-21 ; ruoli, 250
un'idea di una mente superiore, 55-
Russia, 273, 276, 300, 303-305
6; significa la capacità di essere con
sapevoli, 54-5, 59; inizia a livello
mentale, 55, 101, 143 ; in rapporto Sacrificio, necessità del, 9, 195, 209,
alle emozioni e ai centri superiori, 2 1 1 ; non richiesto, 120
samadhi, 136
54, 56-9, 61-2, 102, 185-87, 194; in
sanscrito, 203
relazione a certe idee, 23, 53; l'ener
'santo, stupido', 94
gia necessaria per, 67, 184, 195-96,
scala, principio della, idea della, 92,
291, 293; preparazione per il, 56-7,
288; le difficoltà, le frizioni, sono 96, 204, 214-15, 224-30, 263-65, 290-
91; musicale, 209, 235
aiuti per il, 19, 124, 131-32, 140; le
'Scala', 137, 153
regole sono un aiuto per il, 131-32;
scienza (scientifico), e il sistema, 135-
in relazione alle funzioni e ai centri,
36, 210, 213, 230, 233, 241-44; ini
31, 143-45, 223, 282, 293; e il pri zia con l'idea dei cosmi, 23 1 ; in
mo shock consapevole, 166-68, 172-
fluenza della scienza moderna, 39,
73; e il lavoro fisico, 179-80; e le 45
attività, 176-77; e lo scopo, 109; e scopo, personale, 38-9, 54, 70, 85-7,
le emozioni negative, 23, 26, 28-30,
92, 100-104, 105, 107-15, 131, 136,
53-4, 64, 138, 184, 194; e la falsa 141, 143, 147-49, 174, 195, 223,
personalità, 245; e l'osservazione di 300; del lavoro, 109-10, 1 15, 123,
sé, 54-5, 154; e il pensare corretta 129, 137; lo scopo oggettivo delle
mente, 265, 282, 287; e l'arresto dei scuole, 119
pensieri, 221, 268-69, 285, 286-88; scuola {e) , lavoro di, 21, 79, 88-9,
e il ridere, 62-3, 172; in relazione 96-7, 1 19, 123, 128, 130-32, 177-
alla memoria e alla ricorrenza, 5, 20- 78, 221-23, 255-56, 290; organizza
2, 294; e l'esercizio di ripetizione, zione, 120, 131-32, 139, 155, 217-18;
299-300; nella storia del furbacchio principi, 21, 82, 93, 97, 119, 122,
ne e il diavolo, 59-60 125, 129, 131, 137, 139, 217-18,
ricorrenza, eterna, 5-22, 290, 292-94, 290, 305; metodi, 93, 123-24, 131,
297, 304; degli elettroni, 230-31 139, 177, 257, 299-301 ; regole, 120-
ridere (riso), 62-3, 172, 185-86 21, 123-24, 131-32, 137, 2 17-19; di
rilassare, 186 sciplina, 83, 130, 132, 288; defini
rinuncia, 259-60, 261-62, 278, 281 ; ve zione di, 131; diversi gradi di, 118;
di anche sacrificio della Quarta Via, 76, 1 18, 299; di
ripetizione, vite ripetute, 6, 16, 18-21, altre vie, 76, 1 18, 128-29, 130, 132-
318 Indice analitico
35, 299; filosofica, teorica e pratica, porto agli shock consapevoli, 166-
131, 263; lavoro oggettivo delle, 67, 173-74, 176, 196; immane, 196
1 18-19; sono il risultato di menti shock, 218, 221-22, 235-39, 269; in re
superiori, 55-6, 89, 107, 136; sba lazione alla Fabbrica del Cibo, 166-
gliate, degenerate, 84, 94, 96, 146; 68, 173-75, 235-39
misura giusta di una, 130, 293; esi simboli, 85, 186, 234-36, 239-41, 271
ge certe condizioni, 132-33; perso simmetria, 234-35
ne adatte per le, 79-81, 137; e le sincerità (sincero) , 61, 1 12, 124, 155,
influenze B e C, 13, 75; e la ricor 159, 180, 189, 249, 285
renza, 8, 10, 12-3, 21, 290, 292-93 ; Sinnett, A. P., 304
la ricerca di scuole di Ouspensky, Sistema, importanza dello studio del,
128-31, 134-36, 305; bisogno di, 67, 69, 92, 104-105, 1 18, 136, 155,
130, 137; lo sviluppo è impossibile 158; è il prodotto di una mente su
senza le, 40, 78, 81, 93, 128, 130, periore, 56, 126, 135; non può es
133, 165, 217-20; e la creazione sere compreso con le parti inferiori
della volontà, 127, 155; e il centro dei centri, 77; un sistema di pen
magnetico, 96, 252; e il controllo siero differente, 50; è essenzialmen
dei centri, 40; e le facoltà paranor te pratico, 49, 95, 107, 110, 1 12,
mali, 193-94, 195; il ricordo di sé 121-22, 126, 141; preparazione per
in relazione all'idea di, 23, 53 ; il il, 99, 283; in quanto preparazione
Nuovo Testamento a uso delle scuo per la vita, 1 15; dà troppe idee, 72;
le, 140-41 deformazione del, 55, 72, 95, 147,
selvaggi, 211 247-48; richieste del, 107, 127, 155;
sentiero, 137 terminologia del, 112, 283; i due
separazione, 256 punti fondamentali del, 23 ; non può
spiegare tutto, 106; origine del, 59;
sessuale, centro, vedi centri
in relazione al tempo e alla ricor
Sette, Legge del, 85, 92, 138, 209,
renza, 5, 6, 10, 16, 21-2; e un
217-18, 234-35, 291 ; vedi anche nuovo linguaggio, 92, 263; e le tre
ottave
linee di lavoro, 96-7, 136, 150; e
sforzo, 6, 59, 67, 72, 83, 93 , 101 , l'idea dei differenti livelli dell'es
104, 1 15-16, 148, 150-51, 153, 194, sere, 95, 142, 146; e l'idea di iden
267-68, 270-71 , 285; di ricordarsi di tificazione, 65; e le emozioni ne
sé; 23, 53, 57, 61, 143, 153, 220; gative, 23, 32-3, 86; e il controllo
di controllare le emozioni negative, della volontà, 122, 127, 155-57 ; e
27, 154; di smettere di pensare, l'idea dei cosmi, 231 ; e l'idea dei
266-67, 271, 275, 282; giusto e sba quattro stati della materia, 198; e
gliato, 78, 150-51, 153 ; il cambia la scienza, le idee scientifiche, 135-
mento è possibile solo tramite lo, 36, 213, 233; e Gurdjieff, 305-306;
18, 74-5, 101, 105, 135, 158, 292; e i bambini, 95; differenza dagli al
possiamo svilupparci soltanto trami tri sistemi, 32, 95, 110, 1 18, 192;
te i nostri, 74-5, 153, 154, 257; ri altri sistemi, 95-6, 1 10, 118, 121,
sultati degli, dipendono dalla com 138, 192, 231
prensione, 89, 100, 129, 135, 220, sistema solare, 200, 204, 210, 214-15,
299; necessità di sforzi regolari, lO l , 218, 224-29; vedi anche Sole
103-105, 151 ; il valore non sta nei situazione, vedi posizione, posto
risultati ma negli, 270, 271 ; è im snataka, vedi padre di famiglia
possibile sforzarsi realmente da so socialismo, 107
li, 154; deve essere organizzato, 192; sofferenza (soffrire), 19, 24-5, 148, 189
e l'emozione, 102-103; e il paga soggettivo, la nostra percezione è sog-
mento, 111, 258-59; in relazione al gettiva, 168, 201, 229, 285; visioni,
le attività , 177, 208, 2 1 1 ; in rap- 186; vie, 77
Indice analitico 319
l . La ricorrenza pag. 5
21 marzo 1938 » 5
4 aprile 1938 » 8
7 marzo 1940 » lO
15 marzo 1940 » 11
2 aprile 1940 » 16
2. Le emozioni negative » 23
Le emozioni negative I (Estratti dagli incontri tenuti nel 1937, 1938,
1939, 140) » 23
Le emozioni negative II (Estratti dagli incontri tenuti nel 1935, 1936,
1937, 1938, 1939, 1940) . » 30
Le emozioni negative III (Estratti dagli incontri tenuti nel 1935, 1936,
1938, 1939, 1940) » 33
Gli atteggiamenti negativi (l novembre 1928) . » 37
Atteggiamenti giusti e sbagliati (Estratti dagli incontri tenuti nel
1935, 1938, 1939, 1940) » 49
3 . Il ricordo di sé » 53
Il ricordo di sé (agosto 1939) » 53
Il furbacchione e il diavolo . (2 marzo 1939) » 59
La consapevolezza (16 gennaio 1940) » 60
Le sveglie (16 gennaio 1940) » 60
La coscienza e le contraddizioni(16 gennaio 1940) » 61
La coscienza (26 gennaio 1940) » 62
Il ricordo di sé (1944) . » 62
Ridere (7 marzo 1945) . » 62
La consapevolezza e le funzioni (16 e 17 gennaio 1940) » 63
322 Indice
4. L'identificazione » 65
Lo stato di identificazione (agosto 1939) )) 65
L'identificazione e l'energia (Estratti dagli incontri tenuti nel 1939
e nel 1940) . » 67
L'identificazione con le delusioni (17 gennaio 1940) » 72
Atteggiamenti (3 febbraio 1938) » 73
6. Lo scopo » 100
Fare l'impossibile, il cambiamento dell'essere, l'emozione e lo sforzo
(Estratti dagli incontri tenuti nel 1937, 1938, 1939) . » 100
Il desiderio di lavorare e i molti 'io' (Estratti dagli incontri tenuti nel
1939 e nel 1940) » 103
Le idee e la loro realizzazione (3 settembre 1935) » 106
Gli incroci (19 settembre 1935) l> 108
Gli incroci (26 settembre 1935) » 108
Lo scopo » 109
Lo scopo (10 gennaio 1938) » 113
Gli scopi (25 aprile 1938) . » 115
Lo sviluppo (7 gennaio 1940) » 115
L'unità (5 e 12 settembre 1945) » 116
7. Il lavoro » 118
Le scuole e le tre linee di lavoro (28 febbraio 1935) » 118
Il lavoro (25 settembre 1935) . l> 122
Imparare a lavorare: una breve storia del lavoro (9 ottobre 1935) » 125
Le regole .
·
» 131
Breve storia del lavoro; le linee di lavoro . » 134
Che cosa è lo studio? (Estratti dagli incontri tenuti nel 1935, 1936,
1938, 1939) . » 141
Indice 323
8. La volontà . » 152
Fare: la legge dell'accidente (27 febbraio 1935) » 152
Lo sforzo . » 153
L'ostinazione: rinunciare alla propria volontà (10, 16, 17 ottobre
1935) » 154
La volontà . » 157
Noi non possiamo fare (11 gennaio 1939) » 158
Fare (17 gennaio 1940) » 161
1 1 . Cosmologia » 198
La Legge del Tre » 198
Il Raggio di Creazione (17
1935) gennaio » 204
La crescita nel Raggio di Creazione (10 gennaio 1938) » - 212
Il collegamento tra i pianeti e la terra (9 febbraio 1938) » 212
Il Raggio di Creazione (10 febbraio 1938) . » 213
Commentari riguardanti il Raggio di Creazione (28 giugno 1938) » 214
324 Indice
1 3 . Il pagamento . » 257
La pecora consapevole (27 febbraio 1936) » 257
Imparare a pagare » 257
La comprensione (25 ottobre 1938) » 260
La rinuncia (7 febbraio 1940) » 261
1 4 . Il pensare . » 263
Esempi dei tre linguaggi (27 giugno 1935) » 263
I tre linguaggi (14 giugno 1939) » 264
Quel che è importante e quel che non lo è (27 febbraio 1939) » 264
Il pensare (16 e 17 gennaio 1940) . » 265
25 gennaio 1941, Lyne . » 266
Pensare nel modo giusto (22 novembre 1944) » 275