Il contributo di Anthony Giddens1 al dibattito su destra e sini-
stra, visto alla luce delle grandi trasformazioni sociali in corso con la globalizzazione è da ritenersi fondamentale. Alla sinistra viene richiesta una riformulazione strategica sin- tetizzabile in: realismo utopico, riflessività, conservatorismo filo- sofico, politica della vita e politica generativa. La sinistra, secondo Giddens, deve tornare ad essere “radicale”, nel senso di audace, capace di soluzioni nuove, come radicale è stato il neoliberismo negli ultimi 30 anni mettendo in moto le forze del mercato che hanno favorito la globalizzazione. Ciò è avvenuto mentre in crisi erano la destra tradizionale di Dio, Patria e famiglia, e la sinistra con l’illusione del modello cibernetico della pianificazione e del controllo dall’alto dell’economia. È finito il modello sovietico ed è in discussione lo Stato sociale socialdemocratico. La crisi del Welfare State vede la sinistra sulla difensiva. Nella società complessa si rivela inadeguato il suo approccio ciberneti- co. A quale santo votarsi? Giddens suggerisce il “conservatorismo filosofico”, una filosofia della protezione, della riparazione, della ricostruzione delle solidarietà spezzate dalla modernità e dalla glo- balizzazione. Si tratta, in sintesi, di una proposta “radicalconserva- trice” alla sinistra che, sulla base del realismo dell’analisi delle for- ze economiche e sociali in campo, potrebbe tornare ad intercettare le aspirazioni ed il consenso degli uomini e delle donne alle quali si rivolge. Quattro sono le priorità: combattere la povertà, il potere arbitrario, il degrado ambientale e la violenza.
1 A. Giddens, Oltre la destra e la sinistra, il Mulino, Bologna 2011. 266 Silvio Minnetti
L’espressione principale del cambiamento è la “democratizza-
zione della democrazia” a partire dai rapporti interpersonali nella famiglia fino alle relazioni nello Stato e nel mondo globalizzato. La stessa autorità deve essere fondata su relazioni negoziate. In questa direzione vanno gli esperimenti di democrazia deliberativa, i movi- menti sociali, di self-help, i movimenti transnazionali. Proposta innovativa è quella della “politica della vita” capace di andare oltre la tradizionale politica emancipatrice della sinistra per definire una politica dell’identità e della scelta in grado di in- tercettare le preoccupazioni e le speranze dei cittadini, nella ricer- ca di senso in un mondo affrancato dalle tradizioni. Qualcosa deve essere detto sugli stili di vita che le persone stanno sperimentando, come sobrietà e rispetto dell’ambiente. Altro suggerimento innovativo è quello di una “politica gene- rativa” fondata sull’iniziativa e sulla responsabilità individuale me- diante un processo dal basso, dalle comunità locali alle istituzioni, alimentato da fiducia attiva. Lo scenario prevede quattro rischi globali: polarizzazione economica con diseguaglianze crescenti, industrialismo, controllo dall’alto dei sistemi politici e amministrativi, violenza. La risposta può essere rappresentata da una economia della post-scarsità contro processi di accumulazione esasperati, una “natura umanizzata” contro la distruzione degli ecosistemi, una democrazia dialogica contro gli arbitri del potere politico-ammi- nistrativo.
La proposta di Giddens va presa sul serio. Una sinistra smarri-
ta, caduta nell’individualismo di matrice illuministica, ha finito per dimenticare la categoria politica della fraternità, pur scritta nella bandiera della Rivoluzione francese, per concentrarsi su eguaglian- za e libertà, non accorgendosi, in tal modo, dei conflitti identitari provocati dalla globalizzazione. In questo senso, nella definizione di nuove priorità e nella ricerca di soluzioni innovative, alla luce di tali conflitti si tratta di andare oltre destra e sinistra. Si può ipotiz- zare una convergenza degli schieramenti nel tentativo di dare una risposta prudente ai problemi di nuovo tipo posti dalla società. Si può auspicare un’attenuazione dei conflitti tra destra e sinistra nel Giddens, oltre la destra e la sinistra: verso nuove narrazioni 267
tentativo di risolvere questioni che hanno il mondo globale come
scenario. L’analisi di Giddens è insufficiente circa la natura del processo di globalizzazione. Questo ha assunto le caratteristiche delineate nel neoliberismo vincente negli anni Ottanta di Ronald Reagan e di Margaret Thatcher. Diseguaglianze, povertà e squilibri ambientali e finanziari nascono prevalentemente dal cosiddetto pensiero unico, che a tali posizioni si riferisce. La causa principale sta nella man- canza di limiti posti ad un capitalismo scatenato attraverso la dere- gulation. Giddens ha individuato forme “generative” di politica ma fa riferimento all’urgenza di meccanismi di controllo contro il ca- pitalismo finanziario, strumenti introdotti nei trent’anni successivi alla seconda guerra mondiale e smantellati dal pensiero neoliberista teorizzato da Freedman e dalla sua scuola. Manca infine un confronto approfondito dei temi della libertà e dell’eguaglianza così come sono stati sollevati, ad esempio, dalla riflessioni di Rawls e di Sen: senza questa analisi è difficile orienta- re l’azione di una forza politica. Nonostante questi limiti, rimane originale il contributo di Gid- dens, soprattutto per risvegliare una sinistra chiaramente in crisi dopo il crollo del socialismo reale e la crisi del Welfare State.