1
Per una scrittura sistematica della matrice dei coefficienti si potranno inserire in tutte le
equazioni anche le incognite non direttamente interessate, moltiplicandole per un coefficiente
nullo. La matrice dei coefficienti sarà quindi sparsa, ossia ricca di elementi nulli. La soluzione
attraverso un programma di calcolo del sistema fondamentale sarà in qualche modo
“complicata” dalla inversione di una matrice sparsa.
II-2
G. Lupò – Appunti dalle lezioni di Elettrotecnica - Capitolo II – aprile 2018
B V1 V2
R5
I1 V5 I2
C V3 I5 V4
A D
R3 R4
I3 IV4
+ V
I + E
fig.II.5.1a fig.II.5.1b E
Il grafo della rete è mostrato in fig.II.5a.1a, in cui è stato scelto un albero ADBC (tre
rami); il coalbero (3 rami) è tratteggiato.
Il grafo presenta 4 nodi; le equazioni indipendenti ai nodi sono quindi le seguenti 3:
II-3
Le reti elettriche
L’intensità di tale corrente è nulla, qualunque sia il valore della tensione del
generatore nella cosiddetta condizione di equilibrio
R2 R3 R1R4
2
Per ritrovare “esattamente” i bilanci di tensione e corrente può essere utile far riferimento a
numeri razionali in forma frazionaria. Altrimenti occorre tener presente gli errori di
arrotondamento e troncamento tipici delle calcolatrici numeriche.
II-4
G. Lupò – Appunti dalle lezioni di Elettrotecnica - Capitolo II – aprile 2018
precisione nella misura dipenderà dalle tolleranze delle resistenze impiegate e dalla
classe dello strumento.
Volendo valutare la sensibilità del ponte, ossia quale sia la minima variazione di R1
che può essere “sentita”, si supponga che, a partire dalla condizione di equilibrio, vi sia
una variazione
R1 R1*
R *1
R2 R3
1 R1 1 1
R4 R1
In queste condizioni si avrà
I5
E
R2 R3 R1 1 R4 E R2 R3
Detta I5m la minima intensità di corrente leggibile dall’amperometro (ad es. 1 nA)
(divisione o “tacca” dello strumento analogico, cifra più bassa dello strumento
digitale), la sensibilità è data da
I5m
ER2 R3
R3 R4
R1 * R3 R2 R3 R1 * R4 R2 R4
R1 * R2
R5 R * R R R
1 2 3 4
R3 R4
R1R3 R2 R3 R1R4 R2 R4
R1R2
R
5
R1 R2 R3 R 4
II-5
Le reti elettriche
3
Ad esempio, nella connessione di bipoli della fig.I.4.1, ai due bipoli si possono sostituire un
generatore di tensione V* ed un generatore di corrente I*. Non è lecito sostituire ad entrambi i
bipoli un generatore di tensione V* (o un generatore di corrente I*), perché sarebbe
indeterminata l’intensità di corrente (la tensione).
II-6
G. Lupò – Appunti dalle lezioni di Elettrotecnica - Capitolo II – aprile 2018
somma - estesa a tutti i lati - delle potenze valutate con la stessa convenzione.4
Quindi è nulla la somma delle potenze assorbite da tutti i lati ed è nulla la
somma delle potenze generate da tutti i lati. Se non si è adottata per tutti i
bipoli la stessa convenzione, la somma delle potenze assorbite - estesa a tutti i
lati per cui si è fatta la convenzione dell'utilizzatore - è pari alla somma delle
potenze erogate - estesa a tutti i lati per cui si è fatta la convenzione del
generatore-.
Se si considerano due reti con ugual grafo (in sostanza con lo stesso numero
di nodi) e con le stesse convenzioni sui lati omologhi (r-s,r'-s'), si può
ugualmente dimostrare che la somma delle potenze virtuali VrsIr's' estesa a tutti le
possibili connessioni è nulla (teorema di Tellegen). Questa proprietà è
“topologica” e potrebbe sembrare del tutto astratta; in realtà si vedrà subito una
applicazione “curiosa” (reciprocità) ma più avanti tale teorema permetterà di
valutare condizioni ottimali per il dimensionamento delle grandi reti di
distribuzione dell’energia elettrica.
4
Infatti, considerato un generico nodo r, si considerino tutti i collegamenti r-s orientati da r
verso i nodi adiacenti (s), cioè uscenti da r; si potrà scrivere
Vrs I rs r s I rs r I rs s I rs 0 s I rs
s s s s s
Ogni nodo s sarà poi da valutare con tutti i collegamenti con riferimento entrante (I rs)
moltiplicato per (-ϕs); quindi
s I rs 0 . Va esplicitamente notato che estendendo
r s
la sommatoria delle potenze ad ogni combinazione (r,s), il collegamento r-s viene considerato
due volte (una volta nel senso r-s, un’altra nel senso s-r); ma poiché Vrs I rs Vsr I rs , si avrà
V
r ,s
I 0 2Vrs I rs Vrs I rs 0
rs rs
lati lati
II-7
Le reti elettriche
V I 0 0 I a Vk' I k Eb' I b
' '
k k
lati
dove la sommatoria con apice è estesa a tutti i lati delle reti meno i lati a e b
(a’ e b’); per questi lati, costituiti dagli stessi resistori; sarà VI’=RI I’=RI’ I=V’I e
quindi
Ea I’a = E’b Ib (teorema di reciprocità)
In particolare se i due generatori erogano lo stesso valore della tensione, le due
intensità di corrente sono uguali. Si può quindi calcolare la corrente in un ramo di una
rete alimentata da un solo generatore “spostando” il generatore proprio in quel ramo e
calcolando l’intensità di corrente nel ramo dove si trovava originariamente il
generatore.
Si può riscrivere il teorema rimuovendo le ipotesi semplificative anzidette ed
anche considerando l’alimentazione con un generatore di corrente.
I’1 R2
R1 R2 R1
R5
R5
I’5
I5 E
R3 R4 ’
V
5 +
+
I’3
R3 R4
+ E
E I’
Fig. II.8.2.1 – Applicazione del teorema di reciprocità
Per il calcolo della intensità di corrente I5, basta considerare il secondo schema
in cui il generatore è stato posizionato proprio nel ramo 5. Se si pone E’5=E si
avrà quindi che il valore cercato è l’intensità della corrente I’. Essendo nel
II-8
G. Lupò – Appunti dalle lezioni di Elettrotecnica - Capitolo II – aprile 2018
E
R2 R3 R1 R4
R1 R3 R5 R2 R3 R5 R1 R4 R5 R2 R4 R5 R1 R3 R2 R1 R3 R4 R1 R2 R4 R2 R3 R4
II-9
Le reti elettriche
n I V
V V
n n
n
B B B
5
Tale bipolo potrà essere attivo o passivo ed anche non lineare, salvo le considerazioni di cui
appresso.
II-10
G. Lupò – Appunti dalle lezioni di Elettrotecnica - Capitolo II – aprile 2018
II-11
Le reti elettriche
Considerata una rete di bipoli di cui uno solo attivo, si può dimostrare che la
tensione ai capi del bipolo attivo ha, in valore assoluto, il valore più elevato.
Infatti, considerato un generico nodo r interno alla rete (non collegato con il
generatore), la somma delle correnti Irs uscenti dal nodo è nulla; quindi alcuni
termini sono positivi ed altri negativi. Poiché i lati r-s incidenti sul nodo r
contengono bipoli passivi (Vrs Irs0), si avranno termini positivi e negativi anche
tra le tensioni Vrs.
Ricordando che Vrs=ϕr-ϕs , ci sarà quindi almeno un nodo r’ a potenziale
maggiore di r e un nodo s’ a potenziale minore. Potremmo quindi costruire una
“scaletta” di potenziali che avrà un massimo ed un minimo (essendo l’insieme
dei nodi comunque finito) che corrisponderanno ai morsetti a-b del generatore:
per questo lato non si potrà ripetere il ragionamento suesposto essendo
necessariamente (per il teorema di conservazione delle potenze) Vab Iab0.
Considerata una rete di bipoli di cui uno solo attivo, si può dimostrare che
l'intensità di corrente erogata dal bipolo attivo assume, in valore assoluto, il valore più
elevato rispetto alle intensità di corrente negli altri lati. Infatti se si considera un
generico collegamento r-s tra due gradini contigui della “scaletta” dei
potenziali, si potrà separare un insieme di nodi a potenziale maggiore di r ed un
insieme di nodi a potenziale minore di s (fig.II.11.1). I collegamenti tra i due
insiemi sono interessati, per costruzione, da intensità di corrente I rs e Ir’s’ non
negative per tutti i lati fuorchè per quello (necessariamente presente)
corrispondente al generatore, per cui sarà Iab <0. Quindi si avrà un solo valore
negativo che sarà necessariamente in modulo maggiore degli altri. Il
ragionamento può estendersi a qualsiasi lato della rete.
φr’>φr
a r’
r
s s’
b
φs’<φs
Fig.II.11.1 – Non-amplificazione delle correnti
II-12
G. Lupò – Appunti dalle lezioni di Elettrotecnica - Capitolo II – aprile 2018
I ki I k ik
Per calcolare la nuova soluzione, basta quindi calcolare le variazioni.
Se si volesse “compensare” la variazione, si potrebbe pensare ad un
generatore di tensione ΔEn [di corrente ΔIn] opportuno in modo che sulla serie
Rn' En ci sia la tensione di valore uguale a quella che c’era prima della
variazione, ossia Vn. Per l’unicità della soluzione, l’intensità della corrente nel
ramo n-mo si riporterà al valore I e tutte le altre grandezze della rete si
riporteranno al valore precedente.
Saranno quindi facilmente confrontabili i due schemi di fig.II.12.1, in cui è
messo in evidenza il ramo n-mo
In In
ΔEn
+
Vn Rn Vn
R’n
A) B)
A) B)
Fig.II.12.2 – Scomposizione applicata alla fig. II.12.1B
II-13
Le reti elettriche
ΔIn
ΔEn=-ΔRnIn
+
ΔVn R’n
R’n=1/G’n
A) B)
Fig.II.12.4- Compensazione con generatore di corrente
II-14
G. Lupò – Appunti dalle lezioni di Elettrotecnica - Capitolo II – aprile 2018
I’n In
V’n Ik Vn ΔIn
I’k R’n
R’n=1/G’n
A) B)
R’n=1/G’n
II-15
Le reti elettriche
I A Ii I+dI A Ii+dIi
Fig.II.13.1 –Teorema di Cohn: (I) rete di partenza; (II) rete variata nel ramo i-mo.
I A Ii dI A dIi
IidRi -IidRi
+ + +
E Vi dVi
Ri+dRi Ri+dRi
B B (IV)
(III)
II-16
G. Lupò – Appunti dalle lezioni di Elettrotecnica - Capitolo II – aprile 2018
Req
La condizione 0 , già considerata nel “Ponte di Weathstone” è di
Ri
notevole interesse nelle applicazioni (disaccoppiamento resistivo): la sorgente E
non “influenza” nè “interferisce” con il lato i-mo, ovvero il lato i-mo è immune
dalle variazioni o perturbazioni del generatore E (8).
8
Trattasi di un primo accenno alle tematiche della Compatibilità Elettromagnetica, campo di
grande attualità non solo nel campo delle Misure Elettriche, ma anche e soprattutto nella
certificazione di prodotti industriali “generatori” o “vittime” di campi elettrici e magnetici
stazionari e non stazionari.
II-17
Le reti elettriche
Posto
1
Grr autocondut tanza al nodo r
s' Rrs
1
Grs mutua conduttanza (r s)
Rrs
E rs
I rcc J rs sommade lle corre ntidi cortocircuito al nodo r ,
s' Rrs s"
II-18
G. Lupò – Appunti dalle lezioni di Elettrotecnica - Capitolo II – aprile 2018
Il metodo dei potenziali nodali si presta bene quindi a risolvere la rete con
pochi nodi. Un classico esempio si ritrova nelle “reti a fascio” in cui i rami
collegano due soli nodi (fig.II.14.1)
E1 + R1
Fig.II.14.1 –rete a fascio
A E2 + R2 B
R3
J
dove il segno – viene inserito nel caso di generatore Ek’ ha il primo morsetto
rivolto verso B e il riferimento per il generatore di corrente è rivolto verso A.
Nel caso di lato contenente un generatore ideale di tensione (Rrs=0) non si
può procedere per ispezione. Tuttavia si può modificare la rete considerando
due generatori di tensione in parallelo e “rimuovendo” un nodo (s): le tensioni e
le intensità di corrente negli altri lati rimangono inalterate, l’intensità di
corrente nel ramo del generatore si ottiene per ricomposizione (fig.II.14.2). In tal
caso l’ordine del sistema si riduce.
Irs2
Ers s2
+ Ers
r Ir + s
r s1
Irs1+
s
Fig.II.14.2 – Eliminazione di un nodo
II-19
Le reti elettriche
1) I a I b I d 0 J a ( J b ) ( J b J a )
2) I a I e I f 0 J a ( J a J f ) J f
3) I c I d I e 0 ( J f J b ) ( J b J a ) ( J a J f )
Ia 2
1
Id Ja
Ie If
Jb
Ib
Ic
4 3 Jf
9
Si ribadisce l’opportunità di assumere intensità e riferimento di Jk congruenti con l’intensità e
riferimento dell’unico lato del coalbero facente parte della k-ma maglia.
II-20
G. Lupò – Appunti dalle lezioni di Elettrotecnica - Capitolo II – aprile 2018
10questa espressione non può essere scritta per un bipolo generatore di corrente ideale; in
questo caso sarà opportuno considerare il ramo contenente il generatore ideale di corrente come
ramo del coalbero: si avrà una corrente “fittizia” di valore noto.
II-21
Le reti elettriche
Jrs r Jru=JrsJus=Jrs s
r s
u
u
Jrs
r
II-22
G. Lupò – Appunti dalle lezioni di Elettrotecnica - Capitolo II – aprile 2018
II.16 N-poli
II-23
Le reti elettriche
(II.16.3) I G E
dove I rappresenta l’array (riga) delle correnti di linea ed E l’array (colonna)
delle tensioni stellate. La (3) ricorda la legge di Ohm per il bipolo.
La matrice delle conduttanze
G11 G12 .. G1N
G G22 .. G2 N
(II.16.4) G 21
.. .. .. ..
GN1 GN 2 .. G NN
11
se ad esempio G12 fosse positiva, si avrebbe, alimentando con un generatore E 2=1 V, una
intensità di corrente positiva I1 secondo il riferimento entrante del polo 1; avremmo quindi,
II-24
G. Lupò – Appunti dalle lezioni di Elettrotecnica - Capitolo II – aprile 2018
nella rete resistiva alimentata dal solo generatore E 2, un nodo interno a potenziale inferiore al
potenziale del secondo morsetto del generatore, che è a potenziale minimo (se la tensione del
generatore è positiva);
12
Poiché l’unica autoconduttanza deve essere non negativa, si conferma che il valore assoluto
delle conduttanze mutue, non positive, deve essere inferiore al valore della autoconduttanza; in
particolare, se quest’ultima è nulla, saranno nulli tutti gli elementi di colonna o di riga . Se
l’autoconduttanza è nulla, il polo corrispondente è “isolato” dagli altri.
13
Trattasi di un ordinario poligono di n vertici, diagonali comprese.
14 E’ da notare che con tale trasformazione scompaiono tutti i nodi interni della rete originaria.
Se si volessero avere indicazioni, ad esempio, sui potenziali dei nodi interni, occorrerebbe
ricavare tali valori a parte.
II-25
Le reti elettriche
1 ii 1 1
E j Ei I i Ei I i
Ri 0 N
1
k 1( k i ) Rk 0 k 1( k i ) Rk 0
k 1;( k i ) R k0
1
Queste espressioni permettono di costruire il poligono completo di resistori ( Rij )
Gij
Se N=3 si ha la trasformazione stella triangolo
1 1 1
R10
R20 R30 1
1
1 R20 R30 R30 R20 R R R R R10 R30 R20 R30
R12 R10 20 30 10 20
G12 1 R30 R20 R30 R30
R20
1 R R R10 R30 R20 R30
R23 10 20
G23 R10
1 R R R10 R30 R20 R30
R31 10 20
G31 R20
II-26
G. Lupò – Appunti dalle lezioni di Elettrotecnica - Capitolo II – aprile 2018
II. 17 N-bipoli
R12 R23 R31 R10 R20 R10 R30 R20 R30
1 1
R12 R23
R10 R20 R30 R10 R20 R30 R20
R12 R23
R20
R12 R23 R31
da cui R12 R31
R10
R12 R23 R31
R31R23
R30
R12 R23 R31
II-27
Le reti elettriche
I2=G21V1+G22V2+…+G2NVN
……………………………. (II.17.1)
IN=GN1V1+GN2V2+…+GNNVN
che può essere riscritta in forma matriciale
I G V (II.17.2)
II-28
G. Lupò – Appunti dalle lezioni di Elettrotecnica - Capitolo II – aprile 2018
(II.18.1) V2 Rm I 1 R22 I 2
fig.18
T1 T2
T1
T2
Il modello su base tensione
I 1 G11V1 GmV2
I 2 GmV1 G22V2
porta a considerare uno schema equivalente a Π (Π1 o Π2 a seconda che sia Gm
negativo o positivo), in cui Gc
Gc 1 2’
Gc G m 1 2 Ga
Ga G11 Gm Ga
1’ Gb 2
1’ Gb 2’
Gb G22 Gm
Π1Fig.19 Π1
Π2
Π1
Nei modelli ibridi, vengono presi come base altri abbinamenti di grandezze
alle due porte : ad esempio nel modello
V1 h11I 1 h12V2
I 2 h21I 1 h22V2
la matrice di connessione non è omogenea: h11 è la resistenza primaria di
cortocircuito ( resistenza equivalente ai morsetti 1-1’ con tensione nulla tra 2 e 2’),
h22 è la conduttanza secondaria a vuoto ( conduttanza equivalente ai morsetti 2-2’
con intensità di corrente nulla ai morsetti 1-1’), i termini mutui sono
II-29
Le reti elettriche
16
Si può dimostrare che risulta h12=-h21 applicando il teorema di Tellegen alle due citate
configurazioni di rete (terza forma del teorema di reciprocità).
II-30
G. Lupò – Appunti dalle lezioni di Elettrotecnica - Capitolo II – aprile 2018
1’ 2’ 1’ 2’
1’ 2’ 1’ 2
’
Fig.II.19.2 – trasformazione di resistenze
17Per questa ragione si è usato spesso tale connessione per realizzare (in elettronica) un adattamento della
resistenza o meglio dell’impedenza, come si vedrà in seguito. Caso tipico è un altoparlante che per
funzionare con la massima potenza deve essere adattato all’amplificatore (come ben sanno gli appassionati
di audio ad alta fedeltà).
II-31
Le reti elettriche
1 L1i1 M 12i2
(II.20.1)
2 M 21i1 L2 i2
Si può dimostrare che i due coefficienti di mutua sono uguali (18) e che
M 2 L1 L2
Nel caso sia M 2 L1 L2 (condizione di accoppiamento perfetto) l’energia magnetica
1 1
(II.20.1) wm (i1 , i2 ) L1i12 L2 i22 Mi1i2
2 2
diventa un quadrato perfetto di un binomio ed è facile vedere che essa è nulla
per infinite coppie di valori delle intensità delle correnti │ i1/i2│= L1 L2 . In
tali casi è il campo magnetico è nullo in tutto lo spazio.
Si vedrà più avanti (§IV.2) che il mutuo induttore è in genere un doppio bipolo
dinamico del secondo ordine, riducibile ad uno del primo ordine nel caso di
accoppiamento perfetto ed addirittura approssimato, sotto alcune ipotesi, da un
doppio bipolo di ordine zero.
18 Si consideri che il flusso Φ21 del campo di induzione magnetica B1 prodotto da una spira (o
avvolgimento) γ1 interessata da corrente di intensità i1 e concatenato con una linea chiusa (spira o
avvolgimento) γ2, ossia attraverso una superficie Sγ orlata dalla linea γ è, per il teorema di Stokes, pari
alla circuitazione del potenziale vettore A (definito dalla relazione B=rot A):
i t dl i t t
21 M 21i1 A1 t 2 dl2 0 1 1 1 t 2dl2 0 1 1 2 dl1 dl2 . Allo stesso modo può essere
2
2
4 r
1 12
4 2 1
r12
12 12 2
2
2 1 1
calcolato M i A t dl . Si deduce che i due coefficienti di mutua sono uguali. Allo stesso
risultato si perviene considerando che l’energia magnetica associata ad una coppia di valori (i 1,i2) è
funzione solo di questi valori e quindi il differenziale dWM M 12i1di2 M 21i2 di1 deve risultare esatto,
ossia deve essere M 12 M 21 .
II-32
G. Lupò – Appunti dalle lezioni di Elettrotecnica - Capitolo II – aprile 2018
1 i1 Im2 Im1 i2
G22 v2
v1
2’
1’
Fig.II.21.1 – uso dei generatori pilotati
19
Ad esempio per il calcolo della resistenza equivalente non potranno essere “spenti” i
generatori dipendenti.
II-33
Le reti elettriche
Vs
i-
vi αv v+ -uδ
i+ vu uδ vi
v- -Vs
M
20
Le intensità delle correnti in ingresso sono dell’ordine del micro o del nano ampere; le
tensioni di ingresso di qualche microvolt determinano tensioni di uscita fino a 10-15 V, con
guadagni dell’ordine del milione.
21
La caratteristica del bipolo nullatore si riduce ad un punto (l’origine); la caratteristica del
bipolo noratore è l’intero piano I-V.
II-34
G. Lupò – Appunti dalle lezioni di Elettrotecnica - Capitolo II – aprile 2018
1 Ra 2
A
A A
Rd
A
Je * Rb
A
+ +
Ed Eb
Rc
3
4 A Rf A
A
A
STUDIO GENERALE
1 a 2
A A A
d e b
A
A A
c
A 3 f
4 A A
II-35
Le reti elettriche
1 a 2
A A A
d e b
A
A A
c
A 3 f
4 A A
II-36
G. Lupò – Appunti dalle lezioni di Elettrotecnica - Capitolo II – aprile 2018
Rd A A
ie A
A A JeA Rb
vd id ve A
ib
+ vb
A A A +
Ed A
A
Rc ic Eb vf
_ _
_ A A
_3 A
_+ vc
4 A Rf A
A if A
d e b
A
A A
c
A 3 f
4 A A
Fig. II.23.5
A – Albero (lati a-b-c; sequenza nodi 1-2-3-4)
Si scrivono i bilanci delle intensità di corrente a (N-1) nodi; è opportuno pesare le intensità di
corrente sempre nello stesso modo [es: (+1) se il riferimento è uscente, (-1) se è entrante, (0)
se non c’e incidenza)
Si scrivono i bilanci alle maglie indipendenti ottenute appoggiando all’albero il singolo lato
del coabero; è opportuno percorrere le maglie in modo congruente.
II-37
Le reti elettriche
(+1)va+ (+1)vb+(-1)vc+(-1)vd+(0)ve+(0)vf=0
(+1)va+ (+1)vb+(0)vc+(0)vd+(-1)ve+(0)vf=0
(0)va+ (-1)vb+(+1)vc+(0)vd+(0)ve+(+1)vf=0
Si indichino con ϕ1,ϕ2,ϕ3,ϕ4 i “potenziali” dei quattro nodi di fig.II.23.1. Si ponga ϕ4=0 . Le
tensioni incognite sono funzioni immediate dei potenziali nodali. Dalle equazioni
caratteristiche si ha
1 2
a) ia
Ra
3 Eb
b) ib 2
Rb
2
c) ia 1
Ra
Ed
d) id 1
Rd
e) ie = -Je
f) i f
2
Rf
1 2 1 E d 1 1 1 Ed
Nodo 1) J e 0 1 2 Je
Ra Rd Ra Rd Ra Rd
nodo 2)
2 1 2 3 Eb 2 1 1 1 1 1 Eb
0 1 2 3
Ra Rb Rf Ra Ra Rb R f Rb Rb
II-38
G. Lupò – Appunti dalle lezioni di Elettrotecnica - Capitolo II – aprile 2018
3 2 Eb 3 1 1 1 E
Nodo 3) Je 0 2 3 J e b
Rb Rc Rb Rb Rc Rb
ossia
1 1 1 3 1
0 0
Ra Rd Ra 1 10 10 1 0
1 1 1 1 1 1 11 1
2 2 2
Ra Ra Rb R f Rb 10 10 2
3 1 6 3 1
0
1 1
1 0
Rb Rb Rc 2 10
da cui:
70 210 20
1 [ V ]; 2 [ V ]; 3 [ V ];
117 117 117
1 2 14 140
a) ia [ A ] ; v a 1 2 [V ]
Ra 117 117
3 Eb
b) ib 2
115
2
119
[ A ] ; vb 2 3
230
V
Rb 117 117 117
c) ic 3
2
[ A ] ; vc 3
20
V
Rc 117 117
Ed
d) id 1
14
1
103
[ A ] ; v d 1
70
V
Rd 117 117 117
e) ie = -Je=-1 [A]; ve 1 3
90
V
117
105
f) i f 2 [ A ] ; v f 2
210
V
R f 117 117
II-39
Le reti elettriche
Se si effettua la somma pesata dei prodotti tensioni-corrente per i vari lati [ad esempio
associando un peso (+1) alla potenza assorbita ed un peso (-1) alla potenza generata] si
ottiene
v i
lati
k k v a i a v b ib v c i c v d i d v e i e v f i f
II-40
G. Lupò – Appunti dalle lezioni di Elettrotecnica - Capitolo II – aprile 2018
1 a 2
A A A
Je=ie
d e b
A Jd=id A
A
Fig.6
c
A 3 f
4 A A
A
Fig.II.23.6 f f J =i
Le equazioni alle tre maglie indipendenti si scrivono in funzione delle correnti di maglia. Se
vi sono nella rete lati con generatori ideali di corrente, scegliendoli come appartenenti al
coalbero, si avranno delle ovvie semplificazioni. Nel nostro caso J e=-Je* e quindi potremo
scrivere due sole equazioni
Rd J d E d Rc J d J f Rb J d J e J f Eb Ra J d J e 0
R f J f Rc J f J d Rb J f J d J e Eb 0
da cui si ritrova
105
Jf [ A]
117
103
Jd [ A]
117 .
II-41