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DIFFERENZE TRA CANTIERE DI COSTRUZIONE E CANTIERE DI REFITTING NELLA

GESTIONE DELLE COMMESSE

PREMESSA
La nautica va soggetta a crisi sempre meno anticicliche quanto più il settore si fa maturo. Oltre
all’ampliamento del ventaglio degli investimenti nelle attività correlate come i marina, il charter e
tutto quanto è connesso al settore merceologico in oggetto, sarebbe logico occuparsi della intera
vita del prodotto barca, non solo del segmento iniziale. La riqualificazione dell’esistente è una
operazione ambiziosa e colossale che deve prevedere interventi strutturali ad hoc non essendo
pensabile agire solamente con la cassa integrazione da una parte e l’incentivazione della
dismissione e rottamazione dall’altra. Il cantiere, riprendendo in mano il suo usato di valore
avrebbe ampie possibilità di soddisfazione e fidelizzazione del cliente. D’altra parte, esiste per il
cantiere una clientela interna (traduzione forse imprecisa di stakeholders) formata da dipendenti e
fornitori che si gioverebbe di questa operazione di refitting in modo proporzionale alla efficienza e
al coinvolgimento con gli obbiettivi strategici del capofiliera dando in definitiva al settore una
fisionomia più industriale ed una struttura più robusta.

IL CONFRONTO
La gestione di un cantiere di refitting è una attività che presenta degli aspetti da approfondire.
Qui di seguito si farà un breve confronto tra un cantiere di produzione ed uno di refitting,
perimetrando le aree grigie: il rapporto con i clienti, la formazione del personale, il management e
la gestione del magazzino.

IL RAPPORTO CON I CLIENTI


Nel refitting il proprietario è più direttamente coinvolto nel processo di trasformazione della sua
barca.
Se analizziamo le componenti di costo di una imbarcazione nuova possiamo facilmente individuare
un prezzo base, correlato ad una versione base e che rappresenta la parte più grande del costo
finale, al quale si aggiungono degli optional a discrezione del cliente. Fatta eccezione per le
imbarcazioni custom - di grandi dimensioni - il cliente non ha molto potere decisionale nella scelta
di diversi aspetti della costruzione (distribuzione degli interni, qualità e tonalità dei legni, impianti)
ma deve optare tra una limitata serie di possibilità che il cantiere offre.
Il cantiere di refitting offre invece al cliente più possibilità, in ordine crescente di prezzo e di
qualità. Egli è libero di scegliere quella che più gli aggrada, anche in relazione alla disponibilità
economica del momento. Questa autonomia nella scelta si può riflettere nelle singole lavorazioni:
motore, arredamenti, impianti, coperta, ecc.

LA FORMAZIONE DEL PERSONALE


Il refitting, impone al personale impegnato una versatilità e una competenza non comuni. La non-
linearità delle lavorazioni da svolgere e la loro non-sequenzialità rendono il cantiere di refitting di
successo una fucina di talenti. Successo dovuto spesso alla capacità del cantiere di valorizzare le
risorse interne e affinare le loro abilità attraverso una formazione permanente e un costante
aggiornamento. Questa è la principale differenza con un cantiere di costruzione, che tende a
“standardizzare” la formazione del proprio personale su una unica o poche attività. Beninteso, in
una produzione di grande serie è una scelta sensata, tuttavia in una situazione di crisi come questa
limita di fatto la migrazione di quella parte di personale in esubero che cerca di reintegrarsi nella
filiera nautica.
IL MANAGEMENT
Anche una funzione classica come quella del project manager nei cantieri di refitting è polivalente.
Egli infatti deve saper isolare le varie attività e intervenire laddove è necessario, trasformando la
gestione da “verticale” (fasi di lavorazione sequenziali e concatenate) a “centrale” (interventi

singoli e mirati). Evidentemente anch’egli, al pari della manodopera, deve dimostrare e coltivare
doti di versatilità che nessun corso di management può insegnare. Il diagramma visualizza la
differenza tra una gestione di tipo “lineare” (a sinistra) ed una di tipo “a stella” (a destra).

LE GESTIONE (DEI COSTI) DEL MAGAZZINO


L’esperienza del refitting ci ha anche insegnato che la gestione del magazzino materiali ,inteso
come adesivi, bulloneria, abrasivi, tutto ciò che rappresenta un costo per il cantiere, merita un
discorso a parte.
L’imputazione dei costi dei consumabili nel cantiere “di serie” si evince dalla distinta base della
costruzione in oggetto. Una distinta base sufficientemente dettagliata riporta anche delle voci
“minori” come l’esatta quantità di materiale consumabile, ma questo approfondimento è
giustificabile solo a fronte di una serialità della costruzione.
Di seguito un confronto delle percentuali di costo, diviso per voci principali, del cantiere di
costruzione e del cantiere di refitting.

COSTI PRINCIPALI - PRODUZIONE COSTI PRINCIPALI - REFITTING

CANTIERE
CONSUMABILI CANTIERE
CONSUMABILI 5%
7% 5%
5%
ACCESSORI
ACCESSORI
20%
30%
TERZISTI
13%
TERZISTI
22%

MOVIMENTAZ
7%

MOVIMENTAZ
MANODOPERA
3% MANODOPERA
48%
35%

Nel caso del refitting la manodopera è la voce più importante, quella dei consumabili è comunque
più alta rispetto ad un cantiere di costruzione. Questo perché in molte lavorazioni come quelle di
sgombero, smontaggio e smantellamento non c’è bilanciamento tra manodopera e acquisti di
materiali e accessori. Conviene quindi dividere il valore del magazzino materiali per il monte ore
fatturabili e addebitarlo a forfait.

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