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Zandomeneghi, un veneziano a Parigi.

Ci sono nomi nella storia dell’arte che definiamo immortali, nomi che hanno dato una svolta al panorama
artistico-culturale, e che saranno celebrati in eterno per la loro arte. Ci sono poi un’infinità di artisti che, pur
essendo protagonisti del proprio tempo, sono stati accantonati e spesso dimenticati. Una di queste è Federico
Zandomeneghi.

Durante la visita alle Gallerie d’Italia, ho intravisto un suo quadro, “La leçon de chant”, posizionato nella sala
di passaggio dall’Ottocento al Novecento, affiancato ad alcune opere di Boccioni. D’istinto l’ho catalogato
subito come un macchiaiolo. Una volta tornato a casa ho fatto qualche ricerca su internet, e ho capito che
quel quadro raccontava qualcosa di più rispetto a quello che ingenuamente avevo ipotizzato.

Effettivamente non avevo tutti i torti, Zandomeneghi, nato a Venezia nel 1841, si è accostato al movimento
macchiaiolo a partire dal 1862, ma nella sua vita c’è stato anche molto altro. Per capire l’animo di questo
artista basti pensare che partecipò alla spedizione dei Mille con Garibaldi, e prese parte anche alla Terza
guerra d’indipendenza.

Restando sul piano pittorico, si possono notare nelle sue prime opere le influenze del realismo e del
movimento macchiaiolo. Ma il punto di svolta lo ebbe nel 1874. Da sempre era alla ricerca di nuovi stimoli e
di innovazione pittorica, e l’eco dello scandalo a Parigi a seguito della prima mostra impressionista ebbe per
lui un effetto calamita. Si trasferì nella capitale francese a Montmatre, senza mai più tornare in Italia,
diventando un perfetto bohèmien. Dopo qualche difficoltà riuscì ad entrare nel circolo degli artisti “rifiutati”,
e prese parte a molte delle mostre impressioniste successive. I pittori con cui si confrontava di frequente
furono Renoir e Degas, da cui fu molto influenzato. Zandomeneghi riuscì comunque a ritagliarsi un suo stile,
che si distaccava per certi versi dai dettami della pittura impressionista, e rimaneva radicato nell’esperienza
macchiaiola.

È appunto del 1890 l’opera “La leçon de chant”, realizzata quando ormai il movimento impressionista si era
sciolto. In questo dipinto si riuniscono tutte le componenti di questo artista, la tecnica macchiaiola adattata
a quella impressionista, la predilezione di soggetti femminili medio-borghesi in ottica realista ed una scelta
delle forme che si avvicinano alle sfumature del postimpressionismo.

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