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Decisione N.

763 del 15 gennaio 2018

COLLEGIO DI PALERMO

composto dai signori:

(PA) MAUGERI Presidente

(PA) SANTANGELI Membro designato dalla Banca d'Italia

(PA) MIRONE Membro designato dalla Banca d'Italia

(PA) PERRINO Membro di designazione rappresentativa


degli intermediari

(PA) VASCELLARO Membro di designazione rappresentativa


dei clienti

Relatore FABIO SANTANGELI

Seduta del 24/10/2017

FATTO

Con ricorso pervenuto in data 17.03.2017, preceduto da reclamo, il ricorrente espone


quanto segue: a) con riferimento a un contratto di finanziamento n.***90 intercorso con
l’intermediario, quest’ultimo ha proceduto all’iscrizione del proprio nominativo presso la
CRIF quale “debitore non affidabile”. Tale segnalazione è del tutto illegittima e infondata;
b) il ritardo nel pagamento d alcune rate del prestito è riconducibile esclusivamente al
comportamento della società; c) ciò emerge dalla dichiarazione del 22.11.16 resa dal
direttore della filiale della Banca ove si afferma che “per quanto riguarda il mandato in
oggetto risultano pervenuti i flussi informatici di addebito fino alla rata del 15.02.2016.
Successivamente a quella data non risulta pervenuto alcun flusso informatico (richiesta di
addebito) pur essendo il mandato ancora regolarmente inserito”; d) la resistente, inoltre, in
violazione dell’art. 125, terzo comma, del TUB e dell’art. 4, comma 7, del Codice
Deontologico e di Buona Condotta per i SIC, ometteva di inviare alla ricorrente il dovuto
preavviso di segnalazione.
Chiede, dunque, al Collegio la cancellazione delle segnalazioni presso la CRIF e il
risarcimento dei danni da quantificarsi anche in via equitativa.
- Costituitosi l’intermediario eccepisce: a) nel giugno del 2015, la ricorrente
sottoscriveva un contratto di finanziamento per l’acquisto di un materasso; b) Come
si evince dall’estratto conto prodotto agli atti, la ricorrente registrava notevoli ritardi
nel pagamento delle rate mensili relative al predetto finanziamento; la Finanziaria,
pertanto, intraprendeva il nomale iter di recupero sia mediante l’invio di lettere di

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sollecito “tra cui la lettera di preavviso di segnalazione inviata alla ricorrente in data
15.04.2016” sia affidando la posizione a diverse società di esazione domiciliare; d)
In ragione di tali ritardi, la ricorrente veniva segnalata presso la CRIF; e) l’invio delle
numerose lettere di sollecito ha certamente comportato diversi contatti tra la
ricorrente e la finanziaria, tale da ritenere che la prima fosse a conoscenza sia
dell’esistenza della morosità, sia delle conseguenze ad essa inerenti, ivi compreso
il fatto dell’avvenuta segnalazione nei SIC; f) dal momento che l’art. 4, comma 7,
del Codice Deontologico non impone alcuna forma specifica per l’invio del
preavviso di segnalazione, si rileva che, registrati plurimi insoluti e ritardi di
pagamento, tale preavviso è da ritenersi regolarmente inviato con comunicazioni
del 15.04.2016; g) alla luce della piena legittimità della condotta tenuta dalla
Finanziaria, dovrebbe escludersi a priori la risarcibilità del danno derivante dalle
segnalazioni contestate. In ogni caso, la ricorrente non ha fornito la benché minima
prova dei danni che assume subiti, né del nesso di causalità che dovrebbe
connettere a tali danni la condotta della resistente. La resistente, in punto di non
risarcibilità del danno per mancata prova del nesso di causalità tra condotta e
pregiudizio nonché dell’effettivo danno subito, richiama diversi precedenti di
legittimità; h) Come comunicato alla ricorrente con la risposta al reclamo, dunque,
le legittime segnalazioni presso la CRIF permarranno visibili al sistema per un
periodo di 12 mesi dalla regolarizzazione della posizione debitoria, avvenuta nel
mese di ottobre del 2016.
- Pertanto, chiede al Collegio di rigettare il ricorso in quanto infondato in fatto e in
diritto.

DIRITTO

1. Il ricorso meritevole di accoglimento nei limiti e per le ragioni di seguito esposte.


2. La controversia sottoposta al Collegio concerne la legittimità della segnalazione
della ricorrente presso la CRIF, avvenuta – a giudizio del ricorrente - in assenza
di preavviso “formale”, donde la domanda di cancellazione della stessa e il
risarcimento del danno patrimoniale e non patrimoniale subito di conseguenza.
3. Preliminarmente occorre considerare la disciplina di riferimento. Nello specifico,
per quanto concerne il presupposto di carattere formale, l’articolo 125 TUB
dispone, al comma 3, che i finanziatori informino “preventivamente il consumatore
la prima volta che segnalano a una banca dati le informazioni negative previste
dalla relativa disciplina. L’informativa è resa unitamente all’invio di solleciti, altre
comunicazioni, o in via autonoma”; ed ancora, al successivo comma 4, aggiunge
che “I finanziatori assicurano che le informazioni comunicate alle banche dati
siano esatte e aggiornate. In caso di errore rettificano prontamente i dati errati”.
4. D’altra parte il D. Lgs. 30 giugno 2003, n. 196, Codice in materia di protezione dei
dati personali, all’art. 12 prevede che “Il Garante promuove
nell'ambito delle categorie interessate, nell'osservanza del principio di rappresentatività e
tenendo conto dei criteri direttivi delle raccomandazioni del Consiglio d'Europa sul
trattamento di dati personali, la sottoscrizione di codici di deontologia e di buona condotta
per determinati settori, ne verifica la conformità alle leggi e ai regolamenti anche attraverso
l'esame di osservazioni di soggetti interessati e contribuisce a garantirne la diffusione e il
rispetto”. Tale “Codice di deontologia e di buona condotta per i sistemi informativi gestiti da
soggetti privati in tema di crediti al consumo, affidabilità e puntualità nei pagamenti”,
adottato con Provvedimento del Garante n. 8 del 16 novembre 2004, contiene, all’articolo

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4, comma 7, la previsione secondo cui “Al verificarsi di ritardi nei pagamenti, il


partecipante, anche unitamente all'invio di solleciti o di altre comunicazioni, avverte
l'interessato circa l'imminente registrazione dei dati in uno o più sistemi di informazioni
creditizie. I dati relativi al primo ritardo di cui al comma 6 possono essere resi accessibili ai
partecipanti solo decorsi almeno quindici giorni dalla spedizione del preavviso
all'interessato ”.
5. Ciò premesso, secondo la normativa vigente, così come concretizzata dalla
giurisprudenza dell’ABF, i requisiti di legittimità della iscrizione di un nominativo in
CRIF, sono due: a) la veridicità sostanziale dei fatti di inadempimento segnalati;
b) il rispetto delle garanzie procedurali che impongono al segnalante di
preavvisare il segnalando della prossima sua iscrizione in una centrale rischi.
6. Con riferimento al caso di specie, in merito al primo dei due presupposti, può dirsi
come esso appaia pacifico. Ciò in quanto, dal tenore del ricorso, in cui la
ricorrente contesta esclusivamente il profilo formale relativo al mancato preavviso
di segnalazione senza nulla dire in merito ai ritardi nei pagamenti sostenuti
dall’intermediario, si evince l’effettività dei predetti ritardi nei pagamenti. Non è
dato sapere, però, quante siano le rate di ritardo segnalate mancando agli atti
una visura CRIF.
7. In ordine al secondo dei due presupposti, ovvero l’invio del preavviso di
segnalazione, si evidenzia che tra i solleciti di pagamento allegati dalla resistente
solo quello del 15.04.16 contiene il preavviso di segnalazione presso i SIC. Tale
avviso, però non contiene alcuna evidenza di invio. Sul punto, è il caso di
richiamare il consolidato orientamento dei diversi Collegi dell’ABF secondo cui la
legittimità della segnalazione del nominativo di un debitore, quale cattivo
pagatore, presso le centrali rischi private presuppone la prova dell’avvenuto
adempimento dell’obbligo previsto dall’art. 4, comma 7, del Codice di deontologia
e buona condotta. Ed infatti, nonostante la normativa testé richiamata non
prescriva alcun obbligo formale di invio della comunicazione di preavviso
mediante lettera raccomandata, l’intermediario segnalante rimane gravato
dall’onere di provare la conoscenza della comunicazione da parte del
destinatario, (Decisione N. 8290 del 04 novembre 2015) senza potersi avvalere
della previsione dell’art. 1335 c.c., applicabile alle dichiarazioni recettizie.
8. Come più volte chiarito da questo Arbitro, è indubbio che l’onere della prova del
fatto che il segnalando è stato posto in condizione di conoscere l’intenzione
dell’intermediario di procedere alla segnalazione del suo nominativo in una C.RIF
incombe sull’intermediario stesso (Collegio di coordinamento dell’ABF, decisione
n. 3089/2012).
9. Ebbene, nella vicenda in esame, all’affermazione del cliente il quale nega di
avere ricevuto qualsivoglia comunicazione preventiva da parte dell’intermediario,
non fa seguito alcuna prova fornita da controparte, dalla quale possa evincersi
che le comunicazioni esibite in atti siano state effettivamente trasmesse e
soprattutto ricevute dal consumatore.
10. Inoltre, dalla documentazione in atti, risulta la regolarizzazione della posizione
debitoria della ricorrente nei confronti dell’intermediario, effettuata in data
04.10.16 attraverso il pagamento della somma di € 589,23 a saldo del
finanziamento e comprensivo dell’intero importo delle rate scadute.
11. Dalla rilevata illegittimità della segnalazione discende, quindi, la necessità
dell’immediata cancellazione delle evidenze negative a carico del ricorrente nei
sistemi di informazioni creditizie.

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12. Passando ora all’esame della domanda di risarcimento dei danni formulata dal
ricorrente, il Collegio non ritiene che le stesse possano essere accolte.
13. In merito la ricorrente si limita ad affermare che lo stesso dovrà essere
quantificato “anche in via equitativa”, ma non offre alcuna prova del pregiudizio
effettivamente subito, di natura patrimoniale o extrapatrimoniale. Nel reclamo vi è
un generico riferimento ai danni derivanti alla ricorrente dalle segnalazioni
contestate con riferimento all’impossibilità di sottoscrivere contratti di leasing
nell’interesse della società della quale è legale rappresentante. Ma la ricorrente
non allega alcun documento a prova di quanto affermato, manca, cioè, la prova
che il danno discenda dalla iscrizione negativa operata dall’odierna resistente. In
ogni caso, si evidenza che i Collegi Abf hanno avuto modo di ribadire come non
sia sufficiente, ai fini del risarcimento del danno patrimoniale da segnalazione
illegittima, la mera allegazione di dinieghi di credito provenienti da altri
intermediari basati sulla segnalazione presso le banche dati creditizia,
incombendo sul ricorrente l’onere di provare il danno con maggiore analiticità
(Coll. Di Coordin. Abf n. 3089/2012; Coll. Di Roma Abf dec. N. 3953/105; Coll. Di
Napoli dec. N. 3120/15).
14. Quanto invece al danno non patrimoniale, la giurisprudenza dei Collegi dell’ABF
richiede, ai fini della risarcibilità del danno all’immagine, che sia fornito almeno un
principio di prova in ordine all’effettività della protestata reputazione di “buon
pagatore” del ricorrente. Nel caso di specie, la ricorrente non ha fornito nemmeno
un principio di prova in tal senso rilevante (si ricorda che non risulta prodotta agli
atti nemmeno la Visura CRIF).
15. Pertanto, il Collegio rileva che la domanda di risarcimento danni non è assistita
da adeguati elementi probatori e, dunque, non può essere accolta.
16. Al contrario, va accolta la richiesta di cancellazione avanzata dalla ricorrente.

P.Q.M

In parziale accoglimento del ricorso, il Collegio dichiara l’intermediario tenuto alla


cancellazione della segnalazione illegittima.
Il Collegio dispone inoltre, ai sensi della vigente normativa, che l’intermediario
corrisponda alla Banca d’Italia la somma di € 200,00 quale contributo alle spese
della procedura e al ricorrente la somma di € 20,00 quale rimborso della somma
versata alla presentazione del ricorso.

IL PRESIDENTE

firma 1

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