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GUSTAVO BONTADINI UGO SPIRITO E LA SEMPLIFICAZIONE DEL PROBLEMATICISMO Liaspetto esteriore che prima diogni altro colpisce il lettore di questo recente libro di U. Spirito (z) & la sua chiarezza ¢ semplicith e, si pud ben dire, falta: he indice In perasion di apne tt, senza reiduo ¢ qua senza sforzo. Gid la Vita come ricerca, di undici anni prima, — il libro che segnd il distacco dall’attualismo e l'atto di nascita del problematicismo tipi- camente italiano (quello di Banfi, che era gid in avanzato svihuppo, aveva avuto anche radicazioni straniere) — si annunciava, per segni indubitabili, come un atio di semplificazione ¢ di riduzione: ma tale semplificazione cra il risaltato di un argomentare per nulla affatto semplice e facile; era una semplificazione guadagnata con un processo un poco complicato ¢ (in ogni caso) molto arduio, da non poter essere inteso adeguatamente se non dagli specialisti (0 da chi, s'intende, si fosse per I'occasione specializzato). Certe pa- gine sulla dialettica bisogna ancora rileggerle col rallentatore ¢ con la mente in sinossi ». Qui invece nessuna apparente asperita, nessun tecnicismo, twtto corre licio ¢ pacifico, L’umano sembra aver risolto lo seolastico. (Che sarcbbe tuna situazione ideale, se poteste exsere mantenuta. Vedremo tosto se mante- nerla si potra, 0 se invece le bisce non scapperanno ancora fuori, ad agitarsi. Questo rilievo sul caratiere di pacata lucidit del discorso spiritiano vale so- prattutto per la prima parte (« Significato del.problematicismo », pagg. 9-63) delle due, di cui il volume, che intendiamo esaminare, ¢ composto: che & pur la parte inedita, e scritta verosimilmente per ultima. La seconda parte (« Aspetti. del problematicismo », pag. 65-189) risulta di sei saggi, gid comparsi in diverse occasioni, tra il 19q2 ¢ il 1946, i quali ci consentono di seguire lo svolgimento del pensiero dell’A., dalla posizione ampiamente esposta nei due volumi La Vita come ricerca ¢ La Vita come arte fino all’attuale semplicitd. Giova, anzi 8 necestario ripercorrere anzitutto tale svolgimento, senza di che la semplicita stessa apparirebbe in una luce deteriore, in iuna immediar tezza decettiva, Avremo poi occasione di cogliere, in tale ripercorrimento, una specie di girivolta, un pentimento del pensiero dell’autore, particolarmente istruttivo € determinante del suo destino. Poso valermi, per questa rapida ri- prtizione del pensiero di Ugo Spirito, del riferimento alle critiche 0 riserve, che git altra volta mi trovai a muovergli. (Gono raccolte nel volume Dall'at- tuali:mo al problematicizmo, Brescia, 1946). Sappiamo ormai che le critiche, in generale, sono soprattutto dei colpi di sonda, delle percussioni, ¢ quindi strumenti dell’esegesi: da intendersi, voglio dire, prima in questo semso ¢ poi, se mai ci si arrivera, come « confutazione ». Supponendo noto al lettore il con- tenuto essenziale delle due maggiori opere spiritiane, le riserve in parola trovo che si possono ridurre a queste tre: 1) incertezza dell'autore di fronte alla (2) 1 problematicismo, pag. 192, Sansoni, Firenze, 1048 - Quasi covtemporancamente 2 useito, dello stesso editore, La filosofia del comunismo. 332 VGO SPUTTO ELA SEMPLIFICAZIONE DEL, PROBLEMATICISMO possibilith di uscire dalla situazione problematica; 2) idem di fronte all’am- missione ed al senso della trascendénza (questo punto 2 connesto con esi- genza o la richiesta della deduzione della problematicita); 3) invalidita della critica spiritiana dell'idealismo. Questi tre motivi potevano poi compendiarsi in uno di carattere pitt fondamentale € sintctico, e ciot la ambiguitd del fon- damento stesso del problematicismo spiritiano, che sembra oscillare tra ill polo del trascendentale ¢ quello situazionalistico. Proprio questa incertezza avevo gid creduto di potere (in sede esegetica) risolvere, decidendomi per il secondo polo, ¢ rarvisando percid in Spirito il rappresentante pit puro, €, ap- punto, estremamente semplificato, del problematicismo: ossia V'illustratore di uuna situazione (storica, ma in definitiva ¢ in concreto personale, psicologica) dalla quale sarcbbe dovuto uscize qualunque possibile sviluppo (situazione as solutamente aperta, problematica in quanto aperta), ¢ non pregiudicata 0 ob- bligata alla problematicit{ dalla comprensione delle sue « condizioni trascen- dentali ». Ma sa questa « semplicita » — intrinseca, speculativa — della dot- trina di Spirito bisogna, dopo questo nuovo volume, rinnovare le riserve, Essa festa, vole, dal polar dsl @oreuaenis € pet exe ui pad Hocnomnre che Nostro ha gia, int qualche modo, superato un aspetto dela criss quello rele tivo al Zinguaggio, dimostrando che si possono ancora dire cose ragguardevoli, ed, anzi, decisive, anche senza entrare in complicazioni expressive, lessicali ¢ funzionali, senza ricorrere al chiaroscuro ed alallusivo, come invece sembra costretta a fare gran parte della pit) recente leweratura filosofica, per salvarc € continuare un discorso, che sembra irrimediabilmente arrivato al proprio annullamento. Questa sempliciti, dico, reita, con tutta la sua positivith: ma Yassestamento interno del problematicismo, la delineazione della sua struttura Jogica non sembrano ancora compiuti, anche sc il recente volume porta qual- che ulteriore contributo, ¢ lo porta proprio ne! sento della semplificazione, os- sia col lasciar cadere certi elementi, ¢ raccogliendosi su certi altri. Talmente che, ripetiamo, le riserve gid sollevate sono costrette a restare, ed anzi a farsi pid pressanti Ed, anzitutto, quanto alla possibilita che la ricerca sbocchi nel ritrova- ‘mento o nella soluzione, si deve osservare che in tutti questi brevi saggi della 2* parte del volume destinati a caraicerizzere i problematicismo, ed altres) in quello maggiore che costituisce la prima parte, ritorna costante e, proprio, conclusivo, Hl motivo della sperauza c della fede in una conclusione possibile; fede © speranza senza le quali, ripete VAutore, Is ricerca non posrebbe reg: gersi ¢ decadrebbe nel mero sctticismo, (Merita di cxere ricordato che sto & un tipico motivo baconiano, uno di quelli che il cancelliere filesnfo iniettd nel sangue della speculazione moderna, ¢ che ora viene arditamente trasposto dal campo fisico, cui Bacone lo rifcriva, al campo metafisico), Logi camente ['atteggiamento di fiducia non potrebbe, in seno al problematicismo, fondarsi su altro che sulla mancanza di elementi certi per escludere la. possi- bilita della conclusione, La presenza di tali elementi costituirebbe una cece zionc alla situazione problematica, denuncerebbe ciot un ritrovamento, una comprensione della posizione ontologica dell'uome, in base alla quale si deter- 333 G. pONTADINT minerebbe la sua incapacitd al possesso di una metafisica. Per questo diciamo che il problematicismo puro deve esseré anche aperto, ¢ rinunciare ad ogni sorta di fondazione trascendentale, — ad ogoi nostalgia kantiana. Se questo era il traguardo, cui sembrava arrivata la speculazione di Ugo Spirito, c che anzi sembra toccato quando egli insiste a concludere ogni suo discorso col motivo della speranza (alla stessa guisa che tutte le prediche scono, in buona regola di oratoria sacra, con il cenno alla vita eterna), proprio a questo riguardo noi dobbiamo riscontrare un tipico ¢ sconcertante penti- mento del filosofo (1). Tale pentimento,o retrocessione & dato di cogliere, pid chiaramente che altrove, nel saggio su « [1 mondo dell’al di Ja », quantanque serpeggi ed affiori anche negli altri, ¢ tenga quasi costantemente un contrac- ditiorio bordone al detto motivo deJla speranza, Questo saggio mcrita di es sere un po’ diffusamente analizzato, (In generale & sempre conveniente, nel- Vesame di una dottrina filosofica fermarsi su un testo limitato, anzich? rias- sumere ampi discorsi, perch si possono meglio cogliere ¢ discutere i fonda ‘menti tccnici, evitando il generico. Nel caso di U. Spirito poi si sente che, in quasi tutti gli scritti della sua ultima maniera, egli percorre, 2 proposito dei vari temi che si propone, sempre le stesse tappe, che sono essenzialmente: la critica del dogmatismo, la critica del dialettisme c la posizione della tesi pro- blematicistica, con Ia finale professione di speranza. Non sarebbe lungo poi stendere lelenco degli altri principali motivi che non costantemente 0 non sempre dichiaratamente si intrecciano ai ire predeui). 1) problema del «mondo dell’al di 12 », comincia a direi Spirito, & il blema fondamentale della nostra esistenza, piuttosto che uno tra i tanti problemi onde l'esistenza stessa si alimenta. Esso nasce « per limpossibilita di accomtentarci dei risultati dell csperienza fenomenica. Se l'esperienza di questo mondo riustisse a soddisfarc ¢ soprattutto a rendersi conto adeguatamente di se stesta, i da potersi conchiudere in sisterna, il bisogno di duplicare il mondo, immaginandone un altro che tascenda quello in cui viviamo, sarcbbe non soltanto ingiustificato, ma addirittura assurdo, L’altro mondo pud essere con- ‘cepito soltanto come la ragion d'essere di questo e cesserebbe di avere signifi- cato quando V’analist del mondo terreno fosse sufficiente a rivélare tale ragion essere », Questo crordio merita d’essere considerato attentamente, Anzitutto vi si ravvisa un tentativo di dedwzione della problematicita, che in altri scritti manca. Negli altri scritti, infatti, si arriva alla posizione problematicistica at- traverse lo scioglimento, le dialctizzazione delle posizion! storiche, ultima la stessa posizione dialettistica. Ed in effetto questo accesso storico & exsenziale, necessario al problematicismo, appunte perché questo non & che una storica (¢ (1) Questo fenomeno di retrocetsione si verifica, com una significativa frequenza, in gran parte dei flesof contemporanei; i quali, spinti dai motivi ultimamente prevaisi nella speculazione, avanzarono dapprima verso ‘traguerdi veramente nuovi, rispetto & ‘quelli dell'epora imnmediatamente precedente, ma pol, non avendo del tatio rinunciato ai Frincipt che in tale epoca avevano agito, sono costretti a regredire. & il conflito o la Fovrappositione del modermo ¢ del contemporaneo, che ho tentato di illustrare nel citato Volume! DalVatiaalisino al problematicisme, 334

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