GEOMETRIA
DI UNA MISSIONE SPAZIALE
IV.1 Geometria della sfera celeste
La sfera celeste è una sfera immaginaria di raggio unitario centrato sull' osservatore.
In Figura IV.1.1 si dà un'illustrazione di come si utilizza la sfera celeste per
rappresentare la direzione di oggetti nello spazio; l'osservatore è al centro della sfera.
Un "cerchio massimo" sulla sfera celeste è ogni cerchio che divide la sfera in due
emisferi uguali. Dati tre punti in cielo, possiamo unirli con segmenti di arco di
cerchio massimo (A, B, C) (talvolta ψ , β, η ) per costruire un triangolo sferico. Il cerchio
massimo ha al centro l'osservatore. Gli angoli (a, b, c) (talvolta Λ, Σ , Φ ) sono i vertici
del triangolo sferico e sono chiamati "angoli di rotazione". Gli angoli di rotazione
sono compresi fra piani individuati da due cerchi massimi.
Figura IV.1.1: Sistema di coordinate sferiche e rappresentazione di direzioni nello spazio. I lati dei
triangoli sferici sono lunghezze d'arco; gli angoli sono angoli di rotazione.
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x = cos l cos λ
y = sen l cos λ (IV.1)
z = sen λ
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questa rappresentazione, si avrà eclisse solare ogni volta che il Sole è situato entro il
disco della Terra. Ogni altro oggetto celeste situato entro il disco della Terra è anche
eclissato. Il cerchio centrato sul polo dell'orbita è sempre tangente al disco della
Terra. Ogni oggetto entro quel cerchio non viene mai eclissato.
In Figura IV.1.3.C si ha ancora la sfera celeste centrata sul satellite ma in questo
caso l'asse z del satellite è tenuto fisso in direzione della Terra (assetto LVLH). Poichè
l'asse z vede sempre la Terra, il polo dell'orbita si sposta ad ogni orbita nello spazio
inerziale. Ciò significa che corpi celesti fissi o quasi fissi nello spazio inerziale
ruotano anch'essi attorno il polo orbitale. Per il Sole si ha eclisse ogni volta che la
traiettoria del Sole entra nel disco della Terra. Dalla Figura IV.1.3.C si possono
derivare le seguenti considerazioni:
φ cos ρ
cos = (IV.2)
2 cos β s
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(vedi fotocopie)
Figura IV.1.3 (A, B, C, D): Geometria di un satellite in un'orbita di 1000 km con inclinazione di 32°.
IV.1.3 Angolo β
π
β′S = − βS (IV.3)
2
dove β S è l'angolo fra il centro del satellite ed il Sole. Si definiscono i seguenti altri
angoli: β , l'angolo fra F ed il Sole, β F l'angolo complementare all'angolo β′F fra F e la
normale all'orbita. Se I è la potenza (in watt) incidente sulla faccia F di area A, GS è la
costante solare in vicinanza della Terra (GS = 1368 W/m2), si ha
I = AGs cos β
(IV.4)
cos β = senβ F senβ S + cos β F cos β S cos ∆(az)
dove
β max = β′F + β′S
β min = β′F − β ′S (IV.5)
Le equazioni precedenti valgono sia per orbite circolari che ellittiche. Se un'orbita
è circolare con periodo τ e frequenza ω = 2 π τ , si può determinare l'energia totale (in
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joule) incidente sulla faccia F del satellite durante il suo moto da un azimuth az1 ad
az2 integrando l'epressione IV.4:
AGSτ
E= [(az 2 − az1 ) senβ F senβ S + ( senaz 2 − senaz1 ) cos β F cos β S (IV.6)
2π
1. durante l'eclisse,
2. quando β > 90° , cioè quando il Sole "vede" la la parte posteriore di F.
Le condizioni per l'eclisse sono date dall'equazione che segue dove con az0 è
indicato l'azimuth del nadir relativamente a F
cos ρ
azeclisse = az0 ± cos−1 ( ) (IV.7)
cos β S
Si prenda ad esempio un satellite che orbita a 1000 km d'altezza con i = 32° (il
periodo τ è di circa 105 minuti e la frequenza ω di 0.001 rad/s). Si assuma
1. β S = 35° , ρ = 60° ;
2. che la faccia F del satellite abbia un'area di 0.5 m2 e che il suo vettore
normale formi un angolo az0 = 75° dal nadir e un'angolo β F = 35° (elevazione)
dal piano dell'orbita.
(vedi fotocopie)
Figura IV.1.4: Calcolo dell'angolo β.
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angolare λ0 della stessa area sottesa dal centro della Terra, supposta sferica (Figura
IV.1.5).
La relazione che lega i due angoli è data da
RT
senρ = cos λ0 = (IV.9)
RT + h
2 2
d 2 = ( RT + h) 2 − RT = RT tan 2 λ0 (IV.10)
Figura IV.1.5: Definizione delle relazioni angolari fra satellite, centro della Terra ed una stazione a
terra.
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O
µ
Az
N λO
λN
lO
Nodo A. lN
Figura IV.1.6: Relazione fra posizione della stazione a a terra O e del punto sub-satellite N sulla
superficie della Terra.
(IV.11)
senλO − cos µsenλ N
cos az =
senµ cos λ N
1. considerare che az è lo stesso sia visto da Terra che dal satellite (è una misura
di angolo di rotazione fra due piani formanti due cerchi massimi), e
2. determinare l'angolo di nadir, η, misurato dal satellite dal punto N al punto
O.
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IV.1 Geometria della sfera celeste
λ noto, si deriva η
senρsenλ
tan η = (IV.13)
1 − senρ cos λ
η noto, si deriva ε
sen η
cos ε = (IV.14)
sen ρ
ε noto, si deriva η
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IV.1 Geometria della sfera celeste
sulla superficie terrestre. Il "quasi" deriva dal fatto che, a causa della rotazione
terrestre, la GT è una spirale con uno spostamento (all'equatore) proporzionale al
periodo dell'orbita (Figura IV.1.8). Per un satellite in un'orbita circolare di
inclinazione i, la latitudine λ N e longitudine l del nadir, relativamente al nodo
N
ascendente, sono rispettivamente:
dove ω T = 0. 004178 gradi/s è la velocità di rotazione della Terra attorno il suo asse e ω è
la velocità angolare del satellite e t è il tempo misurato dall'istante in cui il satellite
passa per il nodo ascendente.
Per un satellite in un'orbita circolare, ω (gradi/s) è legata al periodoτ (minuti)
dalla
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ω= ≤ 0. 071 (IV.17)
τ
Anche per satelliti che hanno un'orbita perfettamente circolare, il moto apparente (da
Terra) di un satellite è molto complesso. Se l'osservatore è nel piano orbitale, il moto
apparente del satellite sarà un cerchio massimo che passa per lo zenith
dell'osservatore. Se l'osservatore è leggermente fuori dal piano orbitale, l'orbita
apparente sarà un cerchio nello spazio visto da fuori il piano del cerchio e proiettato
nella sfera celeste dell'osservatore. In generale le traiettorie dei satelliti sono molto
complicate e per ottenerle si usano programmi di simulazione STK (Satellite Tool Kit,
www.stk.com). Questi programmi includono anche i casi di orbite ellittiche.
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IV.1 Geometria della sfera celeste
Il caso che trattiamo brevemente in questa sezione è per un satellite in una LEO
circolare. Nella sezione che segue discuteremo alcune caratteristiche delle orbite
apparenti dei satelliti in orbita geosincrona equatoriale (GEO).
Nel caso di una LEO si suppone che nel periodo in cui il satellite passa sopra una
stazione a terra con un'orbita bassa si possano trascurare gli effetti della rotazione. La
geometria è rappresentata in Figura IV.1.9.
O (lo, λo)
nodo (l’nodo, λ’nodo) λmax
polo (l’polo, λ’polo)
O
∆Φ/2
SSP
Nodo A.
Figura IV.1.9: Geometria della "ground track" di un satellite relativamente ad un osservatore sulla
superficie della Terra.
L'area del cerchio centrato in O (la stazione a terra) rappresenta tutti i punti del
sub-satellite in cui l'elevazione del satellite è vista sotto un angolo ε > ε min , dove ε min è
un valore prefissato. Per un satellite che deve tramettere alla stazione a terra, un
valore ottimale è ε min = 5° .
Il cerchio tratteggiato rappresenta il luogo dei punti per cui il satellite è
all'orizzonte, ε = 0° . Una volta fissato il valore di ε min si calcolano λ max ,η max e Dmax per
i quali valgono le seguenti relazioni:
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IV.1 Geometria della sfera celeste
λ ′polo = 90° − i
(IV.18)
l′polo = l′nodo − 90°
tan λ O
sen( l O − l′nodo ) = (IV.19)
tan i
sen λ O
sen µ = (IV.20)
sen i
Anche in questo caso si hanno due soluzioni valide che corrispondono a passaggi
al nord e sud dell'orbita rispettivamente.
La Figura IV.1.9 definisce i parametri del passaggio del satellite sopra la stazione
in termini di λmin ( λmin è 90° meno la distanza angolare misurata al centro della Terra
fra la stazione a terra ed il polo istantaneo dell'orbita all'istante del contatto). Dati i
valori di latitudine del polo dell'orbita e della stazione a terra, si deriva la seguente
relazione:
senλ min = senλ polo senλO + cos λ polo cos λO cos ∆l (IV.21)
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IV.1 Geometria della sfera celeste
senρsenλ min
tan η min =
1 − senρ cos λmin
v sat 2π ( RT + h)
ϑɺmax = = (IV.23)
Dmin τDmin
Figura IV.1.10: Moto di un satellite ad un'altezza di 1000 km visto da un osservatore alla superficie
della Terra.
Infine è utile calcolare l'intervallo totale di azimuth coperto dal satellite visto dalla
stazione a terra ed il tempo totale di vista:
∆φ tan λ min
cos =
2 tan λ max
(IV.24)
τ cos λ max
T= cos −1
180° cos λ min
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IV.1 Geometria della sfera celeste
Un'analisi del moto del satellite mostra che, se il moto rimane non corretto, il
satellite tenderà ad oscillare attorno una posizione di equilibrio stabile con una
velocità massima di 0.4° al giorno e con un periodo di 840 giorni (periodo di
librazione). Naturalmente, un satellite operativo deve rimanere entro una regione
prefissata; a tal fine si usano i motori a getto per le opportune correzioni d'orbita. Un
valore tipico di variazioni di velocità del satellite è dell'ordine di 2 m/s/anno.
Un'altro effetto che influisce sulla componente est-ovest del moto è il vento solare.
L'effetto del vento solare, di aumentare l'eccentricità dell'orbita, è schematizzato in
Figura IV.1.11. L'eccentricità dell'orbita causa un'oscillazione est-ovest di ampiezza
we = ±360° e π . Anche in questo caso si usano i motori a getto per le correzioni. Di
solito si combinano opportunamente le correzioni d'orbita per correggere i due
effetti. Si noti che entrambi gli effetti producono un moto del satellite sul piano
dell'orbita che si manifesta come spostamento est-ovest.
Figura IV.1.11: Effetto del vento solare su un'orbita geostazionaria: l'eccentricità aumenta da a) a c).
A, Apogeo; P, perigeo; a, semiasse maggiore.
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IV.1 Geometria della sfera celeste
La ragione della forma ad otto (o analemma) è che il moto del satellite lungo la
sua orbita inclinata tenderà alternativamente a ritardare rispetto la rotazione
uniforme della Terra e poi a raggiungerla.
Analogamente le perturbazioni dovute alla gravità del Sole e della Luna si
manifestano come uno spostamento apparente in latitudine che richiede un
correzione del piano dell'orbita (nord-sud). Poichè il Sole e la Luna non sono
complanari con un'orbita geostazionaria equatoriale, la componente della loro
attrazione gravitazionale che è perpendicolare al piano dell'orbita del satellite ne fa
aumentare l'inclinazione. L'inclinazione produce una forma ad otto di metà altezza h
e metà larghezza wi :
h = ±i
tan wi =
1
sec i − cos i ≈ tan 2
i (IV.25)
2 2
Figura IV.1.12: Moto apparente diurno di un satellite in un'orbita geostazionaria inclinata di 4°.
Figura IV.1.13: Moto apparente diurno di un satellite sotto gli effetti combinati di inclinazione ed
eccentricità.
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