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4 Ottobre

Huntington fa parte del REALISMO POLITICO, ovvero una sensibilità per cui chi guarda la realtà la prende
per quel che è.
Tutti i fenomeni della modernizzazione socio-economica non vanno di pari passo con la modernizzazione
politica, anzi ne provocano l’instabilità.
“MEGLIO UN GOVERNO DISPOTICO O CATTIVO, CHE NESSUN GOVERNO”.
Huntington è un ritorno ad Hobbes perché tutti i pensatori dell’occidente hanno dato un’immagine in cui il
governo ha il segno – (meno) e la società ha il segno + (più). L’idea della tradizione democratica è che il
governo buono è quello rappresentato dalla società. La società ideale è quella in cui non c’è il potere di un
uomo ne un altro. Huntington capovolge questa concezione.
La modernizzazione produce disordine politico perché crea aspettative tra ciò che possono ottenere e ciò
che effettivamente ottengono.
L’effetto politico della modernizzazione socio-economica c’è ed è la partecipazione politica. Huntington
chiama “PRETORIANI” quei sistemi politici che non riescono ad istituzionalizzare e contenere la
partecipazione politica. Per Huntington riguarda la partecipazione di tutte le forze sociali, perché tutte le
forze sociali sono POLITICIZZATE.
Quelli civili sono quelli in cui la partecipazione politica è incanalata e contenuta entro argini.
Un sistema politico tradizionale che consente una partecipazione politica limitata può essere chiamato
“civile”.
La presenza dei partiti è l’indizio della modernità politica.
Parsons aveva una visione unilineare del cambiamento sociale, dal semplice al complesso. I sistemi politici
possono essere pensati come un qualcosa che va dal semplice al complesso.
Le società tradizionali sono statiche e vi sono gruppi sociali statici.
Questa rigidità di strutture sociali viene scossa pesantemente dalla modernizzazione.
La mobilità sociale, che può essere sia fisica, sia territoriale, sia professionale è un processo che prende
forma con la modernizzazione socio-economica. La modernizzazione colpisce soprattutto la mobilità
feudale e le credenze religiose. Vi è anche il venir meno della funzione militare, che era il monopolio della
società feudale.
I nuovi gruppi si inseriscono in quelli vecchi e li costringono ad adattarsi. Con il risveglio verde si intende
l’attivazione politica dei contadini e questo avviene solo con la modernizzazione socio-economica.
11 Ottobre
Il primo grande fenomeno che la Modernizzazione socio-economica innesca è la Mobilizzazione sociale
(riferita alla società)  il divenir mobile dei gruppi (si attivano, ambiscono ad ottenere certi valori…). Ciò
vuol dire che i gruppi ambiscono a conseguire certi scopi, a conseguire certi valori, ad accrescere le proprie
capacità di produrre risorse sociali. Crescono dunque le capacità produttive di queste società e migliorano
le tecniche di coltivazione agricola. Crescono le risorse disponibili, il prodotto interno e quindi si arriva ad
un significativo sviluppo economico. Si ha di conseguenza un aumento delle pretese sopra le risorse e
quindi le aspirazioni degli individui.
Mobilitazione politica
I gruppi sono impegnati nella produzione e nella distribuzione (scambio) di certi valori.
Con la mobilizzazione sociale, le capacità produttive aumentano ed ha inizio lo SVILUPPO ECONOMICO, il
quale garantisce una crescita della produzione (con la conseguenza che crescono le aspirazioni).
In un primo periodo SBILANCIAMENTO vs pochi (si verifica un SURPLUS), frustrazione sociale (non è uno
stato soggettivo che uno si porta dietro)
Rapporto tra ciò che si ottiene e ciò che si pensa di poter ottenere tasso di soddisfazione RELATIVO
Si parla di frustrazione sociale nel senso che non si è soddisfatti di ciò che si è, di ciò che si possiede, di
conseguenza si cerca di cambiare (il cambiamento può avvenire solo in presenza di OPPORTUNITA’ di
mobilità):
𝑚𝑜𝑏𝑖𝑙𝑖𝑧𝑧𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑠𝑜𝑐𝑖𝑎𝑙𝑒
= 𝐹𝑅𝑈𝑆𝑇𝑅𝐴𝑍𝐼𝑂𝑁𝐸 𝑆𝑂𝐶𝐼𝐴𝐿𝐸
𝑠𝑣𝑖𝑙𝑢𝑝𝑝𝑜 𝑒𝑐𝑜𝑛𝑜𝑚𝑖𝑐𝑜
E:
𝑓𝑟𝑢𝑠𝑡𝑟𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑠𝑜𝑐𝑖𝑎𝑙𝑒
= 𝑃𝐴𝑅𝑇𝐸𝐶𝐼𝑃𝐴𝑍𝐼𝑂𝑁𝐸 𝑃𝑂𝐿𝐼𝑇𝐼𝐶𝐴
𝑜𝑝𝑝𝑜𝑟𝑡𝑢𝑛𝑖𝑡à 𝑑𝑖 𝑚𝑜𝑏𝑖𝑙𝑖𝑡à
Con partecipazione politica si intende non quella di élite (quindi partecipazione dei gruppi), ma la
CONVERSIONE di domande sociali che non trovano risposte che vengono rivolte al governo. Tali domande
divengono POLITICHE (le quali richiedono l’INTERVENTO PUBBLICO, per quest’ultimo occorre verificare
quali canali sono presenti – diritto di voto, di petizione, …). Nei luoghi colpiti da modernizzazione, questi
canali vengono meno ( protesta violenta, ribellione, rivoluzione).
III EQUAZIONE:
𝑝𝑎𝑟𝑡𝑒𝑐𝑖𝑝𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑝𝑜𝑙𝑖𝑡𝑖𝑐𝑎
= 𝐷𝐼𝑆𝑂𝑅𝐷𝐼𝑁𝐸 𝑃𝑂𝐿𝐼𝑇𝐼𝐶𝑂
𝑖𝑠𝑡𝑖𝑡𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙𝑖𝑧𝑧𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑝𝑜𝑙𝑖𝑡𝑖𝑐𝑎 (𝑉𝐴𝑅𝐼𝐴𝐵𝐼𝐿𝐸 𝐶𝐻𝐼𝐴𝑉𝐸)
Il disordine politico porta alla VIOLENZA, alla CORRUZIONE.
La forza dell’istituzionalizzazione politica diventa CONDIZIONE che fa la differenza:
se le istituzioni sono forti, il rapporto (3 equazione) si avvicina allo 0 e non vi sarà disordine; se, al contrario,
le istituzioni sono non sono poi così forti, il rapporto tende ad avvicinarsi ad 1 e quindi vi sarà maggiore
DISORDINE. L’istituzione politica è chiamata ad INTEGRARE tutte le sue forze sociali, a tenerle insieme.
Le forze sociali sono un gruppo che agisce nella vita sociale o un aggregato che ha una posizione / un ruolo
nella vita sociale o ancora un complesso di azioni, agenti e attori sociali.
In altre parole, una forza sociale è un INSIEME DI REGOLE A PROCEDERE (= regole procedurali), che
riguardano COME si verificano le azioni (vere e proprie forze sociali). La forza di queste regole sta nella
PRESA (= nella capacità di regolare) che queste hanno sulle forze sociali.
Maggiore è il sostegno a queste regole, maggiormente queste saranno efficaci (quindi accettate e seguite
dalla comunità)
Tornando al GRADO DI ISTITUZIONALIZZAZIONE istituzioni forti hanno dalla loro un AMPIO SOSTEGNO e
ISTITUZIONALIZZAZIONE POLITICA (= è un processo per mezzo del quale una istituzione si istituzionalizza)
4 PROPRIETA’:
1. FLESSIBILE/ADATTABILITA’ AL CAMBIAMENTO (contrario= RIGIDITA’)  questa è compatibile con
l’AUTONOMIA;
2. COMPLESSA (opposta alla SEMPLICITA’);
3. AUTONOMIA (contrario= DIPENDENZA) e
4. COMPATTA, sicura di sé, integra (opposta alla DISUNIONE).
Queste 4 proprietà si uniscono tra loro:
per quanto riguarda il rapporto tra organizzazione politica e l’ambiente esterno: FLESSIBILITA’ E
AUTONOMIA;
per quanto concerne l’ORGANIZZAZIONE POLITICA PRESA PER SÉ STESSA: COMPLESSITA’ E
COMPATTEZZA.
12 Ottobre
1. FLESSIBILITA’: misurata in 3 modi diversi, i primi 2 sono approssimazione, invece l’ultimo è più
preciso:
 ETA’ ANAGRAFICA  indica da quanto esiste. E’ la durata nel tempo = spia del fatto che
l’organizzazione ha saputo adattarsi ai cambiamenti esterni. Non da’ risposte giuste (è quindi
una misura abbastanza grezza perché non è appropriato a misurare ciò che è chiamata a
misurare). L’età anagrafica è una misura di una caratteristica dell’organizzazione ed è
indipendente dall’ambiente esterno, non è un indicatore adatto.
 ETA’ GENERAZIONALE le organizzazioni nascono sulla base di attività di un gruppo fondatore
(o gruppo costituente), il quale mette insieme le forze necessarie per costituirla e la guida. Vi è
un unico momento delicato, ovvero il TRAPASSO tra il gruppo costituente e l’entrata di un
nuovo gruppo dirigente quando l’organizzazione di per se già esiste (in questo caso il gruppo
costituente cede la guida dell’organizzazione al nuovo gruppo dirigente). Si tratta di un
momento delicato in quanto tra il gruppo fondatore e l’organizzazione da esso fondata si è
creato un legame molto profondo, legame assente con il nuovo gruppo dirigente. (esempio è il
partito comunista dell’URSS). Sull’organizzazione grava ancora il prestigio dei padri fondatori.
E’ flessibile quell’organizzazione che è in grado di superare la successione da una generazione
all’altra.
L’età generazionale NON misura il rapporto tra l’organizzazione e l’ambiente ma è una misura
INTERNA all’organizzazione. Anche questa età, come l’anagrafica non è una misurazione
appropriata.
Partito COMUNISTA
Il passaggio da Lenin a Stalin non è un passaggio generazionale perché entrambi appartengono
allo stesso gruppo. Stalin – Kruscev è invece intergenerazionale.

 ETA’ FUNZIONALE le organizzazioni nascono con degli SCOPI (scopi funzionali). Può accadere
che l’ambiente in cui l’organizzazione persegue quei scopi, cambi in modo tale che quelli stessi
scopi non siano più perseguibili. A questo punto l’organizzazione o si adatta o scompare.
Adattarsi significa modificare i fini perché quelli originali sono venuti meno (quindi
l’organizzazione è riuscita ad istituzionalizzarsi perché è riuscita a darsi un nuovo scopo. Per
fare ciò un’organizzazione ha 2 metodi:
 GIROSCOPICO: l’organizzazione cerca, individua nella società il bisogno cui rispondere.
L’organizzazione si adatta alla società ricercando il fine, lo scopo di cui manca la società.
(Si tratta un vero e proprio ADATTAMENTO);
 CREARE LO SCOPO: E’ l’organizzazione a produrre il bisogno di cui necessita la società (è
un metodo più IMPERIOSO). In questo caso, l’organizzazione sopravvive perché essa
stessa ha generato il bisogno sociale necessario per la società, creandosi così un nuovo
scopo/fine da raggiungere.
Il problema del sistema sovietico è che esso assembla il potere non lo espande.
Abbiamo parlato del nesso esistente tra le 2 proprietà: FLESSIBILITA’ E COMPLESSITA’
Un’organizzazione complessa ha molti scopi e il venir meno di uno di questi potrebbe compromettere
l’esistenza stessa dell’organizzazione (ad esempio un’organizzazione semplice ha un solo scopo, se questo
dovesse venir meno, o l’organizzazione è in grado di trovarne o crearne uno nuovo per sopravvivere oppure
sarebbe persa). Se l’organizzazione riesce a sopravvivere nonostante il venir meno dello scopo originale si
parla di un CARATTERE ANFIBIO dell’organizzazione. Se riesce a superare tale ostacolo, come affermato
dall’età funzionale, l’organizzazione è FLESSIBILE.
2. AUTONOMIA: rispetto all’ambiente, quando l’organizzazione NON DIPENDE da alcuna forza sociale.
L’organizzazione non può essere autonoma se dipende da una sola forza sociale (un’unica fonte
rendersi autonomi in presenza di una sola fonte è più difficile, se invece hai più di una fonte da cui
attingere, trai sostegno da tutti in egual misura senza dipendere da una sola fonte in particolare).
Autonomia che non deve essere NON DIPENDENZA, infatti un’organizzazione non è al servizio di
una forza sociale, ma può mettersi “al comando” (quindi controllare) la forza sociale.
ESEMPIO USA E URSS. Quest’ultima controllava i gruppi sociali anche coercitivamente.
L’organizzazione aveva una posizione dominante rispetto alla società, infatti era la “creatrice” dei
bisogni sociali di cui necessitava la società.
Esiste un nesso anche tra AUTONOMIA e COMPATTEZZA l’organizzazione disunita (ovvero quella
i cui membri/gruppi di membri tirano in diverse direzioni) difficilmente sarà autonoma. Esempio ne
è la Francia del 1940, quando cadde nelle mani di Hitler (la disunione infatti apre la strada al
nemico, perché crea al suo interno COMPETIZIONE e allo stesso tempo va alla ricerca all’esterno di
forze alleate da cui dipendere).
3. 4.COMPLESSITA’: equivale alla presenza di unità interne che differenziano il lavoro. Può assumere
forme diverse (pluralistica, …). Anch’essa, come la flessibilità può essere ANFIBIA. La complessità
non può esistere senza COMPATTEZZA (principio di unità dell’organizzazione). Per Compattezza si
intende quella PROCEDURALE in un sistema pluripartitico. Quest’ultimo è caratterizzato dal fatto
che è un sistema che si da’ delle regole, comunemente accettate da tutti (procedurale). Alla
compattezza procedurale, si oppone quella IDEOLOGICA (il gruppo si basa su principi, NON REGOLE,
senza che sia ammesso il DISSENSO).
SISTEMI A PARTITO UNICO:
sono quei sistemi in grado di governare, impedendo l’anarchia/ la dissoluzione (“meglio un cattivo
governo che la sua assenza”). Non ha problemi di “guadagnare” il potere perché già lo detiene, ma di
rispondenza di esso.
18 Ottobre
Con la modernizzazione si diffonde l’alfabetizzazione, grazie alla nascita delle scuole. Nelle campagne
l’istruzione, come qualsiasi altra novità, non è ben vista, in quanto toglieva i bambini dai campi
(riduceva la forza lavoro nelle campagne).
La modernizzazione porta con sé anche un aumento delle migrazioni, una diminuzione delle morti e la
formazione di nuovi gruppi sociali.
Comunità politica = campo di potere, gruppo di persone nel quale opera un governo (insieme di
persone che condividono valori ed ideologie).
Nelle società semplici, la comunità politica è un dato di fatto, esiste naturalmente e spontaneamente in
quanto risultante dalle dimensioni di un gruppo.
Esempio di comunità naturale è la famiglia (non vi è bisogno di costruire la comunità, in quanto esiste
già).
Man mano che le società diventano più complesse, la comunità diventa un problema poiché va
costruita/ creata. E per farlo è necessario che vi siano le istituzioni politiche. Queste producono il senso
comunitario (quindi istituisce l’unità).
Hobbes distingue tra moltitudine e popolo. afferma che non si deve pensare al Re e al popolo come
entità distinte, infatti ciò che da unità alla moltitudine è il monarca/ il re che è il rappresentante del
popolo, ovvero ogni azione del re rispecchia le azioni di ogni suo suddito (re impersona i suoi sudditi).
Quel che trasforma la moltitudine in popolo è il sovrano.
(la procedura di voto è il modo in cui si vede chi pesa di più e chi di meno. Questa procedura viene
impiegata quando si hanno opinioni diverse. Un modo per ponderare le preferenze è dato dall’uso del
sistema di maggioranza.
Il rovesciamento del concetto di rappresentanza è indispensabile per il concetto di rappresentanza
moderna. Hobbes prende un concetto triadico e lo trasforma in diadico: le sue azioni sono le azioni dei
sudditi.
Il concetto di comunità politica di Huntington è costruita nelle sue dottrine.
Le istituzioni costituiscono infatti ponti tra le varie forze sociali.
INTERESSE PUBBLICO = Valori e interessi sono plurali. Ciò pone il problema di come tradurre in unità
questi valori diversi. L’interesse generale è una somma ponderata degli interessi particolari. Per
Huntington ciò non è vero.
Le regole di maggioranza possono funzionare solo se le regole di voto sono eguali. Tutte le teste pesano
allo stesso modo. Per bene comune si intende dove converge la maggioranza (la minoranza è vincolata
dalla maggioranza. Le minoranze accettano il risultato nel momento in cui accettano il procedimento di
voto). Il problema che si pone è quello del diritto di partecipare. Il fatto che le minoranze accettino gli
esiti è sempre un problema aperto però.
Quando si accettano le regole, si accettano di conseguenza le istituzioni politiche. L’interesse pubblico
coincide con tutto ciò che sta nell’interesse delle istituzioni. Ciò che rafforza le istituzioni politiche va a
favore dell’interesse pubblico.
A B C
1 X z y
2 Y x z
3 Z y x
Dove
X = cinema
Y = partita
Z = pizza
X vs y = x
X vs z = z ogni maggioranza risulta indesiderato ad una maggioranza (l’esito infatti viene
Z vs y = y continuamente ribaltato da una maggioranza negativa. Il risultato è l’innescarsi di
un CICLO di votazione eterno che non è in grado di creare un esito stabile.
CORRUZIONE POLITICA = utilizzo privato di ruoli pubblici, ovvero si tratta di un uso distorto/improprio del
potere politico (di cui se ne fa un uso privato) (uso distorto che presuppone che uno dei 2 beni scambiati
non riguardi il potere politico). Un povero infatti tende a vendere il proprio voto mentre il ricco compra
attraverso le proprie risorse il potere politico. Entrambi agiscono per ottenere in cambio un vantaggio
privato.
19 Ottobre
Nelle società tradizionali circolano risorse naturali, ideali, tradizioni, onore, …
In queste società ad avere una certa importanza è l’appartenenza ad un dato ceto sociale. La risorsa chiave
in tali società è la TERRA e la sua coltivazione (agricoltura, infatti la cd società agricola corrisponde alla
società tradizionale).
Se la terra in queste società è una risorsa chiave, il suo possesso rappresenta un ruolo chiave.
Nelle società tradizionali la distribuzione delle risorse suddette è ALTAMENTE DISEGUALE, infatti una
piccola parte del gruppo sociale possiede la maggior parte della terra. Problema altamente sensibile delle
società agricole è dato proprio da questa “cattiva” distribuzione delle risorse, in particolare della TERRA.
In un sistema feudale, basato sullo sfruttamento della massa di contadini che lavorano la terra del padrone
(che, allo stesso tempo è padrone, capo politico e forza militare), contadini che tengono per sé solo quanto
appena necessario al loro sostentamento, le risorse sociali appartengono a chi possiede la terra.
La terra è una risorsa cumulativa (principio di cumulazione). Le risorse, cui fa parte anche la terra,
appartengono a chi possiede il POTERE (sia politico che militare). In queste società feudali quindi, vi è un
solo gruppo sociale (gruppo molto ristretto, che monopolizzando le risorse, monopolizza la politica) che
possiede tutte le risorse sociali.
ESEMPI:
caso deviante che serve per spiegare anche i casi di successo  SVEZIA
 Nel 1400: 50% delle terre appartiene a piccoli contadini;
 4 stati: nobiltà, clero, terzo stato (composto dalla borghesia di città) e STATO DEI CONTADINI.
Caso USA:
distribuzione delle risorse, in particolare se la terra viene distribuita in modo eguale, si crea UGUAGLIANZA.
Di conseguenza, non solo uguaglianza nella distribuzione (e quindi nel possesso) delle risorse, ma anche
politica/ di potere. (STRUTTURA EGUALIATARIA = ciò che distingue l’uno dall’altro è l’ABILITA’).
Autore che si è occupato di ciò è Tocqueville.
Uguaglianza nel possesso delle risorse, anche di quelle militari, quindi vi è una certa concentrazione della
violenza.
Con l’arrivo della modernizzazione socio-economica si spezza il dominio della risorsa terra (rottura del
predominio della terra). Tale modernizzazione pone nuovi obiettivi, interessi, oppure essi restano gli stessi
ma vengono posti in modo diverso.
La modernizzazione, però impatta in modo diverso la società agricola/tradizionale europea da quella USA.
In Europa infatti il nobile ha un divieto morale di lavorare (egli non lavora, e se per caso lo fa, disonora
l’intera classe sociale cui appartiene). La modernizzazione, che porta un miglioramento, ovvero aiuta la
produzione, interviene distruggendo il primato della risorsa chiave, creando nuove risorse: quindi, il
controllo di una risorsa non comporta il controllo di tutte le altre. (detenere il potere politico non comporta
detenere anche potere militare e/o economico). Si passa dalla cumulazione alla dispersione delle risorse.
Con la modernizzazione socio-economica si passa così da una società che nasce dal controllo di una risorsa
ad una società che predilige l’eguaglianza. Questo è ciò che si è verificato in Europa, dove la partecipazione
politica viene espressa nelle mani delle élite. Si ha modernizzazione quando aumenta la partecipazione
politica (ovvero quando questa si apre ad una più ampia massa). In questo caso la partecipazione politica
scaturisce dall’eguaglianza (partecipazione politica larga – tutti possiedono partecipazione politica in
maniera egualitaria). Negli USA si è verificato esattamente il contrario: si è creata disuguaglianza.
Negli USA infatti vi è un'unica élite che mantiene le proprie posizioni per proteggere sé stessa e difendere
gli altri membri. Il potere si concentra ma non produce egemonia di un solo gruppo.
Abbiamo detto che con la modernizzazione si ha uno spostamento dalle campagne verso le città: viene
meno la risorsa chiave (terra) e tutte quelle ad essa legate. È avvenuta così una trasformazione: la stabilità
della campagna (baricentro della società tradizionale), data dal suo non mutare, l’unica cosa che cambia è il
ciclo delle stagioni, viene meno. In città infatti nascono nuove attività e la città diviene “il nuovo” / “la
novità”. La città è il centro dei progressi e, a differenza delle campagne, essa è in continua tensione, in
continuo cambiamento. Di conseguenza è anche centro di INSTABILITA’. Infatti, nella città è presente un
gruppo (gli studenti) che non hanno interessi propri da proteggere. Accanto agli studenti vi sono gli
intellettuali (che piano piano prendono il posto del clero), i cd portatori del genio rivoluzionario.
Durante le prime fasi della modernizzazione la campagna è una spettatrice VITTIMA, in quanto si vede
svuotare delle sue caratteristiche (il contadino è spaventato dal nuovo, in quanto diffida e percepisce ogni
innovazione come una minaccia radicata fin nel profondo; allo stesso tempo il “nuovo cittadino” disprezza il
vecchio). I 2 gruppi sono destinati a non capirsi, in senso letterario poiché non parlano la stessa lingua.
In Europa: bipolarizzazione tra campagna e città di difficile integrazione per mancanza di mezzi di
comunicazione. Questa mancanza non elimina il disagio tra i 2 gruppi e, anzi potrebbe peggiorare la
diffidenza esistente tra i 2 gruppi.
La mobilitazione politica è in grado di far “muovere” le campagne il RISVEGLIO VERDE comprende 4
diverse forme:
1. Chiamare a raccolta le campagne in un movimento indipendentista/di liberazione (questo attiva le
masse contadine in vista di un interesse collettivo). Il movimento riesce a mobilitare le masse
contadine e ad integrarle (dentro e parte del regime);
2. Parte dell’INTELLIGENTIA URBANA (rara) mobilita le masse verso la rivoluzione (fuori e contro il
regime);
Questi primi 2 casi sono ESTREMI
3. Movimento pilotato da élite centrale che vede nella campagna la base centrale per stabilire il
proprio sostegno (riesce a svegliare le campagne per trascinarle nel loro sostegno stabile – la
campagna è vista come BASE DI STABILITA’ DEL SOSTEGNO);
4. Manca.
La modernizzazione socio-economica ha sulla politica l’effetto di creare disordine, instabilità, violenza e
corruzione.
La modernizzazione politica consta di 3 componenti:
1. PARTECIPAZIONE POLITICA (precipitato diretto della modernizzazione socio-economica)
espansione fino alla piena e totale integrazione delle masse alla partecipazione politica (obiettivo è
il suffragio universale);
2. RAZIONALIZZAZIONE DELL’AUTORITA’ CONCENTRAZIONE DEL POTERE da una miriade di luoghi
ad uno solo. Il potere politico prima disperso viene “risucchiato” in un UNICO CENTRO. Il governo
moderno è detto anche burocratico, nel senso che organizza il “lavoro”, ovvero nascono gli
apparati militari, quelli burocratici, …
Non solo razionalizzazione dell’autorità in senso di concentrazione del potere ma alle sovranità se
ne sostituisce una sola (si formano le credenze  AUROLEGITTIMAZIONE DEL POTERE, ovvero la
progressiva caduta dei vecchi principi di giustificazione di derivazione del potere politico.
Anche in campo giuridico si verifica questa concentrazione di potere: infatti dalla convivenza fianco
a fianco di una moltitudine di ordinamenti giuridici diversi si giunge ad un ordinamento del potere
politico in un unico centro.
Lunga traiettoria per giungere a questo punto:
Imperatore Giustiniano (LEX REGIA), eletto dal popolo, inteso in modo diverso da quello attuale.
313 d.C. EDITTO DI MILANO con Costantino potere spirituale è costantemente sotto il potere
temporale. IMPERATORE E SACERDOS (= capo del potere spirituale). Il papato cresce attraverso la
frantumazione della figura IMPERATO ET SACERDOS, chiedendo e pretendendo sempre più potere
(primato).
Papa Gelasio, V secolo: 2 SPADE (una rappresenta il potere temporale e l’altra il potere spirituale)
entrambe autonome l’una dall’altra, quindi devono esistere 2 capi, ognuno dei quali impugna una
spada diversa.
1302 Papa Bonifacio VIII bolla papale “UNAM SANCTAM” con cui afferma che il potere spirituale
deve dominare su quello temporale. (Nella bolla viene riutilizzata la metafora delle 2 spade).
In Italia la legittimazione per “Grazia di Dio” viene meno nel 1948 con l’entrata in vigore della
Costituzione.
Alla discendente del potere si sostituisce quella ASCENDENTE (= diviene il principio legittimante del
potere). Estrazione dal basso del potere. Viene a cadere anche il principio trascendentale e si fa
sempre più strada la sovranità popolare (il popolo viene considerato come IDEA DI UNITA’).
L’autorità entra in crisi quando si comincia a formulare la domanda “PERCHE’” alla voce
dell’autorità stessa. (principio della frana dell’autorità, in quanto essa richiede l’OBBEDIENZA
INCONDIZIONATA).
Si è detto RAZIONALIZZAZIONE E NON RAZIONALIZZARE IL POTERE!
Vi sono aspetti sia oggettivo (rituale) che giustificato (simbolico) delle credenze della
concentrazione del potere.
Durante questa fase si differenziano non soltanto le strutture ma anche le funzioni, nascono infatti
gli apparati e questi iniziano pian piano a specializzarsi (organizzazione del lavoro, che fa aumentare
la complessità interna ad ogni struttura e poi dell’intera società). La concentrazione del potere
comporta una diversificazione delle funzioni e quindi una diversificazione delle strutture politiche.
(Weber affermava che un governo moderno era un governo burocratico).
3. DIFFERENZAZIONE DELLE STRUTTURE POLITICHE  si accompagna alla razionalizzazione. Il potere
disperso in varie unità territoriali ed in ognuna di queste unità è UNIFICATO. Con la concentrazione
del potere emerge la DIFFERENZAZIONE.
Abbiamo 3 modelli di modernizzazione:
1. Europa continentale;
2. Britannico;
3. USA
L’unica differenza tra questi 3 modelli è data dalla successione con cui le 3 componenti suddette della
modernizzazione politica entrano in gioco:
1. In Europa: razionalizzazione e differenziazione portano alla partecipazione politica (alla sua
espansione). La concentrazione (che in alcuni casi può portare ad un “movimento all’indietro”),
soprattutto quando avviene in presenza di appalti burocratici, non comporta (anzi osta)
l’espansione della partecipazione (e dei suoi diritti) politici.
2. Dove invece la concentrazione incontra il “muro” della monarchia il processo di espansione si fa più
difficile. Dove i parlamenti sono più forti / consolidati (Gran Bretagna), l’espansione viene frenata e
quando avviene la riforma, essa viene guidata dal parlamento che è in grado di indirizzarla/
incanalarla.
3. Negli USA la partecipazione politica è già estesa e, anche in conseguenza a ciò, razionalizzazione e
differenziazione avvengono dopo (l’opposto di ciò che accadde in Europa), anzi, a volte non
avvengono per niente. Negli USA non si è verificata modernizzazione politica (ancora oggi lo
schema utilizzato è quello Tudor).

26 Ottobre
Assetto istituzionale USA è di tipo presidenziale (diverso dal sistema parlamentare, presente in Italia,
nel quale per governare è necessaria la maggioranza del Parlamento. In questi sistemi infatti, i poteri
esecutivo e legislativo possono interferire uno negli affari dell’altro- si parla di INTERFERENZA
COSTITUTIVA).
Tornando al sistema presidenziale, questo crea 2 istituzioni (si parla di governo diviso): CONGRESSO E
PRESIDENTE, i quali godono della RECIPROCA NON INTERFERENZA.
Negli USA è presente un SISTEMA DI SEPARAZIONE ISITUZIONALE DEI POTERI, il quale vieta al
Congresso di interferire nei poteri del presidente e viceversa. Quest’ultimo, inoltre non può influenzare
l’attività del Congresso.
Tale sistema però crea una situazione di stallo infatti per giungere ad una decisione è necessario
chiedere un COMPROMESSO (un accordo che prevede una larga maggioranza), una volta raggiunto, è
possibile passare dalla proposta all’attuazione.
Il presidente si circonda dello staff, gente personalmente scelte da lui (che sia per simpatia,
conoscenza, favore, … non importa).
Allo staff si aggiungono poi i segretari di stato, i quali però devono essere per così dire “graditi” al
Senato.
Il presidente USA ha meno poteri rispetto a quello francese, il quale nomina ad esempio il 1 ministro, è
autonomo ed ha più poteri rilevanti (può scegliere l’assemblea, ma il parlamento “neonato” non può
essere sciolto prima che sia trascorso un anno, questo è l’unico freno posto).
Dal modello americano si evince che il governo diviso è pur sempre farraginoso ma sopravvive!

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