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connessioni incollate: una nuova frontiera


Storia e sviluppi delle giunzioni rigide incollate.

INTRODUZIONE bozza 9/9/2004 [2], ormai assai diffusa e conosciuta, ha


La nuova tecnica delle giunzioni rigide incollate di elemen- finalmente introdotto quel capitolo 9 sulle strutture di
ti in legno è stata legittimata e può ora costituire quell’im- legno, che ancora mancava. Il punto 9.2.b. prevede le giun-
portante presupposto, sino ad ora mancante, per quel balzo zioni incollate e sancisce che devono essere considerate in
di qualità ed efficienza nella realizzazione di insiemi strut- generale come non dissipative. Ossia rigide quali sono per
turali nelle costruzioni lignee ed anche in costruzioni miste l’appunto i sistemi CNP.
legno-cemento e legno-acciaio. Nella applicazione della nuova tecnica delle strutture in
E’ proponibile l’analogia, anche se approssimativa, con l’evo-
luzione delle grandi strutture in acciaio, realizzate con ele-
menti chiodati a partire dall’ultimo quarto dell’ottocento, sino Prove di connessione rigida CNP® a mezzo-legno nel 1996 all’Università
di Trento (foto 1 e 2). La soluzione, ideata da Cenci, fu adottata
all’introduzione delle saldature ad arco cinquant’anni dopo.
per la costruzione dell’Aquilone di Chicco (Artsana) realizzata dalla Holzbau
Altro paragone lo si può fare con la tecnica del cemento S.p.A. (foto 3) e meritò il Glulam Award 1999. Questo sistema CNP®
armato, che prende ufficialmente avvio all’inizio del secolo ed altri furono oggetto di una approfondita tesi dell’ingegner Alessandro Ferrari.
appena trascorso e cinquanta-sessanta anni dopo trova una Nel 1998 Cenci presentò le sue inventive al 27° Workshop tenuto alla Facoltà
importante evoluzione nel cemento armato precompresso. di Ingegneria dell’Università di Trento. Anche la professoressa Kuhlmann
Il nuovo testo coordinato dell’Ordinanza Sismica, nella dell’Università di Stoccarda ne fu affascinata.

Fig. 2

Fig. 1 Fig. 3

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Fig. 4

Recentissima copertura di un complesso plurisala a Como con travi lamellari


armate del tipo Holzbeton® prodotte dalla Wiehag. Le travi Holzbeton,
dotate di inserti in lamiera preforata piegata e fissata con adesivo epossidico,
furono inventate da Cenci nel 1997, che, con la collaborazione
dell’ing. Giovanni Noseda Pedraglio, le aveva impiegate per la realizzazione
di grandi solai in legno-cemento della luce di m 21,50, costruiti nel 1998
dalla Holzbau S.p.A. ad Olgiate Comasco per Prima Comunicazione s.a.s.
La realizzazione fu pubblicata negli Atti del Convegno Lignomec 99,
promosso dall’Istituto per la Tecnologia del Legno – CNR. Nel 1998 il modello
di Cenci rientrò in una campagna di prove sui solai in legno-cemento curata
dal prof. ing. Maurizio Piazza dell’Università di Trento, presentata lo stesso
anno ad Ancona al III Workshop Italiano sulle Costruzioni Composte.

Fig. 5

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Fig. 6

legno, l’Italia può rivendicare la primogenitura. La nota Wiehag (Wiesner-Hager Baugruppe) quella che sta
professoressa ingegner Ulrike Kuhlmann dell’Università di costruendo in Italia grandi solai in legno-cemento per sale
Stoccarda, dopo aver partecipato al 27° Workshop tenuto cinematografiche, esattamente con tipologia e tecnica
il 27 luglio 1998 alla Facoltà di Ingegneria di Trento, così uguale a quella da me ideata in collaborazione con l’ing.
scriveva ai professori Riccardo Zandonini e Maurizio Noseda nel 1998, rientrante nella campagna di prove pres-
Piazza: “Sono stata affascinata dai sistemi di giunzione so l’Università di Trento sostenuta dalla Holzbau di
illustrati dal signor Cenci: non c’erano veramente bullo- Bressanone [3], la quale costruiva nello stesso anno solai in
nature?, cosa mi dite circa il metodo di rappresentazione? legno-cemento di oltre 21 metri. Vedasi Tecnologie avanza-
Si calcolano come connessioni piene? Forse mi potete te sull’impiego del legno strutturale, Lignomec 99 a cura
inviare alcune informazioni più dettagliate sull’argomen- del CNR – Istituto per la Tecnologia del Legno, Fiera di
to”. Prima l’Italia. Però oggigiorno è la ditta austriaca Bolzano, Carpentieri di Bolzano e Università di Trento [4].

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Fig. 7 Fig. 8

Per la realizzazione delle capriate della palestra di Piuro (foto 7)


sono stati utilizzati i sistemi CNP®, che hanno permesso la realizzazione
di connessioni rigide incollate, con tutti gli elementi metallici assolutamente
a scomparsa. L’utilizzo di aste KVH a doppia maschiatura (foto 8 e 9)
ha consentito un ottimo irrigidimento della struttura sottostante,
evitando le croci di Sant’Andrea.

Prima di intraprendere ciò che ora chiamiamo comunemen-


te sistemi CNP® [CNP (Cenci, Noseda, Piazza) ®], ho inizia-
to a connettere elementi in legno con l’adesivo epossidico
già dal 1987, allorché, con la collaborazione dell’ing. Giorgio
Montagnoli, mi sono trovato ad operare al ripristino della
piena funzione strutturale di una grande trave in legno
lamellare, lesionata durante le operazioni di montaggio a
causa dello sprofondamento di una gru in un pozzo occulta-
to. E’ stato in quella circostanza che sono ricorso ad una tec-
nica già nota, ancor oggi pienamente valida, di praticare
una diffusa ricucitura delle parti scomposte mediante spi-

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Fig. 9 Fig. 10

notti in acciaio inseriti in fori praticati diagonalmente. (1986). Mai però era stato impiegato l’adesivo epossidico
L’adesivo epossidico viene percolato nei fori e si diffonde a per la giunzione degli elementi di importanti costruzioni in
completo riempimento di ogni interspazio libero, anche se legno. Dopo l’approccio iniziale sopra ricordato, ho avuto la
minuscolo. fortuna di praticare numerose esperienze costruttive, svi-
Il successo di quella operazione di recupero, mi indusse ad luppate in maniera del tutto nuova, con graduale maggior
approfondire il sistema delle connessioni rigide tra elemen- utilizzo di resine epossidiche.
ti in legno e di questi anche con gli altri elementi strutturali Poi, a partire dal 1996, grazie alla collaborazione dell’inge-
principali: l’acciaio ed il calcestruzzo. gner Giovanni Noseda Pedraglio ed ai consigli ed incorag-
In quegli anni e precedentemente, l’adesivo epossidico giamenti del professore ingegner Maurizio Piazza, nell’am-
veniva già largamente impiegato, soprattutto in grandi bito della mia attività con la Holzbau di Bressanone ho
opere edilizie, ad esempio per l’unione di conci prefabbri- posto in essere una serie di realizzazioni strutturali decisa-
cati nella costruzione dei viadotti autostradali. L’adesivo mente innovative, basate su giunzioni rigide con impiego di
veniva anche utilizzato in opere di restauro e di riqualifica- resine epossidiche ed inserti metallici a scomparsa.
zione strutturale di parti murarie e lignee. Io stesso l’avevo Successivamente, ho realizzato con successo importanti
impiegato nell’ambito dei lavori di consolidamento strutture spaziali ed ho potuto poi proseguire collaborando
dell’Arengario di Monza, diretti dal prof. ing. Marco Locatelli con aziende di carpenteria, che a loro volta hanno conse-

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Fig. 11 Fig. 12

Esempio di connessioni CNP® a resistenza torsionale, realizzate con tondini


guito maggiore importanza sul mercato. Nel 1996 inizia le
FeB44K e tavoletta di risparmio in compensato per dare continuità alle travi
realizzazioni con i sistemi CNP. Viene da me progettata e secondarie (foto 10 e 11). La lastra irrigidente della copertura (foto 12)
poi costruita la struttura dell’Aquilone di Chicco per la è stata realizzata con aste KVH a doppia dentatura, con giunti sfalsati,
società Artsana [5] [6] [7], ove adotto la tecnica di barre fissate tra loro ed alle travi secondarie con adesivo Xepox e viti. L’edificio è stato
resinate, e contestualmente realizzo la Palestra-palazzetto costruito in Comune di Pedrengo (Bergamo) dalle carpenterie Savoldi e Cuni.
sportivo nell’isola di Mazzorbo (Venezia) con il prof. arch.
Giancarlo De Carlo, ove utilizzo piastre in acciaio preforate.
Già a partire dalle prime tesi di laurea, questa moderna tasche praticati nel legno ed a questo resi tenacemente
tecnica (legno+resina+acciaio a scomparsa) è denominata connessi mediante la colatura (percolazione) di adesivo
CNP, ossia con le lettere iniziali dei cognomi Cenci, epossidico. Non c’è sostanziale differenza tra i sistemi CNP
Noseda, Piazza. ed altre operatività costruttive ora proposte, fatti salvi quei
casi in cui all’adesivo percolato viene sostituito del betonci-
I SISTEMI CNP no epossidico, tecnica che non condivido per molti aspetti
Molteplici sono ora i sistemi di connessioni strutturali per la intuibili, ma che non intendo qui confutare per evitare la
giunzione solidale di elementi in legno con l’utilizzo di sterile polemica. Però, gli altri sistemi si limitano a circo-
inserti metallici all’interno di fori, scanalature, intagli e stanziate applicazioni, ciascuna per particolari casi specifici

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Fig. 13 Fig. 14

Costruzione di una delle due travi principali per la copertura della palestra di via Toscanella a Napoli. I lavori erano interrotti da anni, poi la Coverall s.r.l.
di Perugia ha assunto il nuovo appalto ed ha adottato le tecniche CNP®, che hanno consentito di congiungere come un sol pezzo i due tronconi di ciascuna
delle travi principali e di dotarle di sistemi di connessione rigida a scomparsa per l’attacco delle travi secondarie (foto 13, 14 e 15).

e riconducibili ad una particolare ditta di carpenteria che direttamente in cantiere. Può ben dirsi che il sistema CNP è
vanta il know-how della specifica variante al sistema gene- la sintesi di precisi concetti di statica elementare e moda-
rale. Invece le tecniche CNP si prestano ad una pluralità di lità applicative, che soddisfano un’infinità di esigenze e ren-
applicazioni, pressoché illimitate, e possono essere adotta- dono attuabili svariate realizzazioni costruttive, nella
te da qualsiasi costruttore di strutture in legno, purché con- sostanza tutte riconducibili ad un unico filone tecnico.
venientemente dotato di supporto tecnico. Infatti, il sistema CNP è finalizzato alla costruzione di qual-
Tant’è vero che alcune, tra le tante soluzioni da me ideate siasi connessione tra loro di elementi in legno e di questi
nell’ambito dei sistemi CNP ed applicate in cantiere per con elementi di altra natura, unicamente mediante inserti
importanti lavori, sono state successivamente riconsiderate metallici a scomparsa, inviluppati da adesivi epossidici.
da aziende di carpenteria del legno, che le hanno poi appli- Per la propria plurivalenza applicativa, i sistemi CNP non
cate a propri prodotti prefabbricati. E’ il caso, ad esempio, solo sono utili per la connessione di aste semplici, in linea
del legno-armato®, che può benissimo essere realizzato o angolate tra loro, bensì consentono di considerare e rea-

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Fig. 15

lizzare tutti i possibili insiemi strutturali in legno assimilabi- grandi luci e conseguire architetture notevoli. Però sono
li a telai piani o telai spaziali. Inoltre i sistemi CNP sono rimaste molte limitazioni alla reale potenzialità del loro
applicabili a progetti e realizzazioni di strutture miste in impiego, che sono senz’altro superabili con una più diffusa
legno-cemento o legno-acciaio, che necessitano di assoluta conoscenza dei nuovi sistemi CNP.
rigidezza delle connessioni. E’ ormai evidente che i sistemi Certamente non possono dare ulteriore potenzialità le abi-
CNP stanno portando anche il legno all’ evoluzione dei cin- tuali tecniche a secco, con l’utilizzo di chiodi ad aderenza
quant’anni, già verificatasi per gli altri materiali (acciaio e migliorata, bulloni calibrati e scarperia saldata, perché non
calcestruzzo armato). Già sono stati realizzati importanti consentono sufficiente flessibilità progettuale architettoni-
costruzioni a telai piani con giunti rigidi legno-legno e ca e statica e duttilità costruttiva.
legno-cemento ed anche telai spaziali. Ad esempio, impie- La tecnica CNP ben si lega con altre mie innovazioni
gando la tecnica CNP, ho avuto la possibilità di progettare costruttive. Ad esempio, è decisamente compatibile con l’u-
e costruire a terra una struttura spaziale di 1000 metri qua- tilizzo delle doghe KVH maschiate, utilizzate per la realizza-
drati, per poi elevarla in quota come se fosse un sol pezzo, zione di lastre e membrane continue per l’irrigidimento
completa del manto di copertura e della lattoneria [8]. delle coperture, in grado di sostituire totalmente le barre
Il basso peso delle travi lamellari e la relativa facilità della incrociate di controventatura derivate dalle costruzioni
loro conformazione ha offerto la possibilità di affrontare metalliche (croci di sant’Andrea).

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ADESIVI EPOSSIDICI PER I SISTEMI CNP
Le giunzioni CNP sono ottenute mediante l’immissione di
specifici adesivi epossidici in fori o intagli, praticati all’in-
terno del legno e armati con tondini o piastre metalliche.
L’adesivo aderisce perfettamente alle superfici lignee ed a
quelle metalliche e satura qualsiasi interspazio, pur esiguo
Fig. 16
esso sia.
Gli adesivi più appropriati sono resine epossiamminiche di
tipo termoindurente, che una volta polimerizzate diventano
chimicamente inerti e la loro struttura molecolare non è più
modificabile. Di conseguenza la resistenza caratteristica
rimane immutata, offrendo massima affidabilità nel tempo.
Le resine epossidiche, utilizzate per questo specifico impie-
go, devono garantire ottime caratteristiche di colabilità,
adesività e bagnabilità delle superfici alle quali aderiscono,
nei confronti delle quali esercitano inoltre una funzione
anticorrosiva.
La protezione al fuoco dei giunti a scomparsa incollati con
resina epossidica è assicurata dallo stesso elemento struttu-
rale in legno, adeguatamente dimensionato per il tempo di
resistenza richiesto alla penetrazione della carbonizzazione.

CRITERI COSTRUTTIVI DEI SISTEMI CNP


L’aspetto costruttivo dei sistemi di collegamento CNP è
sostanzialmente semplice. E’ importante il rigore nella scel-
ta delle procedure, nella consapevolezza delle condizioni
ambientali, pur severe esse siano, senza nulla lasciare all’im-
provvisazione ed al fortuito.
Qui di seguito vengono elencati i punti operativi più salien-
ti e rimarcate le attenzioni dovute:
- i fori e gli incavi praticati nel legno devono essere privi di
Fig. 17
polverulenza, quindi ripuliti soffiando con aria compressa e,
prima della percolazione o iniezione dell’adesivo, devono
Fig. 18 essere protetti dall’acqua meteorica o dall’elevata umidità
atmosferica, cui seguono fenomeni di condensa.
- gli elementi metallici di armatura dei giunti (es.: barre
FeB44K e lamiere preforate) devono essere ripuliti e soprat-
tutto sgrassati. Le lamiere lisce devono essere trattate con
un processo di sabbiatura di grado SA3 per eliminare la

Costruzione della copertura di una villa sopra Lecco su soli quattro appoggi
(G. E G. Galli Legnami s.a.s.). E’ ben visibile l’impiego delle tecniche CNP®
con l’applicazione di barre FeB44k ed adesivo Xepox per la costruzione
del sistema reticolare spaziale (foto 16, 17 e 18).
Fig. 19 Fig. 20 Fig. 21

Schema di giunto rigido incollato CNP® di tipo bipolare (coppia di forze), realizzato con tondino da cemento armato FeB44K ed adesivo colato dall’alto. Secondo
lo spessore della trave, il collegamento può essere semplice, oppure doppio come in questi disegni fatti dall’ing. Omar Corti per la Cenci Legno s.a.s. (figure 19, 20 e 21).

Fig. 22 Fig. 23

Fig. 24

Schema di un giunto resistente a torsione, realizzato con coppie di piastre striate ed adesivo Xepox per la formazione di doppio giunto rigido CNP®. Se lo spessore
della trave è troppo esiguo, il giunto sarà semplice. Disegno dell’ing. Omar Corti per la Cenci Legno (figure 22, 23 e 24).

calamina superficiale e poi protette con una velatuta di tura moderata (non meno di +14°C÷+16°C) sino all’imme-
vernice epossidica, al fine di evitare la loro ossidazione. Le diato momento del loro utilizzo, perché la temperatura
lamiere striate saranno sempre doppie e collegate tra loro intrinseca del prodotto, durante la sua applicazione, deve
con tratti di saldatura, con le superfici lisce a contatto e le essere almeno quella di conservazione.
superfici striate rivolte verso il legno; Non abbandonare le confezioni al freddo, poiché ciò
- gli spigoli combacianti degli elementi lignei da collegare aumenta la viscosità degli adesivi e rende difficoltosa la
devono essere scrupolosamente sigillati al fine di evitare la percolazione dai fustini e l’estrusione delle cartucce.
fuoriuscita di adesivo ed il conseguente svuotamento del Non lasciare le confezioni sotto il sole, poiché il prodotto
giunto ed inficiamento del collegamento; riscaldato acquisisce tempi di polimerizzazione assai ridotti
- gli adesivi epossidici devono essere conservati a tempera- rispetto a quelli citati nelle nostre schede tecniche.

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Fig. 25

- qualora l’applicazione debba avvenire a temperature per la temperatura rigida invernale, prima della percolazio-
ambientali da O°C a 10°C, si consiglia di applicare prodot- ne del prodotto. Viceversa, in estate, è doveroso effettuare
to con temperatura intrinseca di 30°C; ciò è possibile le percolazioni di adesivo al fresco, quindi la mattina pre-
immergendo le confezioni a bagno maria in un secchio di sto, oppure il tardo pomeriggio, evitando così le ore più
acqua calda (circa 45°C) una mezz’ora prima del loro uti- calde della giornata.
lizzo oppure scaldandole con una fonte diretta di aria Il dimensionamento e la verifica del collegamento solidale
calda. di due o più elementi in legno, comunque orientati, oppu-
Un'ulteriore velocizzazione dell’indurimento lo si ottiene re di questi con elementi strutturali di altra natura (cemen-
riscaldando le sedi applicative e gli inserti metallici, freddi to armato, oppure acciaio), non può prescindere dall’anali-

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Fig. 26

si e calcolo dell’insieme strutturale, in cui siano stati attri- Un’anticipazione di nuove tecniche ideate dal geometra Giovanni Cenci.
buiti ai rispettivi elementi gli esatti valori delle aree, inerzie Le immagini sono attinenti a diversi solai di copertura realizzati a
delle rispettive sezioni ed i propri moduli elastici, prestando Cantù (Como) dalla G. e G. Galli Legnami, con luci anche di 13 metri.
Trattasi di putrelle in legno costruite in opera con KVH Select ed adesivo
dovuta attenzione alla significazione dell’orientamento
Xepox 70 Gel. Le travi di spina a scomparsa, contenute nello spessore
delle aste ed alla definizione dei vincoli esterni. del solaio, sono a doppia armatura metallica, con i due strati periferici
Il calcolo statico generale mette in evidenza le azioni agen- del massetto di riempimento con adesivo Xepox 70 Gel e ghiaietto privo
ti nel nodo (momenti, forze assiali, azioni taglianti), perti- di polverulenta, mentre la parte centrale è un riempimento
nenti a ciascuna delle membrature strutturali che ivi con- in Leca Beton. La soluzione ha permesso di evitare ingombri
fluiscono e devono essere rese reciprocamente solidali. nei locali e di assecondare le forme articolate e curve.

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IL CONTATTO AI FINI DELLA metta in conto il contatto legno-legno, per la zona com-
CONTINUITA’ STRUTTURALE pressa, si considerano i materiali omogeneizzati in base al
La verifica immediata riguarda la congruenza della sezione rapporto dei moduli di elasticità longitudinali (m = E//Fe
metallica nella posizione di contatto tra gli elementi in / E//legno). Deve anche essere verificato che la tensione
legno. Il trasferimento delle forze può avvenire mediante massima ideale dell’acciaio non superi quella ammissibile
uno o due inserti metallici verticali affiancati: la scelta
dipende soprattutto dalla larghezza della trave in legno. Per
la zona compressa si può tener conto della superficie di con-
tatto testa-testa del legno, oppure trascurarla a favore di
sicurezza. Sempre a favore di sicurezza, per la parte tesa
viene sempre esclusa la messa in conto delle superfici di VERIFICA DELLA SEZIONE NETTA DEL LEGNO
contatto testa-testa del legno, anche in caso di superfici Altra verifica preliminare riguarda la sezione lignea al netto
perfettamente incollate. Per la verifica dei collegamenti sog- degli intagli. Tutt’al più può omettersi la deduzione degl-
getti a flessione accompagnata da forza assiale, in cui si l’intaglio per la sola zona compressa.

* Nota: N è la forza applicabile. Ovviamente, non si applica il coef-


ficiente ω quando la forza N è trazione.

COLLEGAMENTO INTERNO
Il collegamento interno all’asta può essere valutato come un
attacco bipolare o come un attacco resistente a torsione.

Collegamento bipolare
L’entità complessiva della forza agente dalla parte tesa e di
quella dalla parte compressa è determinata dalla forza
assiale globale e dalla coppia di forze in ragione del
momento diviso il braccio. Per la parte compressa si può
affidare parte del carico al contatto legno-legno, però pre-
cauzionalmente non oltre il 50% dell’intera forza di com-
pressione, a meno che non sia maggiormente limitativo il
dispositivo della normativa (es. DIN 1052) in materia di
effetti combinati di vari sistemi di collegamento. Come già
enunciato, sempre a favore di sicurezza, nessun carico per
contatto legno-legno viene attribuito alla parte tesa, anche
se in presenza di perfetta resinatura tra le teste.
Fig. 27
La lunghezza dell’infissione del collegamento metallico è
determinata dal numero delle interfacce (2 o 4, a seconda

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si tratti di uno o due intagli), dall’altezza utile dell’interfac-
ciamento interessato dall’inserto metallico e dalla sollecita-
zione a taglio attribuibile al legno. In questi sistemi di con-
nessione, la verifica va sempre fatta sul legno, essendo que-
sto l’elemento più debole. Infatti, la rottura unitaria a taglio
dell’adesivo è all’incirca dieci volte superiore alla rottura a
taglio del legno. Dal punto di vista prettamente costruttivo
è opportuno evitare le esagerazioni o incongruenze, anche
se assecondate dai numeri. Da qui l’opportunità che la
penetrazione di ciascun inserto metallico di un sistema
polare non sia mai troppo scarso rispetto alla sua altezza e
rispetto alla distanza media tra la coppia di attacchi (brac-
cio). Alcune volte è necessario aumentare di molto il nume-
ro delle barre metalliche inserite nel legno, al fine di dimi-
nuire la loro lunghezza di penetrazione. Questa eventualità
porta ad avvicinarsi ad un sistema di completo intaglio ed
a sua completa saturazione con le barre dell’inserto metal-
lico. Stiamo passando da un sistema bipolare ad un sistema Fig. 28
a farfalla. Ecco, è forse preferibile adottare per gli stessi
intagli una tipologia di inserto metallico adatto per resiste-
re a torsione, ossia soddisfacente per riprendere l’azione tor-
cente indotta da momento e contestualmente la forza assia-
le ed il taglio. Il momento a flessione cui ciascuna asta deve
resistere può essere inteso anche come momento torcente
di pari entità, riprendibile per interfacciamento delle super-
fici lignee intagliate e bagnate dall’adesivo, con la lama
metallica inviluppata dall’adesivo stesso. Come già detto, le
altre azioni che il meccanismo deve riprendere sono le forze
assiale ed il taglio. Va pure considerato il momento aggiun-
tivo di trasporto, da sommare a quello in origine. L’entità
del momento di trasporto altro non è che il prodotto della
forza di taglio applicata nel baricentro della superficie inta-
gliata, per un braccio pari alla distanza tra il baricentro stes-
so e l’interfacciamento di testa del legno. Le superfici inta-
gliate, interessate dall’inserto metallico, vengono apprezza-
te per la loro capacità di resistere a torsione. E’ noto che il
punto più sollecitato dal momento torsionale è il punto
interfacciato più distante dal baricentro della superficie, in Fig. 29
cui è ancora attivo l’incollaggio mediante adesivo epossidi-

AREALEGNO 53
RIPRESA DEL TAGLIO
A prescindere dalla verifica già fatta sulla resistenza a
taglio dell’inserto metallico, nella posizione di transito,
nel caso di inserti metallici costituiti da una pluralità di
barre FeB44k, un meccanismo facile per la ripresa del
taglio, utile per contrastare l’innesco di fenomeni disso-
ciativi trasversali alle fibre, è costituito da spezzoni
FeB44k metalliche inseriti verticalmente in apposite
scanalature ricavate in corrispondenza delle teste da
congiungere. Tali spezzoni costituiscono un ottimo mec-
Fig. 30
canismo per ricollegare tra loro i fasci di barre anche nei
sistemi polari e richiudere il perimetro resistente del
modello torsionale.
co. E’ la posizione estrema “D”, più distante in assoluto dal Nelle giunzioni con piastre, l’aggiunta di spezzoni verti-
baricento, quella in cui non deve essere superata la massima cali ha una valenza soprattutto costruttiva. Dopo molti
tensione ammissibile a taglio. Orbene, alla torsione indotta anni che mi sto occupando di meccanismi di connessione
dal momento si contrappone l’inerzia polare delle superfici con adesivi epossidici, a fronte di metodi di analisi e veri-
incollate, ossia la somma delle due inerzie di tutti i piani fica ricorrenti, abbiamo messo a punto un modello di pro-
interfacciati, considerate nelle due direzioni principali. getto e verifica automatica dei sistemi CNP, a valere per
Non sussiste difficoltà per la determinazione dell’inerzia elementi con uno o due intagli, ove è possibile tenere
polare, perché in una stessa figura è costante la somma dei conto, oppure no, del contatto legno-legno per la zona
momenti d’inerzia relativi a due qualsiasi assi tra loro orto- compressa. Il programma è per ora applicabile al più
gonali e passanti per il baricentro. Altrettanto facile è indi- impegnativo dei procedimenti di calcolo: quello con barre
viduare la distanza “d” del punto più lontano dal baricentro FeB44k, sia per verificarne la versione con attacchi pola-
e più sollecitato. La forza assiale ed il taglio, ortogonali tra ri che quella con attacchi resistenti a torsione.
loro, vengono valutati per la loro risultante. Per cui: Il programma tiene conto dei quattro casi:
- sezione presso-flessa, con risultato di polo compresso e
l’altro teso;
- sezione tenso-flessa, con risultato di un polo teso e l’al-
tro compresso;
ossia - sezione presso-flessa, con risultato di sezioni intera-
mente compresse;
[ (M t ⋅ d / (n° facce ⋅ J p) ] + R / ( n° facce ⋅ Area ) - sezione tenso-flessa, con risultato di sezioni interamen-
te tese.
A favore di sicurezza e per evitare conflitto concettuale è A questo calcolo, ne è stato aggiunto un altro, per defi-
sempre opportuno sommare il momento torcente e quello nire l’inserto metallico occorrente a ridare piena valenza
di trasporto. Per strutture in legno lamellare sarà dunque strutturale ad una sezione come in origine, a prescindere
dalle azioni.
[ (M t ⋅ d / J p) + R / A ] / n° facce ≤ daN/cm2 12 di Giovanni Cenci, strutturistica in legno

Avvertenze: L’autore e l’editore declinano ogni responsabilità dall’utilizzo improprio


delle informazioni qui contenute e sottolineano che per ciascuna opera edilizia,
indipendentemente dalle dimensioni e dalla tipologia, il progetto strutturale deve essere
redatto da un professionista responsabile del dimensionamento e la sua realizzazione
seguita da un direttore dei lavori espressamente incaricato.

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