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Conoscere per prevenire

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2 Piercing e tatuaggi
Conoscere per prevenire

Piercing e tatuaggi

Introduzione
Il “piercing” (gerundio del verbo in-
glese pierce che significa penetrare, at-
traversare, bucare, trapanare) è una per-
forazione nella pelle che permette la col-
locazione di anelli, orecchini o barrette
d’acciaio al fine di decorare il corpo. Le
zone che più di frequente si decorano
con questo procedimento sono: le orec-
chie, il naso, l’ombelico, la lingua, il pet-
to, il mento e le sopracciglia. Quando il
piercing è situato tra le due narici si chia-
ma septum.

L’origine della parola “tatuaggio” invece è incerta. Secondo alcuni deri-


va dalla parola polinesiana “ta”, che significa “battere”, e tale ipotesi tro-
verebbe ragione nell’antica pratica di
creare un tatuaggio picchiettando la
pelle con un osso. Altri sostengono che
derivi dal tahitiano “ta-tu”.
Sia il piercing che i tatuaggi sono pra-
tiche molto antiche che hanno recupe-
rato forza negli ultimi anni. Purtroppo,
però, a questa crescita si è accompa-
gnato un parallelo incremento di lesio-
ni, infezioni, allergie ed altre varianti più
complicate di affezioni della pelle tra la
popolazione giovane che si sottopone a
queste pratiche.
Gli studi dimostrano chiaramente che
sono sorti più problemi di questo tipo tra
chi ha un piercing che tra quelli che, inve-
ce, hanno un tatuaggio. E ancora più pre-
occupante è la relazione di queste prati-
che con l’epatite B, l’epatite C e l’AIDS.

Piercing e tatuaggi 3
Conoscere per prevenire

Il piercing

La storia del piercing


Non si può stabilire il momento preciso in cui apparve il piercing nella storia
dell’umanità. In Egitto, l’ombelico inanellato era simbolo di regalità. Nella Roma
dei centurioni, tutti i membri della guardia di Cesare portavano i capezzoli
inanellati come dimostrazione di virilità. I contadini e i pastori dell’antica Euro-
pa credevano che gli orecchini fossero uno scudo protettivo contro le malattie
ed ogni tipo di disgrazia. Nell’era Vittoriana le donne dell’alta società si
inanellavano i capezzoli per aumentarne il volume.
In India è tradizione bucare il naso delle donne fin da piccole; le nonne
applicano il piercing alle nipoti prima che si sposino. Nella nostra cultura è
stata un’usanza comune bucare il lobo delle orecchie alle bambine sin dalla
tenera età, per applicar loro degli orecchini.
Anche mettersi un anello negli organi genitali è una pratica molto antica,
quasi sempre rituale, come l’Ampallang dei paesi indigeni dell’Oceano indiano,
o la Hafada di alcune tribù arabe. In quest’ultimo rito tutti i membri di sesso
maschile della tribù preparano, per il bambino che diventa uomo, una grande
festa di iniziazione ed uno dei regali è un anello che durante la cerimonia sarà
inserito nel lato sinistro dello scroto, tra i testicoli e la base del pene.

L’iter da seguire per farsi un piercing


1. La decisione
Presa la decisione di farsi un piercing, la cosa più importante è non essere
precipitosi. I minorenni, inoltre, devono sapere che non possono applicarsi un
piercing senza il consenso dei loro genitori, che dovranno accompagnarli –
muniti di un documento di identità che ne attesti il rapporto di parentela – ed
autorizzarli firmando un documento.

2. La scelta della parte del


corpo e della decorazione
La scelta della zona del corpo su
cui farsi un piercing è libera, ma per
i minorenni deve essere sottoposta
all’approvazione dei genitori. Il
piercing si può applicare nel lobo o
nella cartilagine dell’orecchio, nel
sopracciglio, nel labbro, nell’ombe-
lico, ecc..

4 Piercing e tatuaggi
Conoscere per prevenire

Il piercing nella lingua può comportare seri rischi. Sotto la lingua,


infatti, sono situati nervi e vasi sanguigni, che porebbero essere danneggia-
ti da un intervento impreciso.
Se si possiede un piercing nella lingua sono sconsigliati il consumo di
alcool, di cibi piccanti, la gomma da masticare ed il sesso orale. Inoltre il
piercing deve essere pulito dopo avere mangiato, bevuto o fumato, e sareb-
be opportuno anche applicare un antisettico.
Per quanto riguarda il tipo di decorazione, il mercato offre un’ampia gam-
ma di forme tra cui scegliere. I materiali utilizzati sono l’acciaio chirurgico
(differente secondo la parte del corpo dove si impiega), l’oro (14 o 16 carati)
ed il titanio.

3. La scelta del laboratorio


I locali. Devono essere puliti e disinfettati (almeno una volta al giorno), e
deve essere impedito l’ingresso di animali e persone estranee all’attività. Se
l’attività di piercing – in occasione di fiere o altri avvenimenti – è esercitata in
laboratori mobili, questi saranno sottoposti alle medesime condizioni sanita-
rie. Tutti i laboratori devono essere dotati di una cassetta di pronto soccorso
da usarsi in caso di necessità.
Gli strumenti. Devono essere puliti, disinfettati ed in buono stato di con-
servazione. Saranno monouso o sterilizzabili sia gli strumenti che gli oggetti
utilizzati per le decorazioni.
Gli operatori. Devono essere vaccinati per l’epatite B e per il tetano, e
devono aver superato i corsi formativi teorici e pratici (di durata differente a
seconda della Regione). Devono indossare indumenti puliti (camice) e sosti-
tuirli se si sporcano di sangue o di altri fluidi corporei. Le mani saranno lavate
con acqua e sapone all’inizio e al termine di qualsiasi pratica, e si dovranno
comunque indossare guanti monouso. Eventuali tagli, ferite, scottature o altre
lesioni dovranno essere disinfettate e coperte in maniera da evitare qualsiasi
contatto con gli strumenti, le decorazioni e il corpo della persona che si sotto-
pone al piercing. Devono informare l’utente, in maniera comprensibile e per
iscritto, di tutti i particolari relativi a queste pratiche, richiedendo la loro firma
in un apposito documento.

4. La prevenzione
• Prima di praticarsi un piercing è bene vaccinarsi contro il tetano.
• Gli strumenti utilizzati per applicare un piercing devono essere monouso o
previamente sterilizzati.
• Il monile da applicare deve essere di acciaio chirurgico, oro a 14 o 16
carati o titanio. Al momento dell’applicazione deve anche essere sterile.
• L’operatore che pratica il piercing deve utilizzare guanti monouso.
• La perforazione non deve essere effettuata con la pistola, la cui sterilizza-
zione non è efficace.
• Nella scelta della zona dove inserire il piercing, evitare quelle più delicate
come capezzoli, lingua, labbra o genitali.

Piercing e tatuaggi 5
Conoscere per prevenire

• Pulire e disinfettare la zona del corpo nella quale si sta per collocare il
piercing.
• Durante il processo di cicatrizzazione il piercing deve essere tenuto co-
stantemente pulito e disinfettato.
• Prima di toccare il piercing si devono sempre lavare le mani.
• Il piercing non deve essere rimosso fino alla completa cicatrizzazione, per
evitare che il foro possa richiudersi.
• Se sorge qualche complicazione durante il processo di cicatrizzazione (ad
esempio un’infezione) si deve ricorrere al medico.

5. Chiedere la fattura
Prima di lasciare il laboratorio, non ci si può dimenticare di chiedere una
fattura dettagliata della prestazione ottenuta. La fattura è necessaria soprat-
tutto perché imprescindibile per far valere i propri diritti in caso di un futuro
reclamo.

6. Tempo di cicatrizzazione della ferita


Non tutte le persone sono uguali, e pertanto, le ferite non cicatrizzano
ugualmente, ma la media dei tempi di cicatrizzazione secondo i tipi di piercing
è la seguente:

• piercing facciali:
- orecchio (cartilagine): 8-12 settimane
- orecchio (lobo): 4-6 settimane
- sopracciglio: 6-8 settimane
- seno frontale del naso: 6-12 settimane
- narici: 6-8 settimane
• piercing orali:
- lingua: 4-6 settimane
- labbro: 6-8 settimane
• piercing genitali:
- meno profondi: 4-6 settimane
- più profondi: 3-6 mesi
• piercing corporei: 6-8 settimane

7. Una volta fatto il piercing


Tutti i piercing devono essere tenuti ben puliti durante il periodo di
cicatrizzazione. Durante questo periodo il piercing deve essere toccato il meno
possibile, e mai prima di essersi lavati accuratamente le mani con sapone
neutro. Oltre a queste semplici attenzioni, che devono usarsi per ogni tipo di
piercing, altre più specifiche vanno adottate a seconda della parte del corpo
interessata.
Piercing facciali (orecchio naso, sopracciglio, ecc.). È bene lavarli con un
pizzico di sale marino sciolto in acqua. Rimuovere delicatamente, con un
batuffolo di cotone bagnato in acqua calda, eventuali crosticine e risciacquare
con un detergente, avendo cura che il liquido penetri nella perforazione. La

6 Piercing e tatuaggi
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pulizia va ripetuta due volte al giorno, per due mesi. Durante il processo di
cicatrizzazione è sconsigliato truccarsi.
Piercing orali (lingua, labbra, ecc.). Durante la cicatrizzazione devono
evitarsi bevande alcoliche e cibi piccanti. Si consiglia di parlare lentamente ed
evitare il sesso orale. In una settimana si può ricominciare a condurre una vita
normale. Per un periodo da quattro a sei settimane, i piercing interni si devono
ripulire dopo aver mangiato, bevuto o fumato. È sconsigliato l’uso della gom-
ma da masticare. Per risciacquare si può utilizzare un liquido orale antibatterico
ed insapore, oppure si possono fare dei gargarismi con sale marino sciolto in
acqua. Queste attenzioni particolari dovranno protrarsi per 4-6 settimane nel
caso del piercing alla lingua, per 6-8 settimane nel caso dei labiali. Un consi-
glio utile: se la lingua si gonfia si può provare a tenervi sopra un po’ di ghiac-
cio; se però il gonfiore persiste, è bene rivolgersi al medico.
Body piercing (capezzolo, ombelico, ecc.). Si devono lavare accurata-
mente con un sapone neutro sia il piercing che la zona circostante. Rimuovere
delicatamente, con un batuffolo di cotone bagnato in acqua calda, eventuali
crosticine e risciacquare con un detergente, avendo cura che il liquido penetri
nella perforazione. Sono consigliati anche i lavaggi con sale marino. La pulizia
deve essere ripetuta due volte al giorno, per 6-8 settimane.
Piercing genitali. Utilizzare sapone neutro, e risciacquare diligentemen-
te: eventuali residui di sapone potrebbero irritare. Il piercing deve sempre
essere pulito prima di avere rapporti sessuali, che peraltro sono sconsigliati
fino alla completa cicatrizzazione. Soprattutto, in questo periodo, si deve evi-
tare ogni contatto orale, ed è sempre obbligatorio l’uso del profilattico. Ricor-
dare che spermicidi e lubrificanti possono causare irritazioni. La pulizia deve
essere ripetuta almeno tre volte al giorno per uno o due mesi.

Collocazione Piercing facciale Piercing orale Piercing corporeo Piercing genitale


(orecchio, naso, (labbra, lingua)
sopracciglio…)
Materiali Acciaio chirurgico, Acciaio chirurgico, Acciaio chirurgico, Acciaio chirurgico,
oro da 14 a 16 oro da 14 a 16 oro da 14 a 16 oro da 14 a 16
carati o titanio. carati o titanio. carati o titanio. carati o titanio.
Tempo di Da 4 a 12 settimane Da 4 a 8 settimane Da 6 a 8 settimane Da 4 settimane
cicatrizzazione a 6 mesi, a seconda
della profondità
Precauzioni Lavare con acqua Sciacquo orale Lavare con sapone Lavare con sapone
durante la e sale, muovendo antibatterico dopo neutro e sciacquare neutro e sciacquare
cicatrizzazione con cura il piercing. ogni pasto, per bene, muovendo il bene. Tre volte al
Due volte al giorno, 4-8 settimane. piercing. Due volte giorno per 1-2 mesi.
per due mesi. al giorno, per 6-8
settimane.
Possibili Allergie, cicatrici, Allergie, alterazioni Allergie, cicatrici, Allergie, cicatrici,
complicazioni emorragie, infezioni. orali, cicatrici, emorragie, infezioni, emorragie, infezioni,
emorragie, traumi o lacerazioni. traumi o lacerazioni.
lacerazioni,
infezioni, traumi.

Piercing e tatuaggi 7
Conoscere per prevenire

In generale, si deve ricordare che chi si fa un piercing non deve bagnarsi


né in piscina né nel mare, finché non sia terminato il processo di
cicatrizzazione. Chi decide di perforare il proprio corpo, dunque, farebbe
bene ad evitare di farlo in estate.

8. I rischi
• Allergie. Se i materiali utilizzati non sono adeguati sono possibili reazioni
cutanee, generalmente localizzate.
• Alterazioni orali. I piercing orali possono ostacolare la masticazione,
provocare rotture dentali e alterazioni nella produzione di saliva. Il piercing
della lingua può provocare anche l’intorpidimento della stessa e la perdita
del senso del gusto.
• Cicatrici. L’imperizia della persona che pratica il piercing può essere cau-
sa di antiestetiche cicatrici.
• Emorragie. Nel caso si vada a realizzare un piercing in una zona molto
irrigata da vasi sanguigni, si possono verificare emorragie se non si presta
sufficiente attenzione.
• Infezioni. Sorgono quando le misure igieniche di prevenzione durante la
perforazione e la successiva cicatrizzazione non sono state rispettate. L’in-
fezione può essere di tipo locale (ad esempio herpes o papilloma) o
sistemica, come l’epatite, di tipo B o C, e perfino l’AIDS.
• Traumi o lacerazioni. Esistono parti del corpo che sono molto sensibili e
sono esposte a più sfregamenti (lingua, capezzoli, ombelico, labbra), per
cui collocando un piercing in queste zone si rischiano lacerazioni e traumi.

9. Il piercing va evitato…
• Quando si soffre di qualunque tipo di malattia o infezione, che debilita le
difese immunitarie.
• Quando si soffre di dermatite, acne o tendenza a cicatrici cheloidali (cica-
trici anomale, atrofizzate, che rimangono in rilievo ed hanno un colore tra
il rosso e il violaceo).
• In estate, perché l’acqua del mare o della piscina aumentano la possibilità
di infezioni.
• Quando si è minorenni.
• Durante la gravidanza.
• Quando si soffre di psoriasi, herpes, verruche o qualsiasi altra infezione
della pelle, poiché l’infezione potrebbe estendersi.
• Quando si è effettuato di recente un trattamento per l’acne a base di
isotretinoina, poiché potrebbero comparire cicatrici anomale.
• Quando si stanno assumendo anticoagulanti.
• Quando si soffre di alterazioni del sangue o di disturbi cardiaci congeniti.
• Quando si soffre di confusioni psicologiche e alterazioni della personalità.

Chi dona il sangue deve sapere che, dopo il piercing, dovrà aste-
nersi dal farlo per un anno.

8 Piercing e tatuaggi
Conoscere per prevenire

Il decalogo della sicurezza

1. Scegli un piercing fabbricato con materiali ipoallergenici e sterilizzabili


(ad esempio oro, argento, titanio, acciaio chirurgico).

2. Ricorri a Centri autorizzati che rispettino le norme di igiene e preven-


zione soprattutto per quanto concerne la pulizia e la sterilizzazione dei
locali, degli strumenti e dei materiali di lavoro. Tutto il materiale desti-
nato ad attraversare pelle, mucose o altri tessuti deve essere sterile e
preferibilmente monouso. I materiali non eliminabili devono essere
sterilizzati e conservati in contenitori sterili fino al nuovo utilizzo.

3. Il piercing non deve essere applicato quando si soffre di qualsiasi tipo


di malattia o di infezione. La presenza di una patologia, che si tratti di
raffreddore o di mal di denti, suggerisce che il sistema immunitario è
indebolito.

4. Per l’applicazione del piercing scegli una zona della pelle priva di abra-
sioni, scottature, brufoli, reazioni allergiche o sintomi di malattie
dermatologiche.

5. Prima dell’applicazione del piercing è opportuno sottoporsi a vaccino


antitetanico.

6. La zona della pelle su cui sarà applicato il piercing deve essere pulita e
disinfettata prima di cominciare a perforare.

7. Considera che ci sono parti del corpo nelle quali è più facile che i piercing
possano essere strappati a causa dello sfregamento o rimanendo impi-
gliati nei vestiti. Ricorda anche che le zone delle mucose (bocca, naso,
lingua e genitali) sono più sensibili a contrarre infezioni.

8. Successivamente all’applicazione del piercing, devi evitare la forma-


zione di croste, seguendo i consigli del piercer. Dopo la perforazione,
non devi bagnarti in piscina né in mare fino alla completa cicatrizzazione.
Ricorri immediatamente alle cure di un medico se avverti febbre,
arrossamento, infiammazione, dolore o altri disturbi.

9. Dopo l’applicazione del piercing richiedi la fattura per la prestazione: è


indispensabile nell’eventualità di un futuro reclamo.

10. Ricorda che non potrai essere donatore di sangue finché non sarà tra-
scorso un anno dall’applicazione del piercing.

Piercing e tatuaggi 9
Conoscere per prevenire

Il tatuaggio

La storia del tatuaggio


Il tatuaggio è un disegno permanente realizzato sul corpo mediante la
penetrazione di pigmenti attraverso incisioni nella pelle. Le sue origini sono
incerte, e attualmente l’esempio noto più antico è quello che appartiene al-
l’”uomo del Similaun”, la mummia ritrovata sulle Alpi nel 1991. Si tratta dei
resti di un cacciatore del Neolítico, vissuto intorno al 3500 a.C., che presenta-
va tatuaggi sulla schiena e sulle ginocchia.
Seguendo una sequenza cronologica arriviamo all’anno 2000 a.C., quando
a Tebe la sacerdotessa Amunet, adoratrice di Hathor (dea dell’amore e della
fertilità), esibiva semplici tatuaggi composti di punti e linee.
Attorno al 1000 a.C., attraverso gli scambi commerciali, i tatuaggi arrivano
in India, in Cina e in Giappone. In questi Paesi il tatuaggio non aveva una
funzione decorativa, ma era una punizione, una sorta di marchio di infamia
che si infliggeva ai criminali.
Intorno al 500 a.C. visse in Asia Centrale un capo Sciita del quale sono stati
ritrovati i resti mummificati. Sul suo corpo era presente un tatuaggio decorativo,
con disegni di creature immaginarie.
Con l’avvento del Cristianesimo questa pratica cadde in disuso: i cristiani
non approvavano l’idea di modificare l’immagine dell’uomo che Dio aveva cre-
ato a sua somiglianza. Tuttavia i crociati usavano tatuarsi crocifissi sul corpo,
col proposito di assicurarsi un funerale cristiano.
I marinai del Capitano Cook, nella seconda metà del XVIII secolo, diedero
inizio alla tradizione degli uomini di mare tatuati, importando in Europa questa
arte dalla Polinesia. Furono sempre i
viaggi di Cook a scoprire l’arte Moko
tra i Maori, un elaborato e doloroso
processo che durava mesi e che dava
come risultati disegni neri a spirale ed
a righe.
Nel nostro Paese la pratica dei ta-
tuaggi prese piede dapprima nelle
zone portuali, dove sono più radicate
le tradizioni marinare. Ma la diffusio-
ne vera e propria, che ha visto prota-
gonisti i giovani tra i 15 ed i 30 anni,
non si produsse fino agli anni 80, quan-
do si cominciò a considerare il tatuag-
gio come una forma di ribellione per
uscire dalle convenzioni sociali.

10 Piercing e tatuaggi
Conoscere per prevenire

L’iter da seguire per farsi un tatuaggio


1. La decisione
Prima di prendere una decisione, riflettere sul fatto che un tatuaggio è
qualcosa di permanente, e benché esistano metodi per cancellarlo, questi non
sono efficaci al 100%.

2. La scelta del disegno e della zona


Il primo consiglio è scontato: non tatuarsi qual-
cosa di cui ci si possa pentire (ad esempio il nome
del partner). La zona che si sceglie è molto impor-
tante: bisogna decidere se è preferibile che il ta-
tuaggio sia molto visibile, che si veda poco, o che si
veda solamente quando lo si vuole esibire. Inoltre,
bisogna tenere conto di altri aspetti come: il dolore
(non tutte le parti del corpo sono ugualmente sensibili), la possibilità che
l’immagine venga a noia (e quindi la scelta di un punto poco visibile offrirebbe
dei vantaggi) o che si deformi (può accadere ad esempio ad un tatuaggio
sull’addome dopo una gravidanza).

3. La scelta del laboratorio


Ci si deve accertare che il centro sia autorizzato e che rispetti le norme
igenico-sanitarie.
L’operatore. Deve indossare guanti chirurgici monouso e mascherina. Deve
tenere coperti tagli, ferite, scottature o altre lesioni, e deve indossare abiti puliti
(camice) e sostituirli qualora si sporchino di sangue o di altri fluidi corporei.
Gli strumenti. La zona da tatuare deve essere rasata utilizzando lamette
nuove per ogni cliente, che vanno gettate dopo l’uso. Anche gli aghi, l’inchio-
stro, o qualsiasi altro materiale necessario, deve essere sterile e monouso. Il
pigmento, quindi, non dovrà essere prelevato da bottiglie o barattoli di grandi
dimensioni, bensì da piccoli recipienti monouso che saranno gettati alla fine
del lavoro. Assicurarsi anche che gli inchiostri ed i pigmenti siano omologati.
Terminato il lavoro, il tatuatore spalmerà un po’ di vaselina sul tatuaggio
prima di bendarlo: anche la spatola con cui stende la vaselina deve essere
nuova per ogni cliente.

4. La prevenzione
• Prima di tatuarsi cercare di rilassarsi: si avvertirà meno dolore.
• Evitare di bere alcol prima di farsi fare un tatuaggio: l’alcol è vasodilatatore,
e aumenta il rischio di sanguinamento durante la realizzazione del tatuag-
gio. Questo disturberebbe il lavoro del tatuatore che dovrebbe fare più
punture per completare il disegno, e l’operazione sarebbe più dolorosa.

5. Chiedere la fattura
Prima di andarsene dal laboratorio in cui ci si è sottoposti al tatuaggio è
bene richiedere la fattura relativa alla prestazione ottenuta. La fattura è ne-
cessaria nell’eventualità di un futuro reclamo.

Piercing e tatuaggi 11
Conoscere per prevenire

6. Tempo di cicatrizzazione
I tatuaggi cicatrizzano approssimativamente in due settimane. Questo pe-
riodo varia a seconda dell’estensione del tatuaggio e della zona in cui si trova.
Se il tatuaggio si trova in una zona che abitualmente si rade, le precauzioni
per una corretta cicatrizzazione vanno protratte per almeno un mese.

7. Una volta fatto il tatuaggio


Una volta fatto il tatuaggio, prestare molta attenzione alle indicazioni del
tatuatore per affrontare al meglio il processo di cicatrizzazione. In generale,
dovranno prendersi le seguenti precauzioni:
• Terminato il tatuaggio, viene bendata la parte interessata. La benda non
deve essere rimossa prima che siano trascorse almeno cinque ore. Se la
benda ha aderito alla pelle, bisognerà bagnarla per favorirne il distacco.
• Il lavaggio deve essere ripetuto un paio di volte al giorno, usando soltanto
le mani (né spugne, né guanti) ed un sapone liquido. Spesso viene racco-
mandata una crema che aiuti la cicatrizzazione; in questo caso la crema
dovrà essere applicata dopo ogni lavaggio.
• Una volta tolta la benda non ripetere fasciature occlusive, ma lasciare la
pelle libera di respirare.
• Durante il periodo di cicatrizzazione non toccare il tatuaggio, né sfregarlo,
né pizzicarlo o grattarlo. Se si forma una crosta bisogna attendere che
cada da sola. Se si interrompe il processo naturale di cicatrizzazione, si
corre il rischio che parti del tatuaggio perdano colore o si infettino.
• Durante il periodo di cicatrizzazione il tatuaggio non deve essere esposto
alla luce solare o a lampade abbronzanti. A cicatrizzazione completa, pro-
teggere comunque la parte con una crema ad alto fattore di protezione.
• Durante la cicatrizzazione evitare di bagnarsi in mare o in piscina, poiché
il cloro e l’acqua salata potrebbero sbiadire i colori del tatuaggio. Sono
comunque sconsigliate anche la vasca da bagno e la sauna.
• I vestiti che coprono la zona tatuata devono essere morbidi e, ovviamen-
te, puliti. Se il tatuaggio si trova sulle gambe, durante il periodo di
cicatrizzazione non si devono utilizzare le calze.

8. I rischi
I rischi a cui ci si espone facendosi tatuare vanno dalle infezioni cutanee
come funghi ed herpes, alle allergie, alle infezioni più serie come epatiti e AIDS.

9. Il tatuaggio va evitato…
• Quando si soffre di alcune malattie della pelle (ad esempio psoriasi).
• Quando si soffre di allergie a determinati pigmenti o metalli (gli aghi usati
per tatuare sono di acciaio).
• Quando si soffre di emofilia.
• Quando si soffre di epilessia.
• Devono prestare attenzione coloro cui è stato impiantato uno stimolatore
cardiaco, perché per tatuare si usano macchine elettriche, che potrebbero
interferire con il funzionamento dello stimolatore stesso.

12 Piercing e tatuaggi
Conoscere per prevenire

Chi dona il sangue deve sapere che, dopo il tatuaggio, dovrà aste-
nersi dal farlo per un anno.

Si possono eliminare i tatuaggi?


Esistono metodi per cancellare i tatuaggi, ma non sono del tutto efficaci.
Inoltre i costi: l’intervento con il laser, ad esempio, può costare dai 700 ai
6.000 euro, a seconda della zona da trattare e dell’estensione del tatuaggio.
Vediamo alcuni metodi:
• Dermoabrasione. Consiste nell’eliminare il tatuaggio eliminando gli strati
dell’epidermide in cui si trova. Così si elimina sia la pelle che il pigmento.
• Salabrasione (abrasione salina). Consiste nel “grattare” l’immagine
tatuata con sale speciale fino alla sua cancellazione. Lascia cicatrici.
• Stiramento della pelle. Si distende la pelle dove è situato il tatuaggio e
le zone attorno ad esso. Si rimuove la porzione di pelle tatuata ed il vuoto
rimanente viene ricoperto facendo aderire i lembi di pelle adiacenti a quella
eliminata. Lascia una cicatrice lineare.
• Scissione. Consiste nell’eliminazione di zone di pelle tatuata un po’ alla
volta, per sedute. Lascia cicatrici.
• Cover up (o copertura). Consiste nel coprire il tatuaggio esistente con
uno nuovo.
• Laser. È il metodo più efficace, ma non è esente dal rischio di cicatrici.
L’efficacia del laser è condizionata da vari fattori: tipo di tatuaggio, zona
del corpo, uso di solo pigmento nero o di vari colori. Più il tatuaggio è
vecchio, più è facile eliminarlo. Si raccomanda di non prendere il sole
durante il trattamento e ancora per alcuni mesi dopo, affinché la pelle
recuperi tono più rapidamente.

Le alternative al tatuaggio convenzionale


• Tatuaggi adesivi o decalcomanie. Si applicano facilmente, resistono al-
l’acqua e al sudore e spariscono in pochi giorni. La pelle deve essere pulita
ed inumidita, quindi si applica la decalcomania in modo tale che gli inchiostri
rimangano a contatto con la pelle e si sfrega delicatamente fino a quando il
disegno risulti visibile attraverso la carta. Si rimuove la carta ancora umida.
• Tatuaggi solari. Si applica sul corpo una piastra adesiva con i contorni
del disegno che si vuole realizzare; questa maschererà ai raggi solari la
zona di pelle interessata, e una volta rimossa lascerà un disegno più chia-
ro che sparirà allo sparire dell’abbronzatura. Si realizza con un nastro
elastico che può rimanere sulla pelle sette giorni. Non ostacola la traspira-
zione, resiste all’acqua.
• Tatuaggi di hennè. Si denominano così i disegni realizzati con coloranti
stesi sulla superficie della pelle, senza necessità di interventi invasivi. Il
pigmento viene comunque assorbito profondamente ed il tatuaggio dura
alcune settimane. L’arte di dipingersi il corpo con hennè è chiamata Mehndi.

Piercing e tatuaggi 13
Conoscere per prevenire

Il decalogo della sicurezza

1. Se vuoi sfoggiare un tatuaggio, rivolgiti ad un centro che garantisca il


rispetto delle norme igieniche e la prevenzione dei rischi sanitari, altri-
menti ti esporrai al rischio di infezioni e contagi (epatite B e C, AIDS).

2. Accertati che il laboratorio sia autorizzato, che utilizzi metodi corretti


di sterilizzazione degli utensili e che gli inchiostri ed i pigmenti siano
omologati e siano confezionati in piccoli contenitori monodose del tipo
usa e getta. L’operatore deve indossare guanti monouso e mascherina.

3. Non ti precipitare, hai tutto il tempo che vuoi per scegliere il disegno e
la parte del corpo da tatuare. Una scelta affrettata può causare rapidi
pentimenti, e benché ora i tatuaggi si possano cancellare utilizzando
laser ed altre tecniche, possono rimanere tracce e cicatrici.

4. La zona di pelle da tatuare deve essere sana, esente da lesioni di


qualsiasi tipo che la predisporrebbero a reazioni allergiche o a malattie
dermatologiche.

5. Cerca di conoscere altri lavori fatti dall’operatore al quale ti sei rivolto,


per valutare il tipo di disegni e la qualità del suo lavoro.

6. Non tatuarti il viso, né il dorso delle mani. Se dovessi pentirti di esserti


tatuato la cancellazione lascerebbe cicatrici evidenti.

7. Il tatuaggio è una ferita nella pelle. Per la sua corretta cicatrizzazione,


chiedi consiglio allo specialista sulle precauzioni e le misure che devi
adottare. Non bagnarti in mare né in piscina fino alla completa
cicatrizzazione, e cura molto l’igiene.

8. Al momento di pagare richiedi al tatuatore la fattura relativa alla sua


prestazione: ti sarà indispensabile in caso di reclamo.

9. Tieni sotto controllo la zona tatuata e ricorri subito al medico se si


presentano sintomi quali febbre, arrossamento, infiammazione, dolore
o altri disturbi.

10. Ricorda che, per un periodo di 1 anno, le persone che si sono fatte
tatuare non possono donare sangue.

14 Piercing e tatuaggi
Conoscere per prevenire

CRUC
Comitato Regionale
Utenti e Consumatori del Lazio

Via C.Colombo, 212 - 00147 Roma


(istituito con legge regionale n.44 del 10/11/1992)

È composto da un rappresentante per ogni associazione dei


consumatori presente in regione e da cinque membri esperti
designati dal Presidente della Giunta regionale.

Compiti
• propone alla Giunta regionale l’effettuazione di indagini, studi e
ricerche utili alla diffusione e al consolidamento delle associa-
zioni per la tutela del consumatore, dell’utente e dell’ambiente;
• esprime proposte per il coordinamento degli interventi dei
vari organismi regionali competenti in materia di difesa del
consumatore utente e dell’ambiente al fine di realizzare un
sempre più adeguato utilizzo delle risorse;
• esprime il suo parere sui piani e programmi della Regione;
• esprime il suo parere sui programmi di informazione e forma-
zione predisposti dalla Regione;
• formula studi e proposte su eventuali interventi programma-
tici e leggi regionali in materia di difesa dell’utente e del con-
sumatore.

I diritti fondamentali dei cittadini in qualità di consumatori di


beni e utenti di servizi riconosciuti dall’Unione Europea.

• diritto alla salute


• diritto alla giustizia
• diritto all’informazione e formazione
• diritto alla sicurezza
• diritto alla rappresentanza

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