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Intermezzo

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In musica, per intermezzo s'intende generalmente
una composizione posta tra altre entità musicali o
drammatiche, come ad esempio gli atti di una
commedia o i movimenti di un lungo lavoro
strumentale.

Nella storia della musica questo termine ha avuto


significati differenti. Si distinguono in particolare il
genere operistico settecentesco dell'intermezzo,
l'intermezzo sinfonico che separa gli atti delle opere
e l'intermezzo strumentale.

Indice
Dipinto del XVIII secolo raffigurante una scena di un
Il genere operistico intermezzo comico a Venezia.
Intermezzo sinfonico e Entr'acte
Esempi di intermezzi sinfonici
L'intermezzo strumentale

Il genere operistico
Nel XVIII secolo il termine intermezzo indicava quei brevi spettacoli, per lo più di carattere buffo, che venivano
allestiti tra un atto e l'altro delle opere serie italiane.

Queste brevi opere potevano essere in un atto o occupare entrambi gli intervalli (dato che l'opera seria era
normalmente costituita da tre atti). Talvolta uno stesso intermezzo poteva essere inserito in opere diverse. I
personaggi erano spesso dei tipi tratti dal repertorio della commedia dell'arte.

Gli intermezzi buffi ebbero spesso maggior fortuna delle opere che li ospitavano, grazie alla loro comicità e brevità,
nonché ai modesti costi di allestimento. Negli anni trenta del Settecento questo genere si diffuse in tutta l'Europa e in
alcune città, come ad esempio Mosca, gli intermezzi furono rappresentati parecchi anni prima delle opere serie a cui si
abbinavano.

Il più noto e fortunato di questi intermezzi è La serva padrona di Giovanni Battista Pergolesi (1733), il cui successo
internazionale diede origine alla famosa Querelle des bouffons. L'intermezzo buffo italiano contribuì alla nascita del
genere dell'opéra comique in Francia, verso la metà del XVIII secolo. Nel tardo Settecento italiano si definivano
intermezzi normali opere buffe in due atti.
Nella tradizione melodrammatica francese, funzione di intermezzo era invece assegnata a balletti noti come
divertissement.

Intermezzo sinfonico e Entr'acte


La forma operistica dell'intermezzo, tipica del melodramma del secondo '800 e del '900, deriva dall'analoga forma
francese dell'entr'acte, di cui accoglie il carattere descrittivo. È talvolta abbinata a un programma, descritto nel
libretto. Si tratta di fatto di un preludio che, anziché precedere il primo atto, si colloca subito prima di uno degli atti
successivi o addirittura nel corso di un atto. Normalmente gli intermezzi sinfonici sono pensati per essere eseguiti a
sipario chiuso, ma con alcune eccezioni.

Esempi di intermezzi sinfonici


Lohengrin di Richard Wagner (1850 - atto III)
Carmen di Georges Bizet (1875 - atti II, III, IV - entr'acte)
Il figliuol prodigo di Amilcare Ponchielli (1880 - atto IV)
Le Villi di Giacomo Puccini (1884 - atto II: in due parti intitolate "L'abbandono" e "La tregenda")
Marion Delorme di Amilcare Ponchielli (1885 - atto IV)
Edgar di Giacomo Puccini (1889 - atti III e IV)
Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni (1890 - nel corso dell'atto unico)
L'amico Fritz di Pietro Mascagni (1891 - atto III)
Pagliacci di Ruggero Leoncavallo (1892 - atto II)
I Rantzau di Pietro Mascagni (1892 - atto IV)
Werther di Jules Massenet (1892 - atto IV)
Hänsel und Gretel di Engelbert Humperdinck (1893 - atto III)
Manon Lescaut di Giacomo Puccini (1893 - atto III)
Thaïs di Jules Massenet (1894 - atto II - noto come Meditation)
Guglielmo Ratcliff di Pietro Mascagni (1895 - atti III e IV)
Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea (1902 - atto IV)
Madama Butterfly di Giacomo Puccini (1904 - atto III - originariamente a sipario aperto a metà dell'atto II)
Suor Angelica di Giacomo Puccini (1918 - prima del finale, a sipario aperto)
Billy Budd di Benjamin Britten (1951 - tra il secondo e il terzo quadro dell'atto III)

L'intermezzo strumentale
L'intermezzo strumentale affermatosi nel XIX secolo è un brano posto tra due movimenti di un lavoro più esteso. Di
breve durata e di carattere raccolto, di solito è una composizione per pianoforte solo, di forma libera.

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