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Scienza e Civiltà in Cina http://www.cicap.org/emilia/bol/4cina.

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Scienza e Civiltà in Cina


Questa seconda puntata del nostro viaggio in Cina in compagnia di Joseph Needham è dedicata a due
antichissime arti di divinazione, “tecniche del destino” (shu shu) per predire gli eventi futuri. Benchè le
pratiche superstiziose qui non fossero certo da meno che in qualunque altra cultura antica, va
sottolineato che in Cina l’elemento empirico, lo scetticismo e quello spirito critico che costituisce una
componente fondamentale della nascita di un pensiero scientifico non vennero mai meno.
(L.B.)

2 -SCAPULOMANZIA E PREDIZIONE DELLA SORTE COL MILLEFOGLIO


di Joseph Needham

Sin dalla più remota antichità i Cinesi ebbero la


convinzione che fosse possibile predire il futuro,
almeno per quanto concerneva gli affari del principe
e dello stato, ricorrendo a procedimenti di
divinazione da cui sortiva una risposta positiva o
negativa. La tecnica più antica fu senza dubbio la
scapulomanzia che consisteva nel riscaldare dei
carapaci di tartaruga o delle scapole di bue o di
cervo con metallo rovente, e nell’interpretare le
screpolature che vi comparivano. (...) L’uso del
carapace e del piastrone delle tartarughe venne
introdotto dopo che si era ricorsi per molto tempo
alle scapole dei mammiferi. L’identità del rettile che
li forniva non è del tutto pacifica ma, secondo la
tradizione biologica cinese (nel codice Pen Tshao) si
trattava dello shui kuei, un animale ora identificato
con la tartaruga acquatica del Reeves. Un esame
diretto di ampi frammenti indica che si trattava
piuttosto di una tartaruga di terra, la Pseudocadia
anyangensis, appartenente ad una specie oggi
estinta. Alcuni esperti ritengono che i carapaci e le
ossa venissero importati da remote regioni
meridionali, al di fuori della zona originaria della
cultura cinese. La consultazione dei carapaci e delle
scapole per ottenere predizioni favorevoli (chi) o sfavorevoli (hsiung) era denominata pu ; o “risoluzione
dei dubbi” (chi i). Quale metodo per risolvere nevrosi da indecisione probabilmente sortiva il suo effetto.
Durante il periodo Chou un altro procedimento venne ad acquisire un’importanza quasi pari a quella della
scapulomanzia, vale a dire l’”estrazione a sorte del destino” mediante gli steli essiccati di una pianta nota
come millefoglio siberiano (Achillea sibirica), detta shih. E’ interessante notare, alla luce delle discussioni
sulla componente sciamanica del taoismo, che wu (stregone) costituisce una delle parti essenziali di
questo carattere. Non è da escludersi che sia stato un sistema basato sulla scelta di asticciole lunghe o
corte, come quello usato in tale metodo di divinazione, a portare linee spezzate e intere a combinarsi nei
trigrammi e negli esagrammi dell’I Ching (Libro dei mutamenti). Sennonchè in tale opera compaiono
anche tracce di scapulomanzia (Wu Shih-Chhang). (...)
Il millefoglio veniva consultato prevalentemente per questioni di minore importanza, il guscio di tartaruga
per quelle più importanti, ma frequentemente si faceva ricorso ad entrambi. In tal caso le cose si
complicavano, poichè i due metodi, naturalmente, talvolta non concordavano: allora il millefoglio era
ritenuto valido per il futuro immediato, il guscio di tartaruga per il futuro più lontano. (...) Durante il
periodo Han e successivamente, la popolarità del guscio di tartaruga e della scapola decadde. Tarde

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enciclopedie quali il Thu Shu Chi Chheng contengono certamente una quantità di informazioni sulla
scapulomanzia e tutto quel che se ne sapeva fu raccolto da Wang Wei-Te nel suo Pu Shih Cheng Tsung
Chhuan Shu del +1709, ma nondimeno gli studiosi moderni, hanno, naturalmente, avuto difficoltà a
interpretare il significato delle incrinature che compaiono sugli ossi oracolari del -II millennio. L’uso del
millefoglio, d’altro canto, si è protratto senza soluzione di continuità fino ai giorni nostri nei templi
taoisti, dove la gente umile pesca un’asticciole tra le tante che vengono scosse dentro ad una scatola da un
custode Tao-shih, ricevendone in cambio un foglietto che predice l’avvenire corrispondente al numero
dell’asticciola stessa.

(J.N.)

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