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Paolo Bertozzi

Presentazione
L’Organismo edilizio

Laurea specialistica in Architettura – a.a. 2007-08


TECNICA INDUSTRIALE EDILE
Laurea specialistica in Architettura - a.a. 2007-08 TECNICA INDUSTRIALE EDILE
Paolo Bertozzi

Tecnica industriale edile


L’ambito e gli obiettivi
Il corso di “Tecnica industriale edile” si colloca nell’ambito disciplinare della tecnologia innovativa a forte
componente di prefabbricazione o di industrializzazione, ma anche della cultura progettuale e produttiva del
“tradizionale evoluto”.
I principali temi trattati indagheranno sia la dimensione culturale dell’innovazione tecnologica – innovazione
di prodotto, di sistema e di processo – in qualunque modalità essa si manifesti – per trasferimento da altri
ambiti, come implementazione prestazionale, per adeguamento normativo, ecc. – sia la dimensione della
persistenza tecnologica e, specificamente, del processo trasformativo che ogni tecnologia tradizionale
subisce nel corso del tempo per fronteggiare nuove esigenze funzionali, formali e di mercato.
Particolare attenzione sarà posta ai nuovi requisiti prestazionali che caratterizzano la progettazione
sostenibile – in relazione al miglioramento del comfort ambientale interno, al risparmio energetico, all’uso
eco e biocompatibile dei materiali, ai sistemi tecnologici per apporti bioclimatici avanzati, ecc. - e alle
soluzioni tecniche, a diverso grado di innovazione, che permettono di raggiungerli.
Al termine del percorso formativo specialistico dell’architetto, ove alla tecnologia dell’architettura è spesso
attribuito uno spazio di margine, trascurandone la forte incidenza sulla qualità del progetto architettonico e
sulla resa finale dell’oggetto, il corso si offre come momento di verifica della cultura tecnologica fino ad ora
acquisita e come possibilità di implementare il proprio grado di conoscenza attraverso un percorso
didattico organizzato per lezioni frontali, seminari e rielaborazioni personali su specifici temi affidati.
Laurea specialistica in Architettura - a.a. 2007-08 TECNICA INDUSTRIALE EDILE
Paolo Bertozzi

Tecnica industriale edile


I temi
Il corso presenterà, attraverso lezioni frontali e seminari, i principali materiali innovativi impiegati e
impiegabili nel progetto di architettura e alcune tecnologie innovative, ampiamente utilizzate all’estero e in
via di espansione nel nostro paese, altre maggiormente di frontiera e in via di sperimentazione, infine, quelle
che, partendo da ascendenze nella tradizione, hanno sviluppato un forte carattere innovativo.
Dei temi di riferimento saranno approfonditi singoli argomenti selezionati e proposti con approccio
monografico, integrando la visione accademica con la cultura produttiva, specialmente di matrice
industriale.
Il corso intende fornire le informazioni di base sul ruolo dei materiali e delle tecniche costruttive nel
processo di progettazione e di realizzazione dell’architettura.

Renzo Piano,
Centro commerciale Bercy 2, Parigi,
1990
Vista della struttura in legno lamellare
durante la fase di montaggio
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Paolo Bertozzi

Tecnica industriale edile


Obiettivi didattici
L’acquisizione della necessaria conoscenza delle tecniche produttive e di messa in opera, delle prestazioni
tecnologiche, delle caratteristiche di sostenibilità ambientale dei principali materiali da costruzione per un loro
uso corretto nella conformazione di organismi edilizi.
La formazione di una capacità critica che consenta di valutare la congruenza fra scelte tecnologiche ed
esigenze funzionali, di organizzazione spaziale e strutturale degli edifici, anche in rapporto a determinate
finalità espressive e di relazione con il contesto.
L’acquisizione di una metodologia operativa in grado di evidenziare, interpretare e successivamente
controllare i nessi tra l’ideazione dell’organismo architettonico e la progettazione dei singoli elementi
costruttivi e della loro “messa a sistema”, tenendo conto delle modalità esecutive, delle istanze normative, dei
criteri di compatibilità ambientale ed ecologica.
Modalità di svolgimento del corso
Il corso si svilupperà attraverso lezioni frontali, seminari affidati a produttori di elementi e sistemi e ad esperti
di specifiche tecnologie dell’innovazione. E’ prevista anche la partecipazione di progettisti, protagonisti di
significative esperienze di relazione tra necessità compositive e questioni tecnologiche e produttive.
Il corso comprenderà anche una esercitazione dedicata all’analisi di alcuni casi architettonici notevoli nei
quali sia possibile rintracciare una appropriata applicazione delle tecnologie oggetto del corso.
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Paolo Bertozzi

L’organismo edilizio
L’organismo edilizio
è l’insieme organizzato degli elementi spaziali e degli elementi tecnici di un sistema edilizio, concepiti
e progettati unitariamente, aventi caratteristiche di continuità fisica e di autonomia funzionale.

L’organismo edilizio è un sistema di oggetti e di segni; il processo edilizio è un sistema di decisioni,


comunicazioni, operazioni.
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L’organismo edilizio
L’apparecchiatura costruttiva
L’apparecchiatura costruttiva è quel sistema di
relazioni fisiche, meccaniche e geometriche che
descrive l’organismo sotto il profilo costruttivo.
L’apparecchiatura costruttiva, in quanto sistema, è
costituita da un insieme di parti, tra loro correlate e
integrate, chiamate elementi di fabbrica.
Gli elementi di fabbrica hanno attributi specifici di
utilizzazione e collocazione:
•delimitano e classificano lo spazio
•assicurano condizioni di comfort
•garantiscono la sicurezza statica

Da E. Mandolesi, Edilizia, UTET, Torino, 1978


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L’organismo edilizio

Gli elementi costruttivi funzionali


Essi formano gli elementi di fabbrica.
Sono detti funzionali in ragione del
loro ruolo nel definire lo spazio
costruito, del loro ruolo ai fini del
comfort ambientale e della sicurezza
statica, nonché ai fini della
costruibilità dell’elemento di fabbrica
corrispondente.
Possiedono proprie caratteristiche
morfologiche, appropriate capacità di
prestazione e una ben individuata
organizzazione interna. Essi
richiedono specifici costituenti ed
implicano uno specifico ciclo di
lavorazione o produzione.

Da E. Mandolesi, Edilizia, UTET, Torino, 1978


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L’organismo edilizio

Gli elementi costruttivi funzionali


Essi formano gli elementi di fabbrica.
Sono detti funzionali in ragione del
loro ruolo nel definire lo spazio
costruito, del loro ruolo ai fini del
comfort ambientale e della sicurezza
statica, nonché ai fini della
costruibilità dell’elemento di fabbrica
corrispondente.
Possiedono proprie caratteristiche
morfologiche, appropriate capacità di
prestazione e una ben individuata
organizzazione interna. Essi
richiedono specifici costituenti ed
implicano uno specifico ciclo di
lavorazione o produzione.

Da E. Mandolesi, Edilizia, UTET, Torino, 1978


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L’organismo edilizio
Gli elementi costruttivi base e i materiali base
Sono le parti di cui è composto l’elemento costruttivo funzionale.
Gli elementi costruttivi base possiedono attributi dimensionali, di forma, di accoppiabilità e di prestazione –
resistenza meccanica, durabilità, caratteristiche fisiche e chimiche, ecc. - che consentono la
realizzazione degli elementi costruttivi funzionali.
Essi sono:
• monovalenti, se capaci di realizzare una sola tipologia dell’elemento costruttivo
• polivalenti, se capaci di realizzare più tipologie di elementi costruttivi
Possono essere:
• preformati, se monopezzo
• preassemblati, se compositi
I materiali base sono gli impasti, le miscele e similari, e possiedono solo attributi potenziali di forma e
capacità potenziali sia costruttive che prestazionali.

Da E. Mandolesi, Edilizia, UTET, Torino, 1978


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L’organismo edilizio

Da E. Mandolesi, Edilizia, UTET, Torino, 1978


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Il processo edilizio
Il processo è una sequenza logica di “fasi operative” distinte ma correlate, finalizzate alla realizzazione di un
prodotto. Per processo edilizio si intende la sequenza organizzata di fasi che portano dal rilevamento delle
esigenze della committenza-utenza di un bene edilizio al loro soddisfacimento attraverso la progettazione, la
produzione, la costruzione, la gestione del bene stesso.
Il processo edilizio comprende le fasi di:
1.programmazione
Fase decisionale
2.progettazione
3.realizzazione Fase realizzativa
4.gestione Fase gestionale
1. Riguarda, essenzialmente, il programma da realizzare, ossia il “che cosa”, secondo “quali obiettivi” e con
“quali modalità”. È a cura della committenza, che potrà avvalersi di tecnici consulenti.
2. È compito di tecnici e progettisti, scelti dai committenti, che dovranno recepire le indicazioni
programmatiche e trasformarle in proposte formalizzate.
3. Riguarda l’approvvigionamento dei materiali, il trattamento dei materiali prima della posa in opera e la
lavorazione per la posa in opera.
4. Varia a seconda che il bene sia considerato frutto dell’iniziativa privata – cioè il bene edilizio è
l’espressione del potere economico del singolo o di una collettività – o sia, invece, frutto dell’iniziativa
pubblica.
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Il processo edilizio
1. Fase decisionale
Fattibilità dell’intervento e scelta dell’area Soggetto attuatore
Analisi del sito
Progetto preliminare
Progetto definitivo Gruppo di progettazione
Progetto esecutivo
Progetto gestionale e della sicurezza
2. Fase realizzativa
Realizzazione fuori opera
Materiali, Manufatt, Semilavorati, Prefabbricat, Etc… Produttore di sistemi e componenti
Realizzazione in opera Costruttore, Direttore lavori, gruppo di prog.
Collaudo Collaudatore e gruppo di prog.
3. Fase gestionale
Servizio Soggetto attuatore (e gruppo di prog.)
Monitoraggio Soggetto attuatore (e gruppo di prog.)
Utilizzo Utente finale
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Il sistema edilizio
Per sistema edilizio si intende l’insieme delle parti che compongono un’opera edilizia.
E’ l’insieme strutturato di unità ambientali/elementi spaziali (sistema ambientale o sub-sistema ambientale)
e di unità tecnologiche/elementi tecnici corrispondenti (sistema tecnologico o sub-sistema tecnologico).

L’unità ambientale si identifica con un raggruppamento di attività compatibili spazialmente e temporalmente,


definite in relazione a determinati modelli di comportamento dell’utenza.
L’elemento spaziale si identifica con una porzione di spazio fruibile, destinata ad accogliere, interamente o
parzialmente, una o più unità ambientali.

L’unità tecnologica si identifica con un raggruppamento di funzioni, compatibili tecnologicamente,


necessarie per l’ottenimento di prestazioni ambientali.
L’elemento tecnico si identifica con un prodotto edilizio, più o meno complesso, capace di svolgere,
completamente o parzialmente, funzioni proprie di una o più unità tecnologiche.

L’insieme strutturato di unità ambientali (da utilizzarsi in fase metaprogettuale) o di elementi spaziali (da
utilizzarsi in fase progettuale propriamente detta) determina un sistema ambientale.

L’insieme strutturato di unità tecnologiche (da utilizzarsi in fase metaprogettuale) o di elementi tecnici (da
utilizzarsi in fase progettuale propriamente detta) determina un sistema tecnologico (UNI 7867 parte IV).
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Il sistema edilizio
Il sistema edilizio è perciò un’entità fisica complessa che si esprime attraverso un insieme strutturato di
unità ambientali – a loro volta articolate in elementi spaziali - e di unità tecnologiche – a loro volta
articolate in elementi tecnologici.
In esso è possibile attuare una scomposizione per l’individuazione delle parti costituenti – elementi ed unità -
e le connessioni tra esse. Si scompone in due principali sub-sistemi:
•il sistema ambientale
•il sistema tecnologico
Il primo concerne il sistema spaziale-distributivo cioè le componenti strettamente geometriche e proporzionali
degli spazi, nonché la loro distribuzione e relazione reciproca; e il sistema fisico-ambientale cioè le
componenti che determinano le condizioni di comfort ambientale (temperatura dell’aria, umidità relativa
dell’aria, ventilazione, illuminazione, ecc.)
Il secondo concerne le modalità di assemblaggio degli elementi fisici che insieme definiscono gli spazi
assicurandone il rispetto della sicurezza.
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Il sistema ambientale
Da Art. 76 ORGANISMO EDILIZIO E RELAZIONI FUNZIONALI di L.R.Emilia Romagna 33/90
1. Le interrelazioni funzionali degli spazi sono riportate nel modello di scomposizione del sistema
ambientale riportato nelle figura allegata
2. Si intende per Organismo Abitativo l'insieme delle unità immobiliari, prevalentemente ad uso
residenziale, progettate unitariamente con caratteristiche di continuità fisica ed autonomia funzionale
dotate di infrastrutture e/o attrezzature di propria pertinenza.
3. Gli organismi abitativi sono costituiti da:
- unità immobiliari ad uso residenziale (alloggi);
- spazi chiusi non residenziali;
- spazi chiusi ad uso comune;
- spazi aperti ad uso comune;
- spazi chiusi di circolazione e collegamento;
- spazi aperti di circolazione e collegamento;
- spazi di servizio.
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Il sistema ambientale

Scomposizione del Sistema ambientale - ai sensi della L.R. Emilia Romagna 33/90
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Il sistema tecnologico
L’insieme strutturato di unità tecnologiche o di elementi tecnici, rispettivamente secondo la fase operativa
metaprogettuale del processo edilizio, determina un sistema tecnologico (UNI 7867 parte IV). La
classificazione del sistema tecnologico secondo i criteri della norma UNI 8290 Parte I, benché riferita
all’edilizia residenziale, è concettualmente estendibile ad organismi edilizi di altre destinazioni d’uso.

La concezione normativa su base esigenziale-prestazionale prsuppone una precisa individuazione degli


elementi a cui applicare le norme. Per questo scopo l’UNI ha predisposto la classificazione secondo la norma
UNI 8290.
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Il sistema tecnologico

Da L.R. Emilia Romagna 33/90


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Il sistema tecnologico
Il sistema tecnologico (o meglio ogni suo sub-sistema o parte dell’edificio) è caratterizzato da un insieme di
requisiti che lo connotano e che devono guidare la progettazione delle varie soluzioni relative all’intervento.
Per ogni sub-sistema (per es. le chiusure verticali), vengono determinati pacchetti di parti funzionali (in
genere strati), caratterizzati dall’accentuazione di alcuni requisiti (es. lo strato portante, lo strato termo-
isolante, ecc.).
Modelli funzionali
I modelli funzionali sono quelli che definiscono le parti o strati funzionali in tali sub-sistemi. Gli strati e gli
elementi, che in opportune successioni vengono rappresentati nei modelli funzionali sono detti primari. Si
tratta di strati e di elementi ancora non dimensionati direttamente finalizzati ad accentuare le funzioni previste
per ogni classe di elemento tecnico.
L’uso dei modelli funzionali consente di definire le parti funzionali delle varie sottoclassi. I modelli funzionali
nella fase progettuale sono uno strumento utile per procedere successivamente a definire in modo corretto le
soluzioni tecniche. Inoltre consentono di classificare le soluzioni disponibili in rapporto alle possibilità offerte
dal mercato e dalla tecnologia. Infine facilitano la ricerca dei motivi funzionali che portano ad una particolare
soluzione.
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Il sistema tecnologico

Legenda per modelli funzionali di chiusure orizzontali inferiori


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Il sistema tecnologico

Pavimentazione a terra per suolo asciutto: a) semplice; b) termoisolata; c) termoisolata


radiante; d) con intercapedine attrezzabile (plenum)
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Il sistema tecnologico
Alternative tecniche conformi
Per progettare completamente l’elemento tecnico si deve compiere un ulteriore approfondimento. Allora la
trasformazione di un modello funzionale in alternativa tecnica conforme e quindi in soluzione tecnica
avviene tramite la scelta di specifici materiali in base allo studio di compatibilità, di resistenza (meccanica e
non) e di collegamento e di ogni altro problema indotto dal controllo di interazione reciproca tra uno strato
funzionale e il successivo.
Un’alternativa tecnica conforme ad un dato modello funzionale è una sequenza ordinata di elementi e
strati funzionali merceologicamente classificati, tale da assicurare il corretto funzionamento di ogni
singolo elemento o strato.
Nelle alternative tecniche conformi compaiono anche gli strati e gli elementi funzionali integrativi, sia dovuti al
materiale scelto, sia dovuti ai problemi di collegamento e interazione tra gli strati funzionali primari.
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Il sistema tecnologico

Esempio di alternativa
tecnica conforme

Sistema organizzato di elementi presenti in


coperture inclinate a falde di zone porticate.
Soluzione tecnica ricorrente nell’edilizia rurale
pre-moderna di area emiliana.
Sono riconoscibili:
1 travi principali inclinate di legno
2 travi secondarie rompitratta
3 travetti inclinati di terzo livello
4 sottostruttra a listelli (“cantinelle”
5 strato di completamento in coppi di laterizio
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Il sistema tecnologico

Esempio di alternativa
tecnica conforme

Sistema di montaggio di lastre in laterizio per


l’Auditorium della Banca Popolare di Lodi.
Progetto Renzo Piano Building Workshop
Architects .
1 Piastra di fissaggio del montante alla muratura
2 Montante di sostegno laterale
3 Piastra regolabile con spinotti in acciaio saldati
4 Coprispinotti in plastica
5 Profilo coprigiunto
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Normativa tecnica prestazionale


Sistema tecnologico e requisiti
Ogni parte del sistema tecnologico, per essere costruita e utilizzata in modo corretto, deve essere
caratterizzata da un insieme di requisiti che la connotano e che devono guidare la sua corretta
progettazione.
I requisiti a cui devono rispondere gli elementi tecnici, che rappresentano la messa in pratica della
suddivisione del sistema edilizio in unità tecnologiche, sono molto vari.
Tra di essi i principali sono elencati nell’allegato della importante Direttiva comunitaria 89/106, che ha lo
scopo di uniformare i prodotti da impiegare nelle varie attività, tra cui quella edilizia.
La Direttiva 106/89 ha evidentemente indirizzato e condizionato la genesi e il carattere delle norme settoriali
tra cui la legislazione regionale dell’Emilia-Romagna tra le prime a recepire un approccio prestazionale al
controllo del sistema edilizio.
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Normativa tecnica prestazionale


Sistema tecnologico e requisiti
Da Art. 76 ORGANISMO EDILIZIO E RELAZIONI FUNZIONALI di L.R.Emilia Romagna 33/90

1. Gli interventi edilizi normati dal presente regolamento edilizio, debbono rispondere a requisiti tecnici
esprimibili secondo parametri oggettivi e misurabili, in riferimento alle esigenze di sicurezza, igiene e fruibilità
degli utilizzatori.
2 . Essi sono raggruppati in “famiglie” in relazione alle esigenze al cui soddisfacimento fanno riferimento,
(secondo quanto disposto dalla direttiva CEE 89/106 sui prodotti da costruzione, a cui è stata aggiunta una
ulteriore “famiglia” riferita alle esigenze di “fruibilità e disponibilità di spazi ed attrezzature”), come sotto
riportate:
• resistenza meccanica e stabilità;
• sicurezza in caso di incendio;
• igiene, salute e ambiente;
• sicurezza nell’impiego;
• protezione contro il rumore;
• risparmio energetico e ritenzione del calore;
• fruibilità e disponibilità di spazi ed attrezzature.
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Normativa tecnica prestazionale


ELENCO DEI REQUISITI COGENTI
FAMIGLIA 1 : RESISTENZA MECCANICA E STABILITÀ
RC 1.1. : Resistenza meccanica alle sollecitazioni statiche e dinamiche di esercizio
RC 1.2. : Resistenza meccanica alle sollecitazioni accidentali
RC 1.3. : Resistenza meccanica alle vibrazioni
FAMIGLIA 2 : SICUREZZA IN CASO DI INCENDIO
RC 2.1. : Resistenza al fuoco
RC 2.2. : Reazione al fuoco e assenza di emissioni di sostanze nocive in caso di incendio
RC 2.3. : Limitazione dei rischi di generazione e propagazione di incendio
RC 2.4. : Evacuazione in caso di emergenza e accessibilità ai mezzi di soccorso
FAMIGLIA 3 : IGIENE, SALUTE ED AMBIENTE
RC 3.1. : Assenza di emissione di sostanze nocive.
RC 3.2. : Qualità dell’aria: smaltimento dei gas di combustione, portata delle canne di esalazione e delle
reti di smaltimento aeriformi.
RC 3.3. : Temperatura di uscita dei fumi.
RC 3.4. : Portata e alimentazione delle reti di distribuzione acqua per uso idrosanitario.
RC 3.5. : Portata delle reti di scarico. Smaltimento delle acque domestiche e fecali e delle acque reflue
industriali.
RC 3.6. : Smaltimento delle acque meteoriche

Da L.R. Emilia Romagna 33/90


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Normativa tecnica prestazionale


ELENCO DEI REQUISITI COGENTI
FAMIGLIA 3 : IGIENE, SALUTE ED AMBIENTE
RC 3.1. : Assenza di emissione di sostanze nocive.
RC 3.2. : Qualità dell’aria: smaltimento dei gas di combustione, portata delle canne di esalazione e delle
reti di smaltimento aeriformi.
RC 3.3. : Temperatura di uscita dei fumi.
RC 3.4. : Portata e alimentazione delle reti di distribuzione acqua per uso idrosanitario.
RC 3.5. : Portata delle reti di scarico. Smaltimento delle acque domestiche e fecali e delle acque reflue
industriali.
RC 3.6. : Smaltimento delle acque meteoriche
RC 3.7. : Tenuta all’acqua. Impermeabilità.
RC 3.8. : Illuminazione naturale.
RC 3.9. : Oscurabilità.
RC 3.10. : Temperatura dell’aria interna.
RC 3.11. : Temperatura superficiale.
RC 3.12. : Ventilazione.
RC 3.13. : Umidità relativa.
RC 3.14. : Protezione dalle intrusioni.

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Normativa tecnica prestazionale


ELENCO DEI REQUISITI COGENTI
FAMIGLIA 4: SICUREZZA NELL’IMPIEGO
RC 4.1. : Sicurezza contro le cadute.
RC 4.2 : Sicurezza di circolazione (attrito).
RC 4.3. : Limitazione rischi di ustione.
RC 4.4. : Resistenza meccanica agli urti ed allo sfondamento.
RC 4.5. : Sicurezza elettrica.
RC 4.6. : Sicurezza degli impianti.
FAMIGLIA 5: PROTEZIONE DAL RUMORE
RC 5.1. : Controllo della pressione sonora: benessere uditivo.
FAMIGLIA 6: RISPARMIO ENERGETICO E RITENZIONE DEL CALORE
RC 6.1. : Contenimento dei consumi energetici.
RC 6.2 : Temperatura dell’aria interna.
RC 6.3 : Temperatura dell’acqua.
FAMIGLIA 7 : FRUIBILITÀ, DISPONIBILITÀ DI SPAZI ED ATTREZZATURE
RC 7.1. : Accessibilità, visitabilità, adattabilità.
RC 7.2 : Disponibilità di spazi minimi.

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Normativa tecnica prestazionale


ELENCO DEI REQUISITI VOLONTARI
P.V.1 - Prerequisito “Analisi del sito”
(complementare ai requisiti delle famiglie 6, 8, 9)
Famiglia 3 – Benessere ambientale
R.V.3.1 – Temperatura superficiale nel periodo invernale
R.V.3.2 – Riverberazione sonora
Famiglia 6 – Uso razionale delle risorse climatiche ed energetiche
R.V.6.1 – Controllo dell’apporto energetico da soleggiamento estivo (complementare al seguente)
R.V.6.2 – Uso dell’apporto energetico da soleggiamento invernale (complementare al precedente)
R.V.6.3 – Risparmio energetico nel periodo invernale
R.V.6.4 – Protezione dai venti invernali
R.V.6.5 – Ventilazione naturale estiva
R.V.6.6 – Uso dell’inerzia termica per la climatizzazione estiva
R.V.6.7 – Uso dell'apporto energetico solare per il riscaldamento dell'acqua
Famiglia 7 – Fruibilità di spazi e attrezzature
R.V.7.1 – Accessibilità all’intero organismo edilizio
R.V.7.2 – Arredabilità
R.V.7.3 – Dotazione di impianti per aumentare il benessere e il senso di sicurezza

Da L.R. Emilia Romagna 33/90


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Normativa tecnica prestazionale


ELENCO DEI REQUISITI VOLONTARI
Famiglia 8 – Uso razionale delle risorse idriche
R.V.8.1 – Riduzione del consumo di acqua potabile
R.V.8.2 – Recupero, per usi compatibili, delle acque meteoriche provenienti dalle coperture
R.V.8.3 – Recupero, per usi compatibili, delle acque grigie
Famiglia 9 – Controllo delle caratteristiche nocive dei materiali da costruzione
R.V.9.1 – Controllo delle emissioni nocive nei materiali delle strutture, degli impianti e delle finiture
R.V.9.2 – Asetticità
R.V.9.3 – Riciclabilità dei materiali da costruzione
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Normativa tecnica prestazionale


Sistema tecnologico e requisiti
Da Art. 78 CONTENUTO DEL REQUISITO di L.R.Emilia Romagna 33/90
1. La formulazione di ogni requisito comprende:
a) la definizione del requisito in riferimento alle esigenze da soddisfare;
b) la specifica di prestazione che è, di massima, articolata in livelli di prestazione attesi e metodi di
verifica. Il metodo di verifica può comprendere metodi di calcolo, prove in opera, di laboratorio e di collaudo.)
(…)

Da Art. 79 CLASSIFICAZIONE DEI REQUISITI di L.R.Emilia Romagna 33/90 ART. 79 .


1. I requisiti si suddividono in cogenti e raccomandati.
2. I REQUISITI COGENTI (RC) sono obbligatori in quanto essenziali per la sicurezza e la salute degli utenti
dei manufatti edilizi e sono riportati nell'elenco che segue. Alcuni di essi, possono prevedere diversi livelli di
prestazione, in relazione alle caratteristiche territoriali, alle destinazioni d’uso, ai tipi di intervento, fermo
restando il carattere di cogenza del requisito.
(…)
3. I REQUISITI RACCOMANDATI (RR) vengono formulati al fine del raggiungimento di una più elevata
qualità delle opere edilizie e sono (…)
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Normativa tecnica prestazionale


Qualità
La qualità è l’insieme delle proprietà e delle caratteristiche di un prodotto o di un servizio che conferiscono ad
esso la capacità di soddisfare esigenze espresse o implicite. (UNI ISO 8402)

Qualità edilizia (UNI 10838)


Insieme delle proprietà e caratteristiche dell’organismo edilizio o di sue parti che conferiscono ad essi la
capacità di soddisfare, attraverso prestazioni, esigenze espresse o implicite.
La qualità edilizia viene normalmente articolata in:
•Qualità funzionale-spaziale;
•Qualità ambientale tecnologica;
•Qualità tecnica;
•Qualità operativa;
•Qualità utile; qualità manutentiva
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Normativa tecnica prestazionale


Qualità
La qualità edilizia è dunque la misura del grado di rispondenza delle prestazioni dell’organismo edilizio e/o
delle sue parti ai requisiti ambientali e tecnologici che ne hanno guidato la progettazione e la costruzione. La
qualità ambientale è la misura del grado di rispondenza delle prestazioni dell’organismo edilizio e/o delle sue
parti ai requisiti ambientali. La qualità tecnologica è la misura del grado di rispondenza delle prestazioni
dell’organismo edilizio e/o delle sue parti ai requisiti tecnologici.
Le prescrizioni relative al sistema edilizio hanno l’obiettivo di garantire la qualità delle costruzioni in relazione
alle esigenze degli utilizzatori. L’attività di progettazione mette in continua relazione tre fattori fondamentali:
ESIGENZE – REQUISITI – PRESTAZIONI
La necessità di determinare sia qualitativamente che quantitativamente le condizioni di uso e di
sollecitazione, introduce una forte relatività nella definizione delle prestazioni che dipendono da contesti
specifici d’impiego e dagli effetti delle azioni esterne.
La qualità non è valutabile in assoluto, ma solo in relazione ai parametri che la determinano e agli obiettivi
per cui è stato progettato e realizzato il bene edilizio.
L’obiettivo principale del controllo di qualità è quello di garantirla: definito che cosa si vuole dall’oggetto
edilizio in termini di prestazione, la normativa deve indicare come si debba procedere per verificare se ciò
che viene offerto corrisponde alla qualità richiesta.
Laurea specialistica in Architettura - a.a. 2007-08 TECNICA INDUSTRIALE EDILE
Paolo Bertozzi

Normativa tecnica prestazionale


Qualità
La qualità può essere determinata o tramite variabile, cioè:
“carattere di un requisito misurabile rispetto ad una scala continua suscettibile di assumere valori diversi”,

Oppure tramite attributo, cioè:


“carattere non misurabile di un requisito sul quale è dato un giudizio di appartenenza ad una categoria o a più
categorie alternative.“ (UNI 7867 parte II)

Per potere disporre di strumenti normativi di controllo della qualità bisogna dapprima individuare dei ,etodi di
verifica della rispondenza tra le prestazioni e i requisiti delle parti e dell’insieme dell’organismo edilizio da
realizzare (procedure di prova e parametri di controllo) per poi definire i valori e le fasce di valori che si
vogliono riscontrare per ciascun parametro.
Laurea specialistica in Architettura - a.a. 2007-08 TECNICA INDUSTRIALE EDILE
Paolo Bertozzi

Normativa tecnica prestazionale


Metodi di controllo della Qualità
• Verifiche progettuali
• Verifiche in laboratorio
• Verifiche in opera

I metodi di verifica possono usare prove naturali (es. prov d’invecchiamento naturale), o prove semi-naturali
(es. simulazioni, sollecitazioni accelerate), calcoli, giudizi, metodi statistico-oggettivi (es. percentuali di
soddisfazione tra gli utenti).
Le prove possono essere fatte in opera o in laboratorio ed essere di tipo distruttivo o non distruttivo.
Il controllo della qualità di un organismo edilizio avviene dunque nel processo in modo complicato: dapprima
a livello di materiali e componenti, poi a livello dell’intero progetto, come assemblaggio dei singoli elementi e
organizzazione degli spazi, infine a livello di messa in opera e costruzione – in rapporto alle fasi realizzative –
considerando l’edificio nella sua interezza.
Se tutte le procedure di prova e verifica di qualità previste hanno fornito riscontro positivo, si può affrenare
che il prodotto (o l’opera) è CONFORME alle prescrizioni tecniche richieste.
La conformità viene determinata a livello di prodotto singolo, di elemento tecnico complesso, di opera di
costruzione.
Laurea specialistica in Architettura - a.a. 2007-08 TECNICA INDUSTRIALE EDILE
Paolo Bertozzi

Normativa tecnica prestazionale


Metodi di controllo della Qualità
• Verifiche progettuali
• Verifiche in laboratorio
• Verifiche in opera

I metodi di verifica possono usare prove naturali (es. prov d’invecchiamento naturale), o prove semi-naturali
(es. simulazioni, sollecitazioni accelerate), calcoli, giudizi, metodi statistico-oggettivi (es. percentuali di
soddisfazione tra gli utenti).
Le prove possono essere fatte in opera o in laboratorio ed essere di tipo distruttivo o non distruttivo.
Il controllo della qualità di un organismo edilizio avviene dunque nel processo in modo complicato: dapprima
a livello di materiali e componenti, poi a livello dell’intero progetto, come assemblaggio dei singoli elementi e
organizzazione degli spazi, infine a livello di messa in opera e costruzione – in rapporto alle fasi realizzative –
considerando l’edificio nella sua interezza.
Se tutte le procedure di prova e verifica di qualità previste hanno fornito riscontro positivo, si può affrenare
che il prodotto (o l’opera) è CONFORME alle prescrizioni tecniche richieste.
La conformità viene determinata a livello di prodotto singolo, di elemento tecnico complesso, di opera di
costruzione.

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