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13.1 Introduzione
I modelli sviluppati nei capitoli precedenti hanno il pregio di
mettere in evidenza la dinamica di equilibrio ovvero le traiettorie delle
variabili endogene verso lo stato stazionario. Tuttavia, proprio perché
si tratta di processi che si svolgono nel tempo, dimenticano un aspetto
fondamentale, che non può essere tralasciato e che riguarda tutte le
decisioni che vengono prese in un arco temporale. Stiamo parlando
delle relazioni che limitano il campo d’azione non solo degli
individui, ma anche delle nazioni. Infatti, ciascun agente economico,
settore istituzionale o paese deve fronteggiare un vincolo di bilancio
intertemporale poiché, se ci si indebita oggi, prima o poi bisognerà
rimborsare quel debito e sostenere nel frattempo i relativi costi.
Pensiamo ad una politica fiscale espansiva nel modello Mundell-
Fleming dinamico. Se il paese inizialmente si trova in equilibrio
esterno con pareggio nei conti pubblici, una riduzione della tassazione
aumenta l’assorbimento e provoca un disavanzo nei conti dello Stato e
nella bilancia commerciale. Per finanziare il primo si devono emettere
dei titoli di stato, una parte dei quali è venduta al di fuori dei confini
nazionali in cambio dei beni importati. Come abbiamo visto nel
modello di portafoglio, nell’equilibrio finale, la bilancia commerciale
deve essere in avanzo per coprire il servizio del debito estero.
Tuttavia, i titoli dovranno essere rimborsati quando giungono a
scadenza e uno stato stazionario con debito estero può essere ammesso
solo se il pagamento può essere procrastinato indefinitamente
rinnovando le vecchie emissioni con delle nuove. Naturalmente ciò è
fattibile solo se i creditori vogliono possedere una perpetuità, ma
anche ammettendo questa eventualità rimane il fatto che, nei periodi
futuri, l’equilibrio del conto corrente implica un saldo positivo nella
bilancia commerciale che controbilancia i deflussi dei redditi da
capitale. Ed è proprio questo saldo che determina l’ampiezza massima
della capacità d’indebitamento di un paese. In un modo o nell’altro
bisogna guardare al sentiero futuro della produzione e
2 Il modello intertemporale
𝐶𝑖 = 𝑛 𝑐𝑖 i = 1,2. (13.10)
𝐶1 𝑌1
𝐶0 + = 𝑌0 + (13.11)
1+𝑟 1+𝑟
𝑌1 1 𝑇 ′ (𝑌1 )
= = . (13.15)
𝑌0 1 + 𝑟 𝑇 ′ (𝑌0 )
𝑐1 H
𝑐1∗ E
45°
0 𝑐0∗ 𝑐0
Fig. 13.1 – Consumo attuale e futuro
𝑌1 , 𝐶1
𝑌1
𝐸𝑌
trade surplus 𝐸𝐴
surplusficit
𝐸𝐶
𝐶1
trade deficit
deficit 1+ 𝑟̅ 1+r
0 𝑌0 𝐶0 𝑌0 , 𝐶0
(1 + 𝑟)𝐾 𝐾
𝑌0 = , 𝑌1 = ,
√1 + (1 + 𝑟)2 √1 + (1 + 𝑟)2
8 Il modello intertemporale
𝑌1 , 𝐶1
𝑌1′′
𝐸𝑌′′
𝑌1′
𝐶1′ 𝐸𝑌′ 𝐸𝐶′
𝐶1′′ 𝐸𝐶′′
1+r’ 1+r’’
0 𝑌0′
𝑌0′′ 𝐶0′ 𝐶0′′ 𝑌0 , 𝐶0
𝐶1 𝐺1 𝑌1
𝐶0 + + 𝐺0 + = 𝑌0 + (13.16)
1+𝑟 1+𝑟 1+𝑟
o
𝑌1 − 𝐶1 − 𝐺1 + 𝑟(𝑌0 − 𝐶0 − 𝐺0 ) = 𝐶0 + 𝐺0 − 𝑌0 . (13.16bis)
𝑌1 − 𝐶1 − 𝐺1 + 𝑟𝐹0 = − 𝐹0 . (13.18)
𝐶1 𝐺1 𝑌1
𝐶0 + +𝐺0 + = 𝑌0 + + (1 + 𝑟)𝐹−1 (13.19)
1+𝑟 1+𝑟 1+𝑟
𝑁𝑋1
𝑁𝑋0 + = −(1 + 𝑟)𝐹−1 (13.20)
1+𝑟
che mostra come il debito estero iniziale (𝐹−1 < 0) deve essere
ripianato in futuro. Applicando ricorsivamente la:
𝑌1 , 𝐶1
𝑌1
𝐶1∗
−(1 + 𝑟)𝐹−1
0 𝑌0 𝐶0∗ 𝐶0 𝑌0 , 𝐶0