2018
Parkinson; criteri e metodiche diagnostiche; riabilitazione.
CENNI DI EPIDEMIOLOGIA
CLASSIFICAZIONE
Aterosclerotico
Indotto da farmaci
Post - encefalitico
Tossico (CO)
PATOLOGIA
Il Parkinson causa una Ipofunzione del sistema dopaminergico nigrostriatale, cioè si verifica una
demodulazione tra la via diretta e indiretta del circuito motorio dei gangli della base. E’ una
patologia del SNC caratterizzata da:
Tremore
Bradicinesia
Rigidità
Instabilità posturale
TREMORE: è il sintomo più caratteristico. Risulta essere più frequente sull’arto superiore
rispetto all’arto inferiore (‘segno del contare le monete’). Inizialmente può interessare
un solo emilato ma può coinvolgere anche entrambi i lati. E’ la manifestazione iniziale
nel 50% dei casi mentre è assente nel 15% dei casi. Il tremore è presente a riposo e si
riduce durante i movimenti intenzionali.
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RIGIDITA’ PARKINSONIANA: si ha aumento della resistenza alla mobilizzazione passiva,
costante ed uniforme in tutte le direzioni e per tutto l’arco del movimento, dovuto alla
co-contrazione di muscoli agonisti e antagonisti. In condizioni normali gli agonisti si
contraggono e gli antagonisti si rilasciano, in questa patologia invece si ha una co-
contrazione. Dopo un movimento la parte può mantenere la sua nuova posizione (si parla
di Ipertono plastico o Tubo di Piombo). Si ha anche il Fenomeno della Ruota dentata
cioè si ha un rilasciamento intermittente dei muscoli allo stiramento.
Disturbi urologici
Stipsi
Ipotensione ortostatica
Depressione
Disturbi del sonno
Ipersalivazione e difficoltà nella deglutizione
DOLORI E DISTONIE: a volte i pazienti lamentano parestesie agli arti e ciò può essere
dovuto a ragioni non legate al Parkinson, ad esempio una compressione di tronchi venosi
causato da alterazione artrosiche. Possono presentarsi crampi e contratture muscolari a
carico degli arti inferiori (crampi distonici).
POSSIBILE: presenza di almeno 2 dei 4 segni cardinali (di cui uno deve essere o il tremore
o la bradicinesia). I pazienti rispondono bene alla Levodopa o ai dopaminoagonisti.
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PROBABILE: presenza di almeno 3 dei 4 segni cardinali. Assenza per almeno 3 anni di
sintomi atipici. Documentata risposta al trattamento farmacologico.
ESAMI STRUMENTALI:
Oltre a questa stadiazione molto usata in clinica esiste un’altra scala di valutazione definita
SCALA UPDRS ( unified parkinson’s disease rating scale). Questa scala prende in
considerazione 4 punti:
FARMACI:
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L’utilizzo precoce dei dopaminoagonisti e l’introduzione più tardiva della Levodopa può ridurre
al minimo l’insorgenza di distonie e discinesia da L-Dopa.
RIABILITAZIONE
Gli obbiettivi della riabilitazione sono: contenimento del danno primario, prevenzione o
riduzione dei danni secondari alla ridotta motilità, vicariare le funzioni compromesse
identificando strategie e modalità alternative.
Attualmente non è più possibile fornire un pacchetto di esercizi preconfezionato per tutti i
pazienti ma dovrà essere fatto un trattamento individuale, il quale deve essere adattato alle
peculiarità cliniche del paziente.
La riabilitazione si basa su stimolazioni esterne (cues) che possono convogliare l’attenzione del
soggetto sulle caratteristiche salienti del movimento da fare (lunghezza del passo, spostamento
del carico, assetto posturale). Ovviamente il problema diventa più difficile e queste stimolazioni
divengono inefficaci in pazienti con demenza o con situazioni cognitive scadenti.
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La riabilitazione sarà diversa in base allo stadio di malattia del paziente da trattare:
FASE INTERMEDIA (STADIO III E IV): modificare la perdita del controllo automatico del
movimento (freezing) mediante strategie che privilegiano il controllo attenzionale e l’uso
di stimoli sensoriali esterni (cues). E’ importante un trattamento per migliorare il
controllo posturale e l’equilibrio.
E’ importante inoltre utilizzare i “cues sensoriali” cioè stimoli esterni di varia natura (visivi,
uditivi, somatosensitivi) che hanno lo scopo di aiutare nell’attivazione, esecuzione e
completamento del movimento. Esempi di “Cues” sono: il bastone invertito, la penna laser,
l’ascolto di una melodia ritmata. Inoltre questi stimoli sono utili sia per la bradicinesia sia per il
freezing.
Il tremore si manifesta a riposo e tende a ridursi durante il movimento. In realtà sul tremore non
esistono esercizi specifici per ridurlo.
FREEZING: tipica situazione che si presenta all’inizio del cammino oppure quando il paziente è
forzato a cambiare il suo normale e automatico ritmo (in ambiente stretto o quando il paziente
si sente costretto). E’ collegato alla bradicinesia e il paziente ha difficoltà nell’esecuzione di
movimenti complessi.
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Questi pazienti inoltre presentano disturbi nella voce. Bisognerà pertanto far fare al paziente
esercizi respiratori, esercizi di coordinazione pneumofonica, esercizi vocali (questi pazienti
parlano con lo stesso tono di voce, con la stessa intensità e frequenza), esercizi per la parola
(per migliorare il volume, la prosodia, esercizi per migliorare la chiarezza dell’articolazione,
esercizi per controllare la velocità, esercizi per migliorare l’espressione facciale e esercizi per la
lettura).
Una volta che il paziente ha fatto per un corretto periodo di tempo il trattamento riabilitativo in
singolo, si passa al programma di rieducazione neuromotoria di gruppo cosi da: mantenere mobili
e funzionali le strutture corporee, permettere al paziente di integrarsi con altre persone che
stanno affrontando un problema analogo al suo. La rieducazione del gruppo è un momento
fondamentale di scambio, di comunicazione con soggetti che presentano più o meno gli stessi
deficit e le stesse problematiche. Si faranno esercizi di rinforzo dei muscoli estensori del
rachide, esercizi di respirazione, esercizi di svincolo dei cingoli, esercizi di coordinazione ed
esercizi allo specchio quadrettato.
Una volta che il paziente ha imparato questi esercizi in gruppo dovrà poi continuarli a domicilio.
Bisognerà cercare di trattare i danni secondari cioè i danni non strettamente legati al
malfunzionamento del SN. Questi pazienti presenteranno retrazioni muscolari, irrigidimento
delle capsule articolari, artrosi, riduzione della forza muscolare, riduzione della capacità
respiratoria fino ad arrivare a una depressione reattiva.
CONSIGLI GENERALI PER I PAZIENTI: attuare un’attività fisica regolare; camminare a diverse
velocità; fare sport adatti alla propria età; migliorare la propria scrittura scrivendo almeno una
pagina al giorno, componendo caratteri grandi, insegnare ai pazienti ad alzarsi e sedersi in modo
corretto in modo che la forza muscolare sia minima.
Per concludere,