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I

li.
FERDINANDO CA H ULLA
Ferdinando Carulli, celebre virtuoso e compositore, è uno dei più illustri chitarristi
appartenenti ai
XVIII' e XIX' secolo.
Nacque a Napoli, nel febbraio del 1770, figlio di un distinto letterato.
Ebbe i primi insegnamenti della musica da un religioso, e incominciò a suonare il
violoncello. Ma
lasciò in seguito questo istrumento, per dedicarsi completamente alla chitarra.
Causa la mancanza, nella sua dita di insegnanti e di musica adatta, fu costretto a cercare
da
solo i mezzi per formarsi una tecnica, creando esercizi e studi che, più tardi, passarono
alla stampa.
Per quanto autodidatta, la sua applicazione e il suo talento lo condussero a cosi eccellenti
risultati, da
essere presto considerato un brillante esecutore e un ricercato insegnante. Nel 1807, iniziò
i suoi
viaggi all'estero e ancora più aumentò la sua fama. Dopo breve tempo, si stabilì a Parigi
dove rimase,
quasi ininterrottamente, fino alla sua morte.
Si legge che egli eccelleva sugli altri concertisti per la purezza e dolcezza del suono, e per
l'incredibile
agilità del virtuosismo. Se, forse, non giungeva all'ardente temperamento del suo
connazionale Giu-
liani, le sue esecuzioni si distinguevano per un carattere particolare, ed erano sempre
limpidissime e
cristalline. Egli emerse anche come insegnante, e creò allievi che divennero a loro volta
concertiisti
e compositori. Fra questi, suo figlio Gustavo, al quale dedicò il suo Metodo per Chitarra.
Ma la maggior gloria di Carulli, è legata alla sua intensa attività di compositore. Nel solo
periodo di
dodici anni, le sue Opere raggiunsero il numero di 300 e più, senza contare quelle inedite.
Le sue
composizioni, che erano facili e gradevoli, si diffusero subito e divennero famose nel
mondo della
chitarra.
Uno sguardo completo a tutte queste Opere, oggi non è più possibile. Alcune di esse sono
scom-
parse, altre rimaste presso privati, e, inoltre, Carulli ebbe i suoi editori sparsi in diverse
nazioni
d'Europa. Comunque, anche se non possiamo considerarle tutte ottime, rimangono in gran
parte
lavori interessanti, pervasi di puro classicismo, e molto gradevoli per la spontaneità
dell'inventiva
e la ricchezza melodica. Egli ci ha lasciato innumerevoli studi e pezzi per chitarra sola,
duetti per
due chitarre, per chitarra e pianoforte, violino e chitarra, trii per chitarra, violino e flatit;o,
e per-
fino concerti per chitarra e piccola orchestra.
Tuttavia, i suoi meriti maggiori rimangono senz'altro nel campo delle opere didattiche per
chitar-
ra. Esse tracciarono un cammino che molti altri chitarristi seguirono dopo di lui, portando
così la
tecnica chitarristica sempre più avanti.
Ferdinando Carulli morì a Parigi, nel febbraio dei 1841.

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