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Il crudele destino dell'Europa

Kaputt. Rotto, finito, andato in pezzi, in malora. L'Europa, scrive Curzio Malaparte in questo libro
crudelissimo e di raffinata immaginazione, è un mucchio di rottami. È stata travolta dalla Seconda
guerra mondiale, che ha diviso le religioni, i popoli, ha fatto esplodere una violenza che nessuno
immaginava, e che non saremmo mai più stati in grado di spiegare.
Prigionieri russi ficcati nella terra per le gambe e poi lasciati a morire congelati, soldati appesi agli
alberi, cani addobbati col tritolo e addestrati per infilarsi sotto i panzer tedeschi, gli ebrei massacrati. A
Zagabria il capo del nuovo stato di Croazia, Ante Pavelic, nel suo ufficio ha un cesto colmo di occhi
strappati ai suoi nemici. Malaparte vede, racconta, un po' inventa. Con una lingua che ne contiene
tante, in un paesaggio i cui confini sono continuamente violati. Kaputt è un libro molto amato fuori
dall'Italia e troppo poco letto da noi. Soprattutto adesso, che ci domandiamo cosa sia l'Europa, e a cosa
serva.

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