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Anima Mundi di Susanna Tamaro è un libro introspettivo, una storia di

evoluzione dell’anima, o un viaggio catartico, per usare le parole testuali con cui
l’autrice stessa lo definisce. Anima Mundi è un’opera impegnativa e difficile, ma
estremamente coinvolgente e toccante, per la varietà e la profondità delle realtà
che riesce a descrivere. E solo di realtà si può parlare, malgrado il punto di
partenza e il filo conduttore siano le visioni personali e interne del protagonista;
visioni a tratti deliranti, poiché stiamo parlando di un ragazzo isolato dal resto del
mondo e con gravi problemi di relazione. Si parla di realtà, perché ciò che
Susanna Tamaro descrive in questa storia è la maniera concreta con la quale le
sofferenze dei padri influenzano la vita dei figli, addirittura la plasmano, come il
protagonista arriva ad affermare alla fine.
Walter è un ragazzo nato da un padre alcolista e da una madre fragile. Dopo
un’infanzia apparentemente tranquilla, egli esplode in un’adolescenza ribelle e al
tempo stesso fedelissima al copione insegnatogli dal padre: Walter infatti diventa
cinico, chiuso in se stesso e capace di trovare conforto solo nell’alcool. In un
centro di recupero conosce Andrea, un coetaneo altrettanto solo, sofferente e
disperato nella sua geniale ricerca di verità profonde e assolute. Il resto è storia
vissuta tutta dall’interno della psiche di Walter, in un flusso di emozioni e
riflessioni solitarie che fanno da specchio alla realtà che circonda il ragazzo, in
un perfetto equilibrio tra introspezione e narrazione degli eventi esterni. Sarebbe
già un risultato eccezionale, in grado di fare di Anima Mundi un’opera matura e di
alto livello letterario, ma Susanna Tamaro si spinge ben oltre.
Incrociandosi e unendosi alla vita di Andrea, la storia di Walter ci porta dritti in un
capitolo di storia dolorosissimo sia per la sua drammaticità, sia per il fatto che è
stato vergognosamente nascosto ai più per molti anni: l’eccidio delle foibe in
Dalmazia. Tutt’ora a riguardo è stato ufficializzato ben poco e le vittime scampate
alla morte hanno dovuto vivere nel silenzio e nell’umiliazione di essere smentite
nelle loro testimonianze. Dalla storia raccontata in Anima Mundi, Susanna
Tamaro fa trapelare anche questo. In maniera delicata e commovente, lei
racconta certi fatti storici nell’unico modo in cui, durante anni interminabili per chi
li ha vissuti, è stato possibile tramandarli: col silenzio, col dolore di ferite ancora
troppo visibili ma non confessabili, con figli cresciuti senza sapere perché
abbiano dovuto assorbire e reincarnare tanta sofferenza. Un messaggio
subliminale potente che diventa, anche se sicuramente non vuole esserlo, quasi
un trattato psicologico scientifico. Ecco cosa fa il «sangue occulto», ecco come
miete le sue vittime una ad una, facendo di storie personali drammatiche le unità
necessarie per creare addizioni malate e problemi sociali. Walter, Andrea e infine
anche suor Irene uniscono i loro dolori interni, misteriosi e nascosti per
raggiungere una liberazione dello spirito molto più efficace e produttiva di mille
pagine di storia mal interpretate e di tante ufficiali e chiacchierate giornate della
memoria.
L’opera alla fine risulta dunque più che completa, addirittura geniale.

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