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Geografia
del ventunesimo
secolo
essenziale
SU WWW.ONLINE.ZANICHELLI.IT
SCHEDE STATISTICHE DEGLI STATI
(20 PAGINE)
SCHEDE DI AGGIORNAMENTO
Principali stati europei
e del mondo (50 pagine)
Manlio Dinucci Carla Pellegrini
Geografia
del ventunesimo
secolo
essenziale
Copyright © 2010 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [6894]
I diritti di elaborazione in qualsiasi forma o opera, di memorizzazione anche digitale su supporti di qualsiasi tipo
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Realizzazione editoriale:
– Coordinamento redazionale: Massimo Evangelisti
– Redazione: Vittoria Balandi
– Segreteria di redazione: Deborah Lorenzini
– Progetto grafico e impaginazione: Editta Gelsomini
– Ricerca iconografica: Vittoria Balandi, Francesca Carpanelli
– Disegni: Graffito s.r.l., Roberto Trinchieri
Contributi:
– Rilettura critica: Cristina Rutigliano
– Stesura degli esercizi: Paolo Mollo
– Collaborazione grafica: Francesca Carpanelli
Copertina:
– Progetto grafico: Miguel Sal & C., Bologna
– Realizzazione: Roberto Marchetti
– Immagine di copertina: Stillpictures/Tips Images
Ristampa:
5 4 3 2 1 2010 2011 2012 2013 2014
L’impegno a mantenere invariato il contenuto di questo volume per un quinquennio (art. 5 legge n. 169/2008)
è comunicato nel catalogo Zanichelli, disponibile anche online sul sito www.zanichelli.it, ai sensi del DM 41
dell’8 aprile 2009, All. 1/B.
Le correzioni di eventuali errori presenti nel testo sono pubblicati nella sezione errata corrige del sito dell’opera
(www.online.zanichelli.it/dinuccigeografia)
INDICE
La nostra comune origine 3
B La globalizzazione economica 46
C Le questioni sociali 84
Dinucci, Pellegrini GEOGRAFIA DEL VENTUNESIMO SECOLO - ESSENZIALE © copyright Zanichelli 2010
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IV
F Europa 236
Dinucci, Pellegrini GEOGRAFIA DEL VENTUNESIMO SECOLO - ESSENZIALE © copyright Zanichelli 2010
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G Africa 242
H Asia 250
I Le Americhe 282
L Oceania 300
Nel sito www.online.zanichelli.it/dinuccigeografia
Australia
ATTIVITÀ
Atlante 303
Dinucci, Pellegrini GEOGRAFIA DEL VENTUNESIMO SECOLO - ESSENZIALE © copyright Zanichelli 2010
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C O M E È FAT T O Q U E S T O L I B R O
La prima parte
è articolata in 5 unità Anche la seconda
che affrontano parte è composta
i grandi temi da 5 unità, relative
della geografia alle grandi regioni
del mondo attuale. del mondo.
UNITÀ B 47
씰 Ciascuna delle unità della prima parte si apre
La globalizzazione economica vie. Lo sviluppo dei trasporti, rendendo possibile
una crescente mobilità di persone, ha dato forte im-
pulso al turismo internazionale: il numero annuo di
comunicazione e informazione (digital divide), esi-
stente tra regioni più sviluppate e regioni meno svi-
luppate, anche se si sta riducendo, è ancora molto
con due pagine che introducono il tema e danno
arrivi di turisti dall’estero ha superato il miliardo. forte.
Dinucci, Pellegrini GEOGRAFIA DEL VENTUNESIMO SECOLO - ESSENZIALE © copyright Zanichelli 2010
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C O M E È FAT T O Q U E S T O L I B R O VII
G3
Africa occidentale paragrafi dedicati ciascuno a una subregione. PRIMO PIANO Nigeria
fabbisogno del paese, che è un grosso delta del Niger disastrose conseguenze
PRAIA
DAKAR arriva alla popolazione, dato che i che l’industria resta a un basso livello lio e dal gas che, per essere separato dal pe-
l
Sâo
Tiago Gam M A L I proventi vengono spartiti fra mul- produttivo. I settori relativamente più trolio a minor costo, viene bruciato sul po-
BANJUL bia
DI JOS nu e
1948
D’AVORIO Ogbomosho ABUJA Be pregiato che si ricava dalle foreste, Ciò è dovuto al fatto che l’economia popolazioni, e provoca la diffusione di ma-
UN
FREETOWN
Religione Musulmani 43%, cristiani 30% nigeriana è incentrata sul petrolio, di lattie come la leucemia e l’asma.
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L.Volta
soggette a forte diboscamento con
Comoé
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C
YAMOUS- ACCRA DEL cui il paese è il maggiore produttore in Di fronte alla rovina delle risorse naturali
OCEANO MONROVIA SOUKRO LOMÉ
Lagos
M . TI
gravi conseguenze ambientali. Moneta Naira
LIBERIA Abidjan PORTO- Africa. La concentrazione degli investi- e al deterioramento continuo delle condi-
ATLANTICO GHANA NOVO CAMERUN Reddito nazionale pro capite 1160 $
Le terre più fertili sono riser- menti nel settore petrolifero, da cui zioni di vita, le popolazioni del delta si sono
vate alle monocolture di cacao, (medio-basso) proviene l’85% delle entrate governati- ribellate. Negli anni Novanta, il movimento
L’Africa occidentale comprende i paesi che formano ananas, arachidi, cotone, destinate all’esportazio- Speranza di vita 49 anni ve, ostacola però lo sviluppo degli altri degli ogoni, promosso dallo scrittore Ken
un grande arco a sud del Sahel e si affacciano sull’A- ne. La Costa d’Avorio è il maggiore produttore Mortalità sotto i 5 anni 175 (per 1000 nati vivi) settori economici. Quasi tutto il greg- Saro-Wiwa, organizzò una protesta pacifica
Analfabetismo (m/f) 20% / 36% gio, esportato principalmente negli che fu però duramente repressa (Ken Saro-
tlantico e sul Golfo di Guinea (ampia insenatura mondiale di cacao. La produzione complessiva di Stati Uniti e nell’Unione europea, è Wiwa e altri esponenti furono impiccati nel
dello stesso oceano). Essi sono, da ovest a est: Sene- Costa d’Avorio, Ghana, Nigeria e Camerun am- estratto in Nigeria da joint venture, for- 1995). Successivamente è nato il MEND
gal, Gambia, Guinea Bissau, Guinea, Sierra Leone, monta a oltre i due terzi di quella mondiale. In La Nigeria confina a ovest con il Benin, a mate dalle maggiori compagnie petrolifere (Movimento per l’emancipazione del Delta
Liberia, Costa d’Avorio, Ghana, Togo, Benin e Nige- questi paesi, la maggior parte del cacao viene pro- nord con il Niger, a nord-est con il Ciad, a multinazionali con società locali. Lajoint del Niger), che ha attaccato con le armi gli
est con il Camerun. Per un lungo tratto si venture diretta dalla Shell ne produce circa impianti delle grandi compagnie petrolifere.
ria. Fa parte di questa regione anche Capo Verde, dotta da milioni di piccoli coltivatori, che sono
affaccia sul Golfo di Guinea nell’Oceano la metà. Opera in Nigeria anche l’italiana
nell’omonimo arcipelago dell’Atlantico di fronte al- però costretti a vendere i semi di cacao a poche Atlantico. Agip. I giacimenti più sfruttati sono quelli
le coste del Senegal. multinazionali, a prezzi che hanno subìto continui nel delta del Niger (figura 1 ), ma è in au-
ribassi. Il territorio più popolato mento anche lo sfruttamento dei giacimen-
Dalla steppa alla foresta pluviale Viene ampiamente sfruttato in questo settore dell’Africa ti offshore. La Nigeria ha anche grosse riser-
Con circa 160 milioni di abitanti, in ulte- ve di gas naturale, tra le maggiori del mon-
Il territorio è costituito all’interno da una serie di anche il lavoro infantile, che in diversi casi assume riore aumento, la Nigeria è il paese più po- do. È quindi in aumento l’esportazione di
altopiani da cui si elevano massicci isolati. Verso le caratteristiche di vera e propria schiavitù. Le at- poloso dell’Africa. La sua popolazione gas liquefatto, gestita da una joint venture
sud si estende una fascia pianeggiante attraversata tività industriali sono fondamentalmente quelle comprende più di 250 etnie e altrettante di cui fanno parte la Shell e l’Agip.
da numerosi corsi d’acqua. La parte settentrionale estrattive, portuali e di raffinazione. Le altre si li- lingue locali. Fra gli abitanti del nord pre- L’esportazione di petrolio e gas naturale
è piuttosto arida e soggetta a ricorrenti siccità; a mitano a stabilimenti per la lavorazione di prodot- vale la religione musulmana, mentre nel procura enormi profitti alle multinaziona-
sud è diffuso il cristianesimo. li e all’élite al potere. Quasi niente, invece,
sud invece il clima è caldo umido, le piogge estive ti agricoli e della pesca, segherie, fabbriche tessili, Circa la metà della popolazione vive nelle ne ricava la maggioranza della popolazio-
sono abbondanti, anche di tipo monsonico. Le cementifici. città. Oltre 10 milioni si accalcano nell’enor- ne che, per circa i due terzi, vive in condi-
piogge sono particolarmente abbondanti in Liberia me agglomerato urbano di Lagos. Questa zioni di povertà (figura 2 ). Ad aggravare
e Nigeria. L’impronta del colonialismo città, fondata dai portoghesi su una laguna la situazione è il fatto che lo sfruttamento
alla foce del fiume Ogun, è un centro por- petrolifero, praticato in modo da ricavarne
Da nord a sud la vegetazione passa dalla steppa al- Da questa regione, durante la tratta transatlantica tuale, industriale e commerciale di primaria
QUESITI il massimo profitto possibile, provoca nel 2 Le capanne dei villaggi
la savana, con i tipici alberi di baobab, fino alla densa degli schiavi, venne deportato il maggior numero di
s’impaluda e poi riscende attraverso la Nigeria, sfo- denza tra il 1958 e il 1975. Non è terminata però la
prodotti esportati dai
paesi dell’Africa occi-
dentale
• Quale fenomeno, nei
secoli passati, ha pro-
ciando nel Golfo di Guinea con un grande delta.
L’ineguale spartizione
zo www.online.zanichelli.it/dinuccigeografia
276 F Europa F • Europa 277 씰 Ciascuna unità si chiude con le Attività: do-
AT T I V I T À
Dinucci, Pellegrini GEOGRAFIA DEL VENTUNESIMO SECOLO - ESSENZIALE © copyright Zanichelli 2010
000_III_VIII_romane-Din_Ess 3-03-2010 9:25 Pagina VIII
VIII C O M E È FAT T O Q U E S T O L I B R O
Yunnan
Shang ai
OC
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sto alla fine della prima parte, è una sorta di viag-
economicamente superiore all’Europa. Lo confer- C
M.
gio nella storia degli ultimi sei secoli, alla ricerca
SAUDITA Chittag ong Taiwan IF I
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mava il fatto che, mentre in Europa vi era una cre- La Mecca
AN
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scente richiesta di prodotti asiatici, soprattutto india- INDIA LUZON
OM
ni e cinesi, l’Europa non era in grado di produrre Aden Qui FILIPPINE
globalizzazione.
MALDIVE BORNEO
rofano, noce moscata), per preparare medicinali Malindi
Zanzibar O SUMATRA
(aloe, cardamomo) e profumi (sandalo, nardo, put- C Celebes
4 Ornamenti d’oro dell’Africa occidentale EA
chuk), per decorare oggetti e tessuti (lacca, curcuma) N GIAVA TIMOR
O
(figura 4 ) ottenuto in cambio di manufatti europei e per altri usi (ad esempio, l’incenso per le cerimonie IN
(soprattutto oggetti di rame) e di schiavi, che i porto- religiose). Era tale il valore delle spezie che alcune, MADAGASCAR
DI
AN
ghesi si procuravano sulle coste dell’attuale Benin e soprattutto il pepe, venivano usate come moneta. O
AUSTRALIA
Nigeria. Tale zona divenne nota col nome di Costa de- Oltre alle spezie, erano molto richiesti in Europa i
gli Schiavi. La monarchia portoghese realizzò in tal manufatti asiatici, in particolare le porcellane cinesi e i 6 Le spedizioni navali cinesi nella prima metà del XV secolo
modo il suo primo obiettivo: raggiungere via mare le tessuti di lino e di seta mista a lino prodotti in India. La
ricchezze aurifere dell’Africa occidentale, aggirando le loro fabbricazione ed esportazione richiedevano, in e di soldati, Zheng He non era ricorso alla forza nelle Nello stesso periodo l’India, pur avendo comin-
piste carovaniere transahariane controllate dagli arabi. Asia, sia una organizzazione del lavoro di tipo indu- decine di paesi in cui aveva fatto scalo. Aveva al con- ciato a riprendersi dalla peste che l’aveva colpita nel
striale (ma con limitato impiego di macchine, data trario distribuito preziosi doni (porcellane, sete, lin- 1335, era caratterizzata dalla presenza di molteplici
3 • Forza e debolezza dell’Asia l’ampia disponibilità di manodopera), sia l’utilizzo di gotti d’oro e d’argento) in cambio di doni simbolici centri di potere politico e quindi da un’intrinseca
Dopo aver consolidato la propria presenza sulla Co- capitali e un sofisticato sistema finanziario. Esso era come segno di sottomissione all’imperatore della Ci- debolezza anche delle maggiori monarchie. Anche il
sta d’Oro, la monarchia portoghese dette nuovo im- particolarmente sviluppato in India, dove alcuni gran- na. Era un modo per dimostrare che conveniva a Giappone attraversava a quell’epoca una fase di
pulso ai viaggi di esplorazione per realizzare il se- di mercanti fornivano prestiti e lettere di cambio (at- chiunque sottomettersi al Celeste Impero, che si con- anarchia e di crisi sociale. Alcuni grandi feudatari –
condo e ancora più ambizioso obiettivo: quello di traverso cui si poteva ottenere metallo prezioso in aree siderava il centro dell’universo. I cinesi erano quindi che avevano usurpato i poteri del governo civile e as-
raggiungere le Indie circumnavigando l’Africa. Ciò geograficamente lontane) e procuravano sia le merci giunti sulla costa orientale dell’Africa ottant’anni sunto tutti i diritti sulla terra, rendendosi di fatto in-
le avrebbe permesso di procurarsi le preziose spezie sia le navi. Gli asiatici eccellevano anche nella fabbrica- prima che vi arrivassero i portoghesi, ma non vi si dipendenti dallo shogun, il capo del governo feudale
alla fonte di produzione, evitando la costosa inter- zione di navi. Soprattutto quelle indiane si distingue- erano insediati, né vi erano ritornati per andare oltre: – si combattevano l’un l’altro per ingrandire i propri
mediazione dei mercanti arabi e veneziani. vano per robustezza e durata, tanto che gli europei, ap- circumnavigando l’Africa avrebbero potuto arrivare feudi e imporre il proprio predominio.
pena fu possibile, andarono a far- fino in Europa. Al contrario, la corte di Pechino aveva
sele costruire in India, soprattutto deciso di mettere fine alle grandi spedizioni navali, 4 • L’apertura della via ad est
a Surat. ritenendo che l’Impero Ming fosse talmente forte e per le Indie
Quale fosse il livello raggiunto influente da non doversi estendere ulteriormente, Nel febbraio 1488, una flotta portoghese sotto il co-
dalla cantieristica asiatica era sta- correndo il rischio di esporsi alla minaccia mongola. mando di Bartolomeo 212 Diaz, 2 composta
INSERTO da due cara- Geostoria della globalizzazione 213
to dimostrato, durante la dinastia Proprio nel periodo in cui, nel XV secolo, le spedi- velle e da una nave con i rifornimenti, oltrepassò l’e-
Ming (1368-1644), dalle sette zioni navali portoghesi stavano per aprire all’Europa stremità meridionale dell’Africa, aprendo al Porto-
spedizioni navali effettuate dalla la via ad est per le Indie, la fine delle spedizioni nava- gallo l’accesso all’Oceano Indiano. Dieci anni dopo, cioccolata, che divenne nel Seicento la bevanda prefe- Canada, dove crearono una colonia denominata
Cina tra il 1405 e il 1433. Una flot- li cinesi segnava l’inizio della chiusura e del ripiega- un’altra flotta, al comando di Vasco da Gama, risalì rita alla corte spagnola. Man mano che il suo uso si Nuova Francia, estendendo la loro presenza su un
ta al comando dell’eunuco Zheng mento dell’Impero Ming. Mentre la sua potenza ma- la costa orientale dell’Africa, costellata dai fiorenti diffondeva tra la nobiltà e la ricca borghesia dell’Eu- vasto territorio che, attraverso il bacino del Mississi-
He, composta di oltre 200 grandi rittima decadeva, anche per effetto della pirateria si- empori commerciali arabo-swahili che facevano ropa, aumentava nell’America centrale e meridionale pi, arrivava al Golfo del Messico, sulla cui costa fon-
giunche (figura 5 ) con a bordo no-giapponese, le sue frontiere occidentali comin- parte della grande rete commerciale dell’Oceano In- la produzione di cacao destinato all’esportazione. darono nel 1718 Nouvelle Orléans (New Orleans).
20-30 000 uomini, si era spinta a ciavano a cedere sotto la crescente pressione mongo- diano. Arrivati all’isola di Mozambico, sede di uno Anche se i metalli preziosi delle Americhe conti- Nella seconda metà del Settecento persero però tutto
sud fino all’isola di Giava e, ad la. Pur essendo l’economia cinese in fase di espansio- di questi empori, i portoghesi rimasero colpiti dalla nuarono ad essere una voce importante delle impor- questo territorio, che fu occupato, dopo una serie di
ovest attraverso l’Oceano India- ne, l’organizzazione politica e amministrativa in- ricchezza dei mercanti e dalle avanzate tecniche di tazioni europee, soprattutto quando nel Settecento i guerre, per la maggior parte dagli inglesi.
no, sino al Golfo Persico e al Mar staurata dai primi imperatori Ming aveva comincia- navigazione usate dalle popolazioni costiere che, con portoghesi iniziarono in Brasile l’estrazione di oro La prima colonia inglese permanente in Nord
Rosso, scendendo nel 1418 a sud to a disgregarsi nella seconda metà del XV secolo per le loro navi, traversavano l’Oceano per commerciare su vasta scala, furono i prodotti delle piantagioni America fu fondata nel 1607 in Virginia, sulla costa
lungo la costa orientale dell’Africa effetto di fattori sociali e politici (tra cui le grandi ri- con l’India. Dato che non avevano niente da offrire americane a caratterizzare sempre più le importa- atlantica, dalla Virginia Company di Londra, una
5 L’ammiraglia di Zheng He (lunga 150 metri, larga 58 e con 9 alberi)
fino all’attuale Kenya (figura 6 ). volte contadine e le lotte intestine provocate dallo ai mercanti locali in cambio delle loro preziose mer- zioni europee dal Nuovo Mondo. Crescenti quantità impresa a capitale misto. L’inizio fu fallimentare: i
a confronto con la Niña, con la quale Colombo raggiunse l’America Pur disponendo di navi da guerra strapotere degli eunuchi). ci, essi ricorsero alla forza, bombardando Mozambi- di zucchero, caffè, cacao, coloranti naturali, rum e coloni non solo non trovarono l’oro che cercavano,
6 Schiavi al lavoro in una piantagione di canna da zucchero
a Hispaniola altri generi, prodotti nelle Indie occidentali e in Cen- ma furono falcidiati dalla fame e dalla malaria. Le 8 Il fondatore della Pennsylvania, W. Penn, firma nel 1681
tro e Sud America, erano scaricate nei porti europei cose cambiarono quando venne trovata la vera fonte il «Trattato con gli indiani» che, come gli altri, fu metodicamente
violato dai colonizzatori
50 000 mila quintali di zucchero all’anno, più molti e da qui distribuite sui mercati nazionali. Le pianta- di ricchezza: una pianta americana chiamata tabac-
altri di dimensioni minori. Anche il Brasile divenne, gioni coloniali si basarono sempre più sul lavoro de- co, il cui uso era iniziato in Inghilterra nel 1565. Il spinsero sempre più all’interno per occupare nuovi
sotto il dominio portoghese, produttore ed esporta- gli schiavi africani, il cui numero superò presto quel- primo carico di tabacco della Virginia fu venduto a territori, entrando in conflitto con le popolazioni au-
tore di zucchero, raggiungendo alla fine del Cinque- lo degli indios. In quelle di zucchero delle Indie Oc- Londra nel 1614 e, da allora, la colonia ne esportò in toctone (gli «indiani») a cui venivano sottratte sia ter-
cento una capacità annua di circa 90 000 quintali cidentali, già alla metà del Cinquecento, lavoravano Europa crescenti quantità. Dato che la manodopera re fertili sia terreni di caccia, man mano che l’agricol-
con una cinquantina di grandi mulini. solo schiavi africani (figura 6 ), dato che gli indios proveniente dall’Inghilterra era insufficiente e le po- tura dei coloni distruggeva le foreste (figura 9 ). Gli
Il caffè, pianta originaria dell’Etiopia la cui coltiva- erano ormai quasi scomparsi. In quelle brasiliane, gli polazioni autoctone non erano disposte a lavorare stessi puritani, che all’inizio erano stati ben accolti da-
zione si era diffusa nella penisola arabica, fu portato schiavi indigeni, che all’inizio costituivano la mag- nelle piantagioni, i proprietari importarono un nu- gli «indiani» con i quali avevano firmato un trattato
nelle Americhe dai colonizzatori europei per farne gioranza, furono quasi completamente sostituiti da- mero crescente di schiavi africani. nel 1621, finirono per combattere sanguinose guerre
una coltura da esportazione. In Europa, dove era sta- gli africani agli inizi del Seicento. Un’altra colonia, chiamata Nuova Inghilterra, fu contro di loro: nel 1637 organizzarono una spedizio-
to introdotto agli inizi del Seicento da mercanti vene- creata sulla costa atlantica a nord della Virginia, a ne contro i Pequot, definiti «accoliti del demonio»,
ziani, se ne consumavano quantità crescenti. Le pri- 5 • La conquista del Nord America partire dal 1620, da puritani inglesi che avevano la- massacrando tutti gli uomini e vendendo le donne e i
me piantagioni di caffè furono create, a partire dal se- Nel Cinquecento, al momento dell’arrivo degli euro- sciato la madrepatria, dopo il fallito tentativo di bambini come schiavi nelle Indie Occidentali.
condo decennio del Settecento, dagli olandesi nel Su- pei, il Nord America era abitato da circa 600 gruppi riformare la sua Chiesa secondo gli
riname, dai francesi nella Guyana, dai portoghesi in etnici, che parlavano oltre 170 lingue. Vivendo in zo- ideali di perfezione che essi persegui- AK
I
ABN
Brasile, dagli inglesi in Giamaica. Il cacao, ricavato ne che differivano enormemente l’una dall’altra co- vano. La Nuova Inghilterra sviluppò I
dai semi della pianta originaria dell’America meri- me habitat, essi avevano diversi modi di vita. Ad una agricoltura basata sulla piccola AN
NI HIC
HURO MO
dionale, fu portato dai conquistadores in Europa in- esempio, i popoli delle foreste orientali, che viveva- proprietà e una intensa attività mari-
Lago
sieme alla ricetta azteca per la preparazione della no di agricoltura ma anche di caccia e pesca, avevano nara e mercantile. I possedimenti in-
I
Huron
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Lago
costruito villaggi stabili, mentre quelli delle grandi glesi sulla costa atlantica si allargaro- AC
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Ontario
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pianure, la cui risorsa fondamentale era la caccia al no successivamente, con la conquista IR
bisonte (figura 7 ), si spostavano in continuazione nel 1664 di una colonia olandese, I
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seguendo i branchi. Nonostante tali differenze, que- Nuova Amsterdam, che fu ribattezza- AW
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sti popoli avevano essenzialmente la stessa visione ta New York, e con l’insediamento di A
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del mondo: lo consideravano un equilibrato sistema, una comunità quacchera in una ferti- IE HA R E New Amsterdam
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comprendente tutti gli esseri animati e inanimati, le regione chiamata Pennsylvania (fi-
Oceano Atlantico
inclusi gli umani. La proprietà privata della terra era gura 8 ). Tra il 1606 e il 1733 furono
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quindi per loro inconcepibile. costituite tredici colonie inglesi, su
ICOK
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La colonizzazione dell’America settentrionale, basi diverse: alcune (come la Virgi-
Chesape
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iniziata dagli spagnoli nel Cinquecento con la con- nia) vennero fondate da compagnie m
e Insediamenti europei
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quista del territorio azteco nella valle del Messico, si commerciali, altre (come la Nuova Cinque nazioni irochesi
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estese nei due secoli successivi all’intero continente. Inghilterra) da comunità religiose, al- LO
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Gli spagnoli espansero la loro area di controllo e in- tre ancora (come la Maryland) da YUCHI EE
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fluenza alla Florida e a tutta la zona sudorientale de- privati che avevano ricevuto la con- CHE CA
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gli odierni Stati Uniti, compresa la California. I fran- cessione dal re. C 0 100 km
7 Pelle di bisonte con scene di caccia cesi costituirono alcuni insediamenti nell’odierno Dalle zone costiere i colonizzatori si 9 Insediamenti europei e popolazioni autoctone in Nord America (1620-1680)
Nel sito
www.online.zanichelli.it/dinuccigeografia
si trovano:
– dati statistici aggiornati relativi ai paesi del mondo,
– schede di aggiornamento su eventi di interesse geografico,
– pagine del libro in formato .pdf con le schede sugli stati
della seconda parte, per chi utilizza la versione essenziale
del corso.
Dinucci, Pellegrini GEOGRAFIA DEL VENTUNESIMO SECOLO - ESSENZIALE © copyright Zanichelli 2010
Dinucci indice 22-06-2010 7:03 Pagina 1
PREMESSA
Dinucci, Pellegrini GEOGRAFIA DEL VENTUNESIMO SECOLO - ESSENZIALE © copyright Zanichelli 2010
Dinucci iniziali 26-02-2010 13:12 Pagina 2
Dinucci, Pellegrini GEOGRAFIA DEL VENTUNESIMO SECOLO - ESSENZIALE © copyright Zanichelli 2010
Dinucci indice 22-06-2010 8:29 Pagina 3
Dinucci, Pellegrini GEOGRAFIA DEL VENTUNESIMO SECOLO - ESSENZIALE © copyright Zanichelli 2010
Dinucci iniziali 26-02-2010 13:12 Pagina 4
Oggi tutti i rappresentanti delle forme arcaiche sono no e Medio Oriente. Più di 60 000 anni fa questi uomini si
scomparsi. L’ultimo di essi è morto molte migliaia di an- sono diffusi seguendo la costa dell’India e dell’Asia sudo-
ni fa. Per quanto avessero vissuto con successo sulla Terra rientale e hanno raggiunto con imbarcazioni l’Australia.
per centinaia di migliaia di anni, questi uomini rappre- Circa 40 000 anni fa dall’Africa nordorientale gli uomini
sentarono, dal punto di vista dell’evoluzione, una strada anatomicamente moderni si sono spostati in Europa e dal
senza uscita. sudest asiatico in tutta l’Asia orientale. Infine, in una certa
Ogni singolo individuo dei sei miliardi che oggi popo- fase, oltre 10 000 anni fa, hanno attraversato la vasta area
lano il pianeta discende dal piccolo gruppo di uomini ana- pianeggiante che congiungeva la Siberia con l’Alaska e si
tomicamente moderni che vivevano allora nell’Africa sono diffusi, muovendosi da nord a sud, longitudinal-
orientale. Il gruppo in varie occasioni fu prossimo a estin- mente, in tutto il continente americano […]
guersi, ma non scomparve mai del tutto e infine incomin- I genetisti hanno appena incominciato a leggere la sto-
ciò ad ampliarsi. A partire da circa 100 000 anni fa l’uomo ria scritta nel DNA, ma già possono ricostruire gli sposta-
anatomicamente moderno si è spostato lungo la valle del menti dell’uomo anatomicamente moderno uscito dall’A-
Nilo e attraverso la penisola del Sinai ha raggiunto il Vici- frica per diffondersi nel resto del mondo. E incominciano
Stanziamenti
circa 35 000
anni fa
Primi stanziamenti
circa 45 000 anni fa
Circa Primi
100 000-90 000 stanziamenti
anni fa circa 40 000
anni fa
Omo
Le migrazioni
dell’Homo Sapiens
iniziarono da qui
circa 100 000 anni fa
Stanziamenti circa
100 000-90 000 anni fa
Le origini e la diffusione dell’Homo Sapiens
Homo Sapiens arcaico (circa 65000-28000 anni fa)
Neandertal (circa 120000-28000 anni fa)
Homo Sapiens moderno
(circa 100000 anni fa – presente)
Aree coperte da ghiaccio nel tardo Pleistocene
(circa 18000 anni fa)
Beringia (lembo di terraferma che anticamente
collegava le attuali Siberia e Alaska)
Possibile percorso delle migrazioni
0 1000 2000 3000 kilometri
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Dinucci indice 22-06-2010 7:04 Pagina 5
a mettere insieme i dati su quando e come i vari gruppi di si può negare che esse continuino ad avere una grande for-
individui abbiano acquisito il loro aspetto fisico distintivo za nelle società moderne.
e su che cosa queste differenze nell’aspetto vogliano effet- Molta gente continua infatti a pensare che tra i gruppi
tivamente dire. […] Scoprono l’enorme abisso che separa umani esistano fondamentali differenze biologiche.
quanto è veramente accaduto nel passato dalle storie che Queste persone credono che evidenti diversità nel colore
noi stessi ci raccontiamo in proposito. della pelle, nei tratti del volto o nella conformazione del
[…] Non pochi di noi pensano a se stessi come spagno- corpo corrispondano a ben più importanti differenze di
li o svedesi, come bianchi o neri, come nigeriani o norve- carattere, temperamento o intelligenza. Anche quando
gesi, o come una qualche combinazione di varie categorie due gruppi sono fisicamente indistinguibili, la gente
di appartenenza. Per alcune persone queste «etichette» tende a chiamare in causa le caratteristiche genetiche co-
hanno ben poca importanza, mentre per altre esse costi- me fonte di differenze tra i gruppi stessi, che si vogliono
tuiscono l’unico aspetto veramente importante nel defini- comunque rilevare. Costoro sostengono che caratteristi-
re la propria identità. Tuttavia, qualunque sia l’importan- che come l’aggressività, o la religiosità, o l’inventività di
za che i singoli individui attribuiscono a tali etichette, non un certo gruppo non possano essere apprese e debbano
per forza dipendere da qualcosa che
sta nei geni. […] La nostra propen-
sione a suddividere la gente in cate-
gorie ha dato, nel corso della storia,
un notevole contributo alla sofferen-
za degli uomini. Interi gruppi sono
stati trucidati o fatti schiavi a causa
del colore della pelle o del taglio degli
BERINGIA occhi. […]
(da circa 80 000
a 7000 anni fa) Stanziamento Le ricerche di genetica stanno
circa 9000 anni fa dimostrando che le cose non vanno
Corridoio aperto
circa 11 300 anni fa affatto così. I gruppi umani sono
troppo strettamente correlati per es-
sere davvero diversi tra loro: le diffe-
renze sono soltanto superficiali. Le
indagini genetiche sul nostro passa-
to ci stanno rivelando che le diffe-
renze culturali tra i gruppi non pos-
sono avere origini biologiche: tali
differenze devono per contro essere
il risultato delle esperienze che sono
proprie di ogni singolo individuo.
[…] Malgrado la complessità dei
problemi, le prove genetiche dispo-
nibili oggi puntano comunque verso
una ben chiara conclusione: consi-
derando le caratteristiche del nostro
DNA, ogni essere umano attuale
Stanziamento deriva da un gruppo relativamente
circa 11 000 anni fa piccolo di africani vissuti tra 100 000
e 200 000 anni fa. […]
Le ricerche genetiche stanno per
decretare la fine della nostra lunga
disavventura con il concetto di
razza.»
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Dinucci iniziali 26-02-2010 13:12 Pagina 6
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PARTE PRIMA
Il quadro globale
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UNITÀ A
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partenente a tutto il mondo), che l’Unesco ha selezio- o malefici) e sullo sciamanismo (incentrato sulla figu-
nato e continua a selezionare. Questi beni sono costi- ra dello sciamano quale intermediario tra gli uomini e
tuiti da grotte con graffiti preistorici, siti archeologici, gli spiriti). Vengono praticate soprattutto in Africa
monumenti, gruppi di edifici e altre opere di eccezio- equatoriale, Amazzonia e Oceania.
nale valore storico, artistico o scientifico, presenti in 씰Paragrafo A6 Le religioni
tutte le regioni del mondo. Si aggiungono a questi i
musei, che costituiscono dei veri e propri depositi del-
la memoria storica dei popoli; le biblioteche e gli ar-
chivi, che svolgono un ruolo fondamentale nella con-
servazione del patrimonio storico e culturale.
씰Paragrafo A5 Le culture Solo mettendo insieme tutti questi «tasselli» l’uno diverso dall’al-
tro, come in un grande mosaico, possiamo vedere il quadro globale.
Chiese cristiane, moschee musulmane, templi indui- Possiamo capire che le diversità non costituiscono un fattore nega-
sti, pagode buddiste, sinagoghe ebraiche e tanti altri tivo, ma rappresentano un’immensa ricchezza di culture ed espe-
sono i simboli visibili dell’influenza delle credenze re- rienze che può essere usata per costruire un mondo migliore.
ligiose nella cultura e nella storia dei popoli. Le religio- La geografia contribuisce così a creare una «educazione civica
ni più diffuse nel mondo sono quelle cristiana, musul- planetaria» imperniata sulla consapevolezza che, in un mondo ca-
mana, induista e buddista. Vi sono molte altre religio- ratterizzato da sempre maggiori interdipendenze, ogni comporta-
ni: alcune, antichissime, basate sull’animismo (cre- mento egocentrico e aggressivo mette in pericolo le basi stesse della
denza che tutte le cose siano animate da spiriti benefici vita dell’intera specie umana.
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A1
La crescita demografica
La storia del popolamento del pianeta del I secolo d.C. (figura 1b). La rivoluzione neolitica,
Tra 200 000 e 100 000 anni fa, il gruppo degli esseri pur determinando una crescita della popolazione,
umani anatomicamente moderni, da cui tutti discen- non modificò il regime demografico primitivo, carat-
diamo, comprendeva probabilmente poche decine di terizzato da un’alta fecondità, bilanciata da un’alta
migliaia di individui. mortalità. Anche nei millenni successivi fu questo re-
La prima esplosione demografica si produsse in gime a regolare l’evoluzione della popolazione mon-
seguito alla rivoluzione neolitica che, iniziata attorno diale che, accresciuta da una forte prolificità, veniva
all’8000 a.C. nelle regioni affacciate sul Mediterraneo falcidiata da carestie, epidemie e guerre.
orientale (figura 1a), segnò il passaggio dall’econo- Dopo essere aumentata lentamente – con fasi di
mia di caccia e di raccolta a quella di produzione del regressione, come in seguito alla Peste nera nel XIV
cibo con l’agricoltura e l’allevamento. La formazione secolo – la popolazione rimase probabilmente sotto
dei villaggi e il miglioramento dei mezzi di sussisten- i 500 milioni fino al 1500 (figura 1c). Successiva-
za determinarono la crescita della popolazione mon- mente, con la rivoluzione industriale iniziata alla
diale probabilmente da circa 6 milioni prima dell’in- metà del Settecento, si verificò la seconda esplosione
venzione dell’agricoltura a oltre 200 milioni agli inizi demografica, in seguito al fortissimo aumento della
popolazione europea. Esso fu determinato dal pas-
saggio dal regime demografico primitivo, caratteriz-
zato da alta fecondità e alta mortalità, a un regime
di transizione caratterizzato da alta fecondità e de-
crescente mortalità. Fu l’Europa a contribuire mas-
a
sicciamente al popolamento delle Americhe, i cui
10 000 anni fa abitanti autoctoni furono falcidiati dalla conquista.
10 milioni In Africa la colonizzazione europea provocò un calo
(popolazione stimata)
demografico, cui contribuì la tratta degli schiavi. La
popolazione dell’Asia, più tardivamente e meno in-
tensivamente sottoposta alla dominazione europea,
mantenne invece un ininterrotto e alto ritmo di cre-
scita.
In seguito a tali fenomeni, la popolazione mondia-
le raggiunse il primo miliardo nel XIX secolo. Poco
b più di un secolo dopo, negli anni ’20 del Novecento,
2 000 anni fa salì a 2 miliardi. Iniziava così la terza esplosione de-
200 milioni mografica: 3 miliardi di persone nel 1960, 4 miliardi
(popolazione stimata)
nel 1974, 5 miliardi nel 1987, 6 miliardi nel 1999.
A1 • La crescita demografica 11
10
9
8
7
6
in miliardi
5
4
3
2
1
0
1750 1800 1850 1900 1950 2000 2050
anni
2 Aumento della popolazione mondiale tra il 1750 e il 2050
so di mortalità (il numero dei morti rispetto a quello quadrato) è aumentata, in media su scala mondiale,
dei viventi) cala più rapidamente del tasso di fecon- da 19 abitanti per km2 nel 1950 a oltre 50 nel 2010. Se-
dità (numero medio di figli per donna). condo le proiezioni, nel 2050 salirà a 68 ab/km2.
Ciò significa che, nell’arco di tre secoli, il numero La popolazione non è però ugualmente distribui-
di abitanti del pianeta si sarà decuplicato, passando ta sulla superficie delle terre emerse. Vi sono infatti
da circa 800 milioni nel 1750 a circa 9 miliardi nel zone inospitali, come i deserti e le regioni polari,
2050 (figura 2 ). con pochissimi abitanti o disabitate. Per contro vi
sono zone, come le pianure fluviali e le coste, che fa-
L’ineguale distribuzione cilitano gli insediamenti umani e hanno quindi
della popolazione sulla Terra un’alta densità di popolazione (figura 3 ). Oltre il
In seguito all’accrescimento della popolazione, la den- 40% della popolazione mondiale vive lungo le coste,
sità demografica (il numero di abitanti per kilometro in una fascia profonda 100 kilometri.
OCEANO
PACIFICO
OCEANO
ATLANTICO
OCEANO
PACIFICO
Equatore
OCEANO
INDIANO
Numero di abitanti
per kilometro quadrato
disabitato
meno di 2 da 51 a 150
da 2 a 25 da 151 a 300
da 26 a 50 più di 300
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10
rapporto al totale mondiale, da 18 su
9 Popolazione 100 a 14 su 100. Oggi il paese più po-
totale mondiale
8 poloso del mondo è la Cina, seguita
dall’India. Ambedue superano il mi-
popolazione (in miliardi)
7
liardo di abitanti. Nel 2050, secondo le
6
proiezioni, l’India salirà al primo po-
5
sto con circa 1,6 miliardi di abitanti,
4 Regioni seguita dalla Cina con 1,4 miliardi (fi-
meno sviluppate
3 Regioni gura 5 ).
più sviluppate
2 Tale differenza è dovuta in primo
luogo al fatto che, nelle regioni meno
1
sviluppate, il tasso di fecondità, pur es-
0 sendo in calo, è il doppio rispetto a
1950 1960 1970 1980 1990 2000 2010 2020 2030 2040 2050
anni quello delle regioni più sviluppate: cir-
ca 3 figli per donna, rispetto a 1,5 nelle
4 La popolazione delle regioni più sviluppate e meno sviluppate dal 1950 al 2050
regioni più sviluppate. Le statistiche di-
Quasi l’intera crescita demografica avviene nelle mostrano che, in generale, esiste un rapporto inversa-
regioni economicamente meno sviluppate: Africa, mente proporzionale tra la condizione socioeconomi-
America Latina e Asia (escluso Giappone): la loro ca e il tasso di fecondità, ossia: più alto è il grado di svi-
popolazione complessiva aumenterà, secondo le luppo economico di un paese, più basso è il numero
proiezioni, da circa 6 miliardi nel periodo 2010- medio di figli per donna; viceversa, più basso è il grado
2015 a 8 miliardi nel 2050. La popolazione delle re- di sviluppo economico, più alto è il numero medio di
gioni economicamente più sviluppate – Europa, figli per donna. Gli scarti, all’interno di questa «regola»,
Nord America, Giappone, Australia e Nuova Zelan- sono dovuti al fatto che alcuni paesi, pur avendo un
da – aumenterà solo leggermente, restando a poco grado di sviluppo economico pari o inferiore rispetto
più di un miliardo (figura 4 ). ad altri, attuano delle politiche di controllo delle nasci-
Una percentuale sempre maggiore della popola- te più efficaci.
zione mondiale si concentra, quindi, nelle regioni
meno sviluppate: qui, nel periodo 2010-2015, vivono Le ragioni sociali e culturali
82 abitanti del mondo su 100, che nel 2045-2050 sali- dei differenti tassi di fecondità
ranno a 86 su 100. Per contro, gli abitanti delle regio- Le tendenze demografiche sono collegate alle condi-
ni più sviluppate scenderanno nello stesso periodo, in zioni di vita. Basti pensare all’Italia di un tempo:
quando gran parte della popolazione era
Popolazione nel 2010 (in milioni) Popolazione nel 2050 (in milioni)
composta di contadini poveri, le famiglie
Cina 1354 India 1614 avevano in media più figli di oggi. Nelle
India 1214 Cina 1417
attuali regioni economicamente meno
sviluppate, soprattutto nelle zone rurali,
Stati Uniti 310 Stati Uniti 439 le famiglie hanno in genere più figli (fi-
232
gura 6 ) fondamentalmente perché, nelle
Indonesia Pakistan 335
condizioni di povertà in cui vivono, oc-
Brasile 195 Nigeria 289 corre una maggiore forza lavoro. Inoltre,
185
nella popolazione povera, la mortalità
Pakistan Indonesia 288
infantile è alta e le famiglie con pochi fi-
Bangladesh 164 Bangladesh 222 gli rischiano di estinguersi (씰 Primo
piano). Si fanno più figli, allo stesso tem-
Nigeria 158 Brasile 218
po, perché le ragazze si sposano molto
Federazione
Russa
140 Etiopia 174 presto.
Congo Si valuta che nelle regioni meno svilup-
Giappone 127 148
(Rep. dem.) pate vi siano centinaia di milioni di don-
5 I dieci paesi più popolosi del mondo nel 2010 e nel 2050 (secondo le proiezioni
ne che vogliono limitare o distanziare le
demografiche) loro gravidanze, ma non hanno gli stru-
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A1 • La crescita demografica 13
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Dall’altro lato, vi è una riflessione da fare sull’e- I cambiamenti nella popolazione europea
strema razionalizzazione della pianificazione fami- La popolazione complessiva dell’Europa è, nel 2010-
liare nei paesi economicamente sviluppati, nei quali 2015, di circa 700 milioni, cioè un decimo della po-
prevale sempre più la scelta di avere un solo figlio o polazione mondiale. Di questi, circa 500 milioni vi-
di non averne nei primi anni di matrimonio: sia a vono nell’Unione europea. In Europa, la densità de-
causa delle difficoltà della vita, soprattutto per la mografica è in media di circa 70 abitanti/km2, con
donna che lavora e deve allo stesso tempo addossar- forti differenze tra una zona e l’altra (figura 8 ).
si il peso maggiore nell’allevamento dei figli; sia per Nella UE è, in media, di 115 abitanti/km2.
la volontà di avere una famiglia piccola al fine di di- Dopo due secoli e mezzo di ininterrotto aumen-
sporre di un reddito pro capite più alto. to, la popolazione europea ha cominciato a dimi-
nuire. Secondo le proiezioni delle Nazioni Unite, es-
L’invecchiamento della popolazione sa calerà nel periodo 2000-2050 da circa 700 a circa
Le condizioni di vita determinano anche un altro feno- 600 milioni di persone. Il calo demografico è dovuto
meno: l’invecchiamento della popolazione. Esso si ve- al fatto che la popolazione sta diminuendo in quasi
rifica quando, da un lato, aumenta la percentuale di an- tutti i paesi dell’Europa orientale e anche in altri.
ziani e, dall’altro, diminuisce la percentuale di giovani. In Italia, dal 1993 in poi, il saldo naturale (la dif-
Il processo di invecchiamento è percentualmente ferenza tra il numero delle nascite e quello delle
maggiore nelle regioni più sviluppate: qui le perso- morti) è stato negativo o di poco positivo. La popo-
ne di età superiore ai 65 anni sono in media, nel lazione residente è però leggermente aumentata: nel
2010-2015, 17 su 100 (mentre in quelle meno svi- 2008 ha superato i 60 milioni, il massimo livello da
luppate sono 6 su 100). Nel periodo 2045-2050, se- quando nel 1861 fu effettuato il primo censimento.
condo le proiezioni, saliranno a oltre 25 su 100. Ciò è dovuto al saldo migratorio positivo con l’e-
Ciò è dovuto al fatto che nelle regioni più svilup- stero, ossia al fatto che il numero di immigrati supe-
pate, dove le condizioni di vita sono migliori, è ra quello degli emigrati. L’immigrazione di stranieri
maggiore la speranza di vita alla nascita, cioè la du- contribuisce anche a rendere più alto il numero me-
rata media della vita (figura 7 ). dio di figli per donna: mentre tra le italiane è di 1,3
Si prevede quindi una crescente differenziazione tra le straniere è di 2,1.
tra le regioni più sviluppate, la cui popolazione sarà La popolazione europea sta diminuendo anzitut-
sempre più minoritaria e più vecchia, e le regioni to perché nascono meno bambini. Dal 1950 ad og-
meno sviluppate, la cui popolazione sarà sempre gi, in Europa, il tasso di fecondità si è quasi dimez-
più maggioritaria e relativamente più giovane. zato, scendendo a circa 1,5. Esso varia da paese a
paese: in Islanda e in Irlanda è il
Maschi Femmine
doppio rispetto alla Polonia e al-
Età la Repubblica Ceca.
Alcune inchieste compiute nei
87
84 paesi europei dimostrano che le
80 81
78 76 77 coppie generalmente vorrebbero
76
72 70 avere almeno due figli, ma che
68
65 non possono a causa di vari pro-
blemi: soprattutto la difficoltà
nel trovare un lavoro stabile e
45 45 45 l’alto costo della vita (in partico-
42
lare della casa).
Contemporaneamente al calo
delle nascite, si è verificato un
aumento della durata media del-
la vita. Essa è aumentata, in mez-
zo secolo, da 65 a 75 anni e si
Giappone ITALIA Stati Uniti Cina Brasile India Afghanistan Sierra Leone
prevede che, continuando ad au-
mentare a questo ritmo, nel 2050
7 Speranza di vita alla nascita in alcuni paesi nel 2010-2015 supererà gli 80 anni. Le donne
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A1 • La crescita demografica 15
QUESITI
• Qual è stato l’anda-
mento dell’aumento de-
mografico nel corso del
XX secolo?
• Quali sono le zone in
cui solitamente si regi-
stra una più alta densità
demografica?
• Perché la popolazione
mondiale aumenta in
percentuale minore nel-
Mare
del Nord le aree economicamen-
te più sviluppate?
• Che cosa si intende
per «invecchiamento
della popolazione»?
Mar • Qual è l’andamento
Caspio
demografico della po-
Oceano Atlantico
polazione europea?
Mar Nero
Mar Mediterraneo
abitanti
per km2 Meno di 2 da 2 a 25 da 25 a 50 da 50 a 150 da 150 a 300 Più di 300
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A2
L’urbanesimo
La crescita e la distribuzione li differenze da regione a regione: in Australia e in
della popolazione urbana Nord America, la percentuale di popolazione che vi-
La popolazione mondiale, mentre continua a cre- ve nelle città è maggiore che in Europa.
scere, si concentra sempre più nelle aree urbane (fi- Nelle regioni economicamente meno sviluppate,
gura 1 ). Tale fenomeno, definito urbanesimo (o invece, la maggioranza della popolazione vive anco-
inurbamento), si è sviluppato in particolare nel XX ra nelle zone rurali. Gli abitanti delle città sono
secolo ed è tuttora in corso. quindi in minoranza: nel 2010-2015, in media, poco
Nel 1900, su cento abitanti del mondo, solo 13 vi- più di 45 su 100. Vi sono però anche in questo caso
vevano nelle aree urbane. Oggi sono più di 50 su forti differenze da regione a regione: in Sud Ameri-
cento: ciò significa che la popola- 9
zione urbana ha superato quella ru-
8
rale (figura 2 ). Essa ammonta, nel
7
popolazione (in miliardi)
periodo 2010-2015, a oltre 3 miliar-
di e mezzo di abitanti. Si prevede 6
che nel 2030 vivranno nelle città 60 5
abitanti del mondo su 100, in totale 4
quasi 5 miliardi. 3
In generale le regioni del mondo 2
più urbanizzate (con le maggiori 1
percentuali di popolazione urbana)
0
sono quelle economicamente più 1950 1955 1960 1965 1970 1975 1980 1985 1990 1995 2000 2005 2010 2015 2020 2025 2030
sviluppate: qui, nel 2010-2015, vi- Popolazione mondiale totale Popolazione mondiale urbana Popolazione mondiale rurale
vono nelle città, in media, oltre 75
abitanti su 100. Vi sono però notevo- 2 La popolazione urbana e rurale nel mondo (1950-2030)
11
Mosca 17,2
(Mosca) Shanghai (Cina)
35,5
Tokyo (Giappone)
12,9
Pechino
13,1 16,8
(Cina)
Los Angeles 19,9 Dacca
(USA) New York (USA) (Bangladesh) 11,3
Osaka
(Giappone)
11,2
Istanbul
(Turchia)
21,6 10,4
Città del Messico 12,8 Guangzhou
(Cina)
(Messico) Rio de Janeiro 13,1
(Brasile) Il Cairo (Egitto)
15,2
Percentuale di popolazione Karachi
urbana nelle diverse regioni 16,1 (Pakistan) 12,9
Lagos Manila
0-49% (Nigeria) (Filippine)
50-59% 17
Calcutta
60-69% (India)
70-79% 13,4
Buenos Aires
80-89% (Argentina)
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A2 • L’urbanesimo 17
4 L’aumento del numero degli agglomerati urbani con oltre 10 milioni di abitanti tra il 1950 e il 2015 (in milioni di abitanti)
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5 Il complesso del Lingotto oggi 6 Un edificio fatiscente in una zona centrale di Filadelfia
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A2 • L’urbanesimo 19
menti, è il ruolo egemonico. Nella città restano gli cui abitano – siano essi a Rio de Janeiro o a Mumbai,
organi di governo, i centri decisionali dell’econo- a São Paulo o a Lagos – e il tenore di vita che vi si
mia, le principali istituzioni culturali e scientifiche. conduce non differiscono molto da quelli di Neuilly a
La moderna metropoli – nata alla fine dell’Ottocen- Parigi o di Beverly Hills in California.
to quando la rivoluzione industriale, in fase avanza- Allo stesso tempo però la scelta di privilegiare net-
ta, determinò forti ondate migratorie verso le gran- tamente lo sviluppo delle città ha danneggiato l’eco-
di città – conserva la supremazia territoriale ed eco- nomia rurale a scapito della grande maggioranza
nomica su una vasta area. Cambia invece profonda- della popolazione, spingendo crescenti masse conta-
mente il rapporto città-campagna man mano che la dine, private della terra e dei mezzi minimi di so-
città si espande nel territorio circostante. Viene così stentamento, a riversarsi nelle città alla ricerca di un
a crearsi l’agglomerato urbano, definito sotto il pro- modo per sopravvivere. La vertiginosa crescita della
filo amministrativo area metropolitana: un diffuso popolazione urbana, che nella maggioranza dei casi
tessuto urbano che nasce dall’espansione di una non è stata accompagnata da un adeguato sviluppo
metropoli nel territorio circostante, o dall’espansio- socioeconomico, ha fatto crescere i bisogni delle città
ne di varie città che vengono a saldarsi formando per ciò che concerne i consumi alimentari ed energe-
un’unica rete urbana. Tale area comprende non solo tici, le abitazioni, i trasporti, l’approvvigionamento
una o più città, ma insediamenti residenziali e indu- idrico, i servizi igienici, lo smaltimento dei rifiuti.
striali sparsi, inframezzati da zone verdi. Le zone ru- Ma proprio quando la crescita di tali bisogni richie-
rali all’interno di tale area sono però destinate più deva ulteriori forti investimenti, la crisi economica
ad uso abitativo che produttivo agricolo. Viene ha imposto drastici tagli alla spesa pubblica. Per di
quindi a cadere, in questo caso, la tradizionale di- più, i mezzi a disposizione sono stati spesso usati per
stinzione tra città e campagna. migliorare non le condizioni abitative dei poveri ma
quelle dei ricchi o destinati ad altri scopi a fini di ar-
La crisi delle metropoli nelle regioni ricchimento personale. Le condizioni di vita della
meno sviluppate maggioranza della popolazione urbana hanno di
In Asia, in America latina e in Africa, le città si conseguenza continuato a deteriorarsi.
espandono e ovunque sono sempre più in crisi. Non Le metropoli si sono così trasformate in immensi
è semplicemente una crisi di crescita, dovuta alla contenitori di povertà. Accanto ai quartieri ricchi e
sfasatura tra l’aumento della popolazione e l’ade- ai centri degli affari, si espandono le bidonville, in
guamento delle strutture urbane, ma la crisi di un cui si concentra la popolazione povera (figura 7 ). Si
modello di sviluppo urbano. aggiungono a queste gli slum (quartieri di case po-
La scelta di privilegiare nettamente lo sviluppo
delle città ha favorito la concentrazione delle attività
economiche e delle infrastrutture in poche grandi
aree metropolitane. A Bangkok, dove vive poco più
del 10% della popolazione thailandese, si concentra
l’80% della produzione industriale e delle esporta-
zioni del paese. Nelle metropoli convergono, allo
stesso tempo, gli investimenti esteri. Città come Rio
de Janeiro, São Paulo, Bangkok, Shanghai, Canton,
Mumbai, Calcutta, Lagos fanno parte della rete
mondiale di metropoli su cui si impernia la globaliz-
zazione economica (씰 paragrafo B2). I loro centri
degli affari vengono ad essere così collegati, più che
alla città in cui si trovano, ai grandi circuiti economi-
ci internazionali.
La metropoli è il luogo dove si concentrano gli
strati sociali ricchi e benestanti: le alte caste governa-
tive e militari, l’alta borghesia e quella media agiata, i
grossi proprietari terrieri (molti dei quali hanno la
propria residenza principale in città). I quartieri in 7 Bidonville e moderni palazzi a Giacarta (Indonesia)
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vere e malsane). Nelle bidonville e negli slum vive La popolazione urbana dell’Europa
oltre un miliardo di persone: quasi un terzo della L’Europa è una delle regioni del mondo con la più
popolazione urbana mondiale. Nel 2030, secondo alta percentuale di popolazione urbana: in media
una stima delle Nazioni Unite, il loro numero po- quasi 75 abitanti su 100 vivono in città (figura 8 ). I
trebbe raddoppiare. Questo fenomeno può essere paesi europei con le maggiori percentuali di popola-
ridotto ed eliminato solo riducendo ed eliminando zione urbana sono: il Belgio, dove vivono nelle città
la povertà (씰 Primo piano). 97 abitanti su 100, l’Islanda, il Regno Unito e Malta.
ISLANDA
Reykjavik
Le 10 capitali europee
RUSSIA più popolose nel 2010-2015
Popolazione FINLANDIA (parte europea) milioni di abitanti
che abita dell’agglomerato urbano
nelle aree urbane
NORVEGIA
più del 90% Helsinki San Pietroburgo Mosca 10,5
SVEZIA
Oslo Tallin Parigi 9,9
tra il 70 e il 90%
Stoccolma ESTONIA
Londra 8,6
tra il 50 e il 70% Riga LETTONIA Mosca
Madrid 5,9
meno del 50% REGNO DANIMARCA LITUANIA
UNITO Vilnius BIELORUSSIA Berlino 3,4
IRLANDA PAESI
BASSI
Copenaghen
Dublino Minsk Roma 3,3
Manchester BELGIO POLONIA
GERMANIA
Amsterdam Berlino Kiev Atene 3,2
Londra Varsavia
Bruxelles UCRAINA Lisbona 2,9
REP. CECA
Praga
Parigi LUSSEMBURGO SLOVACCHIA
MOLDAVIA
Kiev 2,7
Vienna Bratislava Chisinau
AUSTRIA Budapest Vienna 2,4
Berna ROMANIA
SVIZZERA SLOVENIA UNGHERIA
FRANCIA Lubiana Zagabria
Belgrado Bucarest
BOSNIA
CROAZIA ERZEG. SERBIA BULGARIA
Sarajevo
ITALIA Podgorica Sofia
PORTOGALLO Skopje
SPAGNA MONTENEGRO
Roma Tirana MACEDONIA
Lisbona ALBANIA
Madrid GRECIA
Atene
MALTA La Valletta
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A2 • L’urbanesimo 21
10 Parigi 11 Londra
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