Nel 1936, poco prima del suo viaggio negli Stati Uniti d’America, il Segretario di
Stato di Pio XI, il Cardinale Eugenio Pacelli, futuro Pio XII, disse al Conte Enrico
Pietro Galleazzi:
“Così, mio caro amico, sono convinto che la Chiesa di Pietro deve
difendere il suo passato; altrimenti si scaverà la fossa”.
"...un giorno verrà che il mondo civilizzato rinnegherà il suo Dio, che
la Chiesa dubiterà come Pietro ha dubitato. Essa sarà tentata a credere
che l’uomo è diventato Dio, che suo Figlio è soltanto un simbolo, una
filosofia come tante altre, e nelle chiese i cristiani invano cercheranno
la fiamma rossa che indica che Dio gli aspetta”.
(Mgr. Georges Roche et Père Philippe St.Germain, Pie XII devant
l’histoire, Laffont, Paris, 1972, pp 52-53 ;
également
Abbé Daniel Le Roux, Pierre m’aimes-tu ?, Fideliter, Brout Vernet,
1986 p.1 ;
encore
Padre Dominique Bourmaud, Cien Años de Modernismo, Fundación
San Pio X, Buenos Aires, 2006, p.312, apud Mgr. Bernard Fellay,
Supérieur Général de la FSSPX, lettre du 22 juin 2001 à la lettre du
Cardinal Castrillon Hoyos du 7 mai 2001, in Communicantes, août
2001, - in francese, in italiano)
Lui affermava che era rimasto impressionato da quello che la Madonna aveva detto
“insistentemente” a Lucia — una delle veggenti di Fatima su “il suicidio per
l’alterazione della Fede, nella Sua liturgia, la Sua teologia e la Sua anima”.
Ma, ci chiediamo: come ha conosciuto il Cardinale Pacelli queste predizioni della
Madona di Fatima alla veggente Lucia.
Da quanto ne sappiamo, neppure un libro racconta che la Madonna abbia detto tali
cose a Lucia.
E allora, il Cardinale Pacelli, futuro Pio XII, da dove ha appreso queste predizioni?
Sicuramente solo dall’autentico testo del Terzo Segreto di Fatima, che Suor Lucia
scrisse; segreto al quale il Cardinale Segretario di Stato possibilmente aveva avuto
accesso, senza che il testo fosse ancora pubblicato. (Il Vaticano ha pubblicato
soltanto la descrizione della visione riportata nel terzo segreto).
Orlando Fedeli
maggio 2007