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Anno VIII - Semestre II n. 4 - Dicembre 1991 N.

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Periodico - Organo Ufficiale dell’Associazione Mater Boni Consilii - Loc. Carbignano, 36 - Telef.:
0161/849335 - 10020 VERRUA SAVOIA (TO) - C/CP 24681108 - Dir. Resp.: don Francesco Ricossa
- Spedizione abb. post. Gr. IV (70) - Aut. Trib. di Ivrea n. 116 del 24-2-84 - Stampa: TECA - Torino
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SOMMARIO

Editoriale pag. 2
Il Deicidio pag. 3
Tempo di Natale pag. 11
“Il Papa del Concilio” pag. 19
Nota sul digiuno pag. 28
La Via Regale pag. 30

Editoriale questione, ma di interessarci piuttosto al pe-


ricolo islamico. Mons. Lefèbvre aveva scelto
questa strada. Il gen. Leconte, fondatore del-
“Shalom”, “mensile ebraico d’informa- la rivista “Courrier de Rome” e amico del
zione” (30 settembre 1991 - Tishri 5752 - vescovo tradizionalista, racconta in una com-
pag. 17) ha dedicato un articolo (non firma- mossa rievocazione che Mons. Lefèbvre, “se
to) al n. 26 di “Sodalitium”, articolo inserito diffidava dell’aggressività dei mussulmani,
nella rubrica “Antisemitismo”. non era per nulla antisemita”. Anzi, prose-
“Non siamo all’epoca dell’Inquisizione gue il generale, abbiamo parlato a lungo as-
ma nel giugno del 1991” commenta la rivista sieme della questione di Gerusalemme in
ebraica con stupore, “…e tutto questo si può termini che non si suppongono anti israelia-
leggere su un giornale cattolico di Torino”. ni, giacché il generale stesso si qualifica co-
Quello che deve stupirci non è tanto che una me “presidente, per molti anni, dell’Asso-
rivista cattolica esponga la dottrina della ciazione France - Israel” (“Adieu cher
Chiesa su un dato problema (nel caso quello Monseigneur” in Controverses, Friburg, n.
ebraico), ma che questo fatto possa sembra- 30 pag. 6 aprile 1991). Malgrado ciò Mons.
re incredibile nel giugno del 1991. “Cristo è Lefèbvre non sfuggì alla LICRA (Lega con-
lo stesso, ieri, oggi e nei secoli” (Ebr. XIII, tro il razzismo e l’antisemitismo). L’associa-
8). La sua dottrina è la stessa nell’epoca apo- zione ebraica lo denunciò per aver offeso
stolica, in quella di S. Giovanni Crisostomo, l’Islam, e la condanna del tribunale lo colpì
“ai tempi dell’Inquisizione” (XIII - XX seco- senza neppure rispettare le sofferenze di un
lo) e nel giugno del 1991. Sarà la stessa fino moribondo.
alla fine del mondo, nonostante il Vaticano II. La vicenda può far riflettere (tra l’altro)
Questa dottrina non è “l’antisemitismo”, sulla troppo enfatizzata opposizione tra le
come sostiene “Shalom”, ma il Cri– “due grandi religioni monoteiste”. In ogni
stianesimo. Noi non siamo innanzi tutto “an- caso il pericolo islamico esiste, tanto più og-
ti” qualcuno o qualche cosa. Noi siamo, per gigiorno, e non è detto che non ne parlere-
grazia di Dio, per la Religione rivelata, la mo in futuro. Abbiamo dato però la prece-
Religione Cattolica. È solo perché siamo per denza allo studio del pensiero cattolico
la Religione Cattolica che, in conseguenza, sull’ebraismo perché sono gli Ebrei, e non le
siamo contro i suoi nemici. A questo propo- altre genti, ad essere stati scelti da Dio, come
sito, facciamo nostra la preghiera della popolo messianico e ad aver rigettato, nel
Chiesa nelle Litanie dei Santi: “Ut inimicos suo insieme, salvo un “piccolo resto”, il Dio
Sanctæ Ecclesiæ humiliare digneris, Te roga- - Messia. Perciò essi sono unici nella storia
mus audi nos” (“Perché Vi degniate di umi- del mondo, nel bene e nel male.
liare i nemici della Santa Chiesa, Vi preghia- La nostra rivista non si ridurrà a trattare
mo, ascoltateci Signore”). di un solo tema, si rassicurino i lettori.
Il primo nemico essendo il peccato, lot- Continuerà però a propagare le verità rivela-
tiamo contro quello, in noi e negli altri, con te anche nel 1991 e 1992, e specialmente
un’attenzione particolare al peccato dei no- quelle verità di cui c’è più bisogno perché
stri tempi, quello contro la Fede. meno testimoniate e più combattute.
Qualcuno potrebbe obbiettarci che sa- Dice il Signore: “Per questo sono nato e
rebbe forse meglio non parlare più della per questo sono venuto nel mondo, per ren-
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dere testimonianza alla verità. Chiunque è


per la verità ascolta la mia parola ” (Giov.
XVIII, 37). “Chi è da Dio ascolta la parola
di Dio; se voi non ascoltate è perché non siete
da Dio” (Giov. VIII, 47).

La questione ebraica

IL DEICIDIO
di don Curzio Nitoglia

L’UCCISIONE DI CRISTO SECONDO


SAN TOMMASO
Gesù davanti ad Anna
San Tommaso d’Aquino tratta esplicita-
mente il problema della responsabilità OBIEZIONI E RISPOSTE
morale dei giudei nella crocifissione di Nostro
Signor Gesù Cristo. Nella Somma Teologica San Tommaso stesso si muove più o-
(III, q. 47, a.5), infatti, si domanda ‘Se i carn- biezioni alle quali risponde in maniera esausti-
efici di Nostro Signore lo conoscessero come va. “Si affaccia a questo punto una obiezione:
il Cristo’ e risponde con una distinzione che se non uccisero la divinità (che in Cristo non
seguiremo per tutto l’articolo: I MAG- morì), i giudei sono colpevoli soltanto di sem-
GIORENTI (principes judeorum) “lo conob- plice omicidio (e non di DEICIDIO ndr). Al
bero come Cristo... essi infatti vedevano che rispondo: Se qualcuno insudicia inten-
avverarsi in Lui tutti i segni predetti dai pro- zionalmente la veste del Re, non viene consid-
feti. Ma essi non conobbero il mistero della erato colpevole di reato allo stesso modo che
sua DIVINITÀ... Però bisogna notare che la se ne avesse imbrattato la persona? Perciò
loro IGNORANZA NON LI SCUSAVA dal sebbene non abbiano ucciso la natura divina di
delitto perché si trattava di IGNORANZA Cristo (cosa impossibile), GLI AUTORI
AFFETTATA. Essi infatti vedevano i segni MORALI DELLA MORTE DI GESÙ
evidenti della della sua divinità, ma PER O- HANNO MERITATO, in base alle loro inten-
DIO E PER INVIDIA verso Cristo li travisa- zioni, UNA GRAVISSIMA CONDANNA.
vano, e così NON VOLLERO CREDERE ...Chi lacerasse un decreto regio, attenta alla
alle sue affermazioni di essere il Figlio di Dio. stessa maestà regale; e quindi IL PECCATO
...Essi dissero a Dio ‘Allonta-nati da noi non DEI GIUDEI È DI TENTATO DEICIDIO”
vogliamo conoscere le tue vie’ (Iob. 21, 14). (In Symb. Ap.,a. 4, n° 912, Opuscola theologi-
Mentre IL POPOLO (i minores) ... NON ca; De re spirituali, Marietti, Torino 1954).
conobbe PIENAMENTE NÉ che Egli era Si noti inoltre che per il mistero del-
CRISTO, NÉ che era il FIGLIO NATU- l’Unione Ipostatica, la natura umana di
RALE DI DIO” (In corpore). Cristo sussisteva nella Persona divina del
Anche nel commento alla prima Epistola Verbo, quindi è lecito dire che gli ebrei uc-
ai Corinti San Tommaso scrive: “I PRÌNCIPI cisero Dio, anche se non scalfirono neppure
dei giudei SAPEVANO CON CERTEZZA la sua natura divina, ma colsero soltanto
CHE ERA IL CRISTO PROMESSO DAL- quella umana. ‘Actiones et passiones sunt
LA LEGGE... Ma il fatto che fosse VERO suppositorum’ insegna la sana filosofia.
FIGLIO DI DIO, non lo sapevano certa- Così il Santo conclude questo articolo
mente ma lo CONGETTURAVANO; però della Somma Teologica: “Vedendo i giudei le
tale congettura era OSCURATA in loro mirabili opere di Cristo, PER ODIO, NON
DALLA INVIDIA E DALLA CUPIDITÀ VOLLERO AMMETTERE CHE EGLI
della loro gloria che vedevano essere diminui- ERA IL FIGLIO DI DIO” (ad 2um).
ta dalla eccellenza di Cristo “(in I am ad Cor, La loro fu dunque una IGNORANZA
cap.2, lect. 2 n°93, Marietti, Torino l953). AFFETTATA che non scusa dalla colpa, ma
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piuttosto L’AGGRAVA: infatti essa di- quanto era ordinata a liberare dal peccato
mostra che uno è talmente intenzionato a con la Passione e la Risurrezione, perché
peccare, che preferisce rimanere nell’igno- l’uomo non prevedeva il suo peccato. Invece
ranza per poter fare il peccato. “ET IDEO si arguisce che credeva nell’Incarnazione del
JUDEI PECCAVERUNT,NON SOLUM Verbo (in quanto ordinata alla pienezza del-
HOMINIS CHRISTI, SED TAMQUAM la gloria) dalle parole: ‘L’uomo lascerà suo
DEI CRUCIFIXORES” (S.T., III, q.47, a.5, padre e sua madre e si stringerà alla moglie’
ad 3um). (Gen. II, 24). Parole che secondo S.Paolo s-
A questo punto ci si può muovere facil- tanno ad indicare il ‘gran mistero in Cristo e
mente un’altra obiezione con le parole stesse nella Chiesa’ (Ef. V, 32); mistero che non è
di Nostro Signor Gesù Cristo: “Padre PER- credibile che Adamo abbia ignorato (S. Th.
DONA LORO, perché NON SANNO quel- II II q. 2, a.7 In corpore).
lo che fanno” (Lc. XXIII, 34). In breve quando Dio parlò ad Adamo del
S.Beda spiega: “Prega PER COLORO Matrimonio gli spiegò che era una figura
CHE NON SAPEVANO QUELLO CHE dell’unione di Cristo e della Chiesa; gli
FACEVANO” ( 6 Expositio super Lu– dovette spiegare quindi allora il mistero del-
cam 23, 34). la Trinità ed Unità di Dio e quello dell’Incar-
S. Tommaso a sua volta dice: “La scusa nazione del Verbo.
pronunciata dal Signore si riferiva NON AI “DOPO IL PECCATO ORIGINALE -
CAPI dei giudei, MA ALLA GENTE DEL prosegue S. Tommaso- IL MISTERO DEL-
POPOLO” (S.T., III, q.47 a.6 ad 1um) e nel L’INCARNAZIONE FU CREDUTO ES-
‘corpo dell’articolo’ prosegue: “I CAPI dei PLICITAMENTE ANCHE RISPETTO
giudei conobbero che Gesù era il Cristo: e se ALLA PASSIONE E RESURREZIONE,
vi fu in essi ignoranza, fu IGNORANZA con le quali l’umanità viene liberata dal pec-
AFFETTATA, CHE NON POTEVA S- cato... Altrimenti gli antichi non avrebbero
CUSARLI. Perciò il loro peccato fu gravissi- prefigurato la Passione di Cristo con i sacri-
mo... LA MASSA invece del popolo giu- fici... E di questi sacrifici i MAGGIORENTI
daico commise un peccato gravissimo quan- (principes Judeorum) conoscevano ES-
to al genere:DIMINUITO però IN PARTE PLICITAMENTE il significato; mentre il
dalla ignoranza non affettata” (In corpore). popolo ne aveva soltanto una conoscenza
Si noti inoltre che Nostro Signore dice: confusa” (ib. In corpore ). Perciò i prìncipi
“PERDONA loro”; quindi presuppone un dei giudei avevano una conoscenza esplicita
peccato, altrimenti non chiederebbe di per- del mistero dell’Incarnazione Passione e
donare ove non vi fosse colpa. “Se chiedeva Morte del Verbo.
per essi perdono, vuol dire che la loro colpa Quanto poi al mistero della Trinità S.
c’era: e la richiesta del PERDONO equival- Tommaso risponde: “FIN DAL PRINCIPIO
eva alla richiesta al Padre di DONARE fu NECESSARIO per salvarsi CREDERE
LORO LA GRAZIA DEL PENTIMENTO IL MISTERO DELLA TRINITÀ. ...Non è
e della CONVERSIONE” (P. C. LANDUC- possibile credere esplicitamente il mistero di
CI: Miti e realtà, ed. La Roccia, Roma 1968, Cristo, senza la fede nella Trinità... Perciò
p.258). S.Tommaso conclude perciò il ‘ sed PRIMA DI CRISTO IL MISTERO DEL-
contra ’ con queste parole lapidarie: “IISTI LA TRINITÀ FU CREDUTO COME IL
(judei) DEUM CRUCIFIXERUNT”. MISTERO DELL’INCARNAZIONE e
cioè ESPLICITAMENTE DAI MAG-
L’UCCISIONE DEL VERBO GIORENTI ed IN MANIERA IMPLICITA
e quasi velata DALLE PERSONE SEM-
Viene spontaneo chiedersi a questo pun- PLICI” (II II q.2, a 8 In corpore).
to: “Ma allora i Capi dei giudei sapevano Lo stesso concetto è ripreso nel ‘Com-
che la Persona che crocifiggevano era Dio mento alle Sentenze’ : “Dopo il Peccato
stesso incarnato, la seconda Persona della Originale, prima dell’Avvento di Cristo, al-
SS.Trinità?” cuni avevano la FEDE ESPLICITA nel
È ancora S.Tommaso a risovere il dubbio, Redentore, ai quali era stata fatta una RIV-
naturalmente con un “Distinguo”. ELAZIONE SPECIALE, ed essi erano i
“PRIMA DEL PECCATO ORIGI- MAJORES. Altri invece, come i MINORES
NALE l’uomo ebbe FEDE ESPLICITA del- avevano una FEDE IMPLICITA (nel
l’INCARNAZIONE DI CRISTO... non in Redentore) NELLA FEDE DEI MA-
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JORES” (In 3° Sent., dist.25, q.2, a.2, qcq.2). della propria beatitudine naturale, scelsero
Ed ancora: “Sia prima che dopo il Peccato la propria perfezione come beatitudine suffi-
Originale fu necessario che i MAJORES ciente e bastante a se stessi senza sottomis-
AVESSERO UNA FEDE ESPLICITA sione e ordine a Dio” (ZUBIZZARRETA
NELLA TRINITÀ; non fu tuttavia neces- ib.) Da allora il diavolo ha continuato a
sario per i minores dopo il peccato. ... E sim- tentare l’uomo, da Adamo ai nostri giorni
ilmente dopo il Peccato Originale fino al con l’orgoglio e l’invidia, sussurrandogli al-
tempo della grazia i MAJORES erano tenuti l'orecchio che può bastare se stesso, che non
ad AVERE LA FEDE ESPLICITA NEL ha bisogno di adorare Dio.
REDENTORE, i MINORES invece ‘Eritis sicut dii’; così i prìncipi dei giudei
SOLTANTO IMPLICITA o nella fede dei preferirono la propria eccellenza a quella del
patriarchi e dei profeti” (De verit. q.14, a.11, Verbo Incarnato e lo misero in Croce.
Rdq).
Ancora nel commento alla Epistola agli IL DEICIDIO SECONDO UN EBREO
Ebrei S.Tommaso afferma: “Alcuni più CONVERTITO
esplicitamente (credevano alla Trinità, ndr),
ed erano i majores ai quali fu fatta ALI- Vediamo ora (affinché non ci si accusi di
QUANDO REVELATIO SPECIALIS” antisemitismo) come proprio un ebreo con-
(Ad Haebr. cap.XI lectio II n°576, Marietti, vertito spiega il peccato di DEICIDIO.
Torino 1953). “Abbagliati dalla luce che emanava da
Nostro Signor Gesù Cristo, ma PERTI-
MISTERO D’INIQUITÀ NACI, COME lo erano stati LUCIFERO e
gli Angeli ribelli (i prìncipi dei giudei) NON
I prìncipi dei giudei sapevano perciò che VOLLERO decidersi a riconoscere come
la Persona che stavano crocifiggendo era la Messia un uomo il cui aspetto umiliato con-
seconda Persona della SS.Trinità, Vero Dio trariava i loro sogni di ambizione, e le sue
come il Padre e lo Spirito Santo, incarnatosi virtù i loro vizi. ... Si decisero di sbarazzarsi...
per la salvezza dell’uomo, ma per OR- del vero Messia che era loro di peso. Oramai
GOGLIO, ODIO, INVIDIA, non vollero accecati di odio avrebbero terminato di com-
ammetterlo. Come è possibile una cosa del piere tutte le profezie riguardo al Messia
genere? Ebbene, “nihil sub sole novi”. Già ...fino alla sua crocifissione. Fu allora che du-
Lucifero aveva peccato ad occhi aperti, non rante tre anni fermentò nel loro CUORE
per un errore (che nell’Angelo non è possi- INDURITO ED OSTINATO, il piano infer-
bile in quanto intuisce e non deve ragionare) nale previsto nei minimi dettagli dal libro
ma per una INCOSIDERAZIONE AT- della Sapienza: ‘Facciamo cadere il Giusto
TUALE (come dicono i teologi), vale a dire nelle nostre trappole, perché ci rimprovera
in quanto scelse un bene creato qualsiasi (la la violazione della Legge e perché ci umilia
propria eccellenza), non ordinandolo ad un denunciando le colpe della nostra condotta.
Bene superiore: il Summum Bonum o la glo- ... La sola sua vista ci è diventata insopporta-
ria di Dio (cf. ZUBIZZARRETA: The- bile poiché la sua vita non è come quella
ologia dogmatico-scholastica, vol.II, De Deo degli altri... ci considera come vanitosi
Creatore, n° 900-902, ed.4ª, Editiones el ....CONDANNIAMOLO ALLA MORTE
Carmen, Vitoria 1948). Il suo fu un peccato PIÙ INFAME’ (Sap. II, 12-21). ... Tuttavia il
di SUPERBIA accompagnato da un peccato Messia ...aveva deciso di tentare,in un ultimo
di INVIDIA, in quanto l’Angelo stimò che sforzo d’amore, di strapparli al loro acceca-
l'eccellenza di Dio fosse un impedimento al- mento. ...Caifa si alza e con voce solenne
la sua propria e fece tutto ciò non spinto dal- chiede a Gesù: ‘ Ti scongiuro nel nome del
la passione o per fragilità, ma con estrema Dio vivente di dire se tu sei il Messia, il figlio
lucidità e conoscenza e perfetta adesione del Dio benedetto’.
della volontà. Come è possibile ciò? MIS- E Gesù gli rispose: ‘IO LO SONO’... Tut-
TERIUM INIQUITATIS! Anche nella dan- ti i membri del Sinedrio si alzarono gridando
nazione che è un male in sé, l’Angelo ha ‘È degno di morte’ ...I Capi del popolo han-
preferito vedere una parte di bene appar- no dunque PIENAMENTE CONOSCIUTO
ente (ai suoi occhi): la caparbietà di rivoltar- CHE GESU’ ERA IL MESSIA. Ciò che
si a Dio, di “affermarsi” e di dire NON hanno IGNORATO era che il Messia fosse
SERVIAM! “Gli Angeli ribelli, gonfiatisi anche il Figlio naturale di Dio.... Tuttavia
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IGNORANZA ERA VINCIBILE,che Gesù


fosse il Messia e il Figlio di Dio.
Però la SCUSA DELLA FOLLA è che
FU INGANNATA e precipitata nell’ignoran-
za DAL SINEDRIO. La folla perciò è
MENO COLPEVOLE dei Capi MA
OGGETTIVAMENTE SEMPRE
COLPEVOLE. Quando infatti Pilato con-
cede ai giudei di crocifiggere Gesù e dice:
“Sono innocente della morte di questo giusto”
rende l’ebraico “naqî min”, cioè “la respons-
abilità è vostra” e la folla rispose: “Che il suo
sangue ricada su di noi”. Tale espressione «è
una presa di responsabilità. ...Queste parole
significano: ‘che la responsabilità sia tutta
nostra e dei nostri figli’! ...Così intesa, la
risposta dei giudei è la risposta tipica alle ul-
time parole di Pilato: “Io sono innocente (non
Gesù davanti a Pilato responsabile) del sangue di questo giusto”. I
giudei gli rispondono per liberarlo da ogni re-
questa IGNORANZA della divinità del sponsabilità: ‘ noi e i nostri figli saremo re-
Messia NON POTREBBE SCUSARE i sponsabili del suo sangue’». (F. SPADAFO-
Capi del popolo. ...In loro infatti questa IG- RA: Pilato , Istituto Padano Arti Grafiche,
NORANZA NON ERA INVOLON- Rovigo 1973, pp.129-130).
TARIA... O COMPATIBILE CON LA
BUONA FEDE... NO! QUESTA IGNO- L’OPINIONE DI MARITAIN
RANZA DELLA DIVINITÀ DEL MES-
SIA ERA COLPEVOLE. ...Ma siccome Lo stesso Jacques Maritain, pur con
NON LO VOLEVANO COME MESSIA, molte inesattezze, afferma tale dottrina.
BENCHÉ SAPESSERO CHE LO ERA... «L’espressione ‘colpabilità tragica’ è ap-
di partito preso, CHIUSERO GLI OCCHI prossimativa e deficiente (riguardo al
DAVANTI ALLE PROVE DELLA SUA Deicidio, ndr) poiché è analoga al concetto
DIVINITÀ... di modo che non vollero nep- di fatalità. Ma... la colpa non è fatale. ...La
pure esaminare se Gesù il Messia potesse es- libertà umana ...fa liberamente... il male che
sere il Figlio di Dio (Figlio di Dio per natura Dio ha deciso di permettere ab aeterno...
e non per adozione). ...È ciò che in linguag- LA LIBERTÀ E LA RESPONSABILITÀ
gio teologico si chiama l’IGNORANZA SUSSISTONO (NELLA CONDANNA DI
AFFETTATA. Nell’atto del DEICIDIO vi è GESÙ CRISTO, ndr) e PER CON-
dunque a carico del Sinedrio una duplice SEGUENZA LA COLPA è stata quella di
colpa: CONOSCENZA CHIARA CHE un numero ristretto di persone, i prìncipi dei
L’UOMO CHE INCHIODAVANO alla sacerdoti: e in una certa misura la folla di al-
Croce ERA IL MESSIA E IGNORANZA lora, cieca e crudele come lo erano stati gli
COLPEVOLE CHE FOSSE DIO”. [A. LE- assassini dei profeti.
MANN: Histoire complète de l’idée messian- I CRISTIANI ...HANNO BUONE RA-
ique (1909), Reimpression: Compagnons- de GIONI PER CHIAMARE QUESTO PEC-
Saint Michel, Belgique 1974, pp. 394-401]. CATO UN CRIMINE DI DEICIDIO: LO
Come è facile vedere la spiegazione dat- ERA DE FACTO . ... I cristiani credono che
aci è la stessa che ha fornito S.Tommaso, e a causa dell’accecamento dei suoi capi spiri-
non è assolutamente antisemita. tuali, Israele abbia fallito la sua missione e
che i giudei siano stati privati dell’esercizio
LA COLPEVOLEZZA DELLA FOLLA attuale dei loro privilegi, e siano stati abban-
donati al mondo, e che resteranno così
Il peccato di Deicidio è da attribuirsi quin- spodestati fino a che non crederanno nel
di ai Capi del popolo in maniera molto grave. loro Messia che hanno crocifisso» (J. MARI-
LA FOLLA tuttavia HA IGNORATO TAIN: Le mystère d’Israel , Desclée De
IN MODO COLPEVOLE, in quanto TALE Brouwer, Paris 1965, pp. 213-216 ).
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L’OPINIONE DI MONS. SPADAFORA LECITO, pertanto, ATTRIBUIRE IL DEI-


CIDIO AL GIUDAISMO, IN QUANTO
“Ogni tentativo fatto ...di limitare la piena COMUNITÀ RELIGIOSA. In questo sen-
RESPONSABILITÀ COLLETTIVA DEI so ben precisato, .. ANCHE IL GIUDAIS-
GIUDEI, Capi e popolo, NELLA CON- MO DEI TEMPI POSTERIORI A NOS-
DANNA A MORTE ...di NOSTRO SIG- TRO SIGNORE PARTECIPA OGGETTI-
NOR GESÙ CRISTO ...CONTRASTA VAMENTE DELLA RESPONSABILITÀ
CON tutta LA DOCUMENTAZIONE DEI DEL DEICIDIO, nella misura in cui tale
NOSTRI QUATTRO EVANGELI. E giudaismo costituisce la libera e volontaria
questo vale... per tutto il popolo giudaico continuazione di quello di allora» (LUIGI
che... ratificò completamente, in pieno, la M. CARLI: La questione giudaica davanti al
sentenza dei suoi Capi, opponendo dapper- Concilio Vaticano II, in “Palestra del Clero”,
tutto... questa resistenza feroce alla Chiesa n°4, 15 febbraio 1965, pp.191-203).
nascente e continuando nei discepoli di Gesù
l’opera di persecuzione a morte. Nelle parole POSSONO I GIUDEI VENIR CHIAMATI
di Gesù, nel racconto dei quattro Evangelisti, ‘RIPROVATI’ DA DIO?
risulta ineccepibilmente la
RESPONSABILITÀ COLLETTIVA, per La riprovazione di cui si parla ora non è
quel PRINCIPIO DI SOLIDARIETÀ, ered- quella che designa l’azione della
itato da tutto il VecchioTestamento...” (F. S- Provvidenza di Dio riguardo al consegui-
PADAFORA: Cristianesimo e giudaismo,ed. mento del fine ultimo da parte di OGNI
Krinon, Caltanissetta 1987,1ª ed p.64). SINGOLA ANIMA.
Il nostro problema riguarda un POPO-
L’OPINIONE DI MONS. CARLI LO (in senso RELIGIOSO e non politico-
etnico o razziale) il cui fine si esaurisce nel
Perciò se da una parte è pur vero che tempo e che nel tempo deve avere premio o
soltanto una parte del popolo giudaico (inte- castigo. Resta salvo perciò il dogma che Dio
so in senso etnico-politico) vivente ai tempi “vuol che TUTTI SI SALVINO”(1 Tim. 2,
di Gesù in Palestina e nella Diaspora abbia 4); anche IL SINGOLO GIUDEO in buona
preso parte attiva alla crocifissione fisica di fede,quindi, riceve da Dio la GRAZIA
Gesù, «Non rimane scagionato da colpa o da SUFFICIENTE per salvarsi l’anima. (Per
pena il GIUDAISMO la religione giudaica, chiarezza è bene ricordare che la parola
cioè il popolo INTESO IN SENSO RELI- “riprovare” etimologicamente significa: rep-
GIOSO! ... A me sembrano essere nel vero i utare inutile, disapprovare, rigettare, scon-
numerosi e valenti esegeti i quali vedono e- fessare ndr).
mergere chiaramente da tutta l’economia “Parlare di riprovazione o meno di
del Vecchio Testamento... IL PRINCIPIO Israele non può significare altro che affer-
DELLA ‘RESPONSABILITÀ COLLET- mare o negare che quella COMUNITÀ in
TIVA’ nel bene come nel male. ... L’intero quanto tale ABBIA CONSEGUITO o
popolo è ritenuto responsabile e quindi meno IL FINE TERRESTRE PER IL
punito, per i delitti commessi ufficialmente QUALE DIO L’AVEVA ELETTA... Il vec-
dai suoi Capi, anche quando gran parte del chio Israele, a causa della sua incredulità, è
popolo ne sia estranea. Ritengo legittimo stato da Dio privato del suo ruolo speciale
poter affermare che TUTTO IL POPOLO che avrebbe dovuto avere nella storia della
GIUDAICO dei tempi di Gesù -INTESO salvezza... è subentrato il nuovo Israele, la
IN SENSO RELIGIOSO, cioè quale collet- Chiesa. ...Israele ad un dato momento della
tività professante la religione di Mosè- FU sua storia risulta aver infranto il Patto di
RESPONSABILE in solidum DEL DELIT- Alleanza con Dio... per il fatto di aver rifiu-
TO DI DEICIDIO, quantunque soltanto i tato il fine stesso del Patto rifiutando Gesù:
Capi, seguiti da una parte degli adepti, ab- ‘ finis enim Legis Christus ’ (Rom. X, 4).
biano materialmente consumato il delitto... ...Automaticamente rimase senza scopo,
LA SENTENZA DI CONDANNA FU frustrata in pieno, l'elezione di Israele;
EMANATA DAL CONCILIO (Jo.XI, 49 perdettero la loro ragione sufficiente i privi-
sg.),cioè dal massimo organo autoritativo legi ad essa connessi. ...La religione mosaica
della religione giudaica. ...Fu il sacerdozio a- la quale,per disposizione dichiarata di Dio,
ronitico, ...a condannare il Messia. È doveva sfociare nel cristianesimo per
8

trovarvi il proprio fine e la propria per- “maledetto” da Dio come il fico (Mc 11, 21)
fezione, si è così invece costantemente rifiu- di cui Dio constatò e condannò la sterilità,
tata di aderire a Cristo... Per propria colpa si ndr). ... Questo stato di “maledizione” (o
è cristallizzata in una situazione obiettiva di condanna della sterilità già constatata, ndr)
contrarietà al volere di Dio. ...Si tratta di un cesserà soltanto alla fine dei tempi, quando
positivo opporsi al volere di Dio. ...Sotto “ omnis Israel salvabitur ” (Rom. XI, 26)
questo profilo IL RAPPORTO TRA CRIS- Quando cioè accetterà la salvezza messianica
TIANESIMO E GIUDAISMO È DI » (Mons. L.M. CARLI, op.cit.).
MOLTO PEGGIORE DEL RAPPORTO
TRA CRISTIANESIMO E ALTRE RELI- IL DEICIDIO E IL CONCILIO
GIONI. ISRAELE, nel piano di Dio, era VATICANO II
tutto relativo a Cristo e al cristianesimo. Non
avendo avverato, per propria colpa, tale e La dichiarazione conciliare “ Nostra
tanta ‘relatività’, DA SE STESSO SI È POS- Aetate”; (28 ottobre 1965) recita: “Quanto è
TO IN UNO STATO DI OBIETTIVA stato commesso durante la Passione non può
‘ R I P R O V A Z I O N E ’ . essere imputato né indistintamente a tutti gli
E TALE STATO PERDURERÀ FINO A ebrei allora viventi, né agli ebrei del nostro
QUANDO IL GIUDAISMO RELIGIONE tempo. ...GLI EBREI NON DEVONO ES-
NON AVRÀ UFFICIALMENTE e glo- SERE PRESENTATI come RIPROVATI
balmente RICONOSCIUTO ED AC- da Dio, NÉ come MALEDETTI, quasi che
CETTATO GESÙ CRISTO” (MONS. ciò scaturisse dalla S. Scrittura” ( Nostra
CARLI: op.cit.). Aetate 4 g, h).
Ora nel corso dell’articolo abbiamo pro-
POSSONO I GIUDEI VENIR CHIAMATI prio visto come la S. Scrittura ci presenti gli e-
‘MALEDETTI’ DA DIO ? brei come RIPROVATI e MALEDETTI da
Dio.
«NON si tratta di MALEDIZIONE Il Concilio asserisce inoltre che la morte
FORMALE... Si vuole soltanto indicare una di Nosto Signore è “DOVUTA AI PEC-
MALEDIZIONE OGGETTIVA, cioè una CATI DI TUTTI GLI UOMINI” ( Nostra
situazione concreta, sulla quale Dio esprime Aetate 4), e questo è pacifico quanto alla
il suo giudizio di condanna. (oggettivamente causa remota; invece la CAUSA PROSSI-
Israele avendo rifiutato il piano di Dio, si tro- MA della MORTE DI GESÙ furono I
va in uno stato di rivolta e di sterilità, che è GIUDEI (Giuda, prìncipi e folla), come è s-
CONSTATATA e CONDANNATA o tato dimostrato ‘ad abundantiam’ per quel
“MALEDETTA” da Dio fino a che non si che riguarda il DEICIDIO.
converta da tale stato, Dio-infatti- vuole che Come conciliare ora la dottrina del
il peccatore viva e si converta e torni a pen- Vaticano II con quella tradizionale? E’ im-
itenza,ndr). ...Tale situazione è stata libera- possibile! (cf. don RICOSSA: Il gran Si-
mente accettata da Israele finché dura questa nedrio in Vaticano, in Sodalitium n° 9, 1985,
libera accettazione permane lo stato di pp. 5-21).
“oggettiva maledizione”. ...VA PERÒ CAT- Resta da vedere come si è potuti arrivare
EGORICAMENTE NEGATO CHE AL- a tale dichiarazione conciliare con 2041
CUNA AUTORITÀ UMANA, PRIVATA placet,88 non placet e 3 voti nulli!
O PUBBLICA, POSSA, A QUAL- «La mozione votata a Roma dimostra da
SIVOGLIA TITOLO O PRETESTO FAR- parte di molti Padri conciliari una profonda
SI ESECUTRICE DELLA PENA CON- misconoscenza del giudaismo; Sembra che
NESSA AL GIUDIZIO DIVINO DI CON- essi si siano attenuti solo all’ASPETTO U-
DANNA. ...Ciò premesso, esprimo il parere MANITARIO DEL PROBLEMA, presen-
che il GIUDAISMO (SEMPRE INTESO IN tato abilmente dai portavoce del giudaismo
SENSO RELIGIOSO e non etnico-politico) mondiale. ...Infatti all’origine delle riforme
POSSA legittimamente DIRSI “MA- proposte dal Concilio per modificare l’at-
LEDETTO”, allo stesso titolo e nella stessa teggiamento e la dottrina secolari della
misura in cui, ... può dirsi “riprovato” da Dio. Chiesa verso il giudaismo... vi sono diverse
Del resto già in San Paolo l’idea di maledi- personalità ed organizzazioni ebree: Jules
zione ... è affine... a quella di riprovazione ... Isaac, Labelkatz...Nahum Golduran.... Tra le
(chiunque non porta frutto di opere buone è personalità ebree sopra citate ce n’è una che
9

ha svolto un compito preminente: lo scrit- tentato di distruggere questa base teologica


tore JULES ISAAC ebreo d’Aix en fondamentale, contestando il valore storico
Provence. ...Profittando del Concilio, dove dei racconti evangelici e screditandone gli
aveva trovato serî appoggî tra i Vescovi pro- argomenti proposti dai Padri della Chiesa.
gressisti, Jules Isaac è stato IL PRINCI- ...Il 13 giugno 1960 Jules Isaac è ricevuto da
PALE TEORICO E PROMOTORE DEL- Giovanni XXIII al quale domanda la con-
LA CAMPAGNA CONTRO L’INSEGNA- danna dell’insegnamento del disprezzo e
MENTO TRADIZIONALE DELLA consiglia la creazione di una sottocommis-
CHIESA. Vediamo ora la posizione presa sione incaricata di studiare tale problema.
per far prevalere la sua tesi: ... “l’anti- Più tardi il signor Isaac aveva la gioia di s-
semitismo” cristiano a base teologica è il più apere che le sue proposte erano state prese
temibile. Infatti l’ATTEGGIAMENTO DEI in considerazione dal Papa e trasmesse per
CRISTIANI VERSO IL GIUDAISMO è s- lo studio al card. Bea. ...Nel 1964 la ques-
tato sempre FONDATO SUL RACCONTO tione era sottoposta al Concilio.
DELLA PASSIONE tale e quale è stato ri- «...Jules Isaac ha consacrato due libri per
portato dai quattro Evangelisti e sull’IN- criticare e distruggere i due pilastri dell’in-
SEGNAMENTO CHE NE HANNO FAT- segnamento cristiano (riguardo al deicidio: i
TO I PADRI della Chiesa. ...Jules Isaac ha racconti evangelici e la dottrina dei Padri
della Chiesa, ndr). Nella prima di queste due
opere, “Jesus et Israel”, pubblicata nel 1949,
Il suicidio di Giuda Iscariota Jules Isaac critica gli Evangelisti, principal-
mente S. Giovanni e S.Matteo. “Lo storico
ha il diritto ed il dovere di considerare I
RACCONTI EVANGELICI come TESTI-
MONIANZE FAZIOSE contro i giudei. ...
È evidente che tutti e quattro gli Evangelisti
hanno avuto la stessa preoccupazione di
ridurre al minimo le responsabilità romane
per maggiormente aggravare quelle giu-
daiche... L’ACCUSA CRISTIANA CON-
TRO ISRAELE, l’accusa di DEICIDIO ...è
ESSA STESSA CRIMINALE, LA PIÙ
GRAVE, LA PIÙ NOCIVA ED ANCHE
LA PIÙ INIQUA” (JULES ISAAC:
L’Enseignement du Mépris , p. 141)... In
breve dal racconto della Passione rivisto e
corretto da Jules Isaac, gli Evangelisti ci ap-
paiono come menzogneri matricolati, ma il
più velenoso è senza dubbio Matteo.
«...Nella seconda delle sue opere,
‘Genèse de l’Antisémitisme’ ,pubblicato a
Parigi nel 1956, Jules Isaac si sforza di scred-
itare i Padri della Chiesa: ...“Contro il giu-
daismo ...nessuna arma si è rivelata più temi-
bile dell’insegnamento del disprezzo di-
mostrato soprattutto dai Padri della Chiesa
del IV secolo; ed in questo insegnamento
NESSUNA TESI È PIÙ NOCIVA DI
QUELLA DEL POPOLO DEICIDA”.
(JULES ISAAC: Genèse de l’Antisémitisme,
ed. Calmann-Lévy, Paris 1956, p.327).
«La Chiesa, ci dice Jules Isaac, è la sola
colpevole; i giudei sono completamente in-
nocenti, ... solo la Chiesa perciò deve fare at-
to di riparazione emendando il suo mil-
lenario insegnamento. E Jules Isaac giunge
10

ONDO LA VERSIONE DI JULES ISAAC


ERA DA PREFERIRSI A QUELLA DI
S.GIOVANNI E S.MATTEO. ...
In poche parole QUESTO VOTO...
SOTTO L’APPARENZA DI CARITÀ
CRISTIANA.... È UN’ALTRA TAPPA
NELLA VIA DEL CEDIMENTO, DEL-
L’ABBANDONO DEL CRISTIANESIMO
TRADIZIONALE E DEL RITORNO AL
GIUDAISMO. ... Per i pensatori giudei la ri-
forma conciliare deve essere una nuova tap-
pa nella via dell’abbandono, del cedimento,
della distruzione della tradizione cattolica
svuotata a poco a poco della sua sostanza»
(LEON DE PONCIN: Il problema dei
giudei in Concilio, Tipografia Operaia Ro-
mana,Via E.Morosini 17, Roma senza data,
pp.6-28).

CONCLUSIONE

Oggi come ieri “LA SENTENZA DI


CONDANNA FU EMANATA DAL CON-
CILIO” (Jo. XI, 49 sg.).
Oggi come ieri le infiltrazioni gnostico-
alle sue pratiche realizzazioni. Egli domanda cabalistiche all’interno della vera Sinagoga
o piuttosto esige dal Concilio: ... la modifica mosaica e della vera Chiesa di Cristo hanno
«...delle preghiere liturgiche riguardanti gli fatto sì che i sommi sacerdoti abbiano rin-
ebrei, particolarmente quelle del Venerdì negato Nostro Signor Gesù Cristo “Nòlumus
Santo. L’affermazione che i giudei non sono hunc regnare super nos”.
affatto responsabili della morte di Cristo... Il Giovanni Paolo II a Varsavia ha pronun-
mettere a tacere ...i passi evangelici che ri- ciato le seguenti parole in un incontro con
portano il cruciale episodio della Passione, gli esponenti delle comunità ebraiche: «Gli
particolarmente quello di S.Matteo che Jules incontri con i rappresentanti delle comunità
Isaac ...tratta da menzognero e falsario. ebraiche costituiscono un elemento costante
«Nel Numero del 23 gennaio 1965 il setti- dei miei viaggi apostolici. Tale fatto ha la sua
manale ‘ Terre de Provence ’, pubblicato ad eloquenza, poiché sottolinea... L’UNICA
Aix, dava il conto di una conferenza tenuta COMUNIONE DI FEDE CHE UNISCE I
da Mons. de Provenchères, Vescovo di Aix, FIGLI DI ABRAMO, confessori della reli-
citiamo l’inizio dell’articolo: Parlando di gione di Mosè e dei Profeti, CON COLORO
Jules Isaac mons. de Provenchères ci dice CHE CONFESSANO ANCHE ABRAMO,
che fin dal primo incontro nel 1945 egli ebbe il loro padre nella fede (Gv. VIII, 39) E AC-
una profonda stima per lui, stima rispettosa COLGONO IN CRISTO ‘figlio di Abramo
che ben presto ebbe una sfumatura d’affetto. e figlio di Davide’ (Mt. I, 1) ANCHE TUT-
Lo schema concilare sembra essere la ratifi- TA LA RICCHISSIMA EREDITÀ DI
ca solenne di quella che fu la loro conver- MOSÈ E DEI PROFETI.... INSIEME
sazione. L’ORIGINE DI TALE SCHEMA ASPETTIAMO IL GIORNO DEL
CONCILIARE (NOSTRA AETATE) SI GIUDIZIO E DELLA RISURREZIONE...
DEVE AD UNA DOMANDA DI JULES La dichiarazione conciliare ‘Nostra Aetate’...
ISAAC AL VATICANO, esaminata da più segna una SVOLTA ESSENZIALE nel rap-
di 2000 Vescovi. QUESTA INIZIATIVA porto dei cristiani verso gli ebrei» (Osser-
FU PRESA DA UN LAICO ED UN vatore Romano, 10-11 giugno l991, p.7).
LAICO GIUDEO”... (‘Terre de Provence’, Anche a Budapest, nella sede della Nun-
23 gennaio 1965). ziatura Apostolica, ha pronunciato un discor-
«...2041 Padri hanno ritenuto che IL so dinanzi ai rappresentanti della comunità e-
RACCONTO DELLA PASSIONE SEC- braica, in cui, tra l’altro, afferma: «Mi stava
11

particolarmente a cuore di incontrarvi per- MENTE ALLA VITA SPIRITUALE E


sonalmente durante questo viaggio... Il CULTURALE DEL MONDO...» ( Os-
Signore ci dà oggi la ...gioia di ... testimoniare servatore Romano, 19-20 agosto l991, p.9).
LA NOSTRA FEDE IN DIO creatore e Come si vede il popolo ebreo da deicida
Padre. ...NNOI SIAMO ORA QUI PER riprovato e maledetto è diventato addirit-
ADORARE IL DIO D’ISRAELE , il quale tura BENEDETTO!
anche questa volta ha steso la sua mano pro- In un prossimo articolo dedicato alla
tettrice sopra UN RESTO BENEDETTO càbala tratterò di questo processo di infil-
DEL SUO POPOLO. ... Sostenuto dalla sua trazione della gnosi all'interno della vera
fede nel Signore, il popolo ebraico ha conser- Religione dell’Antico Testamento (ai tempi
vato, anche nella dispersione plurimillenaria, di Mosè e dell’esilio di Babilonia) e del
la sua identità, i suoi riti, le sue tradizioni, ed Nuovo Testamento, ai tempi del Vaticano II,
HA ANZI CONTRIBUITO POSITIVA- vero “CONCILIUM MALIGNITATIS”.

TEMPO DI NATALE anta giorni sembra risalire ad una remota


antichità della Chiesa. Innanzitutto, per ciò
di dom Prosper Guéranger che riguarda la Natività del Salvatore il 25
dicembre, San Giovanni Crisostomo, nella
Storia del Tempo di Natale sua omelia su tale Festa, pensa che gli
Occidentali l'avessero fin dall'origine cele-
Diamo il nome di Tempo di Natale ai brata in questo giorno. Si ferma anche a
quaranta giorni che vanno dalla Natività di giustificare questa tradizione, facendo osser-
Nostro Signore (25 dicembre) alla Puri- vare che la Chiesa Romana aveva avuto tutti
ficazione della Santa Vergine (2 febbraio). i modi di conoscere il vero giorno della
Questo periodo forma, nell'Anno Liturgico, nascita del Salvatore, poiché gli atti del cen-
un tutto speciale, come l'Avvento, la Qua- simento eseguito per ordine di Augusto in
resima, il Tempo Pasquale, ecc. Vi domina Giudea si conservavano negli archivi pubbli-
completamente la celebrazione d'uno stesso ci di Roma. Il santo Dottore propone un sec-
mistero, e né le feste dei Santi che si ondo argomento ricavato dal Vangelo di San
susseguono in questa stagione, né l'occor- Luca, facendo notare che, secondo lo scrit-
renza abbastanza frequente della Set- tore sacro, dovette essere nel digiuno del
tuagesima con i suoi colori tristi, sembrano mese di settembre che il sacerdote Zaccaria
distrarre la Chiesa dal gaudio immenso che ebbe nel tempio la visione in seguito alla
le hanno evangelizzato gli Angeli (Lc. 2, 10) quale la sposa Elisabetta concepì San
nella notte radiosa così a lungo attesa dal Giovanni Battista: donde consegue che la
genere umano, e la cui commemorazione l- santissima Vergine Maria avendo essa pure,
iturgica è stata preceduta dalle quattro setti- secondo il racconto dello stesso San Luca,
mane che formano l'Avvento. ricevuto la Visita dell'Arcangelo Gabriele e
L'usanza di celebrare con quaranta giorni concepito il Salvatore del mondo al sesto
di festa o di memoria speciale la solennità mese della gravidanza di Elisabetta, cioè in
della Nascita del Salvatore è fondata sul san- marzo, doveva partorirlo nel mese di dicem-
to Vangelo stesso, che ci riferisce come la bre (1)…
purissima Maria, trascorsi quaranta giorni Se ora passiamo a considerare il carattere
nella contemplazione del dolce frutto della del tempo di Natale nella Liturgia Latina,
sua gloriosa maternità, si recò al Tempio per siamo in grado di riconoscere che questo
compiervi, nell'umiltà più perfetta, tutto ciò tempo è dedicato in special modo alla letizia
che la legge pescriveva a tutte le donne che suscita in tutta la Chiesa la venuta del
d'Israele quando fossero diventate madri. Verbo divino nella carne, e particolarmente
La commemorazione della Purificazione è consacrato alle lodi dovute alla purissi-
di Maria è dunque indissolubilmente legata ma Maria per l'onore della sua maternità.
a quella della Nascita stessa del Salvatore; e Questo duplice pensiero d'un Dio figlio e
l'usanza di celebrare questi santi e lieti quar- d'una Madre Vergine si trova espresso ad
12

ogni istante nelle preghiere e nelle usanze


della Liturgia, così l'usanza di terminare og-
ni Ufficio con la solenne Antifona del mona-
co Ermanno Contratto in lode della Madre
del Redentore, continua fino al giorno stesso
della Purificazione.
Queste sono le manifestazioni d'amore e
di venerazione con le quali la Chiesa, ono-
rando il Figlio nella Madre, testimonia la sua
religiosa letizia nella stagione dell'Anno
Liturgico che designiamo con il nome di
Tempo di Natale…

Mistica del Tempo di Natale

Tutto è misterioso nei giorni in cui ci tro-


viamo. Il Verbo di Dio, la cui generazione è
prima dell'aurora , nasce nel tempo; un
Bambino è un Dio; una Vergine diviene
Madre e rimane Vergine; le cose divine si
confondono alle umane, e la sublime e inef-
fabile antitesi espressa dal discepolo
prediletto in queste parole del suo Vangelo:
IL VERBO Sl È FATTO CARNE, si sente
ripetere su tutti i toni e sotto tutte le forme Tempo dell'Avvento.
nelle preghiere della Chiesa. Essa riassume «In questo giorno che il Signore ha fatto -
meravigliosamente il grande evento che ha dice San Gregorio Nisseno nella sua omelia
unito in una sola persona divina la natura sulla Natività - le tenebre cominciano a
dell'uomo e la natura di Dio. diminuire e, aumentando la luce, la notte è
Mistero abbagliante per l'intelligenza, ma ricacciata al di là delle sue frontiere. Certo, o
soave al cuore dei fedeli, esso è il compi- Fratelli, ciò non accade né per caso né per v-
mento dei disegni di Dio nel tempo, l'ogget- olere estraneo, il giorno stesso in cui
to dell'ammirazione e dello stupore degli risplende Colui che è la vita divina nell'u-
Angeli e dei Santi nella loro eternità, ed in- manità. È la natura che, sotto questo simbo-
sieme il principio ed il modo della loro beati- lo, rivela un arcano a quelli il cui occhio è
tudine… penetrante, e i quali sono capaci di compren-
Nell'Avvento abbiamo notato, con i Santi dere la circostanza della venuta del Signore.
Padri, la diminuzione della luce fisica come Mi sembra di sentirlo dire: O uomo, sappi
il triste emblema di quei giorni di attesa uni- che sotto le cose che tu vedi ti vengono rive-
versale; ci siamo rivolti con la Chiesa verso il lati misteri nascosti. La notte, come hai visto,
divino Oriente, verso il Sole di Giustizia, il era giunta alla sua più lunga durata, e d'im-
solo che possa sottrarci agli orrori della provviso s'arresta. Pensa alla notte funesta
morte del corpo e dell'anima. Dio ci ha as- del peccato che era giunta al colmo per l'u-
coltati; e nel giorno stesso del solstizio d'in- nione di tutti gli artifici colpevoli: oggi stesso
verno, famoso per i terrori ed i gaudii del il suo corso è stroncato. A partire da questo
mondo antico, ci dà insieme la luce materi- giorno, essa è ridotta, e presto sarà annulla-
ale e la fiaccola delle intelligenze. ta. Guarda ora i raggi del sole più vivi, l'as-
San Gregorio Nisseno, Sant'Ambrogio, tro stesso più alto nel cielo, e contempla in-
San Massimo di Torino, San Leone, San sieme la vera luce del Vangelo che si leva
Bernardo e i più illustri liturgisti, si compiac- sull'universo intero».
ciono di questo profondo mistero che il «Esultiamo o Fratelli - esclama a sua volta
Creatore dell'universo ha impresso in una Sant'Agostino - perchè questo giorno è sacro
sola volta nella sua opera naturale e sopran- non già per il sole visibile, ma per la nascita
naturale insieme; e vedremo che le dell'invisibile creatore del sole. Il Figlio di Dio
preghiere della Chiesa continueranno a farvi ha scelto questo giorno per nascere, come si è
allusione nel Tempo di Natale, come già nel scelta una Madre, lui che è il creatore del
13

giorno e della Madre insieme. Questo giorno, amico delle anime nostre, non troverà
infatti, nel quale la luce ricomincia ad au- dunque riposo fino a quando non si sia sosti-
mentare, era adatto a significare l'opera di tuito egli stesso a noi, di modo che non
Cristo che, con la sua grazia, rinnova continu- siamo più noi a vivere, ma egli che vive in
amente il nostro uomo interiore. Avendo noi; e perché questo mistero si compia con
l'Eterno Creatore risolto di nascere nel tem- maggiore dolcezza, il dolce frutto di
po, bisognava che il giorno della sua nascita Betlemme si dispone dapprima a penetrare
fosse in armonia con la creazione temporale» in noi sotto le sembianze d'un bambino; per
(Discorso in Natale Domini, III)… crescervi quindi in età e in sapienza, davanti
a Dio e davanti agli uomini (Lc. 2, 40).
Il luogo della Natività Quando poi, dopo averci così visitati con
la sua grazia e con l'alimento d'amore ci
Questo luogo è Betlemme. E' da Betlem- avrà cambiati in se stesso, allora si compirà
me che deve uscire il capo d'Israele. Il profeta un nuovo mistero. Diventati una stessa
l'ha predetto (Mic. 5, 2); i Pontefici ebrei lo carne, uno stesso cuore con Gesù, Figlio del
sanno e sapranno anche dichiararlo, fra pochi Padre celeste, diventeremo perciò stesso i
giorni, ad Erode (Mt. 2, 5). Per quale ragione figli del medesimo Padre; tanto che il disce-
questa oscura città è stata scelta fra tutte le polo prediletto esclama: Figliuoli, osservate
altre per diventare il teatro di così sublime quale carità ha usato con noi il Padre, sì che
avvenimento? Osservate, o cristiani! Il nome siamo i figli di Dio, non soltanto di nome, ma
di questa città di David significa casa del di fatto (Gv. 3, 1). Ma parleremo altrove, e
Pane : ecco perchè il Pane vivo disceso dal con più agio, di questa suprema felicità del-
cielo (Gv. 6, 41) l'ha scelta per manifestarvisi. l'anima cristiana, e dei mezzi che le sono of-
I nostri padri hanno mangiato la manna del ferti per mantenerla ed accrescerla.
deserto e sono morti (ibid. 6, 49); ma ecco il
Salvatore del mondo che viene a sostenere la Liturgia del Natale
vita del genere umano per mezzo della sua
carne che è veramente cibo (ibid. 56). Fino ad Ci resta da dire qualcosa sui colori sim-
ora Dio era lontano dall'uomo; ma d'ora in bolici che la Chiesa riveste in questo tempo.
poi essi non faranno più che una sola e Il bianco è usato per i venti primi giorni che
medesima cosa. L'Arca dell'alleanza che cus- vanno fino all'Ottava dell'Epifania. Lo si
todiva solo la manna dei corpi è sostituita cambia solo per onorare la porpora dei mar-
dall'Arca d'una alleanza nuova; Arca più pu- tiri Stefano e Tommaso di Cantorbery, e per
ra, più incorruttibile dell'antica: l'incompara- unirsi al lutto di Rachele che piange i suoi
bile Vergine Maria, che ci presenta il Pane figli, nella festa dei Santi Innocenti.
degli Angeli, l'alimento che trasforma l'uomo All'infuori di queste tre ricorrenze, trion-
in Dio; poichè Dio l'ha detto: Chi mangia la fa il bianco nei paramenti sacri, per es-
mia carne rimane in me, ed io in lui (ibid. 57). primere la letizia alla quale gli Angeli hanno
invitato gli uomini, lo splendore del sole di-
Gesù nostro Pane! vino che nasce, la purezza della Vergine
Madre, il candore delle anime fedeli che si
È questa la divina trasformazione che il stringono attorno alla culla del divin
mondo attendeva da lungo tempo, e verso la Bambino.
quale la Chiesa ha sospirato durante le quat- Negli ultimi venti giorni, le ricorrenze
tro settimane del Tempo di Avvento. È giun- delle feste dei Santi esigono che le feste del-
ta infine l'ora e Cristo sta per entrare in noi, la Chiesa siano in armonia, ora con le rose
se vogliamo riceverlo (ibid. 1, 12). Egli dei Martiri, ora con i semprevivi che for-
chiede di unirsi a ciascuno di noi, come si è mano la corona dei Pontefici e dei
unito alla natura umana in generale, e per Confessori, ora con i gigli che adornano le
questo vuol farsi nostro Pane , nostro cibo Vergini. Nei giorni di domenica, se non ri-
spirituale. La sua venuta nelle anime in corre nessuna festa di rito doppio di seconda
questa mistica stagione, non ha altro scopo. classe che imponga il colore rosso o bianco,
Egli non viene per giudicare il mondo, ma e se la Settuagesima non ha ancora aperto la
perché il mondo sia salvato in lui (ibid. 3, I7), serie delle settimane che precedono la pas-
perché tutti abbiano la vita, ed una vita sem- sione di Cristo, i paramenti della Chiesa
pre più abbondante (ibid. 10, 10). Il divino sono di color verde. La scelta di questo col-
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ore indica, secondo i liturgisti, che con la intimamente della forma sotto la quale la
Nascita del Salvatore, che è il fiore dei campi santa Chiesa li esprime.
(Cant. 2, 1), è anche nata la speranza della Il primo dovere da compiere presso la
nostra salvezza, e che dopo l'inverno della culla del Salvatore, è quello dell'adorazione.
gentilità e del giudaismo ha iniziato il suo L'adorazione è il primo atto di religione; ma
corso la verdeggiante primavera della grazia. si può dire che, nel mistero della Natività,
tutto sembra contribuire a rendere questo
Imitare la Chiesa dovere ancora più santo. In cielo, gli Angeli
si velano il volto e si annientano davanti al
È giunto il momento in cui l'anima fedele trono di Dio; i ventiquattro seniori abbas-
sta per raccogliere il frutto degli sforzi che sano continuamente i loro diademi dinanzi
ha compiuti durante il periodo laborioso alla maestà dell'Agnello: che faremo noi
dell'Avvento, per preparare una dimora al peccatori, indegne membra della tribù riscat-
Figlio di Dio che vuol nascere in essa. Il tata, quando Dio stesso si presenta a noi u-
giorno delle nozze dell'Agnello è giunto, la miliato e annientato per noi? Quando, per il
Sposa si è preparata (Apoc. 19, 7). Ora, la più sublime rovesciamento, i doveri della
Sposa è la santa Chiesa; la Sposa è ogni ani- creatura verso il Creatore sono adempiuti
ma fedele. L'inesauribile Signore si dà com- dal Creatore stesso? Quando il Dio Eterno
pletamente e con particolare tenerezza, a s'inchina, non più solo davanti alla maestà
tutto il suo gregge ed a ciascuna delle infinita, ma dinanzi all'uomo peccatore?
pecorelle del gregge. Quali abiti vestiremo È dunque giusto che alla vista di sì merav-
per andare incontro allo Sposo? Quali perle, iglioso spettacolo ci sforziamo di offrire, con
quali gioielli adorneranno le anime nostre in le nostre profonde adorazioni, al Dio che si u-
questo fortunato incontro? La Santa Chiesa milia per noi, almeno qualcosa di quanto il
nella Liturgia, ci istruisce a questo riguardo; suo amore per l'uomo e la sua fedeltà alle dis-
e non possiamo far di meglio che imitarla in posizioni del Padre gli sottrae. È necessario
tutto, poichè essa è sempre accetta, ed es- che sulla terra imitiamo, per quanto ci è pos-
sendo la Madre nostra, dobbiamo ascoltarla sibile, i sentimenti degli Angeli nel cielo, e
sempre. Ma prima di parlare della mistica non ci accostiamo al divin Bambino senza p-
Venuta del Verbo nelle anime, prima di nar- resentargli innanzitutto l'incenso d'una ado-
rare i segreti di questa sublime familiarità razione sincera, la protesta della nostra
del Creatore e delle creature, indichiamo in- dipendenza, ed infine l'omaggio di annienta-
nanzitutto, con la Chiesa, gli omaggi che la mento dovuto a quella Maestà infinita, tanto
natura umana e ciascuna delle nostre anime più degna del nostro rispetto in quanto è per
deve offrire al divin Bambino che il cielo ci noi stessi che si umilia. Guai dunque a noi se,
ha dato come una benefica rugiada. Durante resi troppo familiari dall'apparente debolezza
l'Avvento, ci siamo uniti ai Santi dell'Antica del divin Bambino, dalla dolcezza stessa delle
Alleanza, per implorare la venuta del Messia sue carezze, pensiamo di poter tralasciare
Redentore; ora che egli è disceso, consideri- qualcosa di questo primo e più importante
amo quali omaggi sia giusto offrirgli. dovere, e dimenticare per un momento ciò
che è lui e ciò che siamo noi!
L'Adorazione L'esempio della purissima Maria servirà
potentemente a mantenere in noi l'umiltà.
La Chiesa, in questo sacro tempo, offre al Maria davanti a Dio fu umile prima di essere
Dio Bambino il tributo delle sue profonde Madre; divenuta Madre, diviene ancora più u-
adorazioni, i trasporti delle sue gioie ineffa- mile davanti al suo Dio e al suo Figlio. Noi
bili, l'omaggio d'una riconoscenza senza lim- dunque, vili creature, peccatori mille volte
iti, la tenerezza d'un amore che non ha graziati, adoriamo con tutte le nostre forze
l'uguale. I quali sentimenti - adorazione, Colui che da tanta altezza, discende fino alla
gioia, riconoscenza e amore - formano anche nostra bassezza e sforziamoci di indennizzar-
l'insieme degli omaggi che ogni anima fedele lo, con il nostro abbassamento, della sua man-
deve offrire all'Emmanuele nella sua culla. giatoia, delle sue fasce, dell'eclissi della sua
Le preghiere della Liturgia ne daranno l'e- gloria. Tuttavia, cercheremo invano di scen-
spressione più pura e più completa; ma pen- dere fino al livello della sua umiltà;
etriamo la natura di questi sentimenti onde bisognerebbe essere Dio per raggiungere le
meglio concepirli e appropriarci ancor più umiliazioni di Dio.
15

La Gioia ratore. È il Figlio unigenito del Padre, di


quel Padre che ha tanto amato il mondo da
La Santa Chiesa non si limita ad offrire al sacrificare il propro Figlio (Gv. 3, 16); è quel-
Dio Bambino il tributo delle sue profonde lo stesso Figlio unigenito che ratifica pien-
adorazioni; il mistero dell'Emmanuele, del amente la volontà del Padre suo, e che viene
Dio con noi, è per essa la fonte di un'ineffa- ad offrirsi per noi perché vuole (Is. 53, 7).
bile gioia. Il rispetto dovuto a Dio si concilia Forse che nel darcelo - dice l'Apostolo - il
mirabilmente, nei suoi sublimi cantici, con la Padre non ci ha dato tutto con lui? (Rom. 8,
gioia che hanno raccomandata gli Angeli. Si 32). O dono inestimabile! Quale gratitudine
compiace di imitare tale letizia dei pastori che potremmo offrire noi che possa uguagliare
vennero solleciti ed esultanti a Betlemme (Lc. tanto beneficio, quando, dal profondo della
2, 16), e anche la gioia dei Magi quando, nel- nostra miseria, siamo incapaci di apprez-
l'uscire da Gerusalemme, videro nuovamente zarne perfino il valore? Dio solo è il divin
la stella (Mt. 2, 10). Da ciò deriva che tutta la Bambino che dalla culla ne custodisce il seg-
cristianità, avendolo compreso, celebra la reto, sa quello che ci dona in questo mistero.
Nascita divina con canti lieti e popolari,
conosciuti sotto il nome di Pastorali. L'amore
Uniamoci, o cristiani, a questa gioia esul-
tante; non è più tempo di sospirare, né di Ma, se la riconoscenza è sproporzionata
versare lacrime: Ecco ci è nato un pargolo al beneficio, chi dunque soddisferà il debito?
(Is. 9, 6). Colui che aspettavamo è final- L'amore soltanto potrà farlo, poiché, per
mente venuto, ed è venuto per abitare con quanto finito, almeno non si misura e può
noi. Quanto lunga è stata l'attesa, tanto è crescere sempre. Perciò la santa Chiesa, da-
inebriante la felicità del possesso. Verrà vanti alla mangiatoia, dopo aver adorato,
presto il giorno in cui il Bambino che oggi ringraziato, si sente presa da un'indicibile
nasce, diventato uomo, sarà l'uomo dei do- tenerezza e dice: Come sei bello, o mio dilet-
lori. Allora patiremo con lui; ora bisogna to ! (Cant. 1, 15). Quanto è dolce alla mia
che godiamo della sua venuta, e cantiamo vista il tuo sorgere, o divin Sole di giustizia!
presso la sua culla con gli Angeli. Questi Quanto il tuo calore è vivificante per il mio
quaranta giorni passeranno presto; accetti- cuore! Come è sicuro il tuo trionfo sulla mia
amo a cuor aperto la gioia che ci viene dal- anima poichè tu l'attacchi con le armi della
l'alto come un dono celeste. La divina debolezza, dell'umiltà e dell'infanzia! Tutte
Sapienza ci insegna che il cuore del giusto è le parole si cambiano in parole d'amore; e
in continua festa (Prov. 15, 16) perché in esso l'adorazione, la lode, il ringraziamento non
vi è la Pace: ora, in questi giorni ci è arrecata sono nei suoi Cantici che l'espressione can-
sulla terra la Pace, la Pace agli uomini di giante e intima dell'amore che trasforma tut-
buona volontà. ti i suoi sentimenti.
Anche noi, o cristiani, seguiamo la Chie-
La Riconoscenza sa Madre nostra, e portiamo i nostri cuori
all'Emmanuele! I Pastori gli offrono la loro
A questa mistica e deliziosa gioia,viene semplicità, i Magi gli portano ricchi doni; gli
ad unirsi quasi di per se' il sentimento della uni e gli altri ci insegnano che nessuno deve
riconoscenza verso Colui che, senza essere comparire davanti al divin Bambino senza
fermato dalla nostra indegnità né trattenuto offrirgli un dono degno di lui. Ora, teniamo-
dai riguardi dovuti alla suprema Maestà, ha lo bene presente: egli disdegna ogni altro
voluto scegliersi una madre tra le figlie degli tesoro fuorchè quello che è venuto a cercare.
uomini, una culla in una stalla: tanto aveva a L'amore lo fa discendere dal cielo; commise-
cuore di affrettare l'opera della nostra riamo il cuore che non gli restituisce l'amore!
salvezza, di evitare tutto ciò che potesse ispi- Questi sono dunque gli omaggi che le
rarci qualche timore o qualche timidità nei anime nostre debbono presentare a Gesù
suoi riguardi, di incoraggiarci con il suo divin Cristo in questa prima Venuta in cui egli
esempio nella via dell'umiltà in cui è neces- viene nella carne e nell'infermità - come dice
sario che camminiamo per risalire al cielo San Bernardo - non per giudicare il mondo
donde il nostro orgoglio ci ha fatti cadere. ma per salvarlo.
Riceviamo dunque con cuore commosso Per quanto riguarda la Venuta nella glo-
questo dono prezioso d'un Bambino libe- ria e nella maestà terribile dell'ultimo
16

giorno, l'abbiarno meditato abbastanza du- fedelmente possibile, nelle nostre anime il
rante le settimane dell'Avvento. Il timore progresso di questa luce, e pervenire con il
dell'ira futura avrebbe dovuto risvegliare i suo aiuto al bene dell'unione divina che
nostri cuori dal sonno in cui giacevano, e corona insieme l'Anno Liturgico e l'anima
prepararli nell'umiltà a ricevere la visita del santificata da esso!
Salvatore in questa Venuta intermedia che si Ma nel mistero di Natale e dei quaranta
compie segretamente nell'intimo delle ani- giorni della Nascita, la luce è ancora pro-
me, e di cui ci resta ancora da narrare l'inef- porzionata alla nostra debolezza. È senza
fabile mistero. dubbio il Verbo, la Sapienza del Padre, che ci
si propone a conoscere e ad imitare; ma
La Vita illuminativa questo Verbo, questa Sapienza appaiono sotto
le sembianze dell'infanzia. Che dunque nulla
Abbiamo mostrato altrove come il tempo ci impedisca di avvicinarci. Non è un trono,
dell'Avvento appartenga a quel periodo della ma una culla; non è un palazzo, ma una stalla;
vita spirituale che la Teologia Mistica designa non si tratta ancora di fatiche, di sudori, di
con il nome di Vita purgativa , e durante la croce e di sepolcro; meno ancora di gloria e di
quale l'anima si distacca dal peccato e dai trionfo; non si tratta che di dolcezza, di silen-
legami del peccato, per il timore dei giudizi di zio e di semplicità. Avvicinatevi dunque e
Dio, mediante la mortificazione e la lotta cor- sarete illuminati, ci dice il Salmista (Sal. 33,6).
po a corpo contro la concupiscenza. Noi sup- Chi potrebbe degnamente narrare il mis-
poniamo dunque che ogni anima fedele abbia tero dell'infanzia di Cristo nelle anime, e del-
attraversato questa valle d'amarezza, per es- l'infanzia delle anime in Cristo? Questo du-
sere ammessa al banchetto a cui la Chiesa, plice mistero è stato reso meravigliosamente
per bocca del Profeta Isaia, convoca tutti i da S. Leone nel suo sesto Sermone sulla
popoli nel nome del Signore, nel giorno in cui Natività del Salvatore: «…adorando la nasci-
si deve cantare: Ecco il nostro Dio: l'abbiamo ta del nostro Salvatore, è la nostra stessa o-
aspettato, ed egli viene finalmente a salvarci; rigine che noi celebriamo. Infatti, la gener-
abbiamo sopportato il suo ritardo; esultiamo azione temporale di Cristo è la fonte del
di gioia nella salvezza, che egli ci arreca popolo cristiano, e la nascita del Capo è in-
(Sabato della seconda settimana di Avvento). sieme quella del corpo… Ogni uomo, in
È anche giusto dire che, come vi sono nella qualunque parte del mondo dei credenti
casa del Padre celeste parecchie dimore (Gv. abiti, è rigenerato in Cristo; la vecchiaia della
14, 2), così in questa grande solennità, la sua prima generazione è troncata; egli ri-
Chiesa vede tra la moltitudine dei suoi figli nasce in un uomo nuovo, e d'ora in poi non si
che si stringono in questi giorni alla tavola trova più nella filiazione del proprio padre
dove si distribuisce il Pane di vita, una grande secondo la carne, ma nella natura stessa di
varietà di sentimenti e di disposizioni. Gli uni quel Salvatore che si è fatto Figlio dell'uomo,
erano morti alla grazia, e i soccorsi del sacro affinchè possiamo diventare figli di Dio».
tempo dell'Avvento li hanno fatti rivivere; gli
altri, che già vivevano, hanno con i loro La nuova Natività
sospiri ravvivato il proprio amore, e l'entrata
in Betlemme è stata per essi come un rinno- Eccolo, il mistero di Natale! È appunto
vamento della vita divina. questo che ci dice il Discepolo prediletto nel
Ora, ogni anima introdotta in Betlemme, Vangelo che la Chiesa ci fa leggere alla terza
cioè nella Casa del Pane unita a Colui che è Messa di questa grande festa. A quelli che
la luce del mondo (Gv. 14, 2), non cammina l'hanno voluto ricevere, ha concesso di di-
più nelle tenebre. Il mistero di Natale è un ventare figli di Dio, a qelli che credono nel
mistero di illuminazione, e la grazia che pro- suo Nome, che non sono nati dal sangue
duce nell'anima nostra la stabilisce, se essa è né dalla volontà dell'uomo, ma da Dio .
fedele, in quel secondo stato della vita misti- Dunque, tutti quelli che dopo aver purificato
ca che è chiamata Vita illuminativa. D'ora in la propria anima, dopo essersi liberati dalla
poi non dobbiamo più affliggerci nell'attesa servitù della carne e del sangue, dopo aver
del Signore; egli è venuto, ci ha illuminati, e rinunciato a tutto ciò che conservano del-
la sua luce non si spegne più. Deve anzi l'uomo peccatore, vogliono aprire il proprio
crescere man mano che l'Anno Liturgico si cuore al Verbo divino, a questa LUCE che
svilupperà. Potessimo noi riflettere, il più risplende nelle tenebre e che le tenebre non
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hanno compresa , tutti questi nascono con tutti coloro che si impegneranno a concepire
Gesù il Cristo, nascono da Dio; cominciano spiritualmente quello stesso Verbo mediante
una vita nuova, come il Figlio stesso di Dio l'obbedienza della fede, e che, praticando le
in questo mistero. opere buone, lo genereranno nel proprio
Quanto sono belli questi preludi della vi- cuore e in quello dei fratelli, e ve lo nutriran-
ta cristiana! Quanto è grande la gloria di no con cura materna. Se dunque la Madre di
Betlemme, cioè della santa Chiesa, la vera Dio è chiamata giustamente beata perché è
Casa del Pane , in seno alla quale in questi stata il ministro dell'Incarnazione del Verbo
giorni, su tutte le terre si produce una così nel tempo, quanto più è beata per essere ri-
immensa moltitudine di figli di Dio! O per- masta sempre nel suo amore!»
petuità dei nostri Misteri che nulla esaurisce! Non è forse la stessa dottrina che ci pro-
L'Agnello, immolato fin dall'inizio del mon- pone il Salvatore in un'altra circostanza,
do, si immola per sempre dal tempo della quando dice: Colui che farà la volontà del
sua immolazione reale; ed ecco che, nato Padre mio che è nei cieli, questi è mio fratello,
una volta della Vergine Maria, trova la sua mia sorella e mia madre? (Mt. 12, 50). E per-
gloria nel rinascere continuamente nelle ani- ché l'Angelo fu inviato a Maria piuttosto che
me. E non pensiamo che l'onore della Ma- a tutte le altre figlie d'Israele, se non perché
ternità divina ne sia diminuito, come se cias- essa aveva già concepito il Verbo divino nel
cuna delle nostre anime raggiungesse d'ora proprio cuore, mediante l'integrità del suo
in poi la dignità di Maria. «Lungi da ciò - ci amore, la grandezza della sua umiltà, l'in-
dice il Venerabile Beda nel suo commento a comparabile merito della sua verginità? E
San Luca - bisogna che alziamo la voce di ancora, qual è la causa dello splendore di san-
mezzo alla folla, come quella donna del tità che riluce nella Madre di Dio fin nell'eter-
Vangelo che raffigura la Chiesa cattolica, e nità, se non il fatto che la benedetta fra tutte le
diciamo al Salvatore: Beato il seno che ti ha donne, avendo una volta concepito e partorito
portato e le mammelle che ti hanno allatta- secondo la carne il Figlio di Dio, lo concepisce
to!». Prerogativa incomunicabile, infatti, e e lo partorisce per sempre secondo lo spirito,
che stabilisce per sempre Maria Madre di mediante la sua fedeltà a tutti i voleri del
Dio e Madre del genere umano. Ma non è Padre celeste, il suo amore per la luce increata
detto con ciò che dobbiamo dimenticare la del Verbo divino, la sua unione con lo Spirito
risposta che il Salvatore diede alla donna di di santificazione che abita in lei?
cui parla San Luca: Più beati ancora - egli Ma nessuno nella stirpe umana è privato
dice - quelli che ascoltano la parola di Dio e dell'onore di seguire Maria, benchè da lon-
la mettono in pratica! (Lc. 11, 28). tano, nella prerogativa di questa maternità
«Con questa sentenza - continua il Vene- spirituale, ora che l'augusta Vergine ha
rabile Beda - Cristo dichiara beata non più adempiuto il glorioso compito di aprirci la
soltanto colei che ebbe il favore di generare strada con il parto temporale che celebri-
corporalmente il Verbo di Dio, ma anche amo, e che è stato per il mondo l'iniziazione
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ai misteri di Dio. Nelle settimane dell'Av- terà di dichiararci capaci della divina predes-
vento, abbiamo dovuto preparare le vie del tinazione (Rom. 8, 29).
Signore; ormai dobbiamo averlo concepito Ascoltiamo dunque la voce degli Angeli, e
nelle nostre anime; affrettiamoci a darlo alla portiamoci fino a Betlemme. Ecco il vostro
luce nelle opere, affinchè il Padre celeste, segno - ci vien detto - troverete un bambino
non vedendo più noi stessi in noi, ma soltan- avvolto nelle fasce e posto in una mangiatoia
to il suo Verbo che crescerà in noi, possa (Lc. 2, 12). Dunque, o cristiani, bisogna che
dire di noi, nella sua misericordia come disse diventiate bambini; bisogna che conosciate di
una volta nella sua verità: Questi è il mio nuovo le fasce dell'infanzia; bisogna che scen-
Figlio diletto nel quale mi sono compiaciuto diate dalla vostra altezza, e veniate presso il
(Mt. 3, 17). Salvatore disceso dal cielo, per nascondervi
A tal uopo, prestiamo orecchio alla dott- nell'umiltà della mangiatoia. Così, cornin-
rina del serafico San Bonaventura, che ci di- cerete con lui una nuova vita; così la luce, che
mostra eloquentemente come si operi nelle va sempre crescendo fino al giorno perfetto
nostre anime la nascita di Gesù Cristo. (Prov. 4, 8), vi illuminerà senza mai più lascia-
«Questa lieta nascita ha luogo - dice il santo rvi; e, cominciando col vedere Dio in questo
Dottore in una Esortazione per la festa di splendore nascente che lascia ancora il posto
Natale - quando l'anima, preparata da una alla fede, vi preparerete per la felicità di quel-
lunga meditazione, passa infine all'azione; la UNIONE che non è più soltanto luce, ma
quando, sottomessa la carne allo spirito, so- la pienezza e il riposo dell'amore.
praggiunge a sua volta l'opera buona: allora
rinascono nell'anima la pace e la gioia interi- La Conversione
ore. In questa natività, non vi sono né
lamenti, né doglie, né lacrime; tutto è ammi- Fin qui abbiamo parlato per le membra
razione, esultanza e gloria. vive della Chiesa; abbiamo avuto di mira
Ma se questo partorire ti aggrada, o ani- quelli che sono venuti al Signore nel sacro
ma devota, pensa ad essere Maria. Ora, periodo dell'Avvento, e quelli che, viventi
questo nome significa amarezza: piangi ama- per la grazia dello Spirito Santo, quando
ramente i tuoi peccati; significa ancora illu- finisce l'Anno Liturgico, hanno cominciato il
minatrice: diventa risplendente di virtù; sig- nuovo nell'attesa e nella preparazione e si
nifica infine padrona: sappi dominare le pas- dispongono a rinascere con il Sole divino;
sioni della carne. Allora Cristo nascerà in te,
senza doglie e senza fatica. È allora che l'an-
ima conosce e gusta quanto è dolce il
Signore Gesù. Essa prova tale dolcezza
quando, con sante meditazioni, nutre il Fi-
glio divino; quando lo bagna delle sue
lacrime; quando lo avvolge dei suoi casti
desiderî; quando lo stringe negli abbracci
d'una santa tenerezza; quando lo riscalda nel
più intimo del suo cuore. O beata mangia-
toia di Betlemme, in te trovo il Re di gloria;
ma più beato di te è il cuore pio che chiude
spiritualmente Colui che tu hai potuto con-
tenere solo corporalmente».
Ora, per passare così dalla concezione
del Verbo alla sua nascita nelle nostre ani-
me, in una parola per passare dall'Avvento
al Tempo di Natale, bisogna che teniamo
continuamente gli occhi del cuore su colui
che vuol nascere in noi, e nel quale rinasce la
natura umana. Dobbiamo mostrarci gelosi di
riprodurre i suoi tratti nella nostra debole e
lontana imitazione, tanto più che, secondo
l'Apostolo, è l'immagine del Figlio suo che il
Padre celeste cercherà in noi, quando si trat-
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ma non dobbiamo dimenticare quei nostri Settima puntata: Nunzio a Parigi (1944 - 1953).
fratelli che hanno voluto morire, e che né La religione.
l'avvicinarsi dell'Emmanuele né l'attesa uni-
versale hanno potuto risvegliare dai loro se- “IL PAPA DEL CONCILIO”
polcri. Dobbiamo annunciare anche a loro,
in seno a questa morte volontaria, ma guari- di don Francesco Ricossa.
bile da essi voluta, che la benignità e la mis-
ericordia del nostro Dio Salvatore sono ap- Peter Hebblethwaite, l'autore di “ Gio-
parse al mondo (Tito 3, 4). Se dunque il nos- vanni XXIII. Il Papa del Concilio”, si trova-
tro libro capitasse per caso fra le mani di va anch'egli in Francia, durante quei decisivi
qualcuno di coloro che, sollecitati ad arren- anni '50 che hanno preparato il Vaticano II.
dersi all'Onnipotente Bambino, non Giovane studente gesuita, ecco come de-
l'avessero ancora fatto e che, invece di ten- scrive l'atmosfera che regnava nel seminario
dere verso di lui nelle settimane che sono di Chantilly, e l'opinione che i seminaristi si
appena trascorse, avessero passato quel san- facevano del Nunzio, Angelo Giuseppe
to periodo nel peccato e nell'indifferenza, Roncalli, anch'egli a Parigi in quegli anni:
vorremmo ricordar loro l'antica pratica della “A quell'epoca, noi giovani eravamo molto
Chiesa, attestata dal canone 15 del Concilio rigoristi ed operaisti (...). Pensavamo al con-
di Agda (506), nel quale è imposto a tutti i trasto tra la ricchezza della nunziatura e la
fedeli l'obbligo di accostarsi alla divina povertà del parroco di Creil che aveva a pe-
Eucaristia nella festa di Natale, come in na di che mangiare e viveva in una topaia.
quelle di Pasqua e di Pentecoste, sotto pena Tutto ciò che veniva dalla Santa Sede -
di non essere più considerati cattolici. definizione dell'Assunzione, proibizione dei
Vorremmo descrivere loro il gaudio della preti operai, Humani Generis e le sanzioni
Chiesa che in tutto il mondo, malgrado il raf- contro i teologi (tra i quali i miei professori)
freddamento della carità, vede ancora in che aveva comportato - mostrava, a nostro
quei giorni innumerevoli fedeli celebrare la avviso, che la Chiesa di Francia non aveva
Nascita dell'Agnello che toglie i peccati del altro da aspettarsi da Roma, che degli ukase.
mondo, con la partecipazione reale al suo Pertanto, il suo rappresentante in Francia
Corpo e al suo Sangue. non suscitava, da parte di tutti coloro che sti-
Sappiatelo, dunque, o peccatori: la festa di mavo, che indifferenza, diffidenza o scherno.
Natale è una festa di grazia e di misericordia, Da questo fatto ebbe origine l'articolo di
nella quale il giusto e l'ingiusto si trovano riu- Robert Rouquette nella rivista Etudes, ' Il
niti alla stessa tavola. Per la nascita del Figlio Mistero Roncalli', pubblicato dopo la morte
suo il Padre celeste ha voluto accordare la di Papa Giovanni (...). Diceva apertamente
grazia a molti colpevoli; e vuole anche non es- che a Parigi non si era neppur lontanamente
cludere dal perdono se non quelli che si osti- sospettato delle qualità di questo Roncalli,
nassero ancora a rifiutare la misericordia. Così qualità di cui avrebbe fatto prova come
e non altrimenti, deve essere celebrata la Papa. Per certi Francesi, l'elezione di Ron-
venuta dell'Emmanuele. calli fu una grande delusione; di gran lunga,
gli avrebbero preferito Giovanni Battista
(1) Il più antico documento che ci permette di con- Montini, che all'epoca non era Cardinale e
cludere che la festa di Natale era celebrata il 25 dicem- che non poteva pertanto essere un candidato
bre fin dal 336, è il calendario filocaliano redatto nel serio nel 1958” (1).
354. È infatti poco dopo il Concilio di Nicea (325) che la
Chiesa romana istituì una festa commemorativa della
Questa citazione la dice lunga sullo stato
Nascita del Salvatore. Se gli storici moderni sono con- d'animo non solo dei seminaristi, ma anche
cordi nel dire che le date del 25 dicembre e 5 gennaio dei loro professori, nella Francia di allora.
non sono basate su una tradizione storica, è legittimo Essa non ci aiuta però a capire chi era
pensare che la Chiesa le abbia scelte per qualche serio veramente il Mons. Roncalli, Nunzio del
motivo.
Molti autori pensano oggi che questa festa fu defi- Papa in un paese in rivolta religiosa contro
nitivamente fissata al 25 dicembre per distogliere i fede- Roma. L'odio nei confronti della Santa Sede
li da una solennità pagana molto popolare, la festa del accecava i progressisti francesi, al punto di
solstizio, che celebrava, nella notte dal 24 al 25 dicem- non riconoscere in Roncalli altro che il rapp-
bre, il trionfo del sole sulle tenebre. Il procedimento,
che consiste nell'opporre una festa cristiana ad una fe-
resentante dell'odiato e temuto Pio XII.
sta pagana troppo vivace, è stato spesso usato dalla Come provato nella scorsa puntata, i mas-
Chiesa nei primi secoli, e sempre con immediato successo. soni avevano invece riconosciuto nel Nunzio
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il loro uomo. Il burattinaio la sa più lunga particolarmente augusto. Il suo interlocutore


dei burattini… aveva preso posto su di una sedia davanti a
Col senno di poi, cerchiamo di scoprire lui, ridendo a crepapelle. (Beauduin) comin-
in Roncalli quel mistero (di iniquità) che si ciò pertanto il racconto delle sue tribolazioni
celava agli occhi dei gesuiti di Chantilly. romane... rendendosi conto a poco a poco
che lo faceva dall'alto del trono papale che
I vecchi amici decora obbligatoriamente la dimora di tutti i
legati... Non immaginavano allora che ques-
Se la vera figura di Roncalli era celata, ta situazione grottesca avrebbe potuto pren-
agli occhi dei francesi, dal suo incarico pon- dere, in seguito, un significato simbolico»(3).
tificio, che lo metteva dalla parte del “nemi- In effetti, sarà proprio Giovanni XXIII a
co”, un vecchio amico poteva conoscerlo per scendere dal trono papale durante il
quel che era realmente. Questo vecchio ami- Concilio, per farvi salire tutti quei teologi
co era il monaco ecumenista Dom Lambert che il suo predecessore aveva condannato.
Beauduin, di cui tanto già abbiamo parlato Bisogna ammettere che il trono papale occu-
(2). Si conoscevano da tanti anni, dal lontano pato da una persona disapprovata dai Papi
1924! Con un po' di malizia il vecchio Dom (nel caso, da Pio XI) è veramente simbolica
Beauduin si vanterà persino di conoscere, a oggigiorno!
differenza degli altri, il “Mistero Roncalli”.
Alla morte di Pio XII, nel 1958, confidò: “Se Requiem per un vecchissimo amico.
eleggessero Roncalli tutto sarebbe a posto;
sarebbe capace di convocare un Concilio e Ma se l'ecumenista Dom Beauduin era
di consacrare l'ecumenismo”. un vecchio amico, don Ernesto Buonaiuti, lo
Dopo un momento di silenzio il monaco spretato e scomunicato capo dei modernisti
belga soggiunse: “Sono fiducioso, abbiamo italiani, era un amico vecchissimo, addirit-
la nostra chance; i Cardinali, nella maggior tura compagno di seminario ed assistente al-
parte, non sanno cosa devono fare. Sono ca- la prima messa ( 4). Durante una prima
paci di votare per lui” ( 3). Se per alcuni il malattia il Card. Gasparri diede al Buonaiuti
modernismo di Giovanni XXIII fu una sor- una frettolosa assoluzione, senza alcuna ri-
presa, anche per dei Cardinali, la stessa cosa trattazione, provocando la giusta indig-
non si può dire di chi, come Beauduin, lo nazione del Sant'Uffizio. Ma il 26 aprile
conosceva bene. 1946, mentre Roncalli è a Parigi, Buonaiuti
Che Roncalli non fosse cambiato ora che muore in Italia senza sacramenti e penti-
aveva fatto carriera mentre lui, Beauduin, menti. Quali furono le reazioni dell'amico
era caduto in disgrazia, non aveva nessun Cardinale? Egli annota l'ora del decesso, il
dubbio. Se ne accorse sufficientemente desiderio che avrebbe espresso il morente di
quando si recò a Parigi per rendergli visita. far aprire le finestre per udire il suono delle
Scrive Padre Bouyer: «Quando Mons. campane di Pasqua. Poi, commenta con pa-
Roncalli fu paracadutato come Nunzio a role “piene di comprensione, persino affet-
Parigi, in maniera abbastanza inattesa, tuose”: «Morto così, dunque, a 65 anni: sine
(Dom Beauduin) si era recato a rendergli luce et sine cruce. I suoi ammiratori scrissero
visita, non senza domandarsi se Giuseppe di lui che egli era uno spirito intensamente e
(Roncalli), anello al dito e veste purpurea profondamente religioso, aderente al cris-
sulle spalle, avesse ancora potuto ri- tianesimo con tutte le sue fibre, stretto da
conoscere il suo fratello umiliato. Non restò vincoli infrangibili alla sua diletta Chiesa
a lungo dubbioso. Non fece in tempo a pre- cattolica. Naturalmente, nessun ecclesiastico
sentare la sua carta da visita, che udì dall'an- a benedire la sua salma; nessun tempio ad
ticamera la voce ben nota: “Lamberto!... accoglierne la sepoltura. Parole del suo tes-
Venga! Venga!” Un istante più tardi speri- tamento spirituale fra il 18 ed il 19 marzo
mentava uno di quei calorosi abbracci che 1946: “Posso aver sbagliato. Ma non trovo
sarebbero diventati celebri. E prima di nella sostanza del mio insegnamento materia
capire quel che gli stava succedendo sentì il a sconfessione o a ritrattazione”. Dominus
Nunzio che gli diceva: “Tieni! Siediti lì e rac- parcat illi».
contami le tue avventure”. Spinto Commenta Hebblethwaite: “Giovanni
amichevolmente, salì indietreggiando uno s- non ha mai tolto a Buonaiuti il suo titolo
calino e si trovò installato su di un seggio sacerdotale: resta sempre don Ernesto.
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Riscrivendo già la storia del modernismo, al-


cuni storici cattolici presentano ormai
Buonaiuti come il profeta del rinnovamento
(vedi B EDESCHI Lorenzo, Buonaiuti, il
Concordato e la Chiesa, 1970). Giovanni
avrebbe certamente condiviso questo
giudizio. Le sue ultime parole per Buonaiuti
sono di fatto una assoluzione” ( 5). Non di
certo una condanna.

Il progressismo cattolico, modernismo rifritto

Quando Buonaiuti muore, non muore


però il modernismo. San Pio X lo condannò
con l'Enciclica Pascendi, cercò di scovarne i
fautori che ipocritamente nascondevano la
loro adesione all'eresia. Perché il mod-
ernismo è un'eresia che vuol rodere la
Chiesa dall'interno.
La morte di S. Pio X (1914) e la prima
guerra mondiale distolsero l'attenzione da
un nemico che, troppo presto, venne Il Nunzio Roncalli pronuncia il suo discorso davanti
al presidente Auriol
dichiarato morto e sepolto. In realtà, tra le
due guerre, il modernismo ed i suoi più o va i loro piani. Dopo, nulla sarebbe stato
meno consapevoli fautori, rialzarono pru- come prima.
dentemente la testa. Nell'episcopato francese, e specialmente
L'obbiettivo è sempre lo stesso: modern- nel Cardinale Emmanuel Celéstin Suhard, i
izzare, aggiornare la Chiesa, conciliandola progressisti trovarono l'aiuto desiderato per
“col progresso e con la moderna civiltà” (80° realizzare, poco a poco, i loro sogni.
proposizione condannata dal Sillabo di Pio
IX. Denz. S. 2980). Il Cardinale Suhard
Non potendosi ripresentare tali e quali, i
modernisti misero in secondo piano le ques- Era sulla lista dei vescovi da epurare, il
tioni dogmatiche, e cercarono di far passare Card. Suhard. Eppure sarà tra i capofila del
le loro idee mediante la pastorale. L'uomo progressismo episcopale. Trasferito dalla sede
moderno è lontano dalla Chiesa. Bisogna di Lisieux a quella arcivescovile di Parigi, il
salvare le anime. Quindi... per salvare le ani- Cardinale, pur non essendo “Primate delle
me... bisogna convertire la Chiesa al mondo Gallie”, governa la diocesi più importante del-
moderno. la Francia. Nella stessa capitale, negli stessi an-
Vengono così creati o infiltrati vari “movi- ni, risiedeva il nunzio Roncalli. In campo litur-
menti”: il movimento liturgico, quello biblico, gico, è il portaparola del C.P.L. (Commissione
quello ecumenico... In campo sociale il pro- di pastorale liturgica) che chiede la messa ves-
gressivo avanzare del marxismo, vittorioso pertina, l'uso del volgare nell'amministrazione
nelle due guerre mondiali, crea il clima adatto dei Sacramenti, la riforma della legge del
alla nascita del movimento dei preti operai. digiuno eucaristico. Per ora (6).
Gli animatori di questi movimenti seguono In campo esegetico, sollecita a Roma quel-
una tattica prudente per cambiare la Chiesa. lo che gli storici han chiamato il “superamento
Essi chiedono piccole riforme pastorali, dell'opposizione al metodo storico nella scien-
“per il bene dei fedeli”. A queste, altre ri- za biblica” ( 7), ottenendo la risposta della
forme seguiranno, naturalmente, e via di se- Commissione Biblica del 16 gennaio 1948
guito... Non le chiedono direttamente. Essi (Denz. S. 3862 - 3864). L'intento è di superare
fanno leva sugli episcopati più progressisti gli ostacoli posti dai decreti della Commissione
per stringere d'assedio Roma, tempestarla di Biblica del periodo antimodernista (1905 -
domande, strappare concessioni. 1909; Denz. S. 3373, 3394 ss., 3512 ss.).
Il disordine causato dalla guerra, da ogni In campo sociale, è il Card. Suhard in
guerra e dalla seconda in particolare, favori- persona che approva, protegge e patrocina il
22

movimento dei preti operai di cui parlerò ( 11), ovvero le reprimende papali. Checchè
più diffusamente tra poco. ne sia degli inizi, quando, nel 1949 il Suhard
E mentre Pio XII vede nella “nuova muore, non lascia solo un rocchetto in ered-
teologia”, che fa furore proprio a Lione e a ità a Roncalli. “Cos'altro ha ereditato il nos-
Parigi, la rinascita del modernismo, il Card. tro?” si chiede Hebblethwaite. “Si può dire”
Suhard scrive una lettera pastorale (“Essor risponde “che Suhard riassuma nella sua
ou déclin de l'Eglise”) per denunciare il peri- persona la situazione dello spirito del catto-
colo... dell'integrismo! Quel movimento per licesimo francese in quest'epoca. È aperto al
la difesa dell'integrità della Fede promosso, mondo moderno, disponibile a lasciarsi in-
benedetto, protetto e finanziato da San Pio terpellare da esso. Crede nella necessità di
X, elogiato nelle loro lettere pastorali dai un dialogo tra i comunisti e gli altri uomini
vescovi di Como (Archi) ed Arezzo (Volpi), di buona volontà. Sa bene che questo dialo-
odiato dai modernisti di tutte le specie, or- go non potrà instaurarsi a colpi di anatemi.
mai sciolto dalla morte del Papa santo... è Vuole il rinnovamento della Chiesa ad ogni
messo sullo stesso piano del livello, un laicato ancora vivo, attivo, e un
modernismo,“riunione di tutte le eresie”, dal sacerdozio adatto alla vita industriale mod-
Card. Suhard, per poi essere denunciato erna. Tutti questi fattori influenzeranno
come pericolo principale della nostra epoca! Roncalli (…), si ritroveranno parecchie intu-
La Lettera non piacque a Pio XII (8), evi- izioni di Suhard nel pontificato giovan-
dentemente: era “il manifesto della nuova neo”(12).
Chiesa emergente” (9). Di questa simbiosi Roncalli-Suhard è
L'ultima lettera pastorale di Suhard, “Le garante e testimone Roncalli stesso: “Quasi
prêtre dans la Cité”, pubblicata un mese pri- cinque anni di contatti spirituali fra di noi
ma della morte avvenuta il 30 maggio 1949, avevano suggellato una fraternità di senti-
è come il “suo testamento”: “È un vero la- mento che nessuna ombra, neppure la più
voro di abnegazione intellettuale che lieve, venne mai a turbare. Tanto io lo com-
richiede la cristianizzazione di questo nuovo prendevo, ed egli mi comprendeva”(lettera a
mondo. Avremo bisogno di parecchio tempo Mons. Pierre Brot, vescovo ausiliare del
- forse - per disabituarci da certi metodi di Card. Suhard) (10).
cristianità medievale” ( 10). Coraggio, caro
Cardinale, adesso è cosa fatta. Sei stato I preti operai
davvero un profeta della “nuova Chiesa e-
mergente...” Questa totale sintonia di sentimenti, af-
fermata dallo stesso Roncalli, non può es-
Roncalli e Suhard cludere quella che fu un po' l'opera mag-
giore del Cardinale, il movimento dei preti
A ragione, dopo quanto detto, Hebble- operai.
thwaite ritiene importante esaminare i rap- Vescovo a Bayeux (1928) Mons. Suhard
porti tra Roncalli e Suhard. constata che nelle grandi fabbriche di Caen
Hebblethwaite dà due versioni: quella di “Cristo è sconosciuto”( 13). Nel 1948, fes-
Mons. Capovilla, futuro segretario di Ron- teggiando a Parigi il 50° di sacerdozio, l'im-
calli a Venezia ed in Vaticano, e quella del pressione è la stessa anche per la capitale:
giornalista-gesuita Robert Rouquette. “Quando percorro le cupe periferie intorno
Per il primo, “le relazioni tra il Cardinal alle fabbriche, o percorro le vie illuminate
Suhard e il rappresentante del Papa sono del centro, quando vedo questa gente, volta
sempre state cordiali e affettuose”. Per per volta raffinata o misera, il mio cuore si
Rouquette “il Cardinal Suhard lo temeva: stringe sino al dolore”(14). Senza dubbio, dal-
dalle sue conversazioni col Nunzio usciva la Rivoluzione in poi, la Francia (ed il resto
cupo e inquieto” ( 11). A noi sembra che del mondo) si vanno scristianizzando. Il dato
Mons. Capovilla sia più affidabile che Padre di fatto salta agli occhi: il mondo moderno è,
Rouquette. Ma se anche il gesuita avesse ra- secondo l'espressione di Pio XII,“fuori dal-
gione, ciò sarebbe dovuto al “complesso an- l'ovile di Cristo” (Enc. Humani Generis) .
tiromano” dello Suhard: Roncalli, suo mal- Suhard ne conclude, già nel 1929, che la
grado, rappresentava Roma ed a lui toccava Francia (ed i vecchi paesi cattolici) sono
annunciare al presule parigino quelle che "terra di missione"( 13). Già si avverte una
Hebblethwaite chiama le “brutte notizie” forzatura, un rigorismo non estraneo al pro-
23

gressismo; malgrado tutto, la Francia era an- “Mission de France” (1941) e la “Mission de
cora un paese di battezzati. L'analisi si fa an- Paris” (1943) i cui preti, “pionieri dell'avan-
cora più pericolosa se, al fenomeno di scris- guardia” (14) come Suhard stesso li definisce,
tianizzazione, non si applicano i giudizi della si sentono “suhardiani” ( 12). Ma se il
Chiesa ma quelli dei sociologi allora in voga, Cardinale voleva “salvare le anime di
come il Le Bras (15). Opere come quelle del- Parigi” (14), l'effetto non è quello sperato.
l'abbé Boulard (Problèmes missionaires de I preti operai, per meglio convertire i co-
la France rurale) o dell'abbé Godin (France, munisti, senza dubbio, si fanno arrestare dal-
pays de mission?) seguivano la stessa linea la polizia durante le manifestazioni del par-
sociologica ( 15). Henri Godin (classe 1906) tito ( 19) ed un loro rappresentante, l'abbé
ed Yvan Daniel diressero al Card. Suhard, Boulier, ne fa una grossa. Alla “Conferenza
durante la guerra, un rapporto esponente le sulla pace” organizzata a Varsavia dai comu-
loro tesi, che raggiungevano quelle del nisti dell'invitto Stalin (notoriamente pacifi-
Suhard stesso. ci) l'imprudente Abbé prende la parola e
La “scristianizzazione” analizzata socio- dice: “Se a noi che siamo impegnati nella
logicamente (in modo puramente natural- lotta per la pace, fosse domandato: chi sono i
ista) ed enfatizzata per i bisogni della causa, comunisti tra noi? Risponderemmo: noi tut-
diventava nelle loro mani un piccone per ab- ti” ( 11). Siamo nel novembre 1948! “A
battere (come al solito) dei muri... tra la Varsavia la sala crolla sotto gli applausi. A
Chiesa ed il Mondo. Parigi, però, stava per crollare anche il sof-
Von Balthasar voleva “abbattere i Ba- fitto sopra la testa di Suhard” (11).
stioni”; a Istanbul, Roncalli vede lo Spirito
far cadere le barriere… (16) Roncalli al soccorso di Suhard
Non stupiamoci allora che anche l'abbé
Godin decida, “di abbattere la barriera” (17) Ora, per ritornare in tema, quale fu l'at-
che l'educazione ricevuta in seminario aveva teggiamento di Mons. Roncalli nei confronti
messo tra lui e gli altri. del Card. Suhard, dei suoi metodi pastorali, e
“La Chiesa era diventata la patrona della specialmente del movimento dei preti operai?
cultura e della rispettabilità; e la cultura, Prendiamo le mosse da un caso emblem-
secondo l'opinione di Godin, creava tra gli atico, proprio quello dell'abbé Boulier.
uomini barriere ancora più alte della diver- “A Roma - scrive Hebblethwaite - si as-
sità delle condizioni sociali” (17). Insomma, petta un intervento immediato da parte di
un don Milani francese. Suhard” ( 11); il Cardinale è messo alle
Buttar giù i muri è anche il passatempo strette: o sconfessare, o essere considerato
del Card. Suhard: il tema delle sue medi- responsabile...”
tazioni, dice nel 1948, è sempre lo stesso: «Il 5 febbraio 1949 il Card. Suhard pub-
“C'è un muro che separa la Chiesa dalla blica una dichiarazione nella quale denuncia
massa. Questo muro bisogna abbatterlo ad “l'abituale e stretta collaborazione col co-
ogni costo” ( 14). La guerra è l'occasione munismo”» (11). Quindi, una collaborazione,
propizia per iniziare l'opera. Dà l'esempio il seppur rara, era possibile... mentre Pio XI
domenicano Padre Loew (nome da non di- aveva dichiarato che “il comunismo è intrin-
menticare...) che diventa, nel 1941, scarica- secamente perverso e nessuna collabo-
tore di porto a Marsiglia (15). Un anno dopo razione con esso potrebbe essere permessa”
25 preti nominati da Suhard su consiglio del (Enc. Divini Redemptoris. 1937). Per questo,
Padre Jean-Marie Leblond partono per lavo- il 5 marzo 1949, l'Osservatore Romano deve
rare nel “Servizio di lavoro obbligatorio” precisare che «non bisogna evitare solo la
(STO) in Germania. “Sono i primi preti op- “abituale e stretta collaborazione”. Viene
erai” (18). Hanno una fede “anomica” “per- richiesta la massima vigilanza persino nelle
ché devono improvvisare delle liturgie nei più piccole azioni dove può essere un
luoghi meno appropriati”; (...) “il latino e gli qualche rischio di errore» (11).
antichi riti liturgici”, essi pensano, “non par- È qui che entra in gioco il nostro: «Ron-
lano agli operai” (18). Tornando dalla prigio- calli interviene così bene attraverso la me-
nia o dalla “resistenza” hanno il “complesso diazione di Montini che “L'Osservatore
del reduce” che non vuole tornare alla nor- Romano” del 31 marzo 1949 pubblica un ar-
malità del servizio parrocchiale. Nessuna ticolo che elogia la Missione di Parigi e il
paura. Mons. Suhard ha pronta per loro la cardinale Suhard “che se ne assume tutta la
24

pero salvaguardare intatta la loro vita sacer-


dotale e il loro celibato” (15).

La scomunica dei comunisti

Come detto il Card. Suhard morì il 30


maggio del 1949. Un mese dopo, il 30 giug-
no, Pio XII firma il decreto del Sant'Uffizio
che “lascerà costernata la Francia e sembr-
erà disapprovare tutta la missione di
Suhard” (25). La scomunica colpisce i comu-
nisti atei, ma la condanna papale si estende
anche a chi favorisce “in qualche modo” il
partito.
Cosa fa il Nunzio? Mons. Roncalli s-
parisce: «Egli sceglie questo momento per
fare un lungo giro in provincia lasciando agli
altri la preoccupazione di interpretare il de-
creto... Più tardi Papa Pacelli si lamenterà
della sua assenza da Parigi in momenti così
critici. Dirà a Mons. Marella, suo successore
alla nunziatura: “Soprattutto non faccia
come il suo predecessore che non c'era mai"
(MAX BERGERRE, Quattro Papi e un giornal-
ista, Paoline 1978, pag. 70). Durante questa
assenza diplomatica i quattro Cardinali
Angelo Roncalli riceve, la“berretta cardinalizia” dalle francesi spiegano con pazienza ciò che non
mani del presidente della repubblica francese, vuole significare il decreto del Sant'Uffizio:
Vincent Auriol
“...È necessario che si sappia che nella
responsabilità”. Anche se il tema è cambia- nozione stessa di capitalismo è presente... un
to, vi possiamo scorgere una sorta di apolo- materialismo rifiutato dall'insegnamento
gia. È piazzando articoli su “l'Osservatore cristiano... Noi ben comprendiamo la sof-
Romano” che i Prelati della Curia romana ferenza che hanno potuto sentire i lavoratori
si danno battaglia fra di loro» ( 20); Mons. davanti alla condanna del comunismo. Noi s-
Ottaviani ed il Sant'Uffizio da un lato, Mons. appiamo che essi vedevano in esso un parti-
Montini dall'altro (21): di già sono presenti i to attivo e risoluto a sopprimere le ingius-
due schieramenti (quello ortodosso e quello tizie sociali di cui sono oggetto e dare agli
eterodosso) che si opporranno al Concilio. operai il loro ruolo di uomini liberi, come la-
In questo episodio si vede dove vanno le voratori e come cittadini. Così noi siamo ad-
simpatie di Mons. Roncalli. “Ammirava il dolorati della loro pena e abbiamo a cuore
modo in cui la gerarchia francese, in specie di togliere loro la dolorosa impressione che
gli Arcivescovi di Parigi, avevano organizza- la Chiesa resti insensibile alle loro angosce”
to progressivamente le varie attività cat- (25). Vien proprio da ripetere la frase dell'ab-
toliche” ( 22), scrive Bolton. Approva “l'es- bé Boulier: “Chi sono i comunisti tra noi?
perimento dei preti operai” ( 23), scrive Noi tutti!”
Wynn. “Aveva molta simpatia per i preti op-
erai”, secondo Hatch (24). Il successore di Suhard
A Roma si vedevano le cose diversa-
mente: nel 1951 si diede ordine di inter- “Non è vero però, che [Roncalli] trascu-
romperne il reclutamento (erano già una no- ra il suo lavoro durante i suoi viaggi. Non
vantina) e nel 1953 il successore di Roncalli, abbandonerà la Francia prima di aver trova-
Marella, li fece richiamare in sede dai loro to un successore al Card. Suhard ” ( 25). Si
superiori. Più di quaranta si rifiutarono. Nel tratta di Mons. Feltin, nominato nell'agosto
frattempo, nei quasi dieci anni d'esperimen- del 1949, Feltin è “presidente di Pax Christi
to, molti “si lasciarono guadagnare alla teo- il movimento cattolico e pacifista ” (25) alias
ria della lotta di classe, mentre altri non sep- utile strumento del comunismo. Hebbleth-
25

waite assicura che ispirerà a Giovanni XXIII grandi cose per i teologi censurati, se non
la “Pacem in terris”. consigliare loro pazienza, alzare le braccia al
cielo e scrollare le spalle” (32). Come ai tem-
La condanna della “nuova teologia” pi del modernismo l'importante è nascon-
dersi ed attendere momenti migliori. Verrà il
Continuità a Parigi, quindi, in favore del- giorno della rivincita.
la novità. Continuità a Roma, in favore della
tradizione. L'esortazione apostolica “Menti Gli ultimi anni (1951 - 1952)
nostræ” sulla santificazione della vita sacer-
dotale condanna in tanti sacerdoti “una cer- «Durante l'ultimo periodo della sua mis-
ta avidità di novità che va aumentando in sione in Francia, nel 1951 - 1952, ritenendo i
modo sempre più grave e più inquietante” Francesi cattolici litigiosi e cavillosi [si tratta
(26). A “Menti nostræ” fa seguito l'Enciclica degli “integristi” evidentemente! n.d.a.],
“Humani generis”, “circa alcune false opin- Roncalli dedica maggior tempo a quanti s-
ioni che minacciano di sovvertire i fonda- tanno “fuori” dalla Chiesa. Non dovendo
menti della dottrina cattolica” (12. VIII. preoccuparsi degli ukase di Roma [è il mod-
1950). Queste false opinioni le ritroviamo ernista Hebblethwaite che scrive! n.d.a.], si
tutte nel Vaticano II. Ovviamente, d'al- trovano meglio disposti ad apprezzare le sue
tronde: i sostenitori di questi errori saranno qualità umane, la sua cordialità e il suo spiri-
chiamati a partecipare come “esperti” al to di comprensione. Il presidente Vincent
Concilio proprio da Giovanni XXIII! Auriol, ex ministro delle finanze nel governo
Pio XII condanna, Giovanni XXIII ri- del Fronte Popolare [cioè social-comunista!
abilita, Paolo VI e Giovanni Paolo II e- n.d.a.] nel 1936, lo trova simpatico» [ovvio!
saltano (persino col “cardinalato” nel caso di n.d.a.](32).
Danielou, De Lubac, von Balthasar) le
medesime persone, le medesime dottrine! Partenza
Senza nominarli, l'Enciclica condannava
“Padre De Lubac e la sua banda” (von Intanto, il Patriarca di Venezia, Carlo
Balthasar dice: “Eravamo una banda”) (27). Agostini, si ammala, e si teme per la sua vita.
Perdono i loro incarichi i gesuiti De Montini scrive allora a Roncalli, il 14 no-
Lubac, Rondet, Bouillard, i domenicani vembre 1952 se, in caso di morte del Pa-
Chenu e Congar. Dietro di loro, l'ombra di triarca, sarebbe stato disposto a sostituirlo a
Theilard de Chardin. “Sodalitium” ha già Venezia. Le notizie si succedono; un'altro
dedicato più di un articolo ai loro errori, per telegramma di Montini annuncia la deci-
cui evito di ritornarci sopra ancora una volta sione di Pio XII di crearlo Cardinale nel
(28). Solo mi chiedo: cosa fa Roncalli? Concistoro del 12 gennaio 1953. Un Car-
dinale non resta in nunziatura: andrà a Ve-
Un buco di sei mesi nezia, quindi, o in Curia. Lo stesso giorno la
notizia della malattia mortale della sorella
Cosa fa Roncalli? Ormai è un esperto: il Ancilla. Vedremo in seguito quanto
21 agosto, dieci giorni dopo la pubblicazione quest'avvenimento sia una prova per lui.
di “Humani Generis”, lascia Parigi per l'Ita- Dopo una visita alla sorella torna a Parigi.
lia, dalla quale ritornerà solo a metà ottobre. La notizia della sua elevazione alla porpora
Tornato da Parigi mantiene un inspiegabile è ufficiale. All'Arcivescovo di Parigi e con
silenzio: nelle sue memorie dal luglio al lui futuro Cardinale, Mons. Feltin, esprime il
dicembre 1950 c'è un buco di sei mesi” (29). suo timore di essere nominato in Curia a
Per colmare questo buco, ecco una testi- Roma. Non ha mai amato la Curia romana,
monianza significativa: secondo lo stesso e lo dimostrerà. Il Patriarca di Venezia
Padre De Lubac “il nuovo Papa [Giovanni muore però il 28 dicembre; Roncalli lo sosti-
XXIII]... era rimasto scontento di ciò che era tuirà. “Fa in tempo a sfuggire alla Curia” (33).
successo al tempo della Humani Generis”
(30). Il seguito lo confermerà. D'altra parte, il Una cena, un segretario e una berretta
concetto di “segni dei tempi” che Giovanni
XXIII farà suo, non è forse ripreso da Padre Il nostro non può partire così alla
Congar, uno dei teologi condannati? (31) chetichella, insalutato ospite. Seguiamolo
Ma, per il momento, egli “non può fare anche negli addii ufficiali.
26

Proclamato Cardinale nel Concistoro del Robert Schuman, Pinay, Fourcade.


12 gennaio il Card. Roncalli avrebbe dovuto L'atmosfera fu squisitamente cordiale, diste-
ricevere la Berretta cardinalizia a Roma. sa”( 38). Alla fine, prese la parola proprio
Un'antico privilegio dei Re di Francia, at- Herriot, per gli ultimi complimenti. «Il Paris
tribuiva loro l'onore di imporla in nome del Presse commentava:“Il Cardinal Roncalli
Papa al Nunzio eletto Cardinale. I presidenti lascia dietro di sè in Francia un mucchio di
della repubblica, tutt'altro che cattolici, amici e neppure un sol nemico”» (38). Come
“consideravano la cerimonia una cosa di abbiamo gia detto, ha fatto meglio di Cristo,
Chiesa che non li riguardava e se ne erano che di nemici ne aveva molti.
astenuti” tranne che per i Cardinali Maglioni
e Cerretti (34). Il giudizio di un collega
Dopo la rottura tra Stato e Chiesa,
avvenuta sotto S. Pio X, i tempi non erano Si tratta di Carl J. Burckhardt (39). Ecco il
certo favorevoli a simili cerimonie. Ma suo curriculum: docente di storia all'Uni-
Roncalli non era un Cardinale come gli altri, versità di Zurigo e di Ginevra, specializzato
lo abbiamo già visto! “Fu il presidente stes- in Voltaire e Goethe, diplomatico, commis-
so, [il socialista ateo] Vincent Auriol a sario della Società delle Nazioni in Polonia
chiederlo come piacere. Mons. Roncalli ne (1937), Presidente del Comitato inter-
fu lietissimo” (34). La cerimonia ebbe luogo il nazionale della Croce Rossa (1944), ambas-
15 gennaio. Nei discorsi ufficiali Roncalli ri- ciatore elvetico a Parigi (1945-1949). È lì che
cordò un episodio analogo, ai tempi del conobbe il Nunzio apostolico, Mons. Angelo
presidente Carnot, nel 1893, cui assistette il Roncalli, futuro Giovanni XXIII. Quando il
suo carissimo Mons. Radini-Tedeschi ( 35). suo collega diplomatico fu eletto al Sommo
Dal canto suo, Auriol ne profittò per far pro- Pontificato nel 1958, Burckhardt scrisse al-
paganda della repubblica (massonica) l'amico Max Rycher: «Ho un grande inte-
francese: “le vostre trascorse esperienze - resse per il Papa. Durante tutto il mio sog-
disse al neo-Cardinale- vi avevano permesso giorno a Parigi, ho avuto con lui numerosis-
di apprezzare l'azione della Francia nel simi contatti personali, e lo amavo proprio
mondo e vi avevano predisposto, da lungo molto. Girava di qua e di là come un giovane
tempo, a comprendere le grandi tradizioni di funzionario d'ambasciata, lo si incontrava
tolleranza e di giustizia che sono sempre s- dappertutto, a cominciare dal salotto M.R.P.
tate l'onore della nostra nazione e che dove- [il partito D.C. francese, n.d.r.] della sorpren-
vano unire, dopo la solenne esortazione di dente madame Abrami (…). Ha una vasta
Leone XIII, tutte le famiglie spirituali esperienza del mondo, avrebbe potuto di-
francesi attorno alla Repubblica”(36). Baci, ventare un eccellente capitano d'industria, è
applausi, Legion d'onore… Auriol rimase dalla testa ai piedi quel contadino di Ber-
così amico di Roncalli da andare a trovarlo gamo, di buona intenzione ma scaltro. La
più tardi a Venezia, pur non rivestendo più sua devozione è solida, ma concisa, secondo
incarichi pubblici (34). Il 3 febbraio arriva in il suo stile. Tuttavia mi sembra che il suo
Nunziatura una delegazione della diocesi di buon senso -preciso a corto termine, ma a
Venezia guidata dal Vicario Capitolare, lungo termine piuttosto vago- gli impedisce
Mons. Erminio Macacek. Questi “era ac- di riconoscere il valore di certi misteri che
compagnato da un giovane sacerdote, secco, trascendono il tempo e che sono specifica-
dalla faccia pallida, ma con due occhi intel- mente cattolici. L'attitudine a credere ai
ligenti: don Loris Capovilla”(34). Padre Tan- miracoli, il rispetto del Sacro, non sono affar
zella, che citiamo, dimentica un'ultima carat- suo. È un deista ed un razionalista, con la
teristica del don Loris: sinistrorso. Roncalli miglior tendenza a mettersi al servizio della
lo nota e ne farà il suo segretario a Venezia giustizia sociale. Vi aggiunge una tendenza a
ed in Vaticano. I due erano fatti per inten- tendere largamente la mano a tutti coloro
dersi. Infine, 5 febbraio 1953, pranzo d'addio che, provenienti da campi totalmente op-
agli amici politici. Invita il presidente posti, sono animati da simili sforzi (…). È
dell'Assemblea Nazionale: Eduard Herriot buono, aperto, pieno di umorismo, molto
( 37) quello dell'Unione Nazionale: Mon- lontano dal medio-evo cristiano; passando
nerville, il Presidente del Consiglio Réné tra i “philosophes” francesi è giunto alle
Mayer ed i suoi predecessori: Bidault, stesse conclusioni dei Riformatori, con in
Covin, Pléven, Edgard Faure, André Marie, meno la passione metafisica. Cambierà
27

(13) Citato in HEBBLETHWAITE p. 304.


(14) Citato in HEBBLETHWAITE p. 317.
(15) JEDIN, op. cit., vol. X/2 pag. 555-556.
(16) HEBBLETHWAITE p. 278.
(17) GLORNEY BOLTON. Il Papa. Longanesi
1970 pp. 233-234.
(18) HEBBLETHWAITE p. 305.
(19) BOLTON op. cit. p. 238.
(20) HEBBLETHWAITE p. 316.
(21) Cfr. HEBBLETHWAITE pp. 306-307. Ot-
taviani inviò a Suhard un questionario sui preti operai
nel 1947, evidenziando i problemi ed i pericoli insiti nel-
l'esperienza suddetta.
(22) BOLTON op. cit. p. 237.
(23) WILTON WYNN Custodi del regno. Fras-
sinelli 1989 p. 50.
(24) ALDEN HATCH Giovanni XXIII Mursia
1964, p. 132.
(25) HEBBLETHWAITE pp. 320-321.
(26) Citato in HEBBLETHWAITE p. 322.
(27) RENATO FARINA Padre De Lubac e la sua
banda. Ne “Il Sabato” n. 37, 14 settembre 1991 p. 82.
(28) Sulla “Nuova teologia” si leggano su “Soda-
litium” gli articoli di:
- Don RICOSSA Vita e pensiero di Wojtyla in “So-
dalitium” n. 19, pp. 13-17.
- Don NITOGLIA Il Magistero del Concilio Vaticano II
n. 20 pp. 7-11.
- Don NITOGLIA Il Magistero del Concilio Vaticano II
n. 22 pp. 20-24.
- Don NITOGLIA Teilhard de Chardin n.25 pp. 13-21.
- Don NITOGLIA Henry de Lubac n. 27 pp.24-29.
Inoltre una descrizione del pensiero dei nuovi
Il Nunzio Roncalli a colloquio con un Vescovo francese teologi si trova anche nel libro da noi recensito (Heb-
blethwaite), pp. 323-325. Breve ma interessante l'espo-
molte cose; dopo di lui la Chiesa non sarà sizione fattane nella “Storia della Chiesa” dello JEDIN
più la stessa» (40). Ecco chi è colui che parte (vol. X/1, pp. 206-207) ove si mette in rilievo il neo-ori-
alla volta di Venezia. Dimenticavo: l'ambas- genismo dei “nuovi teologi” (Cfr. l'articolo del prof.
Siebel su “Sodalitium” n. 27 p. 39-49: Si può sperare la
ciatore elvetico era anche un alto grado del- salvezza di tutti?) Sempre valida la critica fatta dal card.
la Massoneria ( 39), come d'altronde l'altro Siri in “Getsemani. Riflessioni sul movimento teologico
amico e collega di Mons. Roncalli, il Barone contemporaneo” Fraternità della SS. Vergine Maria,
Marsaudon. Un bel trio, non c'è che dire. Roma 1980.
(29) HEBBLETHWAITE, p. 325.
(30) Cfr. “Sodalitium” n. 27, p. 25.
NOTE (31) HEBBLETHWAITE p. 324.
(32) HEBBLETHWAITE p. 326-327.
(1) HEBBLETHWAITE. Jean XXIII, le Pape du (33) HEBBLETHWAITE p. 331.
Concile. Ed. le Centurion 1988, pp. 5-6. (34) TANZELLA Papa Giovanni, Dehoniane
(2) “Sodalitium” n° 25, pp.23-27. 1983 p. 194.
(3) In D. BONNETERRE Le mouvement l- (35) TANZELLA op. cit. p. 196. Su Mons. Radini
iturgique . Fideliter 1980, pp. 112-113. Tratto da L. vedi “Sodalitium” n. 22, pp. 15 - 20.
Bouyer Dom Lambert Beauduin, un homme d'Eglise. (36) HEBBLETHWAITE p. 332.
Castermann 1964, pp. 180-181. (37) Su Herriot si veda “Sodalitium” n. 27 e
(4) “Sodalitium” n° 22, pp. 14-15. l'Appendice a questo articolo.
(5) HEBBLETHWAITE Giovanni XXIII il Papa (38) TANZELLA op. cit. pp. 199-200.
del Concilio. Ed. it. Rusconi 1989 , pp. 669-670. (39) Didasco, maggio - giugno 1981, n. 25 pp. 15-17.
(6) BONNETERRE. Le mouvement liturgique. op. (40) Da Brief Wechsel zwiscen Max Rycher und
cit. pp. 73-74. Carl, J. BURCKHARDT 1970. Citato in “Einsicht”
(7) Storia della Chiesa diretta da H. JEDIN. Jaca aprile 1981 p. 303.
Book 1975. Vol. X/1 pp. 221-225.
(8) cfr. BONNETERRE. St. Pie X et l'intégrisme. APPENDICE
in Fideliter n.24 p.62. (Pessimo articolo, secondo quanto
già da noi esposto in “Sodalitium”, n. 25 p. 36 nota 19. Nello scorso numero ho segnalato la sin-
(9) HEBBLETHWAITE. op. cit. p. 313.
(10) Citato in HEBBLETHWAITE p. 318. golare amicizia tra Mons. Roncalli ed
(11) Citato in HEBBLETHWAITE p. 315. Edouard Herriot che di Roncalli, al dire di
(12) Citato in HEBBLETHWAITE p. 319. Andreotti, faceva “ampie lodi” (ANDRE-
28

OTTI. A ogni morte di papa. Rizzoli 1982. blicarono con lo pseudonimo di A. G.


pp. 67 - 68). Maggiori informazioni su Michel, un libro che mostrava, prove docu-
Herriot si possono trovare in due opere di mentate alla mano, che la maggior parte
Léon de Poncins, e cioè: “Les Forces Secrètes delle leggi instaurate dal ministero Herriot
de la Revolution ”. Bossard 1928 e erano state elaborate precedentemente nelle
“Cristhianisme et F .˙. M .˙.”, l'Ordre Fran- logge massoniche» (Christianisme... p. 65).
çais, 1969. Scrive il de Poncins: “Questa im- Segue, nei due libri citati, la lista di 14
mistione della Massoneria nelle cose del leggi del governo Herriot, varate a pochi
Parlamento ed il suo dominio sulla maggio- mesi di distanza dalla loro proposta decisa
ranza dei deputati e dei suoi senatori si è af- nelle riunioni massoniche. Per non appesan-
fermata più fortemente che mai durante il tire ulteriormente il mio articolo cito solo,
ministero Herriot del 1924” (Forces Secrètes, tra le altre, la decisione di sopprimere
pp. 63-64). l'Ambasciata del Vaticano (Bollettino uffi-
«Nel 1924, le elezioni legislative con- ciale della Gran Loggia di Francia, gennaio
dussero alla vittoria del Cartello delle 1923, p. 39; realizzazione: il 24 ottobre 1924),
Sinistre ed Herriot prese il potere. Ecco l'applicazione delle leggi contro le con-
quanto diceva a suo proposito la Riunione gregazioni religiose, l'introduzione del
del Grand'Oriente del 1924: “Prima di com- regime laicista anche in Alsazia-Lorena, il
inciare i lavori, permettetemi di rivolgere il monopolio dell'insegnamento, la ripresa
saluto della F .˙. M .˙. al grande cittadino delle relazioni coi Soviet…
Herriot che, pur non essendo F .˙. M .˙., tra- Ecco, fra tutti i politici francesi, il più
duce così bene nella pratica il nostro pen- amato da Mons. Roncalli, completamente ri-
siero massonico.” Il suo governo decretò una cambiato d'altronde.
serie di leggi socializzanti, prefigurazione Il trio Roncalli-Marsaudon-Burckhard,
delle leggi del Fronte popolare di Léon con l'apporto di Herriot, diventa un quartet-
Blum. Ora, poco dopo, le edizioni Spes pub- to. Un quartetto di Venerabili personaggi…

NOTA SUL DIGIUNO I . I l d i g iuno ecclesiastico

Fare penitenza è un comandamento divino.


Se non facciamo penitenza, periremo tutti
“Non abbiamo bisogno di dimostrare a dei (cfr. Luc. XIII, 5).
cristiani l'importanza e l'utilità del digiuno; La Chiesa, applicando questo comandamen-
le divine Scritture dell'Antico e del Nuovo to, ha, da sempre, prescritto dei giorni di
Testamento depongono dal prinicipio alla digiuno. Imitando l'esempio di Mosè, Elia e
fine in favore di questa santa pratica”(DOM Nostro Signore Gesù Cristo, che digiu-
PROSPER GUERANGER Abate di So- narono 40 giorni, fu istituita la Quaresima. Il
lesmes. L'Année Liturgique. Le Carême. ed. digiuno quadragesimale è stato istituito dagli
del 1878 pp. 11 e 12). Apostoli stessi, secondo S.Girolamo (Ep.
Purtroppo l'Abate di Solesmes, oggi si ricred- XXVII ad Marcellam), S. Leone Magno
erebbe; il digiuno è scomparso quasi total- (Serm. II, V, IX de Quadragesima), S. Cirillo
mente dalla vita spirituale dei cristiani, d'Alessandria (Homil. Paschal.), S. Isidoro
nonostante gli elogi che ne vengono fatti, ap- (De eccles. officiis l. VI c. XIX).
punto, dall'Antico (Tobia XII, 8; II Re XII, Antichissimo nella Chiesa Romana il
16; Giuditta VIII, 6; Gioele II, 12; Ester XIV, digiuno della Quattro Tempora, all'inizio
2; II Maccabei XIII, 12) e dal Nuovo delle quatro stagioni. Antichissimo anche il
Testamento (Matteo VI, 16-18; e XIV, 15; digiuno nella vigilia delle feste.
Atti XIII, 2-3; II Cor. VI, 5 e 9, 27). Il digiuno,
naturalmente parlando, consiste nel non Il legame della nostra milizia
prendere né cibo né bevanda. Nella Chiesa e-
sistono due forme di digiuno: il digiuno eccle- Riferendosi al digiuno quaresimale, Papa
siastico, ed il digiuno eucaristico. Benedetto XIV scriveva: “L'osservanza del-
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la Quaresima è il legame della nostra milizia; 3) il mercoledì, venerdì e sabato delle


è per essa che ci distinguiamo dai nemici del- Quattro Tempora o stagioni, cioé:
la Croce di Gesù Cristo; per essa che allon- 1° della primavera nella prima setti-
taniamo i flagelli dell'ira divina; per essa che, mana di Quaresima
protetti dall'aiuto celeste durante il giorno, 2° dell'estate nella settimana di Pen-
ci fortifichiamo conto i prìncipi delle tene- tecoste
bre. Se quest'osservanza si rilasserà, sarà a 3° dell'autunno nella terza settimana
detrimento della gloria di Dio, per il dis- di settembre
onore della religione cattolica ed il pericolo 4° dell'inverno nella terza settimana
delle anime cristiane; e non c'è dubbio che dell'Avvento.
questa negligenza diverrà la fonte di sven- 4) le Vigilie:
ture per i popoli, di disastri nei pubblici af- 1° di Natale (24 dicembre)
fari, di infortunî per gli indivdui”(Enc. Non 2° di Pentecoste
Ambigimus del 30 maggio 1741). 3° dell'Immacolata (7 dicembre)
La profezia si è purtroppo realizzata. 4° di Ognissanti (31 ottobre).
III. Di solo digiuno.
La disciplina attuale Tutti gli altri giorni feriali di Quaresima.

Nell'attuale situazione bisognerebbe far Una dispensa di Pio XII.


penitenza “in cinere et cilicio”. Almeno, os-
serviamo la legge della Chiesa riguardante Durante la guerra, dal 1941 in poi, molti
l'astinenza della carne ed il digiuno. Essa è indulti limitarono la legge della Chiesa che
molto addolcita e facilitata rispetto al rigore abbiamo appena esposta: il digiuno era forza-
del passato. Ma, per l'appunto, qual'è la to perché non c'era quasi nulla da mangiare...
legge della Chiesa in materia? Il 28 gennaio 1949 il decreto della S. C.
Non essendo di nessun valore la Co- del Concilio “Cum Adversa” restaurò
stituzione “Poenitemini” con la quale G.B. parzialmente l'osservanza della legge, limi-
Montini (1966), che non aveva l'Autorità tando le facoltà di dispensa accordate prece-
Pontificia, riduce a due i giorni di digiuno, dentemente agli Ordinari. Si doveva pertan-
occorre riferirirsi alla legge precedente. Essa to osservare nuovamente l'astinenza tutti i
si trova nel Codice di diritto canonico, ai venerdì, e l'astinenza col digiuno il giorno
canoni 1250-1254, modificata da due decreti delle Ceneri, il Venerdì Santo e le vigilie
della S.C. dei Riti (16 IX 1955) e del dell'Assunta (poi sostituita dall'Immacolata)
Concilio (25 VII 1957). Tenuto conto di e di Natale.
queste modifiche, la legge attuale per i fedeli Sarebbe un errore, però, considerare
di rito latino (cioé non appartenenti alle questo decreto del 1949 la legge in vigore:
chiese orientali) è la seguente, che ricaviamo con questo decreto Pio XII manteneva la fa-
dal “Catechismo della dottrina cristiana pub- coltà di dispensare per tutti i giorni prescritti
blicato per ordine del Sommo Pontefice San tranne quattro. Poiché questa dispensa, per-
Pio X” edito dalla Libreria Editrice Vaticana durante l'assenza in atto dell'autorità, non è
nel 1959. rinnovata, nessuno a rigor di termini può av-
La legge del digiuno obbliga tutti i fedeli valersene oggi.
non scusati o dispensati, dai 21 anni compiu- Tuttavia, data l'intenzione espressa da
ti ai sessanta incominciati; quella dell'asti- Pio XII nel decreto del 1949, si può essere
nenza dalla carne a partire dai sette anni particolarmente benigni nell'accettare cause
compiuti. Il digiuno consiste nel fare un solo scusanti dal digiuno e dall'astinenza per quei
pasto al giorno ma sono tollerate due piccole giorni in cui c'era, dal 1949 in poi, l'uso di
refezioni, che i teologi limitano a 60 grammi dispensare.
il mattino e 250 grammi la sera.
I giorni di penitenza sono i seguenti: I I . I l d i g iuno eucaristico.
I. Di sola astinenza dalle carni.
Tutti i venerdì tranne quelli nei quali Secondo S. Tommaso, l'uso di restare to-
cade una festa di precetto. talmente a digiuno a partire dalla mezzan-
II. Di astinenza e di digiuno. otte, per ricevere la comunione è di origine
1) il mercoledì delle Ceneri apostolica (III, q. 80, a. 8). Comunque, già S.
2) ogni venerdì e sabato di Quaresima Agostino diceva che “è seguito dal mondo
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intero questo uso” poiché “piacque allo solidi e le bevande alcoliche, ed una sola ora
Spirito Santo che, ad onore di tanto sacra- per le altre bevande.
mento, il Corpo del Signore entrasse nella Il Papa però ricordava che “la legge del
bocca dei cristiani prima di ogni altro cibo”. digiuno eucaristico dalla mezzanotte rimane
(Responsionem ad Ianuarium c. 6). E S. in vigore per tutti quelli che non si trovano
Tommaso ne dà tre ragioni: in particolari condizioni” ( Christus Do-
1° per rispetto al Sacramento; minus).
2° per insegnare che Cristo deve essere Questa è la disciplina attuale, essendo
servito prima di ogni altra cosa; priva di valore la decisione di G. B. Montini
3° per evitare gli eccessi condannati da S. di permettere a chiunque di mangiare e bere
Paolo (I Cor. XI, 21) di quanti si comunica- (anche alcolici) fino ad un'ora prima della
vano con pericolo di vomito o ubriachezza. comunione.
L'uso millenario si mantenne fino ai nos-
tri tempi. Durante l'ultima guerra furono ot- Esortazione
tenuti dei permessi, finché Pio XII stabilì
(Cost. Ap. Christus Dominus 6.1.1953; Motu Invitiamo tutti i fedeli a seguire queste
Proprio Sacram Communionem 19.3.1957) norme della Chiesa e, più in generale, a
che l'acqua non rompeva più il digiuno e che portare la propria croce dietro a Gesù, mor-
l'obbligo non era più dalla mezzanotte ma tificando i vizi e le concupiscenze, vincendo
da tre ore prima (della comunione per i così il sensualismo dilagante che impedisce
fedeli, della Messa per i sacerdoti) per i cibi all'anima di elevarsi a Dio.

LA VIA REGALE È in una via dolorosa che io entro con Te,


o Gesù, nella Tua via. La via è ciò che si per-
di Mons Guérard de Lauriers corre, la si prende per lasciarla; un passo non
ha senso senza quello che lo segue. Così, nel-
La rivista di vita spirituale “Tabor” (Via la Via del Calvario, ogni rinuncia ne richia-
della Conciliazione, 15 - Roma) n. 2-3 pub- ma un'altra, sino alla rinuncia suprema. Che
blicò nel marzo 1964 “la traduzione italiana io sia presente con tutto me stesso in ogni
delle profonde elevazioni del Padre M. L. passo della Tua Via dolorosa, così come ho
Guérard des Lauriers, domenicano, Pro- saputo esserlo in ogni passo della seduzione!
fessore a Le Saulchoir (Parigi)”. Quanta attesa, quanto desiderio, quanta
Pensiamo che il lettore odierno di ebbrezza, in ognuno di quei passi che sfida-
“Sodalitium” ne ricaverà lo stesso beneficio vano misteriosamente qualunque stanchez-
che i lettori di “Tabor” ne trassero 27 anni fa. za! O Signore, dammi un simile fervore per
Presentiamo quindi a tutti voi questa Via la via dolorosa, per la Tua Via, che deve es-
Crucis meditata, che pubblicheremo a pun- sere quella della mia vita; dammi la Tua atte-
tate, in ricordo ed in omaggio dell'indimenti- sa, il Tuo desiderio, la Tua ebbrezza: non hai
cabile Mons. Guérard des Lauriers. Tu detto: Devo ricevere un battesimo, e
quanta angoscia ho in me sino a che esso non
Sodalitium sia compiuto? ( 3) La mia angoscia è il mio
timore di abbandonare la via, di non essere
PENSIERI PRIMA DELLA VIA CRUCIS più nella Tua via che porta e incammina fino
alla Croce, fino alla Gloria. Signore, per la
Signore Gesù, Tu hai detto: Io sono la grazia della Tua via dolorosa, dammi il timo-
Via, la Verità, la Vita ... (1) la Via del Calvario re di non saperti seguire e liberami dalla
è la verità che dà la vita. Tale fu, o Gesù, il morsa della mia debolezza.
Tuo destino umano e tale dev'essere pure il La Tua via Crucis è Verità: Tu sei intera-
mio; è sufficiente che il servitore sia come il mente presente in ciascuno dei passi che for-
suo Padrone ( 2): fammi dunque compren- mano questa via, dolorosa nel tempo, ma
dere le Tue parole, trasformami secondo la gloriosa nell'eternità. In Te, Verbo di Verità,
verità che è la Tua Verità, mutami nella glo- Dio forma e contempla il disegno di
ria che è la Tua Vita per l'eternità. Saggezza che lega la Gloria alla Croce e se
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io voglio contemplare quanto Tu sia saggio, il mio cuore e il mio corpo aderiscano alla
guardo la Croce. Tu stesso, Signor Gesù, Tua Croce affinchè tutto me stesso sia
Verbo incarnato, conoscesti nella Croce la verginalmente riformato dalla verità della
sovrumana profondità della Tua stessa Tua Croce.
Verità. Con quale rigore attuasti il disegno Signore Tu sei la Verità; la Tua via do-
che portavi in Te: Tu fosti un sì ( 4) nella lorosa è la via della Vita. Tu sei tutto in cias-
misura della Tua Verità; dicesti il vero sì che cuno dei Tuoi passi ed ognuno di essi compie
nella Tua carne fu la eco dell'immutabile nel più intimo di Te stesso, un nuovo annien-
Amen che sei alla chiamata del Padre, il sì tamento. Tu lasci che si sospendano in Te
che solo poteva incarnare piena mente in Te gradualmente, ineluttabilmente sino alla
la Verità e che Ti permise di dire: Io sono la loro sorgente, tutte le forze della Tua vita,
Verità. (5). ma è proprio allora, o Signore, che sei Vita,
Signore Ti adoro, Tu sei la Via; Signore è allora che entri nella Gloria. Io credo che
adoro Te che sei la Verità, Via dolorosa, sei Vita, mentre acconsenti a lasciare questa
Verità crocifissa. Io desidero essere intera- vita. Questa Verità è dura e chi la può inten-
mente presente in ognuno dei passi che for- dere? (6) Eppure poichè questa è verità per
mano la Via, desidero costruire la mia vita Te, lo è anche per mè; è vero per me come lo
nella Tua, mettendo i miei passi nei Tuoi, è per Te? Chi perde la propria anima la salva
desidero essere vero come Te, dire un vero (7). Fammi percorrere, o Signore, la Tua stra-
«sì» come Tu l'hai detto; come Te, essere, da intima la quale conduce all'immenso ab-
pur nella Croce, una eco dell'Amen eterno bandono: allora io pure entrerò sicuramente
all'attesa del Padre. nella Vita. Io credo, o Signore, ma aumenta
Signore Tu hai proporzionata la mia la mia fede. (8) Credo dal profondo dell'ani-
croce alla mia debolezza. Verità della mia ma, da quel profondo nel quale Tu vivi in
croce, perchè essa è croce come la Tua; ver- me: la Tua viva Presenza acconsente in me al
ità della mia croce perchè essa è pesante e mistero della Tua Vita. Tu sai, o Signore che
implacabile, come la Tua; verità della mia sono debole ma sai anche che sono felice di
croce perchè essa è piccola e così adatta alla essere con Te: con Te nella via dolorosa, con
mia misura mediocre. O Signore, come Te nella verità della Croce, con Te nel sacri-
l'amerò questa verità, la verità della mia ficio che è Vita. A chi andrei io, o Signore?
croce, verità di ogni giorno, di ogni istante Tu solo hai parole vita eterna (9).
della mia vita! Signore, Tu pensavi a me, E Tu o Maria, Tu che sei la Madre del
mentre la verità della Tua croce crocifiggeva Verbo incarnato, del Verbo incarnato e cro-
in Te lo spirito, il cuore e la carne, più inti- cifisso, che sei la via attraverso la quale il
mamente e più profondamente di quanto Verbo trovò la Croce, la prima ad essere sta-
non lo facessero i Tuoi nemici. Signore, ven- ta iniziata al giogo della Croce; Tu che sor-
go a percorrere con Te le tappe della Tua ridesti in questa vita all'Autore stesso della
Via Crucis; mentre penserò a Te, conferma Vita e che sei la «sempre piena di vita», con-
Tu stesso tutto il mio essere alla verità della cedimi di essere per Gesù agonizzante, sof-
Croce. ferente, morente, ciò che fosti tu stessa, ciò
O Verbo incarnato Gesù Crocifisso, che che tu sei eternamente per Lui: un sorriso.
mi hai rivelato la Croce nello splendore del-
la Tua Verità, che hai esaltato la Croce nella (l) Gv 14, 6. (5) Gv 14, 6.
(2) Mt 10, 25. (6) Gv 6, 60.
Tua Gloria, che hai incarnato mediante la (3) Lc 12, 50; (7) Mt 10, 39.
Croce la Verità e la Gloria, che il mio spirito, Gv 12, 27. (8) Mc 9, 24; Lc 17, 5.
(4) II Cor 1, 19. (9) Gv 6, 68; 10, 8.
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