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Franz Joseph Haydn - Hob III:78 - Quartetto Op.

76 n°4 in Si bemolle maggiore

Il quartetto Op.76 n°4 in Si bemolle maggiore fa parte dell'ultima produzione haydniana che si
colloca nel periodo immediatamente successivo alla morte del principe Nikolaus Esterházy, avvenuta
nel 1790, alla cui corte aveva svolto il ruolo di Kapellmeister per circa trent'anni.
Di ritorno dal suo secondo ed ultimo soggiorno londinese, dove consolidò ulteriormente la sua già
incredibile fama europea, Haydn iniziò la stesura dei sei quartetti che compongono l’opera,
terminandoli l’anno successivo; vennero quindi pubblicati a Londra e a Vienna nel 1799 con la dedica
al conte Joseph Erdödy, da cui prende il nome l’intera opera.
Il quartetto eseguito in questa occasione viene definito “Aurora”, termine che descrive molto bene
l’atmosfera rarefatta con cui si apre il primo movimento: il primo violino espone un dolce tema
costruito su un arpeggio ascendente, profilo che richiama la suggestione del sorgere del sole, mentre
l’accompagnamento del secondo violino, viola e violoncello creano un delicato sfondo sonoro, una
nebbia rarefatta che accompagna le prime luci del giorno; dopo una più movimentata transizione, il
secondo tema, affidato al violoncello, riprende le tenui sfumature iniziali, che vengono però subito
incupite da un breve passaggio in tonalità minore. La tenebrosità del primo tema in minore all’inizio
dello sviluppo ci accompagna per tutta la sua durata, fino a sfumare, quasi scomparendo, nella
ripresa. Nell’Adagio Haydn ritorna alle atmosfere già introdotte nel primo movimento esplorandole
a fondo, alternando sottili combinazioni strumentali a momenti di intima stasi. La vivacità del
Minuetto è quasi interamente affidata al primo violino, che espone un tema brillante con brevi
interventi degli altri strumenti; il Trio assume invece un carattere più malinconico, grazie anche al
tema di stampo popolare affidato ai violini. Anche il Finale. Allegro, ma non troppo si apre con un
tema di carattere popolare, caratterizzato da una gioiosa spensieratezza; ad esso si contrappone una
sezione centrale in tonalità minore e il ritorno del tema di apertura apre la strada ad una progressiva
accelerazione, costellata da dialoghi serrati fra gli strumenti, in un gioco di contrappunto su stralci di
temi uditi in precedenza, creando così un crescendo di tensione che trasporta l’ascoltatore fino
all’accordo conclusivo.

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