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La lingua romanza d'Africa � una lingua romanza estinta, che si ipotizza fosse

parlata dai Romani d'Africa nell'odierno Maghreb nell'Alto Medioevo e probabilmente


in alcune isole linguistiche fino al XVII secolo. Il periodo in cui si suppone
fosse maggiormente diffusa va dalla caduta dell'Impero romano d'Occidente fino alla
conquista omayyade del Nord Africa, nel 698, passando per le dominazioni vandala e
bizantina. Si conosce molto poco di questo idioma, e la sua stessa esistenza � per
alcuni studiosi dubbia, anche considerando che tutte le iscrizioni e i testi di
quel periodo in Nordafrica sono in lingua latina.

l latino fu introdotto in Nordafrica a partire dalle guerre puniche e dalla


distruzione di Cartagine del 146 a.C., imponendosi nei secoli successivi come la
lingua principale della regione, complice anche la ricostruzione di Cartagine come
colonia romana per opera di Giulio Cesare, finch� essa divenne la seconda citt� per
numero di parlanti latino dell'Impero dopo Roma.

Dopo la caduta dell'Impero Romano il latino continu� ad essere parlato per diversi
secoli sotto i vandali e i bizantini e anche dopo l'invasione araba del VII secolo
giungendo quindi ad evolversi, come nel resto della Rom�nia, in una vera e propria
lingua neolatina (o, com'� pi� probabile, in diverse lingue neolatine a seconda dei
luoghi). Oggigiorno questa lingua non � pi� parlata, essendo stata soppiantata dal
berbero e dall'arabo.[1]
Rovine di Cartagine, centro principale della latinit� in Nordafrica nei primi
secoli dell'era cristiana fino alla sua distruzione nel 698, ad opera degli Arabi.

Numerosi sono gli elementi che fanno ritenere che il Nordafrica abbia continuato ad
ospitare comunit� di religione cristiana e di lingua, verosimilmente, romanza,
almeno fino all'XI-XII secolo. Ma la testimonianza pi� importante � quella del
geografo nordafricano Muhammad al-Idrisi (XII secolo), stabilitosi a Palermo alla
corte normanna di Ruggero II, il quale scrive che gli abitanti di Gafsa (nel sud
della Tunisia) si servivano di una lingua particolare, da lui detta al-latini al-
afriqi, ovvero "il [neo] latino d'Africa" (a quel tempo il termine arabo latini si
riferiva sia al latino sia, spesso, alle lingue romanze). Sebbene diversi storici
contemporanei considerino che queste comunit� potrebbero essere sopravvissute fino
all'inizio del Settecento, secondo Virginie Prevost, ricercatrice belga presso la
facolt� di Storia e Filosofia Medievale dell'Universit� di Bruxelles, l'analisi
delle fonti arabe indica che pi� probabilmente i cristiani scomparvero verso la
met� del XIII secolo.[2]

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