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>> si può ammettere l’uso della sigla se essa è ampiamente conosciuta e sostituisce un ap-
pellativo veramente troppo lungo (per esempio l’Organizzazione delle Nazioni Unite diviene
l’ONU);
>> alcune sigle sono l’abbreviazione di parole straniere e dove possibile è bene tradurle, ad
esempio USA, cioè United States of America, dovrebbe diventare Stati Uniti d’America;
>> è infine bene ricordare che i termini stranieri acquisiti da tempo e stabilmente in italiano
non vanno messi in forma plurale: si dirà per esempio step, non steps; file non files.
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richiesta del quesito e nel contempo di poter spaziare intorno all’argomento analiz-
zandolo da prospettive differenti.
Si consideri che la Commissione esaminatrice non valuterà solo la stretta attinen-
za tra il titolo e la composizione dell’elaborato ma anche le capacità argomentative
relative alle tematiche contenute dalla traccia. Si sottolinea inoltre che la centralità
della traccia non è relativa all’argomento da trattare ma a come analizzarlo.
Tuttavia, non tutti gli schemi sono efficaci; per non sbagliare è importante seguire
alcuni accorgimenti:
>> costruire schemi non particolarmente complicati che permettano un’immediata
visualizzazione;
>> rappresentare il concetto-chiave al centro, collocando alla periferia i concetti di
supporto;
>> collegare i concetti, utilizzando frecce e linee che illustrino il percorso logico da
seguire.
Usando le frecce in modo corretto si possono realizzare tipi di schemi diversi, il
cui uso risulta efficace se è conforme alla struttura logica del brano da rappresen-
tare.
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Biforcazione
Ramificazione
Biunivocità
Percorso numerato
Nella fase ideativa è molto importante, da un’idea iniziale, far scaturire altre
informazioni collegate. Non sempre è facile, perché numerosi fattori (ansia, man-
canza di concentrazione ecc.) possono rallentare o bloccare il processo creativo.
Esistono, però, degli accorgimenti che facilitano la raccolta delle idee a partire da
un’idea iniziale e che possono essere schematizzati come segue:
>> per definizione. Si spiega il significato di un termine, di un fenomeno, di una teoria
ecc.
Ad esempio: Il Manierismo è una corrente artistica italiana del XVI secolo, che si riferisce
in particolare a tutti i fenomeni artistici dal 1520 circa fino all’avvento dell’arte della Contro-
riforma e al Barocco;
>> per contiguità cronologica. Si riportano fatti o fenomeni che si sono verificati prima
o dopo un evento.
Ad esempio: Tra gli avvenimenti cruciali della Seconda Guerra Persiana si annovera la
battaglia di Salamina nel 480 a.C. e l’anno successivo la battaglia di Platea e la battaglia di
Micale;
>> per contiguità geografica. Si fa riferimento ad ambienti vicini o simili, o a eventi che
hanno avuto luogo nelle vicinanze di ciò di cui si sta parlando.
Ad esempio: Per quanto il Romanticismo sia un movimento culturale di origini tedesche,
esso si sviluppa anche in Inghilterra, a seguito del declino dell’Illuminismo;
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>> per analogia o contrario. Presenta un’idea analoga o contraria a quella di partenza.
Ad esempio: L’Art Nouveau francese è analoga al Modernismo in Spagna; Lo stile medio
dell’ Orlando furioso di Ariosto si contrappone allo stile sublime di Tasso nella Gerusalem-
me liberata;
>> per esemplificazione. Si portano esempi di spiegazione di un fenomeno.
Ad esempio: Un esempio della scomparsa del concetto di Impero Universale, ereditato dal
Medioevo, è l’affiorare di quello di Stato nazionale, basato su un popolo e su una cultura. Su
questo concetto si iniziava ad aprire una nuova epoca storica in Francia e in Inghilterra;
>> per generalizzazione. Si specifica la categoria generale di cui un dato fenomeno
può essere considerato esempio.
Ad esempio: Il vassallaggio e il beneficio sono i due cardini sui quali si fonda l’ordine
feudale;
>> per articolazione interna. Si riportano le suddivisioni interne di un dato fenomeno.
Ad esempio: L’Illuminismo come movimento interessò vari ambiti culturali e filosofici: la
critica della ragione, la diffusione del sapere, la conoscenza, la religione e la morale.
La raccolta delle idee può essere fatta anche confrontando un evento con vicende
personali (facendo attenzione a non scadere nella banalità o nell’eccesso di retorica),
oppure si può arricchire l’informazione di partenza fornendo dati documentari e/o
citazioni. È importante che le idee, una volta raccolte, vengano collegate secondo criteri
logici illustrati di seguito:
>> criterio causa-effetto. Bisogna individuare la causa o l’effetto, reale o presunto, di un
fenomeno, chiedendosi quali fattori abbiano causato/determinato quel fenomeno;
come si possono correlare tali fattori tra loro; se la persistenza del fenomeno dipende
dalle stesse cause/effetti. Per tale criterio di ordinamento è preferibile usare un dia-
gramma di flusso;
>> criterio della narrazione. Si tratta di raccontare una vicenda suddividendola in se-
quenze narrative. Il modello grafico consigliato per questo criterio di ordinamento
è lo schema ad albero;
>> criterio del confronto-contrasto. Bisogna chiedersi quali sono gli elementi messi a
confronto, individuando i punti di somiglianza e quelli di differenza. Una tabella
può essere lo schema grafico più adatto a questo criterio di ordinamento.
2.2 La scaletta
La fase di pre-scrittura si conclude con un’operazione indispensabile: la stesura della
scaletta. Redigere uno schema dettagliato, al fine di organizzare le idee e le informa-
zioni in possesso, è un passaggio importante per il buon espletamento di un elabora-
to.
Affidarsi a una scrittura istintiva o al flusso caotico dei propri pensieri non è la
strategia ottimale per realizzare una composizione coerente e coesa. Quando si
inizia lo sviluppo dell’elaborato è necessario, perciò, oltre ad avere individuato gli
argomenti da trattare, aver già organizzato le sequenze testuali e i legami tra le varie
parti dell’elaborato. La scaletta, infatti, è una lista di punti – ed eventuali sottopunti
– disposti in ordine verticale che corrispondono agli argomenti principali dei para-
grafi nei quali si articolerà il testo da redigere.
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Completata questa fase d revisione delle idee si può procedere alla compilazione del-
la lista nel modo seguente:
>> riscrivere l’elenco degli argomenti disponendoli in una lista verticale;
>> contrassegnare ogni punto della scaletta con numeri o lettere;
>> attribuire un titolo a ogni punto della scaletta;
>> suddividere ogni punto in sottopunti che indichino l’ulteriore articolazione dei
singoli argomenti.
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Esempio
> Introduzione
> Argomento X
1. .....................................................
a). ...............................................
b). ...............................................
2. .....................................................
a). ...............................................
b). ...............................................
> Argomento Y
1. .....................................................
a). ...............................................
b). ...............................................
2. .....................................................
a). ...............................................
b). ...............................................
3. .....................................................
> Conclusione
Esempio su tema didattico
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Esempio
Tolkien, da filologo conoscitore di antiche lingue e antiche epopee, ha trasfuso nella sua opera il senso
profondo di esse, l’afflato, il respiro, colpendo quindi le corde più intime dell’animo del lettore [...] L’Altra
Realtà proposta da Tolkien si oppone totalmente a quella in cui viviamo, ma in senso positivo e propositivo.
La Terra di Mezzo in cui si svolgono le avventure degli hobbit, la lotta della Compagnia dell’Anello contro
l’Oscuro Signore Sauron, è un mondo in cui vigono “valori” che questa nostra società ha dimenticato o
ripudiato, ma che evidentemente (considerato il successo delle sue opere) i lettori nel loro intimo desiderano
ancora. Si entra nella lettura di questa immensa saga [...] quasi come una vacanza dello spirito, per respirare
aria pura, per prendere una boccata di ossigeno, e ritornare poi ritemprati alla vita di ogni giorno.
[G. De Turris, Tolkien, il Signore della Terra di Mezzo]
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• l’ellissi: consiste nel non riprendere affatto un elemento già nominato garanten-
do comunque la comprensione del testo.
>> i connettivi: sono tutte quelle parole o espressioni che hanno la funzione di col-
legare, appunto connettere. I connettivi svolgono una doppia funzione, logica e
linguistica e sono:
• le preposizioni;
• le congiunzioni;
• gli avverbi;
• le locuzioni avverbiali.
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punti di vista e deve essere anche completo, cioè deve contenere tutte le informa-
zioni affinché il destinatario possa interpretarlo correttamente;
>> disposizione logica e ordinata dei punti della trattazione. Il testo deve presentare una
logica interna: i contenuti devono essere organizzati in capoversi che si susseguono
secondo un ordine preciso (di tempo, causa-effetto, spaziale, somiglianza-opposi-
zione, spiegazione, conclusione);
Vediamo un esempio in cui l’autore nella descrizione si serve di un ordine spaziale: dall’esterno
all’interno:
Dall’esterno sembrava un edificio abbastanza grande, ma, varcato il portone, si entrava in un cortile vasto e
silenzioso, chiuso da un muretto che lo separava da un giardino […]
[S. Mrozek, La siesta, in L’elefante]
Un altro esempio mostra come la coerenza logica, ovvero la concatenazione tra i paragrafi , è
garantita da connettivi testuali come infatti (spiegazione) e quindi (conclusione):
Per Castiglione […] il cortigiano è il consigliere del principe e, attraverso l’educazione raffi nata e l’arte
della “discrezione” […], può consigliarlo e persuaderlo per il bene comune. Infatti, in uno stato monarchico
in cui l’autorità del sovrano non è controllata o contenuta da alcun organo istituzionale, soltanto la
presenza discreta ma incisiva del perfetto cortigiano, con la sua lealtà verso il principe e con il suo saggio
consiglio, può garantire che la monarchia non degeneri in forme tiranniche. Il cortigiano deve quindi sapersi
guadagnare a tal punto la “benivolenzia” e l’animo di quel principe a cui serve, che possa dirgli e sempre la
verità d’ogni cosa che ad esso convenga sapere, senza timor o periculo di dispiacergli;
>> uniformità di stile e di registro, vale a dire coerenza semantica e coerenza stilistica. Nel terzo
punto si afferma che in un testo devono essere presenti accordo e armonia tra i signi-
ficati delle parole, cioè coerenza semantica, e accordo e armonia di stile e di registro
espressivo, cioè coerenza stilistica.
4.2. L’introduzione
Dopo aver completato il corpo del testo, è possibile procedere alla stesura dell’intro-
duzione.
Essa deve essere scritta con cura particolare perché costituisce per il lettore il primo
approccio al testo. Il paragrafo dell’introduzione serve, infatti, a presentare e inquadra-
re l’argomento dello scritto e a cercare di attirare l’interesse del lettore. Rileggendo il
primo paragrafo del corpo del testo, se esso dovesse apparire troppo prevedibile, lo si
può riesaminare allo scopo di migliorarlo e farlo precedere da un nuovo paragrafo che
funga da introduzione con caratteristiche che catturino l’attenzione del lettore.
In base alla tipologia del testo, è possibile distinguere diversi tipi di introduzione:
>> sintesi/inquadramento: è anticipato l’argomento della trattazione dandone una
sintetica informazione preventiva; nel caso di testo argomentativo anticipa la tesi o
le principali argomentazioni. Qualora venga fornita una traccia, è possibile riformu-
larla utilizzando parole diverse anticipandone l’interpretazione;
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4.3 La conclusione
Il paragrafo di conclusione serve a riassumere il contenuto e gli scopi del testo. È una
sorta di “saluto” tra chi scrive e chi legge; oltre al riassunto degli argomenti trattati,
ha il fine di ribadire la tesi del testo o di intrattenere il lettore con una scrittura pia-
cevole, talvolta con giochi linguistici, che lascino al lettore un’impressione finale che
può essere positiva, ma anche deludente. Nel redigere una conclusione è importante
verificare che essa sia coerente con quanto esposto precedentemente.
Come l’introduzione, anche la conclusione ha caratteristiche legate alla tipologia
del testo, che possono essere classificate come segue:
>> sintesi: consiste nel riassumere brevemente tutti i passaggi principali dello svolgi-
mento del testo e riformulare la tesi argomentata, riaffermando la validità delle
conclusioni alle quali si è giunti;
>> aneddoto: per confermare quanto esposto nel testo è possibile riferire una vicen-
da personale, un fatto storico, un aneddoto contenente qualcosa d’inaspettato o
un’immagine a effetto che colpisca la fantasia del lettore;
>> frasi brevi: rappresenta una sorta di ripensamento o un breve approfondimento che
segue il periodo di conclusione vera e propria del testo;
>> citazioni: si serve delle parole di un personaggio famoso o di un piccolo testo lette-
rario, in linea con il tema trattato, per terminare lo scritto in modo originale e dare
autorevolezza a quanto esposto;
>> domanda: qualora si volesse lasciare aperta la discussione, si può ricorrere alla for-
ma interrogativa per sottolineare al lettore la problematicità della questione af-
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frontata o per prospettare ipotesi o possibili scenari futuri o ancora per esprimere
timori;
>> analogia: consiste nell’instaurare un confronto tra il tema trattato e una situazione
che presenta con esso delle somiglianze;
>> nessuna conclusione: è possibile fare a meno della conclusione se si ritiene che la
trattazione sia sta svolta in maniera sufficientemente chiara.
Argomento e informazioni
Affinché il testo risulti aderente all’argomento e le informazioni complete, bisogna
controllare che nello svolgimento siano stati trattati tutti i punti della scaletta.
Autoverifica
Sono stati trattati tutti i punti chiave della traccia?
Bisogna individuare i punti nei quali è necessario inserire delle integrazioni ed eliminare le
considerazioni inutili o superflue.
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Struttura interna
Per sistemare la struttura interna del testo è necessario:
>> analizzare la lunghezza di introduzione, corpo del testo, conclusione;
>> verificare che il focus o informazione chiave di ogni capoverso sia espresso in ma-
niera chiara e puntuale;
>> verificare che la transizione da un paragrafo all’altro sia logica e giustificata.
Autoverifica
C’è equilibrio tra le varie parti del testo?
Bisogna verificare se c’è equilibrio tra:
• introduzione, corpo del testo, conclusione;
• nel corpo del testo, se c’è corrispondenza tra il numero dei paragrafi e i singoli argomenti; qualora
fosse necessario, si possono aggiungere o eliminare paragrafi.
Sono state espresse idee non pertinenti all’argomento proposto?
In questo caso bisogna verificare la coesione e la coerenza del testo.
I paragrafi si succedono rispettando la connessione logica?
Anche questa domanda è direttamente riferita a coerenza e coesione.
Struttura sintattica
Questo punto prevede la correzione dei singoli periodi.
Autoverifica
Sono stati strutturati periodi troppo lunghi o troppo brevi?
La struttura sintattica di un periodo dipende dal gusto personale. Si può perciò prediligere una struttura
paratattica a una ipotattica, esplicita piuttosto che implicita; ad ogni modo, è bene ricordare che
l’alternanza di struttura rende il discorso più mosso e la lettura più accattivante.
Autoverifica
Sono stati commessi errori di sintassi?
In questo caso bisogna verificare soprattutto che ci sia il soggetto (correttamente sottinteso
o comprensibile); che non sia avvenuto un cambiamento di soggetto all’interno della stessa
proposizione; che ci sia la concordanza tra soggetto e verbo; che sia rispettato l’uso dei modi e dei
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tempi, soprattutto gli ausiliari dei tempi composti; che i pronomi siano usati in modo corretto e
collegati al nome a cui si riferiscono; che il periodo non sia sospeso.
È stata usata correttamente l’ortografia?
Durante l’esercitazione è importante controllare sul dizionario l’esatta grafia delle parole che non si
conoscono. È bene fare attenzione alla consonanti doppie, alle parole composte e ai loro plurali, alla
divisione in sillabe, all’uso della lettera “h”, all’uso delle maiuscole, all’apostrofo, all’accento.
I paragrafi sono stati scanditi correttamente con la punteggiatura?
Per verificare la correttezza della punteggiatura può essere utile una lettura espressiva, anche
silenziosa, muovendo appena le labbra.
Autoverifica
Il registro linguistico scelto è appropriato al testo?
Bisogna verificare qual è il destinatario e qual è la tipologia testuale.
Il lessico adoperato è appropriato alla tipologia testuale?
Per non commettere errori di lessico bisogna verificare sul dizionario l’esatto significato di tutte le
parole; evitare le ripetizioni sostituendole con sinonimi; evitare l’uso di parole troppo generiche,
cercando di sostituirle con sinonimi dal significato più specifico.
Esposizione
Affinché l’elaborato risulti efficace e originale bisogna verificare che il testo appaia
come il risultato di una riflessione personale, ricontrollando la trattazione dell’argo-
mento.
Autoverifica
Le idee inserite erano sufficienti?
Il testo può essere ampliato inserendo altre informazioni o presentando ragionamenti secondo punti
di vista diversi.
Sono stati fatti discorsi troppo generici?
Per scongiurare il pericolo di un’eccessiva genericità è importante riferire fatti o esempi specifici e
attendibili.
I concetti sono stati ripetuti?
Bisogna verificare di aver espresso la propria opinione sull’argomento e individuare il paragrafo in cui
può essere opportuno sostenerla.
Sono state portate ragioni adeguate a sostegno della tesi?
In questo caso bisogna verificare quanti argomenti sono stati introdotti a sostegno della propria tesi;
quest’ultima può essere rafforzata aggiungendo dati, pareri autorevoli, fatti.
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