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L’anima al lavoro
Franco Berardi (Bifo)
Alienazione, estraneità, autonomia
UN ASSAGGIO
Il mondo si animò e i corpi si denudarono e si incontrarono nello spazio dell’erotismo libero, nello spazio del rifiuto del lavoro che è
sottrazione di vita al dominio repressivo dell’economia. La società affermò la sua autonomia dalla regola economica, e la solidarietà e la
simpatia prevalsero rispetto all’avarizia e alla fissazione di potere e di accumulazione.
Ma quella ondata di animazione si rovesciò a un certo punto nel suo contrario, quando le tecnologie digitali e l’organizzazione reticolare
della comunicazione si rivelarono dispositivi di cattura dell’anima. Il baricentro del processo di produzione si spostò allora verso lo
sfruttamento dell’energia mentale, e l’anima fu sottomessa dalla dinamica della produzione di valore.
L’anima messa al lavoro: ecco la nuova forma di alienazione. L’energia desiderante viene allora presa nella trappola dell’autoimpresa,
l’investimento libidinale viene regolato secondo i principi dell’economia, l’attenzione viene catturata nella rete cellulare precarizzata
grazie a cui ogni frammento di attività mentale deve essere trasformato in capitale.
Nella prima parte di questo libro voglio raccontare il rapporto tra filosofia e lavoro negli anni Sessanta dal punto di vista della dinamica
di alienazione ed estraneità.
Nella seconda parte intendo raccontare le evoluzioni successive del pensiero sociale, nei decenni della cibercultura e della
digitalizzazione, nella prospettiva della schiavitù dell’anima e del corpo presi nella rete del lavoro precario cellularizzato.
Nella parte finale intendo ricostruire la genesi delle categorie filosofiche che oggi possono permettere la comprensione della precarietà,
forma generale dell’attività lavorativa e dell’esistenza umana cellularizzata.
Per far questo cercheremo di riprendere alcune implicazioni del discorso poststrutturalista, partendo dalla polemica che contrappose negli
anni Settanta il pensiero desiderante di Deleuze e Guattari e il pensiero dell’implosione di Jean Baudrillard.
http://www.deriveapprodi.org/2016/01/lanimaallavoro/ 1/1