Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
com
scuola24.ilsole24or
PAESE :Italia
TYPE :Web International
alcuni dei quali proprio del Movimento 5 Stelle, e tra le righe perfino dalla Corte costituzionale,
sul precedente modello che di fatto disattendeva le indicazioni della legge di tener conto dei
«differenti contesti economici, territoriali e infrastrutturali in cui opera l'università». Ma anche qui
i colpi di scena non sono mancati. Per chi aveva letto la relazione illustrativa del decreto-legge
91/2017 e ne aveva seguito l'iter parlamentare era chiaro che il valore del fattore perequativo
sarebbe stato pari complessivamente al 20% dell'intero costo standard. Il ministro Bussetti,
invece, ha deciso di abbassare tale valore al 13%. Una scelta inattesa, che evidentemente
sfavorisce gli atenei del centro-sud, e della quale non sono state illustrate le ragioni.
Modello “flat tax” per accessibilità agli atenei
Inoltrandoci più nei dettagli tecnici della quantificazione della difficoltà di “accessibilità” agli
atenei, questa è stata misurata mediante un indicatore calcolato dall'Istat sui tempi medi di
percorrenza dalle sedi universitari verso i principali nodi di trasporto. Colpisce però la scelta dei
tecnici del Miur di assegnare la quota di perequazione non in maniera proporzionale a tale
indicatore di accessibilità, ma attraverso un arbitrario meccanismo a scaglioni, molto schiacciato
verso il basso. È dunque accaduto che sia stato assegnato lo stesso “scaglione di perequazione”
alle sedi di Cagliari e Urbino, pur avendo ricevuto il capoluogo sardo un indice di accessibilità di
quasi 6 volte superiore alla città marchigiana (17,88 contro 3,05). Una sorta di modello “flat tax”,
che tuttavia è stato applicato soltanto ad alcuni degli indici presenti nel Dm a firma Bussetti.
A ncora “liberi tutti” su tasse atenei?
Un netto miglioramento, rispetto al modello precedente, si registra invece sul meccanismo di
calcolo delle “perequazione economica”, basata sui redditi degli studenti in corso iscritti in un
dato ateneo.
Tuttavia anche il ministro Bussetti, come i suoi predecessori, ha scelto di non intervenire sul
“nodo tasse”. Se la perequazione economica ha come obiettivo principale quello di compensare
gli atenei che insistono su territori disagiati dei bassi introiti delle tasse studentesche, il corollario
successivo non può che essere quello di impedire che le università continuino impunemente a
violare la legge che impone loro un tetto massimo alla tassazione. Nonostante le proteste del Cnsu
e di varie associazioni studentesche, finora tali atenei “fuori-legge”, oltre a beneficiare della
perequazione, sono stati anche “premiati” con maggiori facoltà assunzionali nei vari Dm di
stanziamento annuali dei “punti organico” finora emanati. Staremo a vedere se il Ministro
Bussetti seguirà, anche in questo, i suoi predecessori.
Scelte tecniche o scelte politiche?
Di certo gli atenei del Sud hanno tratto vantaggio dalla norma che ha esteso anche agli studenti
iscritti al primo anno fuori-corso l'applicazione del costo standard ai fini del riparto del Ffo. Una
norma inserita nel corso della conversione del decreto-legge sul Sud, nonostante l'ostilità, ci
dicono, degli ambienti del Miur. Anche per questo è lecito porsi il dubbio se l'abbassamento dal
20% al 13% della perequazione sia una sorta di “effetto di compensazione” per la norma sui
fuori-corso. In ogni caso da questa vicenda emerge chiaramente come, ancora una volta, scelte
prettamente “politiche” si nascondano dietro scelte tecniche, tabelle o formule matematiche,
oscure ai più.
Anche in questo il “governo del cambiamento” sembra essere in perfetta continuità con i
precedenti. Almeno in tema di finanziamenti agli atenei.
*Professore associato di Geometria e Algebra presso l’Università di Cagliari
© RIPRODUZIONE RISERVATA