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La direttiva –che si applica nei confronti delle persone che siano messe a
conoscenza dalle autorità competenti di uno Stato membro, di essere indagate o
imputate per un reato– stabilisce norme relative al diritto all’informazione sia
dei diritti processuali di cui gli accusati godono nel procedimento penale (diritto
a un avvocato; condizioni per beneficiare del gratuito patrocinio; diritto di
essere informato dell’accusa; diritto all’interpretazione e alla traduzione; diritto
al silenzio), sia della imputazione formulata a loro carico. L’informazione tanto
dei diritti processuali, tanto dell’accusa elevata, deve essere tempestivamente
fornita alle persone indagate o imputate onde consentire l’esercizio effettivo di
tali diritti. Per questa ragione la direttiva precisa altresì che la comunicazione
dei diritti processuali sia redatta in linguaggio semplice e accessibile,
predisponendone –allegato I– un modello indicativo.
Il decreto legislativo n. 101 modifica, inoltre, l’art. 12 della legge 22 aprile 2005,
n. 69 (disposizioni per conformare il diritto interno alla decisione quadro
2002/584/GAI del Consiglio, del 13 giugno 2002, relativa al mandato di arresto
europeo e alle procedure di consegna tra Stati membri), inserendo l’obbligo di
consegna della comunicazione scritta, redatta in forma chiara e precisa, recante
informazioni sui diritti e le facoltà procedurali, ai soggetti destinatari del
mandato di arresto europeo o di altro provvedimento di consegna tra paesi
membri.