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Modulo 7
Impianti per la produzione di vapore
tecnologico
Introduzione
Impianti a vapore
Generatore di vapore
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Introduzione
Rendimento indicativo Potenzialità
Fluido vettore Commento
dell’impianto [%] [kW]
- Bassi coefficienti di scambio
Aria 75 ÷ 80 104 ÷ 105
- Grandi diametri dei tubi
Acqua:
I dati si riferiscono ad una caldaia a
a) calda 80 ÷ 90 tubi di fumo
105 ÷ 106
b) surriscaldata 85 ÷ 95 I dati si riferiscono ad una caldaia
pressurizzata
- Usati fino a circa 350°C
- Dilatazioni circa 7‰ ogni 100°C
- Calore specifico pari a 0,5-0,6
volte quello dell’acqua
Oli minerali – –
- Esistono pericoli di cracking
- Elevato costo della pompa che
deve essere sovradimensionata
per l’avviamento (olio freddo)
Condensa a temperatura costante
Vapore – –
con alti coefficienti di scambio
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Introduzione
Esempi di impianti che utilizzano aria come fluido vettore:
essicazione di foraggio, essicazione di laterizi, riscaldamento civile/industriale, …
Dati i bassi rendimenti di questi impianti, anche le potenzialità sono basse, dell’ordine di
qualche decina di MW.
Tali impianti sono talvolta caratterizzati da bassi coefficienti di scambio termico anche per i
grandi diametri delle tubazioni. È pertanto necessario disporre di ampi spazi e sostenere elevati
costi di installazione.
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Introduzione
Esistono 2 categorie di impianti ad acqua: impianti ad acqua calda ed impianti ad acqua
surriscaldata.
Nei primi, l’acqua viene scaldata sotto i 100°C, senza che avvenga l’ebollizione. Una volta
messa in pressione per esser fatta circolare nell’impianto, diventa poi ampiamente
sottoraffreddata.
Negli impianti ad acqua surriscaldata si riscontrano problematiche più importanti. Per produrre
acqua a temperature elevate sono richieste pressioni maggiori: ad esempio, per produrre acqua
a 120°C sono necessari almeno 3 bar di pressione (l’ebollizione avviene intorno ai 130°C si
hanno circa 10°C di sottoraffreddamento).
Si possono utilizzare scambiatori più piccoli dato il maggiore salto di temperatura disponibile.
Rispetto agli impianti ad aria si hanno rendimenti maggiori anche grazie a dispositivi come gli
scambiatori a piastre, che presentano una maggiore efficienza grazie anche ad un maggiore
rapporto tra superficie di scambio interna e superficie disperdente esterna.
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Introduzione
È difficile pensare ad un’acqua surriscaldata a 250°C perché sarebbero necessari più di 40 bar
di pressione (per cui si rientra nella normativa PED).
Una soluzione tipica per queste temperature consiste negli impianti ad oli diatermici. Sono oli
di tipo sintetico o di tipo vegetale che arrivano fino a 340°C senza alterare le proprie
caratteristiche e mantenendo lo stato fluido. Non si superano queste temperature perché le
molecole verrebbero degradate (cracking), perdendo le proprie caratteristiche ed assumendo il
tipico colore nero del carbonio.
Il calore specifico di questi oli è circa la metà di quello dell’acqua. A parità di salto di
temperatura, occorrerebbe quindi raddoppiare la portata ed utilizzare tubi più grossi.
Con temperature esterne molto basse, è necessario preriscaldare l’olio in fase di avviamento a
causa dell’elevata viscosità.
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Agenda
Introduzione
Impianti a vapore
Generatore di vapore
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Impianti a vapore
Nel campo del riscaldamento tecnologico, il vapore d’acqua, grazie all’ottimo coefficiente di
scambio termico e all’elevato calore di vaporizzazione ed alla temperatura costante nel
cambiamento di fase, è largamente utilizzato.
A seconda della taglia del generatore di vapore, esistono diverse norme che ne regolano
l’esercizio. Sopra una certa potenza è necessario essere in possesso di specifiche
autorizzazioni per la conduzione dell’impianto termico.
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Impianti a vapore
Il generatore di vapore produce vapore saturo secco. Comunemente ci si riferisce ad un certo
generatore di vapore tramite l’indicazione delle tonnellate/ora di vapore prodotto, e l’indicazione
della temperatura o della pressione alla quale viene prodotto.
A causa delle dispersioni termiche lungo il circuito a valle del generatore, il vapore saturo secco
tenderebbe a condensare e potrebbero formarsi tappi di acqua molto pericolosi.
È quindi opportuno inserire un riduttore di pressione che, laminando il vapore, gli conferisce
qualche grado di surriscaldamento. In tal modo si tutelano le condotte dalla formazione di
condensa e si abbassano drasticamente i coefficienti di scambio termico, rendendo di
dimensioni accettabili lo spessore economico dell’isolante delle condotte.
All’utilizzatore si avrà una prima fase di scambio termico con de-surriscaldamento del vapore e
la successiva fase di scambio per condensazione.
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Impianti a vapore
Spinta esercitata da un tappo di acqua che percorre una curva
Il vapore si muove a velocità elevate (30÷40 m/s). Se si forma un tappo di acqua e fa una curva
di 90° ad elevata velocità, può esercitare una notevole spinta sui sostegni della tubazione.
Ipotizziamo una tubazione di diametro 200 mm con un tappo di acqua lungo 1m che percorra
una curva dallo sviluppo lineare di 1m, entrando nella curva spinto dal vapore alla velocità di 30
m/s ed uscendo alla velocità di 30 m/s.
Guardando il triangolo delle velocità, si ha una variazione di velocità che in modulo vale 42 m/s.
s 1 ∆v
∆τ = v = 30 sec a= = 42 ∙ 30 = 1260 mΤs2
∆τ
∅2 0,22
m=ρ∙π∙ ∙ l = 1000 ∙ π ∙ ∙ 1 = 31,4 kg
4 4
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Impianti a vapore
La presenza di un pozzo caldo, garantendo la presenza di un punto aperto alla pressione
atmosferica, impedisce che si formino sovrappressioni fuori controllo. Nel pozzo caldo, tuttavia,
parte dell’acqua contenuta evapora e ciò rappresenta una fonte di perdita economica poiché
l’acqua circolante nell’impianto è acqua trattata, e quindi costosa.
Lo scaricatore di condensa produce vapore di flash per laminazione. Sul diagramma T-s il punto
5 ha un titolo diverso da zero. Arrivando in queste condizioni al pozzo caldo, si favorirebbe la
perdita di acqua trattata sotto forma di vapore.
Pertanto, le condotte a valle dello scaricatore di condensa sono progettate per disperdere il
calore necessario alla condensazione del vapore di flash prima dell’arrivo nel pozzo caldo.
Disperdendo calore prima di entrare nel pozzo il titolo del vapore si riduce (il punto 6 tende al
punto 8) e si evitano eccessive perdite per evaporazione. L’immissione nel pozzo caldo avviene
da sotto per avere ancora tutto il battente a disposizione per raffreddare ulteriormente. Il
reintegro avviene dall’alto sempre per migliorare il raffreddamento dell’acqua a contatto con
l’aria. La bocca del pozzo caldo è di dimensioni contenute proprio per limitare l’evaporazione.
La pompa di rilancio verso il generatore di vapore è posizionata sotto battente per evitare le
condizioni di cavitazione.
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Impianti a vapore
Scelta del generatore di vapore
Il limite tecnologico all’utilizzo di questo vapore di flash è dato dalla necessità di evitare il trascinamento di
gocce da parte del vapore ed inoltre di evitare lo scoprimento dei tubi del fluido caldo. Pertanto è opportuno
non superare la produzione di 2-3 ton/h per m3 di volume d’acqua che sta evaporando e per tempi
relativamente ridotti (da qualche minuto fino a qualche decina di minuti).
Inoltre, nel momento in cui cali la pressione, la portata di vapore aumenterebbe grazie alla produzione di
vapore di flash, ma la temperatura calerebbe, essendo quest’ultima collegata alla pressione di saturazione.
Quindi quando la potenza scambiata all’utilizzatore aumenta, si condensa più rapidamente, di conseguenza
si richiama una porta maggiore di vapore, la temperatura si abbassa e, pertanto, si scambia calore ad una
temperatura inferiore. La potenza scambiata cala e il sistema tenderebbe ad equilibrarsi. Se l’aumento di
carico persiste, diventa necessario l’intervento del bruciatore per fornire una maggiore potenza termica con
conseguente aumento della portata di vapore prodotto.
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Impianti a vapore
Riduttore di pressione
Si utilizza un riduttore di pressione sia come elemento di sicurezza che come elemento di
regolazione:
1) fornisce un certo grado di surriscaldamento al vapore facendo diminuire il coefficiente di
scambio e, conseguentemente, le dispersioni termiche e la formazione di condensa;
2) risponde velocemente alle variazioni di pressione dovute al carico. Se la pressione a valle
cala lui tende ad aprirsi per ripristinarne il valore originario. In tal modo cala anche la pressione
a monte e viene prodotto altro vapore di flash.
Un riduttore di pressione è costituito da una valvola servocomandata con
l’otturatore (o) collegato ad un diaframma (D) sul quale agisce il fluido a
bassa pressione (p2) a contrasto con una molla (m) che può essere
caricata variamente dall’esterno a mezzo di una vite (v). Regolando la
forza della molla si stabilisce il valore della pressione effettiva in uscita
che a regime equilibra tale forza. Se per qualche motivo la pressione a
valle (p2) diminuisce, vince la molla che sposta l’otturatore in modo da
aumentare la superficie di passaggio e quindi ridurre la caduta di
pressione a sostegno di p2. Se la pressione aumenta, il diaframma si
sposta verso l’alto, l’otturatore riduce la luce di passaggio, aumentando
la caduta di pressione per ridurre la p2 al valore desiderato.
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Impianti a vapore
Il vapore primario (0) arriva in un collettore. Dall’alto si staccano prese per utilizzatori secondari
ad alta pressione (1 e 2).
La condensa drena in un pozzetto e viene scaricata dallo scaricatore di condensa.
Il vapore attraversa quindi il riduttore di pressione. È presente un ramo di by-pass per
permettere le operazioni di manutenzione. La valvola di by-pass è una valvola a globo, cioè una
valvola manuale con corpo valvola simile a quello del riduttore di pressione.
F = filtro
I = indicatore di passaggio
RP = Riduttore di pressione
SA = scaricatore di aria (e di condensa)
SC = scaricatore di condensa
Vs = valvola di sicurezza
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Impianti a vapore
Dimensionamento delle tubazioni di vapore
O si fissano le velocità nelle tubazioni come sopra riportato, o, in alternativa, si fissano le perdite
di carico per unità di lunghezza in funzione della pressione di esercizio. A titolo di esempio:
Pressione di esercizio [bar] 0÷2 2÷10 oltre 10
Perdite di carico per 100m di tubazione [bar] 0,1÷0,3 0,3÷1 1÷2 o più
Va poi dimensionato l’isolamento secondo i criteri di economicità visti nelle lezioni precedenti.
Molto importanti, in questi impianti, sono infine i problemi di dilatazione termica, per i quali è
indispensabile studiare attentamente una soluzione adeguata per quanto riguarda i vincoli ed i
giunti.
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Impianti a vapore
P&I di un impianto a 3 livelli di pressione degli utilizzatori
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Impianti a vapore
Il vapore che invece viene inviato agli
utilizzatori principali di media/bassa pressione,
viene surriscaldato passando attraverso il
gruppo di riduzione della pressione (VI, F, RP,
VI, by-pass), passa attraverso un barilotto per
la separazione della condensa formatasi a
causa di eventuali punti freddi presenti, ed
arrivo all’utenza.
Se la pressione dell’utenza di bassa pressione
è inferiore alla pressione atmosferica, è
necessario inserire una pompa sulla linea di
ritorno delle condense.
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Impianti a vapore
Reti di condense
Infatti, non è detto che ad ogni momento da uno scambiatore esca del condensato. Pertanto
all’unico scaricatore di condensa presente in questa architettura, arrivano sia vapore che
condensa.
Il galleggiante che apre lo scarico dello scaricatore si apre solo se è presente del liquido.
Se un tappo di vapore rimane intrappolato nella camera dello scaricatore, il galleggiante
potrebbe non aprirsi e il deflusso di condensa verrebbe ostacolato. La condensa andrebbe
pertanto ad allagare gli scambiatori ostacolando a sua volta lo scambio termico.
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Impianti a vapore
Scaricatori di condensa e scaricatori di aria
In figura a) è rappresentato uno scaricatore di
condensa con galleggiante, munito anche di
scaricatore di aria.
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Impianti a vapore
Esercizi
1) Vapore di flash
Supponiamo di avere vapore saturo alla pressione di 11 bar, cui corrisponde una temperatura di
saturazione pari a 183,2°C. Dopo condensazione, tali condizioni non saranno, ovviamente,
variate. Se la condensa viene laminata alla pressione di 1 bar, cui corrisponde una temperatura
di saturazione di 99,1°C, quant’è la quantità di vapore di flash formata?
È noto il calore di vaporizzazione per l’acqua a 99,1°C: r = 2260 kJ/kg.
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Impianti a vapore
Soluzioni
1) Vapore di flash
c𝑙 t1 = c𝑙 t 2 1 − x + c𝑙 t 2 + r x
t1 − t 2 kJ 183,2 − 99,1 °C
x = c𝑙 = 4,186 = 0,156
r kg °C 2260 kJΤkg
Per evitare la perdita di vapore al pozzo caldo, il tubo di ritorno delle condense dovrà
disperdere:
kgv kJ kJ
q = x ∙ r = 0,156 ∙ 2260 = 352
kgc kgv kgc
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Impianti a vapore
Soluzioni
3
pv = φv ∙ p = ∙ 2,4 = 1,8 bar
4
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Impianti a vapore
Video: Video:
Formazione di vapore di flash differenze tra esercizio alla pressione di 8
bar e alla pressione di 3,5 bar
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Agenda
Introduzione
Impianti a vapore
Generatore di vapore
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Generatore di vapore
P&I Generatore di vapore
by-pass = valvola di by-pass
C = collettore utenze
D = diaframma
F = filtro
LI = indicatore di livello
P = pompa
PI = indicatore di pressione
PSm = pressostato modulante
PSs = pressostato di sicurezza
R = regolatore
Regolat. pressione = valvola regolatrice di pressione
(valvola di sfioro)
S1 = primo stadio di conversione del segnale
S2 = stadio di estrazione della radice del segnale
SC = scaricatore di condensa
TI = indicatore di temperatura (termometro)
Vc = valvola comandata
VI = valvola di intercettazione
VM = valvola miscelatrice
VNR = valvola di non ritorno
VR = valvola regolatrice di portata
VTS = valvola termostatica
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Generatore di vapore
Generatore di vapore
L’architettura del generatore di vapore raffigurato è a corpo
cilindrico ad asse orizzontale.
Per il controllo della caldaia si utilizza un pressostato
modulante che ha il compito di mantenere la pressione entro
due valori precisi. Un pressostato di sicurezza a riarmo
manuale interviene in caso di sovrappressioni. È comunque
presente una valvola di sicurezza.
Sono misurate temperatura e pressione alla base del camino.
I fumi escono dal camino per ventilazione forzata o natura𝑙𝑒
Il livello dell’acqua nel generatore di vapore deve sempre essere a vista dell’operatore perché
è indispensabile che i tubi di fumo non vengano mai scoperti dal vapore o si raggiungerebbero
temperature troppo elevate essendo il coefficiente di scambio termico del vapore (Kv) due
ordini di grandezza superiore rispetto a quello dei fumi (Kf). Dette t f , t p e t v rispettivamente le
temperature dei fumi, della parete dei tubi e del vapore, risulta:
Qf = Kf S tf − tp Kv t −tp
Qf = Qv → = tf −t
Qv = Kv S tp − tv Kf p v
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Generatore di vapore
Misura della portata di vapore
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Generatore di vapore
Linea delle condense e controllo del livello
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Generatore di vapore
Linea del combustibile
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Generatore di vapore
Generatore di vapore ad asse verticale
Con una sezione di ebollizione più piccola rispetto ad un’installazione orizzontale avvengono
ebollizione con trascinamenti violenti. Tuttavia la quantità di spazio a terra recuperabile, a parità
di potenzialità del generatore, è notevole.
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Generatore di vapore
Qualità del vapore
normativa e regolamentazione
Trattamento
dell’acqua di alimento
Composizione
chimica delle Obiettivo:
goccioline trascinate Controllo del TDS
limitare gli inconvenienti
(Tasso Di Salinità)
dovuti alla presenza di:
sistemi di controllo
1) componenti inquinanti
Sistema di 2) componenti corrosivi
Portata di goccioline regolazione sulla
trascinate portata di goccioline
trascinate
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Generatore di vapore
Sistema di regolazione del generatore
1) codice pneumatico:
3÷15 psi (0,21÷1 bar)
2) codice in tensione:
0÷10 V
3) codice in corrente:
4÷20 mA
Modulo 7
Impianti per la produzione di vapore
tecnologico