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Trigliceridi Mesi-anni
Frequenza cardiaca Mesi
Pressione arteriosa Mesi-anni
Antitrombotico Settimane
Figura 1
Effetti clinici degli omega 3 (da Mozaffarian et al., 2006, adattata) 10.
adesione delle quali essi riducono l’espressione genica), modula- A livello del profilo lipidico, gli omega 3 esercitano sostanzialmente
no l’aggregazione piastrinica, intervengono sul metabolismo degli un’azione ipotrigliceridemizzante, riducendo la sintesi e la secre-
eicosanoidi, stabilizzano le lesioni ateromasiche, e sono dotati di zione epatica delle VLDL. Tale effetto è più marcato in presenza
una significativa azione di tipo antiaritmico (Tab. II) 11. di ipertrigliceridemia basale e, talora, può essere accompagnato
da un lieve aumento della colesterolemia LDL. La metanalisi di
Tabella II numerosi studi di intervento ha permesso di rilevare che l’effetto
Fattori coinvolti nel rischio cardiovascolare degli omega 3 sulla lipidemia è dose dipendente 12: una riduzio-
e modulati dagli omega 3. ne significativa della trigliceridemia si osserva in genere con un
Trigliceridemia plasmatica (a digiuno e post prandiale)
dosaggio pari o superiore a 3 g al giorno, mentre al di sotto di
questi dosi gli effetti sui trigliceridi sono praticamente trascurabili.
Produzione di chemoattrattori Il già citato GISSI-Prevenzione, ha confermato che una dose gior-
naliera di circa 1 g di omega 3 non modifica apprezzabilmente la
Produzione di fattori di crescita trigliceridemia.
Espressione di molecole di adesione Da un punto di vista metabolico, gli omega 3 riducono principal-
mente i trigliceridi serici attraverso un aumento dell’ossidazione
Produzione di eicosanoidi e citochine pro-infiammatorie degli acidi grassi, diminuendone inoltre la sintesi e modulando
la composizione dei fosfolipidi di membrana. Il contemporaneo
Pressione arteriosa
aumento del colesterolo HDL, in genere blando e spesso assente,
Rilasciamento endoteliale è probabilmente mediato da una inibizione dell’enzima Cholesteryl
Ester Transfert Protein (CETP). Per quanto riguarda invece le LDL,
Trombosi gli omega 3 interverrebbero aumentandone il diametro (una
caratteristica che ne ridurrebbe l’aterogenicità) ma senza ridurne
Aritmia cardiaca
i livelli plasmatici.
Variabilità del ritmo cardiaco L’effetto diretto di miglioramento della funzione endoteliale indotto
dagli omega 3 è dimostrato da uno studio condotto su pazienti
Stabilità della placca aterosclerotica ? ipercolesterolemici, nei quali la risposta all’infusione di acetilco-
Da Calder, 2004, mod. 11.
lina, significativamente inferiore, all’inizio dello studio, rispetto a
quella osservata in soggetti normocolesterolemici, è stata ripristi-
nata dopo la supplementazione con trigliceridi degli acidi grassi fibroso più spesso, una riduzione dell’infiammazione ed una mag-
omega 3. giore stabilità. Proprio quest’ultimo aspetto potrebbe spiegare la
Più recentemente sono stati presi in considerazione gli effetti riduzione di eventi cardiovascolari fatali e non fatali, associata
degli omega 3 della dieta anche su alcuni marker infiammatori, all’aumento dell’apporto di omega 3 14.
i cui livelli elevati sono stati associati all’insorgenza della patolo- L’efficacia degli omega 3 nella prevenzione delle aritmie cardiache
gia aterosclerotica. I risultati di uno studio condotto su un sotto- è stata valutata indirettamente, per dosaggi che non influenzano
gruppo della popolazione femminile reclutata per il Nurses Health la pressione arteriosa né il profilo lipidico, grazie all’analisi della
Study, per esempio, indicano che i livelli di assunzione più elevati composizione in acidi grassi dei lipidi circolanti che riflette perfetta-
di omega 3 (1,4-3,3 g al giorno), si associano a basse concen- mente la composizione dei grassi della dieta: maggiore è l’apporto
trazioni ematiche di PCR (proteina C reattiva), IL-6 (interleuchi- alimentare di omega 3 e più elevata è infatti la loro concentrazione
na 6), sICAM (soluble Intracellular Adhesion Molecule) e sVCAM nei lipidi ematici. Da una metanalisi di studi osservazionali e clinici
(soluble Vascular Adhesion Molecule), tutte molecole coinvolte è stata ricavata una “scala” dei livelli circolanti di omega 3 a lunga
nei processi infiammatori. Questi dati suggeriscono pertanto che catena (cioè della somma dei livelli di EPA e DHA): essa mostra
l’effetto preventivo degli omega 3 della dieta nei confronti del che ai livelli più elevati corrisponde una maggiore protezione nei
rischio cardiovascolare possa essere, almeno in parte, attribuibile confronti del rischio di mortalità per cause cardiovascolari, mentre
all’intervento di questi grassi sull’infiammazione e sull’attivazione a quelli più bassi corrisponde un rischio maggiore 15.
endoteliale 13.
Una conferma dell’associazione diretta tra omega 3 e stabilità
della placca ci viene fornita da uno studio di intervento condotto
Livelli di consumo e raccomandati
su pazienti in attesa di endarterectomia carotidea, supplementati Una review di alcuni anni addietro 16 ha preso in considerazio-
con grassi alimentari di diversa origine, nei quali il trattamento ne i livelli di assunzione di omega 3 totali (alfa linolenico, EPA e
con omega 3 ha influenzato la placca, sia dal punto di vista della DHA insieme) in 38 paesi: essi sono molto variabili e vanno dallo
composizione in acidi grassi (con l’arricchimento in omega 3) che 0,023% delle calorie totali in Bulgaria allo 0,435% in Islanda. In
dal punto di vista morfologico, con la formazione di un cappuccio Italia gli stessi autori calcolano un apporto medio pari allo 0,096%
1200
1000
Mortalità per tutte le cause (F)/100.000
180 mg/d
800
Potenzialmente
attribuibile
600 500 mg/d alla carenza
750 mg/d
400 χ β α a
Giappone
Islanda
200
0 0,05 0,1 0,15 0,20 0,25 0,30 0,35 0,40 0,45 0,50
Figura 2
Livelli di assunzione di omega 3 con la dieta e riduzione del rischio di mortalità per tutte le cause (da Hibbeln et al., 2008, mod.) 16.