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Il governo abolirà i contributi ai giornali?

La prima legge sul finanziamento pubblico diretto è stata approvata nel 1981. Si
tratta dell’erogazione di contributi da parte dello Stato, alle imprese editrici che
presentino una serie di requisiti. Il contributo viene calcolato in base a diversi
parametri (vendite, distribuzione, tiratura, costi o altro). Nel corso degli anni con
numerosi decreti e leggi, sono stati precisati e modificati i requisiti per ricevere tali
finanziamenti. Attualmente esiste una forma di finanziamento che è regolato dalla
legge n.198 del 2016, proposta dal Ministro per lo Sport Luca Lotti. Secondo il
decreto possono richiedere i contributi pubblici le cooperative giornalistiche, enti
senza fini di lucro e imprese possedute interamente da enti senza fine di lucro,
imprese ed enti che editano periodici per non vedenti o ipovedenti, associazioni di
consumatori, imprese editrici di quotidiani e periodici diffusi all’estero e le radio e tv
locali. Secondo i dati ufficiali nel 2016 (ultimo anno in cui è possibile risalire ai
pagamenti) sono stati 54 i giornali a godere del finanziamento pubblico. Quelli che
hanno ricevuto più contributi sono stati “L’Avvenire” (5.990.900,04 €), “Italia Oggi”
(4.844.748,65 €), “Libero” (3.764.314,20 €), “Il Manifesto” (3.064.803,66 €) e il
“Quotidiano del Sud” (2.245.856,64 €). Secondo una vecchia ricerca condotta da “Il
Fatto Quotidiano”, un giornale indipendente che non riceve finanziamenti pubblici, il
quotidiano “Il Foglio” ha ricevuto dal 1997 al 2013, 50.899.407,39 € di finanziamenti.
Il quotidiano “la Padania” (di cui faceva parte l’attuale Ministro dell’Interno Matteo
Salvini), dal 1997 al 2013 (anno della sua chiusura) ha beneficiato di ben
61.226.422,00 €.
L’abolizione del finanziamento pubblico all’editoria è da sempre uno dei punti
chiave dei Movimento 5 Stelle. In una recente intervista Vito Crimi (M5S), il
sottosegretario alla presidenza del Consiglio, aveva spiegato il suo progetto sulle
forme di sostegno statale alla stampa: “se da una parte oggi si dice che il
finanziamento pubblico ai giornali sia garanzia di pluralismo, io vi dico che i
contributi pubblici non fanno bene all'informazione. L'informazione deve essere
libera anche dagli eventuali condizionamenti del governo di turno che può aprire o
chiudere i cordoni della borsa. Va rivisto tutto il sistema senza creare danni
all'industria editoriale sana. Ben venga ad esempio il sostegno pubblico a start up, al
rinnovamento tecnologico di prodotti editoriali tradizionali, a progetti editoriali,
specie quelli innovativi o dei giovani che però, devono essere in grado di camminare
con le proprie gambe”.

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¿El gobierno abolirá las ayudas a los periódicos?
La primera ley sobre la financiación pública se aprobó en 1981. Se trata de la
concesión de ayudas estatales a los editores que presentan una serie de requisitos.
La ayuda se calcula sobre la base de varios parámetros (ventas, distribución,
circulación, costos u otros). Con los años, con numerosos decretos y leyes, los
requisitos para recibir estas subvenciones han sido especificados y modificados.
Actualmente existe una modalidad de financiación que está regulada por la ley
n.198 del 2016, propuesta por el anterior Ministro de Deportes Luca Lotti. Según el
decreto, pueden solicitar la ayuda las cooperativas periodísticas, las organizaciones
sin fines de lucro y las empresas que son propiedad exclusiva de organizaciones sin
fines de lucro, empresas y organizaciones que publican periódicos para personas
ciegas o con deficiencia visual, asociaciones de consumidores, compañías editoriales
de publicaciones periódicas que circulan en el extranjero y estaciones de radio y
televisión locales. Según los datos oficiales del 2016 (el último año para el que
existen dato sobre las ayudas), 54 periódicos se beneficiaron de fondos públicos. Los
que recibieron la mayor parte de las subvenciones fueron “L’Avvenire”
(5.990.900,04 €), “Italia Oggi” (4.844.748,65 €), “Libero” (3.764.314,20 €), “Il
Manifesto” (3.064.803,66 €) e “Il Quotidiano del Sud” (2.245.856,64 €). Según una
antigua investigación realizada por “Il Fatto Quotidiano” –un periódico
independiente que no recibe fondos públicos–, el periódico “Il Foglio” recibió de
1997 a 2013, 50.899.407,39 euros. El diario “La Padania” (con el que colaboraba el
actual Ministro del Interior, Matteo Salvini), de 1997 a 2013 (año de su cierre)
recibió un total de € 61.226.422,00.
La abolición del financiamiento público para la publicación siempre ha sido uno de
los puntos clave del Movimiento 5 Estrellas. En una entrevista reciente, Vito Crimi
(M5S), el subsecretario de la Presidencia del Consejo, ha explicado su proyecto
sobre las formas de apoyo estatal a la prensa. “Si, por un lado, hoy se dice que el
financiamiento público a los periódicos es una garantía de pluralismo, yo digo que
las subvenciones públicas no son una cosa buena para la información. La
información debe estar libre de cualquier condicionamiento del gobierno de turno.
Todo el sistema debe ser revisado sin causar daños a la industria editorial sana. Por
ejemplo, es oportuno ayudar desde el Estado a las nuevas empresas, a la renovación
tecnológica de los productos editoriales tradicionales, a los proyectos editoriales,
especialmente a los innovadores o a los jóvenes, los cuales, sin embargo, deben ser
capaces de ir adelante por sí mismos”.
Fuentes
Money.it
Il Fatto Quotidiano

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